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   Matteo 5:48
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   Autore  Topic: Matteo 5:48  (letto 870 volte)
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Matteo 5:48
« Data del Post: 28.02.2011 alle ore 12:23:26 »

Il Signore ha detto:
 
Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste. - Matteo 5:48"
 
Nel testo originale greco non c’è l’imperativo "siate", bensì l’indicativo futuro "sarete" (ESESTHE), quindi la traduzione esatta è: "Sarete dunque voi perfetti".
 
Il tempo futuro ci fa capire che non possiamo essere perfetti da soli e di conseguenza la perfezione si può raggiungere solo per intervento Divino. Il Signore Gesù Cristo si è fatto santificazione per noi e, se lo accettiamo come Signore e Salvatore, anche noi veniamo santificati per i suoi meriti:  
 
Per loro io santifico me stesso, affinché anch'essi siano santificati nella verità. - Giovanni 17:19
 
Quando accettiamo Gesù come Signore e Salvatore siamo immediatamente salvati, perché siamo giustificati, resi giusti e santi. Questo è uno stato di santità, avuto per grazia e non per opera.  
La santificazione ci porta alla perfezione perché:
 
Infatti con un'unica offerta egli ha reso perfetti per sempre quelli che sono santificati. - Ebrei 10:14
 
Lo stato di santificazione implica la necessità della santificazione continua (vedi Ebrei 12:14 ecc.) che è l'azione di mantenimento della salvezza ricevuta per grazia allo scopo di evitarne il rigetto. Perciò bisogna camminare nella luce (1Giovanni 1:7) e questo si fa leggendo la Bibbia e obbedendo sempre alla Parola di Dio.  
 
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« Ultima modifica: 28.02.2011 alle ore 12:27:25 by New » Loggato
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Re: Matteo 5:48
« Rispondi #1 Data del Post: 28.02.2011 alle ore 15:43:27 »

Che non possiamo essere perfetti da soli, e che per la giustizia di Cristo siamo giustificati, è senza dubbio il kerigma evangelico.
Altresì, che la perfezione si raggiungerà quando saremo accolti con il Signore, c’è lo dice Paolo ai Filippesi 3:12 ss.  
 
Altra cosa invece, è qui il contesto con la grammatica, dove la perfezione non è un grado da raggiungere “ôs estin teleios ò pater” (come è perfetto il Padre), ma l’amore quale inclinazione che deve distinguere i figluoli di Dio, e che Paolo chiama “l’amore che è il vincolo della perfezione” (Col.3:14).
 
Il verbo è si un medio indicativo futuro, ma la forma media riguarda il soggetto che deve compiere l’azione per sé, il nostro riflessivo, che con il comparativo “hôs” del Padre (qui l’amore quale natura e modello di comparazione di Dio, confr. i vs. precedenti), diviene un’esortazione nonché un dovere richiesto da Gesù per il suo regno, cioè “voi dovete essere perfetti come”, da qui il senso delle traduzioni nostrane.
 
Infatti dai versi precedenti Gesù dice:  
non contrastate il malvagio; anzi, se uno ti percuote sulla guancia destra, porgigli anche l'altra;
a chi vuol litigare con te e prenderti la tunica, lasciagli anche il mantello.
Se uno ti costringe a fare un miglio, fanne con lui due.  
Da' a chi ti chiede, e a chi desidera un prestito da te, non voltar le spalle.
Voi avete udito che fu detto: "Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico". Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano,  
Se infatti amate quelli che vi amano, che premio ne avete? Non fanno lo stesso anche i pubblicani?  
E se salutate soltanto i vostri fratelli, che fate di straordinario? Non fanno anche i pagani altrettanto?

 
In altre parole, “siate perfetti” cioè compiuti nell’esercizio del vostro amore verso tutti, senza escludere alcuno.
 
Consiglio: bisogna sempre coniugare la grammatica a l’esegesi contestuale altrimenti si distorce il senso che intendeva l’autore!
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Re: Matteo 5:48
« Rispondi #2 Data del Post: 28.02.2011 alle ore 16:02:00 »

Grazie per l'utile risposta e per la precisazione sulla forma media del futuro.
Consultando (col programma la Parola) diverse traduzioni in inglese, avevo visto che alcune versioni traducono con "you (oppure Ye) shall be perfect", cioè "dovrete essere perfetti", col verbo al futuro.
 
Con la Legge era impossibile diventare perfetti:

La legge infatti, avendo solo l'ombra dei beni futuri e non la realtà stessa delle cose, non può mai rendere perfetti quelli che si accostano a Dio con gli stessi sacrifici che vengono offerti continuamente, anno dopo anno.
- Ebrei 10:1
 
Quindi si poteva essere perfetti prima del Suo sacrificio?  
 
Con un'unica offerta, infatti, egli ha reso perfetti per sempre coloro che sono santificati. - Ebrei 10:14
 
Sono perfettamente d'accordo che occorre anche il nostro impegno, che è doveroso, ma quello che vorrei dire (come hai pure tu scritto) è che senza il Suo sacrificio nessuno poteva essere perfetto da solo con i suoi sforzi e che anche la perfezione, come la santificazione e la giustificazione è per grazia.
 
Grazie
SHALOM
« Ultima modifica: 28.02.2011 alle ore 17:09:25 by New » Loggato
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Re: Matteo 5:48
« Rispondi #3 Data del Post: 28.02.2011 alle ore 20:52:20 »

Ok sulla grazia, sulla giustificazione, sul sacrificio propiziatorio di Gesù Cristo … ma (e chiudo onde non essere ripetitivi senza apportare altro alla discussione), non è questo il tema, nè quello che chiede Gesù in Matteo 5.
Gesù nel contesto di Matteo 5 non sta dicendo che Egli avrebbe fatto un sacrificio perfetto sulla croce e coloro che avrebbero creduto sarebbero stati poi perfetti, cosa che invece parla l’epistola agli Ebrei (con un'unica offerta ha purificato col proprio sangue i credenti).  
Tra l’altro in Matteo, all'inizio del Suo ministerio, i discepoli neanche potevano comprendere.
 
Ma, e ripeto, chiede la perfezione nell’esercizio dell’amore (qui comparato a Dio quale fonte e natura dell’Amore) verso il prossimo, cioè tutti, senza condizioni e senza esclusione di alcuno.
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