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   1 Samuele 28
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   Autore  Topic: 1 Samuele 28  (letto 8219 volte)
Domenico
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Re: 1 Samuele 28
« Rispondi #30 Data del Post: 26.04.2012 alle ore 15:07:52 »


Quote:

A mio parere, il risvolto pratico per la vita cristiana è poco rilevante, in quanto c'è assoluto divieto di rivolgersi a qualsiasi forma di divinazione. Da questo punto di vista forse non varrebbe nemmeno la pena affrontare la questione, come tu dici.  
 Sorridente'altra parte però è anche utile avere un quadro chiaro della vicenda narrata, in questo caso la questione della corretta interpretazione avrebbe esclusivamente una valenza storica, circoscritta a quel determinato episodio, e solo a quello. In questa seconda ottica, io propendo per la seconda interpretazione per due motivi: il primo è che la Scrittura afferma che fu Samuele ad apparire, se fosse uno spirito satanico penso che Dio lo avrebbe rivelato chiaramente, perché si tratta di un argomento su cui ogni ambiguità è estremamente pericolosa. Il secondo motivo è che l'apparizione predisse a Saul la sua morte, che poi effettivamente avvenne; sono portato a credere che il diavolo e i suoi angeli non conoscano il futuro o se lo conoscono non abbiano il potere di rivelarlo.  
 Posto che è assolutamente chiara la regola, ovvero che i morti non possono comunicare con i vivi, questo episodio rappresenta la classica eccezione (permessa da Dio) che conferma la regola.
 

Dal momento che si avverte l’utilità di avere un quadro chiaro, per quanto riguarda “la corretta interpretazione” del caso in questione, pur rimanendo valida una “valenza storica, circoscritta a quel determinato episodio”, fare qualche osservazione, principalmente su quanto si è detto in precedenza sul capitolo 28 di 1Samuele, serve, secondo il mio modesto modo di vedere e intendere le cose, puntualizzare che, tra l’esegesi del passo e l’interpretazione, ci deve essere un “legame”, cioè non si deve notare che l’esegesi dica una cosa e l’interpretazione un’altra.
 
Prima di inserire le mie osservazioni sull’argomento in questione, per ciò che riguarda l’interpretazione, mi è consentito riferire quello che ho osservato.  
 
Leggendo le tre pagine di quanto si è detto sul capitolo 28 di 1Samuele, ho notato che è mancato il “legame” tra esegesi e interpretazione. Una corretta interpretazione, non entra in conflitto con l’esegesi, se ciò si verifica, c’è veramente da valutare seriamente la questione. Mi sbaglio in quello che affermo?
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Re: 1 Samuele 28
« Rispondi #31 Data del Post: 26.04.2012 alle ore 20:12:06 »


on 26.04.2012 alle ore 15:07:52, Domenico wrote:

Leggendo le tre pagine di quanto si è detto sul capitolo 28 di 1Samuele, ho notato che è mancato il “legame” tra esegesi e interpretazione. Una corretta interpretazione, non entra in conflitto con l’esegesi, se ciò si verifica, c’è veramente da valutare seriamente la questione. Mi sbaglio in quello che affermo?

 
L'esegesi è l'interpretazione di un testo.
 
Non sono due cose differenti che devono avere un legame.
 
Ma a parte questo, a mio avviso, se si vuole fare un appunto, è che due pagine di discussione sono troppe per il brano in questione (e sono stati anche eliminati interventi off topic).  
 
Prosegui con le tue osservazioni Domenico altrimenti si svilupperanno ulteriori off topic.
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Re: 1 Samuele 28
« Rispondi #32 Data del Post: 26.04.2012 alle ore 22:11:47 »

Le due interpretazioni  
 
Come si è detto, su quest'episodio, non c’è unanimità d'interpretazione. Ci sono quelli che affermano che chi apparve in quella notte, era veramente Samuele, mentre altri sostengono che si trattasse del diavolo o uno spirito cattivo, travestito in Samuele.  
 
Siccome le due interpretazioni sono diverse, non solo nella forma, ma principalmente nella sostanza, è necessario approfondire l’esame della questione. Cominciamo coll’esporre l’interpretazione secondo cui quello che apparve in quella notte, non era Samuele, ma uno spirito cattivo nella sembianza del profeta.
 
«…se lei avesse creduto che fosse davvero Samuele quello che vedeva, avrebbe avuto più ragione di aver paura più di lui, che era un bravo profeta, che di Saul, che era un cattivo re».
«Che non potesse essere l’anima di Samuele stesso avrebbero potuto facilmente dedurlo quando salì da sotto terra, dato che il soffio dell’uomo (cioè la sua anima), e a maggior ragione quello dell’uomo buono, sale in alto (Ec. 3:21). Che poi il diavolo, con permesso divino, fosse capace di impersonare Samuele, non è affatto strano, dato che può trasformarsi in angelo di luce (2 Cor. 11:14)».  
 
Il dialogo che avvenne tra Saul e Samuele, secondo i (vv. 15-19), fu «il dialogo tra Saul e Satana. Anche Satana si presentò travestito, indossando il mantello di Samuele. Lo spettro, o apparizione, che rappresentava Samuele, gli chiese perché fosse stato evocato (v. 15). Questa domanda ci dice che si trattava di uno spirito cattivo che impersonava Samuele. Nel caso di Saul, si trattò di un vero e proprio stratagemma di Satana. Saul si lamentò dinanzi a questo falso Samuele».
 
«Da tutto questo si può pensare che Saul in realtà voglia incontrarsi col diavolo e non si aspetti quindi nessun altro (sebbene sotto la copertura del nome di Samuele), perché in realtà non voleva che Dio lo consigliasse, ma che lo consigliasse il diavolo, che è il rivale di Dio: «Dio non mi vuole e allora mi rivolgo a te». «È un bel magro conforto quello che questo spirito cattivo, avvolto nel mantello di Samuele, dà a Saul».
 
«Tuttavia per far credere a Saul che si trattava proprio di Samuele, l’apparizione afferma che era Dio a parlargli mediante lui». «…belle parole pronunciate qui dal diavolo, ma con intenti malvagi».
 
«Domani, cioè tra poco (e, supponendo che allora fosse dopo mezzanotte, non vedo perché questo non possa essere preso alla lettera, cioè proprio il giorno dopo quello che era appena cominciato), tu e i tuoi figli sarete con me, cioè sarete morti, separati dal corpo. Ora se si fosse trattato del vero Samuele, non avrebbe potuto prevedere un tale evento, a meno che Dio non glielo avesse rivelato e, sebbene fosse uno spirito cattivo, Dio avrebbe potuto predirlo per mezzo suo; difatti leggiamo di uno spirito cattivo che previde la fine di Acab a Ramot-Ghilead come strumento nelle mani di Dio (1 Re 22:20)» [Quello che abbiamo riportato, l’abbiamo tratto dal Commentario di M. Henry, Vol. 3, pagg. 528-530].  
 
Ora, esaminiamo l’altra interpretazione che afferma che si trattava del vero Samuele che apparve in quella notte. Leggendo il capitolo ventotto di 1 Samuele, senza essere prevenuto dalla prima interpretazione, così come la Bibbia lo presenta, sia nella sua forma linguistica che in quella narrativa, non si può fare a meno di credere che colui che apparve in quella notte, era effettivamente il profeta Samuele, che era già deceduto.  
Non si può pensare a uno “spirito cattivo” con la veste di Samuele, perché il testo biblico non fa nessun accenno in tal senso. Nel tratto che va dai (vv 7-20), il nome di Samuele è ripetuto sei volte.  
 
Affermare che Saul «volesse incontrarsi col diavolo e non si aspettasse quindi nessun altro», è un voler forzare il testo biblico e fargli dire quello che effettivamente non vuole dire. Se Saul si recò a En-Dor, dove abitava quella donna che evocava gli spiriti, non vi andò certo perché «volesse incontrarsi col diavolo»: questo non era nei suoi piani e nei suoi desideri e non rientra neanche nella logica della narrazione.  
 
Anche se la donna di En-Dor, a cui Saul si rivolse, era conosciuta come una evocatrice di spiriti, quindi una serva del diavolo, stando a quello che afferma la Bibbia, Saul andò da lei, con il preciso scopo di voler parlare con Samuele, che conosceva molto bene mentre era in vita. La donna del nostro testo, non si trovava alle prime battute ad evocare gli spiriti; cioè senza sapere esattamente quello che faceva e che cosa ne sarebbe derivato.  
 
Lei era una vecchia del mestiere, visto che era riuscita a sottrarsi dal bando di Saul, quindi conosceva la pratica divinatoria, ed era abituata alle varie apparizioni e a tutto quello che ne derivava, senza aspettarsi qualcosa di diverso, rispetto alle tante volte che aveva operato nel passato.  
 
In altre parole: non solo conosceva molto bene il suo mestiere, preparata alle apparizioni degli spiriti, con i quali aveva a che fare durante le sedute, ma anche li conosceva molto bene. Pensare quindi che lei si aspettasse di vedere qualcosa di diverso, non rientrava nella logica del suo lovoro di evocatrice. Quando lei si sente chiedere che doveva far salire Samuele, non fa nessun'obbiezione e non replica: perché mai costui?  
 
È impensabile che lei non conoscesse chi era Samuele, sia per averlo incontrato qualche volta mentre era in vita, o almeno per averne sentito parlare, poiché Samuele visse per tanti anni in mezzo al popolo d’Israele ed era conosciuto da Dan fino a Beer-Seba, come un profeta del Signore (1 Samuele 3:20).
 
Per lei evocare lo spirito di Samuele, non rappresentava un problema, qualcosa che non potesse fare, poiché sapeva che in fin dei conti, quando apparirebbe, sarebbe stato uno spirito con il quale era abituata ad avere relazioni. Però, quando terminò la pratica evocativa, invece di vedere, come al solito quello che si aspettava, cioè uno spirito con cui aveva dimestichezza, vide Samuele. Il fatto  poi che lei urlò (dalla paura? Probabilmente!) nel vederlo, (elemento che non può essere ignorato, ma spiegato solamente pensando al vero Samuele), è una prova inoppugnabile che quello era effettivamente il profeta. Chi disse a quella donna che ciò che vedeva era Samule, lo spirito cattivo che era in lei, o la fisionomia dei suoi lineamenti?  
 
Noi siamo propensi a credere che lei lo riconobbe in questo, poiché probabilmente l’aveva visto mentre il profeta era in vita, e non solamente dal mantello che indossava. Le considerazioni che abbiamo fatto fin qui, per noi, sono elementi significativi che, soprattutto, non solo non si oppongono alla logica di tutta l’argomentazione, ma sono anche coerenti con l’esegesi del testo biblico.  
 
presegue...
« Ultima modifica: 26.04.2012 alle ore 22:19:59 by Domenico » Loggato
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Re: 1 Samuele 28
« Rispondi #33 Data del Post: 26.04.2012 alle ore 22:15:02 »

Se poi si tiene presente che Saul, davanti alla descrizione che l’evocatrice gli fece si chinò con la faccia a terra e gli si prostrò davanti, riconoscendo che quel vecchio col mantello era Samuele, si aggiunge un altro tassello al mosaico, in favore della spiegazione testé fatta. Infine, non si dica che quell’inchinarsi’ e quel ‘prostrarsi’ di Saul erano rivolti all’evocatrice, e neanche allo spirito cattivo che agiva in lei, senza avvertire un’incoerenza, sia sotto l’aspetto della forma linguistica e sia per quanto riguarda l’aspetto narrativo.  
 
Però, se a questo punto aggiungiamo l’emento interpretativo, riferendo tutto a uno spirito cattivo camuffato e travestito nelle vesti di Samuele, si creerebbe una distorsione del testo, e, la stessa storicità della narrazione, diventerebbe una semplice messa in scena, una farsa, frutto della fantasia umana e dell’inganno del diavolo. L’atteggiamento che Saul assunse in quel momento, dato che non l’aveva manifestato prima, non ci autorizza ad interpretare il suo gesto nel senso suesposto.  
Mentre se si pensa a Samuele, verso il quale il re ha voluto manifestare il suo rispetto, tutto rientra nella logica e si accorda perfettamente con la narrazione biblica. D’altra parte, la narrazione del testo biblico, non è un resoconto di un'interpretazione, prettamente spirituale, cioè che ha a che fare col mondo degli spiriti, ma la descrizione minuziosa di un fatto accaduto davanti agli occhi di quell'evocatrice.  
 
Quando poi si considerano le parole di quell’essere sovrumano, (ebr. ‘elohim’), con quello che Samuele aveva detto a Saul mentre era vivo, (cfr. 15:9,27-29) non si può fare a meno di notare una ripetizione, non tanto nella forma, quanto nel contenuto.  
Se quell’essere sovrumano fosse stato realmente uno spirito cattivo, travestito nelle sembianze di Samuele, il messaggio sarebbe stato cambiato, deformato e addolcito. Siccome, però si trattava del vero Samuele, il messaggio rimase lo stesso, nella sua severità e nella sua fermezza, aggiungendo la predizione della morte di Saul, quella dei suoi figli e la sconfitta degli Israeliti, cosa che avvenne realmente all’indomani.  
 
Quando si cita il caso di Acab per provare che, anche lo spirito cattivo può predire la morte, non si specifica che Chi predisse la morte di Acab, non fu lo spirito cattivo che si presentò davanti al Signore, ma il Signore stesso, come chiaramente viene dimostrato del testo biblico.
 
Il SIGNORE disse: "Chi ingannerà Acab affinché vada contro Ramot di Galaad e vi perisca?" Ci fu chi rispose in un modo e chi in un altro.
Allora si fece avanti uno spirito, il quale si presentò davanti al SIGNORE, e disse: "Lo ingannerò io".
Il SIGNORE gli disse:"E come?" Quello rispose, "Io uscirò e sarò spirito di menzogna in bocca a tutti i suoi profeti". Il SIGNORE gli disse:"Sì, riuscirai a ingannarlo; esci e fa’ così"
(1 Re 22:20-22).
Colui che aveva pronunciato del male contro Acab, non era stato lo spirito cattivo, ma il Signore stesso (v. 23) e in un secondo tempo l’aveva confermato il profeta Micaia (v. 28).
 
Il nocciolo della questione interpretativa sta nel seguente quesito: com'è possibile credere che un'evocatrice di spiriti avesse la facoltà di far ritornare dai morti un pio uomo di Dio, quale era Samuele?  
 
Solo per accontentare un uomo disperato che si era sviato dalle vie del Signore e viveva nella ribellione, nell’infedeltà alla legge divina, senza amore e compassione per Davide, che lo voleva a morte a qualsiasi costo?
 
Se davanti a quest'interrogativo, poniamo la sovranità di Dio, chiave per farci seguire una certa logicità e inquadrare le cose in maniera diversa, riuscirà molto più facile affrontare il problema, anche se non sempre riusciamo a capire tutto. D’altra parte, non possiamo ignorare che ci sono tante cose, riguardante la maniera come Dio opera e si manifesta, che noi non riusciamo a comprenderle e a spiegarle.  
 
Nonostante ciò, continuiamo a credere fermamente che Dio è sovrano e che Egli ha tutto sotto controllo. Lo stesso Satana, che è l’avversario dei figli di Dio, e non concepisce mai piani benevoli in loro favore, non può fare certe cose, se non riceve il permesso divino. Che poi questo permesso non sia sempre compreso da noi, rientra nella logica del mistero che non ci permette facilmente di spiegarlo; però ci crediamo, sull’autorità di quello che dice la Bibbia. Ecco la prova della nostra affermazione!
 
Il racconto relativo dell’avventura di Acab che vuole combattere contro i Siri per riavere Ramot di Galaad, illustra magistralmente la questione. Prima che gli eserciti di Acab e quelli di Giosafat intrapprendessero l’azione di guerra contro i Siri, ci fu un accordo tra i due, di interpellare Micaia, profeta del Signore, poiché la predizione che avevano fatto i profeti che Acab aveva interpellato, non convinceva interamente il re Giosafat.
 
Dalla visione che Micaia raccontò ai due monarchi, Acab e Giosafat, si sa che nel cielo, davanti al trono di Dio, circondato dall’esercito celeste, si fa un’interrogazione  direttamente dal Signore, per sapere chi induce Acab ad andare contro Ramot di Galad e perire. La cosa che sorprende è, che in quella occasione, dopo aver sentito chi diceva una cosa e chi ne diceva un’altra, uno spirito (si indente cattivo) si fece avanti per dire la sua.  
 
La domanda che rientra nella logica è la seguente: come mai si trova davanti al trono di Dio uno spirito cattivo che vuole interloquire con Dio?  
Come mai che gli “eserciti celesti” non gli impedirono l’accesso, e tanto meno il Signore li rimpoveri, per aver fatto passare quello spirito?  
 
Sono domande a cui non possiamo rispondere, anche perché la Bibbia non dice niente intorno a ciò. La cosa importante, per quello che ci proponiamo di raggiungere, sta nel fatto che questo spirito cattivo si trova davanti al trono di Dio, e risponde alla domanda che il Signore ha fatto. Spiegando in che modo Acab sarebbe stato ingannato per salire contro Ramot di Galaad e morirvi, il Signore, non solo riconobbe la validità della strategia tratteggiata da quello spirito, ma aggiunse anche che sarebbe riuscita. Notate che prima che quello spirito cattivo lasci la riunione, attese il consenso di Dio, cioè il Suo permesso. Il testo sacro è chiaro a questo punto quando precisa: il Signore gli disse, Sì, riuscirai ad ingannarlo; esci e fa’ così (v. 22).
 
Quando poi il Signore chiede a Satana se ha notato il Suo servo Giobbe, come non c’è nessun altro come lui che lo tema e fugga il male, si sente risponde: sì è vero che Giobbe è in quello stato; questo però è perché l’hai protetto, assieme a tutto quello che ha. Ma se tu provi a mettergli la mano addosso, vedrai che ti rinnegherà in faccia.  
 
prosegue...
 
« Ultima modifica: 26.04.2012 alle ore 22:22:12 by Domenico » Loggato
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Re: 1 Samuele 28
« Rispondi #34 Data del Post: 26.04.2012 alle ore 22:17:39 »

Visto che Signore non ha mai fatto del male a nessuno e mai ne farà, perché la Sua natura non gli permette di farlo, affida nel potere di Satana tutto quello che Giobbe ha, a condizione che non stenda la sua mano per toccare la sua vita. Davanti a questi due episodi classici che abbiamo citato, l’evidenza è tale, che nessun'argomentazione filosofica, potrà smantellare la sovranità di Dio; e, se il diavolo, con tutti i suoi alleati, che sono tutti gli spiriti cattivi che esistono, si muovono per fare qualcosa, sia per ingannare e sia per sedurre, lo possono solamente fare col permesso di Dio.
 
Inquadrata e compresa nella maniera come abbiamo spiegata la sovranità di Dio, non è fuori della logica divina, se l’evocatrice di En-Dor, pur essendo al servizio del diavolo per quello che faceva, Dio permise che il Suo servo Samuele, apparisse e parlasse in quella notte. Siccome non siamo soli che interpretiamo l’episodio dell’evocatrice di En-Dor, nella maniera come l’abbiamo esposta, riportiamo qualche citazione di autori che la pensano come noi.
«Lei ignorando chi fosse questo Samuele, lo chiamò dall’Ade. Allorché egli apparve, alla vista di quel venerabile e splendito uomo divino, la donna si turbò e, stordita dalla visione, esclamò: «Non sei tu il re Saul?». Glielo aveva rivelato Samuele. Egli le rispose che era proprio così e le domandò donde venisse quel suo turbamento: lei rispose di avere visto venire su uno in forma in tutto simile a Dio. Richiesta di descrivere le sembianze, il vestito e l’età dell’uomo, lei lo descrisse d’età avanzata, di portamento distinto, indossante il manto sacerdotale. Da questi segni, il re riconobbe Samuele e prostratosi al suolo lo salutò e lo venerò» [G. Flavio, Ant. VI 332-334, pagg. 401-402].  
 
«…ella evocò l’apparizione di Samuele. Ella fu così spaventata dall’apparizione del profeta che capì immediatamente che si trattava dell’opera di Dio e non della sua e che il visitatore notturno traverstito era il re Saul. Questo implica che lei non credeva davvero di far salire Samuele ma soltanto una sua imitazione satanica. Dopo che la medium descrisse la visione come un essere sovrumano (‘elohim «potente») e come un vecchio avvolto in un mantello, Saul comprese che era Samuele. Il fatto che l’apparizione di Samuele, anche in forma di visione, non fosse il risultato aspettato insegna chiaramente che i negromanti o i medium non possiedono alcun potere reale sui deceduti, in special modo sui giusti, ma possono soltanto produrre delle simulazioni. L’apparizione di Samuele si spiega qui con l’intervento del Signore che, compassionevolmente, permise a Saul di avere un ultimo incontro col profeta da lui consultato tanto tempo prima (1 Samuele 9:6-9)» [Eugene H. Merrill, Investigate le Scritture AT. Pag. 483].  
 
«Dalla narrazione si deduce che costui era veramente Samuele e non una semplice apparizione o allucinazione. La sua prescienza e le sue inequivocabili affermazioni dimostrano che egli era davvero Samuele» [D.F. Payne, Commentario Biblico Vol 1, pag. 368].
 
Per un’ulteriore conferma di quanto abbiamo esposto, consigliamo di leggere il commento equilibrato che dà del passo in questione, Walter Brueggemann [Cfr. Walter Brueggemann, I e II Samuele, pagg.202-206].
 
In conclusione, che dire dell’apparizione di Mosè ed Elia, il primo deceduto secoli prima e il secondo rapito in cielo, tanti anni fa, che sul monte della trasfigurazione, parlarono con Gesù intorno alla Sua morte? C’è qualcuno che oserebbe affermare che i due uomini in questioni, non erano realmente Mosè ed Elia, ma solamente “demoni” travestiti della loro sembianza? Con quale coerenza esegetica si potrebbe fare una simile affermazione?
Anche se non esiste una minima traccia che Mosè ed Elia fossero stati chiamati, accettando per verità assoluta la sovranità di Dio, siamo portati a pensare che in quel giorno Dio, permise ai suoi due servitori, di lasciare momentaneamente il luogo dove si trovino, per andare a parlare con Gesù. Quest'avvenimento, è forse una favola, una leggenda orientale, una messa in scena dell’evangelista che l’ha narrato, o un fatto veramente accaduto? Siamo pienamente convinti che sia stato una reale apparizione un fatto accaduto.
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Re: 1 Samuele 28
« Rispondi #35 Data del Post: 27.04.2012 alle ore 01:38:09 »

...interessante. un pò lungo per i miei gusti ma interessante  Sorriso
 
toglimi una curiosità: ma da che cosa deduci che lo spirito che si fece avanti per ingannare Acab fosse un "cattivo spirito"? Ciao
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Re: 1 Samuele 28
« Rispondi #36 Data del Post: 27.04.2012 alle ore 14:24:39 »


on 27.04.2012 alle ore 01:38:09, serg68 wrote:
...interessante. un pò lungo per i miei gusti ma interessante  Sorriso
 
toglimi una curiosità: ma da che cosa deduci che lo spirito che si fece avanti per ingannare Acab fosse un "cattivo spirito"? Ciao
 

Il testo biblico precisa:
 
Allora si fece avanti uno spirito, il quale si presentò davanti al SIGNORE, e disse: "Lo ingannerò io".
Il SIGNORE gli disse: "E come?" Quello rispose: "Io uscirò e sarò spirito di menzogna in bocca a tutti i suoi profeti". Il SIGNORE gli disse: "Sì, riuscirai a ingannarlo; esci e fa’ così".
E ora ecco, il SIGNORE ha messo uno spirito di menzogna in bocca a tutti questi tuoi profeti; ma il SIGNORE ha pronunziato del male contro di te »
(1Re 22:21-23).
 
I vv. 21 e 22 sono una risposta alla domanda che il Signore fece: "Chi ingannerà Acab affinché vada contro Ramot di Galaad e vi perisca?" (v. 20).
 
Chi inganna, non può essere mai uno “spirito buono”; questa funsione l’ha svolge solamente e sempre uno “spirito cattivo”, capitanato da Satana, il padre della menzogna.
 
L’affermazione di Micaia: il SIGNORE ha messo uno spirito di menzogna in bocca a tutti questi tuoi profeti, non significa che che lo spirito di menzogna venisse da Lui, ma che Egli ha permesso che questo spirito di menzogna entrasse nella bocca dei profeti che profetizzavano del bene ad Acab.
 
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Re: 1 Samuele 28
« Rispondi #37 Data del Post: 27.04.2012 alle ore 15:20:57 »

Non lo so. non mi convince tanto Vago
 
Il versetto 23 dice che "il Signore ha pronunziato del male contro di te"
 
non mi convince l'equazione punizione, dolore = non da Dio
 
comunque non ho una opinione certa a riguardo. grazie lo stesso  Amici
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Re: 1 Samuele 28
« Rispondi #38 Data del Post: 27.04.2012 alle ore 20:15:10 »


on 27.04.2012 alle ore 15:20:57, serg68 wrote:

 
non mi convince l'equazione punizione, dolore = non da Dio
 

 
Questo è vero, il fatto è che è difficile considerare che un angelo di Dio possa farsi ingannatore, probabilmente il problema di fondo è questo. Sarebbe interessante approfondire la cosa, che dite?
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Re: 1 Samuele 28
« Rispondi #39 Data del Post: 27.04.2012 alle ore 23:34:48 »


on 27.04.2012 alle ore 15:20:57, serg68 wrote:
Non lo so. non mi convince tanto Vago
 
Il versetto 23 dice che "il Signore ha pronunziato del male contro di te"
 
non mi convince l'equazione punizione, dolore = non da Dio
 
comunque non ho una opinione certa a riguardo. grazie lo stesso  Amici
 

Le parole "il Signore ha pronunziato del male contro di te",  
è stata la risposta che il profeta di Dio dette ad Acab, come riferimento ai suoi profeti che gli predicevano che tutto sarebbe andato bene, cioè avrebbe riportato la vittoria.
 
A parte che io non ho parlato di equazione: punizione, dolore = non da Dio; ho riferito che non è possibile pensare che "uno spirito buono", possa compiere un'azione di ingannare. Chi ha sempre ingannato è stato sempre Satana e i suoi alleati. Se il Signore detto, l'OK allo spirito che si proponeva di essere "spirito di menzogna" nella bocca dei profeti di Acab, è stato perché Egli sapeva che questo stratagemma ideato, avrebbe funzionato.
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Re: 1 Samuele 28
« Rispondi #40 Data del Post: 27.04.2012 alle ore 23:39:37 »


on 27.04.2012 alle ore 20:15:10, Caste wrote:

 
Questo è vero, il fatto è che è difficile considerare che un angelo di Dio possa farsi ingannatore, probabilmente il problema di fondo è questo. Sarebbe interessante approfondire la cosa, che dite?

 
Credo che la tua domanda, caro Caste, non è in armonia con il tema dell'argomento. Che ne penzi Asaf di questa domanda?
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Re: 1 Samuele 28
« Rispondi #41 Data del Post: 28.04.2012 alle ore 07:48:55 »

Se si vuole si può aprire un topic in "Sorridenteottrina". Qui usciamo fuori tema.
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Re: 1 Samuele 28
« Rispondi #42 Data del Post: 04.05.2012 alle ore 12:45:35 »

comunque io resto della mia opinione:
lo spirito chiamato dalla chiromante non è Samuele ma è Satana.
Certo, l´ autore lo chiama Samuele. Ma nella Bibbia non è la prima volta che viene definita una persona o un fatto per un altro (vedi la storia di Giobbe dove si dice che all´ inizio che è stato Satana a mandare i malanni a Giobbe e alla fine del libro viene detto che è stato Dio).
Una cosa è certa e biblica: i morti dormono e c´ è qualcuno che vuole fare credere il contrario (il che è una bugia) e quel qualcuno si avvale di un suo suddito (la chiromante).
 
Naturalmente Asaf dice bene che se Dio vuole può fare apparire chi vuole e per mano di chi meglio crede.
Ma:
1 - piuttosto strano che Dio si avvale di un suddito non Suo per "disturbare" un Suo profeta da una situazione da Lui creata.
Se noi crediamo che Dio è immutabile e quando agisce, agisce nell´ ambito della Sua verità, allora dovrebbe essere chiaro che:
Satana si avvale di un suo suddito per predire qualcosa al "cliente" (Saul) prendendo le sembianze di Samuele [lo fa anche ai nostri giorni]
2 - Se Samuele fosse stato veramente un uomo di Dio non avrebbe MAI permesso a Saul di inchinarsi davanti a lui
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Re: 1 Samuele 28
« Rispondi #43 Data del Post: 04.05.2012 alle ore 14:22:08 »

Le spiegazioni che sono state date, dai vari interventi, escluso quello che ho scritto io, (non perché la mia esposizione manca di chiarezza e di coerenza esegetica) sono più che convincenti, sia per quanto riguarda l'armonia strutturale del testo e sia la correttezza esegetica.  
 
Certo, nessuna spiegazione può essere imposta; ognuno di noi è libero di accettare, di respingere e di rimanere fermo nelle sue posizioni.  
 
Se mi sono permesso di esporre le mie considerazioni sull'argomento in questione, l'ho fatto semplicemente per contribuire al chiarimento, e non per ripetere quello che hanno scritto gli altri.
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Re: 1 Samuele 28
« Rispondi #44 Data del Post: 04.05.2012 alle ore 22:34:42 »

Tenuto conto che sono stato io, a riaprire il discorso già fatto sull’evocatrice di En-Dor, mi piacerebbe sentire altri che non sono intervenuti nel passato su quest'argomento. Anche se sono convinto che c’è una diversità d’interpretazione in seno alla cristianità sull’episodio in questione, conoscere il parere degli altri, anche di quelli che non condividono la mia posizione, è sempre utile ai fini di comprenderci meglio, su questioni bibliche.  
 
Chiudo questo mio invito alla discussione, ricordando le parole di un noto studioso. “È dalla tomba che Samuele emerge per rimproverare Saul la terza e ultima volta, e quali che siano i problemi sollevati dalla storia della medium di Endor (cap. 28) è chiaro che Dio permise questa conversazione soprannaturale con il re infelice allo scopo di riempire la coppa dell’iniquità di Saul e di predirne il destino funesto e imminente” (T. H. Jones, G. W. Grogan, Dizionario Biblico GBU, pag. 1445).
« Ultima modifica: 05.05.2012 alle ore 17:34:43 by Domenico » Loggato
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