Dotatissimi di strumenti di comunicazione immediata, siamo pronti a usarli mentre ci troviamo in coda al semaforo e persino mentre guidiamo in autostrada, mettendo a rischio la nostra vita e quella degli altri. La domanda è: com’è possibile che facciamo tanta fatica a sfruttarli (immediatamente) anche come mezzi di aiuto e di soccorso, pur non rischiando nulla? E basti essere sfiorati da un «chi te lo fa fare» per girare lo sguardo altrove e dimenticarsene (magari per correre il giorno dopo dai carabinieri)?
Tra l’indifferenza e l’eroismo ci sono innumerevoli sfumature. Sarebbe non eroico ma certo audace tentare, nottetempo in un luogo isolato, di mettere in fuga un aggressore. In altre condizioni, sarebbe normale. Non sarebbe certo un atto di eroismo chiamare subito (sottolineato) la polizia o chinarsi su un morente. Se il coraggio uno non se lo può dare, le virtù civili, ovvero le buone abitudini di cittadini responsabili, si possono coltivare e apprendere.
Paolo Di Stefano – Paura, indifferenza. Lo sguardo altrove
Corriere della Sera, 31/5/2016 – p. 5