La teologia e il senso della storia

By 23 Marzo 2015Cultura

MILANO – Per comprendere i libri storici contenuti nella Bibbia è necessario usare gli strumenti della teologia: ne è convinto Paolo Merlo, docente di Antico Testamento alla Lateranense di Roma, che insieme a Marco Settembrini dedica al tema un volume edito dalle edizioni San Paolo.

“Il senso della Storia” offre un’introduzione ai libri storici dell’Antico Testamento integrando le tre principali prospettive di analisi emerse negli ultimi decenni di studi: il l’approccio classico, che punta alla definizione di un quadro storico generale, l’analisi letteraria, che valorizza i caratteri narrativi dei testi, e il parallelismo con opere extrabibliche della stessa epoca, che per affinità culturale possono aiutare a decifrare contesto e significato – che, a distanza di millenni, può risultare talora poco chiaro – di alcune narrazioni bibliche.

In primo luogo però, sottolinea l’autore, per il lettore odierno è necessaria una consapevolezza: il senso della storia, nei secoli, è cambiato. Se oggi con un testo storico ci si prefigge un approccio analitico, puntando a «ricostruire gli avvenimenti del passato cercando di riportare con obiettività le fonti e interpretando gli avvenimenti narrati secondo logiche di causalità storica», i libri storici della Bibbia sono invece “una raccolta di narrazioni” con un senso ben diverso: non mirano all’accuratezza di una conoscenza storica precisa, ma a «tramandare le tradizioni fondanti della propria identità di popolo e la propria fede» nel Dio degli ebrei. Non quindi “descrivere gli eventi”, ma “fornire al lettore una chiave interpretativa” di come il popolo ebraico ha concepito, nel tempo, il suo rapporto con Dio.

Un chiarimento indispensabile, perché non riconoscere l’intento teologico significa partire da “presupposti non pertinenti” e dare a un testo del passato un significato diverso da quello voluto, rischiando così di sopravvalutare le divergenze tra testo biblico e nuove scoperte sul fronte storico o ritrovamenti archeologici.

Dopo aver chiarito prospettive letterarie, coordinate geografiche, orizzonte religioso e trasmissione dei testi, Merlo si addentra nei singoli libri storici, prendendo in esame Giosuè, Giudici, I e II Samuele, I e II Re, I e II Cronache, Esdra e Neemia, e i due apocrifi I e II Maccabei; per ogni testo affronta le questioni storico-letterarie – la struttura, le problematiche di carattere storico, l’epoca di redazione e le modalità di trasmissione del testo -, offre saggi di esegesi concentrati su specifici episodi, inquadra le linee teologiche fondamentali del libro e approfondisce proponendo documenti extra-biblici correlati.

Come l’autore spiega a margine di Giudici, «la riflessione teologica del libro… non è tanto interessata al passato», ma «si rivolge invece al presente del lettore, con un invito a mantenersi fedele al Signore, per poter sperimentare la vera salvezza»: un compito “mai compiuto in modo definitivo” che «richiederà sempre l’intervento potente di Dio per portare avanti i suoi progetti di salvezza», un Dio che “tutto può, ben oltre le deficienze umane”. Una riflessione che ben riassume il senso della Storia e dell’intera Bibbia.

Il libro:
Paolo Merlo, Marco Settembrini
Il senso della Storia. Introduzione ai libri storici
San Paolo, 2014
306 pp – 17,50 euro

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