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Paolo Trema la prigione! "Che cos'è questo rumore?" "Quale rumore?" "QUEL rumore! Non lo senti? È uno strano suono. È da molto tempo che non sento un suono così." "Vuoi dire quello strano brusio che proviene dall'altra parte del locale?" "Sì, esatto! È come se qualcuno stesse cantando, laggiù; ma quale persona sana di mente si metterebbe a cantare in un posto come questo?" "NESSUNO! È freddo. È buio. È umido. Non ci danno abbastanza cibo da mangiare e quel poco che ci danno, i topi cercano di portarcelo via dalle mani. È un posto tremendo, questo!"
"Sì! È proprio quello che voglio dire! Chi può trovare un motivo per cantare in un posto marcio come questo?" "Non pensi che stiamo solo "sentendo delle cose", vero? Forse siamo qui da così tanto tempo che il rumore prodotto dagli scarafaggi che si muovono sembra un canto." "No, cono CERTO di avere sentito della gente cantare!" "Allora, perché non domandi alla guardia quando verrà a verificare le serrature. Lo fanno ogni sera, sai. È anche l'unico modo, per me, di sapere che è sera. È buio per tutto il tempo in questo posto orribile." "Vorresti che io domandassi alla guardia? Neanche per sogno! L'ultima volta che ho cercato di chiedergli qualcosa mi ha preso il cuscino. Adesso devo dormire con la testa su questo durissimo pavimento." "Ah, be', allora glielo domanderò io. Non mi fa paura. In più, non ho cuscini che lui mi possa portare via e sono un cittadino romano, per cui so che se anche dovesse impazzire, almeno non mi potrà picchiare." "GUARDIA! EHI, GUARDIA!" "Eh? Che volete? Come osate importunarmi mentre sto controllando le serrature?!" "Volevamo soltanto sapere cos'è quello strano suono. Sembra quello di qualcuno che sta cantando." "Sì! È proprio un canto! Sono quei due strani nuovi individui che sono arrivati ieri mattina. Mi stanno facendo impazzire. Non lo capisco proprio. Si chiamano Paolo e Sila e si definiscono Cristiani. Sono stati picchiati e sbattuti in prigione per aver insegnato alla gente su quell'Ebreo chiamato Gesù. Per uscire da questo posto non devono fare altro che piantarla di insegnare su Gesù. Ma, NO - non lo vogliono fare. Preferiscono piuttosto starsene seduti in questa brutta, fredda e buia prigione. Non riesco a capacitarmene! Ecco perché sono venuto da questa parte. Tutto ciò che fanno là in fondo è cantare, cantare, cantare. Poi pregare, pregare, pregare. E di nuovo cantare, cantare, cantare per un altro po'. Mi stanno facendo irritare e mi danno sui nervi. NON LO SOPPORTO PIÙ! EHI! UN MOMENTO! Perché sto parlando a degli schifosi prigionieri? Ho del lavoro da fare. Voi due siete fortunati che sono di buon umore, oggi!" La guardia se ne andò rozzamente ai suoi doveri e i prigionieri furono lasciati ai loro pensieri su Paolo e Sila. Il canto proseguiva, incessantemente. Più essi cantavano, più forte lo facevano. Si era fatta ormai mezzanotte e stavano ancora cantando. Era sempre più chiaro che NESSUNO avrebbe preso sonno quella notte - con o senza cuscino! IMPROVVISAMENTE, i prigionieri furono presi dalla paura.
"Ho proprio sentito il pavimento muoversi?" "OH, NO! Credo che anche le mura stiano muovendosi!" "Sento un rumore tremendamente strano, e NON sto parlando di quei due che cantano là in fondo." "Ascolta il tintinnio e lo scricchiolio! Credo che l'intero edificio stia per cascarci addosso; saremo tutti seppelliti sotto un mucchio di macerie." "AIUTO! AIUTO! QUALCUNO CI FACCIA USCIRE DI QUI!!!" Quando il terremoto fu cessato, tutti tirarono un profondo sospiro di sollievo e si guardarono attorno. Le mura non erano cadute loro addosso e nessuno si era fatto male. La cosa più strana era che tutte le catene si erano staccate dalle mani e dai piedi dei prigionieri. Erano liberi di andarsene, ma tutti se ne stavano lì, guardandosi attorno sbalorditi.
Paolo vide quanto il guardiano fosse terrorizzato e lo chiamò. "Non aver paura. Va tutto bene. Siamo tutti qui. Nessuno ha cercato di scappare." La guardia li guardò con incredulità. Avevano avuto la possibilità di uscire da quella grigia, sporca prigione, ma non se n'erano andati? Tutto ciò faceva accrescere la sua perplessità. Chiamò qualcuno che gli portasse una lampada per potersi accertare. Contò i prigionieri. Senza dubbio, erano tutti lì. Tremava ancora quando si precipitò da Paolo e Sila. "Signori, cosa devo fare per essere salvato?" chiese. Risposero, "Credi nel Signore Gesù Cristo e sarai salvato." La guardia era così felice! Portò Paolo e Sila a casa sua. Pulì delicatamente le ferite che erano state provocate dalle battiture. Poi diede loro del buon cibo e un posto comodo per riposare. Il mattino seguente la guardia portò loro una buona notizia. Disse a Paolo e Sila che aveva avuto il permesso di lasciarli liberi.
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UN VERSETTO DA IMPARARE
PREGHIAMO SAI TROVARE QUESTA STORIA NELLA BIBBIA? COLLEGAMENTI A DISEGNI DA COLORARE Traduzione di Enrico Alberti
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