ROMA – «La recente norma regionale del Veneto, che obbliga le Asl ad assumere cappellani ospedalieri cattolici, non tiene conto del principio della laicità dello Stato ed è quindi in netta contraddizione con la nostra Costituzione».
È la reazione del presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), Domenico Maselli, al recente Protocollo d’intesa tra Regione Veneto e diocesi che “regolarizza gli assistenti religiosi”, secondo il quale Asl, aziende ospedaliere, strutture sanitarie e socio sanitarie pubbliche e private dovranno assumere i preti diocesani e i religiosi con lo stesso contratto degli infermieri.
«I cappellani continueranno ad essere scelti dalle gerarchie cattoliche e verranno assunti dalle Asl senza passare attraverso un concorso pubblico» spiega Maselli, che aggiunge «Siamo di fronte all’ennesimo privilegio accordato ad una sola confessione di fede. Una tendenza che soprattutto a livello regionale continua a farsi strada. È invece estremamente importante vigilare a che le legislazioni regionali tengano conto delle leggi della Repubblica Italiana».
«Non dovrebbe essere consentito che un’attività di natura religiosa e spirituale venga sostenuta con i soldi di tutti i contribuenti – conclude Maselli -. È necessario garantire l’assistenza spirituale a tutti i credenti, a prescindere dalla loro fede di appartenenza. Ma questo è un compito delle Chiese, non delle istituzioni».
da: www.asca.it
data: 1 dicembre 2009