In Svezia coloro che chiedono asilo per motivi religiosi – prevalentemente cristiani in fuga dalla persecuzione – devono sottoporsi alle domande di una commissione che tenta di valutare la veridicità della loro richiesta; pare però che la pratica, ideata per evitare abusi o scorciatoie da parte dei migranti, abbia qualche controindicazione, come ha rivelato un pastore evangelico di Uppsala.
L’uomo, insieme a un gruppo di amici, ha deciso di raccogliere le domande in un questionario che è stato poi diffuso online; il test, diventato presto virale, ha prodotto risultati disastrosi: più di centomila persone si sono cimentate nella prova, ma appena trecento hanno risposto correttamente ad almeno 6 quesiti su dieci.
Del resto si tratta di domande quantomeno particolari: si parte dal classico “in quante parti è suddiviso il Nuovo Testamento?” a un più tecnico “quali sono le differenze tra la chiesa protestante e quella ortodossa?”, fino a un insidioso “qual è il tuo parere sulle posizioni maschiliste del Nuovo Testamento?”. Domande improbabili, ma soprattutto, denuncia il pastore, piene di «pregiudizi e ignoranza sul vero significato della fede cristiana».
foto: christianheadlines.com