«Non posso, la mia coscienza mi impone di non firmare questa legge». Verosimilmente, è ciò che si è sentito dire il primo ministro maltese Joseph Muscat, quando con l’aria di chi deve sbrigare una formalità ha sottoposto al presidente della Repubblica George Abela il testo della nuova disciplina sulle unioni civili, aperte anche a persone dello stesso sesso ed equiparate al matrimonio. Politicamente uno schiaffo. Moralmente anche di più.
In pubblico il premier ha ostentato sicurezza affermando che la posizione del presidente è un fatto personale e garantendo che per veder promulgata la discussa legge si tratta di aspettare solo qualche settimana, visto che il mandato di Abela termina il 4 aprile. Ma resta la forza di un gesto simbolico che lancia un messaggio assai più ampio della sua efficacia materiale.
Francesco Ognibene – Da Malta una lezione di libertà
Avvenire, 28/3/2014