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   Autore  Topic: 1 Corinzi 3:15  (letto 5744 volte)
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Re: 1 Corinzi 3:15
« Rispondi #30 Data del Post: 23.09.2011 alle ore 23:53:53 »
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on 11.09.2011 alle ore 16:59:58, Domenico wrote:

Chi ci legge, saprà giudicare chi "forza le scritture" e fornire una spiegazione di ciò che le Scritture non dicono, e, chi invece, dando una spiegazione, cerca di far capire il senso di quello che si legge, senza deviare da una corretta esegesi, ricorrendo a spiegazioni cervellotiche.

 
chi forza la Bibbia sei tu. Sei tu che dici che la Bibbia dice ciò che non vi è assolutamente scritto. Cerca invece di ragionare prima di scrivere a vanvera e accusare gli altri. Guarda piuttosto il tuo specchio invece di criticare quello degli altri senza guardarci dentro. Non è un atteggiamento leale questo.
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Re: 1 Corinzi 3:15
« Rispondi #31 Data del Post: 24.09.2011 alle ore 00:04:35 »
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on 11.09.2011 alle ore 17:46:28, Domenico wrote:

Il testo citato da Vito, non credo abbia un’attinenza con il passo di 1Corinzi 3:15, nel senso che:
1) Il testo di 1Corinzi 3:15, parla chiaramente di quello che il cristiano costruisce sul fondamento, mentre il Salmo citato, fa presente quello che Dio compie “nell’edificare”. Che il modo di edificare di Dio, sia ben diverso da quello dell’uomo, non ci vuole una gran sapienza per comprenderlo.

 
ci vuole una gran sapienza per far stare zitta la Bibbia quando si vuol farle dire quello che lei non vuole dire? Beh se questa è sapienza io preferisco restare "stolto e pazzo"
 

on 11.09.2011 alle ore 17:46:28, Domenico wrote:
2) Il passo di 1Corinzi 3:15, fornisce specificatamente i materiali che il cristiano adopera nel costruire, mentre il Salmo citato, si limita solamente a parlare di una casa, senza nessuna specificazione dei materiali adoperati.

 
quì non si parla di materiali. Ma si parla di qualcosa di piccolo (una casa) e di qualcosa di grande (una città). Se il piccolo come il grande non viene messo nelle mani di Dio, sia il piccolo sia il grande non sussisterà.
La stessa cosa è per il metallo debole e il metallo forte: se non sono messi nelle mani di Dio non sussisteranno alla prova del suo fuoco.  
Non mi dire che il fuoco di Dio non è capace di distruggere l´ oro....
 

on 11.09.2011 alle ore 17:46:28, Domenico wrote:
3) Il testo di 1Corinzi 3:15, specifica che dei sei tipi di materiali adoperati, tre di loro: oro, argento e pietre preziosi, resisteranno alla prova del fuoco, mentre gli altri tre, il legno, il fieno e la paglia, saranno bruciati, cioè saranno distrutti, mentre il passo del Salmo, non fornisce nessun accenno se, i materiali adoperati nella costruzioni, saranno distrutti.

 
questa non è nient´ altro che una forzatura. Chi sa leggere, vedrà che il testo di corinzi non dice che tre elementi verranno distrutti e tre no. È una forzatura bugiarda quella che fai quì.
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Re: 1 Corinzi 3:15
« Rispondi #32 Data del Post: 24.09.2011 alle ore 12:37:25 »
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A questo punto credo che sarebbe opportuno fare un po' di riassunto, perché in questo Thread non si capisce più niente! Quali erano le premesse? Di cosa si sta discutendo?  
 
Come sempre, mi sembra che la cosa più opportuna sia leggere tutto quanto il capitolo, ponendo attenzione ai versetti precedenti al 15.
nel 10 Paolo dice: "...un altro vi costruisce sopra." E qui Paolo proseguendo il discorso iniziato prima, relativamente ai litigi tra i Corinzi per quelli di Paolo e quelli d'Apollo eccetera eccetera bla bla... "Ma ciascuno badi (stia attento) a come vi costruisce sopra." Qui pone l'enfasi in modo che ognuno badi al suo dato che, ovviamente, se guardiamo a quel che fanno gli altri, lavoreremo meno bene (questo è un consiglio che vale in ogni ambito della vita, direi).
Nel versetto 11 Paolo fa un inciso, ribadendo il discorso che aveva fatto nei versi 4-5: l'unico fondamento è Cristo e da qui non si scappa.
ora Keith, il ragionamento che hai messo precedentemente, che le opere vanno valutate da Dio e non dalle persone, è sicuramente giustissimo ma, a mio avviso, risulta un po' al di fuori del contesto del ragionamento di Paolo, tanto per intenderci, il discorso delle due case e dell'importanza del fondamento, è innegabile. Paolo, però, ha già liquidato qui questo argomento: Non c'è altro fondamento, Punto e basta.
 
Adesso, riprendendo quello che diceva in 10 arrivano i versetti incriminati: 12-13.  
Nel 12, come abbiamo visto, elenca 6 materiali. Non vorrei dire, ma il fatto che si sia posta enfasi in tutti i precedenti post sull'infiammabilità o no di ognuno di questi, mi pare leggermente fuorviante: Non esiste alcun materiale che non sia infiammabile ad una determinata temperatura e questo lo sappiamo bene noi ma lo sapevano bene anche i romani, o gli ebrei, o tutti i popoli dall'età del bronzo in avanti.  
La cosa importante non è tanto cosa si infiamma e cosa no, ma qual'è il risultato del passaggio nella fiamma. Qua possono venirci in aiuto un altro versetto (molti di più, ma questo è il più facile da trovare Sorridente ) parlo di Zaccaria 13:9: "Metterò quel terzo nel fuoco, lo raffinerò come si raffina l'argento, lo proverò come si prova l'oro; essi invocheranno il mio nome ed io li esaudirò..."  
Troviamo moltissime volte il fuoco ed il processo di raffinazione come figure del lavoro di Dio nella vita dell'uomo. In questo caso Paolo riutilizza questa figura, riferentesi ad un processo noto a chiunque, per mostrare ciò che avverrà nel giorno di Cristo, in qui tutto sarà manifesto, ovvero: nel momento in cui tutte le opere verranno messe in luce.  
Ora, cosa succede nel passaggio del fuoco a questi 6 materiali?
1-2 Oro ed argento vengono raffinati, ovvero ne vengono rimosse le impurità, uscendo dal fuoco migliori di come erano precedentemente.
3. la maggior parte delle pietre preziose non subisce straordinari cambiamenti dal passaggio nel fuoco, certamente non ne sono rovinate.
4. il legno si carbonizza.
5-6 paglia e fieno praticamente scompaiono.
 
Se uno costruisce SOLO con oro, il passaggio nel fuoco migliorerà la sua opera, se uno costruisce SOLO col fieno, beh, il passaggio nel fuoco farà sparire la sua opera. In questo caso trovo più adatta la traduzione che parla di perdita, piuttosto che di danno. La perdita può essere davvero compresa, considerando come ci si può sentire avendo lavorato ad una cosa con tutto il cuore, per poi scoprire che la tal cosa era completamente inutile e si è gettato via il proprio tempo. Quante volte siamo convinti di stare seguendo il volere di Dio quando in realtà ci sbagliamo? Persino Paolo, in 1 Te 3:5 mostra di aver paura di avere "buttato via del tempo" rallegrandosi poi che non sia stato così.
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Re: 1 Corinzi 3:15
« Rispondi #33 Data del Post: 24.09.2011 alle ore 12:38:32 »
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Detto questo sarebbe facile concludere che, effettivamente, Paolo faccia una distinzione di materiali per mostrare il valore delle opere di ognuno.
Vorrei però fare ancora una considerazione relativamente al valore di tutte queste opere messe assieme.
 
Paolo sta usando una terminologia architettonica. Nel verso 9 dice: "voi siete il campo di Dio, l'edificio di Dio."
Perché dice questo?
A- il campo. Il campo viene piantato ed innaffiato, cose di cui parla nei versi 6-8, qui sta concludendo l'analogia del campo per passare a  
B- l'edificio. Come architetto Paolo ha posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra.
Ora, nella costruzione di un tempio, possiamo rilevare che TUTTI i materiali sono importanti.
Oro, argento e pietre preziose sono l'irrinunciabile abbellimento che mostra la gloria di colui a cui appartiene il tempio.
Però: nell'architettura antica il legno veniva utilizzato per costruire l'intelaiatura, o reticolo, struttura portante di molti edifici (ancora riscontrabili nelle travature moderne, che sostengono i tetti nelle case in stile "rustico"Occhiolino. Paglia e fieno erano i materiali utilizzati con l'argilla per la fabbricazione dei mattoni, ancora oggi tipici delle zone anatoliche e greche. Ora, io credo che nessuno di noi si aspetti che un costruttore utilizzi un solo materiale. Non si può costruire una casa d'oro, come non si può costruire una casa di paglia.  
 
In conclusione (se qualcuno sta ancora leggendo!)
io penso che effettivamente Paolo in 12-13 stia parlando di tutti i materiali assieme, come elementi costruttivi: uno può usare tutti questi elementi per costruire il tempio (terminologia architettonica)
Difatti in 14 "se l'opera che ha costruito rimane" indica che l'opera sarà provata. Ma in 12-13 dice "se uno costruisce con oro, argento ecc... l'opera di ognuno sarà messa in luce." vediamo che i 6 composti sono assieme come materiale DELL'opera, di cui poi parla in 14.
E, nuovamente in 15: se l'opera sua (ovvero il tempio, perché siamo sempre nell'ambito dell'analogia architettonica) sarà arsa, beh, vuol dire che era costruita piuttosto male!
Credo che non sia possibile comprendere al meglio il senso del verso 15 se non proseguiamo nella lettura
:  
"15  ma se la sua opera è arsa, egli ne subirà la perdita, nondimeno sarà salvato, ma come attraverso il fuoco.
16  Non sapete voi che siete il tempio di Dio e che lo Spirito di Dio abita in voi?
17  Se alcuno guasta il tempio di Dio, Dio guasterà lui, perché il tempio di Dio, che siete voi, è santo"
 
è in 17 che Paolo conclude il discorso, abbandona l'analogia architettonica e riprende e conclude il ragionamento cominciato ad inizio del capitolo.
 
Quindi, nell'ambito dell'analogia usata da Paolo, mi pare chiaro che non si possa assolutamente fare distinzione tra i sei materiali. D'altro canto, ragionando nell'ambito dei soli due versetti, è effettivamente notevole come salti all'occhio una comparazione con il risultato del fuoco della prova sui materiali preziosi, tanto cara agli ebrei.
 
Tento di spingermi un po' più in la, ovviamente siete liberissimi di bocciare questo pensiero come estemporaneità.
Se proprio volessimo vedere una differenza tra i materiali, potremmo considerare come legno, paglia e fieno, basi di una costruzione, possano assimilarsi alla fede, ovvero alla struttura principale della costruzione, posta sul fondamento. I materiali preziosi sono le azioni compiute per Dio nel corso della propria vita, il mettere a frutto i doni ed i carismi.
 
Per dirla con Giacomo, "se non vedo opere, dov'è la tua fede? Guarda le mie opere (conseguenza della fede)!"  
 
In Matteo 5:46 Gesù dice: "Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete?"
 
Dunque, se tutto passa nel fuoco, chi è rimasto fermo nella fede, ma non ha operato per Dio, sarà comunque salvato, Però della sua opera non rimarrà niente. Mentre chi, diversamente, oltre ad aver costruito sulla fede, ha impreziosito il tempio con lo zelo per il Signore, allora avrà un premio maggiore.
 
Qui mi fermo anche perché è ora di andare a mangiare, a voi la parola.
 
P.S. Sarebbe carino che ci ricordassimo tutti quanti di essere in un forum di Cristiani, dunque, per quanto la discussione sia sempre utile e vada incentivata, sarebbe meglio pensare alla testimonianza che diamo ad un lettore casuale con quello che scriviamo, si può essere in disaccordo con educazione.
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Re: 1 Corinzi 3:15
« Rispondi #34 Data del Post: 24.09.2011 alle ore 17:30:33 »
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Costruire sul fondamento di Cristo.
Un esempio potrebbe essere questo, certo non si tratta di "materiali nobili"
 
Filippesi 1
 
15 Vero è che alcuni predicano Cristo anche per invidia e per rivalità; ma ce ne sono anche altri che lo predicano di buon animo. 16 Questi lo fanno per amore, sapendo che sono incaricato della difesa del vangelo; 17 ma quelli annunciano Cristo con spirito di rivalità, non sinceramente, pensando di provocarmi qualche afflizione nelle mie catene. 18 Che importa? Comunque sia, con ipocrisia o con sincerità, Cristo è annunciato; di questo mi rallegro, e mi rallegrerò ancora.
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Re: 1 Corinzi 3:15
« Rispondi #35 Data del Post: 28.09.2011 alle ore 01:00:49 »
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Quote:

P.S. Sarebbe carino che ci ricordassimo tutti quanti di essere in un forum di Cristiani, dunque, per quanto la discussione sia sempre utile e vada incentivata, sarebbe meglio pensare alla testimonianza che diamo ad un lettore casuale con quello che scriviamo, si può essere in disaccordo con educazione.
 

Ricordarsi che siamo in forum cristiano, è senza dubbio una buona e accettevole raccomandazione. Tenuto conto che in questo forum non leggono solamente i credenti, ma anche quelli che non lo sono, specialmente quelli che non condividono la nostra fede, perciò, usare un linguaggio sprezzante ed offensivo, non contribuirà certamente ha dare una buon'impressione, non tanto nell’esporre vedute e interpretazioni diverse, quanto nell’usare parole poco rispettosi.
 
Nota preliminare
Penso che sostenere un accurato esame del testo del capitolo tre di 1Corinzi, (particolarmente i vv. 9-15) non sarà superfluo e ozioso, ma senza dubbio contribuirà ad illuminare le nostre menti, per cercare di capire il pensiero di Paolo. Inoltre, si tenga presente che ci troviamo in “esegesi” e non in “attualità”, per questo motivo il nostro modo di ragionare, spiegando la Parola del Signore, non solo deve essere ben diverso da quello che si fa in “attualità”, per fare un esempio, ma occorre avere anche coerenza e correttezza esegetica e non smarrirsi in divagazioni varie, specialmente quando si usasse il testo biblico, a sostegno di quello che si sostiene.  
 
Una corretta esegesi, tiene presente alcune regole che non può ignorare, come per esempio: il testo nel suo contesto e la forma grammaticale del passo che si esamina. Infine, stabilire alcuni punti fermi, è necessario, a mio avviso, per comprendere l’insegnamento di Paolo.
 
1. Il movente che spinse l’apostolo Paolo a scrivere il capitolo tre della 1Corinzi  
 
Credo sia necessario fissare alcuni punti fermi che, senza dubbio, contribuiranno a farci comprendere il senso della Scrittura in esame e liberarci da certi preconcetti che condizionano enormemente il nostro modo di argomentare.
Anzitutto, partiamo dal fare una domanda: quale fu il movente che spinse l’apostolo Paolo a scrivere il capitolo tre della 1Corinzi? Leggendo i primi tre capitoli, si capisce subito che nella chiesa di Corinto, non si erano formati solamente i “partiti”, che palesavano il loro sostegno a favore di Tizio e di Caio, ma addirittura avevano anche creato “divisioni” in seno alla comunità. Il fatto che Paolo dica chiaramente:  
 
mi è stato riferito da quelli di casa Cloe che tra di voi ci sono contese.
Voglio dire che ciascuno di voi dichiara: «Io sono di Paolo»; «io d’Apollo»; «io di Cefa»; «io di Cristo».
Cristo è forse diviso? Paolo è stato forse crocifisso per voi? O siete voi stati battezzati nel nome di Paolo?
(1Corinzi 1: 11-13),  
 
mette in evidenza in quale stato di malessere si trovava la chiesa di Corinto, a motivo dei partiti. Logicamente l’apostolo, (anche se il suo nome appare in prima fila rispetto agli altri due, Apollo e Pietro), non potrà approvare questo comportamento della comunità, anche perché egli non è un “seminatore” di divisioni e di discordie, consapevole soprattutto che Cristo, non può essere presentato degnamente, sostenendo una corrente a discapito di un’altra. Non c’è dubbio, quindi, che la notizia della casa Close, è stato il movente che spinse l’apostolo a scrivere ai Corinzi.
 
2. Lo stato dei Corinzi
 
Leggendo il capitolo terzo, dei tre nomi elencati nel primo capitolo: Paolo, Apollo e Pietro, il terzo scompare e rimangono i primi due. Per far capire ai Corinzi che l’apostolo non approva il loro comportamento, con molta chiarezza afferma che, nel parteggiare con l’uno o con l’altro, si è carnali.
 
Fratelli, io non ho potuto parlarvi come a spirituali, ma ho dovuto parlarvi come a carnali, come a bambini in Cristo.
Vi ho nutriti di latte, non di cibo solido, perché non eravate capaci di sopportarlo; anzi, non lo siete neppure adesso, perché siete ancora carnali.
Infatti, dato che ci sono tra di voi gelosie e contese, non siete forse carnali e non vi comportate come qualsiasi uomo?
Quando uno dice: «Io sono di Paolo»; e un altro: «Io sono d’Apollo»; non siete forse uomini carnali?
(1Corinzi 3:1-4).  
 
Ecco perché Paolo subito chiede: Che cos’è dunque Apollo? E che cos’è Paolo? Sono servitori, per mezzo dei quali voi avete creduto; e lo sono nel modo che il Signore ha dato a ciascuno di loro.
Io ho piantato, Apollo ha annaffiato, ma Dio ha fatto crescere;
quindi colui che pianta e colui che annaffia non sono nulla: Dio fa crescere!
Ora, colui che pianta e colui che annaffia sono una medesima cosa, ma ciascuno riceverà il proprio premio secondo la propria fatica
(vv. 5-8).
 
3. I due pronomi personali “noi” e “voi”
 
Noi siamo infatti collaboratori di Dio, voi siete il campo di Dio, l’edificio di Dio (v.9).
 
Tenuto conto che dei tre nomi menzionati nel primo capitolo, rimangono solo due nel terzo, il primo pronome “noi”, con buone ragioni, si riferisce a Paolo e Apollo. Questo però non significa che Pietro, non sia anche lui un servitore, e collaboratore di Dio, come del resto lo sono anche tutti i ministri del vangelo.
Il secondo pronome “voi”, si riferisce a tutta la fratellanza di Corinto, senza nessuna distinzione. Quindi, abbiamo: da una parte, Paolo e Apollo definiti collaboratori di Dio e dall’altra il campo di Dio, l’edifico di Dio. Risulta pertanto chiaro che, il contenuto del capitolo tre, (senza escludere tutti gli altri capitoli), sia diretto a tutti i membri della chiesa, anche se gli stessi, siano definiti “carnali”. Non ci sono, secondo noi, altri destinatari, come per esempio eretici che insegnano false dottrine. Inoltre, si tenga presente che il contenuto del capitolo tre, non è polemico, nel senso di confutare un falso insegnamento, ma costruttivo, per il bene spirituale dell’intera comunità.
 
4. Ricompensa, danno, salvezza
 
Se l’opera che uno ha costruita sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa;
se l’opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco
(vv. 14-15).
 
Continuazione...
 
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Re: 1 Corinzi 3:15
« Rispondi #36 Data del Post: 28.09.2011 alle ore 01:10:53 »
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Dopo avere indicato i quattro punti fermi che ho elencato, possiamo addentrarci nell’esegesi dei vv. 9-15, in modo particolare, per cercare di capire cosa voleva insegnare Paolo alla chiesa di Corinto e cosa desidera dire a noi credenti del ventunesimo secolo.
 
Tutta l’argomentazione che l’apostolo fa, è perfettamente figurativa, nel senso che, servendosi dell’immagine del campo, dell’edificio e dei materiali per costruire, cerca di spiegare ai Corinzi, sia il loro privilegio e sia anche la loro responsabilità. Il privilegio, per essere definiti il campo di Dio e l’edificio di Dio e la responsabilità, per ciò che riguarda i materiali da usare nella costruzione.
 
Secondo la grazia di Dio che mi è stata data, come esperto architetto, ho posto il fondamento; un altro vi costruisce sopra. Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra;
poiché nessuno può porre altro fondamento oltre a quello già posto, cioè Cristo Gesù
(vv. 10-11).
 
L’apostolo è innanzitutto consapevole che, se egli ha posto il fondamento, che è Cristo, l’ha fatto, non solo da esperto architetto, ma soprattutto per la grazia di Dio che gli è stata data. Quindi, non ha niente da vantarsi per quello che ha fatto, umanamente parlando, visto che è stata la grazia di Dio che lo ha reso capace di compiere il lavoro. Una volta che il fondamento è stato posto e definito nella persona di Cristo, il nessuno può porre altro fondamento, —affermazione ferma e categorica—, mira a far comprendere ai destinatari che non dovranno cercare un altro fondamento, su cui edificare. Questo vale anche per noi, credenti del ventunesimo secolo.
 
Segue subito una ferma raccomandazione Ma ciascuno badi a come vi costruisce sopra. Questa frase mette in evidenza l’idea di una “responsabilità individuale”.  
 
«Alcuni restringono l’applicazione di questo passo all’opera degli insegnanti. Sembra però che esso possa avere un’applicazione più ampia. Infatti, mentre è certamente vero nei riguardi di ogni insegnante, è anche vero in certa misura nei riguardi di ogni credente l’essere occupato a costruire su quell’unico fondamento. Badi bene com’egli vi edifica sopra!» (Leon Morris).
 
Nel giorno di Cristo, cioè quando l’edificio sarà collaudato, (per usare un’espressione che si utilizza in campo edile) l’opera del costruttore non sarà considerata con riferimento al “modo” di costruire sul fondamento, ma per il “materiale” che avrà adoperato.
 
Nella sua esposizione, Paolo chiama per nome i materiali che il costruttore può porre sul fondamento: oro, argento, pietre preziosi, legno, fieno, paglia
 
Ora, se uno costruisce su questo fondamento con oro, argento, pietre di valore, legno, fieno, paglia,
l’opera di ognuno sarà messa in luce; perché il giorno di Cristo la renderà visibile; poiché quel giorno apparirà come un fuoco; e il fuoco proverà quale sia l’opera di ciascuno
(vv. 12-13).
 
È innegabile che i sei tipi di materiali menzionati nel testo, non abbiano lo stesso valore. Fare la ricerca ai fini di dare un significato spirituale a ciascuno di essi, come alcuni hanno fatto, è probabilmente inutile, per il semplice fatto che qui Paolo si occupa di due sole specie di materiali, quelli preziosi, rappresentati dall’oro, dall’argento e dalle pietre di valore e quelli senza valore rappresentati da legno, fieno, paglia. Negare una netta “distinzione”, tra l’oro, l’argento e le pietre preziosi, da un lato e il legno, il fieno e la paglia, dall’atro, non solo non è accettabile dal punto di vista di una corretta esegesi, ma equivale anche a screditare Paolo in quello che egli ha scritto.
 
Si è vero che nelle “capanne” nei “pagliai”, si adoperano legno, fieno e paglia, ma non nell’edificio. L’esortazione che ciascuno badi a come vi costruisce sopra, è abbastanza eloquente da far capire, non solo la distinzione che c’è nei sei materiali menzionati, ma anche la responsabilità di chi li adopera.
 
Se l’opera che uno ha costruito sul fondamento rimane, egli ne riceverà ricompensa;
se l’opera sua sarà arsa, egli ne avrà il danno; ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco
(vv. 14-15).
 
Rientra nella logica e nella normalità, domandare: qual è il significato delle due parole adoperati da Paolo, rimane e arsa? Visto che l’apostolo sta parlando dell’opera dei costruttori, i materiali che rimarranno sul fondamento, saranno quelli che il fuoco non consumerà, mentre quelli che saranno arsi, sono quelli che il fuoco li distruggerà. Anche se il testo non afferma che il legno, il fieno e la paglia saranno arsi, è però sott’inteso che si riferisce a loro.
 
Chiamereste questo tipo di scrivere a vanvera? (il neretto è mio); oppure: È una forzatura bugiarda quella che fai quì? (il neretto è mio). E ancora: Non mi dire che il fuoco di Dio non è capace di distruggere l´ oro... (il neretto è mio). Sarei curioso di conoscere un testo biblico che affermasse che il fuoco di Dio distrugge l’oro. Distruggere significa farlo scomparire e non liquefarlo.
 
Ripeto ancora una volta: i materiali che saranno distrutti, non saranno perché non sono stati posti sul “giusto fondamento”, ma semplicemente perché saranno, legno, fieno e paglia.
 
Sì, è vero che il fuoco “raffina” l’argento e l’oro, come afferma il testo citato di Zaccaria 13:9; questo però non ha niente a che vedere con il testo di 1 Corinzi che stiamo esaminando, per il semplice fatto che nel passo in questione, il fuoco non svolge la funzione di nettare, purificare, raffinare, ma di mettere il luce il materiale che viene costruito sul fondamento, se rimane o viene arso.  
 
L’azione di “raffinamento”, non avviene nel giorno di Cristo, quando l’opera del credente sarà messa in luce, ma durante gli anni della sua permanenza sulla terra, prima che arrivi quel giorno.
 
Infine, se la prova del fuoco, nel nostro passo in questione, avesse il senso di “raffinare”, dovremmo dare ragione alla Chiesa Cattolica Romana, quando sostiene che il testo di 1Corinzi 3:15, è una chiara allusione alla dottrina del Purgatorio. Questo, però, noi non l’accettiamo per il semplice motivo che il nettamente delle lordure del peccatore, avviene su questa terra, mediante il sangue di Gesù, e non nell’altra vita, dopo la morte.  
 
In ultimo, quando Paolo afferma che chi costruisce materiali che il fuoco consumerà, subirà un danno, ma egli stesso sarà salvo; però come attraverso il fuoco, suole significare che la distinzione non è qui tra perduti e salvati ma, nell’ambito degli stessi salvati, tra quelli che hanno costruito bene e quelli che hanno costruito male. Il danno riguarda la perdita della ricompensa. Salvati come attraverso il fuoco e non “per mezzo del fuoco”, sta a significare che la salvezza non viene messa in discussione; si è salvati e basta, come il tizzone strappato dal fuoco (Amos 4:11; Zaccaria 3:2).
« Ultima modifica: 28.09.2011 alle ore 14:20:59 by Domenico » Loggato
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Re: 1 Corinzi 3:15
« Rispondi #37 Data del Post: 28.09.2011 alle ore 13:57:48 »
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Mi trovo completamente d'accordo, anche se, resta un dubbio relativamente al discorso dei materiali da costruzione.
 

on 28.09.2011 alle ore 01:10:53, Domenico wrote:

 
Si è vero che nelle “capanne” nei “pagliai”, si adoperano legno, fieno e paglia, ma non nell’edificio. L’esortazione che ciascuno badi a come vi costruisce sopra, è abbastanza eloquente da far capire, non solo la distinzione che c’è nei sei materiali menzionati, ma anche la responsabilità di chi li adopera.
 

 
Come avevo potuto dare a notare, il fatto di utilizzare legno fieno e paglia non ha molto a che vedere con le capanne, magari più adatte ad un contesto africano che a quello greco, bensì proprio alle tecniche di costruzione utilizzate dalle persone di quel tempo. Sotto questo aspetto, parlando di questi materiali credo che ad un greco del I secolo d.C. sarebbero venuti in mente dei mattoni. Reputo perfettamente coerente il fatto che Paolo metta l'accento sulla responsabilità di chi costruisce, però  
 

on 28.09.2011 alle ore 01:10:53, Domenico wrote:

 
Negare una netta “distinzione”, tra l’oro, l’argento e le pietre preziosi, da un lato e il legno, il [i]fieno e la paglia, dall’atro, non solo non è accettabile dal punto di vista di una corretta esegesi, ma equivale anche a screditare Paolo in quello che egli ha scritto.  
 

 
Questo passo mi sfugge un po', per quale ragione si tratta di un problema tanto grande?
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Re: 1 Corinzi 3:15
« Rispondi #38 Data del Post: 28.09.2011 alle ore 17:21:06 »
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on 28.09.2011 alle ore 13:57:48, Caste wrote:
Questo passo mi sfugge un po', per quale ragione si tratta di un problema tanto grande?

 
Posso provare a dare una piccola motivazione "logica"?
Il Nuovo Testamento è composto da quattro libri dei Vangeli, un libro di atti degli apostoli e poi diverse epistole.
Se screditassi il contenuto delle epistole come "inattendibile" al 100%...staresti automaticamente screditando l'80% del nuovo testamento.
Insomma gli unici libri "validi" sarebbero i Vangeli e gli Atti degli apostoli. E chi stabilirebbe che sarebbero validi?
 
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Re: 1 Corinzi 3:15
« Rispondi #39 Data del Post: 28.09.2011 alle ore 19:46:35 »
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Chiedo di non spostare l'argomento da quello che il topic richiede, ovvero parlando dell'attendibilità o meno delle Scritture.
 
Grazie
 
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Re: 1 Corinzi 3:15
« Rispondi #40 Data del Post: 28.09.2011 alle ore 23:01:15 »
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No scusate, forse non mi sono spiegato bene, la mia domanda è perché sarebbe un problema tanto grande DA screditare Paolo, non perché sarebbe un problema tanto grande LO screditare Paolo
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Re: 1 Corinzi 3:15
« Rispondi #41 Data del Post: 29.09.2011 alle ore 05:37:51 »
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Quote:

In conclusione (se qualcuno sta ancora leggendo!)  
 io penso che effettivamente Paolo in 12-13 stia parlando di tutti i materiali assieme, come elementi costruttivi: uno può usare tutti questi elementi per costruire il tempio (terminologia architettonica)  
 Sorridenteifatti in 14 "se l'opera che ha costruito rimane" indica che l'opera sarà provata. Ma in 12-13 dice "se uno costruisce con oro, argento ecc... l'opera di ognuno sarà messa in luce." vediamo che i 6 composti sono assieme come materiale DELL'opera, di cui poi parla in 14.  
 E, nuovamente in 15: se l'opera sua (ovvero il tempio, perché siamo sempre nell'ambito dell'analogia architettonica) sarà arsa, beh, vuol dire che era costruita piuttosto male!  
 Credo che non sia possibile comprendere al meglio il senso del verso 15 se non proseguiamo nella lettura
 
Questo passo mi sfugge un po', per quale ragione si tratta di un problema tanto grande?
 
No scusate, forse non mi sono spiegato bene, la mia domanda è perché sarebbe un problema tanto grande DA screditare Paolo, non perché sarebbe un problema tanto grande LO screditare Paolo
 

Vedi fratello Caste, le mie parole: “Negare una netta “distinzione”, tra l’oro, l’argento e le pietre preziosi, da un lato e il legno, il fieno e la paglia, dall’atro, non solo non è accettabile dal punto di vista di una corretta esegesi, ma equivale anche a screditare Paolo in quello che egli ha scritto”, sono scaturite da quello che hai asserito, cioè che “Paolo in 12-13 stia parlando di tutti i materiali assieme, come elementi costruttivi: uno può usare tutti questi elementi per costruire il tempio (terminologia architettonica)”
 
L’esortazione-raccomandazione che fa l’apostolo: Ma ciascun badi a come vi costruisce sopra..., esprime, non solo l’idea della “responsabilità personale”, come ho detto in precedenza, ma lascia percepire anche che Paolo, conoscendo la sorte che subirà il legno, il fieno e la paglia (che saranno arsi, cioè eliminati, nel giorno della prova del fuoco) cerca di far capire alla fratellanza di non adoperare quei materiali. Siccome però c’è di mezzo la responsabilità personale, che equivale a libera scelta per ogni singolo costruttore, non può ordinare di costruire solamente oro, argento e pietre preziosi.  
 
Appare pertanto chiaro che pur essendo nominati insieme tutte e sei i materiali, c’è netta distinzione tra le due categorie, per il valore che hanno. Se non si accetta la distinzione dei materiali, in pratica significa che l’opostolo non si rendeva conto di quello che scriveva. In questo senso deve essere intesa la parola “screditare”.
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« Rispondi #42 Data del Post: 30.09.2011 alle ore 17:24:33 »
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Grazie per la chiarificazione! nonostante tutto, però, non riesco ad essere del tutto convinto: provvederò a studiare più approfonditamente la questione in modo da comprendere al meglio il discorso!
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« Rispondi #43 Data del Post: 01.10.2011 alle ore 13:56:53 »
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on 24.09.2011 alle ore 12:37:25, Caste wrote:
 
Nel 12, come abbiamo visto, elenca 6 materiali. Non vorrei dire, ma il fatto che si sia posta enfasi in tutti i precedenti post sull'infiammabilità o no di ognuno di questi, mi pare leggermente fuorviante: Non esiste alcun materiale che non sia infiammabile ad una determinata temperatura e questo lo sappiamo bene noi ma lo sapevano bene anche i romani, o gli ebrei, o tutti i popoli dall'età del bronzo in avanti.

 
finalmente....
 

on 24.09.2011 alle ore 12:37:25, Caste wrote:
Zaccaria 13:9: "Metterò quel terzo nel fuoco, lo raffinerò come si raffina l'argento, lo proverò come si prova l'oro; essi invocheranno il mio nome ed io li esaudirò..."...un processo noto a chiunque, per mostrare ciò che avverrà nel giorno di Cristo, in qui tutto sarà manifesto, ovvero: nel momento in cui tutte le opere verranno messe in luce.

 
hai azzeccato in pieno
 

on 24.09.2011 alle ore 12:37:25, Caste wrote:
 
Ora, cosa succede nel passaggio del fuoco a questi 6 materiali?
1-2 Oro ed argento vengono raffinati, ovvero ne vengono rimosse le impurità, uscendo dal fuoco migliori di come erano precedentemente.
3. la maggior parte delle pietre preziose non subisce straordinari cambiamenti dal passaggio nel fuoco, certamente non ne sono rovinate.
4. il legno si carbonizza.
5-6 paglia e fieno praticamente scompaiono.

 
da un punto di vista umano concordo con te ma non dimentichiamo che il fuoco di Dio non è un fuoco come lo conosciamo noi.
Quel che voglio dire io è che: se l´ opera fatta con l´ oro non ha un fondamento, anch´ essa vale così come la paglia e sarà arsa come la paglia.
Il versetto 15 parla chiaro "la sua opera sarà arsa" (non solo quella in oro ma ugualmente quella in paglia) "ei ne avrà il danno" (sia che si tratti di oro, sia che si tratti di paglia)
 
Shalom
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Re: 1 Corinzi 3:15
« Rispondi #44 Data del Post: 01.10.2011 alle ore 14:35:49 »
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on 24.09.2011 alle ore 12:38:32, Caste wrote:
Dunque, se tutto passa nel fuoco, chi è rimasto fermo nella fede, ma non ha operato per Dio, sarà comunque salvato, Però della sua opera non rimarrà niente. Mentre chi, diversamente, oltre ad aver costruito sulla fede, ha impreziosito il tempio con lo zelo per il Signore, allora avrà un premio maggiore.

 
quoto quasi pienamente tutto quello che hai detto fino quà e grazie di questi tuoi interventi.
Riguardo a quest´ ultimo pensiero però io direi che per Gesù o c´è fede viva o non c´ è.
Se uno crede e questa sua fede non porta frutto allora credo che Gesù quando lo avrá davanti, lo tratterà come trattò il fico che non gli voleva dare frutto.
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