Gender, dal disorientamento al dialogo

By 18 Giugno 2019Focus

La Congregazione per l’educazione cattolica ha pubblicato un documento sul gender: si intitola «Maschio e femmina li creò. Per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazione» e in una trentina di pagine offre un orientamento per docenti e tutor cattolici sul confronto con proposte educative che «trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un’antropologia contraria alla fede e alla retta ragione»; l’obiettivo del documento è fare fronte al “disorientamento antropologico”, che «nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna» e «prospetta una società senza differenze di sesso» svuotando le basi della famiglia e promuovendo «un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina».

Il testo riparte dalla “visione antropologica cristiana” che, nella prospettiva cattolica, anche sul versante «affettivo-sessuale deve considerare la totalità della persona ed esigere quindi l’integrazione degli elementi biologici, psico-affettivi, sociali e spirituali». Il testo distingue tra ideologia gender (una posizione che punta al pensiero unico) e le ricerche sociologiche sulle espressioni culturali della differenza tra uomo e donna, e rileva che «in relazione con queste ricerche… è possibile aprirsi all’ascolto, al ragionamento e alla proposta».

Dopo una disamina sugli elementi destabilizzanti dell’ideologia gender, il documento affronta anche i possibili punti d’incontro “per crescere nella comprensione reciproca”, come il rispetto delle differenze e la valorizzazione del contributo femminile nel cogliere «il senso e il rispetto del concreto», e indica altresì le criticità delle teorie gender (in primis un relativismo “ove tutto è equivalente e indifferenziato, senza ordine e senza finalità” e lo slittamento dalla “non discriminazione” alla negazione della “reciprocità naturale di uomo e donna”).

Al di là delle riflessioni sull’argomento, la posizione più innovativa espressa dal documento riguarda probabilmente la consapevolezza che «la via del dialogo – che ascolta, ragiona e propone – appare come il percorso più efficace per una trasformazione positiva delle inquietudini e delle incomprensioni in una risorsa per lo sviluppo di un ambiente relazionale più aperto e umano. Al contrario, l’approccio ideologizzato alle delicate questioni del genere, pur dichiarando il rispetto delle diversità, rischia di considerare le differenze stesse in modo statico, lasciandole isolate e impermeabili l’una dall’altra».

Quella della Congregazione è una sfida e insieme un appello, accompagnati dall’invito agli educatori cattolici a «trasformare positivamente le sfide attuali in opportunità, percorrendo i sentieri dell’ascolto, della ragione e della proposta cristiana, nonché testimoniando con le modalità della propria presenza la coerenza tra le parole e la vita».

Il documento non è stato accolto con entusiasmo dai cattolici LGBT (Associated Press ha ospitato le loro obiezioni), né sul versante tradizionalista («con l’ideologia gender – si chiede Stefano Fontana – bisogna solo dialogare o va anche contrastata o, per meglio dire, combattuta?»).

foto: lanuovabq.it

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