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   Michea 4:6.7
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   Autore  Topic: Michea 4:6.7  (letto 4701 volte)
keith
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Michea 4:6.7
« Data del Post: 24.02.2007 alle ore 14:14:32 »
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chi sono le pecore zoppe e di che profezia si tratta? Lettura
 
Shalom
« Ultima modifica: 24.02.2007 alle ore 14:16:12 by keith » Loggato

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Re: Michea 4:6.7
« Rispondi #1 Data del Post: 22.08.2007 alle ore 12:17:00 »
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dando un'occhiata veloce ai versi da te citati e ai successivi versi si capisce che parla della cattività a babilonia e della successiva liberazione
 
gli zoppi secondo me (la mia versione nuova Diodati riporta "quelli che zoppicano" e non "pecore zoppe"Occhiolinosono gli israeliti che non seguono più gli statuti dell'eterno  
 
mi riservo comunque di studiarci un pò su
 
comunque essendo un profeta minore lo studio non si può fermare a 2 singoli versi ma deve abbracciare l'intero libro per capirne il contesto e la chiamata del profeta  tanto MICHEA ha solo 7 capitoli
 
appena posso dò una risposta più ponderata
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Re: Michea 4:6.7
« Rispondi #2 Data del Post: 22.08.2007 alle ore 18:03:52 »
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ho letto tutto il libro di michea e poi ho fatto delle piccole ricerche.
 
Vi illustro cosa ho capito:
Michea predica sia alla casa di giuda sia a quella di israele in un'arco di tempo che va dal 735 a.c. al 686 a.c. (alcuni sostengono solo fino al 700 a.c.).
 
Michea è l'unico profeta a predire che Gesù sarebbe nato a Betlemme .
 
Michea parla sia della cattività in assiria sia di quella in Babilonia.
 
Nei versi che tu hai citato sta parlando della cattività a babilonia e della successiva liberazione di un residuo
 
Quindi penso proprio che gli zoppi simboleggiano proprio coloro che non camminano nelle vie dell'eterno
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Re: Michea 4:6.7
« Rispondi #3 Data del Post: 29.09.2007 alle ore 04:23:09 »
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on 22.08.2007 alle ore 18:03:52, fra4481 wrote:
Nei versi che tu hai citato sta parlando della cattività a babilonia e della successiva liberazione di un residuo

 
ma il ritorno da Babilonia non lo ha fatto soltanto un residuo. Semmai il residuo è rimasto a Babilonia...o sbaglio?
 
Shalom
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Re: Michea 4:6.7
« Rispondi #4 Data del Post: 29.09.2007 alle ore 12:39:43 »
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on 29.09.2007 alle ore 04:23:09, keith wrote:

 
ma il ritorno da Babilonia non lo ha fatto soltanto un residuo. Semmai il residuo è rimasto a Babilonia...o sbaglio?
 
Shalom

 
il residuo nel linguaggio profetico rappresenta i sopravvissuti dalla distruzione di Gerusalemme da parte del re di Babilonia.
 
Una parte della casa di Giuda non tornò dall'esilio.
Quasi tutta la casa d'Israele invece preferì non tornare in Palestina e si stabilì principalmente in Assiria e in Egitto mescolandosi con i popoli pagani.
 
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Re: Michea 4:6.7
« Rispondi #5 Data del Post: 03.11.2007 alle ore 14:33:07 »
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quando Dio parla è solito ripetere più volte la stessa cosa in parole diverse. Le pecore zoppe sono (come si legge consecutivamente nello stesso verso) quelle che erano state scacciate per volere di Dio come conseguenza che esse erano state disubbidienti; in Sofonia 3:19 lo dice ancora.  
Ecco il passo di Michea 4:6,7 =  
io raccoglierò (radunerò) le pecore zoppe (quelle ch´ erano state scacciate, quelle ch´ io avevo trattato duramente). In Sofonia come anche in Michea si vede in più il futuro glorioso che segue questo atto di raccoglimento Ecco, in quel tempo, io agirò contro tutti quelli che t'opprimono;
salverò la pecora che zoppica, e raccoglierò quella ch'è stata cacciata salverò la pecora che zoppica, e raccoglierò quella ch'è stata cacciata salverò la pecora che zoppica, e raccoglierò quella ch'è stata cacciata salverò la pecora che zoppica, e raccoglierò quella ch'è stata cacciata salverò la pecora che zoppica, e raccoglierò quella ch'è stata cacciata salverò la pecora che zoppica, e raccoglierò quella ch'è stata cacciata salverò la pecora che zoppica, e raccoglierò quella ch'è stata cacciata salverò la pecora che zoppica, e raccoglierò quella ch'è stata cacciata salverò la pecora che zoppica, e raccoglierò quella ch'è stata cacciata salverò la pecora che zoppica, e raccoglierò quella ch'è stata cacciata salverò la pecora che zoppica, e raccoglierò quella ch'è stata cacciata salverò la pecora che zoppica, e raccoglierò quella ch'è stata cacciata salverò la pecora che zoppica, e raccoglierò quella ch'è stata cacciata salverò la pecora che zoppica, e raccoglierò quella ch'è stata cacciata
; e li renderò gloriosi e rinomati, in tutti i paesi dove sono stati nell'onta.

 
Quello che mi chiedo io è di quale profezia si tratta. Non credo che gli Israeliti oggi hanno tutta ´sta gloria o la abbiano mai avuta. Credo che questo avverrà al ritorno di Gesù anche se quá ho dei dubbi perchè Gesù ha detto che lui ha scelto i suoi 12 per GIUDICARE il popolo di Israele e non per dargli gloria...
 
Shalom
« Ultima modifica: 03.11.2007 alle ore 14:37:16 by keith » Loggato

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Re: Michea 4:6.7
« Rispondi #6 Data del Post: 03.11.2007 alle ore 14:57:05 »
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Credo che non ci abitueremo mai abbastanza alle parole che riguardano le azioni divine, perchè di esse abbiamo una definizione prettamente terrena.
 
Giudicare non significa condannare; tutti siamo da Dio giudicati, e siccome nessuno è mai stato trovato giusto tanto da meritare la vita eterna, pure sono molti coloro che vedranno la faccia di Dio e del Suo figlio.
 
Tutto questo viene fatto solo ed esclusivamente, e lo dice la scrittura in molte parti, PER AMORE DEL SUO NOME.
 
Il salmista che scrisse il salmo 119/75, stigmatizza il giudizio del Signore rendendolo così:"Oh Signore, io so che i tuoi giudizi non sono altro che giustizia e il fatto che tu mi abbia afflitto, non è altro che fedeltà.
 
"Il re farà cordoglio, e i principi si vestiranno di desolazione, e le mani del popolo del paese saranno conturbate; io opererò inverso loro secondo la lor via, e li giudicherò de' giudicii che si convengono loro; e conosceranno che io sono il Signore. Ezec.7/27"
 
Poi, occorre dire che le profezie che noi leggiamo nell'A.T., e che sono indirizzate ad Israele, sono per estensione indirizzati a tutti coloro che fanno parte del popolo di Dio, dunque alla chiesa.
 
Nella parabola del grande convito, coloro che riempiranno la casa del Re, non saranno gli invitati ufficiali, ma i diseredati che si trovano per le strade, lungo i sentieri, ciechi zoppi, mendicanti, etc.
 
C'è secondo me troppa rigidità nel considerare certi fatti, la dove il Signore Gesù ha dato chiare indicazioni circa il suo compito fra gli uomini.
salvo
 
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Re: Michea 4:6.7
« Rispondi #7 Data del Post: 03.11.2007 alle ore 16:59:58 »
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certo salvo, anch´ io pensavo che il discorso si potesse allargare alla chiesa nostra, all´ Israele spirituale. Ma quà il discorso è un altro. Quì Dio sta parlando di raccogliere dai quattro canti della terra coloro che LUI AVEVA CASTIGATO perchè stati disubbidienti e che PER QUESTO CASTIGO si trovano dispersi e quindi "zoppicanti". Non credo che questo si possa riportare alla nostra chiesa....si noi siamo disubbidienti ma nessuno ha mai disperso o castigato la Chiesa Cristiana nel modo come è avvenuto agli Ebrei...non dimenticare che gli Ebrei sono per Dio ancora oggi un popolo significativo. L´ evangelo doveva PER PRIMO essere proclamato agli Ebrei e poi agli altri, ecc.
 
Shalom
 
P.S. riguardo al "giudicare" risponderò + avanti
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Re: Michea 4:6.7
« Rispondi #8 Data del Post: 03.11.2007 alle ore 17:53:39 »
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on 03.11.2007 alle ore 14:57:05, salvo wrote:
Giudicare non significa condannare; tutti siamo da Dio giudicati, e siccome nessuno è mai stato trovato giusto tanto da meritare la vita eterna, pure sono molti coloro che vedranno la faccia di Dio e del Suo figlio.

 
dipende quale contesto dai ad un certo versetto. Quando Gesù ha parlato ai discepoli riguardo al fatto che loro giudicherebbero le 12  tribù di Israele non penso che era il contesto al quale tu alludi:  
 

on 03.11.2007 alle ore 14:57:05, salvo wrote:
salmo 119/75, stigmatizza il giudizio del Signore rendendolo così:"Oh Signore, io so che i tuoi giudizi non sono altro che giustizia e il fatto che tu mi abbia afflitto, non è altro che fedeltà.

 
quì si tratta di una conseguenza che l´ autore ha avuto da Dio a causa della sua disubbidienza. Il Signore è giusto e i Suoi giudizi sono giusti. Ma questi sono giudizi terreni. Quello a cui allude Gesù sono giudizi celesti.
 

on 03.11.2007 alle ore 14:57:05, salvo wrote:
"Il re farà cordoglio, e i principi si vestiranno di desolazione, e le mani del popolo del paese saranno conturbate; io opererò inverso loro secondo la lor via, e li giudicherò de' giudicii che si convengono loro; e conosceranno che io sono il Signore. Ezec.7/27"

 
chissà chi sono questi giudici....(domanda retorica)
 
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Re: Michea 4:6.7
« Rispondi #9 Data del Post: 04.11.2007 alle ore 13:41:24 »
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Keith ha scritto:
Quote:
Quello che mi chiedo io è di quale profezia si tratta. Non credo che gli Israeliti oggi hanno tutta ´sta gloria o la abbiano mai avuta. Credo che questo avverrà al ritorno di Gesù anche se quá ho dei dubbi perchè Gesù ha detto che lui ha scelto i suoi 12 per GIUDICARE il popolo di Israele e non per dargli gloria...

 
Israele era fino al secolo scorso un popolo morto, ormai inesistente, perseguitato, odiato, disperso e senza autorità.
Eppure, le profezie dell'Antico Testamento si sono adempiute e i Giudei sono ritornati in Palestina, il loro stato è rinato, sono riusciti a vincere tutte le guerre contro gli arabi, hanno triplicato il loro territorio e la loro gloria cresce sempre di più.
Persino i loro fratelli della casa d'Israele (quelle 10 tribù disperse in Assiria che persero la loro identità) stanno tornando nella loro terra con i Giudei, proprio come predetto da Ezechiele (capitolo 37).
Questo è palesemente un MIRACOLO, e come predetto da tutti i profeti, il popolo eletto (in cui noi non-ebrei siamo stati innestati per grazia) diventerà glorioso e libero da tutti i suoi nemici nel Regno del Messia.
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Re: Michea 4:6.7
« Rispondi #10 Data del Post: 04.11.2007 alle ore 14:49:21 »
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Keith,
Chi è che giudica è sempre il Signore, sia che lo faccia direttamente, sia che lo faccia attraverso gli uomini.
 
Lo spirituale giudica di ogni cosa e non è giudicato da alcuno, sta ad indicare che solo chi è guidato dallo Spirito Santo è in grado di emanare giudizi veritieri che nulla hanno a a che vedere col metro che noi diamo alla parola "giudicare".
 
Ci sono giudizi a salvezza e condanne eterne; i giudizi si fanno ora mentre c'è speranza; è Tempo che il giudizio cominci dalla casa del Signore, disse Pietro, e ci sono giudizi che in realtà sono condanne, perchè non esisterà più la possibilità della riabilitazione.
 
Il giudizio che la chiesa userà nei confronti dei non credenti, è lo stesso giudizio che Iddio farà, perchè la chiesa direttamente non giudica nessuno; è la fede vostra, dice Paolo che giudicherà il mondo.
 
Sicomme ti ho trascritto  il testo Diodati, tu hai creduto che io parlassi di giudici, ma se tu leggi con attenzione, vedrai che non si tratta di giudici, ma di giudizi
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Re: Michea 4:6.7
« Rispondi #11 Data del Post: 05.11.2007 alle ore 14:43:47 »
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Keith scrive:
 
“certo salvo, anch´ io pensavo che il discorso si potesse allargare alla chiesa nostra, all´ Israele spirituale. Ma quà il discorso è un altro. Quì Dio sta parlando di raccogliere dai quattro canti della terra coloro che LUI AVEVA CASTIGATO perchè stati disubbidienti e che PER QUESTO CASTIGO si trovano dispersi e quindi "zoppicanti". Non credo che questo si possa riportare alla nostra chiesa....si noi siamo disubbidienti ma nessuno ha mai disperso o castigato la Chiesa Cristiana nel modo come è avvenuto agli Ebrei...non dimenticare che gli Ebrei sono per Dio ancora oggi un popolo significativo. L´ evangelo doveva PER PRIMO essere proclamato agli Ebrei e poi agli altri, ecc. “
 
Pace Keith,
Non riesco a capire la difficoltà di vedere le pecore zoppe e disperse nella chiesa.
Se pensi bene alle parole di Gesù, relative alle pecore disperse, senza pastore, che necessitavano di essere raccolte dagli operai che mancavano, Egli sta parlando di uomini che appartenevano al popolo di Dio, abitavano sulla terra che Dio aveva donato al Suo popolo e che frequentavano la sinagoga.
Se gli occhi di Gesù vedevano uomini come pecore disperse, che ad un’osservazione attenta erano ancora sulla loro terra, fedeli alle loro tradizioni, frequentanti sinagoga e tempio, significa che anche la Sua chiesa può essere frequentata da tali pecore.
Se a questo aggiungi il fatto che non vi erano sufficienti operai o pastori per raccoglierle e curarle, tanto che Gesù si è rivolto ai Suoi (solo dodici) per intercedere, significa che erano veramente poche le pecore non disperse in Israele.
Quelle pecore perdute alle quali Gesù è stato mandato, non erano disperse fisicamente e non erano in cattività fisicamente, ma gli occhi del Pastore vedevano dispersione laddove gli occhi d’uomo non la vedevano.
Quante pecore erano zoppe, monche, cieche, sorde, mute, possedute e morte? Leggendo l’Evangelo facciamo prima a contare quelle raccolte: al tempo di Gesù molto poche.
Così conviene considerare il gregge e la chiesa del Pastore (i cristiani) con i Suoi occhi, cosa che potrebbe riservarci sorprese, anche se, apparentemente sembrano pecore accasate nell’eredità di Dio, frequentanti assiduamente sinagoghe e tempio (culti, riunioni, preghiere ed affini), assidui nella lettura e nella pratica di ciò che è scritto.
Anche per quel che riguarda la cattività non conviene essere così rigidi.
In primo luogo la cattività non è stata una punizione ma una scelta del popolo, non per niente le “benedizioni e maledizioni” sono state pronunciate all’ingresso nella terra: oltretutto il cantico di Mosè, da insegnare di generazione in generazione, era destinato ad un popolo ribelle già prima di entrare.
Il popolo non ha voluto ubbidire pur sapendo cosa lo aspettava (il cantico di Mosè, le maledizioni e tutte le parole dei profeti), e questa si chiama scelta libera non castigo, un po’ come avvenne ad Adamo che sapeva che “mangiando il frutto sarebbe morto”.
La cattività è la conseguenza della disubbidienza, conseguenza cercata e perseguita, che spetta a coloro che non accettano la conduzione di Dio per seguire la propria: infatti la cattività è il “vivere ciò che si prova sotto il signore e padrone che si è scelto, rifiutando il proprio Signore e vero Pastore”.
Quando Geremia dice di “uscire da Babilonia senza toccare nulla” parlava di cose più complesse rispetto ad uscire da una città.
Se consideri bene questo, colui che sceglie di vivere al difuori della conduzione di Dio è in cattività, essendo una pecora perduta, dispersa, da andare a riprendere.
Io non vedo difficoltà ad applicarlo alla chiesa di Cristo, dove molti dimostrano di essere in cattività, oltre che dispersi nella loro conduzione, appunto “pecore senza pastore”.
Sperando di non essere stato prolisso, ti saluto.
Pace.
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Re: Michea 4:6.7
« Rispondi #12 Data del Post: 14.11.2007 alle ore 19:49:19 »
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Pace Backer, e Pace a tutti voi...
 
perfettamente d'accordo con te.
Io amo leggere Michea  e gli altri " Profeti Minori ".... Occhiolino
 
E se uno legge la Parola di Dio, tutta, con l'intenzione, la brama di nutrirsi, non può fare altro che leggerla in questo modo.
Restringere le parole di Michea o di qualsiasi altro Profeta o passo della Bibbia in " un momento storico", non significa altro che imprigionare la Parola di Dio, rendendola così non più VIVENTE E OPERANTE, ma soltanto una ....storia!
 
( se si vuole studiare la storia della Casa d'Israele, allora è un'altro discorso! )
 
CERTO che dobbiamo prendere le parole di Michea, messegli in bocca da Dio, per noi, per la Chiesa oggi!
Perchè ci sarebbero allora state tramandate?
 
...e poi, basta guardarsi intorno...
sinceramente, riesco a fare poca differenza tra il comportamento, l'atteggiamento d'Israele, e quello della Chiesa, di ognuno di noi, nei riguardi di Dio.
 
Ed è proprio per provare a capire "il pensiero di Dio", che mi diletto a leggere i Suoi Profeti, perchè attraverso di loro, l'Eterno esprimeva tutti i suoi pensieri, quello che voleva veramente dal Suo Popolo!
 
Pace ....
« Ultima modifica: 07.08.2009 alle ore 13:05:16 by Asaf » Loggato
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Re: Michea 4:6.7
« Rispondi #13 Data del Post: 15.11.2007 alle ore 12:13:14 »
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Tutta la parola è atta ad insegnare.  
Su questo non ci sono dubbi, ma secondo me, le parole di Michea come di tutti i profeti, se a noi servono come insegnamento, incoraggiamento e quant'altro, per il popolo d'Israele è un'altra cosa.
Quando si parla di ritorno nella propria terra, di ritorno dalla schiavitù, della liberazione dai nemici terreni, si parla di Israele.
Ci sono poi delle profezie che indicano il nostro innesto nell'ulivo domestico, ma le ossa secche sono Israele, la gloria terrena appartiene a questo meraviglioso popolo, che pur essendo condannato da Dio a molteplici prigionie, è pur sempre amato da Lui e oggi ne vediamo il rinascere.
« Ultima modifica: 07.08.2009 alle ore 13:05:48 by Asaf » Loggato

Mi sia fatto secondo la Tua Parola!
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Re: Michea 4:6.7
« Rispondi #14 Data del Post: 15.11.2007 alle ore 13:32:26 »
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on 15.11.2007 alle ore 12:13:14, Franchina wrote:

Tutta la parola è atta ad insegnare.  
Su questo non ci sono dubbi, ma secondo me, le parole di Michea come di tutti i profeti, se a noi servono come insegnamento, incoraggiamento e quant'altro, per il popolo d'Israele è un'altra cosa.
Quando si parla di ritorno nella propria terra, di ritorno dalla schiavitù, della liberazione dai nemici terreni, si parla di Israele.
Ci sono poi delle profezie che indicano il nostro innesto nell'ulivo domestico, ma le ossa secche sono Israele, la gloria terrena appartiene a questo meraviglioso popolo, che pur essendo condannato da Dio a molteplici prigionie, è pur sempre amato da Lui e oggi ne vediamo il rinascere.

 
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