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Marco 7.3 e simili (letto 869 volte) |
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Membro familiare
...e li hai amati come hai amato me.
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Vorrei da voi un parere: in questo versetto si dice che i discepoli non si erano lavati le mani prima di mangiare, e se ben ricordo Gesù stesso fà lo stesso in occasione di un pranzo con un fariseo, il quale ovviamente si scandalizzò....ora mi chiedo....Gesù disse di essere venuto per PORTARE A COMPIMENTO E NON PER ABOLIRE.....ma in questo caso si trattava di regola igienica, non vedo cosa ci fosse da portare a compimento, così mi chiedo.....se agli occhi dei farisei egli PECCO', come potè poi chiedere loro chi avrebbe potuto accusarlo di peccato? Ovvero......in un certo qual modo, mi si perdoni l'ardire ma penso di poter essere capito, egli FORMALMENTE sembra aver "peccato". Un conto era l'interpretazione spirituale dello Shabbat, ad esempio, ove Lui mostrava che esso per l'uomo e non viceversa, ma in questo caso mi sfugge il perchè dell'infrangere un precetto che, oggettivamente, era esistente.....così fatico a capire come Gesù intendesse la Torah.....da adempiere, appunto, non da trasgredire..... Neanche uno iota sarebbe passato impunito, Lui stesso dice.... Mi aiutate?
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Il_Cigno
Membro familiare
Io sono la via, la verità e la vita.
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La prima cosa che mi viene in mente per poter comprendere questo quesito è il discorso di Gesù quando afferma che non è quello che entra nell'uomo a contaminarlo bensì quello che ne esce ovvero che non sono le sporcizie, i cibi, le mani non lavate dalle quali dobbiamo purificarci perchè non sono queste cose che ci avvelenano bensì ciò che vien da di dentro, contese, ire, malvagità ecc ecc, queste cose avvelenano l'uomo e si espandono come virus da una persona all'altra. E se per mezzo della legge la purificazione era rappresentata da gesti ripetuti ogni volta come in questo caso il lavarsi le mani, nel compimento IN Gesù, la purificazione dell'uomo dal peccato è stata fatta da Cristo stesso. Gesù col compimento della legge ha voluto mostrare la REALTA' delle cose Del resto, anche nell'epistola agli ebrei possiamo leggere che i precetti dell'antico patto, erano rappresentazioni di realtà celesti, "simboli" in attesa di una loro "riforma", avvenuta poi di fatto in Cristo che ha appunto compiuto la legge portandola a compimento. Spero di esserti stato utile
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« Ultima modifica: 10.10.2011 alle ore 16:31:41 by Il_Cigno » |
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Egli renderà ancora il sorriso alla tua bocca, sulle tue labbra metterà canti d'esultanza. (Giobbe 8:21)
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Membro familiare
...e li hai amati come hai amato me.
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Grazie, certo utile mi sei stato, nel senso che hai rinnovato la memoria col passo di Ebrei....quello che mi "scocerta" un pochetto è che Gesù abbia scelto una via molto simile alla trasgressione per insegnare le realtà spirituali. So che trasgressione poi non è in quanto lui violava, appunto, ciò che era ombra della realtà, è solo che è un gesto molto forte, per un fariseo era un peccato a tutti gli effetti......
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Il_Cigno
Membro familiare
Io sono la via, la verità e la vita.
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Si è vero agli occhi di un fariseo sarà stato un gesto forte, ma a questo punto mi viene in mente ciò che Dio disse ad Israele tramite un profeta nell'antico testamento: "Io non gradisco sacricio nè offerta" e altrove arriva addirittura ad affermare che "iedi loro dei precetti non buoni, leggi per le quali non potevano vivivere" e persino che Egli aveva in abominio le loro offerte e i loro sacrifici. Ora riflettiamo, precetti e leggi che DIO STESSO aveva dato, come poteva avere in abominio, come poteva dire che non erano buone, come poteva dire che non erano gradite se è stato Lui stesso a comandarle? Evidentemente era già allora tutto strutturato in vista dell'avvento futuro del Messia Cristo. Ma anche quelle parole di Dio sono state forti, forti quanto quelle di Gesù coi farisei. Dio ha dato la legge ed è Signore di quella legge così come Gesù è Signore ad esempio del sabato. Allora anche la questione del sabato dovrebbe farci sorgere interrogativi: se Gesù non ha abolito la legge dovremmo ancora rispettare il sabato, ma in realtà Gesù nel COMPIERE la legge ci ha donato un riposo del quale il sabato era solo l'ombra. Ed oggi se udiamo la sua voce, per proseguire con l'epistola agli ebrei, non induriamo i nostri cuori, affinchè possiamo entrare nel suo sabato, nel suo riposo
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« Ultima modifica: 10.10.2011 alle ore 17:41:00 by Il_Cigno » |
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Egli renderà ancora il sorriso alla tua bocca, sulle tue labbra metterà canti d'esultanza. (Giobbe 8:21)
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Domenico
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Certo, beni e bontà m'accompagneran no (Sal. 23:6)
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Quote: Vorrei da voi un parere: in questo versetto si dice che i discepoli non si erano lavati le mani prima di mangiare, e se ben ricordo Gesù stesso fà lo stesso in occasione di un pranzo con un fariseo, il quale ovviamente si scandalizzò....ora mi chiedo....Gesù disse di essere venuto per PORTARE A COMPIMENTO E NON PER ABOLIRE.....ma in questo caso si trattava di regola igienica, non vedo cosa ci fosse da portare a compimento, così mi chiedo.....se agli occhi dei farisei egli PECCO', come potè poi chiedere loro chi avrebbe potuto accusarlo di peccato? Ovvero......in un certo qual modo, mi si perdoni l'ardire ma penso di poter essere capito, egli FORMALMENTE sembra aver "peccato". Un conto era l'interpretazione spirituale dello Shabbat, ad esempio, ove Lui mostrava che esso per l'uomo e non viceversa, ma in questo caso mi sfugge il perchè dell'infrangere un precetto che, oggettivamente, era esistente.....così fatico a capire come Gesù intendesse la Torah.....da adempiere, appunto, non da trasgredire..... Neanche uno iota sarebbe passato impunito, Lui stesso dice.... Mi aiutate? Grazie, certo utile mi sei stato, nel senso che hai rinnovato la memoria col passo di Ebrei....quello che mi "scocerta" un pochetto è che Gesù abbia scelto una via molto simile alla trasgressione per insegnare le realtà spirituali. So che trasgressione poi non è in quanto lui violava, appunto, ciò che era ombra della realtà, è solo che è un gesto molto forte, per un fariseo era un peccato a tutti gli effetti...... |
| Per avere una chiara visione dell’argomento posto in esame, dobbiamo avere presente il testo evangelico, perché leggendolo, con un po’ di attenzione, si potranno avere chiare le idee, senza deformare il testo in questione. Allora si radunarono vicino a lui i farisei e alcuni scribi venuti da Gerusalemme. Essi videro che alcuni dei suoi discepoli prendevano i pasti con mani impure, cioè non lavate. i farisei e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani con grande cura, seguendo la tradizione degli antichi; e quando tornano dalla piazza non mangiano senza essersi lavati. Vi sono molte altre cose che osservano per tradizione: abluzioni di calici, di boccali e di vasi di rame (Marco 7:1-4). Anzitutto bisogna fare una netta distinzione tra un comando divino (in questo caso la legge del Signore) e la tradizione degli antichi, cioè degli uomini. Gesù non è venuto a adempiere la tradizione degli uomini, ma la legge di Dio. Quella legge, principalmente data attraverso Mosè, non venne mai infranta da Gesù. Erano i farisei che, male interpretando la legge di Mosè, pensavano e credevano che Gesù, nell’operare i miracoli nel giorno di sabato, stava trasgredendo il comando divino che vietava di fare un qualsiasi lavoro in quel giorno. Per Gesù, operare miracoli nel giorno di sabato, non era un’opera servile, come la concepivano gli scrupolosi farisei e i dottori della legge, ma un atto di “misericordia”. Tanto è vero che quando Gesù, in una particolare circostanza, fece loro una doppia domanda: «É lecito o no far guarigioni in giorno di sabato?» Poi disse loro: «Chi di voi, se gli cade nel pozzo un figlio o un bue, non lo tira subito fuori in giorno di sabato?» (Luca 14:3,5), la risposta fu: Ma essi tacquero e essi non potevano risponder nulla in contrario. Perché tacquero e non seppero dare nessuna risposta? Perché loro sapevano che se il loro asino o bue cadeva in un pozzo nel giorno di sabato, lo tiravano con prontezza fuori, senza pensare che avessero trasgredito il comandamento di Dio. Il lavarsi le mani, prima di prendere cibo, pur essendo una buona forma igienica, non è un precetto che la legge del Signore prescrive; quindi, il non “lavarsi le mani”, prima di mangiare, non rappresenta una violazione della legge di Dio, ma una chiara disubbidienza alla tradizione degli antichi, cioè degli uomini. Il testo evangelico l’afferma chiaramente: i farisei e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavate le mani con gran cura, seguendo la tradizione degli antichi. Inoltre, Gesù fu molto esplicito, quando precisò: «Ben profetizzò Isaia di voi, ipocriti, com’è scritto: "Questo popolo mi onora con le labbra, ma il loro cuore è lontano da me. Invano mi rendono il loro culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini". Avendo tralasciato il comandamento di Dio vi attenete alla tradizione degli uomini». Diceva loro ancora: «Come sapete bene annullare il comandamento di Dio per osservare la tradizione vostra! (Marco 7:6-9). Fare le seguenti asserzioni: “quello che mi "scocerta" un pochetto è che Gesù abbia scelto una via molto simile alla trasgressione per insegnare le realtà spirituali. So che trasgressione poi non è in quanto lui violava, appunto, ciò che era ombra della realtà, è solo che è un gesto molto forte, per un fariseo era un peccato a tutti gli effetti......”, non è esatto, per il semplice motivo che Gesù non commise nessuna trasgressione, né per quanto riguardava il non lavarsi le mani prima di mangiare e neanche per ciò che attineva “l'ombra della realtà”, secondo il detto dell’epistola agli Ebrei.
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...e li hai amati come hai amato me.
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Grazie Cigno, molto chiara la tua spiegazione !!! DOMENICO: hai ragione su quello che dici, io non sapevo se il precetto del lavarsi le mani venisse da Torah o tradizione, ma è pur vero che abbiamo un episodio identico quando i discepoli spigolavano il grano avendo fame, e questo sì che, se non sbaglio, era vietato....potrei sbagliarmi perchè di Torah ne so davvero poco, ma sia chiaro: il mio intento non è mica quello di screditare il Signore bensì esclusivamente quello di approfondire il suo agire e vivere la Legge, proprio in vista delle Sue parole di adempimento della Stessa.
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Asaf
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La verità sta nella Scrittura!
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on 11.10.2011 alle ore 08:01:22, Pixel wrote:ma è pur vero che abbiamo un episodio identico quando i discepoli spigolavano il grano avendo fame, e questo sì che, se non sbaglio, era vietato....potrei sbagliarmi perchè di Torah ne so davvero poco, ma sia chiaro: il mio intento non è mica quello di screditare il Signore bensì esclusivamente quello di approfondire il suo agire e vivere la Legge, proprio in vista delle Sue parole di adempimento della Stessa. |
| Innanzitutto va detto che nel racconto sopracitato (Mt.12:1-8; Mc.2:23-28; Lu.6:1-5), l'obiezione di alcuni farisei nonchè il soggetto del brano, è la presunta violazione del Sabato, e non il fatto di non poter cogliere spighe da un campo per fame. “Quando entrerai nei campi di grano del tuo prossimo potrai cogliere spighe con la mano; ma non metterai la falce nel grano del tuo prossimo” (De.23:25). Per quanto riguarda invece il cogliere spighe di sabato, il divieto di Esodo 34:21 è di “arare e mietere”, insomma un vero e proprio atteggiamento lavorativo (laddove vige il comandamento di riposare “tisbot” = riposerai), che i discepoli con Gesù nel nostro brano non solo non avevano infranto, ma qui è portato all’estremo dall’interpretazione rigida, sottolinea Luca, solo da “alcuni farisei” (cfr. Luca 6:2). Quindi Gesù risponde con il parallelo di Davide che zittisce gli accusatori e conclude: “Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato; perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato»” (Mc.2:27-28).
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Per una corretta esegesi biblica più che questione di testi e contesti è questione di testi e ...teste!
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Membro familiare
...e li hai amati come hai amato me.
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Grazie mille Asaf per i chiarimenti, non mi ero reso conto delle differenze che hai evidenziato. Quindi possiamo dire che Gesù non commise nessun peccato secondo le Legge... Colgo l'occasione, sperando di non andare troppo fuori tema (nel qual caso me lo farete notare...) per una domanda a suo modo collegata alle questioni sulla Legge: perchè al Concilio di Gerusalemme si decise, circa i gentili, di vincolarli solamente ai precetti che conosciamo: Atti 15:20 ma che si scriva loro di astenersi dalle cose contaminate nei sacrifici agli idoli, dalla fornicazione, dagli animali soffocati, e dal sangue..... mi sorge una domanda spero non troppo stupida: con tantissimi precetti così importanti, perchè escluderne la maggior parte e mantenere invece quello relativo agli animali soffocati? Circa la fornicazione Paolo ne evidenzierà la gravità in altri punti, circa l'idolatria è ovvio l'odio del Signore verso di essa, ma verso gli animali soffocati ? Grazie.
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Asaf
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La verità sta nella Scrittura!
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Per quanto riguarda la proibizione di astenersi dalla carne di animali fatti morire per soffocamento, esso deriva dal fatto che questo metodo di uccisione non permette la fuori uscita del sangue rimanendo per l’appunto nella carne. E sappiamo che la vita di un animale sta nel sangue (proibizione sin dai tempi di Noè, Ge.9:4), così che in un certo qual modo l’uomo non disponga su di “ciò che possiede la vita”, che appartiene a Dio. Nell’aspersione stesso del sangue si riconosce che la vita è di proprietà del Creatore (Le.17:10-14). Ciò, in una prospettiva più ampia, s’inquadra anche in una forma di rispetto dell’uomo tanto nella vita dell’animale, quanto e soprattutto per Colui che dà la vita ad ogni cosa. Ora, a parte le condizioni scaturite dalla conferenza di Gerusalemme, cui scopo era di porre fine ad alcune contese tra cristiani giudei e gentili, Gesù disse che da due comandamenti dipendono tutta la legge e i profeti: "Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” e "Ama il tuo prossimo come te stesso” (Mt.22:37-40; Mc.12:30-31; Lu.10:27).
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Per una corretta esegesi biblica più che questione di testi e contesti è questione di testi e ...teste!
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