L’istigazione all’odio in questo periodo richiama l’attenzione dell’UE. In linea di massima siamo tutti d’accordo sulla necessità di opporsi a chi fomenta gli istinti più bassi, ma i confini del tanto deprecato hate speech non sono così chiari e definiti.
Ultimamente ha sollevato il problema Roxana Stanciu, direttore dell’European Dignity Watch: sotto la definizione di hate speech, avverte, «si potrebbe includere qualsiasi critica all’aborto, all’islam, alla legislazione matrimoniale o alle migrazioni di massa. In questo caso verrebbe considerata una violazione dei diritti fondamentali» ogni critica, anche legittima, su argomenti sensibili.
foto: evangelicalfocus.com