Il tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha deliberato, con una sentenza che alcuni hanno definito storica, il diritto di una donna all’impianto degli embrioni creati durante il matrimonio, un diritto che vale anche in caso di opposizione del coniuge e anche dopo la separazione. In effetti la legge, tecnicamente, stabilisce che il consenso alla creazione dell’embrione è irrevocabile dopo la fecondazione dell’ovulo – ma, va detto, non prevede nemmeno l’impianto su madri single – e non prende in considerazione eventuali sviluppi nefasti nel rapporto, creando così un problema interpretativo che i giudici hanno ritenuto di risolvere con il via libera all’impianto.
Paradossalmente, spiega Avvenire, pare che il vulnus normativo si sia creato dopo la sentenza della Corte costituzionale che nel 2009 ha permesso la crioconservazione dell’
La donna che ha portato in tribunale l’ex compagno esulta e – secondo il Corriere – sostiene di “aver fatto qualcosa per tutte le donne nella mia situazione”; di diverso avviso l’avvocato Annamaria Bernardini De Pace, esperta di diritti femminili e di diritto matrimoniale, che sulla vicenda si esprime sulla Stampa con toni critici: «con la legge ormai orientata a considerare uomo e donna con pari dignità giuridica e genitori solidali, con gli stessi poteri, non mi sembra giusto che prevalga questo diritto categorico e intoccabile della donna di decidere, solo lei, e soprattutto se il partner è di parere contrario, quando abortire e quando impiantarsi gli ovuli crioconservati», e aggiunge che l’atto «è una violenza che dura tutta la vita, per chi un figlio non avrebbe mai voluto averlo».
foto: lastampa.it