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   Autore  Topic: Pensare in ebraico per comprendere la Bibbia?  (letto 5184 volte)
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Re: Pensare in ebraico per comprendere la Bibbia?
« Rispondi #15 Data del Post: 08.03.2015 alle ore 23:10:11 »
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on 08.03.2015 alle ore 10:38:46, Stefanotus wrote:

ESATTAMENTE. BRAVO. QUINDI?
Quello che sto cercando di fare con voi è come si può stabilire l'equilibrio tra le due parti.  
Banalmente, io non considero la Bibbia un testo come la divina commedia, ossia 100% umano. Considero la Bibbia vincolata "ai tempi e ai modi" in cui fu scritta, perché è un opera umana fisicamente. Ma allo stesso modo la considero "divina". Perché? Perché essa si dichiara divina. Mi spiego?
Uno studioso, uno scienziato... non affermerà mai che la Bibbia sia divina.
Il contenuto della Bibbia "per fede" deve SOPRAFFARE la regola scientifica.
Io credo che Cristo è risorto. Uno scienziato dirà: è scritto nei testi sacri, come in altri testi sacri sono scritte tante altre favole.

 
No attenzione, ancora un volta, non esagerare con gli assoluti: uno scienziato con un determinato approccio mentale ti dirà questo, mentre uno scienziato con un altro approccio mentale ti dirà ciò che dici anche tu, ed entrambi studieranno il testo, non cadiamo ancora nelle trappole del contrasto tra scienza e fede, che non esiste.
 

on 08.03.2015 alle ore 10:38:46, Stefanotus wrote:

Qual'è il problema?
Che ieri, vista una più diffusa ignoranza "dottrinale" diciamo, i pastori insegnavano ciò che sapevano, si scrivevano libri ed erano loro a "stabilire" questo equilibrio. Oggi invece, sta accadendo che l'accesso diretto tramite internet a questi testi "scientifici" sta spostando la capacità di rimanere equilibrati.
Quindi la Bibbia dice: il mar rosso si aprì miracolosamente. Oggi attraverso studi storico critici  si può provare a stabilire che: c'era la bassa marea, c'era un punto in cui effettivamente l'acqua arrivava effettivamente fino ai fianchi, i popoli di allora scrivevano in maniera allegorica, si esagerava etc etc. Alla fine quindi il significato primo e più semplice viene distorto, annullato, trasformato.  
Ed oggi, nel film di Mosè ti viene riproposta la storia in cui il mare viene "soffiato via" da una bassa marea....
Capite la difficoltà?
Con questi metodi in passato si è pure ipotizzata l'inesistenza storica di Gesù!
O un complotto sulla sua resurrezione.

Scusa una cosa però, come è stato detto prima, se certi metodi sono usati male, non è colpa dei metodi, perché quelli dell'inesistenza storica di Gesù o i complotti, in linea di massima sono quattro deficienti a cui nessuno studioso serio perderebbe nemmeno del tempo a rispondere.  
Il fatto è che la bibbia è un libro per tutti e, siccome sappiamo che non tutti si convertono, dobbiamo imparare ad accettare il fatto che altre persone infilino i loro presupposti davanti al testo, per quanto siano presupposti sbagliati.  
 

on 08.03.2015 alle ore 10:38:46, Stefanotus wrote:

Secondo me noi evangelici dovremmo avere una posizione CHIARA e sostenibile in merito all'uso degli studi storico critici. Così come il nostro "comparto dottrinale", ossia i punti di fede, debbano essere in qualche modo tenere presenti scoperte, ricerche, possibilità.

 
Eh, ma se con la preparazione media che c'è probabilmente grossa parte delle persone che si dichiarano "cristiane" manco sanno cosa sia un metodo? Andiamo per gradi va...  
Comunque di "credi" e "articoli di fede" se ne scrivono spesso tanti.
 

on 08.03.2015 alle ore 10:38:46, Stefanotus wrote:

No no... uno dei punti fermi della dottrina evangelica è la necessità e la sufficienza delle Scritture per ottenere salvezza. Solo la Bibbia presenta il messaggio di Salvezza come Dio lo ha voluto.
Se vogliamo riprendere e contraddire questo concetto alla luce di nuove affermazioni sull'identità della Bibbia... siamo a mare.

 
O meglio, "le scritture contengono tutte le informazioni sufficienti a ottenere la salvezza" Questo è vero. Non abbiamo bisogno di altre scritture che ci insegnino come essere salvati.  
Ma questo è diverso da quello che avevi scritto precedentemente:  
 

on 07.03.2015 alle ore 09:38:54, Stefanotus wrote:

Vedi, uno dei punti fermi dei credenti evangelici è il "sola Scriptura". Non accettiamo l'idea che la Bibbia debba essere corredata da altri testi per esser compresa o per esser completata. La Bibbia è l'unica parola di Dio ispirata. Quindi è SUFFICIENTE e NECESSARIA per ottenere salvezza.

 
La tua premessa è corretta, ma la conclusione no, perché continuo a dire che mi pare tu stia dando il ruolo di Gesù alla bibbia. Lui è sufficiente E necessario per ricevere la salvezza.  
La bibbia contiene le informazioni sufficienti per ottenere la salvezza. Sono due cose leggermente differenti.  
Sulla necessità invece, dico proprio di no e, sinceramente, non rammento né di qualcuno che affermi questo né ho idea di come si possa giustificare biblicamente tale affermazione.  
 

on 08.03.2015 alle ore 10:38:46, Stefanotus wrote:

No io sto cercando di dire che alle volte questo studio "SorridenteISTORCE" il messaggio e quindi l'identità, i principi, etc etc etc.

Ancora una volta, io penso che sia il suo cattivo utilizzo, non riesco a considerare che un "Metodo di studio" possa essere negativo in sé. Credo che possa presentare più rischi di un altro, magari, questo sì, ma poi un metodo è solo un metodo.  
 

on 08.03.2015 alle ore 10:38:46, Stefanotus wrote:

Si ok. ma come avevamo scritto su Elohim... alla fine il plurale intensivo adesso è certezza. Ieri invece era certezza l'errore grammaticale forzato a sostegno della trinità. Quindi...  

 
Aspetta, che sia certezza non mi sembra sia uscito dalla discussione. è uscito che, attualmente, è l'ipotesi migliore, certamente la visione trinitaria è grammaticalmente sconclusionata, ma non ne sappiamo molto di più... non con certezza almeno. Se poi mi sbaglio Vladi e Kosher o Asaf possono correggermi Sorriso
 

on 08.03.2015 alle ore 10:38:46, Stefanotus wrote:

Giusto. Quindi tornando a noi, COME dobbiamo utilizzare questi studi?
Cosa ci suggerisce la Bibbia?
Quanto è autorevole in testo in sè?
Quanto siamo autorizzati a "metterlo in dubbio" con studi critici?
Cosa ha voluto lasciarci Dio?  
Possiamo accettare come i cattolici che per Dio fosse importante solo il messaggio e non il testo in sé... quindi la Bibbia contiene la Parola di Dio e non è la Parola di Dio?

 
Direi proprio di no. Il ruolo degli studi è quello di ricordarci quanto poco conosciamo di tutti gli argomenti e (in teoria) di invogliarci a conoscerli sempre meglio.
Poi però, sono solo un surplus e la parola di Dio è parola di Dio. E la Bibbia è parola di Dio. Di questo sono persuaso!  Sorriso
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Re: Pensare in ebraico per comprendere la Bibbia?
« Rispondi #16 Data del Post: 09.03.2015 alle ore 06:26:42 »
Rispondi con quote Rispondi con quote   Modifica Modifica


on 08.03.2015 alle ore 23:10:11, Caste wrote:

 
No attenzione, ancora un volta, non esagerare con gli assoluti: uno scienziato con un determinato approccio mentale ti dirà questo, mentre uno scienziato con un altro approccio mentale ti dirà ciò che dici anche tu, ed entrambi studieranno il testo, non cadiamo ancora nelle trappole del contrasto tra scienza e fede, che non esiste.
 
Il fatto è che la bibbia è un libro per tutti e, siccome sappiamo che non tutti si convertono, dobbiamo imparare ad accettare il fatto che altre persone infilino i loro presupposti davanti al testo, per quanto siano presupposti sbagliati.  
 
Eh, ma se con la preparazione media che c'è probabilmente grossa parte delle persone che si dichiarano "cristiane" manco sanno cosa sia un metodo? Andiamo per gradi va...  
Comunque di "credi" e "articoli di fede" se ne scrivono spesso tanti.
 
O meglio, "le scritture contengono tutte le informazioni sufficienti a ottenere la salvezza" Questo è vero. Non abbiamo bisogno di altre scritture che ci insegnino come essere salvati.  
Ma questo è diverso da quello che avevi scritto precedentemente:  
 
La tua premessa è corretta, ma la conclusione no, perché continuo a dire che mi pare tu stia dando il ruolo di Gesù alla bibbia. Lui è sufficiente E necessario per ricevere la salvezza.  
La bibbia contiene le informazioni sufficienti per ottenere la salvezza. Sono due cose leggermente differenti.  
Sulla necessità invece, dico proprio di no e, sinceramente, non rammento né di qualcuno che affermi questo né ho idea di come si possa giustificare biblicamente tale affermazione.  
 
Ancora una volta, io penso che sia il suo cattivo utilizzo, non riesco a considerare che un "Metodo di studio" possa essere negativo in sé. Credo che possa presentare più rischi di un altro, magari, questo sì, ma poi un metodo è solo un metodo.  
 
Direi proprio di no. Il ruolo degli studi è quello di ricordarci quanto poco conosciamo di tutti gli argomenti e (in teoria) di invogliarci a conoscerli sempre meglio.
Poi però, sono solo un surplus e la parola di Dio è parola di Dio. E la Bibbia è parola di Dio. Di questo sono persuaso!  Sorriso

 
D'accordo su tutto.
 

Quote:

Scusa una cosa però, come è stato detto prima, se certi metodi sono usati male, non è colpa dei metodi, perché quelli dell'inesistenza storica di Gesù o i complotti, in linea di massima sono quattro deficienti a cui nessuno studioso serio perderebbe nemmeno del tempo a rispondere.  

 
Verissimo, persino un neotestamentarista del calibro di Bart D. Ehrman (nel frattempo divenuto ateo) non ha mai messo in discussione la storicità di Gesù
 

Quote:
Aspetta, che sia certezza non mi sembra sia uscito dalla discussione. è uscito che, attualmente, è l'ipotesi migliore, certamente la visione trinitaria è grammaticalmente sconclusionata, ma non ne sappiamo molto di più... non con certezza almeno. Se poi mi sbaglio Vladi e Kosher o Asaf possono correggermi Sorriso

 
Infatti, mi pare di averlo detto in uno dei primi interventi: l'etimologia di Elohim è incerta; la conferma è nei numerosi plurali ipotizzati.
 
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Dominus noster Iesus Christus, Deus unigenitus, primogenitus totius creationis.
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Re: Pensare in ebraico per comprendere la Bibbia?
« Rispondi #17 Data del Post: 09.03.2015 alle ore 13:05:32 »
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on 08.03.2015 alle ore 23:10:11, Caste wrote:
No attenzione, ancora un volta, non esagerare con gli assoluti: uno scienziato con un determinato approccio mentale ti dirà questo, mentre uno scienziato con un altro approccio mentale ti dirà ciò che dici anche tu, ed entrambi studieranno il testo, non cadiamo ancora nelle trappole del contrasto tra scienza e fede, che non esiste.

Non ho capito.
Ma chi ha parlato del contrasto tra scienza e fede?
Io sto cercando di stabilire l'equilibrio tra le due parti.  Invece vedo che non ne parliamo, parliamo del contorno.
 
L'esempio serviva proprio per questo.
Lo ripropongo per vedere se ci capiamo.
Tu perché consideri la Bibbia un testo diverso dalla divina commedia?
 
Le risposte più ovvie sono: perché ha cambiato la mia vita... Oppure perché la Bibbia dice di esserlo (auto referenzialità).
Ma il punto reale è che qualsiasi motivazione daremo, sarà sempre un approccio "per fede".
 
E' corretto usare metodi scientifici per comprendere il messaggio biblico perché è vincolata "ai tempi e ai modi" in cui fu scritta. Ma nel corso dei secoli, l'uomo ha messo su una serie di metodi per cercare di interpretarla in maniera corretta. E quindi cito per semplicità il metodo storico grammaticale e il metodo storico critico.
 
Entrambi i metodi hanno delle regole sono state concordate tra studiosi.
Regole che se le utilizziamo noi, devono però entrare nei canoni del rispetto del testo biblico come esso si proclama essere, ossia "divino".
 
Quaindi quando dicevo che uno scienziato... non affermerà mai che la Bibbia sia divina e quindi che Cristo sia certamente risorto perché lo dice quel testo, non stavo dicendo che scienza e fede sono contrarie. Ma stavo puntando a "quanto noi possiamo essere influenzati dalle posizioni scientifiche nell'interpretare il testo, visto che queste posizioni hanno spesso motivazioni razionali condivisibili".
 
Io accennavo al fatto che il contenuto della Bibbia "per fede" deve SOPRAFFARE la regola scientifica. Banalmente Gesù Cristo viene chiamato UNIGENITO FIGLIOLO DI DIO? bene. Per noi è figlio di Dio.
Ma se uno scienziato mi dicesse:
Guarda che unigenito significava una cosa diversa da quella che intendi tu oggi così come figliolo... annullando la divinità di Cristo e il Suo ruolo nel piano di Salvezza... capite che.. non si tratta di APPLICAZIONE di metodi scientifici, ma di cercare un equilibrio tra scienza e fede.
 
E non si tratta soltanto di METODI USATI MALE. Mi spiego Caste?
Io non sto solo disquisendo sull'uso improprio del testo biblico e dei metodi usati per l'interpretazione. Volevo scambiare opinioni o pareri su come NOI usiamo queste regole.
 
Banalmente, il fatto che in questa sezione possono scrivere solo coloro che credono che la Bibbia sia ispirata da Dio, significa che abbiamo insieme accettato che la Bibbia sia un opera divina. Significa che abbiamo utilizzato un metodo: interpretare il testo di 2 Timoteo 3:14-16 secondo una certa idea. Mi spiego?
Quindi noi "evangelici" abbiamo un'idea "ermeneutica" più o meno diffusa. Mi spiego?
Poi vi sono anche quelli che l'hanno abbandonata...  
Quello che chiedo è, dato lo scenario che abbiamo descritto credo abbondantemente, quale riteniamo sia il metodo che la Bibbia propone.
E se ha un senso.
 

Quote:
O meglio, "le scritture contengono tutte le informazioni sufficienti a ottenere la salvezza" Questo è vero. Non abbiamo bisogno di altre scritture che ci insegnino come essere salvati.  
Ma questo è diverso da quello che avevi scritto precedentemente...
La tua premessa è corretta, ma la conclusione no, perché continuo a dire che mi pare tu stia dando il ruolo di Gesù alla bibbia. Lui è sufficiente E necessario per ricevere la salvezza.  
La bibbia contiene le informazioni sufficienti per ottenere la salvezza. Sono due cose leggermente differenti.

Perdonami, ma qui credo che la mia posizione sia più che corretta.
Che Gesù salva è vero. Ma questa affermazione chi l'ha stabilita e chi la spiegata?
Caste perdonami ma rimango fermo sulla considerazione che la Bibbia è la rivelazione speciale di Dio, unico strumento autorevole, sufficiente e necessario affinché l'uomo possa conoscere Dio ed essere salvato.
Senza Bibbia non posso sapere che Gesù Salva.
Senza Bibbia non posso conoscere Dio, posso solo percepirlo attraverso la rivelazione naturale.
"A Dio" (dice la Bibbia) "è piaciuto di salvare gli uomini mediante la predicazione della Sua Parola". Quindi la Bibbia è lo strumento NECESSARIO per conoscere e ottenere la Salvezza in Cristo.  
 

Quote:
Sulla necessità invece, dico proprio di no e, sinceramente, non rammento né di qualcuno che affermi questo né ho idea di come si possa giustificare biblicamente tale affermazione.

Ti basta cercare su Google in merito. Le chiese di cui faccio parte lo affermano con forza e io ne sono convinto. Attenzione questo NON ANNULLA il principio di Gesù unico Salvatore. Ma al contrario, sottolinea il fatto che IERI si dicesse che fosse la Chiesa lo strumento che porta a Cristo. Mentre invece è la Bibbia l'unica autorità spirituale che Dio ha usato per mostrare il Suo piano di Salvezza.
 

Quote:
Ancora una volta, io penso che sia il suo cattivo utilizzo, non riesco a considerare che un "Metodo di studio" possa essere negativo in sé. Credo che possa presentare più rischi di un altro, magari, questo sì, ma poi un metodo è solo un metodo.

E invece si.
Vuoi degli esempi pratici?
Te ne ho citato uno su tutti: per comprendere la Bibbia bisogna usare una mentalità giudaica, perché è scritta in seno alla cultura ebrea in un linguaggio lontano dalla nostra mentalità moderna occidentale. Quindi il testo va interpretato alla luce delle modalità interpretative ebraiche.
 
Questo principio viene ANNULLATO dal testo biblico che afferma invece che la Bibbia, per essere compresa, necessita dell'illuminazione dello Spirito Santo. La Bibbia mostra che gli ebrei stessi, che usavano i loro metodi interpretativi non solo non riconobbero il Messia, ma ogni Sua affermazione veniva reputata BESTEMMIA, perché si faceva come Dio.
Quindi a fronte di una regola proposta da un metodo interpretativo, ho 2 prove di come la Bibbia invece rifiuti il metodo interpretativo.
 
Credo che in parte però quel metodo interpretativo avesse senso, infatti in parte lo uso. Quindi? E' di questo quindi che vorrei parlare.
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Re: Pensare in ebraico per comprendere la Bibbia?
« Rispondi #18 Data del Post: 09.03.2015 alle ore 14:41:08 »
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on 09.03.2015 alle ore 13:05:32, Stefanotus wrote:

Non ho capito.
Ma chi ha parlato del contrasto tra scienza e fede?
Io sto cercando di stabilire l'equilibrio tra le due parti.  Invece vedo che non ne parliamo, parliamo del contorno.
(...)
Quindi noi "evangelici" abbiamo un'idea "ermeneutica" più o meno diffusa. Mi spiego?
Poi vi sono anche quelli che l'hanno abbandonata...  
Quello che chiedo è, dato lo scenario che abbiamo descritto credo abbondantemente, quale riteniamo sia il metodo che la Bibbia propone.
E se ha un senso.

 
Ok, mi sa che stiamo più o meno dicendo la stessa cosa, fammi capire: tu stai dicendo che, visto il come noi cristiani consideriamo la bibbia, dovremmo "scegliere" quale metodo sia il migliore (se ce ne vuole uno) per leggere la bibbia? In tal caso, concordo con te nella risposta.
 
Partendo da questo, aggiungi, "secondo me il metodo storico grammaticale è quello che più si adatta alla visione cristiana della bibbia, voi siete d'accordo con me?" E' questo che intendi? In tal caso, sono nuovamente in accordo con te.  
 

on 09.03.2015 alle ore 13:05:32, Stefanotus wrote:

Perdonami, ma qui credo che la mia posizione sia più che corretta.
Che Gesù salva è vero. Ma questa affermazione chi l'ha stabilita e chi la spiegata?
Caste perdonami ma rimango fermo sulla considerazione che la Bibbia è la rivelazione speciale di Dio, unico strumento autorevole, sufficiente e necessario affinché l'uomo possa conoscere Dio ed essere salvato.
Senza Bibbia non posso sapere che Gesù Salva.
Senza Bibbia non posso conoscere Dio, posso solo percepirlo attraverso la rivelazione naturale.
"A Dio" (dice la Bibbia) "è piaciuto di salvare gli uomini mediante la predicazione della Sua Parola". Quindi la Bibbia è lo strumento NECESSARIO per conoscere e ottenere la Salvezza in Cristo.  


on 09.03.2015 alle ore 13:05:32, Stefanotus wrote:

Ti basta cercare su Google in merito. Le chiese di cui faccio parte lo affermano con forza e io ne sono convinto. Attenzione questo NON ANNULLA il principio di Gesù unico Salvatore. Ma al contrario, sottolinea il fatto che IERI si dicesse che fosse la Chiesa lo strumento che porta a Cristo. Mentre invece è la Bibbia l'unica autorità spirituale che Dio ha usato per mostrare il Suo piano di Salvezza.

 
Sì, ho letto lo statuto ADI ma a me sembra un po' differente, inoltre insisto nel dire che da nessun'altra parte si afferma che la bibbia sia necessaria alla salvezza.  
O meglio, cerchiamo di chiarirci: io non dico che tu sbagli affermando che "la bibbia è l'unica autorità in fatto di fede ed è sufficiente in sé perché contiene tutte le informazioni necessarie alla salvezza" Questo è indiscutibile.  
Ma, voler dire che la bibbia è necessaria alla salvezza è, a mio modo di  vedere, un metodo per voler "inscatolare Dio". La bibbia è il metodo di cui Dio ha deciso di usarsi per mostrarci la sua volontà, è vero, ma questo non implica che sia l'unico; anche perché, in tal caso, soprattutto in periodi come questo, saremmo costretti a rigettare un'infinità di testimonianze su persone che si sono convertite in modi a noi ignoti (attraverso sogni o visioni, o altre situazioni, chiunque può dire di aver letto storie simili). Ora, mentre non ho alcun problema a rigettare qualsiasi testimonianza se non concorda con ciò che dice la bibbia, sono molto meno disposto a rigettare qualsiasi testimonianza se non concorda con la mia posizione nei confronti della bibbia.  
 
Pensaci bene, la differenza c'è: se io dico che Gesù è necessario per essere salvati (brutta frase, scritta così, ma fatemela passare Occhiolino ) affermo che Gesù è effettivamente Dio e non c'era alcun altra persona o potenza che potesse prendere il suo posto. E questo è perfettamente coerente con l'insegnamento biblico.  
Se affermo che la bibbia è necessaria per la salvezza, vuol dire che Dio non parla e non agisce in alcun modo salvifico se non attraverso la bibbia. E questa affermazione, sinceramente, mi sembra molto meno biblica.  
Anche perché, se vogliamo usare la tua argomentazione:  

on 09.03.2015 alle ore 13:05:32, Stefanotus wrote:
Senza Bibbia non posso sapere che Gesù Salva.
Senza Bibbia non posso conoscere Dio, posso solo percepirlo attraverso la rivelazione naturale.
"A Dio" (dice la Bibbia) "è piaciuto di salvare gli uomini mediante la predicazione della Sua Parola". Quindi la Bibbia è lo strumento NECESSARIO per conoscere e ottenere la Salvezza in Cristo.  

Allora potrei anche dirti: "è vero, ma senza chiesa la bibbia non è né mantenuta né tradotta e scritta, quindi non potrei comunque sapere che Gesù Salva. Quindi vuol dire che la chiesa è necessaria alla salvezza. Infatti "A Dio" (dice la Bibbia) "è piaciuto di salvare gli uomini mediante LA PREDICAZIONE della sua parola". Quindi la chiesa è lo strumento necessario per conoscere e ottenere la Salvezza in Cristo."
Mi segui? Da qui non si esce, se è necessaria una, è necessaria anche l'altra, altrimenti se è necessario solo Gesù (e il suo sacrificio) allora possiamo porci delle basi molto più adatte.  
 
Ora, non faccio questa discussione per il puro gusto di guardar al dettaglio, ma proprio perché mi pare essere un argomento estremamente importante e su cui non si è fatta la necessaria chiarezza.  
 

on 09.03.2015 alle ore 13:05:32, Stefanotus wrote:

E invece si.
Vuoi degli esempi pratici?
(...)
Credo che in parte però quel metodo interpretativo avesse senso, infatti in parte lo uso. Quindi? E' di questo quindi che vorrei parlare.
Mamma quant'è difficile eh?

 
Però, Ste, stavolta sei tu che mi crei confusione! Linguaccia  
Già da un po' tutti diciamo "posto che la vera differenza sta nel fatto che il credente è illuminato dallo Spirito" e tu dici: "è vero, ma vorrei fare una discussione metodologica" poi io ti dico "secondo me un metodo non è malvagio in sé" e tu mi rispondi: "Eh no, perché ci vuole lo Spirito"  
Allora non capisco bene il senso del discorso, questo benedetto Spirito Santo lo consideriamo, o no? Sorridente
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Re: Pensare in ebraico per comprendere la Bibbia?
« Rispondi #19 Data del Post: 09.03.2015 alle ore 16:12:46 »
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on 09.03.2015 alle ore 14:41:08, Caste wrote:
Ok, mi sa che stiamo più o meno dicendo la stessa cosa, fammi capire: tu stai dicendo che, visto il come noi cristiani consideriamo la bibbia, dovremmo "scegliere" quale metodo sia il migliore (se ce ne vuole uno) per leggere la bibbia? In tal caso, concordo con te nella risposta.

SI.
Infatti avevo citato l'uso che fa Gesù della Bibbia. Le citazioni degli apostoli della Bibbia stessa. I termini che usa la Bibbia su sé stessa. Un esempio sopra tutti. I critici da domani in poi iniziano ad affermare con decisione che il pentanteuco non è scritto da Mosè! Hanno prove, spiegazioni, manoscritti, insomma tutto il possibile per dire che è così. Perfetto.
Come ci spiegheremmo che Gesù Cristo in persona cita la legge e la chiama "Mosè scrisse o Mosè ha detto"?
Questi paradossi secondo me vanno gestiti cercando di stabilire dei metodi che non siano "estremistici" tipo: noi non abbiamo bisogno dei critici perché capiamo tutto noi da soli. Ma nemmeno dobbiamo essere "troppo critici" affermando dottrine diverse che ci farebbero perdere di credibilità.
Ho letto di taluni in questo forum che affermavano che Gesù, essendo vero uomo, non affermò certe cose perché i giudei intorno a Lui si sarebbero scandalizzati. Quindi si comportava come loro si aspettavano che si comportasse e diceva le cose "anche sbagliate" per non creare in loro confusione.
Simili affermazioni da dove nascono secondo te?
Dal tentativo di far coincidere in malo modo "scoperta scientifica" e metodi ermeneutici critici e scritture del Nuovo Testamento che li contraddivano. Adesso non ricordo l'argomento ma il principio si.
Ecco ... mi piacerebbe che insieme ragionassimo su questi principi.
Perché sento che ci stiamo perdendo qualcosa.
 

Quote:
Partendo da questo, aggiungi, "secondo me il metodo storico grammaticale è quello che più si adatta alla visione cristiana della bibbia, voi siete d'accordo con me?" E' questo che intendi? In tal caso, sono nuovamente in accordo con te.

Si esatto. Hai capito.
 
Il punto è che in parte però il metodo storico grammaticale stia diventando sconosciuto. Questo era il senso della discussione. In fondo il metodo storico grammaticale COMUNQUE usufruisce di scoperte e ricerche filologiche critiche. Di certo non sono discorsi facili, ma secondo me vanno fatti.
 

Quote:
... inoltre insisto nel dire che da nessun'altra parte si afferma che la bibbia sia necessaria alla salvezza.

Ma stai scherzando?
Allora prova a cercare su Google "Bibbia rivelazione speciale sufficienza" dovresti trovare MOLTI MOLTI siti.
 

Quote:
Ma, voler dire che la bibbia è necessaria alla salvezza è, a mio modo di  vedere, un metodo per voler "inscatolare Dio". La bibbia è il metodo di cui Dio ha deciso di usarsi per mostrarci la sua volontà, è vero, ma questo non implica che sia l'unico; anche perché, in tal caso, soprattutto in periodi come questo, saremmo costretti a rigettare un'infinità di testimonianze su persone che si sono convertite in modi a noi ignoti (attraverso sogni o visioni, o altre situazioni, chiunque può dire di aver letto storie simili). Ora, mentre non ho alcun problema a rigettare qualsiasi testimonianza se non concorda con ciò che dice la bibbia, sono molto meno disposto a rigettare qualsiasi testimonianza se non concorda con la mia posizione nei confronti della bibbia.

Non è questo il punto. Secondo me ragioni un po' in termini semplicistici. Le eccezioni (sogni, visioni, chiamate dirette) sono comunque contemplate nella Bibbia. Ma se uno ti dicesse: "Sorridenteio mi ha salvato perché ieri mi è venuto in sogno Gesù e mi ha detto: tu sei salvato!". Tu gli crederesti?
Oppure diresti: "ma la Bibbia dice che chiunque si sarà pentito dei propri peccati e avrà dichiarato che Cristo è il Suo salvatore, sarà salvato"?
Se uno ti dicesse: "Il Signore mi è venuto in sogno e mi ha detto che per esser salvato devo chiederlo a te"? sarebbe più credibile no?
Il punto è che tutte le religioni hanno un barlume di verità in sé, ma la Verità è una sola e si trova nella Bibbia.
Già il semplice fatto che tu dica: "E' Gesù a salvare" è un modo indiretto di citare ciò che tu hai imparato dalla Bibbia. Capisci?
E' la Bibbia a dire che Gesù salva. Quindi è lei lo strumento NECESSARIO per conoscere Gesù. Poi va beh, ci sono le eccezioni. Ma qui parliamo della regola.
 

Quote:
Allora potrei anche dirti: "è vero, ma senza chiesa la bibbia non è né mantenuta né tradotta e scritta, quindi non potrei comunque sapere che Gesù Salva. Quindi vuol dire che la chiesa è necessaria alla salvezza. Infatti "A Dio" (dice la Bibbia) "è piaciuto di salvare gli uomini mediante LA PREDICAZIONE della sua parola". Quindi la chiesa è lo strumento necessario per conoscere e ottenere la Salvezza in Cristo."

Stai un po' esagerando ma il principio è in parte corretto.
Ma a voler essere precisi la Parola di Dio, la Bibbia è necessaria.  
La predicazione è necessaria? si e no. Perché il fatto che sia lo strumento di Dio per la salvezza degli uomini lo scopro nella Parola. Quindi senza Parola non c'è predicazione.
Idem per la chiesa.
 

Quote:
Già da un po' tutti diciamo "posto che la vera differenza sta nel fatto che il credente è illuminato dallo Spirito" e tu dici: "è vero, ma vorrei fare una discussione metodologica" poi io ti dico "secondo me un metodo non è malvagio in sé" e tu mi rispondi: "Eh no, perché ci vuole lo Spirito"  
Allora non capisco bene il senso del discorso, questo benedetto Spirito Santo lo consideriamo, o no? Sorridente

Te l'ho detto in capo a questo messaggio.
Non voglio estremizzare né da una parte, ne dall'altra.
Vorrei capire come vi comportate voi in rapporto a questi temi.
 
Giunti a questo punto proporrei un approccio diverso. Credo che adesso con quanto ci siamo detti, possiamo tentare di rispondere nuovamente ... Secondo ciò che sappiamo della Bibbia, secondo la guida che abbiamo da parte dello Spirito Santo... E' necessario pensare in ebraico per comprendere la Bibbia? (domanda del topic?)
 
Se si, perché?
Se no, perché?
 
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Re: Pensare in ebraico per comprendere la Bibbia?
« Rispondi #20 Data del Post: 09.03.2015 alle ore 17:25:34 »
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on 09.03.2015 alle ore 16:12:46, Stefanotus wrote:

 
Non è questo il punto. Secondo me ragioni un po' in termini semplicistici. Le eccezioni (sogni, visioni, chiamate dirette) sono comunque contemplate nella Bibbia. Ma se uno ti dicesse: "Sorridenteio mi ha salvato perché ieri mi è venuto in sogno Gesù e mi ha detto: tu sei salvato!". Tu gli crederesti?
Oppure diresti: "ma la Bibbia dice che chiunque si sarà pentito dei propri peccati e avrà dichiarato che Cristo è il Suo salvatore, sarà salvato"?
Se uno ti dicesse: "Il Signore mi è venuto in sogno e mi ha detto che per esser salvato devo chiederlo a te"? sarebbe più credibile no?
Il punto è che tutte le religioni hanno un barlume di verità in sé, ma la Verità è una sola e si trova nella Bibbia.
Già il semplice fatto che tu dica: "E' Gesù a salvare" è un modo indiretto di citare ciò che tu hai imparato dalla Bibbia. Capisci?
E' la Bibbia a dire che Gesù salva. Quindi è lei lo strumento NECESSARIO per conoscere Gesù. Poi va beh, ci sono le eccezioni. Ma qui parliamo della regola.

 
Mh, rispondo ancora adesso e poi mi fermo. Ancora una volta, a mio avviso, commetti lo stesso errore: confondi il mezzo con il messaggio. Direi che il problema è che non stai riflettendo sull'utilizzo dei termini, mentre gli altri sono giusti, il termine necessario è fuori luogo. Tu hai fatto esempi che non c'entrano molto col punto, perché sono semplicemente esempi di gente con idee sbagliate che non corrispondono alla parola di Dio. Ma questo non c'entra molto con quello che dicevo io; quello che dico è che pretendere che Dio non possa comunicare il suo messaggio di salvezza se non attraverso la bibbia è una pretesa estremamente umana e molto poco biblica, in fondo lo diciamo soltanto perché siamo abituati, ma non è che Dio non poteva fare altrimenti, poteva eccome, solo che, come dici tu, gli è parso opportuno fare così. Ecco perché ti dico che il termine "necessaria alla salvezza" è fuori luogo e non è quello che sottintende il principio del "sola scriptura".
Mettere sullo stesso piano la necessarietà di Gesù alla salvezza e la necessarietà della bibbia alla salvezza mi sembra per lo meno... azzardato.  
Da una parte abbiamo un Dio che decide di sacrificare (!) suo FIGLIO per salvare gli esseri umani. Caspita se è necessario, divinamente necessario, direi che se non lo fosse stato avrebbe sicuramente evitato. Non è che abbiamo da qualche parte "A Dio è piaciuto far morire suo figlio per dare salvezza agli uomini".  
Dall'altra abbiamo effettivamente che "a Dio è piaciuto di salvare gli uomini mediante la predicazione della Sua Parola", quindi non si implica che ci sia qualche necessarietà alla salvezza. In altri termini, se tu mi dici che la bibbia è il mezzo sufficiente ad avere le informazioni che ci servono per ricevere la salvezza, allora sono d'accordo. Ma se mi dici che la bibbia è "propedeutica" (per usare un sinonimo di necessario) alla salvezza... no.  
Comunque, magari, come ti ho detto, la tua era solo una scelta di termini un po' strana è siamo d'accordo anche in questo.  
Se no, propongo di aprire un topic a riguardo! Sorridente  
 

on 09.03.2015 alle ore 16:12:46, Stefanotus wrote:

Stai un po' esagerando ma il principio è in parte corretto.
Ma a voler essere precisi la Parola di Dio, la Bibbia è necessaria.  
La predicazione è necessaria? si e no. Perché il fatto che sia lo strumento di Dio per la salvezza degli uomini lo scopro nella Parola. Quindi senza Parola non c'è predicazione.
Idem per la chiesa.

 

on 09.03.2015 alle ore 16:12:46, Stefanotus wrote:

Giunti a questo punto proporrei un approccio diverso. Credo che adesso con quanto ci siamo detti, possiamo tentare di rispondere nuovamente ... Secondo ciò che sappiamo della Bibbia, secondo la guida che abbiamo da parte dello Spirito Santo... E' necessario pensare in ebraico per comprendere la Bibbia? (domanda del topic?)
 
Se si, perché?
Se no, perché?
 
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Ok, così è più fattibile, anche se, a questo punto, direi che la risposta data precedentemente da Marcello è abbastanza completa. Direi di no, perché non si aggiunge nulla di fondamentale a quella che è l'autorità o l'utilità della bibbia come mezzo per conoscere la volontà di Dio per l'uomo.  
 
Ma sì, perché permette di capire meglio il contesto in cui è stata scritta, il pensiero di coloro che l'hanno scritta e, soprattutto, le situazioni descritte, riuscendo a coglierne più facilmente (e più profondamente) certi concetti.  
 
In fondo non è diverso da quando Gesù redarguiva i suoi contemporanei perché non avevano più idea di che cosa volessero dire certi testi. Sicuramente si riferiva alla falsità di certe tradizioni contemporanee, ma anche alla mancanza di conoscenza.
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Re: Pensare in ebraico per comprendere la Bibbia?
« Rispondi #21 Data del Post: 09.03.2015 alle ore 18:44:09 »
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Piccola  premessa, non ho letto tutta la discussione svolta finora.  
Ciò premesso cerco di rispondere alla domanda iniziale di Stefano, la mia risposta è NO, ma cerco di spiegarmi meglio.  
Innanzitutto non credo sia possibile dividere così nettamente la "cultura greca" dalla "cultura ebraica", il giudaismo del I secolo d.C. non è lo stesso dei tempi di Mosè, l'ebraismo aveva già incontrato la cultura greca e non era così impermeabile, non lo sono stati nemmeno gli autori del Nuovo Testamento, dal momento che citano la versione greca dei Settanta!  
Detto questo, io penso che sia una buona prassi esegetica interrogarsi sul significato che avevano i testi per i lettori della loro epoca, per questo ritengo sia molto utile conoscere il contesto storico e culturale in cui i testi vennero scritti. Qui però veniamo alla prima fallacia di quel post citato da Stefano, perché non è vero che la Bibbia è un libro scritto da Ebrei per Ebrei e basta! Non penso che sia vero nemmeno per l'Antico Testamento, tant'è vero che sono esortazioni a far leggere e osservare la parola anche "allo straniero che risiede in mezzo a voi", lo è ancor meno nel Nuovo Testamento, composto in gran parte da lettere rivolte a cristiani che provengono sia dal giudaismo che dal paganesimo.  
Abbiamo più culture nella Bibbia, quella ebraica, quella ellenistica, quella greco-romana, la conoscenza di TUTTE queste culture è utile ad una miglior comprensione del testo biblico ma non è indispensabile, Io penso che dare troppa importanza all'elemento ebraico non dà giusto rilievo all'unico elemento davvero indispensabile per la retta comprensione delle Scritture che è la guida e l'illuminazione dello Spirito Santo; già la chiesa primitiva dovette affrontare il problema dei "giudaizzanti", a me pare che oggi nella chiesa ci sia di nuovo questa tendenza, che nasce sicuramente da qualcosa di buono (la riscoperta dell'ebraicità di Cristo e delle radici ebraiche del cristianesimo, trascurate o dimenticate per secoli) ma che se portato all'estremo rischia di creare dei problemi.
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Re: Pensare in ebraico per comprendere la Bibbia?
« Rispondi #22 Data del Post: 09.03.2015 alle ore 19:17:50 »
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Giamba grazie del tuo intervento, è molto apprezzato.
Mi farebbe piacere che tu condivida con noi maggiori dettagli ad alcuni bei colpi che hai assestato alla discussione.
 
In particolar modo mi piacerebbe che tu esplicitassi maggiormente queste informazioni, aggiungendo magari qualche fonte a sostegno di quanto affermi.

Quote:
Innanzitutto non credo sia possibile dividere così nettamente la "cultura greca" dalla "cultura ebraica", il giudaismo del I secolo d.C. non è lo stesso dei tempi di Mosè, l'ebraismo aveva già incontrato la cultura greca e non era così impermeabile, non lo sono stati nemmeno gli autori del Nuovo Testamento, dal momento che citano la versione greca dei Settanta!

Questa affermazione effettivamente si spiega da sé, ma non mi dispiacerebbe avere maggiori dettagli in merito. Le differenze fra le due culture ebraiche per esempio. Oppure quanto la cultura ebraica del Nuovo Testamento sia influenzata da "mentalità" greca del tempo.
   

Quote:
...perché non è vero che la Bibbia è un libro scritto da Ebrei per Ebrei e basta! Non penso che sia vero nemmeno per l'Antico Testamento, tant'è vero che sono esortazioni a far leggere e osservare la parola anche "allo straniero che risiede in mezzo a voi", lo è ancor meno nel Nuovo Testamento, composto in gran parte da lettere rivolte a cristiani che provengono sia dal giudaismo che dal paganesimo.  

Riusciamo ad approfondire?
Dai andiamo, diamoci dentro!
 

Quote:
Abbiamo più culture nella Bibbia, quella ebraica, quella ellenistica, quella greco-romana, la conoscenza di TUTTE queste culture è utile ad una miglior comprensione del testo biblico ma non è indispensabile, Io penso che dare troppa importanza all'elemento ebraico non dà giusto rilievo all'unico elemento davvero indispensabile per la retta comprensione delle Scritture che è la guida e l'illuminazione dello Spirito Santo; già la chiesa primitiva dovette affrontare il problema dei "giudaizzanti", a me pare che oggi nella chiesa ci sia di nuovo questa tendenza, che nasce sicuramente da qualcosa di buono (la riscoperta dell'ebraicità di Cristo e delle radici ebraiche del cristianesimo, trascurate o dimenticate per secoli) ma che se portato all'estremo rischia di creare dei problemi.

Bravo ed effettivamente è quanto sia io, che Caste che Sergio abbiamo sottolineato come un "pochino" preoccupante.
Riusciamo ad approfondire?
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Re: Pensare in ebraico per comprendere la Bibbia?
« Rispondi #23 Data del Post: 09.03.2015 alle ore 19:24:15 »
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on 09.03.2015 alle ore 17:25:34, Caste wrote:
quello che dico è che pretendere che Dio non possa comunicare il suo messaggio di salvezza se non attraverso la bibbia è una pretesa estremamente umana e molto poco biblica, in fondo lo diciamo soltanto perché siamo abituati, ma non è che Dio non poteva fare altrimenti, poteva eccome, solo che, come dici tu, gli è parso opportuno fare così. Ecco perché ti dico che il termine "necessaria alla salvezza" è fuori luogo e non è quello che sottintende il principio del "sola scriptura".

Pensaci bene, sulla base di cosa affermi questo?
Lo fai riferendoti involontariamente a ciò che dice la Scrittura.
A conferma di quanto dico io, cito la Scrittura stessa:
"Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c'è chi lo annunci? E come annunceranno se non sono mandati? Com'è scritto: «Quanto sono belli i piedi di quelli che annunciano buone notizie!»....
Così la fede viene da ciò che si ascolta, e ciò che si ascolta viene dalla parola di Cristo." - Romani 10.
 

Quote:
Mettere sullo stesso piano la necessarietà di Gesù alla salvezza e la necessarietà della bibbia alla salvezza mi sembra per lo meno... azzardato.
Non mi stai capendo secondo me.
Come fai a dire che è necessario Gesù per esser salvati? Pensaci, come fai a dirlo?
 

Quote:
Se no, propongo di aprire un topic a riguardo! Sorridente

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Re: Pensare in ebraico per comprendere la Bibbia?
« Rispondi #24 Data del Post: 09.03.2015 alle ore 20:10:23 »
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Permettetemi di dire la mia personalissima impressione.
Liberissimi di trastullarvi con ciò che credete utile, ma secondo me non dovreste uscire da quanto segue, che è poi la domanda di base:
La bibbia è la parola di Dio?
La bibbia è parola di Dio?
Ho già fatto questa osservazione ma nessuno l'ha minimamente sfiorata.
 
Ora, io dico ciò che dice anche la scrittura: In nessun Nome è la salvezza, se non nel nome di Gesù Cristo. Quindi il dire che la scrittura è indispensabile alla salvezza è quanto meno improprio, perchè la scrittura è, e qui lo ribadisco "PAROLA DI DIO". Il che significa semplicemente che ciò che leggiamo è stato ispirato da Lui stesso. Se ritengo che la bibbia è la parola di Dio, implicitamente affermo che Lui non parla più e quindi ci sentiamo autorizzati ad interpretarla con tutti i mezzi a nostra disposizione, ovviamente non ricavando nulla ai fini della salvezza.
Cmq, ora devo andare, ma onestamente credo che mischiare le cose non è utile a nulla.
Ritornerò.
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Re: Pensare in ebraico per comprendere la Bibbia?
« Rispondi #25 Data del Post: 09.03.2015 alle ore 20:29:47 »
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on 09.03.2015 alle ore 20:10:23, salvo wrote:
Permettetemi di dire la mia personalissima impressione.
Liberissimi di trastullarvi con ciò che credete utile, ma secondo me non dovreste uscire da quanto segue, che è poi la domanda di base:
La bibbia è la parola di Dio?
La bibbia è parola di Dio?
Ho già fatto questa osservazione ma nessuno l'ha minimamente sfiorata.

A mio modo di vedere salvo, togliere o mettere un articolo non cambia molto il senso della frase.
 

Quote:
Ora, io dico ciò che dice anche la scrittura: In nessun Nome è la salvezza, se non nel nome di Gesù Cristo. Quindi il dire che la scrittura è indispensabile alla salvezza è quanto meno improprio, perchè la scrittura è, e qui lo ribadisco "PAROLA DI DIO".

Il fatto che tu per stabilire che la Salvezza è in Gesù, usi la Scrittura è l'esempio che sto dicendo: senza Scrittura non avresti saputo che in Gesù vi è salvezza. Mi spiego?

Quote:
Ritornerò.

A presto.
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Re: Pensare in ebraico per comprendere la Bibbia?
« Rispondi #26 Data del Post: 09.03.2015 alle ore 23:05:56 »
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on 09.03.2015 alle ore 20:29:47, Stefanotus wrote:

A mio modo di vedere salvo, togliere o mettere un articolo non cambia molto il senso della frase.

Ovviamente è un tuo parere; per me non è così e la differenza si vede dalle moltitudini di parole che si spendono senza mai veramente chiedere lumi al solo che può darla.
 

Quote:
Il fatto che tu per stabilire che la Salvezza è in Gesù, usi la Scrittura è l'esempio che sto dicendo: senza Scrittura non avresti saputo che in Gesù vi è salvezza. Mi spiego?
A presto.

Il fatto che io uso le scritture per dire che Gesù salva non significa che la scrittura salva ma solo Gesù.
Il Gesù che salva è quel Gesù che viene presentato dallo Spirito Santo il quale usa la scrittura ma non dice che è la scrittura a salvare né che è indispensabile ai fini della salvezza pur essendo necessaria per portare a conoscenza dell'uomo l'opera di Dio, di ciò che Iddio ha detto e ha fatto. Certo è memoria, questo è vero.
Se ci si convertisse per la scrittura vorrebbe dire, e qui lo ribadisco, Iddio non parla più. Questo è grave, secondo me, e rientra nell'ambito di ciò che si finisce per circondarci di troppo sapere che anziché avvicinarci al Signore ci allontana da Lui nella sostanza pur mantenendo la conoscenza.
E' poi quello che dice Paolo: "hanno apparenza di pietà (di santità) ma ne hanno rinnegata la potenza" 2 Timoteo 3.5. Anche se il testo citato in apparenza non sembra c'entrare, rimane l'interrogativo, cioè, hanno rinnegata la potenza delle pietà. Questa non la trovi nella lettera.
« Ultima modifica: 09.03.2015 alle ore 23:12:24 by salvo » Loggato

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Re: Pensare in ebraico per comprendere la Bibbia?
« Rispondi #27 Data del Post: 10.03.2015 alle ore 11:51:51 »
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Io credo che si debba fare chiarezza su alcuni punti:
 
1) Rabbinizzazione dell’evangelo;
2) Ebraicità di Gesù;
3) Cosiddetta mentalità ebraica;
4) Metodo storico-critico.
 
Il primo punto è già ampiamente stato affrontato e chiarito da Paolo e dal Concilio Gerolosimitano:
 
a) I gentili non sono obbligati a passare per l’apparato della tradizione mosaica per ottenere la salvezza;
 
b) I Giudaizzanti (chiamati da Paolo falsi fratelli) non hanno avuto successo, che oggi ci siano seguaci di quei falsi fratelli che adescano ignari sprovveduti è possibile: le eresie sono solite riciclarsi nella storia.
 
Il punto 2, visto nell’ottica giusta, può portare solo a riflessioni positive.
 
Il punto 3, merita un’approfondita disamina storica e religiosa; la Bibliografia non manca, chi vuole ha gli strumenti accademici per approfondire e conoscere l’argomento. Giamba ha detto cose che condivido. Mi pare, non ricordo bene, di averlo detto nel post sul termine Elohim:  
 
c) Chi pensa che il Giudaismo costituisse un blocco monolito dal punto di vista dottrinale ignora l’argomento: per quanto riguarda il periodo del II Tempio gli studiosi sono soliti parlare di Giudaismi.  
 
d) La cultura Greca, la grande cultura greca direi, abbraccia il giudaismo secoli prima che il Cristianesimo nascesse.  
 
e) In considerazione del punto c, tenendo conto che il Giudaismo avesse al suo interno non poche differenze dal punto di vista dottrinale, chi parla di un’ipotetica mentalità ebraica dovrebbe spiegare di quale mentalità si parli; e sì perché se la mentalità ebraica è quella che ha rifiutato Gesù allora fanno benissimo i cristiani a tenersi a debita distanza.
 
Vorrei, però, riflettere sugli aspetti positivi e negativi dell’esaminare un testo neotestamentario tenendo conto della mentalità dell’epoca.
 
Parabola dei vignaioli
 
▪ Aspetti positivi nel conoscere la mentalità dell’epoca:
 
Conoscendo il modo di pensare e la cultura degli ebrei, è più facile comprendere che il padrone della vigna è Dio, la vigna costruita con cura è Israele. Gesù qui si riallaccia ad una credenza diffusa: gli ebrei erano colpevoli di aver perseguitato e ammazzato i profeti. Chi ascoltava poteva anche arrabbiarsi ma capiva benissimo. Il figlio amato è Gesù mandato da Suo Padre: Dio (JHWH).
La parabola è un po’ la storia globale di Israele.
 
▪ Aspetti negativi:
 
Gli ebrei, secondo la loro mentalità, non avrebbero mai accettato un Messia sofferente e morente. Il tipo di messianicità indicata da Gesù ( la pietra angolare rifiutata e scartata dai costruttori) non era quello che rientrava nella cosiddetta mentalità ebraica dell’epoca. Quindi, se dovessi seguire la cosiddetta mentalità ebraica dell'epoca non dovrei accettare un Messia sofferente e quindi rifiutare Gesù il Cristo.  
 
Non era facile accettare i discorsi fatti da Gesù, perché? Avevano tutti la cosiddetta mentalità ebraica, perché non capirono? Gli ebrei con la cosiddetta mentalità ebraica non accettarono Gesù, perché?
 
Punto 4: mi pare che in più di un intervento si sia fatta confusione pensando che tutti gli studiosi del  metodo storico-critico siano “scienziati”(?) e che non siano uomini di fede, non è così. L’argomento andrebbe approfondito.
 
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Re: Pensare in ebraico per comprendere la Bibbia?
« Rispondi #28 Data del Post: 10.03.2015 alle ore 12:46:14 »
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Kosher, ottimissimo post.
Ti ringrazio.
 
Mi prendo tempo per valutare bene ogni punto e poi avrei desiderio di chiederti maggiori dettagli se ti va.
 
Grazie,
Stefano.
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Re: Pensare in ebraico per comprendere la Bibbia?
« Rispondi #29 Data del Post: 11.03.2015 alle ore 11:15:07 »
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Ste, direi che come inizio (se riesci a digerirlo!) sui metodi di studio, potresti leggerti Storia dell'antico Israele di John Bright. Sebbene varie cose non siano attualmente più accettate, direi che è un ottimo testo per affrontare bene l'argomento storico e metodologico dal punto di vista degli archeologi (che sono la cosa più vicina alla definizione di "scienziato in questo ambito), magari non proprio leggibilissimo (la prima volta ci misi quasi sei mesi a finirlo) ma veramente utile!
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