Le notizie della settimana – 6 maggio

By 8 Maggio 2017Focus

La procura di Milano chiede l’archiviazione per Marco Cappato, il politico radicale che aveva accompagnato dj Fabo nel suo ultimo viaggio in Svizzera: secondo i pubblici ministeri i sostegni all’eutanasia «non costituiscono una violazione del diritto alla vita, quando connesse a situazioni oggettivamente valutabili di malattia terminale, o gravide di sofferenza e ritenute intollerabili o indegne dal malato stesso».
Un abile esercizio di equilibrio tra sentenze della Corte costituzionale e della Corte europea dei diritti dell’uomo per tentare di affiancare il diritto alla vita al diritto alla dignità della vita. Si tratta di un concetto nobile ma, come spesso si è ricordato, giuridicamente scivoloso ed eticamente incerto, almeno fino a quando qualcuno non sarà in grado di definire con chiarezza quale vita sia degna e quale no, se la scelta debba dipendere da un parametro assoluto o da una valutazione soggettiva, se nella decisione conti solo la scelta insindacabile e irrevocabile del singolo o debba venire prevista una conferma terza (di un parente, un medico, un giudice) per evitare abusi o azioni dettate da un momento di disperazione.

Dall’Italia. Polemiche, domenica, a margine di una partita di calcio: gli insistiti insulti razzisti da una parte della tifoseria cagliaritana hanno convinto il ghanese Muntari ad abbandonare il campo, costringendo l’arbitro a espellerlo (e il giudice sportivo a squalificarlo). Il caso, finito addirittura all’attenzione dell’Onu (l’Alto Commissario per i diritti umani, segnala la Gazzetta dello Sport, «ha invitato la Fifa a prestare maggiore attenzione al persistente problema del razzismo» sui campi di gioco), ha ispirato una interessante risposta del viceallenatore del Cagliari, nonché Atleta di Cristo, Nicola Legrottaglie: «Abbiamo imparato a volare come gli uccelli e a nuotare come i pesci, ma non a stare insieme come fratelli», sospira Legrottaglie citando Martin Luther King. E ricorda che il razzismo «non è l’unico atto di intolleranza e di violenza, anche “solo” verbale, da arginare. I “buuu” offendono l’uomo per il colore della pelle, come le bestemmie lo offendono per il proprio credo o gli insulti per le condizioni personali. In tutti questi casi si è intolleranti con la stessa gravità». Allo stesso modo, se il comportamento sugli spalti deve essere di esempio per i più piccoli, dovrebbe esserlo anche la condotta in campo: e «la brutta entrata su un avversario, la simulazione di un fallo, liti e cazzotti – sottolinea l’ex bianconero – non lo sono».

Polemiche anche per le nuove norme sulla legittima difesa, nate in risposta agli ultimi fatti di cronaca. Non è difficile prevedere che le disposizioni approvate dalla Camera, qualora confermate dal Senato, creeranno qualche problema nell’applicazione pratica, lasciando ampio margine di discrezionalità ai giudici, ma la questione di fondo non è questa. Come rileva Pierluigi Battista, se «una legge giusta e proporzionata è la migliore risposta sia all’immobilismo di chi non sente l’urgenza del problema, sia di chi vuole dare soluzioni urlate, propagandistiche a un problema reale», la vera risposta «al senso di insicurezza che serpeggia in Italia deve muoversi in più direzioni. La prima è che le forze della sicurezza e dell’ordine non debbano conoscere tagli e mortificazioni. La percezione dell’insicurezza diminuisce quando vedi lo Stato presente». La seconda è invece la «certezza della pena, che impedisce a chi delinque di tornare a delinquere e di seminare paura e anzi terrore in chi si sente, indifeso, alla mercé dei violenti, con uno Stato impotente».
Senza tornare a questi capisaldi, la sicurezza rimarrà un’utopia e la difesa attiva con armi da fuoco rischierà di creare più problemi di quanti ne potrà risolvere.

Esteri. “Allearsi per il bene comune” è stato il patto proposto da papa Francesco nel corso della sua visita in Egitto. Bergoglio suggerisce di consolidare le relazioni tra confessioni religiose come argine alla violenza degli estremismi, per dimostrare che “la religione non è un problema ma è parte della soluzione”. Sta proprio alle religioni, secondo il papa, “smascherare la violenza che si traveste da presunta sacralità”.

Continua l’accanimento Unesco nei confronti di Israele: una risoluzione presentata da Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Qatar e Sudan considera Israele “potenza occupante” a Gerusalemme, dichiarando nulla ogni decisione che riguardi la città.
Noemi Di Segni, presidente della Unione delle comunità ebraiche italiane, ha definito la risoluzione dell’Unesco «aberrante e lontana da ogni connessione con il suo mandato istituzionale». La votazione si è chiusa con 20 voti a favore, 10 contrari (tra cui quello dell’Italia) e 23 astensioni.

A proposito, in Israele è in corso la disfida dell’issòpo, pianta che le autorità vorrebbero tutelare e i palestinesi raccogliere.

Notizie di cui si è parlato poco: migliaia di rifugiati si stanno spostando dal Congo all’Angola per fuggire dagli scontri tra ribelli e forze governative. Problemi simili in Sud Sudan, dove «almeno 25.000 persone – registra l’Osservatore romano – sono state costrette a fuggire dalle loro case negli ultimi giorni in seguito ai violenti combattimenti che continuano nella città di Kodok, dopo l’inizio dell’offensiva governativa contro i ribelli dell’opposizione». L’esplosione di un’autobomba a Baghdad ha provocato almeno sei morti e dieci feriti. In Siria l’Isis ha attaccato un campo profughi provocando 32 vittime.

Predicatori coraggiosi: Porte Aperte racconta la testimonianza del pastore Rashad, che in Giordania visita le comunità più remote per raggiungere i musulmani con il messaggio del vangelo.

In India si fa strada il nazionalismo indù: lo spiega Bloomberg in sei punti. E va sfatato un mito: anche i buddisti usano le armi.

Cronaca locale. Il movimento Nuova Pentecoste ha un nuovo presidente: dopo la dipartita a gennaio del fondatore Remo Cristallo, lunedì scorso l’organizzazione ha eletto come suo successore Michele Passaretti.

Appuntamenti. Nel Cinquecentenario della Riforma la Biblioteca Nazionale di Firenze, insieme alla Fondazione Centro culturale valdese, propone la mostra “Una Riforma religiosa per gli italiani. Le edizioni del XVI secolo del Fondo Piero Guicciardini”; l’esposizione, inaugurata mercoledì 3 maggio, sarà visitabile fino al 30 giugno. Nell’ambito della mostra, venerdì 26 maggio avrà luogo una giornata di studio dedicata a “La biblioteca di Piero Guicciardini e la Riforma in Italia nel Cinquecento e nell’Ottocento”: un’occasione per ricordare insieme la Riforma luterana e un personaggio, il conte Piero Guicciardini (1808-1886), che fu pioniere dell’evangelismo italiano di fine Ottocento e cofondatore delle Chiese dei fratelli.

A Milano, invece, domenica si è celebrato lo Yom Haatzmaut, l’anniversario della fondazione dell’Israele moderno. Il 69.mo anniversario verrà festeggiato sotto i portici della Scuola Umanitaria di via San Barnaba con stand di prodotti tipici, musica, dimostrazioni, degustazioni e conferenze. Sarà presente, come di consueto, un banco libri di Evangelici d’Italia per Israele; tra i momenti culturali, da segnalare alle 15.15 la conferenza “Gerusalemme vista da cristiani, ebrei e musulmani”, che vedrà tra gli altri la partecipazione dell’esponente evangelico Davide Marazzita, docente presso la branca italiana della Shepherd International University. Tutti i dettagli li trovate qui, il programma completo è qui.

Cultura. Partiamo dall’estero: secondo un recente studio, meno della metà degli americani che frequentano una chiesa legge quotidianamente la Bibbia. Le ragioni? Perché non rientra tra le loro priorità (lo sostiene il 27%), perché non hanno tempo (15%), ma anche perché l’hanno già “letta abbastanza” (13%) o perché non condividono quel che dice (10%). Qualcuno addirittura sostiene che il contenuto non lo riguardi (il 9% degli intervistati). Altri, più fantasiosi, si dicono “intimiditi dalla mole del libro” (7%), e qualche sfortunato “non ne possiede una copia” (6%). Il 5%, infine, preferisce “altri libri spirituali”.

Pietro Citati sulla Lettura racconta l’esperienza del norvegese Erling Kagge, che «ha navigato gli oceani in barca a vela, raggiunto i due poli, scalato l’Everest ed è sempre stato come se volesse cercare l’assoluta mancanza di suoni». E collega il silenzio con la presenza di Dio: «Dio è il silenzio. Nel Primo libro dei Re – riflette Citati – si racconta che Dio si manifestò a Elia dapprima come vento impetuoso, poi come terremoto, poi come fuoco: Dio non era in nessuno di questi elementi ma soltanto in una brezza leggera, in un “silenzio sottile”, come dice mirabilmente la Bibbia».

Sempre sulla Lettura, Ida Bozzi dialoga con l’intellettuale portoghese José Tolentino Mendonça per parlare dell’amicizia nella Bibbia: «Mosè parlava con Dio come un uomo parla con un suo amico», ricorda Mendonça, che paragona la “relazione fusionale” con Dio (padre/figlio) a quella fondata sull’amicizia, punto di incontro tra diversità che si rispettano. «La Bibbia è una guida in questo – continua Mendonça -, contiene moltissime storie in cui l’amicizia ha il volto di Dio: Ruth e Noemi, Gionata e Davide, gli amici di Giobbe, l’amicizia di Gesù con Marta, Maria e Lazzaro, e poi Paolo e la sua rete apostolica che è basata sull’amicizia. Insomma accanto alla storia culturale esiste tutta una storia dell’amicizia che risale ai testi evangelici».

Regula Bochsler su SwissInfo racconta l’origine della Bibbia zurighese, frutto di un lavoro di squadra nato sulla scia del Nuovo Testamento tradotto da Martin Lutero: in sei anni, dal 1525 al 1531, un gruppo di studiosi coordinato da Zwingli licenziò la traduzione di Antico e Nuovo Testamento in un tedesco adatto al lettore svizzero. Il volume, stampato dal bavarese Christoph Froschauer, poteva venire acquistato a un prezzo che all’epoca veniva considerato – fatti i dovuti paragoni – abbordabile per il credente.

«All’inizio non ci avevamo creduto, perché si sa che alla gente di chiesa piace spettegolare»: ha ragione Chiara Gamberale, l’incipit di Le madri fa riflettere. O almeno dovrebbe.

Spettacoli. Il celebre personaggio cinematografico di Rambo è (liberamente) ispirato a una storia vera, la storia di un italiano, Raffaele Minichiello: lo rivela il Giornale. Una vita difficile segnata da emigrazione, emarginazione, disagio porta Minichiello dal Vietnam al carcere, fino a un’inaspettata conversione: deciso a compiere una strage di medici dopo la morte della moglie per un possibile caso di malasanità, Minichiello «si ritrova Paolo sulla via di Damasco». Un collega «gli regala il Nuovo Testamento dei Gedeoni “e così il Signore si prese la mia vita. Lessi: Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno. Se Gesù aveva perdonato i suoi carnefici, io dovevo perdonare i miei”».

Steve Harvey vince due premi Emmy e ringrazia Dio: «è stato davvero buono con me – spiega in un post su Instagram -, non ce l’avrei fatta senza di lui».

Tornando In Italia, in attesa della 60.ma edizione dello Zecchino d’oro è uscita nei giorni scorsi una tripla raccolta dedicata ai brani più amati della rassegna. Sessanta canzoni per celebrare sessant’anni di storia, scelti tra gli oltre settecento presentati sul palco dell’Antoniano.

Sport. è partita venerdì la centesima edizione del Giro d’Italia, che per due settimane appassionerà gli italiani tra discese ardite e risalite, trionfi e drammi umani, fatica e tifo nella cornice dei panorami mozzafiato di cui la provincia italiana è ricca. Dietro lo spettacolo c’è lo sport, ed è uno sport nobile: come ebbe modo di dire il ciclista Ivan Basso, «la bicicletta insegna cos’è la fatica, cosa significa salire e scendere, non solo dalle montagne. Insegna a vivere».

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