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Erasmo:importanza di una lettura grecaNT (letto 654 volte) |
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fratello Sandro
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La proposta di rinnovamento avanzata da Erasmo. (in 2 post)Importanza di una lettura in greco del NT. Erasmo da Rotterdam (1466-1536), Olandese, entrato nel convento Agostiniano, ben presto si accorse di non essere nato per la vita monastica; lasciò il convento nel 1493, dopo essere stato ordinato sacerdote; a Parigi (1495) conobbe il disgusto per gli studi teologici, ormai ridotti a una ridda di infinite sottigliezze. In Inghilterra scoprì e precisò la sua vocazione alla battaglia per il rinnovamento della teologia, che iniziò a partire dal 1500, con una serie di opere destinate a influenzare profondamente tutta la cultura europea in molteplici campi. Premessa Erasmo da Rotterdam fu un Umanista. Quando nel XX secolo si usa la parola "umanesimo" ci si riferisce ad una filosofia anti-religiosa che afferma la dignità dell'uomo senza alcun riferimento a Dio. Ma nel XVI secolo la parola "umanista" aveva un significato ben diverso. Gli umanisti dei secoli XIV, XV, e XVI erano assai religiosi e interessati senza dubbio al rinnovamento della chiesa, e non certo alla sua soppressione. Erasmo si considerava "cittadino del mondo" e riteneva che il latino ciceroniano fosse la lingua di quel mondo. Tra gli scritti umanistici di Erasmo circolanti in Europa nei primi decenni del Cinquecento, esercitò un'influenza preponderante l' "Enchiridion Militis Christiani" (il Manuale del Cavaliere Cristiano ): in esso Erasmo rivolgeva un appello agli uomini e alle donne di cultura, che Erasmo considerava il vero tesoro della chiesa. Le richieste di riforma a Zurigo (Zwingli e Bucero) e a Wittenberg (Lutero) nascono poco dopo il momento in cui questo "Enchiridion" divenne un "bestseller". L' "Enchridion" esponeva una tesi molto interessante: che cioè la chiesa di allora poteva essere riformata da un ritorno collettivo agli scritti dei "padri" e alla Scrittura: la lettura regolare della Scrittura è proposta come base di una nuova religiosità del laicato. Erasmo sostiene che la lettura della Scrittura "trasforma" chi la legge, fornendogli nuove motivazioni, per amare Dio e il prossimo. Erasmo ritiene che la vitalità futura del cristianesimo dipenda dai laici e non dal clero. Egli considera il clero un gruppo di educatori, la cui funzione consiste nel permettere ai laici di giungere al loro stesso livello di comprensione e di conoscenza. In secondo luogo: perchè mai ci si dovrebbe preoccupare di confessare i propri peccati ad un altro essere umano solo per il fatto che è prete, chiede Erasmo, quando si può confessarli a Dio stesso? Il laico, che legge la Scrittura, è fedele alla propria vocazione non meno di qualsiasi monaco. La Scrittura deve essere resa accessibile a tutti, affinchè tutti possano tornare alle fonti, e bere l'acqua fresca e viva della fede cristiana, anzichè quella fangosa e stagnante della religiosità medioevale. C'era in primo luogo la necessità di poter studiare il Nuovo Testamento nella lingua originale, e non nella traduzione, piuttosto approssimativa della "Vulgata"(IV-V secolo). Ciò richiedeva due strumenti, che erano inaccessibili a quel tempo: la necessaria competenza filologica per affrontare il testo greco del Nuovo Testamento, nonchè un accesso diretto al testo in greco. Il primo strumento fu reso accessibile dalla scoperta, fatta da Erasmo, delle note al testo greco del Nuovo Testamento, che Lorenzo Valla aveva preparato nel XV secolo ( 1400 ). Il secondo strumento fu reso disponibile da Erasmo stesso, con la pubblicazione della prima edizione a stampa del Nuovo Testamento greco, il "Novum Instrumentum omne", a Basilea, nel 1516. Il suo "textus receptus" = (testo recuperato) fu una pietra miliare nella storia letteraria. Per la prima volta gli studiosi ebbero la possibilità di paragonare il testo greco originale del Nuovo Testamento con la tardiva traduzione latina della "Vulgata"(IV-V secolo). Basandosi sugli studi di Lorenzo Valla, Erasmo mostrò come la traduzione di numerosi passi importanti del Nuovo Testamento nella "Vulgata" fosse insostenibile. Molte pratiche della chiesa medievale si fondavano appunto su questi testi. La chiesa cristiana ha sempre attribuito una particolare importanza a certi riti, o forme di culto, comunemente chiamati "sacramenti".
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« Ultima modifica: 16.04.2010 alle ore 17:42:26 by Michele_48 » |
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fratello Sandro
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continua (2°post su Erasmo) La chiesa primitiva aveva riconosciuto che due di tali sacramenti erano "dominici" = del Signore, ossia che risalivano a Gesù Cristo stesso. Si trattava del battesimo e della "Cena del Signore"="rompere il pane" = "eucaristia". Ma alla fine del XII secolo, il numero dei sacramenti era salito a sette: Oltre ai due "dominici", la penitenza (o confessione), la confermazione (o cresima), il matrimonio, l'ordine e l'estrema unzione. La nuova edizione del Nuovo Testamento curata da Erasmo sembrava mettere in questione l'intero sistema: esaminiamo tre esempi. La teologia medioevale giustificava l'inclusione del matrimonio tra i sacramenti , in base a una traduzione della "Vulgata" che parlava del matrimonio come di un "sacramentum" (Efesini 5, 31-32). Erasmo seguì Lorenzo Valla nel sostenere che il temine greco "mysterion", che la Vulgata traduce "sacramentum" significa semplicemente "mistero". Non si dice affatto che il matrimonio sia un sacramento. Aanalogamente la "Vulgata" traduceva le parole iniziali del ministero di Gesù ( Matteo 4,17 ) come se dicessero: "Fate penitenza", perchè il Regno di Dio è vicino. Tale traduzione suggeriva l'idea che la venuta del Regno dei cieli avesse un rapporto diretto con il sacramento della penitenza. Ma Erasmo affermò che il testo greco doveva essere tradotto: "Ravvedetevi", perchè il Regno dei cieli è vicino. In altri termini, mentre la "Vulgata" sembrava alludere a una pratica esteriore (il sacramento della penitenza), Erasmo sosteneva che si trattava piuttosto di un atteggiamento psicologico, l'atteggiamento di chi "si pente", "si ravvede", "cambia il proprio modo di vedere", la propria mentalità. Terzo esempio: Maria, la madre di Gesù. Per molti teologi Medioevali Maria doveva essere considerata qualcosa di simile a un serbatoio di grazie, al quale si poteva attingere in caso di necessità. Tale concezione si fondava sull'idea medievale della grazia, intesa come una sorta di sostanza; (concetto poi abbandonato dalla Riforma); si fondava pure sulla traduzione , fornita dalla "Vulgata" delle parole dell'arcangelo Gabriele a Maria (Luca 1,28). Secondo la "Vulgata" Gabriele avrebbe salutato Maria dicendole:" Tu...,che sei piena di gratia" (*gratia plena*), il che suggeriva appunto l'idea di un serbatoio di grazie. Ma Erasmo e Valla avevano dimostrato che il verbo greco era al passivo e significava semplicemente: "tu che sei stata favorita", o "tu che hai incontrato favore". La prima edizione , data alle stampe, da Erasmo, del Nuovo Testamento in greco dimostra, in questi tre esempi citati, che: il matrimonio NON E' un sacramento; la confessione NON E' un sacramento; la grazia non è una sostanza, di cui Maria costituisce il serbatoio, a cui ricorrere, ad esempio, nella preghiera del Rosario. Non era ormai più possibile sostenere che il testo biblico e la "Vulgata" coincidessero. Il programma di riforma Erasmiano richiedeva pure che si potesse accedere agli scritti dei "padri", il che presupponeva che si producesse un'edizione attendibile degli scritti di teologi quali Ambrogio, Agostino, e Gerolamo( l'autore patristico preferito da Erasmo. La sua edizione delle opere di Gerolamo fu generalmente considerata una meraviglia mondiale nel campo degli studi. Appendice: Le tecniche umanistiche per individuare gli scritti spurii (=non autentici) erano state messe a punto da Lorenzo Valla nel XV secolo, ed erano state utilizzate per dimostrare l'inautenticità della famosa "Donazione di Costantino" (un documento che si pretendeva redatto dall'imperatore Costantino, per concedere certi privilegi, tra cui il possesso di Roma ed il "potere temporale", alla chiesa occidentale, e che risultò invece un falso "fabbricato" della Curia romana nell'VIII-IX secolo). Per concludere con precisione di parlare di Erasmo da Rotterdam, va detto che egli rifiutò di compiere una scelta di campo precisa (col papa o con Lutero), non per pavidità, ma a causa della concezione che egli aveva maturato della cultura, come essenziale strumento di mediazione.
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