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   Autore  Topic: Trinità: Approfondimenti e confronto  (letto 6866 volte)
serg68
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Giovanni 3:16

   
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Re: Trinità: Approfondimenti e confronto
« Rispondi #90 Data del Post: 05.03.2015 alle ore 13:23:41 »
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ah.... adesso capisco!  
quelle risposte per te significano questo?
Siamo su frequenze totalmente diverse.  
Ne riparliamo quando ritroviamo la sintonizzazione.  Amici Ciao
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Re: Trinità: Approfondimenti e confronto
« Rispondi #91 Data del Post: 05.03.2015 alle ore 13:30:53 »
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on 05.03.2015 alle ore 13:23:41, serg68 wrote:

Siamo su frequenze totalmente diverse.  

 
Sì, a questo punto sottoscrivo anche io, suggerisco di spostarsi qui http://www.evangelici.net/cgi/forum/YaBB.pl?board=Dottrina;action=displa y;num=1425399958;start=0#4 e rispondere prima alle tre domande che ho messo, poi magari ritorniamo anche in questo 3d! Altrimenti non la finiamo più Occhiolino
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"Il problema delle citazioni su internet è che non si sa mai se siano vere o no" Abraham Lincoln
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Re: Trinità: Approfondimenti e confronto
« Rispondi #92 Data del Post: 26.03.2015 alle ore 11:52:54 »
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on 02.03.2015 alle ore 08:14:20, New wrote:

Desidero far presente che, per quanto riguarda gli Ebrei Messianici, attualmente ci sono Ebrei Messianici trinitari ed Ebrei Messianici non trinitari.
Quindi bisogna precisare.  Copia e incolla da:

 
http://it.wikipedia.org/wiki/Giudaismo_messianico
 
I messianici sono in linea con il Cristianesimo per la visione trinitaria di Dio e la credenza che Gesù (in ebraico Yeshua) sia il verbo incarnato. Alcune frange come per esempio la House of Yahweh di Yisrayl Hawkins, nata nel 1974 nell'ambito dell'avventismo, tendono a rifiutare la visione trinitaria, ma sono escluse dal movimento ufficiale come i testimoni di Geova dal cristianesimo.  

Sarebbe interessante beccare un forum di ebrei messianici.
Perché come se comprendiamo il fatto che un ebreo può aver accettato Cristo e quindi miracolosamente ha accettato un superamento dei suoi blocchi dottrinali legati all'Antico Testamento ed ha con questo accettato una nuova rivelazione... quanto più allora miracoloso è un ebreo che accetta un UNICO DIO TRINO. Sarebbe interessante vedere come questi rispondano alle controversie testuali che invece gli anti trinitari contestano. Non credete?
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Re: Trinità: Approfondimenti e confronto
« Rispondi #93 Data del Post: 26.03.2015 alle ore 14:46:44 »
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Carissimi, riprendo un po' questa discussione.
Ho riletto le prime quattro pagine e rileggerò dalla quinta in poi più avanti. La lettura l'ho fatta perché volevo riprendere i punti salienti e capire se era possibile portare avanti la discussione.
 
Quello che ho capito è che di sicuro, per evitare OT, sarebbe meglio lasciare commenti, approfondimenti e disquisizioni varie legate all'interpretazione biblica al post dedicato (La Bibbia è o contiene la Parola di Dio). Mentre possiamo aggiungere qui tutti i commenti legati alle 3 persone della Trinità e alla loro unità.
 
Per ripartire però, credo sia necessario ribadire alcuni punti che abbiamo sollevato e che ritengo importanti come punto di partenza della discussione. Mi perdonerete se non cito chi ha detto cosa, ma punto al contenuto a cui tutti abbiamo contribuito, in un modo o nell'altro.
 
Il perché ho avviato questo genere di discussioni credo sia chiaro: da un po' di tempo a questa parte noto un fenomeno di perdita di valori "evangelici", una perdita di  identità tra noi evangelici, a favore di un relativismo, un buonismo generalizzato, un "volemose bene". Ho sentito con le mie orecchie in un'evangelizzazione, un fratello dire ad un altro: "Ma non tediare i musulmani con le questioni dottrinali, tanto Dio è uno! Dagli un vangelino e basta!". Giusto per citarvi un estremismo
 
Aver notato queste differenze quindi, ha scatenato questo mio personale dubbio sul mondo evangelico oggi, sulla coscienza che gli evangelici hanno di sé oggi. E da qui, nasce poi l'interesse ad approfondire e perché no, diffondere questi approfondimenti, i principi fondamentali, le basi dottrinali che ci contraddistinguono come movimento cristiano biblico. Purtroppo è vero, lo spuntare di nuovi movimenti evangelici in Italia e nel mondo, nati da divisioni, divergenze dottrinali, etc... nel corso dei secoli ci ha allontanati un po' tutti. Ma se è pur vero che vi possono essere visioni differenti su argomenti marginali, è anche vero che vi dovrebbe essere una visione quanto meno "condivisa" sui punti fondamentali. Ed è di questi punti fondamentali che parlo. La Trinità o l'approccio biblico sono due di questi temi.
 
A partire da questa premessa quindi, chiariti gli obiettivi, vi condivido le considerazioni rilevanti che abbiamo fatto.
 
Qualora la trinità fosse un concetto teologico umano, ossia una deduzione puramente intellettuale, con non ci si trova a nostro agio in modo generale, potrebbe essere "corretto" lasciare che ognuno se la intenda a modo proprio. Questa premessa si basa sul fatto che di certo la Trinità non è un argomento PURAMENTE biblico, ma di un concetto creato successivamente sulla base dei testi biblici. Ciò che è biblico è il rivelarsi di Dio e della Sua Natura attraverso un linguaggio "adattato" a permettere una comprensione, quello umano. Oltre a tutto questo, Dio stesso, per Sua natura è (e deve essere) un essere incomprensibile per l'uomo (infinito, onnipresente, sovrannaturale). Ed infine, non si tratta di un argomento importante ai fini della salvezza personale.
 
Queste osservazioni hanno sicuramente valore e sono tutte da tener presenti durante la nostra analisi. Certo. Ma vorrei porre attenzione su alcuni dei limiti che la Bibbia offre a questo ragionamento.
L'apostolo Paolo, ispirato dallo Spirito di Dio, disse ai Corinzi : "...Fratelli, vi esorto, nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, ad aver tutti un medesimo parlare e a non aver divisioni tra di voi, ma a stare perfettamente uniti nel medesimo modo di pensare e di sentire." - 1 Corinzi 1:10
 
Possiamo certo contestualizzare questo testo, dirigerlo a questo o quell'argomento specifico di Corinto. Ma non potremo mai sminuirne del tutto la portata. A Paolo interessava "il pari sentimento", il pari pensare che deve esserci in una chiesa. Egli ribadirà il concetto ai Filippesi: "...rendete perfetta la mia gioia, avendo un medesimo pensare, un medesimo amore, essendo di un animo solo e di un unico sentimento." - Filippesi 2:2
 
Non credo di sbagliare che l'unità della chiesa, ossia dell'insieme dei credenti, fosse il desiderio di Cristo stesso quando diceva: "...io in loro e tu in me; affinché siano perfetti nell'unità, e affinché il mondo conosca che tu mi hai mandato, e che li ami come hai amato me." - Giovanni 17:23
 
E da cosa pensiamo che dovesse passare l'unità, se non da un pari pensare sulle cose di Dio? Non a caso tutti i movimenti politi o gerarchici della storia, per creare "popoli uniti" passarono per la mente e il pari pensare. L'istruzione è il primo step per influenzare (positivamente non solo negativamente) la mente delle persone. Oggi, se oltre alla tolleranza vi è amore tra uomini bianchi e uomini neri, è grazie al lavoro fatto "nella mente" delle persone. Siamo uniti nel pensare perché "abbiamo capito" la stessa cosa. Mi spiego?
Quindi per essere uniti come cristiani, bisogna avere una stessa idea. Altrimenti non si è uniti. Io lo vedo tutti i giorni a lavoro. Se io come Project Leader ho un idea, un progetto da portare avanti, ma le mie persone per mille motivi anche leciti ne hanno un altra, prima o dopo finiamo per schiantarci. E non sempre raccogliere i cocci è semplice. Quindi l'unità nel pensiero è IMPORTANTE se si vuole essere davvero uniti, se si vuole essere una forza.
(Cont...)
« Ultima modifica: 26.03.2015 alle ore 16:20:59 by Stefanotus » Loggato
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Re: Trinità: Approfondimenti e confronto
« Rispondi #94 Data del Post: 26.03.2015 alle ore 14:52:55 »
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Certo, la Trinità è un discorso legato alla natura "incomprensibile di Dio". Ma è anche vero che l'uomo è peccatore. Tende al peccato per natura. Quindi lasciare la possibilità di distorcere il messaggio biblico senza porre dei vincoli di ragionamento anche minimi, produce delle chiese malate. Banalmente, ipotizzando per estremismi, se io stabilissi che Gesù non fosse uomo, ma avesse in sé solo la "sapienza di Dio", potrei affermare che in quanto SOLO uomo aveva una Sua personale volontà. Potrei trarre conclusioni bibliche diverse da chi invece ritiene che Gesù avesse la stessa volontà del Padre in quanto proveniente da esso. Potrei reinterpretare la Sua Autorità. Potrei reinterpretare le sue Parole. Potrei trarne insegnamenti diversi. Insomma potrei avere idee diverse e quindi "rompere quell'unità".
Di conseguenza secondo me, l'unica posizione seria che unisce le due realtà (incomprensibilità della natura di Dio e deduzioni sulla Trinità) è il cristiano non dovrebbe fare della Trinità il proprio credo per motivi di "separazione" dagli altri. Dovrebbe tenere in considerazione TUTTI i passi biblici che riguardano la natura di Dio, di Gesù e dello Spirito Santo e accettare deduzioni che non contraddicano questi passi. Semplifico. Tutti noi conosciamo l'esempio dell'acqua che è sempre acqua nei suoi 3 stati (solido, gassoso o liquido). Ebbene un bambino può dire: è sempre acqua in entrambi gli stati. Un adulto, parlando in un contesto "scientifico" dovrebbe dire, si tratta di H2O in entrambi gli stati, perché altrimenti parleremmo di acqua in caso di stato liquido, ghiaccio in caso di stato solido, vapore acqueo in caso di stato gassoso!
Per la Trinità direi la stessa cosa. Un bambino può dire: è sempre Dio. Ma un adulto in ambito teologico dovrebbe dire: si parla di Padre in questo e quell'altro caso, si parla di Cristo in questo e quell'altro caso, si parla di Spirito Santo in caso di questo e quell'altro caso. Tutti e tre sono una sola cosa, il termine Trinità è stato "introdotto" per identificare questa inspiegabile unità nella diversità.
Come vi ho detto prima, io non la farei così complicata. In fondo parliamo di uomo nonostante intendiamo l'anima, il corpo e lo spirito. Parliamo di mela intendendo buccia, polpa e semi. Parliamo di albero intendendo foglie, rami, tronco, radici. Insomma non è mica così complicato alla fine.
 
Il problema nasce quando qualcuno inizia a dire: "eh no! Ma i rami non sono alberi, ne fanno parte... quindi sono cose diverse...".
Ed è proprio per questo che i teologi di ogni tempo, a partire da Paolo stesso hanno iniziato con discorsi apologetici, cioè esponendosi con discorsi convincenti in difesa della dottrina cristiana.  Giuda disse: "Carissimi, avendo un gran desiderio di scrivervi della nostra comune salvezza, mi sono trovato costretto a farlo per esortarvi a combattere strenuamente per la fede, che è stata trasmessa ai santi una volta per sempre." - Giuda 3
Paolo dirà: "Infatti, se uno viene a predicarvi un altro Gesù, diverso da quello che abbiamo predicato noi, o se si tratta di ricevere uno spirito diverso da quello che avete ricevuto, o un vangelo diverso da quello che avete accettato, voi lo sopportate volentieri." - 2 Corinzi 11:4 e ancora "Mi meraviglio che così presto voi passiate, da colui che vi ha chiamati mediante la grazia di Cristo, a un altro vangelo! Ché poi non c'è un altro vangelo; però ci sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Ma anche se noi o un angelo dal cielo vi annunciasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo annunciato, sia anatema. Come abbiamo già detto, lo ripeto di nuovo anche adesso: se qualcuno vi annuncia un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anatema." - Galati 1:6-9
 
La differenza è sottile. Non è che bisogna CREDERE alla Trinità come verità insindacabile perché se no si sta rinnegando il Vangelo. Però laddove nel Vangelo, ossia la dottrina del Nuovo Testamento, l'insieme dei versetti che riguardano Dio (Padre, Figlio e Spirito Santo) ci indica un insieme di Verità CHIARE e insindacabili che di norma vengono racchiuse nel concetto di Trinità... beh allora, c'è poco da capire. O si accetta... o si è fuori dottrina. Mi spiego cosa voglio dire? Non sto cercando di giudicare, ma al contrario di unire i cuori e le menti creando un ponte tra le due posizioni estreme presentate: non capisco quindi non credo e non capisco quindi credo. Io sto dicendo "non si può capire, però credo in ciò che capisco e che non capisco".
« Ultima modifica: 26.03.2015 alle ore 16:22:16 by Stefanotus » Loggato
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Re: Trinità: Approfondimenti e confronto
« Rispondi #95 Data del Post: 26.03.2015 alle ore 15:00:17 »
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on 26.03.2015 alle ore 11:52:54, Stefanotus wrote:

Sarebbe interessante beccare un forum di ebrei messianici.
Perché come se comprendiamo il fatto che un ebreo può aver accettato Cristo e quindi miracolosamente ha accettato un superamento dei suoi blocchi dottrinali legati all'Antico Testamento ed ha con questo accettato una nuova rivelazione... quanto più allora miracoloso è un ebreo che accetta un UNICO DIO TRINO. Sarebbe interessante vedere come questi rispondano alle controversie testuali che invece gli anti trinitari contestano. Non credete?

 
Forum non so, questa pagina fornisce delle informazioni interessanti. http://www.jewsforjesus.org/publications/issues/v10-n08/trinity purtroppo, come sempre, è in inglese. Casomai se interessa si può tentare una veloce traduzione.
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Re: Trinità: Approfondimenti e confronto
« Rispondi #96 Data del Post: 26.03.2015 alle ore 17:41:21 »
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Se hai tempo e voglia, la traduzione potrebbe certamente essere utile Caste.
 
Tornando alle domande che ci siamo posti come oggetto di questo approfondimento, ho raggruppato questo elenco:

Quote:
1) Esiste una formulazione del dogma che risalga alla chiesa del primo secolo o al massimo del secondo?  
 
2) Cosa significa trinità, esiste un pensiero ebraico attorno a questo concetto oppure è solo la filosofia-teologia greca a parlarne?  
 
3) Cosa pensavano i primi cristiani di questa dottrina?  
 
4) Come mai una verità così fondamentale nessuno scrittore neotestamentario l'ha messa chiaramente per scritto, nonostante si tratti di qualcosa che è alla base del credo cristiano?  
 
5) La Trinità è una costruzione teologica o una verità rivelata? (vedi limbo)

Le risposte che sono state date a me sono piaciute. Innanzitutto ci terrei a sottolineare una cosa, noi evangelici (mi permetto di parlare a nome di noi evangelici, sulla base dei punti di fede condivisi in questa sezione del forum) non abbiamo alcun tipo di dogma.
I dogmi sono caratteristica della fede Cristiana Cattolica Apostolica Romana, non sono caratteristici degli evangelici. La definizione di dogma inoltre a noi evangelici, dovrebbe farci rabbrividire teologicamente parlando. Noi abbiamo "dei punti di fede", delle "norme di fede" o chiamatele come volete... ma diciamo che il concetto che si nasconde dietro questi "punti" è molto molto diverso dal concetto che nasconde la parola dogma.
I punti di fede di qualsiasi denominazione evangelica altro non sono che un sunto degli insegnamenti biblici che si sono compresi fino a quel momento ritenendoli necessari per mantenere un minimo di unità denominazionale. Voglio dire, se io credo nell'attualità della profezia e un altro no, voglio vederci convivere nella stessa comunità. Tutto quello che dirò profeticamente probabilmente a lungo andare infastidirà il mio fratello che non ci crede. Sorriso (Permettete l'ironia?)
Quindi i punti di fede sono solo una demarcazione di un confine. Come dire: fin qui abbiamo capito così e ci limitiamo a questo. Non si tratta di punti da usare come spirito settario o con l'atteggiamento del dogmatismo tipico del settario. Si tratta semplicemente di definire la propria identità.
 
Riassumendo quindi, direi che la Trinità per noi evangelici non è un dogma per certo. E' però una convinzione teologica diffusa che nasce sulla base dell'analisi di alcuni testi biblici del Nuovo Testamento. Non esiste una chiara formulazione trinitaria nel Nuovo Testamento.
Questo ci permette di ignorare questo insegnamento su Dio o lasciarlo alla libera interpretazione dei singoli? Io non credo.
Innanzitutto perché se Dio ha esposto determinate realtà su di Lui, su Cristo e sullo Spirito Santo, non sarà di sicuro a caso. Anzi lo ha fatto per uno scopo perché "nessuna parola di Dio rimarrà inefficace" (Luca 1:37).
Quindi è più giusto interrogarsi su cosa Dio voleva dirci, piuttosto che ignorarlo. La mancanza di un dettaglio preciso inoltre, non deve essere la scusante per evitare l'approfondimento. Come dicevo, Dio non è stato chiaro nemmeno sulle modalità del Suo ritorno. Sappiamo che ritornerà, punto. Vi sono molti che cercano di capire se la chiesa passerà la tribolazione o no... Dio non poteva essere chiaro e basta? A Dio è piaciuto profetizzare i suoi piani attraverso dei simbolismi, proprio a dimostrazione della Sua sovranità. Non a caso di Cristo molte profezie erano ben scritte nella Bibbia, ma per niente comprese! Proprio perché appena si avverarono, si comprese che Dio aveva predetto tutto e chi vi si sarebbe attenuto non avrebbe dovuto temere, anzi lo avrebbe glorificato per la Sua sovranità.
 
Riassumendo anche questo punto quindi direi che pur non essendoci una formulazione teologica nel Nuovo Testamento, questo non significa che sia sbagliato pensare ad un Dio unico con "tre persone". Dio ci ha rivelato quanto ci serve per identificare così la Sua natura. Il di più ci avrebbe portato forse in errore, in di meno pure. Abbiamo il giusto. E questo risponde anche alla terza domanda. Cosa pensavano gli apostoli a riguardo? Chi può dirlo?  
Vedete, avevo trovato un sito interessante, che prendeva tutti i versetti della Bibbia riguardanti la trinità e li poneva di seguito a seconda dell'anno in cui veniva scritto il testo in cui si trovavano. Gli ultimi versi in ordine cronologico erano il prologo di Giovanni. In questo sito, che non trovo più si faceva notare la "progressione della rivelazione", come dagli atti, alle epistole fino al Vangelo di Giovanni, il pensiero teologico di identificazione di Cristo in Dio e dell'azione come persona dello Spirito Santo è stato formalizzato NEL TEMPO. Gli apostoli non hanno creato le epistole PRINCIPALMENTE per fare da libro di testo. Loro insegnavano il Vangelo predicandolo usando la loro Bibbia di allora.
"...e che fin da bambino hai avuto conoscenza delle sacre Scritture, le quali possono darti la sapienza che conduce alla salvezza mediante la fede in Cristo Gesù." - 2 Timoteo 3:15
Questo non dobbiamo dimenticarlo. Loro insegnavano quindi A VOCE partendo dal testo dell'Antico Testamento. Le lettere iniziarono ad essere testi dottrinali DOPO. Quindi il "come la pensavano" adesso possiamo saperlo solo attraverso questi scritti, che sono quello che Dio ha voluto lasciarci. Non possiamo fare un processo alle intenzioni degli agiografi per stabilire come interpretare il testo. Sarebbero solo "illazioni" secondo me.
 
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Re: Trinità: Approfondimenti e confronto
« Rispondi #97 Data del Post: 26.03.2015 alle ore 17:43:01 »
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Per rispondere invece alla domanda 2, ossia "testo greco" = interpretazione "alla greca" = possibile errore.... bene, qui la cosa è complicata.
Punto primo, io sono diffidente a usare "pensiero ebraico" a supporto del "pensiero trinitario". Perché come ho detto prima, il pensiero ebraico non ha permesso agli ebrei di riconoscere in Cristo il Messia. Alcuni mi hanno contraddetto: "ma guarda che Pietro predicò a ebrei che erano sotto il solaio per pentecoste! Quindi gli ebrei accettarono Gesù! I Cristiani erano prima ebrei fondamentalmente, poi i gentili". Questo è vero. Ma è anche vero che prima lo hanno ucciso. E che la lettura dei Vangeli ci dice che Gesù e gli ebrei di allora non andavano tanto d'accordo in materia di dottrina. Da qui la prima forte motivazione per dire che il "pensiero ebraico" da solo non permette la comprensione del cristianesimo. Cristo fu una novità teologica rivoluzionaria, questo basta per liquidare la loro posizione.
E' corretto utilizzare la mentalità filosofica greca per intendere il messaggio del testo  greco? Oppure è necessario usare una mentalità ebraica?
Io qui mi sto creando una mia propria opinione.
 
Innanzitutto Giovanni, scrive in greco e come dicevo nell'altro topic, pensare che usasse termini a caso non conoscendone le possibili interpretazioni dei destinatari, secondo me è sbagliato di per sé come principio. Questo da un punto di vista prettamente umano. Anche adesso quando io parlo inglese con i miei colleghi cerco di usare i termini più giusti per trasmettere i miei concetti. E laddove sono " in dubbio", chiedo esprimendomi usando degli esempi che rendano l'idea e mi faccio suggerire il termine migliore. Non vedo perché Giovanni non debba aver pensato di fare uguale.
Essendo giudeo di estrazione, credo sia pure corretto pensare che nello scrivere in greco egli abbia cercato di creare un ponte tra le due mentalità.
E se a questo aggiungo il principio che Dio lo ha ispirato e ha reso il suo testo "parola di Dio", allora il gioco è fatto: Giovanni parte dalla mentalità giudaica, esprimendosi in greco e creando un legame tra le due mentalità. Dio in questo esprime l'universalità del Suo messaggio: nato tra i giudei, diffuso in tutto il mondo. In fondo è questo che disse in Atti 2 no? "riceverete potenza e mi sarete testimoni fino alle estremità della terra". A me personalmente sembra illogico pensare che Dio, che avesse questo piano, non stesse tenendo conto delle incomprensioni che il linguaggio umano e le diverse culture avrebbero creato.
Mi sembra più razionale che invece Dio sapesse bene cosa stava facendo e che se fino a ieri aveva sfruttato la mentalità ebraica, un giorno abbia deciso di passare per quella ellenica. Proprio a conferma dell'universalità del Suo messaggio da quel momento.
"Tuttavia, a quelli tra di voi che sono maturi esponiamo una sapienza, però non una sapienza di questo mondo né dei dominatori di questo mondo, i quali stanno per essere annientati, ma esponiamo la sapienza di Dio misteriosa e nascosta, che Dio aveva prima dei secoli predestinata a nostra gloria" - 1Corinzi 2:6,7
 
"...affinché il Dio del nostro Signore Gesù Cristo, il Padre della gloria, vi dia uno spirito di sapienza e di rivelazione perché possiate conoscerlo pienamente;" - Efesini 1:17
 
"...noi proclamiamo esortando ciascun uomo e ciascun uomo istruendo in ogni sapienza, affinché presentiamo ogni uomo perfetto in Cristo." - Colossesi 1:28
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Re: Trinità: Approfondimenti e confronto
« Rispondi #98 Data del Post: 26.03.2015 alle ore 17:44:35 »
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Quello che vorrei sottolineare è che Paolo e gli apostoli spiegavano il Vangelo, si esprimevano con sapienza (non umana) ma usavano una modalità di esprimersi TIPICA del loro tempo, influenzata dalle modalità filosofiche greche.
 
Qualcuno però, ha contraddetto questo mio principio, sostenendo che tutti i principi biblici esposti nel Nuovo Testamento, nonostante siano scritti in greco, contengano il pensiero ebraico e non greco. Ma come vi dicevo nell'altro post, a me questa sembra una speculazione un po' banale. Perché io stesso adesso, leggendo italiano potrei dire: quando Giovanni si esprimeva intendeva questo e quello. Potrei cioè spiegare il testo utilizzando la mia logica e il mio raziocinio che nasce dalla mia cultura moderna. Utilizzare cioè paradigmi mentali italiani e far dire alla Bibbia ciò che non dice.
Ma perché verrei contraddetto subito? Perché Giovanni ha scritto in greco e nel 60 d.C. lontano quindi dai miei paradigmi culturali. il giochino che mi si propone è: e chi ti dice invece che non stesse pensando in ebraico?
Per me è una speculazione, un tentativo di fare un processo alle intenzioni di Giovanni, che boccio in pieno, dando (per fede) a Dio la responsabilità del testo. Quindi non si tratta di pensare in greco o in ebraico, si tratta di accettare il piano di Dio che si è mosso per ispirare Giovanni e diffondere la Sua Parola a TUTTO il mondo, non solo agli ebrei.
 
Così ho risposto anche alla domanda: "E' corretto affermare che siano gli ebrei ad avere "la giusta" interpretazione del testo biblico?".
Ho risposto con un no. Abbiamo detto più volte che la Bibbia sostiene di essere interpretabile attraverso la guida dello Spirito Santo. Ma se si vogliono fare studi sui significati dei testi in sé, si può affermare che per comprendere il significato di testi dell'Antico Testamento, avere "la mentalità ebraica" permetterà certamente di capirne i significati corretti nel tempo in cui quei testi furono scritti. Ma questo, per quanto si possa idealmente estendere anche al Nuovo Testamento (Gesù era ebreo, i discepoli/apostoli pure, etc) non ci permette di affermare che bisogna rileggere questi testi "solo con mentalità ebraica". Basti pensare che Corinto era una comunità fatta di ex giudei, pagani romani e pagani greci. Eppure Paolo non li rende giudaizzanti ne paganizzanti. Né si preoccupa di come le sue parole venissero reinterpretate. Scrive greco, esprime concetti teologici e pratici in greco, quindi veniva compreso anche dai greci.
 
Così mi pare che rimane da rispondere solo alla domanda 5. Credo che la Trinità come la salvezza per grazia nel nome di Gesù siano "costruzioni teologiche". Vedete, l'errore che si fa è anche questo: accettiamo tutti il principio di salvezza espresso nella Bibbia come lo fanno gli evangelici, perché in fondo la parola salvezza è biblica. Con la parola trinità abbiamo difficoltà e facciamo distinzioni tipo questa. Ma è una rivelazione biblica? E' una costruzione teologica umana?
Anche la salvezza in Cristo in fondo è una costruzione teologica umana. Tant'è che i cattolici la intendevano in un modo e noi in un altro. Anche su cosa sia la preghiera abbiamo una costruzione teologica umana, noi la intendiamo estemporanea per una serie di motivi, i cattolici la fanno a memoria per tutta un'altra serie di motivi. Quindi non si tratta di dividere cioè che è "umano" da ciò che non lo è. Si tratta di stabilire cosa è più giustificabile biblicamente e cosa non lo è.
 
La trinità è una dottrina (o per meglio dire un insegnamento) che, con diverse sfumature, è giustificata biblicamente e accettata dalla totalità di movimenti evangelici (tranne qualche moderna denominazione) . Non si tratta di "capirla" tecnicamente in sé, come abbiamo detto prima perché Dio non si può capire, questa pretesa è sbagliata. Come allo stesso modo non possiamo nemmeno tecnicamente capire in sé la salvezza (un uomo divino, ma umano che si sacrifica per molti che per scampare all'inferno devono semplicemente accettarlo?!?). Però si può biblicamente definire attraverso la raccolta dei versetti che la evidenziano, e si può accettare o rifiutare.
 
Come detto in precedenza da qualcuno, il problema è relativo al ruolo del concetto trinitario: l'obiettivo non è "provare" la trinità con le scritture, bensì intenderci se la trinità sia il metodo più coerente con cui interpretare gli insegnamenti biblici che ci parlano di un Dio unico, ma che nel complesso ha tre persone.  
E' un dato di fatto ad esempio che i giudei del tempo di Gesù volessero ammazzarlo perché Egli si identificava con Dio: "I Giudei gli risposero: «Non ti lapidiamo per una buona opera, ma per bestemmia; e perché tu, che sei uomo, ti fai Dio»." - Giovanni 10:33
Alcuni dicono, ma lui diceva di essere Figlio di Dio....basta leggere prima. Ma questa affermazione, farsi figlio di Dio, per loro (e la loro mentalità) si traduceva in farsi della stessa natura di Dio, quindi una bestemmia idolatrica.
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Re: Trinità: Approfondimenti e confronto
« Rispondi #99 Data del Post: 27.03.2015 alle ore 08:28:34 »
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Rivelazione progressiva. Senz'altro giusto la credo anch'io.
 
Se però non si tiene conto di alcune fondamentali verità rivelate, che non possono variare se non rimettendo in discussione la base stessa della rivelazione, che per forza di cose deve essere qualcosa che è stata data all'inizio, potremmo trovarci di fronte a controsensi irragionevoli.
 
Che dire di chi sostenesse, secondo il criterio della progressività, che siccome, indubbiamente, il libro dell'Apocalisse è stato scritto per ultimo, quando la chiesa era sicuramente più matura ed aveva ricevuto più luce, che non si tratta di trinità bensì di enneità.
 
A suo favore potrebbe portare  
 
Apocalisse 3:1
«All'angelo della chiesa di Sardi scrivi: Queste cose dice colui che ha i sette spiriti di Dio e le sette stelle: "Io conosco le tue opere: tu hai fama di vivere ma sei morto.
 
Apocalisse 1:4
Giovanni, alle sette chiese che sono in Asia: grazia a voi e pace da colui che è, che era e che viene, dai sette spiriti che sono davanti al suo trono
 
Apocalisse 4:5
Dal trono uscivano lampi, voci e tuoni. Davanti al trono c'erano sette lampade accese, che sono i sette spiriti di Dio.
 
Apocalisse 5:6
Poi vidi, in mezzo al trono e alle quattro creature viventi e in mezzo agli anziani, un Agnello in piedi, che sembrava essere stato immolato, e aveva  
sette corna e sette occhi che sono i sette spiriti di Dio, mandati per tutta la terra.

 
Infatti: 1 Padre + 1Figlio + 7 Spiriti = 9  
Nove persone in tutto.  
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Re: Trinità: Approfondimenti e confronto
« Rispondi #100 Data del Post: 27.03.2015 alle ore 10:11:22 »
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Caro Marcello, la regola della non contraddizione a cui fai cenno, non è fondamentale. Anche perché applicare questa regola ci mette a dover tener conto di un numero talmente alto di eccezioni, che forse non è più davvero una regola.
 
Basti pensare a tutte le promesse di salvezza fatte al popolo di Dio soltanto, che poi vengono smentite nel Nuovo Testamento attraverso l'adozione dei gentili quali figli di Dio nel piano di Dio. Oppure al fatto che in Atti vediamo gli apostoli e i discepoli vendere tutti gli averi per vivere insieme in attesa di Cristo e poi qualche anno dopo, questa pratica viene fermata, anche esplicitamente in uno degli scritti di Paolo a quelli di Tessalonica. Insomma questa regola del non contraddire quanto concordato in precedenza, non la ritengo molto valida. Come non ritengo valida tanto la regola delle 2 o delle 3 ripetizioni di una pratica o un insegnamento scritto nella Bibbia a riprova della sua validità.  
 
Come rispondere quindi alla tua obiezione?
Semplicemente riproponendo il processo di interpretazione cui discutevamo nell'altro topic:
1) Lettura del testo e comprensione del significato primo attraverso la considerazione dello stile di scrittura;
2) Lettura del testo nel contesto generale del libro e degli scopi dello Scrittore;
3) Comprensione del messaggio che poteva essere compreso dai destinatari primi del testo, in base al loro momento storico e quindi alle loro culture;  
4) Lettura del testo nel contesto generale di tutta la Bibbia;
 
Facendo semplicemente questi primi 4 passi, si può ottenere risposta a quanto hai chiesto tu come "provocazione costruttiva". In pratica potremo dire: Apocalisse è un testo dallo stile profetico, quindi utilizza un linguaggio colmo di simbolismi, analogie e in cui sono narrate visioni "interpretate" dallo scrittore nel miglior modo a lui possibile a quel tempo. Il libro di apocalisse parla di eventi futuri, riguardanti la fine dei tempi ed il ritorno del Signore. Non ha quindi lo scopo di "rivelare" la natura di Dio, dell'uomo o del mondo, quanto più tosto anticipare il futuro. Utilizzare un testo di questo libro per ridefinire quanto chiaramente rivelato in altri testi della Bibbia è azzardato e sconsigliabile. Non dimenticherò mai la delusione che io ebbi quando in un corso biblico, un Pastore molto colto e preparato che doveva presentare "escatologia in Apocalisse" disse: "Ragazzi, io mi fermo ad Apocalisse capitolo 4, dopo di qui... A Dio sia la Gloria, io non ne voglio sapere niente! Lo capiremo quando quegli eventi avverranno... per chi ci sarà!". Lì per lì non capì questo atteggiamento, anzi ci rimasi proprio male. Ma quando poi, con un altro insegnante mi trovai a fare la stessa materia e scopri tutte le teorie che ruotano intorno ad apocalisse... iniziai a capire, forse era meglio fare come quell'anziano... arrivare ad Apocalisse 4 e chi s'è visto s'è visto. Sorriso
 
In definitiva (scusate l'escursus emotivo malinconico) le teorie che si possono fare su questi passi sono tante ma nessuna può aver valore definitivo, vista la natura del testo in sé, ossia simbolico e profetico. Per alcuni i sette Spiriti di Dio possono essere manifestazioni dello Spirito Santo, perché sono simbolicamente collegati alle sette lampade del candeliere del Luogo santo. Questa tesi si basa sul fatto che il numero 7 in tutta la Bibbia ha un valore speciale per il Signore. (Completezza? Perfezione?). Quindi si potrebbe intendere che l'espressione "sette spiriti" indichi l'opera perfetta dello Spirito Santo di Dio. Per altri invece si tratta dei sette spiriti che proteggevano le 7 chiese destinatarie delle lettere di Apocalisse. Da qui tutta una teoria che vi siano legioni di spiriti sopra ogni chiesa, che riportino gerarchicamente a spiriti maggiori che comandano le città, che riportano gerarchicamente ad altri spiriti maggiori che comandano sulle nazioni etc etc. Questi spiriti che non vediamo, sarebbero in lotta con i demoni nel mondo. E la chiesa partecipa in questa "guerra spirituale quotidiana" attraverso la preghiera: "il nostro combattimento infatti non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le potenze, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti." - Efesini 6:12.
 
Teorie... insomma.
Io personalmente non credo a queste teorie che stanno alla base di un telefilm americano intitolato Supernatural, dove uomini combattono contro i demoni recitando preghiere in latino etc etc etc. Io sono più "pragmatico". Sorriso
 
Quindi, tornando ad Apocalisse, accetto la posizione diffusa tra diversi evangelici, ossia "non sappiamo con certezza", quindi tendiamo ad evitare di usare questi versi per stabilire dei punti di fede su cui attenersi. Ci rimettiamo alla benevolenza e alla misericordia di Dio. D'altronde è più sincero e razionale ammettere di non capire tutta la Bibbia, piuttosto che insistere a voler dare spiegazione a tutti i versetti, soprattutto se simbolici e profetici.
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