J Factor, a Dariana l’edizione del decennale

By 30 Novembre 2018Musica e dintorni

La decima edizione di J Factor, il talent show dedicato ai giovani artisti cristiani, rende omaggio al Sudamerica: ad aggiudicarsi la manifestazione, sabato 1 dicembre, è stata Dariana, ventiseienne di San Benedetto del Tronto dalle origini venezuelane, che ha convinto i giudici con la sua voce soul e un’interpretazione in grado di abbinare talento e preparazione. Premio della critica al duo napoletano degli Horeb.

LA GARA | È stata un’edizione significativa, quella del decennale, spostata per l’occasione dalla consueta cornice del Pdf Studio al palco dello Studio Teatro 89 di Milano ma confermata nella formula che ne caratterizza da sempre il format, con dodici proposte, frutto di selezioni locali organizzate durante l’anno in varie località italiane, suddivise in tre categorie affidate ad altrettanti capitani: gli interpreti – Natascia da Prato, Debora da Ravanusa (AG), Andrea da Pavia, Karen da Milano – seguiti da Massimo Morandi; i gruppi – Korban Music da Sassari, Brenda&Marcelo da Fermo, All Together da Milano, Horeb da Napoli – supportati da Sara De Marco; i cantautori – Felicia da Parma, Luca da Torino, Emanuela da Vercelli, Dariana da San Benedetto del Tronto (AP) – sotto la guida di Marco Canigiula. Come di consueto gli artisti in gara si sono confrontati in sfide dirette sottoposte alla valutazione di una giuria tecnica composta quest’anno da Mauro Caldera (ufficio stampa nel campo della musica italiana), Paki Arcella (imprenditore dello spettacolo), Guillaume Goufan (cantautore e deejay), Samuel Pietrasanta (cantautore, concorrente a “The voice”) e presieduta dal giornalista e critico musicale Paolo Jugovac; una sfida quasi sempre equilibrata, che ha convinto anche il pubblico – oltre quattrocento persone provenienti da tutta Italia – e, al netto di alcune scelte artistiche poco convincenti e di qualche problema tecnico, ha permesso ai talenti di mettersi in luce esprimendo le loro doti.

LE ELIMINATORIE | Nonostante quasi tutte le sfide viste nel corso della serata siano risultate molto equilibrate, in un confronto diretto è inevitabile esprimere un giudizio netto, che non sempre rende giustizia a chi rimane indietro: e così il confronto tra Andrea e Karen, nella categoria interpreti, ha visto quest’ultima passare il turno battendo l’emozione dell’esordio, ma ha anche permesso ad Andrea di esprimere una voce preparata e potente di cui potremo sentir ancora parlare in futuro, mentre Debora, vocalità di impatto e vivace presenza scenica, ha convinto più di Natascia, voce matura e potente ma penalizzata dall’emozione e da una scelta musicale non ottimale; tra i gruppi gli Horeb, partiti in sordina con un brano in inglese e cresciuti nel corso della serata, hanno avuto la meglio sull’interpretazione worship di Brenda&Marcelo, mentre la ritmica degli All Together ha dovuto lasciare il posto ai Korban, strutturati e tecnicamente preparati; tra i cantautori l’interpretazione grintosa di Luca, accompagnato dalla band, ha dovuto cedere il passo alle suggestioni soul di Dariana, mentre Emanuela, voce valida su un brano dal ritmo accattivante, ha dovuto fare spazio all’incedere suadente e delicato di Felicia.

LA FASE FINALE | Il secondo turno ha confermato gli equilibri visti nella prima fase, decretando il passaggio alla finale di Karen per gli interpreti, Horeb per i gruppi e Dariana per i cantautori. Una terna che, peraltro, ben rappresentava la varietà musicale vista nel corso della serata: l’approccio intimista della giovanissima interprete milanese, le potenzialità a cappella (con standing ovation del pubblico) del duo napoletano, la voce da brividi (per riprendere il commento di Marco Canigiula) della cantautrice venezuelana hanno offerto ampie risposte a chi avesse ancora dubbi sulle potenzialità della musica cristiana.

DIETRO LE QUINTE | Chi ha girato per il teatro prima o dopo la gara si sarà imbattuto in alcune facce note: non parliamo di quella del patron di J Factor, Angelo Maugeri, esausto ma raggiante per il traguardo raggiunto, o di Daniele Fumi, presentatore delle prime edizioni e ora coordinatore dello staff di regia, e nemmeno di quella del presentatore Manuel Manima, in grado anche stavolta di tenere il palco per oltre tre ore con disinvoltura e senza sbavature. In forza allo staff, nei ruoli di solito meno ambiti, c’erano tra gli altri Debora Laudicina, Sharon Tabone, Biagio La Perna: tre voci emerse dalle edizioni precedenti e che proprio a J Factor devono il loro esordio discografico. La loro presenza dietro le quinte – sottolineata in chiusura da Maugeri – è piaciuta per il suo significato, espressione di un approccio genuino che dovrebbe caratterizzare ogni artista cristiano: la capacità di stare sul palco o dietro le quinte, di comparire sotto i riflettori o di svolgere il servizio (apparentemente) più umile senza perdere l’entusiasmo per una vocazione che, se è vera, deve venire accettata – e vissuta – senza riserve.
Una premessa necessaria per diventare artisti nel senso più nobile, serio, profondo del termine.

I video della decima edizione di J Factor:
La prima fase
La finale

(nella foto, una panoramica del teatro)

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