Le reazioni alla strage di Malatya

By 20 Aprile 2007Chiesa Perseguitata

MILANO – Sono tre i collaboratori della casa editrice evangelica a Malatya (Turchia) che sono stati uccisi barbaramente giovedì 18 aprile in un attacco di estremisti turchi. Si tratta di due cristiani evangelici turchi, Necati Aydin e Ugur Yuksel, 36 e 32 anni, convertiti dall’islamismo, e Tilmman Ekkehart, tedesco, di 46 anni. Aydin, pastore della locale comunità di Kurtulus, lascia moglie e due figli in età prescolare, Tilmman la moglie e due figli adolescenti; Ugur doveva sposarsi a breve.

I giornali turchi hanno riferito che quattro dei cinque giovani, tutti fra i 19 e i 20 anni, hanno ammesso fin dai primi interrogatori di essere stati motivati da sentimenti nazionalisti e religiosi. Tutti e cinque avevano in tasca la stessa dichiarazione: “Lo abbiamo fatto per il nostro paese”. Inoltre, la stazione televisiva Canale D ha riportato: “Quei cristiani rappresentavano una minaccia alla nostra religione”.

Le tre vittime sono state legate, torturate e poi sgozzate nei locali della casa editrice; l’omicidio ha causato una scossa di panico tra la minoranza cristiana turca, ma anche nell’opinione pubblica mondiale, provocando reazioni critiche da parte delle autorità europee.

«Nel Paese c’è tensione nei confronti dei cristiani – segnala l’Alleanza evangelica mondiale (WEA) -: quest’anno un editore cristiano armeno (Hrant Dink) è stato ucciso da un giovane ultranazionalista. L’anno scorso, un prete cattolico (Andrea Santoro) è stato assassinato».

Con una iniziativa coraggiosa, ieri pomeriggio il pastore Ihsan Ozbek, presidente dell’Alleanza delle chiese protestanti in Turchia, ha tenuto una conferenza stampa a Malatya con l’emittente CNNTURK, apparsa in simultanea su diversi altri canali TV. «Il 18 aprile la Turchia è precipitata nel medio evo», ha dichiarato Ozbek affiancato dal legale della chiese, Orhan Kemal Cengiz e dal pastore di Istanbul Bedri Peker. Hanno distribuito un comunicato stampa a tutte le testate giornalistiche turche, nel quale hanno paragonato le insistenti teorie cospirative e le fobie missionarie della nazione con la caccia alle streghe del medio evo.

Ozbek ha aggiunto: «Una tragedia terribile, che tuttavia non ci sorprende. Sappiamo che non saranno gli unici martiri, sebbene ci auguriamo con tutto il cuore di sbagliarci».

Il rappresentante per la libertà religiosa dell’Alleanza evangelica mondiale, Johan Candelin, raggiungerà la Turchia nei prossimi giorni per sostenere spiritualmente le famiglie delle vittime. Candelin ha dichiarato: «Qualcosa di molto pericoloso sta accadendo in Turchia. Il Paese sta bussando alla porta all’Europa e molti contrastano questa direzione. La nazione sta per eleggere un nuovo presidente e le tensioni tra islamisti e nazionalisti crescono sempre più. Chiedo a tutti i credenti di pregare per le famiglie delle vittime, per la protezione della minoranza cristiana e per la Turchia».

Geoff Tunnicliffe, direttore della WEA, ha espresso il suo cordoglio ai familiari delle vittime: «Condanniamo questi atti di violenza contro i cristiani turchi. Bisogna trovare un modi di risolvere i conflitti senza ricorrere a questi atti brutali. Oggi facciamo cordoglio per i nostri fratelli e siamo solidali in preghiera e con l’aiuto pratico agli evangelici in Turchia».

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