Le notizie della settimana – 8 luglio

By 8 Luglio 2017Focus

La triste vicenda di Charlie Gard sta diventando la storia dell’estate. Nei giorni scorsi si è registrata l’offerta dell’Ospedale romano Bambin Gesù di accogliere il piccolo, in modo da evitare la sospensione dei trattamenti – decisa dai medici inglesi e confermata dalla Corte europea per i diritti dell’uomo – in attesa di sviluppi.

Continua intanto il dibattito tra chi sostiene che sospendere le cure sia eutanasia, e chi invece ritiene che proseguirle sia accanimento terapeutico; un confronto che intreccia il sentimento di umanità provocato da una vicenda drammatica – un bambino di undici mesi destinato a spegnersi a causa di una rara patologia ancora senza cure – e interroga in maniera sempre più marcata sulla prospettiva etica da tenere di fronte alle nuove frontiere della medicina.
Nel caso specifico, rileva Alessandra Rigoli, medico cattolico, la sospensione del trattamento è doverosa: «non si tratta di eutanasia, cioè di fare qualcosa che di per sé causa la morte come fine ricercato. Si tratta invece di interrompere alcuni atti medici, artificiali, che tengono in vita ma senza alcun risultato in termini di autonomizzazione presente o futura», e che a lungo andare rischiano di provocare “danni alla trachea, infezioni e sofferenza”.
Sull’altro versante però, ricorda la psicoterapeuta Alessandra Graziottin, «c’è il lato umano, che ha scosso, e giustamente, gli animi di milioni di persone. Perché sono coinvolti i sentimenti più profondi. Il primo, più potente, universale e comprensibile, è il diritto di un genitore di sperare contro ogni speranza. Di credere in un miracolo, in una chance inattesa, in una terapia inaspettatamente efficace. Di crederci perché la vita non è fatta solo di biologia e scienza, ma anche di sogni, di speranze, di desideri: ogni genitore che ha avuto un figlio malato, specialmente se in modo grave, conosce a fondo le angosce, la disperazione, il tormento, la ricerca disperata di un’altra chance, di un’altra possibilità, di un’altra opportunità».
Anche quando, come in questo caso, dal punto di vista medico non c’è alcuna speranza per Charlie.

In Italia si è registrato un polverone inutile a margine di un convegno, dove un gruppo di volontarie ha deciso di proteggere dalla pioggia i relatori impegnati nei loro interventi. Relatori maschi, hostess femmine: i media non hanno trovato di meglio che gridare al complotto maschilista, spiegando che i relatori “avrebbero potuto tenere l’ombrello da soli” (il Corriere) o parlando addirittura di “umiliazione ancillare” (la Stampa). Placati gli animi, una delle ragazze incriminate (vedi che cosa succede, a essere gentili) ha avuto l’opportunità di ricostruire i fatti, ridimensionando l’accaduto: la pioggia improvvisa, gli ombrelli richiesti al pubblico, le volontarie presenti al momento sul posto che decidono di agire. Hanno tentato di rendersi utili – ha confermato la ragazza – senza sentirsi sminuite per questo. A umiliare, viene da credere, è piuttosto il retropensiero automatico di certa stampa, capace di avvelenare con il sospetto anche i gesti più semplici.

Pagina esteri. Cominciamo con le notizie di cui si è sentito parlare poco: nove morti e quaranta ostaggi sono il bilancio di un attacco di Boko Haram a un villaggio nel sudest del Niger; in Nepal si contano decine di morti e dispersi a causa delle frane e delle inondazioni causate dai monsoni; in due anni e mezzo la guerra civile nella Repubblica Centrafricana è costata la vita ad almeno 566 civili e la distruzione di 4200 case; nel Sud Sudan, nella regione di Equatoria, si sta raggiungendo il milione di sfollati.

Le sentenze creative non sono un’esclusiva italica: in Canada, su richiesta del genitore, per la prima volta la tessera sanitaria di un bambino non contempla il sesso. Come spesso accade, le vicende dei figli riflettono i problemi dei genitori, e in questo caso la madre (ci si consenta questa deprecabile espressione convenzionale, dato che parliamo di chi ha partorito il bambino) ha lamentato che il sesso attribuitole alla nascita ha condizionato – negativamente – la sua identificazione di genere nel corso della vita. La cosa interessante è che, mentre la madre (absit iniuria, vedi sopra) parla di “genere”, il documento parla di “sesso”: due questioni ben diverse, la cui differenza non dovrebbe sfuggire a un ufficio pubblico. È lecito per la donna farne una battaglia politica o culturale, ma sorprende che le autorità canadesi abbozzino, dando l’impressione di avere le idee poco chiare.

Poco più a sud, negli Usa, il presidente Trump si porta avanti e in occasione della festività del Quattro luglio annuncia che «torneremo a dire Buon Natale», alludendo a un allontanamento dalla vulgata laicista che negli ultimi anni aveva portato a mettere in secondo piano tutto ciò che aveva un sentore di cristiano.

Si riparla di evangelici anche in Sudamerica: un servizio di Christian Franz Tragni dal Brasile evidenzia i limiti del movimento ma ne riferisce anche gli aspetti positivi sul fronte sociale. «Le Chiese pentecostali – scrive infatti Tragni – non accettano l’uso di alcool e droghe e, per questo, nelle famiglie evangeliche si verificano meno atti di violenza rispetto alla casistica brasiliana. Le Chiese vanno inoltre a colmare il vuoto dello Stato con attività di volontariato negli ospedali, nelle carceri e nel recupero delle tossicodipendenze».

E tra l’altro, quasi a confermare l’approccio puritano del movimento, il sindaco di Rio de Janeiro, l’evangelico Marcelo Crivella – già pastore della Igreja Universal del Reino de Deus – ha annunciato il taglio dei fondi alle scuole di samba e, di riflesso, al Carnevale 2018 (che, si sa, in Brasile è una cosa piuttosto seria). «Siamo in un periodo di ristrettezze – ha spiegato Crivella replicando alle critiche -, m’interessa di più occuparmi dei bisogni dei nostri bambini tutto l’anno che di una festa che dura una settimana».

«Sette colombiani si dichiarano cattolici e uno evangelico»: lo rivela un sondaggio riportato dalla Stampa. Dall’indagine emerge inoltre che «8 colombiani su 10 considerano la religione come qualcosa di importante nella loro vita», e che in base alla confessione religiosa cambia anche l’approccio con la politica: «mentre i primi – i cattolici – condividono una visione che mette al centro la figura di Cristo interpretata e riproposta dalla tradizione della Chiesa, i secondi manifestano una interpretazione più letterale delle Sacre Scritture e più rigida in materie soprattutto di ordine morale. Di qui il diverso comportamento politico che premia o meno – nel caso degli evangelici – quei candidati che pongono la famiglia indivisa e moralmente protetta in una posizione importante nei loro programmi elettorali».

Torniamo in Europa. Per i rifugiati, a quanto pare, tutto il mondo è paese: un lungo servizio di Nils Resare – grazie a Joshua per la dritta – rivela che anche la civilissima Svezia fatica a riconoscere l’asilo politico ai cristiani mediorientali, che – come noto – se rispediti in patria rischiano la vita. Una situazione di inconsapevolezza e superficialità ben rappresentata dal funzionario che, respingendo la richiesta di un profugo afghano, lo ha congedato con un desolante «basta che nascondi la croce».

E sul perché chi non accoglie non può definirsi cristiano, Frontiere News pubblica un interessante spunto biblico a cura di Valerio Evangelista.

Intanto la missione Aiuto alla Chiesa che soffre ha spedito a Lampedusa 500 copie della Bibbia del fanciullo in inglese, arabo e francese con l’obiettivo di offrire ai più piccoli «il conforto della Parola di Dio anche nella desolazione dei campi di accoglienza».

Di nuovo in evidenza anche l’Ucraina e la sua guerra dimenticata.

Da Homs, in Siria, la Stampa racconta l’esperienza della Casa evangelica per la cura degli anziani: gestita da un pastore presbiteriano e da un gruppo di suore cattoliche, la struttura non ha interrotto il suo impegno nemmeno mentre infuriava la battaglia.

In Papua Nuova Guinea è cominciato il conteggio dei voti a margine delle elezioni per il rinnovo del parlamento, e i risultati sono quantomai incerti: il Post spiega che il principale avversario di Peter O’ Neill, l’attuale primo ministro, «sembra essere Don Polye, leader di un partito che dice di rappresentare i “valori cristiani” – il cristianesimo è praticamente l’unica religione del paese – ma non è chiaro quanto sia solido il suo consenso. I risultati delle elezioni saranno resi noti probabilmente alla fine di luglio».

Per chiudere la pagina esteri, una buona notizia: ricordate la vicenda di quella coppia australiana che aveva concordato con una donna thailandese una maternità surrogata, salvo poi rifiutare il bambino una volta scoperto che era affetto da sindrome di down e in condizioni di salute piuttosto serie?
La sottoscrizione lanciata per garantire al piccolo Gammy le cure necessarie ha raccolto più di 155 mila euro, e permetterà alla madre di tenerlo con sé.

Cronaca locale. «Lutero e il Tirolo. Religione tra Riforma, emarginazione e accettazione» è il titolo di una mostra inaugurata a Castel Tirolo, in provincia di Bolzano; l’esposizione si arricchirà a settembre con tre giorni di studi sulla diffusione del protestantesimo nella regione.

In Piemonte invece è nata una missione evangelica nella località di Favria.

Rubrica appuntamenti. Tutto esaurito – con ben quattromila biglietti venduti – al PalaRuffini di Torino per l’incontro con Nick Vujicic, in programma mercoledì 12 luglio. L’iniziativa fa parte delle manifestazioni organizzate dalla Casa della Bibbia per festeggiare i cento anni della Società biblica di Ginevra. Chi non ha trovato posto ma non si vuol perdere l’appuntamento può seguire la serata in streaming partecipando a una delle proiezioni organizzate in diverse città italiane.

Parentesi di costume. A Hollywood è più semplice sentir parlare di divorzi che di matrimoni, ma ci sono anche unioni inossidabili: è il caso di Tom Hanks e Rita Wilson – grazie a Marco per la segnalazione – che festeggiano 29 anni insieme. Su Instagram, Rita pubblica una foto commentando «29 anni di matrimonio! Grazie, Dio, per avermi dato questo uomo».

Angolo cultura. Il Corriere ieri ha dedicato ampio spazio a un articolo di Dino Messina sulla persecuzione del movimento pentecostale da parte del regime fascista. Prendendo le mosse da un recente studio, Messina ha ripercorso i passaggi che hanno portato dalle prime testimonianze pentecostali in Italia alla nota circolare Buffarini Guidi, frutto di un intreccio di interessi politici e religiosi tra regime e Santa Sede.

È stato inaugurato a Gerusalemme il primo nucleo di un museo multimediale dedicato alla presenza cristiana in città.

Un geologo creazionista ha fatto causa al parco del Grand Canyon che non voleva permettergli di verificare sul campo le sue teorie.

Pagina spettacoli. Se siete molto giovani conoscerete Kesha: dopo cinque anni di silenzio – e una controversa vicenda di violenza che pare l’abbia vista vittima di un produttore – la popstar è tornata con un singolo, “Praying”, che suona come un messaggio al diretto interessato: «Spero tu stia pregando, che la tua anima cambi, che tu trovi la tua pace sulle tue ginocchia, in preghiera… io prego per te».

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