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(Moderatore: andreiu)
   Rileggendo le promesse
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   Autore  Topic: Rileggendo le promesse  (letto 813 volte)
salvo
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Rileggendo le promesse
« Data del Post: 20.10.2007 alle ore 14:53:42 »
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Partecipando nei diversi forum che sono qui in discussione, ho dovuto notare come molto spesso, non solo molti versi vengono estrapolati dal contesto, ma vengono usati impropriamente.
 
Io vorrei seriamente e con chi ha volontà di farlo in mondo costruttivo, esaminare le promesse del Signore e visitandole, rileggerle ed applicarle nel giusto contesto.
Ci sono promesse che sono ad personam da parte del Signore e pertanto sono irripetibili, e ci sono promesse fatte dal Signore al popolo di Dio in senso generale, che invece possono essere applicate a tutti.
 
Spesso il mondo cristiano legge le scritture, ma fa come gli scrivi e farisei, che pur leggendo erano privi di intendimento.
Io sono convinto che il testimone (le scritture), riferisca ciò che Iddio ha voluto farci sapere, ma nello stesso tempo. credo fermamente che il credente non può camminare per una via che si sceglie da se, mentre invece è chiaro che la via nella quale il credente deve camminare, gli verrà dal Signore insegnata. Salno 32/8 e seg.
 
E' chiaro credo che Iddio ha fatto delle promesse la suo popolo, ma ogni promessa fatta da Dio, il suo popolo non l'ha semplicemente letta nella bibbia o nella Torah, ma l'ha udita direttamente da Dio a mezzo dei suoi profeti.
 
Pertanto reputo necessario distinguere fra promesse scritte e promesse confermate a ciascuno in proprio direttamente da Dio.
 
Ora tutti i cristiani conoscono la scrittura che dice: "Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica" Filip. 4/13
 
Tutti i cristiani conoscono ciò che disse Paolo al carceriere di Filippi: "Credi e sarai salvato tu e la casa tua." At 16/31
 
Or io domando, queste due affermazioni o che dir si voglia, sono applicabili a tutti in maniera assoluta? Se si, come intendete?
 
Per confortare una madre circa i suoi figli, posso io usare ciò che è scritto in Geremia 31/17 dove dice: "E vi è ancora speranza per te alla fine, dice il Signore; e i tuoi figliuoli ritorneranno ai lor confini."?
 
Non vorrei essere considerato polemico, ma l'argomento ha trovato in me una certa sofferenza a motivo dell'ultimo verso citato e che il pastore Adamo ha usato per confortare la sorella anastasia.  Opera nobile la sua ma secondo me fuori luogo è il testo, che genera speranze che si affievoliscono col passare del tempo,se non sono dal Signore confermate personalmente.
 
Ora io sono del parere che quando è il Signore a reiterare le sue promesse, chi le riceve ha pace di dentro, ma se avviene che tale pace si affievolisce, è lecito pensare che la fede anch'essa si sta affievolendo, e che probabilmente mancavano le basi a sostegno di tale verità, non avendole il Signore pronunciate per noi perosnalmente.
 
Io credo sia molto più facile attorniarsi di belle parole che di vera fede.
 
Credere nel Signore è parola grande, ma molti chiedono e non ricevono, come dice Gaicomo, perchè chiedono per spendere nei propri piaceri.
Tanti genitori hanno aspirazioni particolari per i loro figli, ma quanti chiedono ciò che chiedono alla gloria di Dio?
http://www.evangelici.net/cgi/forum/YaBB.pl?board=esegesi_at;action=disp lay;num=1191789191
 
Noi possiamo pregare per tutti quelli che ci vengono in mente, ma credo sia inutile dire che la salvezza delle anime non dipenda dalla preghiera di una madre o di un padre, perchè se fosse così, io sarei obbligato a domandarmi come mai Colui che ci ha creati e che ci ha dato suo figlio per la nostra salvezza, e che vorrebbe che tutto il mondo salvato. non ci salva e basta?
 
Sta di fatto che sebbene Iddio voglia con tutte le sue forze la nostra salvezza, pure di fronte all'incredulità, l'Onnipotente diventa impotente.
 
Lo stesso Gesù disse: "Io non ti prego per il mondo, ma per coloro che tu mi hai dato". Giov. 17
 
Nessuno sta dicendo che non si deve pregare, ma si sta dicendo che ogni preghiera che sarà esaudita, lo sarà perchè avallata dal nostro grande Salvatore Gesù Cristo, in quanto il cuore del tale o del tal altro si è piegato davanti a Lui e lo ha riconosciuto.
 
E' anche vero che Iddio usa intercessori che hanno fede per ciò che chiedono.
 
Ora una cosa è pregare per un'infermità, la dove basta la fede del giusto che prega davanti al Signore; altro è pregare per la salvezza di qualcuno.
 
Vorrei che qualcuno mi correggesse se sto sbagliando non con argomentazioni generiche che lasciano il tempo che trovano, ma con argomenti concreti.
salvo
« Ultima modifica: 20.10.2007 alle ore 15:11:53 by salvo » Loggato

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Re: Rileggendo le promesse
« Rispondi #1 Data del Post: 20.10.2007 alle ore 16:18:55 »
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quindi vuoi dire che quando il Signore parla anche attraverso fratelli ad una persona singola quella promessa vale solo per quella persona ??
 
quindi quando
Paolo parla al cancelliere dicendo "credi in Gesù e sarai salvato tu e tutta la casa tua" si riferisce solo al cancelliere ??
« Ultima modifica: 20.10.2007 alle ore 16:20:13 by Neemia86 » Loggato

Nutri la tua fede e i tuoi dubbi moriranno di fame.
salvo
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Re: Rileggendo le promesse
« Rispondi #2 Data del Post: 20.10.2007 alle ore 19:15:00 »
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on 20.10.2007 alle ore 16:18:55, Neemia86 wrote:
quindi vuoi dire che quando il Signore parla anche attraverso fratelli ad una persona singola quella promessa vale solo per quella persona ??

Se parla ad una persona singola, vale in quel momento solo per quella, certamente

Quote:

quindi quando
Paolo parla al cancelliere dicendo "credi in Gesù e sarai salvato tu e tutta la casa tua" si riferisce solo al cancelliere ??

Occorrerebbe che provassi a leggere le circostanza in cui quelle parole furono da Paolo rivolte al carceriere, e vedresti che spesso e volentieri non esiste nemmeno lontanamente la stessa condizione.
Quell'uomo stava per togliersi la vita e con lui sarebbero stati uccisi i suoi familiari a causa di quel terremoto, ma Paolo guidato dal Signore che certo lo aveva fatto passare per quella prigione per salvare quell'uomo e tutta la sua famiglia, gli disse quello che tutti conosciamo.
 
Il concetto di famiglia, davanti al Signore spesso è diverso dal nostro; Gesù ha detto dei suoi parenti: "Chi è mia madre, chi sono i miei fratelli? Chiunque fa la volontà del Padre mio, mi è madre fratello e sorella".
 
Ma noi siamo di terra e alla terra siamo attaccati, e  certo Iddio ha stabilito che benedirà i figli di coloro che gli sono fedeli.
 
Io so di un anziano fratello che pregava continuamente per i suoi figli, e questi prosperavano nelle loro cose, ma quando l'anziano morì, tutti caddero in sventura. Che vuol dire che iddio benedice i figli per i padri?
 
Quanti sono i figli di credenti che vanno in chiesa, ma che non sanno che sia essere salvati? Forse per loro è peggio, perchè nessuno si preoccupa della loro salvezza visto che vengono comunemente ritenuti già salvi.
 
Non hai tu letto che varie volte leggiamo di Gesù: "gli conveniva passare per Samatia o latro luogo, perchè la c'era una creatura che lo aspettava.
 
Ora se a mezzo di un suo servitore, il Signore dice a qualcuno la stessa cosa, quella vale per lui.
 
Come fai a provare che tutti coloro che hanno creduto, hanno avuto i figli salvati?
Io ti posso provare il contrario, sempre sulla parola, perchè le persone non ci sono, ovviamente. Ma non credo sia difficile crederlo.
Salvo
« Ultima modifica: 20.10.2007 alle ore 19:18:16 by salvo » Loggato

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Re: Rileggendo le promesse
« Rispondi #3 Data del Post: 20.10.2007 alle ore 20:23:27 »
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Quando si fanno discorsi simili su chi verrà salvato e chi no, mi viene in mente quell'episodio dove Gesù, dopo aver pronunciato la famosa frase del ricco e del camello che passa attraverso la cruna di un ago, risponde agli apostoli, i quali si chiedevano chi può essere salvato: "Ciò è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile".  Tenendo conto anche di quanto affemra Paolo nelle varie epistole riguardo la moglie o marito non credente con relativi figli, io penso che la fede di una persona all'interno di un nucleo famigliare potrebbe essere sufficiente. Dico potrebbe però, perché, tornando alle parole di Cristo, stabilire chi verrà salvato e chi no per noi è impossibile, e ciò spetta solo a Dio.
Un saluto
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salvo
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Re: Rileggendo le promesse
« Rispondi #4 Data del Post: 20.10.2007 alle ore 22:02:52 »
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Caro brave,
che ogni cosa sia possibile a Dio, è fuori discussione; resta comunque un fatto, e cioè che solo chi crede sarà salvato.
Poi è chiaro che il giudizio appartiene al Signore, il quale è Salvatore potente all'estremo; pur non di meno anche Iddio si ferma di fronte alla libertà che l'uomo ha di scegliere. MA questo è un'altro argomento.
Siamo qui per cercare di rileggere le promesse che il Signore ha fatto e capire ciò che ha valenza generale e ciò che invece no.
 
E' chiaro che chiunque crede sarà salvato; è chiaro che chiunque bussa gli sarà aperto; è chiaro che chi cerca trova; occorre identificare il "CHI" che non ha un indirizzo specifico trane che è indirzzato a "Chiunque".
 
Il fatto è che ai fini della salvezza, io non posso credere per un'altro.
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Re: Rileggendo le promesse
« Rispondi #5 Data del Post: 20.10.2007 alle ore 23:37:27 »
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Hai centrato il punto in questione Salvo: non possiamo noi sapere chi è il CHI!
Affermare a livello generico che si salva chi ha creduto è giusto. Il punto però è che alcuni, purtroppo, facendosi forte di questa considerazione, iniziano a stabilire chi si salva e chi no a livello singolare. E questo, noi, non possiamo farlo, né perché possiamo permettercelo, né perché siamo in grado di stabilirlo.
Un esempio pratico? Il ladrone crocifisso insieme a Cristo. Un esterno avrebbe sicurmaente pensato: "QUel ladrone? POveraccio, Dio lo sgriderà, lo punirà e lo destinerà al lago di fuoco e zolfo". E invece  che successe? Il ladrone si pentì, e Gesù gli rispose: "Tu sarai con me in paradiso".
Quindi, quando qualcuno ci dice "non credo in Dio", noi quasi in automatico pensiamo che non si salverà. Ma che ne sappiamo noi di quello che accadrà nella sua vita? E' questo il punto: noi no conosciamo i cuori delle persone, ed ecco perché Gesù ha detto chiaro e tondo che per noi è impossibile stabilire chi si salva e chi no.  
Certo, possiamo pregare e intercedere, ma come dici tu la scelta finale spetta alla persona, e non è detto che se un apersona fa una scelta, in futuro potrebbe farne un'altra.
Ciao!
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salvo
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Re: Rileggendo le promesse
« Rispondi #6 Data del Post: 21.10.2007 alle ore 15:02:33 »
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Bene brave,
abbiano credo stabilito che il credere è personale e quindi nessuno può farlo per noi.
 
Ora però vorrei che ci concentrassimo sull'argomento del topic.
 
Vorrei qui ribadire, se non fosse ancora chiaro, che io credo che il Signore ha messo a nostra disposizione ogni cosa di cui possiamo avere bisogno (II Piet.1/3), e le promesse fatte dal Signore sono nostre nella misura in cui crediamo e di esse abbiamo bisogno.
 
Esempio:
Il Signore ha dato dei ministeri agli uomini.
 
Tutti hanno ministerio? No, ma tutti possono avere quel ministerio nella misura in cui la loro fede lo permette; in mancanza di fede il ministerio è nostro in Cristo, perchè ciò che è dato alla chiesa è della chiesa.
 
Ma a chi crede vengono dati dei talenti, i quali devono essere trafficati.
 
Tutti hanno dono di guarigione? No, ma anche per questo vale quanto sopra.
 
Diverso è il credere, ovvero il cammino della fede che sfocia nella salvezza; ma non tutti credono allo stesso modo, o con la stessa intensità.
 
Circa il "CHI", ci sono comunque dei segnali evidenti e meno evidenti; se facciamo riferimento ai cristiani, l'indicatore sta nel manifestare il figliuolo dell'uomo con il proprio spirito, non certo con belle parole.
 
Manifestare è parola forte, che lascia intravedere non tanto le espressioni verbali, quanto una condotta tale che assomigli a quella del figliuolo dell'uomo.
 
Se ti guardi attorno, e ognuno deve cominciare da se, vedrai come sovente tanto cristianesimo non ha nemmeno la parvenza della natura, carattere del figliuolo dell'uomo, perchè spesso per molti movimenti in particolare contano i numeri e non la sostanza. Sovente Cristo, l'unto del Signore sta alla porta, soffrendo perchè nessuno risponde.
Salvo
« Ultima modifica: 21.10.2007 alle ore 15:05:44 by salvo » Loggato

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Re: Rileggendo le promesse
« Rispondi #7 Data del Post: 21.10.2007 alle ore 15:23:45 »
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Salvo, però è anche vero che sta scritto: come misurate agli altri, così verra misurato a voi. Se quindi ci mettiamo a misurare quanto è cristiano quello e quell'altro, lo stesso verrà fatto a noi.
ciao
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Re: Rileggendo le promesse
« Rispondi #8 Data del Post: 21.10.2007 alle ore 16:31:34 »
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No, brave,
 noi non dobbiamo misurare nessuno, perchè non nostro compito, semmai ognuno deve badare a se stesso e laciare al Signore il giudizio.
 
Quello che dico va visto nella dialettica che tende a spiegare le cose senza entrare nel merito. Ognuno giudichi se stesso davanti a DIo.
 
Quello che dobbiamo fare è chiedere al Signore che ci dia luce e compagni di viaggio con cui condividere sia pure in parte e in pace il nostro cammino.
Salvo
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Re: Rileggendo le promesse
« Rispondi #9 Data del Post: 22.10.2007 alle ore 01:14:49 »
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on 21.10.2007 alle ore 15:02:33, salvo wrote:
le promesse fatte dal Signore sono nostre nella misura in cui crediamo e di esse abbiamo bisogno.
 
Esempio:
Il Signore ha dato dei ministeri agli uomini.
 
Tutti hanno ministerio? No, ma tutti possono avere quel ministerio nella misura in cui la loro fede lo permette; in mancanza di fede il ministerio è nostro in Cristo, perchè ciò che è dato alla chiesa è della chiesa.
 
Ma a chi crede vengono dati dei talenti, i quali devono essere trafficati.
 
Tutti hanno dono di guarigione? No, ma anche per questo vale quanto sopra.
 
Diverso è il credere, ovvero il cammino della fede che sfocia nella salvezza; ma non tutti credono allo stesso modo, o con la stessa intensità.

 
Qui mi sorge un dubbio…..
Ho sempre pensato che chi svolge un ministerio lo faccia per vocazione,
se osserviamo gli esempi Biblici mi sembra che tutti i grandi padri ( o quasi ) del VT ma anche i grandi “protagonisti” del NT vengono chiamati dal nostro Padre ad assolvere dei compiti spesso del tutto inaspettati e in qualche caso questo avviene al momento della loro personale conversione!
Oggi, sempre più spesso, sento parlare di “chiedere” chiedere con forza! Quasi come se Dio non parlasse più con l’uomo, ma l’uomo deve chiedere, desiderare, invocare con forza!
Un credente intraprende un cammino per giungere alla salvezza, quella personale ma in conseguenza di questa fede viene chiamato ad evangelizzare…quanti realmente sentono questo bisogno e quanti lo acquisiscono come un dovere dettato dalla Parola, in base al tuo ragionamento il “bisogno” è direttamente proporzionale alla “fede” il che non fa una grinza se non fosse che l’uomo è egoista e calcolatore: la prima preoccupazione è quella di salvare se stessi, una volta che questa viene acquisita come certezza attraverso la propria fede:
 o pensa che il mondo è troppo sporco per pulirlo ( quindi: io semino... poi se vogliono raccogliere buon per loro, Dio provvederà ) oppure si convinceranno di dover intraprendere una sfida ( più pecore porterò all’ovile più sarò grande agli occhi del Padre ).
Spesso sento dire che la tale persona è talentuosa “al servizio di Dio potrebbe fare grandi cose” in effetti c’è chi ha più dimestichezza nel parlare, chi è più carismatico, chi ha capacità di coinvolgimento e forza di convinzione…se di ciò ne sono consapevoli applicheranno queste loro caratteristiche in tutto ciò che si appresteranno a fare e se hanno l’avvallo di qualcuno si sentiranno “autorizzati”. Chi invece è meno dotato deve puntare di più sul proprio esempio di fede, mostrarsi diverso agli occhi del mondo per cercare di colpire la sensibilità del prossimo, talvolta però costoro potrebbero soffrire di un complesso di inferiorità rispetto ad altri talentuosi e spinti dal desiderio di sentirsi migliori, attraverso la preghiera, chiedono con forza di ricevere doni speciali perché più la loro fede sarà grande più potranno puntare in alto, mi domando se davvero si possa misurare la fede specie se ognuno usa un metro diverso, quello personale o quello della propria Comunità! E se davvero questo sia determinante nella crescita di un fedele e quanto invece è dettato dalle proprie opere di auto convincimento per sfamare il proprio ego. Ricercare con brama dei talenti potrà essere anche conseguenza di una grande fede ma personalmente lascerei questo compito al nostro Padre Celeste attraverso la “vocazione”. Spesso abbiamo visto che Dio ha scelto le persone più semplici, i timorati di Dio, coloro che mai si sarebbero sognati di riuscire in imprese così grandi!
 
Questa mia riflessione ricerca delle risposte, e non vuol essere in alcun modo una critica nei riguardi di nessuno, vorrei che questo sia molto chiaro.
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Re: Rileggendo le promesse
« Rispondi #10 Data del Post: 22.10.2007 alle ore 21:18:10 »
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on 22.10.2007 alle ore 01:14:49, 2piediin1scarpa wrote:

Ho sempre pensato che chi svolge un ministerio lo faccia per vocazione,

 Purtroppo no è così, e credo non sia difficile immaginarlo.
 
Quote:
Oggi, sempre più spesso, sento parlare di “chiedere” chiedere con forza! Quasi come se Dio non parlasse più con l’uomo, ma l’uomo deve chiedere, desiderare, invocare con forza!

 
Chiedere dobbiamo ma non per spendere per piacere nostro; se ciò che chiediamo è conforme sia nel modo come negli intenti al volere di Dio, quello ci sarà dato.
Iddio non da a nessuno ciò che non può portare, perchè sa che sarebbe per noi un male.
 

Quote:
in base al tuo ragionamento il “bisogno” è direttamente proporzionale alla “fede” il che non fa una grinza se non fosse che l’uomo è egoista e calcolatore: la prima preoccupazione è quella di salvare se stessi, una volta che questa viene acquisita come certezza attraverso la propria fede:

Non esiste la fede egoista, ma esiste l'egoismo religioso; chi ha fede, chi crede che Iddio vive, chi ritiene che la propria salvezza è per grazia non può essere egoista, perchè la carità non c'è la dove non c'è la fede.
La fede è un dono che Iddio da a chi presta l'orecchio per udire la sua voce. La fede non è nè di chi viene e nè di chi va, ma è un dono divino.
 
Certo Iddio usa il carattere degli uomini che condividono la sua volontà, e chiama al suo servizio coloro che hanno in se la fede per operare l'opera a loro affidata.
La conoscenza che Paolo aveva delle scritture era certo superiore al quella di Pietro e di altri apostoli, ma tutti furnono da Dio usati al meglio delle loro capacità anche umane.
Una volta una sorella chiese al Signore in preghiera "mandaci una parola nuova", e io risposi dicendo che non c'era bisogno di una parola nuova ma di un cuore nuovo, perchè la parola è syantia per chi è vecchio, ma per chi si affida al Signore, ogni giorno la parola è nuova anche se le parole sono quelle di sempre.
 
Chiedere dobbiamo certamente, ma senza fede nulla si ottiene; a volte pare che il Signorre sia sordo o come dici tu non parla più all'uomo, il che non è assolutamente vero; è vero invece che manca la fede per ricevere quello che chiediamo, perchè lo spirito che sospinge certe preghiere è carnale.
 
Vorremmo servire il Signore, ma non vogliamo pagarne il prezzo, perchè l'immaginazione del cuore dell'uomo è sempre terrena; vorremo servire il SIgnore ma in pantofole d'argento; vorremo servire il Signore per avere una marcia in più o per essere onorati dagli uomini; fino a che ci sarà un tale spirito in noi, il Signore non ci chiamerà certo a servire.
Conviene che in voi abiti lo stesso setnimento che abitava in Cristo Gesù.
 
Perchè nascono le contese? Vengono forse dal Signore?
Perchè sovente l'ultimo della chiesa vine posto a sedere in fondo?
 

Quote:
Spesso abbiamo visto che Dio ha scelto le persone più semplici, i timorati di Dio, coloro che mai si sarebbero sognati di riuscire in imprese così grandi!

 
Come vedi tu stesso, Iddio ha scelto le cose che non sono e le ha innalzate davanti alla sua gloria, affinchè nessuno potesse gloriarsi davanti a LUI.
Ma noi no, noi non ragioniamo così; noi andiamo a cercare l'uomo alto, bello, che ha favella, che sia istruito, che abbia studiato e ci mettiamo nelle loro mani. Vedi Saul.
Perchè? la risposta è sempre la stessa. Il Signore disse a Samuele: "non hanno disprezzato te, ma hanno disprezzato me, perchè non hano voluto che io regnassi sopra di loro".
 
Quello che vediamo è il risultato di tali scelte, enon della guida dall'alto.
Chiesa cattolica insegna. Il papa eletto dallo Spirito SantoHu?! Il magistero illuminato dallo Spirito SantoHu?!
Prova a scendere nelle chiese, in casa nostra, e guarda.
 
Nessuna polemica; Iddio è padrone del cielo edella terra, e niente avviene se Lui non autorizza, ma guai a chi si mette fra Dio e gli uomini.
 
Ora che ti ho risposto, ovviamente a modo mio, vorrei se fosse possibile ritornare all'argomento del 3d.
salvo
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Re: Rileggendo le promesse
« Rispondi #11 Data del Post: 22.11.2016 alle ore 11:21:05 »
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on 20.10.2007 alle ore 14:53:42, salvo wrote:
Pertanto reputo necessario distinguere fra promesse scritte e promesse confermate a ciascuno in proprio direttamente da Dio.
 
Ora tutti i cristiani conoscono la scrittura che dice: "Io posso ogni cosa in Cristo che mi fortifica" Filip. 4/13
 
Tutti i cristiani conoscono ciò che disse Paolo al carceriere di Filippi: "Credi e sarai salvato tu e la casa tua." At 16/31
 
Or io domando, queste due affermazioni o che dir si voglia, sono applicabili a tutti in maniera assoluta? Se si, come intendete?

 
A mio avviso Filippesi 4:13 è applicabile a tutti i credenti che sono in Cristo, infatti il Signore ha detto:
 
Gesù rispose loro: «A causa della vostra poca fede; perché in verità io vi dico: se avete fede quanto un granello di senape, potrete dire a questo monte: "Passa da qui a là", e passerà; e niente vi sarà impossibile. - Matteo 17:20
 
Atti 16:31 è applicabile dove ci sono le condizioni della casa del carceriere, ossia dove i componenti della casa, dai parenti ai servi erano sottomessi al capo famiglia e lo seguivano nelle sue decisioni, ovviamente credendo in Gesù.
Quindi, per me, questo passo non si può generalizzare a tutti.
C'è chi, in base a Atti 16:31, afferma che è sufficiente che in una famiglia ci sia anche solo un credente perché tutti gli altri si salvino, ma a mio avviso questa interpretazione è pericolosa perché può illudere un credente che i suoi familiari siano ormai già salvati, magari anche senza ravvedersi e credere al Vangelo.
E' comunque da tener presente che, quando in una famiglia c'è uno che crede, che prega e che dà buona testimonianza è più facile la conversione di chi è con lui.
« Ultima modifica: 22.11.2016 alle ore 11:53:25 by New » Loggato
Domenico
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Re: Rileggendo le promesse
« Rispondi #12 Data del Post: 22.11.2016 alle ore 13:46:12 »
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on 22.11.2016 alle ore 11:21:05, New wrote:

E' comunque da tener presente che, quando in una famiglia c'è uno che crede, che prega e che dà buona testimonianza è più facile la conversione di chi è con lui.

 
Concordo.
« Ultima modifica: 22.11.2016 alle ore 13:47:39 by Domenico » Loggato
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