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   Autore  Topic: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?  (letto 14663 volte)
Stefanotus
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #150 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 17:06:58 »
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on 01.07.2014 alle ore 16:56:42, MrTamburino wrote:
stefano scherzavo dai sul fatto di domenico.

Si può scherzare mantenendo la discussione sul tono del rispetto verso gli altri.
 

Quote:

la mia posizione pensavo di essere stato chiaro, è la bibbia.

Si ok.
Quindi tu hai la rivelazione divina e noi no?
ahahahah
 
Dai intendo cosa hai tu "dedotto" dalla Bibbia?
Che non esiste il battesimo nello Spirito Santo?
Che esiste ma non c'è il "segno" esteriore delle lingue?
Cosa pensi a riguardo?
 
Cosa sono i segni nel Nuovo Testamento?
Cosa sono i doni?
Cosa sono i carismi?
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #151 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 17:20:11 »
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on 01.07.2014 alle ore 17:06:58, Stefanotus wrote:

Si può scherzare mantenendo la discussione sul tono del rispetto verso gli altri.
 
Si ok.
Quindi tu hai la rivelazione divina e noi no?
ahahahah
 
Dai intendo cosa hai tu "dedotto" dalla Bibbia?
Che non esiste il battesimo nello Spirito Santo?
Che esiste ma non c'è il "segno" esteriore delle lingue?
Cosa pensi a riguardo?
 
Cosa sono i segni nel Nuovo Testamento?
Cosa sono i doni?
Cosa sono i carismi?

 
ma dai, quante domande che fai.
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #152 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 17:49:34 »
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MrTamburino è il titolo del topic: Segno, Dono, Frutto e Carisma, differenze?
 
Se vuoi partecipare, invece di contestare/assecondare gli altri e basta, secondo me sarebbe onesto che tu partecipi dicendo la tua.
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #153 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 18:31:30 »
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Riguardo al parlare in altre lingue come segno dell'avvenuta discesa dello Spirito Santo, l'evento viene sempre considerato secondo l'esposizione dei fatti descritti nel libro degli atti in ordine cronologico e a questa vengono fatti riferimenti a quanto profetizzato prima e quanto normato dopo nelle epistole.
 
Il battesimo nello Spirito Santo viene considerato un dono, quindi è importante sottolineare che non è dato in risposta alle qualità acquisite da un credente. I doni si ricevono, quindi è Dio che si adoperà nel darlo. Dare lo spirito e ricevere lo Spirito infatti sono i verbi usati in relazione alla discesa dello Spirito Santo con potenza alla chiesa.
 
In atti 2:1-4 non viene usato il verbo ricevere, ma Pietro lo usa quando ricordando questo episodio (atti 10:47) dirà: "...hanno ricevuto lo Spirito Santo come noi".
L'obiezione potrebbe essere: Pietro allude a Giovanni 20:22.
La risposta certa invece è che Pietro allude al giorno di Pentecoste, perché costoro di cui Pietro sono quelli di cui viene detto che "parlarono in lingue" (verso 46).
 
In Samaria, Atti 8, lasciata Gerusalemme leggiamo che i samaritani "ricevettero" lo Spirito Santo (atti 8:17).
 
In Atti 9 poi abbiamo  Anania che pregava di essere "pieno di Spirito Santo" (atti 9:17).
Nei post precedenti a questa discussione, archiviati, nessuno ha mai spiegato come mai Anania ricercasse la "pienezza di Spirito Santo"... Se era convertito o lo aveva o non lo aveva, giusto? Invece ricerca una pienezza.
Questo non può significare che vi può essere la consapevolezza nel credente che se anche si è ricevuto lo Spirito Santo con la conversione, si chieda a Dio un unzione speciale che ci permetta di lasciarlo operare maggiormente e "camminare per lo Spirito" con più agio?
Quando la Bibbia parla di pienezza non sta dicendo che si riceve una porzione di Spirito minima alla salvezza e una maggiore con la pienezza. Ma sta sottolineando che noi uomini possiamo essere più capaci di essere usati, quindi mettere da parte la nostra carnalità, essere più sensibili alla guida e la voce dello Spirito, oppure meno. Possiamo addirittura contristare lo Spirito Santo.
Ricordate Eliseo nell'Antico Testamenti?
"Quando furono passati, Elia disse a Eliseo: «Chiedi quello che vuoi che io faccia per te, prima che io ti sia tolto». Eliseo rispose: «Ti prego, mi sia data una parte doppia del tuo spirito!» - 2 Re 2:9
La domanda quindi è legittima, ma quel profeta di Dio, stava chiedendo il doppio di Spirito? Quindi Elia ne aveva la metà?
No, la storia ci insegna che alla fine furono le manifestazioni, quindi la potenza di Dio che operava in Eliseo ad essere doppie. Lo Spirito era sempre lo stesso.
Quindi anche per il discorso della pienezza di Spirito narrata in Atti e nelle epistole vale la stessa espressione.
 
Abbiamo un quarto episodio che riguarda gli abitanti di Cesarea (Atti 10), Cornelio. Qui Luca parla di dono dello Spirito Santo (atti 10:45) e di "aver ricevuto lo Spirito Santo" (atti 10:47).
E poi abbiamo i 12 discepoli di Efeso in Atti 19. Lo Spirito Santo scese su di loro.
 
Fino a questo momento, abbiamo sempre facilmente abbinato "il dono dello Spirito Santo" che i discepoli dovevano ricevere come l'atto che avviene alla salvezza. Ma se i discepoli ricevono lo Spirito Santo in Giovanni 20:22, com'è che poi Gesù di nuovo insiste dicendo: "aspettatemi a Gerusalemme perché riceverete potenza?" (atti 1:8).
Se lo Spirito Santo fu soffiato sui discepoli, perché doveva essere donato come "compimento della promessa del Padre (Atti 1:4)?
Pietro infatti, dopo aver fatto l'esperienza in atti 2 dirà chiaramente "abbiamo ricevuto dal Padre lo Spirito Santo promesso, che ha sparso quello che ORA vedete e udite" (atti 2:33).
Quando quindi lo Spirito Santo discese con potenza e li fece parlare in altre lingue, Pietro collegò questo episodio alla promessa del Padre...e questa non era la venuta dello Spirito Santo "nella salvezza", perché Atti 1:1 dice:  
"Nel mio primo libro, o Teofilo, ho parlato di tutto quello che Gesù cominciò a fare e a insegnare, fino al giorno che fu elevato in cielo, dopo aver dato mediante lo Spirito Santo delle istruzioni agli apostoli che aveva scelti".
Quindi gli apostoli, avevano già avuto confidenza con lo Spirito Santo, perché era stato loro dato (Giovanni 20:22).
Ma questo Spirito Santo non era stato dato con pienezza, con potenza. Non si manifestò con potenza.
 
L'espressione Battesimo con lo Spirito Santo non è presa dai pentecostali, perché scritta in atti. Ma è presa dalle parole di Pietro di Atti 11:16. Ma è "utile" perché ci fa capire visivamente che questa "potenza" di atti 1:8 è raggiungibile solo grazie ad una pienezza, una piena immersione, come un battesimo. Di pienezza se ne parla infatti spesso come in atti 2:4; atti 4:8; atti 4:31; atti 6:3; atti 6:5; atti 7:55; atti 9:17; atti 11:24; atti 13:9; atti 13:52;
Perché parlare così tanto di pienezza e chiedere addirittura di "ricercarla" (efesini 5:18) se lo Spirito Santo non si riceve a misura? Se si afferma che l'unica volta che lo Spirito Santo arriva nel credente e basta, non si spiega perché il credente deve ricercare di esserne pieno!
E quando si parla di pienezza, si parla di esperienze in cui lo Spirito Santo guida il credente.
 
Ma perché il pentecostale unisce pienezza alle lingue?
 
(continua)
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #154 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 19:00:10 »
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Quote:
No, la storia ci insegna che alla fine furono le manifestazioni, quindi la potenza di Dio che operava in Eliseo ad essere doppie. Lo Spirito era sempre lo stesso.

 
La parte doppia a che fare con l'eredità, era l'erede (primogenito) a prendere una parte doppia dell'eredità rispetto agli altri. Qui Eliseo sta solo dicendo che vuole essere l'erede di Elia.
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #155 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 19:14:43 »
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In Atti 2:37 è scritto
"Udite queste cose, essi furono compunti nel cuore, e dissero a Pietro e agli altri apostoli: «Fratelli, che dobbiamo fare?»
E Pietro a loro: «Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei vostri peccati, e voi riceverete il dono dello Spirito Santo. Perché per voi è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà»."
 
Come ho scritto sopra, per molti questa ricezione dello Spirito Santo è l'abitare in noi dello Spirito Santo che si attua quando con fede crediamo in Gesù Cristo. Ma, a seguito di quanto ho scritto sopra si può anche intendere che Pietro si stesse riferendo alla promessa del Padre, quindi la potenza che discese con potenza, esperienza che aveva appena fatto lui.
Ecco che salta fuori "il dono" che si riceve da Dio. Dono che siamo chiamati a ricevere anche noi...
 
Perché c'è una forte convinzione che questo dono si manifesti con il parlare in altre lingue? Domenico accennava ad una distinzione tra "segno" e "dono" legata ai contesti storici. Ma vi è una distinzione tra il parlare in lingue come "segno" per chi ha ricevuto il battesimo nello Spirito e il "dono" delle lingue?
I pentecostali dicono che i "parlare in lingue" di Atti sono segni, una cosa diversa dal "parlare in lingue" di Corinzi.
Io non conosco il greco, potete confermarmi se è vero che queste due esperienze vengono indicate con due termini diversi?
Leggo infatti che il parlare in lingue di atti viene chiamato anche "semeia" ossia segno. Mentre in Corinzi viene usato il termine charisma" cioè dono.
 
Qualcuno sa dirmi i testi biblici del nuovo testamento in cui si parla di segno delle lingue o dono delle lingue per favore?
Sorriso
 
Di certo bisogna stare attenti a non cadere nell'estremismo "niente battesimo niente salvezza". E dobbiamo saper prendere questo testo:
"Quelli che accettarono la sua parola furono battezzati; e in quel giorno furono aggiunte a loro circa tremila persone  (Atti 2:41)  
   
Queste persone si convertirono, diventarono cristiane. Non viene detto che ricevettero lo Spirito Santo. Ma noi sappiamo che tutti i cristiani hanno lo Spirito Santo, altrimenti non sarebbero nemmeno cristiani! Leggiamo:  
   
"Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, egli non appartiene a Lui" (Romani 8:9)
 
Quindi parlando di "battesimo nello Spirito Santo" non parliamo della nuova nascita ma di un esperienza che viene DOPO la conversione. Chi si converte riceve SI lo Spirito Santo, ma non ancora la pienezza, il battesimo (ossia l'immersione), che è esperienza successiva.
 
Le divergenze nascono proprio qui, nell'identificare DUE momenti diversi in cui si riceve lo Spirito Santo: quando si rinasce a nuova vita in Cristo, e quando si riceve la pienezza. Se si accetta il fatto che ci siano due esperienze distinte con lo Spirito nella vita del credente, si capisce perché il Signore Gesù in persona, si comporta come segue in questi due distinti episodi, entrambi compresi nel periodo tra la risurrezione e l'ascensione:  
   
"Sorridenteetto questo, soffiò su di loro e disse: "Ricevete lo Spirito Santo" (Giovanni 20:22)"
 
e poi dice:  
 
"Ma riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su di voi, e mi sarete testimoni in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all'estremità della terra" (Atti 1:8 )  
   
Che sia tutta qua la diatriba?
Quando Gesù soffia sui discepoli ed essi ricevono lo Spirito in quel momento, Gesù parlando usa il tempo presente! Alle stesse persone però poi dice "riceverete lo spirito"... quindi parla al futuro, quindi parla di qualcosa che deve ancora avvenire!
 
Gesù dice "lo Spirito verrà su di voi", eppure già prima di allora avevano ricevuto lo Spirito, secondo Giovanni 20:22. Per me è evidente BIBLICAMENTE e senza deduzioni che ci sono due opere diverse, lo Spirito IN noi (conversione), secondo Romani 8:9 ) e lo Spirito SU noi (battesimo) secondo Atti 1:8.  
 
Avendo ben presente questa distinzione, risulta facile vedere nella Scrittura dove si parla di conversione e dove si parla invece di battesimo (o pienezza). In entrambi i casi si riceve lo Spirito, ma in modo diverso.
In uno non c'è segno esteriore soprannaturale, nell'altro caso invece si.
 
MrTamburino mi diceva che a Pentecoste c'erano più segni, perché ho scelto arbitrariamente il parlare in lingue?
Qualcuno, non io pensa che sia stato il Signore a scegliere questo segno e non gli altri che ricordo erano lingue di fuoco volanti e suono di vento che soffia.
Pietro, parlando di quanto avviene a Pentecoste, si richiama ad una profezia di Gioele per gli ultimi tempi mettendola in relazione diretta con il parlare in lingue. Pietro dice infatti:
 
"«Uomini di Giudea, e voi tutti che abitate in Gerusalemme, vi sia noto questo, e ascoltate attentamente le mie parole. Questi non sono ubriachi, come voi supponete"
 
Primo stop di analisi.
Loro supponevano l'ubriachezza non perché vedevano le lingue di fuoco o sentivano il suono del vento, ma perché li udivano parlare altre lingue! è scritto poco prima:
"li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue». Tutti stupivano ed erano perplessi chiedendosi l'uno all'altro: «Che cosa significa questo?»  Ma altri li deridevano e dicevano: «Sono pieni di vino dolce».  
 
Quindi non era il suono o le lingue di fuoco a colpirli e stupirli, ma il parlare nelle loro lingue.
Continuo con pietro che dice:
"...perché è soltanto la terza ora del giorno; ma questo è quanto fu annunziato per mezzo del profeta Gioele:  
Avverrà negli ultimi giorni", dice Dio, "che io spanderò il mio Spirito sopra ogni persona;
 
Secondo stop di analisi.
Pietro non dice che Gioele parla dello spandere lo Spirito riferendosi all'evento di Giovanni 20:22. Pietro dice "ciò che vedete ORA è riferito a Gioele. Quindi quello spandere di Gioele viene legato all'evento di pentecoste.
Continuo:
 
"i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni, e i vostri vecchi sogneranno dei sogni.  
Anche sui miei servi e sulle mie serve,  in quei giorni, spanderò il mio Spirito, e profetizzeranno. Farò prodigi su nel cielo, e segni giù sulla terra,  sangue e fuoco, e vapore di fumo.  Il sole sarà mutato in tenebre, la luna in sangue,  
 prima che venga il grande e glorioso giorno del Signore. E avverrà che chiunque avrà invocato il nome del Signore sarà salvato"(Atti 2:7-21)
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #156 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 19:15:55 »
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on 01.07.2014 alle ore 19:00:10, Marmar wrote:

 
La parte doppia a che fare con l'eredità, era l'erede (primogenito) a prendere una parte doppia dell'eredità rispetto agli altri. Qui Eliseo sta solo dicendo che vuole essere l'erede di Elia.

Si ok, indubbiamente ma comunque ebbe una razione doppia di Spirito, fece esattamente il doppio dei miracoli.
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #157 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 21:28:04 »
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Dopo tutte queste cose che hai detto sulla pienezza dello Spirito mi aspetterei di sentire anche dei frutti che si vedono di questa pienezza, rispetto a chi non l'ha, ma dispone solamente di ciò che gli viene donato alla conversione.
 
Questa pienezza di potenza in cosa si esprime? Potenza di predicazione? Di operare miracoli? Profezia? Dottorato? Cosa ci dobbiamo aspettare dal dono di pienezza riservato a quelli che lo Spirito si è scelti ed ha riempito tanto che ne è saltato fuori il segno inconfondibile delle lingue?
 
Premetto che a mio avviso e per esperienza personale non ho visto nulla, se non dei danni dovuti al dividere in due classi la comunità. Per fortuna ora sta sparendo tutto.
« Ultima modifica: 01.07.2014 alle ore 21:31:03 by Marmar » Loggato

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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #158 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 21:43:41 »
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on 01.07.2014 alle ore 16:36:33, MrTamburino wrote:

 
non è che stai aspettando domenico che si inventa qualche altra deduzione?

 
In più di cintant'anni di mistero, nessun di quelli che mi hanno conosciuto, mi ha mai affibiato che invento dottrine per deduzioni. In quel che scrivo, non cito solamente le Scritture, mi piace anche commentarle, usando anche la logica nel ragionamento e non un pappagallo che ripete quel che altri hanno detto .
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #159 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 23:03:38 »
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on 01.07.2014 alle ore 21:28:04, Marmar wrote:
Dopo tutte queste cose che hai detto sulla pienezza dello Spirito mi aspetterei di sentire anche dei frutti che si vedono di questa pienezza, rispetto a chi non l'ha, ma dispone solamente di ciò che gli viene donato alla conversione.
 
Questa pienezza di potenza in cosa si esprime? Potenza di predicazione? Di operare miracoli? Profezia? Dottorato? Cosa ci dobbiamo aspettare dal dono di pienezza riservato a quelli che lo Spirito si è scelti ed ha riempito tanto che ne è saltato fuori il segno inconfondibile delle lingue?
 
Premetto che a mio avviso e per esperienza personale non ho visto nulla, se non dei danni dovuti al dividere in due classi la comunità. Per fortuna ora sta sparendo tutto.

Il topic mira a questo.
Ti dirò una cosa molto chiaramente Marmar. Se sta sparendo la divisione tra classi "di credenti di serie a e credenti di serie b", sono felicissimoz
Ma se sta semplicemente sparendo la differenziazione tra le denominazioni a favore dell'unione, in sfavore alla verità... Io mi apro una chiesa tutta mia e "io e la mia famiglia serviremo il Signore la". Meglio sinceramente divisi ma assennati, che uniti e addormentati.
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #160 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 23:13:00 »
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on 01.07.2014 alle ore 21:28:04, Marmar wrote:

Questa pienezza di potenza in cosa si esprime? Potenza di predicazione? Di operare miracoli? Profezia? Dottorato? Cosa ci dobbiamo aspettare dal dono di pienezza riservato a quelli che lo Spirito si è scelti ed ha riempito tanto che ne è saltato fuori il segno inconfondibile delle lingue?

 
Veramente mi sembra che della pienezza di Spirito si parli sempre (nella bibbia, intendo) come qualcosa da ricercare nel senso di continua crescita del rapporto con Dio, quindi mi sembra improprio definirla "dono", dato che i doni hanno applicazione diversa.
 

on 01.07.2014 alle ore 21:28:04, Marmar wrote:

Premetto che a mio avviso e per esperienza personale non ho visto nulla, se non dei danni dovuti al dividere in due classi la comunità. Per fortuna ora sta sparendo tutto.

 
Mah... sai cos'è? Io credo che lo Spirito operi come vuole, ma opera sempre allo stesso modo. Quello che credo faccia veramente la differenza nelle chiese, non è la presenza dello Spirito, ma quanto gli uomini si preoccupano di ostacolarlo.  
Quello che descrivi tu, mi sembra somigli molto alla situazione dei corinzi; ma Paolo non ha risposto dicendo che era meglio se ci si dimenticava tutto. Ha risposto con 1 Corinzi 13
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #161 Data del Post: 02.07.2014 alle ore 05:59:25 »
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Quote:
Veramente mi sembra che della pienezza di Spirito si parli sempre (nella bibbia, intendo) come qualcosa da ricercare nel senso di continua crescita del rapporto con Dio, quindi mi sembra improprio definirla "dono", dato che i doni hanno applicazione diversa.

E' lo stesso mio punto di vista: però è qualcosa di diverso dal battesimo in Spirito di cui si parla.
 
1 Cor 13, ecco la risposta di Paolo su cosa ricercare veramente; il resto saranno i suoi "sottoprodotti".
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #162 Data del Post: 02.07.2014 alle ore 06:54:57 »
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A volte, leggendo la Bibbia, non notiamo la forma grammaticale; eppure se la stessa viene tenuta in considerazione per l’importanza che ha, potrà cambiare radicalmente la nostra comprensione di una certa verità, oggetto della nostra riflessione.
 
Leggiamo nella Bibbia, “il dono dello Spirito Santo” in (Atti 2:38; e 10:45) gli unici passi che si trovano nel N.T. che si esprimono in questa forma; mentre notiamo che lo stesso N.T. parlando dei doni dello Spirito, adopera un’altra forma, cioè “doni spirituali” in 1 Corinzi 12:1 Ora, fratelli, non voglio che siate nell’ignoranza riguardo ai doni spirituali.
 
1 Corinzi 14:1  Desiderate l’amore e cercate ardentemente i doni spirituali, ma soprattutto che possiate profetizzare,
 
1 Corinzi 14:12  Così anche voi, poiché siete desiderosi di avere doni spirituali, cercate di abbondarne per l’edificazione della chiesa e “doni dello Spirito Santo mentre Dio ne rendeva testimonianza con segni e prodigi, con diverse potenti operazioni e con doni dello Spirito Santo distribuiti secondo la sua volontà (Ebrei 2:4); non si legge mai la forma “doni dello Spirito di Dio”.
 
In tantissimi passi, nella Bibbia, si parla dello Spirito Santo, chiamato anche “Spirito di Dio”, e “Spirito del Signore”. In nessuno di essi, si parla che lo Spirito Santo sì “auto-dona”, cioè si dona da se stesso; mentre si afferma chiaramente in quattro passi del N.T. che, lo Spirito Santo è dato dal Padre Celeste. Se voi, dunque, che siete malvagi, sapete dare buoni doni ai vostri figli, quanto più il Padre celeste donerà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono! » (Luca 11:13).
 
Ed io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore, che rimanga con voi per sempre (Giovanni 14:16; Atti 5:32) e dal Figlio, Gesù Cristo. Tuttavia io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma se me ne vado, io ve lo manderò (Giovanni 16:7).
 
Quindi, sulla base di questi passi, che sono unici nel N.T., noi credenti sosteniamo che lo Spirito Santo è donato-mandato, dal Padre e dal Figlio e che questo Spirito non lo riceverà il mondo, perché non lo vede e non lo conosce, ma sono esclusivamente e credenti a riceverlo (Giovanni 14:17).
 
Inoltre, nessuna donazione che viene da parte di Dio, è concessa, perché il ricevente lo meriti, perché di meriti, non ne abbiamo nessuno; tutto ci giunge per grazia, cioè favore immeritato, ad una condizione che si ubbidisca a Dio. Noi siamo testimoni di queste cose; e anche lo Spirito Santo, che Dio ha dato a quelli che gli ubbidiscono » (Atti 5:32).
 
Sappiamo che i “doni spirituali” sono dati dallo Spirito Santo, com'Egli vuole (1 Corinzi 12:11), e, nell’elenco dei doni, c’è quello delle “diversità di lingue” e “l’interpretazione delle lingue”. a un altro, potenza di operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il discernimento degli spiriti; a un altro, diversità di lingue e a un altro, l’interpretazione delle lingue (1 Corinzi 12:10).
 
Il dono spirituale dell’interpretazione delle lingue, abinato a quel del parlare in altre lingue, non avrebbe senso, se le stesse lingue fossero comprendibili a chi le ascolta; mentre con l’interpretazione (che non è traduzione) l’ascoltarore, non solo le comprende, ma è anche edificato.
 
La forma grammaticale per il “dono dello Spirito Santo” è al singolare, perché di Spirito Santo ce ne è uno solo, mentre per i doni spirituali, è al plurale, perché sono diversi. Tutti i doni spirituali sono dati per essere di edificazione, non tanto per chi li riceve, quanto per la collettività, cioè la chiesa, che è il corpo di Cristo. Dal punto di vista grammaticale il “dono dello Spirito Santo” è diverso dai “doni spirituali”, per il semplice fatto che lo Spirito Santo, non si auto-dona, ma è chiaramente specificato che è una donazione del Padre e del Figlio; mentre per i doni spirituali è lo Spirito Santo che li concede. Questi elementi non sono invenzioni o deduzioni, è invece la forma grammaticale che ci aiuta a comprendere in questo modo.
 
La profezia di Gioele, non prometteva i “doni spirituali” ma, « Dopo questo, avverrà che io spargerò il mio spirito su ogni persona… (Gioele 2:28). Gesù, invece, parlò chiaramente che i Suoi discepoli, sarebbero stati battezzati con lo Spirito Santo (Atti 1:5). L’azione di battezzare, è chiaramente attribuita a Gesù, [i]…Egli vi battezzerà con lo Spirito Santo e con il fuoco... (Matteo 3:11).
 
Inoltre, sia Gioele che Gesù, non prevedevano che, nel giorno che fosse venuto lo Spirito Santo, ci sarebbe stato il parlare in lingue. Però, nel giorno di Pentecoste, che fu l’adempimento della profezia di Gioele e della promessa di Gesù, ci fu un suono come di vento impetuoso che soffiò, e riempì tutta la casa dov’essi erano seduti.
Apparvero loro delle lingue come di fuoco che si dividevano e se ne posò una su ciascuno di loro. Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi
. (Atti 2:2-4).
 
Quel suono come vento impetuoso che soffiava, le lingue come di fuoco che apparvero e il parlare in altre lingue, convinse Pietro, illuminato senza dubbio dallo Spirito Santo che era sceso su di lui e su tutti quelli che si trovavano nella stessa casa, che quella manifestazione, era esattamente quel che aveva predetto il profeta Gioele (Atti 2:16).
 
Quando venne lo Spirito Santo, che fu alle nove del mattino (ora terza) che i 120 ricevettero lo Spirito Santo e parlarono in altre lingue, erano, seduti, mentre quando Pietro si espresse al popolo presente in quella circostanza, si levò in piedi con gli undici, alzò la voce e parlò loro così… (v. 14), non si espresse in lingue, come si era espresso prima, ma nella lingua comune che lui parlava, cioè in ebraico o in aramaico.
 
I segni che si manifestarono a Pentecoste in quel giorno, compreso il parlare in lingue, erano l’evidenza della venuta dello Spirito Santo e che la profezia di Gioele e la promessa di Gesù si erano adempiute.
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #163 Data del Post: 02.07.2014 alle ore 08:30:21 »
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Cari tutti,
ri-leggendo le considerazioni ultime che abbiamo fatto, ritengo necessario proseguire nella discussione insieme e ribadire l'impronta del topic.
 
Non è mia intenzione (autore del topic), né vorrei lo fosse di altri, disquisire sulle proprie ragioni o giudicare le altrui vedute in ambito spirituale/carismatico.
Mi rendo infatti conto che, anche se sto cercando di indirizzare i nostri sforzi verso l'analisi dei termini segno, dono, frutto, carisma e se vi sono differenze bibliche che possono portare a "visioni diverse" dell'opera dello Spirito Santo nella chiesa, i nostri contributi tendono a diventare forme di apologetica della propria visione in merito, piuttosto che sinceri ragionamenti sulle logiche interpretative che altri propongono.
 
L'esempio che secondo me ha "traguardato" questa discussione è dato dal fatto che con Marmar siamo riusciti a capire "perché" abbiamo visioni diverse del modello della chiesa di Cristo espressa nel Nuovo Testamento messo a confronto con le nostre chiese oggi. Ci si è resi conto cioè (ed è scritto in queste pagine) che non è dall'interpretazione biblica che nasce una diversa visione, ma dall'approccio stesso che ognuno di noi ha verso il testo biblico. Questo secondo me è stato un grande risultato di questa discussione. Perché ha posto entrambi nella posizione di valutare "senza pregiudizi" l'altro e le sue valutazioni e scavare a fondo sul perché queste valutazioni sono diventate poi convinzioni di fede.
 
Io vorrei proseguire con questo spirito di riflessione.
Mi rendo benissimo conto che parlando del termine "segno" e affrontando subito il tema delle lingue, ci si trova toccati sul vivo per quella che è una differenziazione dottrinale tra le più discusse degli ultimi anni. E di certo non saremo noi a stabilire come stanno realmente le cose!
 
Ma se anche arrivassimo ad avere un idea chiara sulle diverse posizioni, arrivando anche al punto di capire bene il "perché" di queste divergenze... secondo me sarebbe un ottimo risultato del forum e di noi partecipanti.
 
Mi sto ad esempio spulciando decine e decine di pagine sull'argomento che in questo forum sono state archiviate. L'errore (se mi è permesso chiamarlo così) delle utenze precedenti era quello di creare un mischione di opinioni alcune basate su testi teologici, altre su esperienze personali, altre su convinzioni personali basate sull'ascolto delle prediche, altre ancora basate su sensazioni ho infatti letto cose tipo:"sono andato due volte in un culto pentecostale...è stato bello, mi è piaciuto!"... ma io dico, si ok... ma non si può argomentare così per cercare di condividere un argomentazione biblica.
 
Non vorrei quindi cadere nello stesso errore in cui ci si chiude a riccio nelle proprie posizioni e non si ascolta gli altri.
 
Con affetto....
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #164 Data del Post: 02.07.2014 alle ore 09:04:49 »
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In ogni caso, interpretazioni a parte, la chiesa di Cristo deve avere ed ha tutte queste manifestazioni, segni, doni etc.
Quando faccio riferimento alla Chiesa di Cristo non sotto intendo nessuna denominazione specifica. Una cosa certa è che la Sua Chiesa ha ricevuto da Dio ogni cosa necessaria al suo accrescimento, vedi i ministeri etc.
Non possiamo intendere per ministeri solo quanto è stato già scritto ma anche ciò che oggi è necessario scrivere per l'accrescimento della Chiesa, perchè le derive più perniciose sono presenti oggi più che mai.
Se i doni, ministeri che Dio ha dato agli uomini sono stati dati per l'accrescimento della chiesa e per la conoscenza di Cristo Gesù Uomo maturo, perchè l'indirizzo attuale va in un'altra direzione? Gesù viene certo predicato anche oggi, ma sovente tale predicazione è carente dell'unzione dello Spirito Santo e quindi è una predicazione che in realtà non presenta Gesù ma una religione.
 
Quindi tutto ciò che è stato messo a disposizione della Chiesa è perchè la chiesa, per crescere ne ha bisogno.
Resta sempre il nodo "ricevuto da Dio, ricevuto dagli uomini", perchè non sono pochi coloro che pensano che occorra una laurea in teologia per essere accreditati in una chiesa come ministri di culto.  
Se c'è una cosa che non sta in piedi è proprio questa, ma in tempi di magra si prende ciò che si trova.
In ogni buon conto ciò che si vede in tema di confusione religiosa nasce proprio dalla mancanza di rivelazione divina che viene sostituita dall'umano discernimento.
Così, ognuno interpreta le cose basandosi nel migliore dei modi sulle scritture e appoggiandosi al proprio granello di sale, viceversa, quando sembra che le scritture siano carenti, allora ci si inventa qualche nuova dottrina.
Se il caso ne parleremo in un'altro 3d.
« Ultima modifica: 02.07.2014 alle ore 09:10:47 by salvo » Loggato

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