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   I Profeti e la chiesa
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   Autore  Topic: I Profeti e la chiesa  (letto 4320 volte)
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I Profeti e la chiesa
« Data del Post: 29.11.2014 alle ore 18:57:55 »
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Apro questo 3d sperando che si possa avere un approfondimento, perché comincio a faticare nella comprensione del minister(i)o profetico.
Di tutti e cinque quelli elencati da Paolo, mi pare quello più difficilmente identificabile e descrivibile, non solo secondo le abitudini della chiesa contemporanea, ma anche guardando alla bibbia. Presumendo che ciò, come sempre, sia voluto, mi piacerebbe poter affrontare con chi lo desidera l'argomento, focalizzandosi su alcuni punti.
1) il ruolo dei profeti nel nuovo testamento, secondo i dati che abbiamo.
2) quanto del ruolo profetico dell'antico testamento possa essere trasportato nel nuovo e quanto no.
3) come li vediamo oggi e come dovremmo vederli.
Ovviamente il punto 3 arriverà dopo gli altri due...
 
P.S.
Ho provato a fare una ricerca nell'ultimo anno ma non ho trovato nulla di interessante a riguardo, se qualcuno ricorda post più vecchi ed esaustivi sarò ben contento di guardarli! Sorriso
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Stefanotus
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Re: I Profeti e la chiesa
« Rispondi #1 Data del Post: 29.11.2014 alle ore 20:42:30 »
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Bellissimo argomento!
Ci piacerà e saremo benedetti a scoprire cosa dice la Biibbia di questo argomento!
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salvo
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Re: I Profeti e la chiesa
« Rispondi #2 Data del Post: 29.11.2014 alle ore 20:57:44 »
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La prima domanda a cui, secondo me, occorre rispondere non a caso è, a cosa serve il ministero profetico?
Credo che se sapremo rispondere con cognizione di causa probabilmente il percorso sarà anche più facile e non divagheremo, perhè sovente è la compreso e mal gestito.
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Re: I Profeti e la chiesa
« Rispondi #3 Data del Post: 30.11.2014 alle ore 22:42:56 »
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Pace del Signore

on 29.11.2014 alle ore 20:57:44, salvo wrote:
La prima domanda a cui, secondo me, occorre rispondere non a caso è, a cosa serve il ministero profetico?

Credo che nel tempo della grazia il ministero profetico sia per l'utile comune dei credenti e dei non credenti.  Per i credenti il ministero profetico è utile all'edificazione, esortazione e consolazione mentre per i non credenti e testimonianza della potenza di Dio (che si manifesta palesando i segreti dei loro cuori)  che stimola al ravvedimento ed alla conversione.
 
1Corinzi 12 Circa i doni spirituali, fratelli, non voglio che siate nell'ignoranza ... Or vi è diversità di doni, ma v'è un medesimo Spirito ... Or a ciascuno è data la manifestazione dello Spirito per l'utile comune ...
 
1Corinzi 14 Procacciate la carità, non lasciando però di ricercare i doni spirituali, e principalmente il dono di profezia ...  Chi profetizza, invece, parla agli uomini un linguaggio di edificazione, di esortazione e di consolazione
 
1 Corinzi 14:22-25 Pertanto le lingue servono di segno, non per i credenti, ma per i non credenti: la profezia, invece, serve di segno non per i non credenti, ma per i credenti. Quando dunque tutta la chiesa si raduna assieme, se tutti parlano in altre lingue, ed entrano degli estranei o dei non credenti, non diranno essi che siete pazzi? Ma se tutti profetizzano, ed entra qualche non credente o qualche estraneo, egli è convinto da tutti, è scrutato da tutti, i segreti del suo cuore son palesati; e così, gettandosi giù con la faccia a terra, adorerà Dio, proclamando che Dio è veramente fra voi.
 
Per quanto riguarda quest'ultima citazione volevo chiedere se la traduzione di 14:22 è corretta o esiste qualche variante conforme a quanto segue.  
P.S. se questa domanda è ritenuta OT non tenetene conto
 
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Re: I Profeti e la chiesa
« Rispondi #4 Data del Post: 01.12.2014 alle ore 07:37:02 »
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Il ministero profetico è indirizzato principalmente alla chiesa o popolo del Signore. Non è solo utile ma è indispensabile perchè il profeta è colui che parla per mandato divino diretto. Le sue parole (stiamo parlando dei veri profeti ovviamente) provengono direttamente da Dio che ritiene di dover intervenire sia per correggere le storture del suo popolo sia per fortificare coloro che sono in ambasce etc.
Non è da confondere col ministero pastorale, sebbene anche attraverso quello il Signore può intervenire e interviene per gli stessi motivi.
Il profeta di norma non è molto amato perchè dice la verità di Dio e non esprime sentimenti denominazionali. Ciò che facevano ai profeti allora è altrettanto vero oggi, quando ci circondiamo di falsi dottori e falsi profeti ai quali manca la terra sotto i piedi. La verità di Dio rivela il falso e il falso, siccome è più affabulante è più facilmente accettato.
 
Quando un profeta parla la sua parola deve essere verificata e solo così si conoscerà se avrà parlato nel nome del Signore o da se stesso.
Non è da confondere col parlare in lingue e relativa interpretazione benché ne faccia parte le quali lingue devono necessariamente essere verificate per snidare il falso che esiste.
« Ultima modifica: 01.12.2014 alle ore 07:41:07 by salvo » Loggato

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Re: I Profeti e la chiesa
« Rispondi #5 Data del Post: 01.12.2014 alle ore 08:50:43 »
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Non sempre il profeta è conosciuto dalla comunità in cui parla. Anzi posso tranquillamente dire che il dono di profezia è qualcosa che è attribuito alla chiesa, e non è assolutamente detto che sia esercitato solo da una persona ufficialmente riconosciuta.
 
Faccio un esempio personale che mi costò un gran spavento, e che sicuramente non mi sarei mai aspettato; è una testimonianza che ho già dato, e che comunque può essere bene ripetere in questa circostanza.
 
Nei primi tempi del mio contatto con le scritture, e dopo l'esperienza non esaltante con i TdG, mi sono ritrovato solo a portare avanti la mia conversione; studiavo assiduamente la Parola, ma la mancanza di una comunità di riferimento era pesante.
 
Con questo spirito la preghiera era quella di conoscere un gruppo dove sarei stato a mio agio, il Signore conosceva le mie necessità ed avrebbe potuto provvedere.
 
Non sapevo che esistessero comunità evangeliche, ma una tenda vicino al luogo di lavoro mi fece conoscere quella realtà, ed acquistai alcuni libri. Trovai quelle letture molto interessanti, specialmente quella di un libro in particolare, che riassumeva senza tanti fronzoli (come piace a me) tutto ciò che la parola afferma attorno al Cristo, quindi decisi di acquistarne altri per alcuni amici.
 
Fui informato che esisteva una comunità in città dove avrei potuto trovarli, quindi una domenica mattina vi andai. Il pastore, che si occupava anche della letteratura, mi disse di aspettare la fine del culto e poi sarebbe venuto da me.
 
Premetto che le mie preghiere erano piuttosto intense, e quella mattina, seduto nell'ultima panca vicino all'uscita, assistevo per la prima volta ad un culto evangelico, piuttosto fervente nella voglia che finisse presto.
 
Successe però qualcosa di totalmente inaspettato: all'improvviso sentii qualcosa come se fosse un enorme dito indice puntato dall'alto verso il basso proprio sopra la mia testa, ed una voce, o qualcosa di simile che mi informò che ciò che sarebbe stato detto riguardava me.
 
A quel punto una sorella si alzo ed iniziò a profetizzare dicendo (senza rivolgersi verso di me, che non so nemmeno se mi avesse visto) che ero capitato nel posto che era stato scelto per me; la profezia continuò, ma lo spavento, quasi terrore, mi impedì di capire tutto il resto. Me ne andai con la voglia di non rimetterci più piede. Quella è ora la comunità che frequento da oltre 25 anni.
 
So per certo che quella persona che profetizzò non era una di quelle che di solito lo facevano, e non sono mai riuscito a sapere chi l'avesse fatto. Eppure in me c'è una certezza che solo io posso avere ed è incrollabile.
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Re: I Profeti e la chiesa
« Rispondi #6 Data del Post: 01.12.2014 alle ore 10:34:07 »
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Ringrazio tutti quelli che hanno contribuito fino ad ora; inoltre grazie a te Marmar per avere condiviso questa esperienza veramente bella!
 
Ora, prima di deviare verso quella direzione, chiederei gentilmente di non incominciare a discutere della differenza tra dono della profezia e ministerio profetico, altrimenti ci perdiamo di brutto...
 
Non voglio fare quello che lancia la mano e nasconde il sasso (o qualcosa del genere... ) quindi inizio io a fare qualche considerazione sui passi biblici.
Innanzitutto direi che possiamo raggruppare l'insegnamento sui profeti in almeno tre filoni: quello che ci dice Luca, quello che ci dice Paolo e il rimanente (soprattutto Pietro)
 
partendo da Luca, possiamo vedere che i profeti hanno vari ruoli: vediamo che, mediante Agabo, lo Spirito predice avvenimenti futuri. Poi, in Atti 15, si parla di Giuda e Sila, profeti che "esortarono e fortificarono mediante molte parole"
Mi sembra che, relativamente a ciò che è stato detto fino ad ora, siamo tutti d'accordo che questi siano ruoli dei profeti.
 
Paolo, dal canto suo, fornisce varie indicazioni relativamente ai profeti in 1 Corinzi, sia parlando dei doni che dei ministeri; diversamente da quello che si può vedere dai racconti di Luca però, Paolo sembra concentrarsi di più sul come devono applicare il proprio ruolo, piuttosto che su quali siano i confini di questo ruolo.  
(Piccola domanda: in Efesini 2:20 Paolo parla di fondamento di apostoli e profeti. In questo caso, si riferisce ai profeti dell'AT oppure no? Mettendo in relazione ad Efesini 3:5 sembra si tratti di profeti del NT, però vorrei una conferma o ulteriori opinioni, anche contrarie! Sorriso )
 
Per il resto, non mi sembra che i profeti siano nominati tanto spesso nel Nuovo testamento, per lo meno ai fini della nostra discussione!
 
Un punto interessante è in 2 Pietro, a cavallo tra il capitolo 1 e il 2. Qua Pietro sembra tracciare una specie di corrispondenza tra il ruolo passato dei profeti e il ruolo futuro dei dottori, quasi a indicare che questi due ruoli abbiano varie cose in comune.
 
Per ora mi fermo, ho dato molti spunti ma non ho approfondito, non perché non voglia farlo, ma perché non credo di esserne particolarmente in grado, ecco per quale ragione spero che potremo continuare la discussione su questi miei spunti, e su quanto ognuno di voi vorrà aggiungere! Sorriso
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Re: I Profeti e la chiesa
« Rispondi #7 Data del Post: 01.12.2014 alle ore 11:42:43 »
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non sarebbe utilie distinguere Ministerio profetico da doni di profezia?  Perplesso
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Togli via la volontà libera, e non vi sarà più nulla da salvare; togli via la grazia, e non vi sarà nulla con cui salvare.
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Re: I Profeti e la chiesa
« Rispondi #8 Data del Post: 01.12.2014 alle ore 12:27:55 »
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Ho approfondito il tema parlando con delle "pastoresse" (devo dire così?) d'oltre oceano, che sostenevano la leadership di Deborah per dimostrare che Dio ha sempre voluto leader anche femminili, mentre la cultura umana lo ha impedito.
Queste quindi, a partire che Deborah fosse una profetessa (Giudici 4 e 5) dicevano che Dio le aveva dato uno dei 5 ministeri di cui si parla in Efesini.
 
Credetemi, più comincio ad avere capelli bianchi, più mi sto stancando di tanta superficialità nello stabilire cosa dice la Bibbia e cosa significhi Volontà di Dio.
 
Credo che qui in questo forum, almeno in 10 mi salterebbero addosso per dirmi: "Ma come si fa a dire che il ministero profetico dell'Antico Testamento equivale al ministero profetico del Nuovo Testamento?"
 
E io vi dirò: "NON LO SO!"
Eppure c'è mezzo mondo (e credo di non esagerare) che ignora queste differenze "dispensazionali" e inventa dottrine su dottrine!
 
Tornando a noi.
Bisogna per certo iniziare dall'inizio, quindi dalla terminologia: Cosa intende la Bibbia per profeta?
Mi limito a condividere quanto si dice del profeta nel Nuovo Testamento con accenni al vecchio, perché tu chiedi "nella chiesa", ma secondo me un bell'escursus nell'Antico Testamento serve comunque.
 
Nel greco del NT il termine profēteuein significa semplicemente "proferire" ossia "portare [parole] davanti [agli altri]", "parlare pubblicamente".
 
Il profeta era anche una figura del mondo pagano, ed era colui che presentava e interpretava il messaggio dagli dèi a chi aveva chiesto il responso.
 
Storicamente il verbo profetare non significa perciò "parlare in anticipo" o "predire" il futuro, ma semplicemente "parlare pubblicamente".
 
Profeta era anche chi interpretava una dottrina.
In genere un annunciatore, un proclamatore in qualsiasi contesto veniva individuato con l'uso del termine "profeta". Immaginate ad esempio l'araldo, l'annunciatore nelle gare di allora, etc.  
 
Dall'uso storico e dagli esempi che abbiamo, possiamo dire che il profetare, cioè annunciare o proclamare era un’attività estemporanea legata alla situazione temporanea e concreta del momento.
 
Non esisteva quindi un «profetare» privato, ossia in casa. Si tratterebbe di una contraddizione tra termini. Come dire a qualcuno: "GRIDA IN SILENZIO", si tratta ovviamente di una contraddizione, gridare richiede l'uso della voce ad un volume piuttosto alto. Non si può quindi gridare in silenzio. Idem per la profezia, trattandosi dell’annuncio pubblico di un messaggio, non avviene in contesti privati. Un esempio per chiarire, se io parlo a mia moglie di cosa sento da parte di Dio, non significa essere un profeta. Il profeta è un ministero donato "alla chiesa".
Efesini 4:11-12 è chiaro: i ministeri servono "per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo (che è la chiesa aggiungo),
 
Nell'Antico Testamento, giusto per accennarne gli aspetti di coerenza, l'atto del profetare  era allo stesso modo un intervento estemporaneo, dove un uomo di Dio, sotto l’impulso spirituale iniziava ad esprimersi da parte di Dio dinnanzi a una situazione particolare. Lo Spirito del Signore investiva una persona che parlava senza averlo programmato prima (1 Samuele 10,6.10.20; 1 Samuele 19,23). Nehemia ricordò in preghiera che per molti anni "li scongiurasti per mezzo del tuo spirito e per bocca dei tuoi profeti" (Ne 9:30). In alcune situazioni è scritto che lo Spirito di Dio investì una certa persona, che parlò ammonendo da parte di Dio il popolo (cfr. 2 Cr 24:20) o incoraggiando qualcuno (1 Cr 12:18; 2 Cr 20:14ss).
 
Similmente avviene anche per la falsa profezia, ma qui la fonte è un’altra (cfr. 2 Cr 18:21 etc; 1 Gv 4:1).  
 
L’obiettivo di questo "modo di esser usati da Dio" quindi può esser l’edificazione, l’ammonizione, l’esortazione, l'incoraggiamento o la consolazione (cfr. 1 Cor 14:3).
 
Paolo, mettendo in contrasto il parlare in altre lingue con il parlare profetico, asserì: "Chi profetizza, invece, parla agli uomini un linguaggio di edificazione, di esortazione e di consolazione… chi profetizza edifica l’assemblea" (1 Cor 14:3s).  
 
Essendo un parlare estemporaneo e sotto impulso spirituale, i contenuti non possono considerarsi assoluti né normativi. Anzi, poiché ogni impulso può essere positivo (Col 3:16 l’impulso della grazia) o negativo (Gcm 3:4s l’impulso della lingua paragonata al timone della nave), ciò che il profeta esprime può e dev’essere giudicato dal resto dell’assemblea: "Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino" (1 Cor 14:29).
 
Da quel che mi pare di capire inoltre, nella chiesa del Nuovo Testamento, seppur il ministero profetico rientra in un incarico "ufficiale" come il dottore o il pastore (Efesini 4:11-12) la Bibbia dice inoltre che tutti i membri della chiesa, senza eccezione, possono profetare nella comunità, uno dopo l’altro (1 Cor 14:31).
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Re: I Profeti e la chiesa
« Rispondi #9 Data del Post: 01.12.2014 alle ore 13:15:26 »
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on 01.12.2014 alle ore 11:42:43, serg68 wrote:
non sarebbe utilie distinguere Ministerio profetico da doni di profezia?  Perplesso

 
Mah, diciamo che speravo di poter dare per scontata la distinzione; ma immagino che dare per scontato sia sempre un azzardo.
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Re: I Profeti e la chiesa
« Rispondi #10 Data del Post: 01.12.2014 alle ore 14:03:04 »
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on 01.12.2014 alle ore 12:27:55, Stefanotus wrote:
Ho approfondito il tema parlando con delle "pastoresse" (devo dire così?) d'oltre oceano, che sostenevano la leadership di Deborah per dimostrare che Dio ha sempre voluto leader anche femminili, mentre la cultura umana lo ha impedito.
Queste quindi, a partire che Deborah fosse una profetessa (Giudici 4 e 5) dicevano che Dio le aveva dato uno dei 5 ministeri di cui si parla in Efesini.
 
Credetemi, più comincio ad avere capelli bianchi, più mi sto stancando di tanta superficialità nello stabilire cosa dice la Bibbia e cosa significhi Volontà di Dio.
 
Credo che qui in questo forum, almeno in 10 mi salterebbero addosso per dirmi: "Ma come si fa a dire che il ministero profetico dell'Antico Testamento equivale al ministero profetico del Nuovo Testamento?"
 
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Il profeta era anche una figura del mondo pagano, ed era colui che presentava e interpretava il messaggio dagli dèi a chi aveva chiesto il responso.
 
Storicamente il verbo profetare non significa perciò "parlare in anticipo" o "predire" il futuro, ma semplicemente "parlare pubblicamente".
 
Profeta era anche chi interpretava una dottrina.
In genere un annunciatore, un proclamatore in qualsiasi contesto veniva individuato con l'uso del termine "profeta". Immaginate ad esempio l'araldo, l'annunciatore nelle gare di allora, etc.  
 
Dall'uso storico e dagli esempi che abbiamo, possiamo dire che il profetare, cioè annunciare o proclamare era un’attività estemporanea legata alla situazione temporanea e concreta del momento.
 
Non esisteva quindi un «profetare» privato, ossia in casa. Si tratterebbe di una contraddizione tra termini. Come dire a qualcuno: "GRIDA IN SILENZIO", si tratta ovviamente di una contraddizione, gridare richiede l'uso della voce ad un volume piuttosto alto. Non si può quindi gridare in silenzio. Idem per la profezia, trattandosi dell’annuncio pubblico di un messaggio, non avviene in contesti privati. Un esempio per chiarire, se io parlo a mia moglie di cosa sento da parte di Dio, non significa essere un profeta. Il profeta è un ministero donato "alla chiesa".
Efesini 4:11-12 è chiaro: i ministeri servono "per il perfezionamento dei santi in vista dell'opera del ministero e dell'edificazione del corpo di Cristo (che è la chiesa aggiungo),
 
Nell'Antico Testamento, giusto per accennarne gli aspetti di coerenza, l'atto del profetare  era allo stesso modo un intervento estemporaneo, dove un uomo di Dio, sotto l’impulso spirituale iniziava ad esprimersi da parte di Dio dinnanzi a una situazione particolare. Lo Spirito del Signore investiva una persona che parlava senza averlo programmato prima (1 Samuele 10,6.10.20; 1 Samuele 19,23). Nehemia ricordò in preghiera che per molti anni "li scongiurasti per mezzo del tuo spirito e per bocca dei tuoi profeti" (Ne 9:30). In alcune situazioni è scritto che lo Spirito di Dio investì una certa persona, che parlò ammonendo da parte di Dio il popolo (cfr. 2 Cr 24:20) o incoraggiando qualcuno (1 Cr 12:18; 2 Cr 20:14ss).
 
Similmente avviene anche per la falsa profezia, ma qui la fonte è un’altra (cfr. 2 Cr 18:21 etc; 1 Gv 4:1).  
 
L’obiettivo di questo "modo di esser usati da Dio" quindi può esser l’edificazione, l’ammonizione, l’esortazione, l'incoraggiamento o la consolazione (cfr. 1 Cor 14:3).
 
Paolo, mettendo in contrasto il parlare in altre lingue con il parlare profetico, asserì: "Chi profetizza, invece, parla agli uomini un linguaggio di edificazione, di esortazione e di consolazione… chi profetizza edifica l’assemblea" (1 Cor 14:3s).  
 
Essendo un parlare estemporaneo e sotto impulso spirituale, i contenuti non possono considerarsi assoluti né normativi. Anzi, poiché ogni impulso può essere positivo (Col 3:16 l’impulso della grazia) o negativo (Gcm 3:4s l’impulso della lingua paragonata al timone della nave), ciò che il profeta esprime può e dev’essere giudicato dal resto dell’assemblea: "Parlino due o tre profeti, e gli altri giudichino" (1 Cor 14:29).
 
Da quel che mi pare di capire inoltre, nella chiesa del Nuovo Testamento, seppur il ministero profetico rientra in un incarico "ufficiale" come il dottore o il pastore (Efesini 4:11-12) la Bibbia dice inoltre che tutti i membri della chiesa, senza eccezione, possono profetare nella comunità, uno dopo l’altro (1 Cor 14:31).

 
stefanotus perché non metti direttamente il link dove hai preso il tuo scritto?  Risata
 
http://www.puntoacroce.altervista.org/_TP/A1-Profetare_insegnare_UnV.htm
 
capisco come dici di conoscere il greco  Risata2
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Re: I Profeti e la chiesa
« Rispondi #11 Data del Post: 01.12.2014 alle ore 14:56:11 »
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on 01.12.2014 alle ore 10:34:07, Caste wrote:

Per il resto, non mi sembra che i profeti siano nominati tanto spesso nel Nuovo testamento, per lo meno ai fini della nostra discussione!

 
Questo è un punto interessante. Secondo me, se posso permettermi, non andava trascurata una piccola riflessione sulla Profezia e i Profeti nell'AT.
 
1) Dopo il 70 d.C. il giudaismo dirà che la profezia è terminata con Aggeo, Zaccaria e Malachia; soprattutto dopo la distruzione del Tempio:
 
a) Quanto più si indebolisce l’influsso profetico tanto più forte diventa il culto della legge: l’esasperato legalismo farisaico ne è la conferma.
 
b) Se consideriamo la stesura dei Vangeli (qui gli studiosi si stracceranno le vesti) precedente alla distruzione del Tempio, allora è possibile che – considerata l’insofferente dominazione Romana e il fallimento di tutti i movimenti messianici, rivolti alla liberazione degli ebrei, repressi nel sangue – già all’epoca di Gesù la profezia non aveva quel ruolo fondamentale che aveva avuto in passato.
 
2) Il profetismo veterotestamentario è cambiato nel corso della storia di Israele.
 
Il profeta parla in nome di Dio, per questa funzione egli è uomo del presente, è coinvolto nella società, nella storia e nei drammi del suo tempo; ingiustizie sociali, guerre, attese di liberazione, tensioni politiche e vicende nazionali sono elementi che ritroviamo nei profeti veterotestamentari. Nei Vangeli invece? Appare chiaro che accanto al Battista e Gesù non ci sono più le grandi figure profetiche del passato.
 
Considerato che Gesù è il profeta escatologico che compie le profezie veterotestamentarie, la profezia post-Nuovo Testamento  va limitata ad edificare, esortare e consolare. In I Cor 14,3, per esempio, il profeta è colui che incoraggia, ammonisce e stimola la comunità.  
 
Sulla profezia dal II secolo in poi ci sarebbe tanto da dire, ci sono uomini, profeti oserei dire, che con le loro riflessioni hanno rappresentato una svolta copernicana nella teologia: penso, per esempio, a Martin Lutero.
 
« Ultima modifica: 01.12.2014 alle ore 14:57:29 by kosher » Loggato

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Re: I Profeti e la chiesa
« Rispondi #12 Data del Post: 01.12.2014 alle ore 15:16:11 »
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Non ricordo esattamente quando, ho aperto una discussione sui profeti del Nuovo Testamento. Non ricordo esattamente il titolo che ho dato (Asaf potrà ricordarci il titolo dell'argomento, perché come introduzione dell'argomento, scrissi i seguenti punti:
 
1) Menzionare tutti i profeti che il Nuovo Testamento chiama per nome e fornire un commento sulla loro attività profetica (in quest'elenco, ovviamente, dovranno essere esclusi quelli dell’Antico Testamento);  
 
2) parlare di quei profeti i cui nomi non vengono rivelati nel Nuovo Testamento e della loro attività profetica;  
 
3) quello che l’apostolo Paolo insegna sui profeti e del loro ministero, nelle sue epistole. È necessario avere idee chiare sia sul significato etimologico del termine e del suo ministero, e anche per sapere se la chiesa di Gesù Cristo, oggi, ne può ricavare beneficio.  
 
4) La presenza dei falsi profeti, implica forse la negazione di quelli veri?  
Vorrei consigliare a quanti avessero l'intenzione di intervenire nella discussione, di non avere fretta nel rispondere: riflettete seriamente prima e dopo scriverete, evitando di ripetere quello che altri hanno detto. Non cominciate dal numero 4), per piacere, ma dal numero 1), ed uno per volta.
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Re: I Profeti e la chiesa
« Rispondi #13 Data del Post: 01.12.2014 alle ore 16:09:18 »
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on 01.12.2014 alle ore 14:56:11, kosher wrote:

 
Questo è un punto interessante. Secondo me, se posso permettermi, non andava trascurata una piccola riflessione sulla Profezia e i Profeti nell'AT.
 
(...)
 
Sulla profezia dal II secolo in poi ci sarebbe tanto da dire, ci sono uomini, profeti oserei dire, che con le loro riflessioni hanno rappresentato una svolta copernicana nella teologia: penso, per esempio, a Martin Lutero.

 
Ti ringrazio molto per l'intervento, soprattutto per l'inquadramento storico del giudaismo nel periodo della chiesa primitiva!
 

on 01.12.2014 alle ore 14:56:11, kosher wrote:

b) Se consideriamo la stesura dei Vangeli (qui gli studiosi si stracceranno le vesti) precedente alla distruzione del Tempio

Questa mi ha fatto veramente ridere Sorridente
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Re: I Profeti e la chiesa
« Rispondi #14 Data del Post: 01.12.2014 alle ore 16:13:07 »
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on 01.12.2014 alle ore 15:16:11, Domenico wrote:

 
2) parlare di quei profeti i cui nomi non vengono rivelati nel Nuovo Testamento e della loro attività profetica;  
 

 
Caspita, con questa mi hai colto un po' di sorpresa: intendi dire personaggi che compiono attività profetica senza essere nominati? Mi hai confuso! Il che è una cosa positiva. Sorriso
 

on 01.12.2014 alle ore 15:16:11, Domenico wrote:

3) quello che l’apostolo Paolo insegna sui profeti e del loro ministero, nelle sue epistole. È necessario avere idee chiare sia sul significato etimologico del termine e del suo ministero, e anche per sapere se la chiesa di Gesù Cristo, oggi, ne può ricavare beneficio.  
 

Su questo direi che un po' si è già detto nei post precedenti, giusto?  
 

on 01.12.2014 alle ore 15:16:11, Domenico wrote:

4) La presenza dei falsi profeti, implica forse la negazione di quelli veri?  
Vorrei consigliare a quanti avessero l'intenzione di intervenire nella discussione, di non avere fretta nel rispondere: riflettete seriamente prima e dopo scriverete, evitando di ripetere quello che altri hanno detto. Non cominciate dal numero 4), per piacere, ma dal numero 1), ed uno per volta.
 

 
Su questo rispondo già, perché ho almeno provato le altre Sorridente direi che la presenza di falsi profeti implica l'esistenza di quelli veri! Insomma, che bisogno avrei di falsificare una moneta fuori corso?
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