Bonhoeffer e la vita comunitaria dei cristiani

By 6 Aprile 2016Cultura

MILANO – Come dovrebbe essere la vita comunitaria dei cristiani? Quali elementi, quali principi, quali prospettive dovrebbero caratterizzare l’esperienza relazionale dei credenti?

Sono ancora attuali, quasi ottant’anni dopo la loro prima pubblicazione, le parole di Dietrich Bonhoeffer nel suo Gemeinsames leben (“la vita comune”), saggio pubblicato in prima edizione tedesca nel 1939 e di recente riproposto in italiano da Città Nuova nella collana “minima” con introduzione di Natale Benazzi.

Per il teologo tedesco la vita comunitaria è elemento significativo per la chiesa cristiana, da lui sperimentato a Finkenwalde nel triennio precedente alla pubblicazione del testo; nell’esposizione dell’argomento Bonhoeffer parte da una prospettiva generale sul concetto di “comunità” e su come il vivere comune cristiano non sia “una cosa ovvia”, ma la “vicinanza fisica dell’altro” sia elemento importante per coloro che si considerano “fratelli nel Signore”. Riprendendo le categorie paoline a lui care, il teologo definisce la comunità “realtà pneumatica e non psichica”, sottolineando nel contempo che “la fraternità cristiana non è un ideale, ma una realtà data da Dio”, e che l’idealizzazione rischia altresì di portare al fallimento dell’esperienza, mentre Dio ci chiama a una “vera comunione cristiana”.

Bonhoeffer delinea poi “la giornata in comunità”, con i momenti comunitari spirituali come la preghiera, la lettura, il canto ma anche le questioni pratiche quali i pasti e il lavoro; prosegue con una riflessione su “la giornata in solitudine”, sul servizio nella comunità – tra ascolto, aiuto, condivisione – e infine affronta il tema della confessione reciproca (attraverso la quale «la luce del Vangelo fa irruzione nell’oscurità e nella durezza dei cuori») e della Santa Cena, dove una comunità «riconciliata nel cuore con Dio e con i fratelli» riceve «perdono, vita nuova e beatitudine».

Quella di Bonhoeffer è un’analisi lucida, teorica e pratica allo stesso tempo; una proposta che, commenta Benazzi nell’introduzione, a distanza di decenni non ha perso la sua attualità, e anzi funge da «pungolo penetrante, che ci impone di riflettere da capo e in modo nuovo su una serie di questioni che ci sembrava di poter dare per scontate». Un contributo che può venire condiviso anche al di fuori del mondo evangelico in cui nasce, in quanto porta avanti «una sola volontà, quella di mettere Cristo al centro, senza orpelli, senza paure».

Il libro:
Dietrich Bonhoeffer
La vita comunitaria dei cristiani
Città Nuova, 2015
131 pp – 7,50 euro

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