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(Messaggio iniziato da: Server_Notizie il 12.07.2007 alle ore 10:41:51)

Titolo: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Server_Notizie il 12.07.2007 alle ore 10:41:51
LONDRA - La Bibbia non solo come testo di fede. Ma anche come racconto di valore storico. In una tavoletta d'argilla risalente al 595 a.C. è infatti racchiusa un'ulteriore prova del fatto che la Bibbia non è una storia di pura fantasia. Inciso a caratteri cuneiformi, nel reperto del British Museum compare, infatti, il nome di un funzionario al servizio del re babilonese Nabucodonosor citato anche dal Vecchio Testamento, nel trentanovesimo capitolo del libro di Geremia.

La scoperta - rivoluzionaria in termini di archeologia religiosa in quanto per la prima volta un documento storico prova l'esistenza di una persona comune nominata dalla Bibbia - è stata fatta a Londra dal professor Michael Jursa dell'Università di Vienna, giunto nella capitale britannica per un viaggio di ricerca. «È stato molto eccitante e sorprendente - ha rivelato lo studioso, uno dei pochi al mondo a saper decifrare senza problemi la scrittura cuneiforme - e trovare una tavoletta di questo genere, in cui compare una persona presente anche nella Bibbia, è veramente straordinario».

LA STORIA - La tavoletta, di proprietà del British Museum dal 1920, venne trovata a fine Ottocento nei pressi dell'antica città di Sippar, a circa due chilometri dall'attuale capitale irachena Baghdad. Secondo il professor Jursa, è stata preservata così bene che gli sono bastati soltanto pochi minuti per leggerne l'iscrizione. Le poche righe contenute nel frammento largo 5,5 cm raccontano del «capo degli eunuchi Nebo-Sarsekim» e di un suo generoso dono al tempio babilonese di Esangila: una quantità di oro pari a 0,75 kg. Lo stesso personaggio compare anche nel libro di Geremia. Secondo il profeta, il «capo dei funzionari» era presente nel 587 a.C. quando il re Nabucodonosor «marciò contro Gerusalemme con tutto il suo esercito e mise sotto assedio la città».

«Questo dimostra che la Bibbia non è un'invenzione. È una scoperta interessante non solo per i credenti ma anche per gli storici», ha detto il professor emerito di Studi ebraici all'Università di Oxford, Geza Vermes.

SODDISFAZIONE - Anche il personale del British Museum ha espresso la propria soddisfazione. «Una tavoletta con sopra riportato un atto mondano di commercio è diventata una testimonianza fondamentale per una nuova lettura del Vecchio Testamento. Merita decisamente di diventare famosa», ha commentato Irving Finkel della sezione del museo dedicata al Medio Oriente. La tavoletta fa parte di una collezione di oltre centomila pezzi esaminati ogni giorno da studiosi provenienti da tutto il mondo. Nonostante sia stata sotto gli occhi degli esperti per oltre ottant'anni, nessuno si era mai accorto dell'importanza storica del suo contenuto. La scoperta è già stata classificata, infatti, tra «le più importanti degli ultimi cento anni» per quel che riguarda l'archeologia religiosa. La scrittura cuneiforme è la più antica forma di scrittura conosciuta. Diffusa in Medio Oriente tra il 3200 a.C. e il secondo secolo d.C., è stata impiegata per scrivere ben 15 lingue diverse, tra cui il babilonese, l'assiro e l'ittita. Si trova prevalentemente su tavolette d'argilla, che venivano incise quando il materiale non era ancora asciutto facendo uso di strumenti appuntiti.

da: il Corriere della sera
data: 11 luglio 2007

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 12.07.2007 alle ore 14:01:03
LA STELE DI MOAB


Un ritrovamento significativo risalente al tempo del profeta Eliseo e di Ieoram, re d’Israele, che conferma l’accuratezza dell’episodio biblico narrato in 2 Re 3.

Stele di Moab è il nome dato ad una pietra di basalto alta 115 cm., larga 68 cm. e spessa 35 cm., ritrovata incastonata in un muro tra i ruderi di Dibon, l’antica capitale di Moab.
Mostrata per la prima volta nel 1868 da uno sceicco ad un missionario, in seguito fu ridotta in frantumi dagli abitanti del luogo, i quali pensavano che all’interno vi potesse essere un fantomatico tesoro.

Fu uno studioso francese a raccogliere pazientemente tutti i pezzi, acquistandoli dagli abitanti del luogo. Ne recuperò in totale i 3/5, ma riuscì lo stesso a ricostruire le parti mancanti grazie ad un ricalco su carta, rilevato provvidenzialmente tempo prima, quando la stele era ancora integra.

La scritta incisa sulla pietra è un’iscrizione votiva di Mesha, re di Moab, a Chemosh, dio nazionale, come ringraziamento per le vittorie concessegli su Israele. Anni prima Omri, re d’Israele, aveva sconfitto e reso tributario Moab, regno ad est del Mar Morto, e suo figlio Acab aveva mantenuto quel dominio. Alla morte di quest’ultimo, però, Moab colse l’occasione per rivendicare la propria indipendenza.

Nell’853 a.C. il secondo figlio di Acab, Ieoram, che successe al breve regno di suo fratello Acazia, mosse guerra a Mesha, ma nonostante la vittoria militare finì per ripiegare, inorridito dal sacrificio umano offerto dal suo avversario (cfr. 2 Re 1:1; 3:4-5,27). Mesha, fiero della sua impresa, fece incidere la storia di questa “vittoria” su una lastra di pietra, che poi eresse nella città di Dibon, la capitale del regno moabita.

Tra le altre cose, scrisse: "Io sono Mesha […] Omri, re d’Israele oppresse a lungo Moab […] e suo figlio gli successe, ed anch’egli disse: voglio affliggere Moab […] Ma io ho trionfato su lui e sulla sua casa, ed Israele è perito per sempre […]".
L’iscrizione è incisa con una grafia molto simile a quella israelita e una lingua, il moabitico, che è un dialetto semita strettamente imparentato con l’ebraico biblico, quello usato proprio nei libri dei Giudici, di Samuele e dei Re.

Il reperto è esposto oggi a Parigi, nel museo del Louvre.

Cristiani Oggi aprile 2006

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 30.07.2007 alle ore 21:11:41
Le rovine della Capernaum dei tempi di Gesù


Il sito archeologico identificato con l’antica Capernaum si trova sulla riva nord occidentale del Mar di Galilea. I resti ritrovati coprono un periodo di almeno tremila anni, dal 2000 a.C. al 1000 d.C., ma quelli che riguardano Israele vanno soltanto dal 1200 a.C. al 587 a.C. Noto agli studiosi sin dal 1800, il sito è stato interessato da scavi importanti solo a cominciare dal
1968.

Il Nome

Nei manoscritti dei Vangeli esistono due modi di scrivere il nome Capernaum: Kafarnaouvm (Cafarnaum) e Kapernaouvm (Capernaum).
La prima trascrizione, Cafarnaum, segue strettamente la pronuncia ebraica e sembra essere quella più corretta. Originariamente il nome semitico era Kefar Nahum, ossia “villaggio di Nahum”. Non è stato possibile capire se Nahum si debba intendere come nome proprio o sostantivo, ma nel caso sia, da intendere come sostantivo, può essere tradotto in due modi: “grazioso” e “consolazione”.

Il Villaggio dei Tempi di Gesù

Le rovine si estendono per circa 300 metri lungo le rive del lago e per circa 200 metri dal lago verso le colline. Doveva trattarsi di un piccolo villaggio, il più piccolo tra tutti quelli che si affacciavano sul lago, forse non raggiungeva neppure il migliaio di abitanti: lo storico giudeo Giuseppe Flavio scrive che durante la prima guerra giudaica (66-70 d.C.) Magdala, una delle
cittadine sulle rive del lago, contava una popolazione superiore ai 40.000 abitanti.

Capernaum nei Vangeli

All’inizio del ministerio Gesù lasciò Nazaret e si trasferì a Capernaum (Matteo 4:13), facendone in qualche modo la “sua città” (Matteo 9:1).
Questo villaggio sembrava particolarmente adatto alla missione del Signore. Rispetto a Nazaret, infatti, che era soltanto un isolato villaggio di montagna, Capernaum era un crocevia di primaria importanza in quanto sorgeva lungo la via imperiale per Damasco, al confine tra la tetrarchia di Erode Antipa e i territori governati da suo fratello Filippo (Luca 3:1). Il passaggio di un’importante arteria commerciale che collegava la Galilea con le regioni settentrionali e la posizione di confine spiegano la presenza in questa località di molti pubblicani, i doganieri che esigevano i tributi (Matteo 9:10).
L’esistenza di una dogana chiarisce anche perché proprio a Capernaum, nonostante le dimensioni del villaggio, risiedeva un intero contingente di soldati romani con, a capo, un centurione.
I Vangeli mostrano che le relazioni tra i soldati e gli abitanti erano così cordiali che il centurione contribuì in maniera importante alla costruzione della sinagoga cittadina.
Dal canto loro, gli anziani del villaggio si mostrarono pronti a ricambiare tanta cortesia intercedendo presso Gesù perché guarisse il servo del centurione (Luca 7:1-10).
La popolazione del villaggio era molto stratificata e i pubblicani e i soldati romani convivevano con un gran numero di pescatori, contadini, artigiani, mercanti. Gesù scelse alcuni dei Suoi discepoli proprio tra loro: i pescatori Pietro, Andrea, Giacomo e Giovanni (Matteo 4:12-22) e il pubblicano Matteo (Marco 2:13-14). La riva del lago dove sorgeva Capernaum era, e lo è ancora oggi, particolarmente ricca di pesci, perciò non c’è da meravigliarsi se Pietro e suo fratello Andrea scelsero di lasciare Betsaida, loro luogo d’origine, per attraversare il bacino d’acqua e raggiungere Capernaum, dove speravano di esercitare più proficuamente la propria attività di pescatori (Giovanni 1:44).

La Sinagoga di Capernaum

Durante i primi rudimentali scavi condotti all’inizio del 1900, gli archeologi riportarono alla luce un’antica e imponente sinagoga, definita: “Un edificio che per costo, lavoro e ornamenti sorpassava qualsiasi cosa vista in Palestina”.
Nel 1969 gli studiosi scopersero che la famosa sinagoga del I secolo, quella visitata da Gesù, giaceva sepolta appena sotto la monumentale sinagoga bianca, risalente al III secolo, della quale erano affiorati i resti. Di norma, in passato, le strutture religiose venivano ricostruite sempre sulla stessa area.
Fu proprio in questo luogo che Gesù predicò il meraviglioso sermone sul “Pane della Vita”, riportato nel Vangelo di Giovanni (6:24-71), e fu abbandonato dalla folla.

La Casa di Pietro?

Oltre a dissotterrare la sinagoga, a circa 30 metri di distanza gli archeologi portarono alla luce una chiesa paleocristiana a forma ottagonale. La chiesa era originariamente una domus-ecclesia, ossia un complesso abitativo nel quale si riunivano i cristiani del villaggio alla fine del IV sec. d.C.
La struttura fu subito suggestivamente identificata, per la verità in modo abbastanza arbitrario, con la “casa di Pietro”.
L’abitazione segue nello stile le case tipiche del luogo, ossia tante stanze raggruppate intorno ad un ampio cortile, di grandezza maggiore, condiviso da più famiglie imparentate che vivevano insieme secondo l’uso patriarcale. Nella casa si accedeva dalla strada pubblica attraverso l’unica entrata del cortile comune.
Anche i Vangeli attestano che Pietro e suo fratello Andrea condividevano la stessa casa (Marco 1:29-30).
Con ogni probabilità Gesù fece di una casa simile a questa la propria dimora, anzi alcuni studiosi sostengono che Gesù scelse di dimorare proprio a casa di Pietro, perché fu a lui che gli esattori chiesero di pagare l’imposta dovuta al tempio da ogni israelita sopra i vent’anni.
Pietro viene interpellato dagli esattori quasi avesse l’obbligo di pagare anche per Gesù. L’evento è narrato soltanto nel Vangelo scritto da Matteo, ex esattore di Capernaum (Matteo 17:24-27).
Anche la guarigione del paralitico deve essere avvenuta in una casa simile a quella ritrovata dagli archeologi. La cosiddetta “casa di Pietro”, infatti, si affaccia sulla spaziosa strada principale che attraversa il villaggio da nord a sud, alla maniera ellenistico-romana del cardo maximus. Tra la strada e l’entrata vi è un ampio spazio aperto, a forma di “elle”, una conformazione che rende possibile l’assembramento di molte persone sia all’ingresso della casa sia lungo la via (Marco 1:32-33).
Il paralitico fu calato da un tetto che era fatto, come dimostrano le scoperte archeologiche nel quartiere residenziale del villaggio, di travi di legno e un impasto di terra battuta e paglia, ed era facilmente raggiungibile attraverso una rampa di scale che dal cortile conduceva al terrazzo (Marco 2:1-4).
Oltre alla casa di Pietro, nei Vangeli vengono menzionate almeno altre tre abitazioni di Capernaum: quella di Matteo, dove Gesù cenò con alcuni pubblicani (Marco 2:15-17), quella di Iairo, il capo della sinagoga al quale Gesù riportò in vita la figlia (Marco 5:21-23, 35-43), e quella del centurione romano (Luca 7:1-10). Nessuno finora ha formulato delle ipotesi sulla
loro identificazione.

C.O. Feb.06

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 20.08.2007 alle ore 10:08:17
Altro ritrovamento interessante sono le cosidette "LETTERE DI LACHIS".


La conferma archeologica di quanto descritto dal profeta Geremia sull’imminente distruzione di Gerusalemme.

Data: 586 a.C. - Personaggi: Nabucodonosor, Sedechia, Geremia - Riferimenti biblici: Ger.34:6-7; 38:4; 42:1


Lachis era il nome di una città-fortezza strategica, situata a 45 Km a Sud-Ovest di Gerusalemme.
Sull’antico sito di questa città una missione archeologica inglese ha condotto, dal 1932 al 1938, degli scavi che hanno permesso il ritrovamento, tra le rovine del corpo di guardia della porta principale della città, di 21 frammenti di vasi di terracotta con iscrizioni in ebraico.
*[I cocci («ostraka» in greco) costituivano un supporto alternativo per la scrittura quando il papiro era introvabile o troppo costoso, oppure quando i messaggi erano brevi e d’interesse momentaneo].
I cocci ritrovati, denominati poi “Lettere di Lachis”, risalgono al 586 a.C. e contengono messaggi urgenti scritti da Osaia, ufficiale di un avamposto presso Gerusalemme, a Ioas, comandante della guarnigione di Lachis, nei quali si esprime preoccupazione per l’approssimarsi dell’esercito nemico.
La lingua usata è un buon ebraico, analogo a quello del libro del profeta Geremia, e il contenuto riflette la tensione sociale e politica esistente durante il regno di Sedechia. Figlio del compianto Giosia, questo re successe al nipote Ioiachin per volontà del re babilonese Nabucodonosor, ma ben presto si alleò con gli Egiziani e si ribellò. Per punire il tradimento, Nabucodonosor distrusse con gran ferocia Gerusalemme e il suo Tempio, e condusse in cattività parte dei suoi abitanti (2 Re 24:8-25:12). Geremia aveva profetizzato l’imminente catastrofe, ma Sedechia non gli aveva dato ascolto (Geremia 34:1-3).
In una delle lettere si parla dell’arrivo di un generale ebraico che deve recarsi in Egitto, un chiaro eco degli intrighi tra il re di Giuda e il faraone per opporsi alla potenza babilonese.
Nelle lettere compaiono nomi come Neria, Ghemaria, Shemaia, Osaia, comuni anche al libro di Geremia. Sebbene sia alquanto improbabile che si tratti delle stesse persone, la somiglianza tra i nomi testimonia che il periodo al quale risalgono le lettere è quello del profeta Geremia.
In una lettera ci si lamenta di parole che “rendono fiacche le mani, deprimono le energie del paese e delle città", espressione del tutto simile a quella rivolta al re contro Geremia:
“Quest’uomo sia messo a morte, poiché rende fiacche le mani degli uomini di guerra, che rimangono in questa città, e le mani di tutto il popolo, tenendo loro tali discorsi…” (Geremia 38:4).
Un’altra lettera dev’essere stata scritta subito dopo il messaggio rivolto da Geremia a Sedechia quando ancora le città di Lakish e Azekah resistevano (Geremia 34:6-7).
Il testo della lettera dice:
“Possa l’Eterno fare in modo che il mio signore ascolti gli auguri di bene che sono stati fatti in questo giorno. Ed ora, il tuo servitore ha fatto tutto ciò che il mio signore ha scritto. Ho scritto sulla porta ogni cosa che il mio signore ha scritto a me [...] e comunico che siamo in attesa dei segnali di fuoco di Lakish, secondo le direttive che il mio signore ha dato, poiché noi non possiamo vedere Azekah”. Probabilmente Azekah era già caduta.
In un’altra lettera ancora, nella quale si parla della partenza di un gruppo di messaggeri per l’Egitto, è scritto: “Per quanto riguarda la lettera di Tobia, mandata dal profeta a Sallum, figliuolo di Jaddua, che dice: “Stai attento, il tuo servo l’ha mandata al mio signore”.
Chi era il profeta di cui si parla nella lettera? Era forse Geremia? L’autore delle lettere ritrovate a Lakish aveva forse capito che le parole di Geremia erano da Dio?

C.O. Gen.’06



Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 31.08.2007 alle ore 14:10:58
GLI SCAVI DI CANA



KAFR CANA – Cana, il villaggio dell’antica Galilea dove il Vangelo narra che Gesù mutò l’acqua in vino, è oggetto di un’indagine archeologica, che spera di riportare alla luce le sue rovine prima che siano polverizzate da nuovi lavori di costruzione.

Il sito, è situato nei pressi di Karm-a-Ras, un pendio pittoresco, punteggiato da piante d’ulivo risalenti al XIV e XV secolo. Sovrasta una florida area agricola, parte della quale potrebbe essere convertita in un parco archeologico.

Molte delle case di Cana contengono bagni rituali e contenitori di pietra ad indicare che i suoi abitanti erano Ebrei della Galilea, al tempo del miracolo descritto dal Vangelo di Giovanni. Non sono stati trovati contenitori di vetro d’importazione, un fattore che attesta la sua identità ebraica ed il contesto economicamente modesto.

Ciò potrebbe spiegare perché, nel corso del matrimonio citato nel Vangelo, il vino finì dopo soli tre giorni, sebbene i festeggiamenti sarebbero dovuti durare una settimana.

Il primo miracolo di Gesù è descritto in Giovanni 2:1-10.

Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “non hanno più vino”. Poco lontano si trovavano sei giare di pietra, del tipo usato dagli ebrei per i bagni cerimoniali. Gesù disse allora ai servi di riempire le giare d’acqua, “fino all’orlo”. Quindi disse ancora: “Ora attingete e portatene al maestro di tavola.” Loro lo fecero, ed il maestro di tavola assaggiò l’acqua che si era mutata in vino.

Yardenna Alexandre, un’archeologa israeliana formatasi in Inghilterra, ha scavato il sito che lei associa ad un villaggio dell’era romana nel quale si dice che sia accaduto il miracolo.

Ricercatrice presso l’Istituto di Archeologia all’University College di Londra, ha condotto uno scavo di recupero della durata di un mese, nel corso del quale sono state trovate 11 ampie giare da conservazione. Erano state riposte in un ripostiglio sotterraneo, scavato nel letto di roccia dagli abitanti del villaggio, probabilmente per sottrarle alle legioni romane del futuro imperatore Vespasiano. Le giare, in perfette condizioni, contenevano per lo più grano o altro tipo di frumento.

I nascondigli a forma di igloo erano collegati ad un tunnel che si apriva su un’ampia fossa, con un’apertura nascosta ad un’estremità per consentire la fuga.

La Alexandre ha voluto sottolineare che il suo lavoro scientifico non è stato motivato dal miracolo associato a Cana.

“L’archeologia non può dimostrare o confutare i miracoli” ha dichiarato. “Ma può offrire un background realistico alla narrazione evangelica…"

“La mia visione è che il resto del sito sarà scavato e diverrà visibile ed accessibile a pellegrini e turisti di tutto il mondo, interessati a vedere come era Cana al tempo di Gesù” ha dichiarato Alexandre.

Mentre le giare trovate non erano usate per conservare acqua, ha dichiarato di trovare plausibile che Gesù abbia visitato una povera città come Cana, evitando la molto più prospera Sepphoris poco lontano. “Sepphoris apriva i suoi portali ai romani” ha dichiarato.

Il villaggio dell’era romana di Cana, fu costruito sulle rovine di un insediamento dell’età del Ferro, datato al 1,000 a.C. La maggior parte delle sue strutture risale al tempo in cui il regno dei Re Davide e Salomone fu diviso nel Regno Meridionale di Giudea ed il Regno Settentrionale di Israele.

L’antica città fu distrutta nel IX secolo a.C., probabilmente dagli armeni che regnarono quindi su Damasco, e sulla Siria. L’antica Cana fu ricostruita prima della fine del IX secolo.

Per il I secolo d.C., la sua economia era basata sull’agricoltura, ed i cristiani vivevano insieme agli ebrei, spiega la Alexandre, che ha usato monete e ceramiche per la datazione al carbonio. Ma nel IV secolo le due comunità si divisero.

Il sito originario fu abbandonato nel V secolo, e poco lontano si sviluppò il villaggio di Kafr Cana – oggi una piccola città.

da:www.wpherald.com
http://toldot.blogspot.com/2006/04/kafr-cana-update.html

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di saren il 01.09.2007 alle ore 17:25:29
Forse scoperto il secondo tempio di Gerusalemme
Inserita il 1/9/2007 alle 17:20 nella categoria: Rassegna Stampa


GERUSALEMME - Resti del secondo tempio ebraico di Gerusalemme potrebbero essere stati scoperti per caso nell'area del Monte del tempio, dove erano in corso lavori per la realizzazione di tubature.

Uno degli archeologi chiamati ad esaminare i ritrovamenti, Gaby Barkai, dell'università "Bar Ilan", ha raccomandato al governo israeliano di bloccare i lavori perché hanno portato alla luce "un imponente muro lungo sette metri".

Il secondo tempio fu costruito nel 515 a.C e distrutto nel 70 d.C dall'imperatore romano Tito. È detto anche tempio di Erode perché Erode il grande ordinò un suo importante ampliamento. Oggi ne rimane il muro occidentale, o muro del Pianto. L'area interessata, approvati dall'ufficio islamico per gli Affari religiosi (Waqf), si estende per un metro e mezzo in profondità e cento metri di lunghezza.
Nella zona, conosciuta in tutto il mondo islamico come "Spianata delle moscheee", terzo luogo sacro per l'Islam dopo la Mecca e Medina, si trovano anche la Moschea di Al-Aqsa e la Cupola della Roccia. Gli ebrei la chiamano Monte del Tempio, o Monte Moriah su cui sorgeva il secondo tempio, ricostruzione del primo distrutto dal babilonese Nabucodonosor.

da: www.culturalnews.it
data: 30 agosto 2007


Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 06.09.2007 alle ore 12:16:54
“Canti del Mare”


Gerusalemme – Un antico manoscritto del Nuovo Testamento, di circa 1 300 anni or sono è stato finalmente esposto per la prima volta, dopo essere passato da una camera segreta della sinagoga del Cairo alle mani di un collezionista americano.

Il manoscritto, contenete la sezione dei “Canti del Mare” del Libro dell’Esodo, si data al VII d.C., e proviene da quelle che gli studiosi chiamano “l’era silente” – un periodo di 600 anni tra il III e l’VIII secolo dal quale nessun manoscritto è pervenuto a noi.

Si trova attualmente esposto per la prima volta al Museo Israeliano di Gerusalemme.

La pergamena si ritiene essere stata lasciata alla Genizah del Cairo, un ampio deposito di manoscritti ebrei, scoperti verso la fine del 1800. In una sala precedentemente sconosciuta dell’antica Sinagoga di Ben Ezra del Cairo. È stata in mani private fino alla fine degli anni ’70, quando il suo proprietario, americano ma libanese di nascita, lo ha offerto alla Sezione Manoscritti, Libri Rati e Collezioni Speciali della Duke University.

http://www.int.iol.co.za/index.php?set_id=1&click_id=588&art_id=nw20070604221108372C203015

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di saren il 24.09.2007 alle ore 10:20:05
Gerusalemme, scoperta cava pietre tempio Erode

Inserita il 24/9/2007 alle 10:12 nella categoria: Rassegna Stampa

GERUSALEMME - C'è emozione negli ambienti archeologici israeliani per la scoperta di una grande cava a nord di Gerusalemme da dove si presume siano state tratte le grandi pietre utilizzate per innalzare le mura di cinta del Tempio di Erode.

La cava, di dimensioni insolitamente vaste, è stata scoperta per caso durante lavori edili legati alla costruzione di una nuova scuola nel rione ortodosso di Ramat Shlomo, nella periferia settentrionale della città. La zona ha una elevazione di circa 80 metri rispetto alla Spianata del Tempio (oggi nota come Spianata delle Moschee).

Gli archeologi rilevano inoltre che si trovava vicino alla via maestra che conduceva alla zona del Tempio e che la inclinazione moderata del terreno avrebbe potuto facilitare il compito dei possenti tori incaricati di trascinare i pesanti fardelli.

"Di cave ne abbiamo rinvenute non poche nella zona di Gerusalemme - ha detto all'Ansa Yuval Baruch, uno dei responsabili degli scavi. - Ma la cosa che lascia stupiti è la straordinaria dimensione delle pietre asportate da questa cava: erano larghe tre, quattro, cinque, anche otto metri. Si tratta di dimensioni straordinarie non solo per Gerusalemme ma per tutta la regione. Non potevano essere destinate che ad edifici monumentali sul monte del Tempio".


da: ATS
data: 23 settembre 2007

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 16.11.2007 alle ore 14:38:27
La Bibbia come racconto di
valore storico


In una tavoletta d'argilla, materiale usato come supporto scrittorio che s’incideva quando non era ancora asciutto, risalente al 595 a.C. è racchiusa un'ulteriore prova del fatto che la Bibbia non è una storia di pura fantasia. Inciso a caratteri cuneiformi compare il nome di un funzionario al servizio del re babilonese Nabucodonosor citato anche dall’Antico Testamento (cfr. Geremia cap.39).

http://img410.imageshack.us/img410/5725/tavolettadargillapf8.png (http://imageshack.us)


La scoperta è di quelle rivoluzionarie in quanto per la prima volta un documento storico prova l'esistenza di una persona comune nominata dalla Bibbia. A farla è stato un professore
dell'Università di Vienna, giunto nella capitale britannica per un viaggio di ricerca. Lo studioso in questione è uno dei pochi al mondo a saper decifrare senza problemi la scrittura cuneiforme, ossia la più antica forma di scrittura conosciuta:
diffusa in Medio Oriente tra il 3200 a.C. e il II secolo d.C., è stata impiegata per scrivere ben 15 lingue diverse, tra cui il babilonese, l'assiro e l'ittita.

La tavoletta, di proprietà del British Museum dal 1920, venne trovata a fine Ottocento nei pressi dell'antica città di Sippar, a circa due chilometri dall'attuale capitale irachena.
Secondo il professore viennese, è stata preservata così bene che gli sono bastati soltanto pochi minuti per leggerne l'iscrizione.
Le poche righe contenute nel frammento largo appena 5,5 cm raccontano del “capo degli eunuchi Nebo-Sarsekim” e di un suo generoso dono al tempio babilonese di Esangila. Lo stesso  personaggio compare anche nel libro di Geremia (cfr.39:3), che attesta la presenza di Sarsechim nel 587 a.C., quando “Nabucodonosor re di Babilonia venne con tutto il suo esercito contro Gerusalemme e la cinse d'assedio” (Geremia 39:1).

È un’ulteriore dimostrazione, qualora ve ne fosse stato bisogno, che la Bibbia non è un'invenzione. La scoperta è interessante non solo per i credenti ma anche per gli storici.
Una tavoletta che riporta un atto di commercio è diventata una testimonianza fondamentale per l’Antico Testamento. Il reperto fa parte di una collezione di oltre centomila pezzi esaminati ogni giorno da studiosi provenienti da tutto il mondo. Nonostante sia stata sotto gli occhi degli esperti per oltre ottant'anni, nessuno si era mai accorto dell'importanza storica del suo contenuto.
La scoperta è già stata classificata tra “le più importanti degli ultimi cento anni” per quel che riguarda l'archeologia biblica.


C.O. Lug.07

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 03.12.2007 alle ore 13:14:03
La Bibbia aveva ragione
sulle vicende dei re d'Israele


Gli scavi confermano la realtà storica della narrazione sacra


GERUSALEMME - Importanti scavi nel sito di Tel Megiddo (Israele), località nota dell’Antico Testamento come «Armageddon», stanno rivelando alcuni aspetti del regno dei re Davide e Salomone che confermerebbero la realtà storica degli eventi narrati nella Bibbia.

L’annuncio è stato dato dal professor Israel Finkelstein, direttore del Department of Archaeology and Ancient Near Eastern Cultures dell’Università di Tel Aviv, che sta dirigendo gli scavi a Tel Megiddo dal 1994. Secondo Finkelstein, reperti recentemente riportati alla luce (risalenti ai primi tre millenni a.C.) mostrerebbero interessanti paralleli con la narrazione biblica, in particolare con le vicende di re Salomone.

Teatro di alcune importanti battaglie dell’antichità in cui si fronteggiarono Egiziani, Mitanni, Assiri ed Ebrei, Megiddo fu abitata per sei millenni di seguito (circa 7.000-500 a.C.) e occupata sporadicamente per un altro millennio. Secondo una profezia contenuta nel Nuovo Testamento, a Megiddo avrà luogo la battaglia escatologica tra il bene e il male (Armageddon significa «la collina di Megiddo»).

Scopo degli scavi della missione diretta da Finkelstein è quello di studiare la stratificazione e la cronologia del sito dall’età del Bronzo a quella del Ferro e più specificatamente di chiarire l’identificazione dello strato che rappresenta la Megiddo dell’età di re Salomone.

www.lastampa.it 3/12/2007

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 21.01.2008 alle ore 12:28:22
Trovato a Gerusalemme un sigillo dell’epoca del Primo Tempio  


http://img245.imageshack.us/img245/1192/sigillowf1.jpg (http://imageshack.us)E’ stato scoperto in uno scavo archeologico nella Città di David, a Gerusalemme, un sigillo di pietra che reca il nome di una delle famiglie che servivano nel Primo Tempio e che poi tornarono a Gerusalemme dopo essere state esiliate a Babilonia.

Il sigillo in pietra nera, vecchio di 2.500 anni, che reca inciso il nome "Temech", è stato trovato questa settimana in mezzo a macerie stratificate nello scavo in atto subito fuori delle mura della Città Vecchia vicino alla Porta dell’Immondizia.
Ne ha dato notizia l’archeologa Eilat Mazar che dirige lo scavo.

Secondo il Libro di Neemia, la famiglia Temech era al servizio del Primo Tempio e fu mandata in esilio a Babilonia in seguito alla distruzione del Tempio perpetrata dai babilonesi nel 586 a.C. Secondo la Bibbia, la famiglia era tra quelle che in seguito ritornarono a Gerusalemme.

Il sigillo, acquistato a Babilonia e datato 538-445 a.C, raffigura una comune e popolare scena di culto, spiega Mazar. Sul sigillo ellittico di 2,1 x 1,8 cm sono incise le figure di due sacerdoti barbuti, in piedi ai due lati di un altare di incenso, con le mani levate in posizione di preghiera. Un quarto di luna, simbolo del principale dio babilonese Sin, appare in cima all’altare. Sotto questa scena, dice Mazar, ci sono tre lettere ebraiche che formano il nome Temech.

La Bibbia fa riferimento alla famiglia Temech: "Questi sono i figli della provincia, che uscì dalla cattività, di quelli che erano stati portati via, che il re di Babilonia Nabuccodonosor aveva portato via, e che ritornarono a Gerusalemme e a Giuda, ciascuno nella sua città." [Neemia 7:6]... "I Nethinim [7:46]"... I figli di Temech." [7:55].
Il fatto che questa scena di culto si riferisca al principale dio babilonese non sembra aver disturbato gli ebrei, che la usarono sul proprio sigillo, aggiunge Mazar.
Il sigillo di uno dei membri della famiglia Temech, dice Mazar è stato trovato a poche decine di metri dall’area Opel, dove i servitori del Tempio, o "Nethinim", vivevano al tempo di Neemia.

"Il sigillo della famiglia Temech ci fornisce un collegamento diretto tra archeologia e fonti bibliche ed è una prova dell’esistenza di una famiglia menzionata nella Bibbia.
Non si può fare a meno di essere sorpresi dalla attendibilità che il reperto archeologico conferisce alla fonte biblica fornita”.


L’ archeologa, che ha raggiunto fama internazionale per i suoi recenti scavi che potrebbero aver portato alla luce il palazzo di re David, ha recentemente trovato i resti di un muro di Neemia.
Lo scavo è sponsorizzato dal Centro Shalem, un istituto di ricerca di Gerusalemme di cui Mazar è membro anziano, e dalla City of David Foundation.

(Da: Jerusalem Post, 17.01.08)  
http://www.israele.net/sections.php?id_article=1969§ion_cat=

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 29.02.2008 alle ore 14:00:11
Sigilli dell’ottavo secolo a.C. rinvenuti nella Città di Davide presentano una particolarità



Gli scavi condotti nella Città di Davide,
a Gerusalemme, hanno permesso di rilevare un fenomeno particolare che segna uno sviluppo nel costume degli antichi abitanti della città.  
http://img257.imageshack.us/img257/9042/iaasealvp7.th.jpg (http://img257.imageshack.us/my.php?image=iaasealvp7.jpg) Precedenti reperti, del nono secolo a.C., comprendevano sigilli decorati solo con immagini (di una barca o di animali: pesci, lucertole e uccelli), ma a partire dal secolo successivo si osserva che commercianti e pubblici ufficiali cominciarono ad apporre sui sigilli i loro nomi.

Nello scavo in corso nei pressi della sorgente del Gihon, nella Città di Davide, gli archeologi hanno trovato ceramiche risalenti al Secondo Periodo del Ferro (ottavo secolo a.C.) insieme con frammenti di tre bullae (tondelli di argilla usati per sigillare lettere e merci) e due sigilli di pietra, che si utilizzavano per produrre tali impronte. Tutti hanno nomi scritti in ebraico. Uno dei sigilli (vedi foto) mostra di essere stato proprietà di un abitante della città chiamato “Rephaihu (figlio di) Shalem”.

I direttori dello scavo sono il professor Ronny Reich dell’Università di Haifa ed Eli Shukron del Dipartimento delle Antichità di Israele.

A cura di R.P.  SBF Taccuino (28/2/2008)



Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Ewigen il 11.03.2008 alle ore 00:10:02
Israele - Scoperta arnia del X - IX secolo a.C.
MEDIO ORIENTE, 07:18:00

2007-09-11 Gerusalemme

Scavi dell'Università di Gerusalemme svelano nella "Terra del latte e del miele" i primi alveari dell'antico Medio Oriente.

La testimonianza archeologica della descrizione biblica di Israele come la "terra dove scorrono latte e miele" (o perlomeno il secondo) è stata trovata dai ricercatori dell'Istituto di Archeologia dell'Università di Gerusalemme, i quali annunciato che la prima arnia (colonia di alveari) che risale al periodo biblico è stata trovata negli scavi di Tel Rehov, nella valle Beth Shean. Si tratta della prima arnia finora trovata in uno scavo archeologico nell'antico Medio Oriente, hanno detto gli archeologi, e risale al X-IX secolo a.e.v.
Tel Rehov è ritenuta una delle più importanti città di Israele durante la monarchia israelita. Gli alveari sono stati trovati nel centro di una zona costruita, già scavata dal1997. Nell'arnia sono state rinvenute tre file di alveari, che contenevano oltre 30 sciami l'uno. Sembra però, basandosi sugli scavi fatti finora, che in totale l'area contenesse circa 100 alveari.
Ogni fila conteneva almeno tre strati di alveari, ciascuno dei quali è costituito da un cilindro composto di argilla cruda e paglia secca, lungo circa 80 cm e largo circa 40. Un capo del cilindro era chiuso e aveva un piccolo foro, che permetteva l'entrata e l'uscita delle api. Il lato opposto era coperto con un coperchio d'argilla che si poteva togliere quando l'apicultore estraeva i favi. Gli esperti di api e gli studiosi che hanno visitato il sito dicono che da questi alveari si poteva raccogliere fino a mezza tonnellata di miele l'anno.
L'unicità della scoperta sta nel fatto che alveari veri e propri non sono mai stati trovati in alcun sito dell'antico Medio Oriente, anche se ne sono state trovate alcune rappresentazioni di periodo ellenistico e romano, oltre che nell'Egitto dei faraoni.
Gli alveari cilindrici d'argilla sistemati in file orizzontali, simili a quelli trovati a Tel Rehov, sono ben noti in numerose culture tradizionali contemporanee nei villaggi arabi in Israele, ed in tutto il Mediterraneo. I vari prodotti degli alveari sono utilizzati in modi diversi: il miele è, naturalmnte, una leccornia, ma è anche noto per il suo valore medicinale e culturale. La cera era utilizzata nelle industrie metallurgiche e del cuoio, oltre che come materiale di scrittura per rivestire tavolette di legno.
Il termine "miele" appare 55 volte nella Bibbia, 16 delle quali come parte dell'immagine di Israele "terra di latte e miele". Si crede comunemente che il termine si riferisca al miele prodotto dai frutti come i datteri e i fichi. Il miele delle api, tuttavia, è menzionato esplicitamente solo due volte, entrambe in riferimento alle api selvatiche.
Il primo caso è quello Sansone che raccolse il miele delle api da dentro il corpo del leone nella Soreq Valley (Giudici 14: 8-9).
Il secondo è la storia di Jonathan, figlio del re Saul, che introdusse la mano in un favo durante la battaglia di Mikhmash (Samuele I 14:27).
Mentre la Bibbia non ci dice nulla sull'allevamento delle api in Israele a quel tempo, la scoperta dell'arnia a Tel Rehov indica che l'allevamento delle api e l'estrazione del miele e dei favi era un'industria altamente sviluppata già nel periodo del Primo Tempio. È quindi possibile che il termine "miele" nella Bibbia indichi davvero il miele delle api d'allevamento.
Nell'arnia sono stati trovati anche oggetti di culto, tra cui un altare a quattro corni adorno di figure di dee della fertilità nude, oltre a un elaborato calice dipinto. Questa potrebbe essere la prova di pratiche di culti pagane praticate dagli antichi abitanti e collegati alla produzione di miele e cera.

(Da: Università di Geruslemme, Dept. of Media Relations, 03.09.07)

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 17.03.2008 alle ore 09:03:47
Resti della Gerusalemme pre-esilica a poche decine di metri dal Muro del Pianto


Negli scavi archeologici in corso da circa due anni nella piazza di fronte al Muro del Pianto sono venuti alla luce, per la prima volta in quel posto, resti che risalgono al periodo dall’ottavo al sesto secolo a.C. (cioè del Primo Tempio, secondo la terminologia corrente tra gli ebrei). Gli scavi d’urgenza sono condotti per conto della Israel Antiquities Authority e in cooperazione con la fondazione Western Wall Heritage da Shlomit Wexler-Bdoulah e Alexander Onn. Il monumento principale trovato finora era rappresentato da una grande strada colonnata di epoca romana che compare nella rappresentazione della città di Gerusalemme del famoso mosaico detto “Carta di Madaba”. Sotto le grandi lastre di pavimentazione della strada romana si sono preservati gli strati dell’epoca pre-esilica, in certi punti fino ad oltre due metri di altezza.

Tra i reperti più significativi c’è un sigillo personale in pietra semi-preziosa con inciso il nome del proprietario : לנתניהו בן יאש “Netanyahu figlio di Yaush”.
Il nome Netanyahu (Natania, nella Bibbia CEI) figura abbastanza frequentemente nel libro del profeta Geremia (cap. 36-41) e altrove, mentre Yaush si trova nelle “Lettere di Lachis (http://www.evangelici.net/cgi/forum/YaBB.pl?board=riflessioni;action=display;num=1184229751)”, ma l’associazione dei due nomi appare nuova. Si ritiene comunemente che le persone in possesso di sigilli personali occupassero qualche importante carica di governo. Un’altro ritrovamento interessante è quello di tre stampi su manici di anfore del tipo conosciuto come “Lamelek” appartenenti ad anfore destinate a contenere le tasse dovute al re. Su uno dei tre stampi si legge למלך חברון “[appartenente] al re, [distretto di] di Ebron”. Simili manufatti, insieme con figure femminili o di animali, sono molto tipici dell’ultimo periodo del Regno di Giuda, prima della distruzione del Tempio compiuta dal re babilonese Nabucodonosor nel 586 aC.


SBF Taccuino (13/3/2008)


Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 25.03.2008 alle ore 11:45:22
Trovato a Gerusalemme un mezzo siclo per il Tempio



Prima di leggere il Rotolo di Ester, tutti gli ebrei devoti offrono una somma in denaro “in ricordo del mezzo shekel” che veniva pagato da tutte le famiglie nell’antichità per il mantenimento del Tempio. Oggi, questa somma viene cambiata in valuta locale e donata ai bisognosi.

http://img266.imageshack.us/img266/3130/mezzosiclofv0.png (http://imageshack.us)

Una rara moneta d’argento, del tipo usato nell’antichità per pagare la tassa pro capite di mezzo shekel, è stata recentemente scoperta in uno scavo archeologico condotto nelle Mura intorno al Parco Nazionale di Gerusalemme, vicino alla Città di David, in quello che era il principale canale di scolo di Gerusalemme durante il periodo del Secondo Tempio.

Gli scavi, diretti da Eli Shukron dell’Israel Antiquities Authority e dal professor Ronny Reich dell’Università di Haifa, vengono effettuati su incarico dell’Israel Antiquities Authority, della Nature and Parks Authority e della Ir David Foundation.
Spiega l’archeologo Eli Shukron: “Proprio come oggi, quando le monete a volte ci cadono dalle tasche e rotolano nei tombini delle fognature ai lati delle strade, così quasi duemila anni fa, un uomo era diretto al Tempio e la moneta che intendeva usare per pagare la tassa di mezzo shekel andò a finire nel canale di scolo”.

L’origine del comandamento di pagare la tassa di mezzo shekel al Tempio si trova nella lettura settimanale biblica “Ki Tisa”, nel libro dell’ Esodo (30:12-16): “Quando per il censimento farai la rassegna dei figli d’Israele, ciascuno di essi pagherà al Signore il riscatto della sua vita…, pagherà un mezzo siclo, computato secondo il siclo del santuario… Il ricco non darà di più e il povero non darà di meno… Prenderai il denaro di questo riscatto ricevuto dai figli d’Israele e lo impiegherai per il servizio della Tenda del convegno. Esso sarà per i figli d’Israele come un memoriale davanti al Signore per il riscatto delle vostre vite”.

Al tempo della costruzione del Tempio, ad ogni ebreo era comandato di fare una donazione obbligatoria di mezzo shekel. Questa modesta somma permetteva a tutti gli ebrei, di ogni livello economico, di partecipare alla costruzione del Tempio. Dopo il completamento della costruzione, continuarono a raccogliere la tassa da tutti gli ebrei allo scopo di fare acquisti per i sacrifici pubblici e per altre necessità del Tempio. La raccolta cominciava tutti gli anni il primo giorno del mese di Adar, quando avveniva la “proclamazione degli shekel”, e finiva il primo giorno del mese di Nissan, inizio del nuovo anno fiscale per il Tempio, quando venivano rinnovati gli acquisti per i sacrifici pubblici.

Era molto probabilmente uno shekel di Tiro quello che Gesù e Pietro usarono per pagare la tassa del Tempio (mezzo siclo ciascuno): “Ma perché non si scandalizzino, va' al mare, getta l'amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d'argento. Prendila e consegnala a loro per me e per te".(Matteo 17:27).
Inoltre, le monete d’argento di Tiro comprendevano probabilmente il famigerato pagamento a Giuda Iscariota, quando “si accordarono con lui per trenta denari" (Matteo 26:15).

La tassa annuale di mezzo shekel era data in monete da uno shekel e da mezzo shekel della zecca di Tiro, dove furono coniate dall’anno 125 a.e.v. fino allo scoppio della Grande Rivolta nel 66 e.v. Al tempo della sollevazione, la tassa era pagata usando gli shekel di Gerusalemme, appositamente coniati per quello scopo.
Nelle fonti rabbiniche, la Tosefta (Ketubot 13:20) dice: “L’argento menzionato nel Pentateuco è sempre argento di Tiro: Che cos’è l’argento di Tiro? E’ gerosolimitano”. Molti hanno interpretato che solo gli shekel di Tiro potessero essere usati per pagare la tassa di mezzo shekel al Tempio.

Lo shekel che è stato trovato negli scavi pesa 13 grammi, raffigura sul diritto la testa di Melqart, il dio principale della città di Tiro (equivalente al dio semitico Baal), e sul rovescio un’aquila sulla prua di una nave. La moneta fu coniata nell’anno 22 e.v.

Nonostante l’importanza della tassa di mezzo shekel per l’economia di Gerusalemme nel periodo del Secondo Tempio, solo altri sette shekel e mezzi shekel di Tiro erano stati finora rinvenuti negli scavi a Gerusalemme.

Israele.net (http://www.israele.net/sections.php?id_article=2054§ion_cat=) (Da: Israel Antiquities Authority, 20.03.08)

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Ewigen il 16.05.2008 alle ore 10:23:09
[L'articolo è postato per riportare la parte archeologica, se i moderatori riteranno necessario modifichino senza esitazione la parte restante :-) ]

Da un articolo di Assaf Wohl

In Egitto: si può trovare la Stele di Merneptah (chiamata anche Stele d'Israele) che risale al 1208 a.C. e commemora la guerra del sovrano egizio Merneptah contro le tribù d'Israele incontrate a Canaan.

Più di tremila anni fa c'erano degli israeliti a Canaan. Come testimonia un nemico di Israele chiamato Merneptah. Per inciso, questo Merneptah sosteneva d'aver sterminato Israele. Ma, oggi, lui è quello che si ritrova in un museo, mentre gli israeliti oggi celebrando i sessant'anni della ritrovata indipendenza.

All'Israel Museum di Gerusalemme, capitale dello stato sovrano d'Israele, si può vedere la Stele di Tel Dan e leggere qualcosa circa la "Casa di Davide". Sorprendentemente questa stele riporta un'iscrizione di un re, quello siriano di Aram, che vanta vittorie sulla Giudea e su Israele.

Non lontano da lì, sempre a Gerusalemme, si può trovare l'iscrizione di Shiloach (Siloam), lasciata dagli schiavi del re di Giudea Hezekiah scritta in ebraico.

http://www.icn-news.com/workimg/stele.jpg

(fonte YnetNews)

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Ewigen il 17.05.2008 alle ore 20:34:40
Axum, scoperto il palazzo della regina di Saba?

http://www.evangelici.net/notizie/images/Axum.jpg


AXUM (Etiopia) - Una èquipe di archeologi tedeschi dell'Università di Amburgo ha annunciato di aver scoperto i resti del palazzo della leggendaria regina di Saba ad Axum, nel nord dell'Etiopia.

I ruderi del palazzo reale, databile intorno al X secolo avanti Cristo, sono tornati alla luce sotto le mura di un altro edificio regale, quelle di un re cristiano ancora non identificato.
Il palazzo della regina era stato distrutto dal re Menelik I, il figlio che la mitica Saba aveva avuto da Salomone, re di Israele, e ricostruito in
modo da essere orientato verso la stella Sirio, della quale era adoratore.

Fu Menelik ad introdurre in Etiopia il culto di Sothis, divinità egizia identificata con la stella Sirio appartenente alla costellazione Canis Major. Gli archeologi dell'Università di Amburgo hanno iniziato gli scavi ad Axum nel 1999, con l'obiettivo di scoprire nuovi elementi sulla nascita e la diffusione del cristianesimo in Etiopia.

da: Avvenire
data: 10/5/2008

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Ewigen il 20.08.2008 alle ore 20:26:56
Il complotto per uccidere Geremia

GERUSALEMME - Geremia e la sua disperazione finiscono in fondo a una vecchia cisterna piena di fango. I notabili di Gerusalemme temono che i suoi annunci di sventura demoralizzino i soldati, durante l'assedio babilonese alla città. Il profeta minaccia una punizione, se il popolo non tornerà a rispettare l'alleanza con Dio. I ministri del regno di Giuda vorrebbero zittire la propaganda negativa: cospirano per eliminarlo, fanno pressioni sul re.

Un astuccio ritrovato a Gerusalemme, negli scavi alla Città di Davide, porta impresso su un sigillo il nome di uno di loro, Gedalyakhu Ben Pashur (Godolia, figlio di Pascùr), che Geremia cita assieme a quello di Yehukual ben Shelemyahu (Iucàl, figlio di Selemia). I due ministri - racconta il profeta - cercarono di convincere il re Sedecia a giustiziarlo, perché esortava la città sotto assedio ad arrendersi. «Sefatià figlio di Mattàn, Godolia figlio di Pascùr, Iucàl figlio di Selemia e Pascùr figlio di Malchia udirono queste parole che Geremia rivolgeva a tutto il popolo: "Dice il Signore: Chi rimane in questa città morirà di spada, di fame e di peste, mentre chi passerà ai Caldei vivrà: per lui la sua vita sarà come bottino e vivrà. Dice il Signore: Certo questa città sarà data in mano all' esercito del re di Babilonia che la prenderà"».
Tre anni fa, un altro sigillo - appartenente a Yehukual ben Shelemyahu - era stato trovato nella stessa zona, tra i resti della distruzione del primo Tempio.

«Solo raramente gli archeologi - commenta Eilat Mazar, docente all'università di Gerusalemme e direttrice degli scavi - si imbattono in ritrovamenti che hanno legami così concreti con figure storiche significative e che permettono di riportare in vita quello che succede nel Vecchio Testamento».

I sigilli misurano un centimetro di diametro. Nell'astuccio, sono conservate lettere in antico ebraico, ancora leggibili. Non è la prima volta che nell'area della Città di Davide, vengono scoperti sigilli con nomi e riferimenti biblici. Nel 1982, l'archeologo Yigal Shilo aveva recuperato la bolla di Gemayahau ben Shaphan, citato come ministro e scriba durante il governo di Ioiachin, terzo figlio di Giosia. È proprio sotto la guida di Giosia, che il regno prospera. La pace del periodo è offuscata dalle visioni negative di Geremia, che predica tra il 622 fino a oltre il 587 a.C. Il piccolo regno di Giuda è coinvolto nel gioco delle grandi potenze (Egitto, Assiria, Babilonia). Geremia annuncia un'invasione, i babilonesi guidati da Nabucodonosor, e consiglia di sottomettersi al loro potere, invece che cercare un'alleanza con gli egiziani.
Dopo la caduta di Gerusalemme, resta in quella che è ormai una provincia dell'impero babilonese. I suoi nemici lo avrebbero catturato e portato in Egitto, dove muore.

di: Frattini Davide
da: Corriere della Sera

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Ewigen il 28.08.2008 alle ore 11:37:52
I rotoli del Mar Morto sul web

GERUSALEMME - Alcuni scienziati in Israele stanno scattando fotografie digitali dei Rotoli del Mar Morto, con l'obiettivo di rendere disponibili i documenti, che hanno 2mila anni, su Internet al pubblico e ai ricercatori.

L'autorità israeliana per i reperti antichi, custode delle pergamene che hanno gettato luce sulla vita degli ebrei e dei primi cristiani ai tempi di Gesù, ha detto oggi che ci vorranno più di due anni per completare il progetto.

Per molti anni dopo la scoperta, da parte di alcuni pastori beduini, delle pergamene in delle caverne vicino al Mar Morto nel 1947, solo un ridotto numero di studiosi ha avuto accesso ai frammenti.

Da allora molti studiosi hanno potuto consultarli e i manoscritti sono stati pubblicati per intero sette anni fa.

Grazie all'utilizzo di potenti macchine fotografiche e di luci che non emettono calore o raggi ultravioletti che potrebbero danneggiare le opere, gli scienziati in Israele hanno potuto decifrare le sezioni e le lettere nelle pergamene invisibili a occhio nudo.

I rotoli, la maggior parte dei quali sono di pergamena, sono le copie più vecchie della Bibbia ebraica e comprendono testi laici che vanno dal terzo secolo avanti Cristo al primo secolo dopo Cristo.

Una squadra di specialisti ha scattato 4.000 fotografie dei 9.000 frammenti che costituiscono i rotoli, che in tutto sono 900. Alcuni frammenti sono in esposizione permanente al Museo di Israele.

«Possiamo vedere i rotoli ad un livello di dettaglio mai visto prima», ha detto Simon Tanner, esperto digitale del King's College a Londra, che è incaricato di raccogliere dati.

Gli scienziati sperano inoltre che la tecnologia avanzata per le immagini li aiuterà a preservare le pergamene riuscendo a identificare il deterioramento causato da umidità e calore.

da: it.reuters.com

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 29.08.2008 alle ore 22:29:20
Monete d’oro del periodo del Secondo Tempio e del tempo di Gesù




Nel passato gli abitanti di Israele e dei paesi limitrofi  allevavano colombi in grotte sotterranee, chiamate in latino “columbarium”, dove, in piccole nicchie, gli uccelli deponevano le uova. Nel corso di periodiche campagne di scavo sono state portate alla luce molte colombaie in antichi siti sparsi nel Paese, in particolare nelle zone risalenti al periodo del Secondo Tempio.
http://img391.imageshack.us/img391/9090/colombaioxq6.th.jpg (http://img391.imageshack.us/my.php?image=colombaioxq6.jpg)

Qualche giorno fa, nel sito archeologico del Kibbutz Ramat Rachel, vicino Gerusalemme, gli archeologi hanno fatto una scoperta sensazionale : al di sotto di una colombaia, hanno trovato un tesoro di monete risalenti al 70 d.C., l’anno della distruzione del Secondo Tempio.

Alla fine di luglio gli archeologi della Tel Aviv Univerity (TAU) hanno identificato, sotto il pavimento della colombaia, una pentola in ceramica del I sec. d.C. che conteneva 15 grandi monete d’oro. Il direttore dello scavo, il Dr. Oded Lipschits, della TAU, ha dichiarato che si tratta di una scoperta insolita resa possibile grazie all’uso del metal detector.

Ci si chiede per quale motivo una pentola con monete d’oro si trovasse in una grotta adibita all’allevamento dei piccioni. Secondo Lipschits la pentola è stata sotterrata in modo tale da far pensare che chi l’ha nascosta lo ha fatto in fretta. Erano monete destinate al Tempio e forse, dopo la sua distruzione, siccome non c’era più un posto dove portarle e dal momento che la colombaia non veniva più usata, furono sepolte in quel luogo.

La scoperta delle monete risalenti al periodo del Secondo Tempio (535 a.C - 70 d.C.) è solo una tra quelle effettuate durante la quarta stagione di scavi a Ramat Rachel, per conto della Tel Aviv University e della Germany’s Heidelberg University. C’è stato, infatti, il ritrovamento di un tesoro di 380 monete bizantine (IV - V sec. d.C.), a cui se ne sono aggiunte altre 70 disseminate poco distante. Il tesoro si trovava sul pavimento in pietra di una struttura al di sopra di una cisterna. Altre scoperte risalgono al periodo islamico abbaside.

http://img505.imageshack.us/img505/8876/monetebj0.th.jpg (http://img505.imageshack.us/my.php?image=monetebj0.jpg) Secondo Lipschits una delle priorità dello scavo è di chiarire la funzione della struttura. Una tesi accettata dagli esperti è che doveva essere un palazzo dei re della Giudea, ma Lipschits nutre dubbi. Come ha osservato, il palazzo non possiede caratteristiche giudee e non vi sono ragioni che ne giustifichino la costruzione in quel luogo, quando la città di Davide è poco lontana. Suppone, invece, che il palazzo fu edificato durante il periodo della dominazione degli Assiri, e costituiva un centro di amministrazione, un palazzo dove veniva raccolta la produzione agricola da consegnare come tributo ai dominatori.

Nel periodo del ritorno dall’esilio a Sion (inizio del 539 a.C.), il regime assiro fu rimpiazzato da quello persiano, ma il centro di amministrazione rimase attivo. Sono state rinvenute molte impronte di sigilli di questo periodo che recano il nome "Pahwat Yahud", corrispondente al nome del paese sotto la dominazione straniera.

Siccome a Ramat Rachel i ritrovamenti di questo genere sono più numerosi rispetto ad altri siti del Paese, Lipschits sostiene che questa sia un’ulteriore prova della funzione amministrativa della struttura.

Partecipano allo scavo circa 120 studenti provenienti da più Paesi, Germania, Australia, Nuova Zelanda, Repubblica Ceca, Norvegia, Gran Bretagna, Canada, Stati Uniti e Israele. Molti sono cristiani e per loro, come dice Lipschits, ritrovare monete del tempo di Gesù è molto più di una scoperta scientifica.

SBF Taccuino 14 agosto 2008

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 29.10.2008 alle ore 11:33:35
Un frammento di sarcofago con la scritta “Figlio del Sommo Sacerdote”



http://img504.imageshack.us/img504/6712/image2278ee4.jpg (http://imageshack.us)
Gli archeologi israeliani impegnati nei lavori lungo il percorso della futura barriera di separazione fra Israele e Cisgiordania a nord di Gerusalemme hanno portato alla luce una parte del coperchio di un sarcofago con l’iscrizione “figlio del sommo sacerdote”. Il reperto risale ai tempi di Gesù e del Secondo Tempio, ha dichiarato la Israel Antiquities Authority.
Il frammento di pietra calcarea misura 60 cm x 48 cm e porta l’iscrizione in ebraico “Ben HaCohen Hagadol”, ma non specifica a quale sacerdote si riferisse.
"Tuttavia probabilmente si dovrebbe identificare con uno dei sacerdoti che officiavano qui tra gli anni 30 e 70 del primo secolo e.v.”, spiega l’Authority. Tra i sommi sacerdoti che prestarono servizio durante quel periodo figurano Yosef Bar Kayafa o Caiaphas (Caifa), Theophilus (Yedidiya) Ben Hanan, Simon Ben Boethus e Hanan Ben Hanan.
Alcuni dei Vangeli collegano Caifa all’arresto e al processo di Gesù, prima che fosse consegnato alle autorità romane e da esse crocefisso.
Secondo l’Authority il frammento dovrebbe provenire da una tenuta fuori Gerusalemme che apparteneva a uno dei sommi sacerdoti che prestavano servizio nel Tempio. “Si può presumere che il figlio del sommo sacerdote sia morto per qualche ragione sconosciuta al tempo in cui il padre officiava ancora come sommo sacerdote a Gerusalemme”, spiega l’Authority.
Gli scavi, finanziati dal ministero della difesa, costituiscono interventi di recupero per impedire che i lavori per la barriera difensiva distruggano o seppelliscano preziosi reperti archeologici.

Israele.net 8 ottobre 2008

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 30.01.2009 alle ore 14:15:03
Melograno d'avorio del primo tempio



http://img90.imageshack.us/img90/7268/pomegranateeh1.jpg (http://imageshack.us)


Un melograno di avorio in miniatura è stato ritrovato ultimamente negli scavi della "Beth HaMaayan" nella città di Davide e assomiglia particolarmente a uno dei quattrocento melograni ornamentali descritti in 1Re 7:42 e perciò ci si può chiedere se sia stato fatto a loro imitazione. In 1Re si racconta che i melograni decoravano diversi oggetti che Chiram, un artigiano di Tiro, aveva preparato per il re Salomone in vista della costruzione del primo tempio: "Chiram preparò inoltre caldaie, palette e vassoi. E terminò tutte le commissioni del re Salomone per il tempio del Signore, cioè le due colonne, i globi dei capitelli che erano sopra le colonne, i due reticolati per coprire i due globi dei capitelli che erano sopra le colonne, le quattrocento melagrane sui due reticolati, due file di melagrane per ciascun reticolato …" (1Re 7,40-42).

Il melograno della città di Davide, la cui altezza è di circa due centimetri e sul quale è posta una colomba, è stato ritrovato in uno strato di riempimento nei pressi della piscina di Siloe, adiacente alla sorgente del Ghihon. La piscina di Siloe si pensa fosse parte dell’antico progetto idraulico della città, che fu realizzato in parte scavando nella roccia. Il reperto è stato datato al IX a.C., dunque all’epoca del primo tempio, poco dopo il regno di Salomone.

Per dodici anni gli scavi sono stati organizzati dall’"Israel Antiquities Authority", in cooperazione con l’"Autorità per la natura e i parchi di Israele" e l’associazione "Elad" sotto la conduzione dei professori Ronny Reich (Università di Haifa) ed Eli Shukron (IAA). Tra gli altri reperti che sono stati trovati nella piscina di Siloe, ci sono circa diecimila frammenti di lische di pesce di diversi tipi e specie. Da questi reperti gli archeologi studiano i legami che potevano esserci tra Gerusalemme e la regione della costa, nonché l’alimentazione degli abitanti della città nel periodo del primo tempio. Allo stesso modo sono stati trovate più di 170 bulle di creta sulle quali vi è un sigillo o parte di esso.

SBF Taccuino 11 gennaio 2009

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Ewigen il 20.02.2009 alle ore 12:29:04
Frammenti di iscrizione greca trovati a sud di Gerusalemme gettano nuova luce sui Maccabei
Tre frammenti di un’iscrizione greca, ritenuta parte della ‘stele di Eliodoro’, sono stati trovati recentemente in uno scavo dell’Israel Antiquities Authority nel Parco Nazionale di Beit Guvrin.
La stele di Eliodoro, che risale al 178 a.e.v. e che consiste di 23 righe incise su calcare, è considerata una delle iscrizioni antiche più importanti rinvenute in Israele.
Dov Gera, che ha studiato le iscrizioni, ha stabilito che i frammenti erano in realtà la parte inferiore della ‘stele di Eliodoro’. Questa scoperta ha conferma l’idea che la stele originariamente fosse situata in uno dei templi situati dove oggi si trova il Parco Nazionale Maresha- Beit Guvrin.
I nuovi frammenti sono stati scoperti in un complesso sotterraneo dai partecipanti al programma Dig for a Day (scava per un giorno) dell’Archaeological Seminars Institute.
Come è stato scritto dai professori Cotton e Wörrle nel 2007, questa stele reale in pietra reca un proclama da parte del re dei Seleucidi, Seleuco IV (padre di Antioco IV). Il contenuto della stele ha fatto luce sul coinvolgimento del governo dei Seleucidi nei templi locali, menzionando un tale di nome Olympiodoros, il ‘supervisore’ designato dei templi di Coele Syria-Phoenicia, compresa la Giudea.
L’ordine del re fu inviato a Eliodoro, che era probabilmente la stessa persona menzionata nel libro Maccabei II. Secondo la storia narrata in Maccabei, Eliodoro, come rappresentante del re Seleuco IV, cercò di rubare del denaro dal Tempio di Gerusalemme ma invece fu picchiato con violenza grazie all’intervento divino.
Tre anni dopo, Seleuco IV fu assassinato e gli successe il figlio Antioco IV, che fu il governante, secondo Maccabei II, che finì coll’emettere un editto di persecuzione contro il popolo ebraico e dissacrò il Tempio di Gerusalemme, il che portò alla rivolta dei Maccabei.
In breve, si può stabilire che questa stele reale ebbe origine nella città di Maresha, ed aggiunge importanti testimonianze archeologiche e contesto storico per la comprensione del periodo che portò alla rivolta dei Maccabei, un evento celebrato tutti gli anni con la festa ebraica di Hannukah.
Ian Stern, direttore degli scavi per l’Israel Antiquities Authority, aggiunge: “Questa scoperta è il frutto di uno sforzo congiunto da parte del programma ‘Dig for a Day’ dell’Archaeological Seminars Instititute, dell’Israel Antiquities Authority e dello staff dell’Israel Nature and Parks Authority del Parco Nazionale di Beit Guvrin”.

http://www.israele.net/images_sections/image_2414.jpg

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 30.04.2009 alle ore 08:39:36
Iscrizione ebraica risalente al periodo dei re di Giuda



Mentre si setacciava il terreno scavato nelle vicinanze della sorgente di Gihon, nella zona delle mura intorno al “Jerusalem National Park”, è stato scoperto un frammento di una placca in pietra calcarea recante diverse lettere di ebraico antico.

http://img412.imageshack.us/img412/8379/iaainscription.jpg (http://img412.imageshack.us/my.php?image=iaainscription.jpg)

Lo scavo è condotto per conto dell’Israel Antiquities Authority, con la direzione del Prof. Ronny Reich dell’Università di Haifa, e di Eli Shukron dell’IAA, ed è finanziato dalla ’Ir David Foundation.

Il frammento in pietra risale all’ottavo secolo a.C. La datazione è stata stabilita in base ai numerosi altri frammenti in ceramica rinvenuti insieme al frammento e alla forma delle lettere ebraiche scolpite.

La placca è scheggiata su ogni lato. Quanto rimane dell’iscrizione sono due versi: nella riga superiore si è conservata l’ultima parte di un nome: …]קיה, o come nella trascrizione inglese …]kiah. Purtroppo non è possibile discernere quel che rimane di un’altra lettera prima di kof. Se la lettera che precedede kof era uno zayin, si può completare il nome da leggere חזקיה, o Hezekiah, e forse si può attribuire all’iscrizione un’importanza storica. D’altra parte ci sono altri nomi usati in quel tempo in Giuda e a Gerusalemme che possono essere menzionati quali Hilkia, Amekiya, ecc.

Nella seconda riga ci sono le tracce di due parole. Anche qui, c’è il suffisso di una parola: …]כה, o …]ka. Qui ci sono diverse possibiltà per completare la parola come: בְּרָכָה, o birqa, cioè, un augurio (una possibile conclusione per una iscrizione commemorativa).

Un’altra possibiltà è la parola בְּרֵכָה, o brecha, che significa riserva d’acqua. E’ possibile che la ricostruzione di questa parola sia basata sul fatto che la Brechat HaShiloah, o la piscina di Siloe, si trova lì vicino, e anche sul fatto che viene menzionata una piscina nella famosa iscrizione di Siloe ritrovata nelle vicinanze.

Il fatto che ci si trovi di fronte ad una placca in pietra indica che l’iscrizione è di carattere commemorativo, scritta, forse, per commemorare il progetto di qualche edificio.

Non rimane che aspettare e sperare che siano trovati presto altri frammenti dell’iscrizione.


SBF Taccuino aprile 2009

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 12.06.2009 alle ore 09:54:30
Recuperato un antico e raro documento ebraico scritto su papiro



Il documento è scritto in caratteri ebraici antichi, caratteristici del periodo del ‘secondo tempio’, e del primo e del secondo secolo a.C. Lo stile di scrittura si trova soprattutto nei rotoli del Mar Morto e in varie iscrizioni incise su ossuari e sepolture.

Il testo è redatto su papiro che probabilmente è stato arrotolato. La parte inferiore è in buona parte sbriciolata e i fori sul lato sinistro sono probabilmente danni causati dal tempo.

http://img10.imageshack.us/img10/4406/36042206.png (http://img10.imageshack.us/i/36042206.png/)

Il documento misura 15 x 15 centimetri. Si possono individuare quindici righe di testo, scritte da destra a sinistra. Nella linea superiore del testo si può leggere chiaramente la frase “Anno 4 alla distruzione di Israele”. Il riferimento può essere al 74 d.C., nel caso l’autore del documento alluda all’anno della distruzione del ‘secondo tempio’ durante la grande sommossa. Un’altra possibilità è il 139 d.C., se il riferimento è alla devastazione degli insediamenti rurali di Giuda alla fine della rivolta di Bar Kokhba.

Vi si legge il nome di una donna, Miriam Barat Ya‘aqov, seguito da quello che probabilmente doveva essere il nome dell’insediamento dove risiedeva, Misalev, che coincide, si ipotizza, con Salabim.

Il nome Miriam Bat Ya‘aqov è un nome comune nel periodo del secondo tempio. Nel documento sono menzionati i nomi di altre persone e famiglie, di un certo numero di antichi insediamenti del periodo del ‘secondo tempio’ ed espressioni di tipo legale riguardanti la proprietà di una vedova e della sua cessione.

Siccome la scoperta non è avvenuta in uno scavo archeologico, il documento è stato sottoposto ad analisi di laboratorio ancora in corso per verificarne l’autenticità.

Si tratta di un documento molto importante dal punto di vista della ricerca storica e nazionale, se si considera che fino ad oggi i documenti dello stesso periodo rinvenuti in scavi legali sono davvero rari.

L’indicazione alla distruzione del Tempio o a un altro evento simile, come punto di riferimento storico, è unica.

Dal testo si possono ricavare notizie circa i nomi delle persone, dei nomi di famiglia e sulla posizione di insediamenti in quel periodo.

Da una prima lettura sembra che il documento riguardi la proprietà di Miriam Bat Ya‘aqov, a quanto pare una vedova.

Dalla decifrazione dell’intero testo si ricaveranno dati che potranno far luce su come la gente del tempo gestiva i propri affari, e ulteriori informazioni sul loro modo di vita.


SBF Taccuino maggio 2009


Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 25.06.2009 alle ore 08:21:03
Scoperta nei pressi di Gerico cava del tempo di Gesù



http://img146.imageshack.us/img146/6976/cava.jpg (http://img146.imageshack.us/i/cava.jpg/)  

Archeologi israeliani hanno reso noto la scoperta di una delle più grandi cave sotterranee nel paese; risale ai tempi di Gesù e negli ambienti, sulle pareti, vi appaiono incisi simboli cristiani.

La grotta ha un’estensione di 4.000 metri quadrati e si trova dieci metri sotto la superficie del deserto nelle vicinanze di Gerico. Fu scavata intorno a 2.000 anni fa e rimase in uso per circa mezzo millennio.

La volta della sala principale della cava, alta più o meno tre metri, è sostenuta da una ventina di colonne di roccia. Sulle pareti sono visibili vari tipi di simboli tra i quali croci datate al 350 e un emblema legionario romano.

Gli archeologi suppongono che le pietre siano state adoperate nella costruzione di edifici e chiese della regione. Adam Zertal è dell’opinione che occorrano ulteriori ricerche per dare una risposta.



SBF Taccuino 23 giugno 2009



Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Ewigen il 28.08.2009 alle ore 00:48:57
Anche se la conquista di Israele da parte dei macedoni è citata nella Bibbia greca (per la precisione nel primo libro dei Maccabei):


Scoperta pietra preziosa con ritratto di Alessandro il Grande

http://www.icn-news.com/workimg/israele%20270809.jpg

27/08/2009 Archeologi guidati dal Ayelet Gilboa, dell'Università di Haifa, e da Ilan Sharon, dell'Università di Gerusalemme, hanno scoperto a Tel Dor (sulla costa mediterranea) una pietra preziosa risalente al periodo ellenistico con inciso in miniatura un ritratto Alessandro il Grande.



Queste cose avvennero dopo che Alessandro il Macedone, figlio di Filippo, uscito dalla regione dei Kittim sconfisse Dario, re dei Persiani e dei Medi, e regnò al suo posto, cominciando dalla Grecia. Intraprese molte guerre, si impadronì di fortezze e uccise i re della terra; arrivò sino ai confini della terra e raccolse le spoglie di molti popoli. La terra si ridusse al silenzio davanti a lui; il suo cuore si esaltò e si gonfiò di orgoglio. Radunò forze ingenti e conquistò regioni, popoli e principi, che divennero suoi tributari. Dopo questo cadde ammalato e comprese che stava per morire. Allora chiamò i suoi luogotenenti più importanti, che erano cresciuti con lui fin dalla giovinezza e mentre era ancora vivo divise tra di loro il suo impero. Regnò dunque Alessandro dodici anni e morì. I suoi subalterni assunsero il potere, ognuno nella sua regione; dopo la sua morte tutti cinsero il diadema e dopo di loro i loro figli per molti anni e si moltiplicarono i mali sulla terra.(I Maccabei 1,1-9)

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Ewigen il 25.09.2009 alle ore 12:18:01
Sinagoga dell’epoca del Secondo Tempio scoperta a Magdala, sul Lago di Tiberiade

[ICN] Una sinagoga del periodo del Secondo Tempio (50 a.e.v-100 e.v) è stata rinvenuta in uno scavo archeologico che la Israel Antiquities Authority sta conducendo in un sito destinato alla costruzione di un albergo sulla spiaggia Migdal, sul Lago di Tiberiade. In mezzo alla sinagoga si trova una pietra incisa con una menorah (candelabro) a sette braccia, unica nel suo genere.
La sala principale della sinagoga misura circa 120 metri quadrati e le sue panche di pietra, che servivano da sedili per i fedeli, sono addossaste ai muri della sala. Il pavimento era fatto a mosaico e i muri trattati con intonaco colorato (affreschi). Nella sala è stata scoperta una pietra quadrata, con la cima e quattro angoli ornati di rilievi. La pietra è incisa con una menorah a sette braccia posta su un piedestallo a base triangolare, fiancheggiato ai due lati da un’anfora.
Secondo il direttore degli scavi, Dina Avshalom-Gorni, “si tratta di un ritrovamento interessantissimo e unico nel suo genere. È la prima volta che viene scoperta una decorazione a menorah risalente all’epoca in cui il Secondo Tempio era ancora in piedi. Questa è la prima menorah scoperta in un contesto ebraico e che risale al periodo del Secondo Tempio/inizio del primo periodo romano. Possiamo supporre che l’incisione che appare sulla pietra scoperta dalla Israel Antiquities Authority sia stata fatta da un artista che vide con i propri occhi la menorah a sette braccia dentro il Tempio, a Gerusalemme. La sinagoga che è stata scoperta va ad aggiungersi alle altre sei sinagoghe al mondo finora scoperte risalenti al periodo del Secondo Tempio”.

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Ewigen il 02.11.2009 alle ore 22:14:09
Notizie da Golia?
Un frammento molto piccolo di ceramica trovato dagli archeologi dell’Università Bar Ilan mentre scavavano a Tell es-Safi, la città biblica “Gath dei filistei”, potrebbe rappresentare una traccia importante nella storia della famosa figura biblica di Golia.
Il frammento, che contiene la prima iscrizione filistea mai scoperta, menziona due nomi che sono notevolmente somiglianti al nome “Golia”.
La scoperta è di particolare importanza in quanto la Bibbia ritiene Gath la città natale di Golia. “Gath dei Filistei” era una delle città più importanti dei Filistei, i famosi nemici acerrimi degli israeliti nel testo biblico.
Il professor Aren Maeir, capo del dipartimento Martin (Szusz) studi e archeologia della Terra d’Israele dell’Università Bar Ilan, ha detto che le probabilità che questo sia il vero Golia a cui si riferisce la Bibbia sono “poche, se non addirittura nulle”. Il prof. Maeir ha spiegato che questo ritrovamento potrebbe essere collocato cronologicamente circa 50 anni dopo la storia di David e Golia. Inoltre, secondo Maeir, Golia era un nome molto popolare all’epoca.
Nonostante le poche probabilità, il ritrovamento archeologico potrebbe essere visto come la prima prova chiara extra-biblica che la storia del combattimento tra David e Golia possa essere qualcosa di più di una leggenda.
Scritta in lettere “proto-cananite” arcaiche, l’iscrizione trovata sul frammento, che risale al X o all’inizio del IX secolo a.e.v., contiene due nomi non semitici: Alwt a Wlt. La maggior parte degli studiosi ritiene che il nome Golia, di origine non semitica, sia etimologicamente collegato a vari nomi indo-europei, come il nome lidio Aylattes.
Dopo accurati esami dell’iscrizione, il prof Maeir (insieme ai suoi colleghi prof. Aaron Demsky, esperto in epigrafia all’Università Bar Ilan, ed al dott. Stefan Wimmer, dell’Università di Monaco), ha concluso che i due nomi che appaiono nell’iscrizione sono notevolmente simili ai paralleli etimologici di Golia.

(Da: Jerusalem Post)

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Ewigen il 12.11.2009 alle ore 22:35:16
Cavità (carsiche) che hanno fatto la storia

http://www.israele.net/images_sections/image_2662.jpg

Gli ebrei religiosi, ed altri, credono che fu Dio a ordinare a re David di fare di Gerusalemme la sua capitale. Oggi, però, un geologo americano sostiene che fu la morfologia calcarea del territorio vicino alla sorgente di Gihon ciò che determinò la decisione di David.
Michael Bramnik, della Northern Illinois University, ha tenuto una conferenza sull’argomento lo scorso ottobre al meeting annuale della Geological Society of America svoltosi a Portland, Oregon. Forte di una “nuova analisi dei documenti storici e di mappe geologiche dettagliate”, Bramnik ha tenuto una conferenza su “Le fondamenta di una Città Santa: l’importanza storica della geologia di Gerusalemme”, nella quale ha sostenuto che la geologia della città fu determinante nel farne la città così importante sul piano religioso che è oggi, vera pietra angolare dell’ebraismo.
Nel 1000 a.e.v. il sistema idrico della città gebusita fu la sua rovina, spiega lo studioso. “La sorgente di Gihon stava proprio fuori dalle mura della città, una risorsa vitale in una regione assolutamente arida. Ma il re David, deciso a conquistare la città, mandò un gruppo scelto dei suoi soldati in un tunnel carsico calcareo che alimentava la sorgente. I suoi uomini si arrampicarono attraverso un sistema di grotte rese cave dal flusso dell’acqua, si infiltrarono sotto le mura della città e attaccarono dall’interno. David fece della città la capitale del suo nuovo regno, e così nacque Israele”.
La morfologia carsica è caratterizzata da erosione causata dalla rottura di pavimenti di roccia solubili dovuta a processi fisici, chimici o biologici. Le aree calcaree sono erose quando l’acqua piovana, che contiene un debole acido carbonico, reagisce con il calcare, causando l’erosione del minerale. Il modello che ne risulta è chiamato scenario carsico. Le aperture nella roccia si espandono e comincia a svilupparsi un sistema di drenaggio sotterraneo, che permette a maggiori quantità d’acqua di passare attraverso l’area accelerando la formazione di strutture carsiche sotterranee.
Re Ezekia, uno dei successori di David, osservò come gli assiri, un gruppo di guerrieri più forti degli ebrei, si impadronivano di tutte le città della regione. Temendo che presto venissero alla conquista di Gerusalemme, decise di sfruttare le caratteristiche del letto di roccia calcareo e fece scavare un tunnel di 550 metri che dirottava l’acqua della sorgente sin dentro le mura fortificate della città: un’opera che si può vedere ancora oggi. Gli assiri effettivamente strinsero d’assedio la città nel 701 a.e.v., ma senza riuscire a conquistarla. Gerusalemme, ricorda il geologo, fu l’unica città nella storia a respingerli con successo. “Sopravvivere all’assedio assiro convinse la popolazione che erano sopravvissuti grazie alla loro fede – aggiunge Bramnik – Così, quando furono conquistati dai babilonesi nel 587 a.e.v, ritennero che fosse perché la fede era venuta meno. Quella convinzione mantenne uniti gli ebrei attraverso la cattività babilonese, e così ebbe inizio la moderna congregazione religiosa”.
In un’arida regione piena di conflitti, un sicuro accesso all’acqua è importante oggi come lo era ai tempi biblici, conclude Bramnik. “Io credo che la geologia di Gerusalemme e la geologia di Israele siano ancora importanti per la vita nella regione, forse anche entrando nella sfera della politica”.

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Ewigen il 12.11.2009 alle ore 22:39:12
La scoperta della Tomba di re Erode il Grande all’Herodium

http://www.israele.net/images_sections/image_1693.jpg
La lunga ricerca della tomba di Erode il Grande ha avuto termine con la venuta alla luce dei resti della sua tomba, sarcofago e mausoleo sulle pendici nord-orientali del Monte Herodium. Lo ha annunciato il prof. Ehud Netzer dell’Istituto di Archeologia dell’Università di Gerusdalemme.
Erode fu re della Giudea, nominato dai romani, dal 37 al 4 a.e.v. ed era rinomato per i suoi innumerevoli progetti monumentali, tra cui la ricostruzione del complesso del Tempio di Gerusalemme, il palazzo di Masada, oltre al complesso dell’Herodium, 15 km a sud di Gerusalemme.
L’Herodium, ha ricordato il prof. Netzer, è il più imponente dei progetti di Erode, l’unico sito che porta il suo nome, quello dove volle essere sepolto ricordato, il tutto integrato da un unico, grande palazzo alle soglie del deserto. Quindi la scoperta della tomba diventa il culmine della ricerca sul sito.
L’approccio al sepolcro – che é stato descritto dagli archeologi come uno dei ritrovamenti più importanti nel paese negli ultimi anni – è avvenuto attraverso una scala monumentale (larga 6,5 metri) che portava alla collina costruita appositamente per la processione funebre. Gli scavi sulle pendici della montagna, sulla cui cima si trova la famosa struttura, comprendevano un palazzo, una fortezza e un monumento, e sono cominciati in agosto 2006. La spedizione era guidata dal prof. Netzer, insieme a Yaakov Kalman e Roi Porath, con la partecipazione di beduini locali.
La posizione e la natura unica dei reperti, oltre alla documentazione storica, non lasciano dubbi che questa fosse la tomba di Erode, ha detto il prof. Netzer. Il mausoleo fu quasi completamente smantellato nell’antichità. Al suo posto rimase solo una parte del podio ben costruito: una base fatta di pietra bianca incisa, di forma e dimensioni mai viste in precedenza ad Herodium.
Tra i molti elementi architettonici di alta qualità, in gran parte ben decorati, sparsi tra le rovine, spicca un gruppo di urne decorate, fatte con la forma degli speciali vasi che erano usati per contenere le ceneri umane. Altre simili si trovano sui monumenti funebri del mondo nabateo. Le urne avevano un coperchio triangolare ed erano decorate sui lati.
Sparsi tra le rovine ci sono pezzi di un grande, unico sarcofago (lungo quasi 2,5 metri), fatto di calcare rossiccio di Gerusalemme, decorato a rosette. Il sarcofago aveva un coperchio triangolare, decorato sui lati. Questo sembra essere per certo il sarcofago di Erode. Solo pochissimi altri sarcofagi dello stesso genere si conoscono nel paese e si trovano solo in tombe elaborate come quella famosa del re a Selah a-Din Street, a Gerusalemme. Benché non siano ancora state trovate iscrizioni, né sul sarcofago né nei resti dell’edificio, se ne potrebbero trovare durante la continuazione dello scavo.
È da notare il fatto che il sarcofago era rotto in centinaia di pezzi, senza dubbio deliberatamente. Questa attività, compresa la distruzione del monumento, sembra abbia avuto luogo negli anni 66-72 e.v., durante la prima rivolta degli ebrei contro i romani, quando i ribelli si impadronivano dei siti, stando a Giuseppe Flavio e alle testimonianze archeologiche. I ribelli erano noti per il loro odio per Erode e tutto quello che rappresentava, in quanto governatore “cliente” dei romani.
La ricerca della tomba di Erode, cominciata attivamente trent’anni fa, fino alla metà del 2006 si era concentrata sull’Herodium inferiore, in una zona che era stata costruita espressamente per il funerale e la sepoltura del re: l’area della tomba. Per rivelare i resti dell’epoca di Erode, la spedizione è stata“costretta” dapprima a scavare un grosso complesso di strutture bizantine (tra cui una chiesa), uno sforzo che ha richiesto molti anni di scavi.
L’area della tomba comprendeva due edifici monumentali e un grande bagno rituale ebraico (mikveh), oltre alla grande strada (lunga 350 metri e larga 30) preparata per il funerale. Quando non fu trovato alcun segno del sepolcro stesso all’interno dell’area della tomba, la spedizione cominciò a cercarlo sul pendio della collina, benché sembri non esserci dubbio che l’intenzione iniziale del re fosse di essere sepolto dell’area e che solo più tardi, diventando vecchio, abbia cambiato idea e abbia voluto essere sepolto nel cono artificiale che dava alla collina di Herodium la sua attuale inconfondibile forma di vulcano.
La principale fonte storica dell’epoca del secondo tempio, lo storico Giuseppe Flavio, ha descritto il sito dell’Herodium nei dettagli, oltre al funerale nell’anno 4 a.e.v., ma non la tomba vera e propria.
Ecco quello che scrive: “Il funerale del re occupò in seguito la sua attenzione. Archelaus, non omettendo nulla che potesse contribuire alla sua magnificenza, tirò fuori gli ornamenti regali che dovevano accompagnare la processione in onore del defunto. La bara era di oro massiccio, con pietre preziose, e aveva una copertura di porpora, ricamata in vari colori; su questa giaceva il corpo avvolto in una veste viola, con un diadema sul capo e una corona d’oro, lo scettro vicino alla mano destra. Intorno alla bara c’erano i figli di Erode e un numeroso gruppo di parenti; questi erano seguiti dalle guardie, dal contingente di traci, germani e galli, tutti in assetto da guerra. Il resto delle truppe marciava davanti, armate e ordinate, comandate dai comandanti e dagli ufficiali subordinati; dietro venivano 500 dei servi e dei liberti di Erode, portando spezie. Il corpo fu poi portato per una ad Herodium, dove fu sepolto, secondo le direttive del defunto. Cosi finì il regno di Erode”. (Guerra Giudaica 1,23,9).
Il prof. Netzer iniziò la sua attività archeologica a Herodium nel 1972, dapprima su piccola scala. La portata del suo lavoro si ampliò con la decisione di trasformare tutto il complesso dell’Herodium in un parco nazionale, che avrebbe dovuto occupare 125 acri. L’ampliamento del parco ebbe inizio nel 1980. Sfortunatamente l’attività sul sito, comprese le ricerche sul complesso dei tunnel all’interno del monte dei tempi di Kokhba (II sec. E.v.), si interruppero a causa della prima intifada nel 1987. I lavori ripresero dieci anni dopo e continuarono fino al 2000. Dopo una seconda interruzione, ripresero di nuovo alla fine del 2005.
Il prof. Netzer aveva ottenuto il suo primo “contatto ravvicinato” con l’architettura erodiana quando si era unito a Yigael Yadin (negli anni 1963-66) per la spedizione a Masada. La sua dissertazione per il Ph.D. sull’ archaeologia, guidata da Yadin, lo porto ad iniziare gli scavi sia all’Herodium inferiore che a Gerico, al complesso dei palazzi d’inverno di Asmoneo ed Erode. Il sito a Gerico, dopo gli scavi di Netzer, mostra oggi tre palazzi di Erode e un grande complesso ancora ignoto di palazzi d’inverno asmonei.
Netzer ha anche scoperto altre strutture erodiane in altre parti del paese e ha scritto vari libri e articoli sull’argomento dell’architettura erodiana.
Yaakov Kalman, archeologo e agricoltore, ha partecipato a molti scavi in tutto il paese e ha preso parte attiva negli scavi di Netzer a Masada, Gerico ed Herodium.
Roi Porath ha preso parte attiva all’indagine sulle grotte del deserto della Giudea e vanta molte scoperte significative.

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Ewigen il 20.11.2009 alle ore 19:15:58
Scoperta a Gerusalemme una fortificazione di 3.700 anni fa

È stato scoperto dagli archeologi a Gerusalemme un muro di 3.700 anni fa che costituisce il più antico esempio di fortificazioni massicce mai trovato nella città. Ne ha dato notizia la Israel Antiquities Authority.

Il muro, alto circa 8 metri, si ritiene facesse parte di un passaggio protetto costruito dagli antichi cananei, che conduceva da una fortezza in cima a una collina fino a una sorgente vicina, che era l’unica fonte d’acqua della città ed esposta ai predatori.
È la prima volta che gli archeologi trovano una così massiccia costruzione risalente a prima dell’epoca di Erode, artefice duemila anni fa di numerosi progetti monumentali nella città. La scoperta dimostra che la Gerusalemme della media età del bronzo aveva una forte popolazione capace di progetti edilizi complessi, spiega Ronny Reich, direttore dello scavo e professore di archeologia all’università di Haifa.
Il muro risale al XVII secolo a.e.v.,quando Gerusalemme era una piccola enclave fortificata controllata dai cananei, uno dei popoli che la Bibbia dice vivessero nel paese prima della conquista ebraica. Il regno ebraico, che si ritiene fosse governato da Gerusalemme dal re biblico David, viene solitamente fatto risalire ad almeno sette secoli più tardi.
Una piccola sezione del muro venne scoperta per la prima volta nel 1909, ma gli archeologi hanno ora portato alla luce una porzione di oltre 25 metri e Reich ritiene che si estenda molto di più. Ma le restrizioni di budget legate alla crisi finanziaria mondiale, spiega Reich, hanno messo fine allo scavo, almeno per il momento.
“Il muro è enorme e il fatto che sia sopravvissuto 3.700 anni rappresenta anche per noi un periodo molto”, dice Reich. È notevole che una fortificazione di questo tipo non sia stata smantellata per successivi progetti edilizi, aggiunge. “Quando lo si guarda da vicino è impressionante”, dice.
Il muro ed altri reperti archeologici sul sito saranno presto aperti al pubblico, comunica la Antiquities Authority.
Le ricerche archeologiche sul sito noto come “Città di David”, appena fuori le mura della Città Vecchia di Gerusalemme, sono ostacolate dalle dispute politiche per il controllo della città. Il sito archeologico, uno dei più ricchi in un paese ricchissimo di resti antichi, si trova infatti nel mezzo di un quartiere arabo di Gerusalemme est.

(Da: Jerusalem Post, 02.09.09)

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Ewigen il 15.01.2010 alle ore 11:59:35
Una scritta in ebraico biblico risalente all’epoca di re Davide

http://www.israele.net/images_sections/image_2717.jpg

Una nuova, importante scoperta getta nuova luce sul periodo in cui potrebbe essere stata redatta la Bibbia. Il prof. Gershon Galil, del Dipartimento di studi biblici dell’università di Haifa, ha recentemente decifrato un’iscrizione che risale al X secolo a.e.v. dimostrando che si tratta di un’iscrizione in ebraico, il che ne fa il più antico scritto in ebraico mai trovato.
La scoperta indicherebbe che almeno alcune delle scritture bibliche furono composte centinaia di anni prima delle date finora accreditare dalla ricerca scientifica, e che il Regno di Israele esisteva già a quell’epoca. Il X secolo è l’epoca del Regno di Davide.
L’iscrizione stessa, vergata in inchiostro su un frammento di terracotta trapezoidale di 15 x 16,5 cm, è stata scoperta un anno e mezzo fa negli scavi condotti dal prof. Yosef Garfinkel a Khirbet Qeiyafa, vicino alla valle di Elah. Sebbene venisse datata al X secolo a.e.v., la questione della lingua usata in questa iscrizione rimaneva insoluta, rendendo impossibile stabilire se si trattasse effettivamente di ebraico o di un’altra lingua locale.
Il deciframento del prof. Galil dell’antico scritto testimonia che l’iscrizione era effettivamente in ebraico sulla base dell’uso dei verbi specifici della lingua ebraica e di un contenuto specifico della cultura ebraica non adottato da altre culture della regione.
“Questo testo – spiega Galil – è una enunciazione sociale che si riferisce a schiavi, vedove ed orfani. Usa verbi che erano caratteristici dell’ebraico, come asa ("fece") e avad ("lavorò"), che erano raramente usati in altre lingue della regione. Alcune parole particolari che appaiono nel testo, come almanah ("vedova"), sono specifiche dell’ebraico e sono scritte in modo diverso dalle altre lingue della regione”.

Ecco (reso approssimativamente in italiano) il testo decifrato:

1' NON [LO] FARAI MA ADORERAI IL [SIGNORE]
2' GIUDICA LO SCHIA[VO] E LA VEDO[VA] / GIUDICA L’ORFA[NO]
3' [E] LO STRANIERO. [IM]PLORA PER IL NEONATO / IMPLORA PER IL POV[ERO E ]
4' LA VEDOVA. RIABILITA [IL POVERO] NELLE MANI DEL RE.
5' PROTEGGI IL POV[ERO E] LO SCHIAVO / [SOS]TIENI LO STRANIERO.

Una volta confermata la decifrazione, dice Galil, questa diventerà la più antica iscrizione ebraica mai trovata, e attesterà le capacità di scrittura in ebraico già nel X secolo a.e.v. Un dato che contrasta con la datazione della composizione della Bibbia accreditata dallo stato attuale delle ricerche, che escluderebbe la possibilità che la Bibbia o parti di essa potessero essere state scritte già in quel periodo.

(Da: Jerusalem Post, 08.01.10)

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 26.02.2010 alle ore 13:28:07
Gerusalemme, scoperta la muraglia di re Salomone


(evangelici.net notizie (http://www.evangelici.net/notizie/1267173060.html)) GERUSALEMME - Una sezione di un'antica muraglia della città di Gerusalemme risalente al X secolo a.C., probabilmente costruita al tempo del biblico re Salomone, è stata scoperta durante gli scavi archeologici diretti da Eilat Mazar e condotti sotto gli auspici dell'Università di Gerusalemme.

I resti del possente muro, lungo 70 metri e alto 6, sono emersi nella zona nota come l'area Ophel, tra la città di David e il muro meridionale del Monte del Tempio, e sembrano confermare il racconto che la Bibbia fa delle gesta del leggendario Salomone. Nella stessa area sono stati scoperti un corpo di guardia interno per l'accesso al quartiere reale della città, una struttura reale adiacente al corpo di guardia e una torre d'angolo che si affaccia su una considerevole sezione della vicina valle Kidron.

da: Adnkronos
data: 24 febbraio 2010

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Heaven7 il 02.03.2010 alle ore 11:00:09
Quando ho fatto cenno ad un ateo del Circolo Laico della mia città di alcune scoperte archeologiche concorde con dati e racconti biblici, non ha voluto credermi...  :-[

Pur dandogli le riferenze e le prove riportate nella stampa. Ancora aspetto il suo mail ..  :-P

Peccato che non se ne ode tanto parlare in giro. Eppure sono scoperte davvero determinanti!

Il modo in cui alcune di queste scoperte concorda alla perfezione con i dati biblici è davvero stupefacente!

Calo <><


Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di alle il 08.04.2010 alle ore 21:05:30

Scoperti per la prima volta resti di un'abitazione di

NAZARET


Secondo quanto annunciato da alcuni archeologi israeliani, sarebbero stati scoperti, per la prima volta, i resti di un'abitazione di Nazaret risalente ai tempi di Gesù.

Il ritrovamento fornirebbe informazioni sull'aspetto di Nazaret in quel periodo, afferma l'archeologa Jardena Alexandre dell'Autorità israeliana per le antichità.



Tratto da: 20 Minuten, 21/12/2009
e riportato da CDM, marzo 2010


Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 21.02.2011 alle ore 20:50:43
Israele, scoperta archeologica a Hirbet Madras


(evangelici notizie (http://www.evangelici.net/notizie/1298231400.html)) GERUSALEMME - Una chiesa e un magnifico pavimento a mosaico sono tornati alla luce durante gli scavi compiuti dalla Israel Antiquities Authority a Hirbet Madras, nella piana costiera della Giudea.

Vari studiosi che hanno visitato il sito durante gli scavi hanno detto che potrebbe trattarsi della residenza e della tomba del profeta Zaccaria.

Nei mesi scorsi era stato condotto uno scavo archeologico a Hirbet Madras in seguito ad un furto di reperti durante il quale i ladri avevano cercato di forzare e saccheggiare un antico complesso sotterraneo.


da: Adnkronos
data: 20 febbraio 2
011

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di alle il 02.07.2011 alle ore 21:58:26
Israele, scoperto ossario di un parente di Caifa

GERUSALEMME - Archeologi israeliani hanno annunciato mercoledì 29 giugno la scoperta di un ossario di 2000 anni con i resti che potrebbero essere quelli di un parente del grande sacerdote Caïfa.

Questa identificazione è stata resa possibile grazie ad un'iscrizione in aramaico incisa sull'ossario: "Myriam ragazza di Yeshua, figlia di Caifa, sacerdote di Maazayu, di Beth Imri". «L’importanza dell'iscrizione risiede nel riferimento alla discendenza della defunta che indica una connessione con la famiglia della classe di Maaziah di Beth Imri», spiegano gli archeologi Boaz Zissu e Yuval Goren in un comunicato all'autorità israeliana delle antichità.

«Secondo la formula dell'iscrizione, si capisce che apparteneva ad una celebre famiglia di sacerdoti del I secolo. Un membro della famiglia, il grande sacerdote Joseph Bar Caifa, è ricordato per la sua implicazione nel processo e la crocifissione di Cristo».

Joseph Bar Caifa grande sacerdote dal 18 al 36 d.C., è soprannominato semplicemente Caifa nei Vangeli. Matteo riporta difatti che è davanti a Caïfa che Gesù si è presentato dopo il suo arresto (Matteo 26, 57-68). Ed è lui che avrebbe consigliato al Sinodo di disporre la condanna a morte di Gesù, racconta Giovanni: "È meglio che un uomo solo muoia per il popolo" , (Giovanni 18, 13-14).
.....
per continuare la lettura:
http://www.evangelici.net/notizie/1309636290.html

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di alle il 27.07.2011 alle ore 11:36:37
Israele, scoperto un altare di 3000 anni


TEL TZAFIT (Israele) - Un gruppo di ricercatori ha scoperto negli scavi di Tel Tzafit un altare di pietra che sembra provenire da tempi biblici. L'oggetto fornisce anche nuove informazioni sul rapporto tra ebrei e filistei.

L'altare risale al 9 Secolo a.C. ed è stato trovato là dove, secondo la tradizione biblica, si trovava la città di Gat dei Filistei. L'altare è alto circa un metro e ha lunghezza e larghezza di mezzo metro. I ricercatori, guidati dal professor Aren Maeir dell'Università di Bar-Ilan, vedono nell'esecuzione dell'altare forti analogie con altari dei templi ebraici, il che fa pensare ad affinità tra la cultura degli ebrei e quella dei Filistei. L'altare è ornato di fronte da due corna. Simili corna si trovano anche in altari ebraici, anche se in forma quadruplice.

Il professor Maeir ha presentato la scoperta, secondo "Ha'aretz", come «una piccola, ma impressionante finestra nei rituali e nella cultura di quel tempo». «Non capita spesso di trovare resti dei tempi biblici che si avvicinano così tanto agli oggetti descritti nella Bibbia».

da: Israelnetz
data: 26 luglio 2011
traduzione: www.ilvangelo-israele.it)

per vedere la foto:
http://www.evangelici.net/notizie/1311711620.html

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Marmar il 13.09.2011 alle ore 12:06:48
La tomba di Pietro a Gerusalemme?

Su questo documento se ne parla, ma avevo sentito qualcosa di molto più recente, qualcuno si ricorda?

http://www.gesucristoeilsignore.org/notizie_dal_mondo/La%20Scoperta%20della%20Tomba%20di%20Pietro.htm

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di graziato il 27.09.2011 alle ore 09:01:02
A proposito di archeologia biblica, ho trovato interessante nonché scorrevole il testo "L’archeologia della Bibbia" del famoso egittologo nonché docente di Antico testamento James K. Hoffmeier (ed.S.paolo). Aggiungo una chicca per gli interessati del settore: La GBU sta traducendo il famoso "On the Reliability of the Old Testament" di Kenneth Kitchen. Un testo preziosissimo; io ho l'edizione inglese. Per chi vorrebbe farsi una corsa veloce sulla storia Biblica e aggiornarsi sulle ultime acquisizioni archeologiche, suggerisco "Atlante storico geografico della Bibbia" della LDC di tendenza abbastanza conservatrice, ottimamente illustrato e aggiungerei di matrice Evangelica, che non guasta  :-D

Saluti da Angelo
    :hello:

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di haevi76 il 07.03.2012 alle ore 10:57:44
Ciao a tutti ,
solo l'anno scorso hanno trovato l'arca di Noè anche se stanno ancora valutando volevo mettervi questo link:
http://www.blitzquotidiano.it/societa/turchia-mistero-ritrovamento-arca-noe-resti-4000-metri-monte-ararat-351254/

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Lucio P. il 07.03.2012 alle ore 16:51:33
Quando si parla di archeologia e quindi di ritrovamenti storici allegoricamente non posso che pensare a quanto Gesù disse:


Lu 19:40  Ma egli rispose: « Vi dico che se costoro tacciono, le pietre grideranno ».


Al giorno d'oggi rifiutare la Bibbia come parola di Dio e con tutto ciò che è venuto fuori in questi ultimi duecento anni e verrà ancora fuori, significa proprio rifiutare arbitrariamente quanto in Essa è scritto.

Allego questi link video che in qualche modo avvalorano ancor più quanto fin'ora già esposto.


http://www.youtube.com/watch?gl=IT&v=81ZTeAb5xdQ           

http://www.youtube.com/watch?v=GB_7QVqDp4M&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=R3Z8daIiCfQ&feature=related

http://www.youtube.com/watch?v=S3Mst0-TzlI&feature=related

Un caro abbraccio a tutti voi.

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 22.08.2012 alle ore 08:57:38
Nuovi ritrovamenti archeologici fanno luce sul periodo di Re David



(evangelici notizie) (http://www.evangelici.net/notizie/1345482000.html) GERUSALEMME - L'Università ebraica di Gerusalemme ha annunciato la scoperta di oggetti che [...] fanno luce su come il rituale religioso venisse organizzato in Giudea al tempo del Re David. Durante i recenti scavi archeologici a Khirbet Qeiyafa - una città fortificata in Giudea adiacente alla valle di Elah - l'archeologo Yosef Garfinkel e i suoi colleghi hanno ritrovato una ricca raccolta di ceramiche, utensili in pietra e metallo, e diversi oggetti d’arte di cui molti destinati al culto.

Queste scoperte includono inoltre tre grandi stanze che servivano da santuari, sia per la loro architettura sia per i ritrovamenti effettuati all'interno queste stanze corrispondono abbastanza fedelmente alla descrizione biblica di come si svolgesse un rituale religioso durante il periodo del Re David. Questa scoperta è straordinaria in quanto è la prima volta che vengono ritrovati i santuari risalenti al periodo dei primi re biblici.
http://img833.imageshack.us/img833/5965/huqeiyafastoneark.jpg (http://imageshack.us/photo/my-images/833/huqeiyafastoneark.jpg/)Poiché questi santuari sono precedenti di circa 30-40 anni la costruzione del tempio di Salomone a Gerusalemme, forniscono la prima evidenza fisica di come si svolgesse un culto al tempo di Re David, con implicazioni significative per l’archeologia, la storia, e gli studi biblici e religiosi. La tradizione biblica testimonia come il popolo di Israele celebrasse i propri riti religiosi in modo diverso, essendo monoteista e an-iconico (divieto di figure umane o animali), rispetto a tutte le altre nazioni del Vicino Oriente Antico.

Tuttavia, non è chiaro quando queste pratiche siano state formulate, se effettivamente durante il periodo della monarchia (X-VI secolo a.C.), o solo più tardi, in epoca persiana o ellenistica. L'assenza di immagini cultuali di esseri umani o animali nei tre santuari fornisce la prova che gli abitanti del luogo praticavano un culto differente da quello dei Cananei e dei Filistei, osservando il divieto di immagini scolpite. I ritrovamenti di Khirbet Qeiyafa indicano inoltre che uno stile architettonico elaborato era sviluppato fin dal tempo del re David. Questa costruzione è infatti tipica delle attività di un regno e indica così che la formazione dello Stato, la creazione di una élite, un certo livello sociale e sviluppo urbanistico della regione esistevano già ai tempi dei primi re di Israele.

http://img209.imageshack.us/img209/1903/huqeiyafapottery.jpg (http://imageshack.us/photo/my-images/209/huqeiyafapottery.jpg/)Questi reperti rafforzano la storicità della tradizione biblica e la sua descrizione architettonica del Palazzo e del Tempio di Salomone. Il professor Garfinkel dell'Università ebraica di Gerusalemme ha dichiarato: «Questa è la prima volta che gli archeologi hanno scoperto una città fortificata in Giudea risalente al tempo di Re David. Anche a Gerusalemme non abbiamo una chiara città fortificata di quell'epoca. Così, le varie proposte interpretative che negano completamente la tradizione biblica per quanto riguarda il Re David e sostengono che egli era una figura mitologica, o un semplice capo di una piccola tribù, si sono dimostrate errate grazie a queste scoperte».

Garfinkel ha continuato: «Nel corso degli anni, migliaia di ossa di animali sono state trovate, tra ovini, caprini e bovini, ma non maiali. Ora abbiamo scoperto tre sale dedicate al culto, con vari armamentari, ma non è stata trovata neanche una figura umana o di animale. Questo suggerisce che la popolazione di Khirbet Qeiyafa osservava i due divieti biblici: sul maiale e sulle immagini scolpite - e quindi praticavano un culto diverso da quello dei Cananei e dei Filistei».

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di Asaf il 01.01.2013 alle ore 08:37:25
Gerusalemme, trovate statuette dell'età del ferro


(evangelici notizie) (http://www.evangelici.net/notizie/1356956967.html) GERUSALEMME - "Una testimonianza archeologica di rara importanza": questo, secondo gli esperti, il significato del ritrovamento casuale di un luogo di culto di oltre 2750 anni fa nella località di Motza, ai margini della superstrada Gerusalemme-Tel Aviv.

Proprio i lavori di sviluppo di quella arteria hanno riportato adesso alla luce un edificio massiccio dell'epoca del ferro che presentava una apertura verso Est: concepita dunque per ospitare i primi raggi del sole nel verosimile contesto di una attività di culto.

A confermare questa ipotesi - avanzata dagli esperti Anna Eirikh, Hamudi Haleila e Shua Kisilevic dell'Autorità israeliana per l'archeologia - sono giunti il ritrovamento di un altare e di minuscole statuette di creta, antropomorfe e zoomorfe. Due di esse rappresentano uomini con capelli ricciuti (uno dei quali forse barbuto), con un copricapo piatto. Altre hanno la forma di animali: in particolare bestie da carico.

http://imageshack.us/a/img7/6122/statuetteantropomorfeis.jpg (http://imageshack.us/photo/my-images/7/statuetteantropomorfeis.jpg/)

Quei reperti risalgono al nono-decimo secolo a.C, ossia all'epoca del regno di Giudea, mentre a breve distanza da Motza si erigeva il primo Tempio di Gerusalemme. Gli studiosi dovranno adesso comprendere se questo luogo di culto era effettivamente gestito da ebrei, e come mai utilizzassero statuette con forme umane ed animali - tanto più in un luogo così maestoso - malgrado la severa denuncia della loro religione di ogni forma di idolatria.

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di cristiano2014 il 13.07.2014 alle ore 20:54:41
Sarebbe interessante conoscere la posizione di studiosi scettici nei confronti dell'archeologismo biblico.
Conoscete ricercatori (seri e preparati a differenza dei vari Biglino e Sitchin) che sono arrivati a conclusioni diverse da quelle riportate in questo 3d? Grazie.

Titolo: Re: ARCHEOLOGIA BIBLICA
Post di alle il 12.02.2015 alle ore 20:05:31
Cento tavolette svelano la vita degli ebrei in Babilonia

GERUSALEMME - Cento tavolette di argilla datate tra il 572 e il 477 avanti Cristo raccontano la vita quotidiana degli ebrei durante l'esilio in Babilonia: i reperti, preziosi per la loro valenza storica, sono esposti per la prima volta al pubblico presso il Bible Lands Museum di Gerusalemme, in una mostra intitolata "Sui fiumi di Babilonia".

L'allestimento comprende un centinaio di tavolette scritte in cuneiforme accadico e cotte al forno; non contengono dati storici particolari, ma la straordinarietà sta proprio nella loro ordinarietà: le tavole contengono atti pubblici, discorsi e minute quotidiane che, secondo lo studioso Filip Vukosavovic, curatore della mostra, «colmano una lacuna cruciale nella comprensione di ciò che accadeva nella vita dei giudei in Babilonia più di 2.500 anni fa», dopo la deportazione, avvenuta in più ondate, imposta da Nabucodonosor.

Giunti in Babilonia - l'odierno Iraq - gli ebrei divennero con il tempo un elemento fondamentale per l'economia dell'impero; secondo Vukosavovic «erano liberi di vivere la loro vita, non erano schiavi; Nabucodonosor non era un sovrano brutale sotto questo aspetto. Sapeva di aver bisogno dei giudei per contribuire a rilanciare l’economia di Babilonia in difficoltà», un impegno che - per quanti non tornarono a Gerusalemme dopo il 539 a.C. - continuò per millenni, sotto diverse dominazioni, fino agli anni Cinquanta del secolo scorso.

Mistero sulle vicende che hanno permesso alle tavolette di arrivare fino a noi: rinvenute probabilmente nel corso di scavi archeologici effettuati negli anni Settanta e passate di mano sul mercato internazionale delle antichità, sono attualmente proprietà di un collezionista israeliano residente a Londra che le ha messe a disposizione degli studiosi, permettendo loro di constatarne l'importanza.

da: http://www.evangelici.net/notizie/1423582590.html