"Luci rosse" a Roma, una chiesa scrive al Comune

By 27 Febbraio 2015Dall'Italia

ROMA – «Non di “luci rosse” ha bisogno Roma, ma della luce del mondo, Gesù Cristo, che illumina le nostre tenebre»: si conclude così la lettera aperta che la Chiesa evangelica Breccia di Roma invia al presidente del IX Municipio capitolino, dopo la sua proposta di creare nell’area Eur una “zona a luci rosse” dove consentire la libera pratica della prostituzione per eliminarla da altre zone.

La proposta, avanzata all’inizio di febbraio da Andrea Santoro (PD), presidente dell’unità amministrativa locale situata nel quadrante sud-est della città (una delle quindici circoscrizioni in cui, dal 2013, è suddivisa Roma Capitale), ha sollevato polemiche nello stesso partito del politico e ha ricevuto una immediata battuta d’arresto in seguito al parere negativo del Prefetto, che ha individuato nell’iniziativa una serie di potenziali reati in cui l’amministrazione incorrerebbe nel dare vita al progetto.

Spenti i clamori della cronaca la chiesa “Breccia di Roma”, il cui impegno sul fronte sociale tocca anche azioni di recupero umano e spirituale delle donne costrette alla pratica della prostituzione, ha deciso di scrivere all’autorità locale per offrire il proprio contributo sulla questione.

«Nella zona di San Paolo – segnala Leonardo De Chirico, pastore della comunità, nella lettera che evangelici.net è in grado di anticipare – abbiamo da tempo attivato iniziative di volontariato nella pulizia di aree verdi (“Puliti fuori, puliti dentro”), animazione culturale tramite serate di conversazioni aperte e pubbliche a tema, lezioni di sostegno a studenti bisognosi. Oltre a ciò, alcuni nostri volontari hanno nel corso del tempo provato ad avvicinare le prostitute che si trovano sulla via Cristoforo Colombo, offrendo loro la possibilità di una relazione pacifica e qualche riferimento utile per uscire dal giro»; per questo motivo, spiega De Chirico a Santoro, l’idea esposta «ci ha interpellati e ci vede fortemente interessati alle tematiche che Lei ha opportunamente portato alla ribalta cittadina e nazionale».

«Come parte attiva della società civile – continua la lettera – Le chiediamo di non sottovalutare il contributo delle famiglie, dell’associazionismo, del volontariato, dei corpi intermedi della città che, insieme alle istituzioni pubbliche, sono una risorsa fondamentale per affrontare anche il problema della prostituzione… C’è bisogno di una sinergia con le forze sane del territorio che fanno cultura, solidarietà, protezione ambientale, educazione».

«Non abbiamo ricette semplicistiche – prosegue De Chirico – ma facciamo e faremo la nostra parte» attraverso la preghiera per le autorità, la presenza sul territorio «con attività che, per quanto modeste e non altisonanti, crediamo siano benefiche per stimolare una cultura alternativa a quella che produce la prostituzione» e un contributo alla discussione pubblica «in vista di provvedimenti efficaci per contrastare il degrado sociale e umano della prostituzione».

«La zona dove tutto ciò avviene – spiega De Chirico a evangelici.net – è parte di un’area della città adiacente a dove stiamo lavorando per la fondazione di una chiesa evangelica» e dove alcuni membri sono da tempo impegnati ad aiutare le donne che vogliono uscire dal giro della prostituzione. «La prostituzione – precisa – è un abuso di un aspetto della creaturalità umana in cui si concentrano molti effetti del peccato: la mercificazione del sesso, lo sfruttamento del prossimo, lo svilimento della vita sociale».

«La buona creazione di Dio – prosegue De Chirico – è stata così degradata dal peccato facendola diventare una realtà quasi-infernale, ma essa può essere redenta dall’opera di redenzione di Cristo, sia a livello personale che sociale». Sta alle chiese “raccogliere i dati del fenomeno e cercare di capirne le complessità” e, senza tacere «le scaturigini spirituali della questione, proclamare la Buona Notizia che esiste una speranza in Gesù Cristo».

Concretamente, dettaglia De Chirico, la chiesa Breccia di Roma intende “mantenere e intensificare l’impegno sacerdotale nella preghiera per questo pezzo dolente di città”, incoraggiare, anche in collaborazione con altre chiese e gruppi evangelici romani, “l’incontro con le vittime della prostituzione, offrendo loro possibilità di alternativa alla schiavitù del sesso a pagamento”, e infine “partecipare al dibattito cittadino in corso”, prevedendo come primo passo il contatto diretto con le autorità locali attraverso la lettera aperta inviata all’amministrazione municipale.

(nella foto di turismoroma.it, il Palazzo della civiltà italiana all’Eur)

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