Harold Segura, direttore per l’America latina della missione World Vision, ai microfoni di Riforma ha tratteggiato un’analisi sulla sempre più massiccia presenza pubblica del movimento neopentecostale in Sudamerica: un passo, rileva Segura, che «ha sorpreso molti, perché gli analisti collegano queste Chiese, per quanto alla lontana, al pentecostalismo classico, che rifiutava la politica».
Le realtà neopentecostali invece «interloquiscono con i candidati, mobilitano i loro fedeli e canalizzano molti voti. È positivo, perché assumono i temi sociali come parte del loro impegno ecclesiale, ma è preoccupante l’ingenuità con cui si inseriscono nello spazio pubblico, scontando scarsa dimestichezza con l’analisi della società e la convinzione di risolvere argomenti complessi con quattro o cinque citazioni bibliche. Così si espongono alla strumentalizzazione da parte di partiti politici più sperimentati, che sono attratti dal bacino elettorale costituito dai loro fedeli».
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