Cristianesimo e islam, storia di un rapporto

By 29 Dicembre 2016Cultura

ROMA – È sicuramente semplice ridurre il rapporto tra cristianesimo e islam a un irriducibile confronto tra “noi e loro”, nutrito di luoghi comuni più o meno reali e centrato su problemi pratici, legati all’attualità e all’interesse contingente. È semplice, ma non rende giustizia alla realtà, che invece è frutto di situazioni geopolitiche, drammi umani ma anche di una storia complessa.

Proprio la storia della relazione tra le due culture – gli incontri, gli sviluppi del confronto, gli intrecci e le contrapposizioni intercorse nei secoli – risulta quanto mai affascinante e, soprattutto, fondamentale per avere una prospettiva più ampia sugli sviluppi di cui, oggi, ci troviamo testimoni. E a dare un contributo in tal senso è Giancarlo Rinaldi, già docente all’Orientale di Napoli, con “Cristianesimo e islam. Antefatti e fatti”. Un libretto agile ma per niente scontato, dove un titolo fin troppo modesto apre la strada a una sintesi che si intuisce frutto di decenni di studi e approfondimenti.

L’autore, nella prefazione, esprime la sua distanza sia dal sincretismo, sia dalla contrapposizione tra le parti; navigando al largo da polemica e qualunquismo, come pure dai luoghi comuni (in primis la convinzione che il cristianesimo sia “religione d’Occidente” laddove, rileva, “la fede in Gesù è storicamente un prodotto del vicino Oriente”), Rinaldi riedita in chiave divulgativa il materiale già raccolto per una precedente pubblicazione, concentrando l’attenzione in particolare sullo sviluppo del cristianesimo nel Vicino Oriente – la vasta regione che i romani indicavano genericamente come “Arabia” – nei primi sette secoli della nostra era.

Prendendo le mosse dall’apostolo Paolo e dal suo lungo soggiorno “in Arabia” – verosimilmente nei pressi di Damasco -, l’autore analizza la presenza cristiana in terra araba prima, e islamica tout court poi: i brevi paragrafi compongono un mosaico, più che un quadro, proponendo un excursus storico ricco di riferimenti bibliografici che spazia tra rapporti con le autorità, controversie storiche, dottrine eterodosse, evangelizzazioni, persecuzioni – denominatore comune per i cristiani orientali, ieri come oggi -, nomi noti e personaggi caduti nell’oblio.

Con rigore accademico sia sul piano storico, sia sul versante teologico, Rinaldi offre poi cenni alle religioni dell’Arabia preislamica, all’impatto dell’islam sull’impero bizantino, alle questioni lasciate aperte dalla scomparsa di Maometto e alle conquiste arabe; completano idealmente il volume un capitolo sulle tradizioni giudaiche e cristiane contenute nel Corano e alcuni spunti che incrociano la geopolitica e il rapporto tra i cristiani e le amministrazioni islamiche, temi che meriterebbero un ulteriore approfondimento futuro.

L’unica sorpresa, in un volume così denso di informazioni e spunti di approfondimento, risulta paradossalmente il titolo del libro, che porterebbe a immaginare una trattazione estesa a un arco temporale più ampio. Una questione che riguarda comunque solo gli equilibri generali del progetto e non la sua qualità, e che non inficia il valore complessivo del lavoro.

Il libro:
Giancarlo Rinaldi
Cristianesimo e islam
antefatti e fatti
Edizioni GBU, 2016
112 pp, 14 euro

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