AEE: no alle censure sul creazionismo

By 26 Settembre 2007Esteri

BRUXELLES – Il dibattito su creazionismo ed evoluzionismo torna in evidenza su scala europea: la prossima settimana il Consiglio d’Europa voterà un rapporto dal titolo “I pericoli del creazionismo nell’educazione”, stilato dal Comitato per la cultura, scienza ed educazione (doc. 11375), relatrice la lussemburghese Anne Brasseur (Alleanza dei liberali e democratici per l’Europa).

L’Alleanza evangelica europea prende posizione in merito al documento, parlando di un rapporto che «parla di una battaglia tra creazionisti ed evoluzionisti in cui sono a rischio la democrazia, i diritti umani, la ricerca scientifica e medica, così come il futuro della società». «Giustamente – spiega l’AEE in una nota -, il rapporto dice che “è uno scandalo presentare Darwin come il padre del terrorismo”. Tuttavia, è ugualmente scandaloso accusare i creazionisti di essere un pericolo per la società».

Il pericolo, commenta con una punta di ironia l’AEE, «non tanto il creazionismo quanto questo documento: in una democrazia, nessuno deve imporre dogmi secolari o religiosi. Se una teoria non minaccia la legge e l’ordine pubblico, gli scienziati, gli studenti e tutti gli interessati dovrebbero essere liberli di esaminarla e di arrivare a delle conclusioni. Sembra inconcepibile che il Consiglio d’Europa voglia prevenire l’esame e la condivisione di idee. L’educazione non deve tramutarsi in indottrinamento».

Invece «il rapporto censura un certo tipo di creazionismo, ma così facendo suggerisce che una grande varietà di posizioni creazioniste debbano essere bandite. In tutta Europa, gli scienziati e l’opinione pubblica accettano l’evoluzione in modo pieno, parziale o per nulla. Il dibattito continua e deve continuare così».

«L’AEE – conclude la nota – ritiene che il rapporto non sia necessario perchè le varietà di creazionismo non costituiscono una minaccia. Se il rapporto passerà, i politici si sentiranno in dovere di promuovere delle teorie della cospirazione e di decidere per “legge” quello che dovrebbe essere lasciato al dibattito scientifico, culturale e religioso».

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