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   Autore  Topic: Feste.  (letto 1435 volte)
tom_anad
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Posts: 1094
Re: Feste.
« Rispondi #15 Data del Post: 08.03.2020 alle ore 16:15:05 »
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caro abiel
 

Quote:
Caro mio esegeta in primo luogo chi si mette sul piedistallo della apologetica dottrinale deve prendersi le sue responsabilità e non delegare ad altri le dichiarazioni che spargiamo sul web.

Vedo che   conosci bene le scritture….., la cosiddetta delegatio non potest non ricorre, oltretutto ho premesso di aver postato uno studio di esegeti più titolati consapevole della tua ostinazione e avversità al mio scritto. Sul web non ho sparso nulla oltre quello che già c’è.

Quote:

Veniamo al merito: La questione nel mio intervento è relativa al termine "Easter" che è il termine inglese per identificare la pasqua cristiana. Easter è un termine che non ha un'orgine cristiana ma pagana. Quella espressa  non è un ipotesi ma un fatto non è discutibile.

Secondo la tua logica  il termine anglosassone “easter” o tedesco “oster”  usato per definire la Pasqua  nei loro paesi è di origine pagana.  Questo assunto dovrebbe inficiare il cristianesimo mondiale?
Beda il Venerabile nel suo De temporum ratione, testo dell’ottavo secolo d.C., si sofferma a discutere il modo in cui gli inglesi chiamano i mesi (De mensibus Anglorum).
Gli inglesi chiamavano “Eostur monath”, cioè il mese di Eostre, quello che ora è il mese della Pasqua. E lo facevano perché nel passato celebravano una festività a una divinità chiamata Eostre. E ora utilizzano la stessa parola, cambiate le circostanze, per riferirsi alla Pasqua. Eostre (sempre se sia esistita davvero, dal momento che alcuni ritengono che sia un’invenzione di Beda) doveva essere una divinità della rinascita, collegata alla luce e alla fertilità.
Ne consegue che tutta la tua difesa è basata su uno scritto dell’ottavo secolo di un signore che si chiamava Beda e che altri studiosi hanno messo in dubbio la circostanza che lo scritto sia letteratura oppure storia.  
E’ come dire che  il purgatorio esiste perché Dante lo ha scritto nel suo romanzo nel tredicesimo secolo.
Ovviamente la parola di uno scrittore dell’ottavo secolo ha più valore della parola di Paolo, nella tua tesi.
Il confronto sulla festività della Pasqua và fatto leggendo la Bibbia e non la letteratura.
 
 

Quote:
A seguito di questo la citazione della scrittura di 1 Cor 5:7 utilizzata per sostenere che l'apostolo Paolo non faccia riferimento alla pasqua pagana è un errore esegetico, ma è un errore esegetico sostenere che parli della festività della pasqua cristiana.  
 
L'apostolo Paolo in 1Cor 5:7 non parla di pasqua cristiana ma parla della pasqua che stavano facendo a Corinti i primi cristiani giudaizzanti.  La prova l'abbiamo proprio dalle citazioni che fai  
 
"...affin di celebrar la festa coi pani azzimi prescritti dalla legge."  
 
"...Da quel momento la famiglia si cibava di pani azzimi per sette giorni... "  
 
Che confermano inequivocabilmente l'assunto sostenuto.  
 
Mi dispiace caro.

 
Paolo scrive “ Cristo è la nostra Pasqua
 
Cristo ci ha liberati dalla schiavitù del peccato con il Suo sangue così come per ordine di Dio il sangue di un agnello salvo i giudei dalla schiavitù in Egitto.
 
1 CO 5:  7 Togliete via dunque il vecchio lievito, affinché siate una nuova pasta, come ben siete senza lievito; la nostra pasqua infatti, cioè Cristo, è stata immolata per noi. 8 Celebriamo perciò la festa non con vecchio lievito, né con lievito di malvagità e di malizia, ma con azzimi di sincerità e di verità.

Paolo esorta i giudei cristiani a considerare “la nostra Pasqua… Cristo” e quindi a celebrare la festa non con il vecchio lievito, (malizia) ma con pani azzimi di sincerità consapevoli che il sacrificio perfetto era stato compiuto da Cristo.
 
Hai iniziato con un termine inglese e immagino continuerai con la Trinità …..
 
shalom
« Ultima modifica: 08.03.2020 alle ore 21:10:04 by tom_anad » Loggato
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