Undici settembre, la rivolta dello United 93

By 15 Settembre 2020Focus

Sono passati diciannove anni dall’Undici settembre, e ormai sappiamo quasi tutto della drammatica giornata che si abbattè sugli Stati Uniti mietendo tremila morti. A rimanere impressi nella memoria collettiva sono soprattutto gli aerei che si schiantano sulle Torri gemelle nel cuore di New York, ma l’Undici settembre un aereo ha colpito anche il Pentagono provocando numerose vittime e danni ingenti, e un ulteriore volo di linea, il tristemente celebre United 93, è precipitato in mezzo ai campi della Pennsylvania.

Sui drammatici dettagli di quest’ultimo episodio si concentra l’ultimo podcast di Francesco Costa, vicedirettore del Post. Costa spiega che se quel velivolo non è riuscito a raggiungere Washington per colpire il Campidoglio o la Casa Bianca è stato grazie al coraggio dei passeggeri che, una volta comprese le intenzioni dei dirottatori, li hanno costretti a interrompere anzitempo la loro missione. L’uomo che capitanò la rivolta, ricorda Costa, si chiamava Todd Beamer, aveva 32 anni ed era un cristiano zelante; prima di lanciare l’assalto alla cabina di pilotaggio per sventare il piano dei terroristi, Beamer ha provato a chiamare la compagnia aerea, e dopo aver informato l’operatrice della situazione – consapevole del gesto estremo che lui e gli altri passeggeri stavano per compiere – le aveva chiesto di pregare con lui il Padre Nostro e di recitare il Salmo 23.

Come sia andata a finire l’azione è storia; meno noto – almeno in Italia – è che il grido di battaglia di Beamer, “okay, let’s roll!”, rimasto fissato nelle registrazioni di quegli ultimi drammatici momenti, ha commosso e motivato gli americani, aiutandoli a reagire e ripartire dopo il trauma nazionale subito nel corso di quella drammatica giornata.

foto: MacMax – Opera propria, CC BY-SA 3.0

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