Sposati e sii sottomessa

By 22 Agosto 2014Spazio libri

Decine di migliaia di copie vendute in Italia e all’estero, dibattiti e plausi, solidarietà e polemiche: in tre anni Sposati e sii sottomessa. Pratica estrema per donne senza paura, primo saggio di Costanza Miriano, ha lasciato il segno, dando il via a una saga editoriale di successo, una trilogia conclusa (per ora, almeno) poco tempo fa con Obbedire è meglio. Le regole della Compagnia dell’Agnello. Un successo quasi inaspettato per un volume dal sapore tradizionale, dove la divertente e divertita prosa dell’autrice espone una posizione quanto mai tradizionalista (e biblica): uomini e donne sono pari ma non sono uguali, hanno inclinazioni e vocazioni diverse e, di conseguenza, ruoli diversi. I detrattori, ingenerosamente, hanno voluto leggere nelle parole della Miriano un ritorno ad epoche in cui la donna non aveva alternative a una vita dedicata alla famiglia; in realtà il libro, una serie di lettere aperte ad amiche e amici di lunga data (con una simpatica postilla, una sorta di “com’è andata a finire” scritto a tre anni di distanza), fa il percorso opposto, chiedendosi se le sacrosante conquiste degli scorsi decenni non siano state rivolte poi verso un bersaglio sbagliato.

Non c’è giudizio ma semmai rammarico nel tono dell’autrice, che rivendica il suo ruolo di donna, di moglie, di madre, e suggerisce il rispetto di quei ruoli e di quelle sensibilità, per quanto fuori moda possa suonare un discorso che identifica la donna con l’accoglienza e l’uomo con la guida, il matrimonio come un patto indissolubile e i figli come un dono da crescere con amore ma senza cedimenti alla vulgata modernista (e, aspetto non secondario, senza dimenticare che si è prima mogli, e poi madri).

La sottomissione che predica la Miriano, moderna donna all’antica, non è schiavitù ma fiducia nel ruolo dell’altro, che va riconosciuto e rispettato: è infatti nel rispetto dei ruoli che troviamo la nostra identità e cominciamo a costruire qualcosa che ci sopravviva. In questa prospettiva la donna non è “messa sotto”, ma “messa alla base” di un progetto, perché è l’unica ad avere la capacità di sostenere quel peso.

Miriano contesta la confusione dei ruoli, ma anche la titubanza tipica dei nostri tempi: oggi, riflette, «potersi chiedere chi si vuole essere… è sicuramente un privilegio, come lo è la libertà», ma «bisogna farne buon uso»: a un certo punto bisogna scegliere, prendersi delle responsabilità, «ribellarsi al giovanilismo alla retorica delle sliding doors», rinunciare alle mille vite possibili per abbracciare un amore che è decisione, e non solo sensazioni. Affidando a Dio la cura di quella parte di incertezza che, nella vita, non mancherà mai.

Non è l’autodeterminazione a rendere liberi e felici, spiega Miriano, ed è vero che intraprendere un percorso matrimoniale ci chiude un sacco di opzioni: ce ne apre una sola che, in compenso, è “un’autostrada”. Purché venga imboccata nel verso corretto: per un matrimonio felice è necessario che lei si impegni a esercitare la sua dote di accoglienza, e lui non si sottragga al suo ruolo di guida e sostegno. E che entrambi sappiano “competere al contrario”, facendo due passi indietro quando serve: solo così si resiste non solo alle tempeste, ma anche al più insidioso logorio della quotidianità. Niente di nuovo: la stessa autrice riconosce che già duemila anni fa l’apostolo Paolo esponeva questi principi. Il problema, semmai, è che oggi anche molti cristiani sembrano diventati allergici al tema.

Sposati e sii sottomessa
Autore: Costanza Miriano
Anno: 2014
Pagine: 223
Prezzo: € 12

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