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   Autore  Topic: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?  (letto 14673 volte)
Domenico
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #105 Data del Post: 30.06.2014 alle ore 21:22:49 »
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Quote:
"Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, come lo Spirito dava loro di esprimersi."  
 Non mi sembra proprio che dica che gli apostoli parlassero lingue conosciute, piuttosto l'espressione "come lo spirito dava loro di esprimersi" in qualche modo a me fa riecheggiare i sospiri inneffabili che lo Spirito ci sospinge a dire quando ci "aiuta nella preghiera".  
 Secondo motivo perché i versi 6 e 8 di atti dicono:  
 "Quando avvenne quel suono, la folla si raccolse e fu confusa, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua".  
   
 "Come mai li udiamo parlare ciascuno nella nostra propria lingua natìa?"  
   
 Al leggere di questi versi, ogni volta si fa subito un abbinamento logico del tipo che ogni apostolo parlava una lingua, lingua di un gruppo di persone giù. Quindi paradossalmente per intenderci 120 apostoli? 120 lingue diverse.  
   
 Ma letteralmente a me sembra di leggere che gli apostoli parlavano in lingue come un tutte le altre occasioni, niente di diverso... ma il miracolo in questo caso stava anche nel fatto che ogni astante che li ascoltava, era lui che "UDIVA" la propria lingua.  
 Quindi immagino che so, un Pietro parlare in lingua sconosciuta e in quello stesso suono per uno era la lingua dei Parti, per un altro era la lingua dei Med e così via per gli Elamiti, etc etc.  
   
 Quindi proprio per gli stessi discorsi fatti in precedenza, non mi va di arrivare a certe conclusioni che soddisfano le logiche che uniscono i puntini che tanto piacciono a noi studiosi. Mi piace piuttosto rimanere legato al testo e considerarlo ispirato da Dio e quindi veritiero.

 
Prima di tutto bisogna precisare che i 120 al ricevimento dello Spirito Santo, parlarono lingue conosciute da quelli che si trovavano in Gerusalemme. Quindi, non era il comune linguaggio che loro parlavano, (cioè l’ebraico, per non dire anche dell’aramaico, visto che quella lingua era anche praticata in quel tempo) ma il linguaggio delle persone che provenivano dalle diverse parti della terra.
 
Questo non significa che tutti i 120 parlavano 120 linguaggi, ma che nell’insieme, chi si esprimeva nella lingua dei Parti, chi invece in quella dei Medi e degli Elemiti, ecc. ecc, nell’insieme il loro parlare era compreso da quelli che venivano da quella parte dove si parlavano quelle lingue. Questo tipo di specificazione, è strettamente legato al testo.
 

Quote:
Non mi sembra proprio che dica che gli apostoli parlassero lingue conosciute, piuttosto l'espressione "come lo spirito dava loro di esprimersi" in qualche modo a me fa riecheggiare i sospiri ineffabili che lo Spirito ci sospinge a dire quando ci "aiuta nella preghiera".

 
Prima di tutto, affermare che gli apostoli non parlassero lingue conosciute, è arbitrario, a dir poco, perché il testo biblico precisa che, le lingue parlate in quella circostanza, erano ben conosciute da quelli che venivano da dove si parlavano quelle lingue; poi, fare entrare “i sospiri ineffabili”, non solo è fuori contesto, ma neanche si può mettere in giro una simile cosa, perché i sospiri ineffabili, riguardano i credenti che non sapevano pregare come si conviene ma che lo Spirito sovviene a loro, intercedendo con sospiri ineffabili (Romani 8:26); di quest'intercessione, mancano le minime tracce nel racconto in questione. Mentre il parlare in lingue nel giorno della manifestazione pentecostale aveva di mira, a chi comprendeva quel che dicevano i 120, che parlavano le cose grandi di Dio nelle loro natie lingue.
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #106 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 00:45:27 »
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Chiedo alla moderazione se non ritine opportuno, includere nel presento Topic, quello dei "doni dello Spirito", visto che in questo, si parla dell'uno e dell'altro argomento.
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #107 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 07:23:11 »
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on 01.07.2014 alle ore 00:45:27, Domenico wrote:
Chiedo alla moderazione se non ritine opportuno, includere nel presento Topic, quello dei "doni dello Spirito", visto che in questo, si parla dell'uno e dell'altro argomento.

 
Si va bene, chiudo l'altro.
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #108 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 09:33:35 »
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Cercando di fare un recap della discussione quindi, abbiamo capito che per il discorso parlare in lingue, secondo la visione pentecostale esposta da Domenico il fatto che si tratti di un segno e/o di un dono è legato ad un analisi del testo in Corinzi.
La differenziazione tra SEGNO delle lingue e DONO nasce da una analisi dei fatti biblici ove si nota che inizialmente (libro atti) la manifestazione glossolalica sorprende i discepoli, che quindi la chiamano anche dono "ignorantemente". Sarà Paolo, con la lettera ai Corinzi a mettere ordine alle cose, stabilendo come gestire il dono all'interno delle assemblee cristiane. La prima obiezione che io farei a questa prima deduzione è che se è vero che Paolo parla del dono delle lingue e lo normatizza all'interno dell'assemblea nel libro di Corinzi, non dice da nessuna parte in modo esplicito che quello vissuto in atti fosse un "segno" del battesimo nello Spirito Santo.
Appena avrò tempo farò delle analisi sui testi di teologia che ho per avere maggiori dati in merito.
 
Dico questo non perché non ho fiducia della deduzione di Domenico, ma per onestà e amore della discussione. Si perché questa conclusione, detta così, può sembrare arbitraria spiego perché. La premessa è che credere nell'ispirazione divina, plenaria e verbale della Scrittura ci permette di accettare che la Bibbia riporti errori umani dell'interpretazione delle cose. Il caso per eccellenza è Giosuè che prega "fermati oh sole" e Dio accoglie quella preghiera. La preghiera, scopriremo secoli dopo, è tecnicamente sbagliata... ma Dio che per grazia ci accetta perché ascolta il cuore e non in base alla nostra conoscenza delle cose o delle leggi che governano l'universo naturale o sovrannaturale, accoglie il desiderio di Giosuè.
Sulla base di queste evidenze gli evangelici che credono nell'ispirazione biblica sono insieme d'accordo nell'accettarla comunque come opera sovrannaturale, non nel senso di priva di errori, ma perfetta verità. La Bibbia riportando la verità, riporta anche l'errore "cosmico" di Giosuè, al suo tempo si credeva così... quindi lui ha usato le sue conoscenze limitate del cosmo per invocare Dio. Per quanto noi oggi ne sappiamo di più, facciamo lo stesso per quel che ci riguarda, banalmente ne chiedere le guarigioni.
 
Nel caso di Atti, Domenico sembra appoggiarsi su questa regola interpretativa condivisa, sostenendo che gli apostoli abbiano usato in modo errato, o comunque in modo non preciso il termine dono, riferendosi al segno delle lingue.
Seppur la metodologia è accettabile (e ripeto farò maggiori ricerche in merito), credo sia piuttosto contestabile se non vengono forniti maggiori dettagli biblici. Voglio dire, mentre per Giosuè l'errore che ha compiuto è evidente grazie alle scoperte scientifiche... come possiamo dirlo dei discepoli/apostoli? Sulla base di cosa?
 
Domenico dice che in Corinzi si "regolamenta" l'uso del dono di lingue che risulta un esperienza diversa da quella di Atti 2. Si stabilisce che si tratti di due esperienze diverse (prima lingue conosciute, poi no). Ma anche questa premessa ci pone di fronte ad ulteriori questioni: se in atti 2 erano lingue conosciute agli uomini, era di conseguenza così anche per tutte le altre successive manifestazioni carismatiche presenti in questo libro?
 
Se in Corinzi ci fosse un verso che diceva: "in principio ricevemmo le lingue come segno della pienezza, ma oggi abbiamo scoperto di avere anche il dono delle lingue", tutto sarebbe chiaro. Ma purtroppo non mi pare vi siano versi simili, che creino simili differenziazioni. Mi sembra di vedere solo supposizioni, prese di posizione un pochino arbitrarie.
Pongo un ulteriore esempio di questa "arbitrarietà". Al mio sottolineare come il testo biblico presenti che in Atti 2, al parlare in lingue dei discepoli sono gli "stranieri", ossia ebrei della diaspora a udire la loro lingua (letteralmente viene detto "ciascuno udiva il proprio"Occhiolino Domenico mi rispondi con:
 
Prima di tutto bisogna precisare che i 120 al ricevimento dello Spirito Santo, parlarono lingue conosciute da quelli che si trovavano in Gerusalemme.
Sulla base di cosa affermi questo?
Io per darti la mia deduzione/interpretazione ho sottolineato dei passaggi del testo biblico, quindi mi ritengo aderente all'insegnamento biblico. Tu invece non mi ha dato un evidenza biblica, ma un'affermazione decisa.
 
Forse dovremmo entrare nel merito del testo originale e capire quando quel parlare in lingue sia la traduzione di "GLOSSOLALIA" oppure la traduzione di "XENOGLOSSIA".
 
La glossolalia infatti è il parlare lingue sconosciute, angeliche o spirituali, quelle che Paolo dice sono incomprensibili anche a noi. Mentre la xenoglossia è una lingua parlata sulla terra dalle popolazioni umane, ma sconosciuta a chi la parla.
Glossolalia traduce il greco “γλώσσα” (glossa), lingua e “λαλώ” (lalô), parlare.
 
Xenoglossia traduce il termine "xenos", capacità di parlare o scrivere una lingua straniera. “Xenos”, significa straniero e “glossa”, lingua.
 
Forse è sulla base di questi termini che si stabilisce che il parlare di atti è diverso dal parlare di Corinzi?
 
Fatte queste considerazioni riassuntive direi che per andare avanti, sarebbe utile avere uno screening di quando il Nuovo Testamento parla di segno, dono e carisma.
Giusto per avere un punto di partenza per portare avanti la discussione in questo senso. Più tardi se ho tempo lo faccio io.
« Ultima modifica: 01.07.2014 alle ore 09:40:26 by Stefanotus » Loggato
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #109 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 10:48:58 »
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su una cosa concordo con te stefano, riguardo l’invezione di domenico, è già perché qui ci svegliamo una mattina e inventiamo nuove cose, o per usare le parole di stefano che gli apostoli erano ignoranti ai tempi di atti, dobbiamo dedurre così, paolo dopo mette ordine, conclusioni arbitrarie.
 

è possibile che lo spirito santo, paolo, pietro, e tutti gli altri scrittori, nessuno ha mai detto che ci sono due parlare in lingue, due esperienze diverse, due esperienze da ricercare, due esperienze come insegnamenti?

 
Paolo che impiega diversi capitoli quando parla dei doni, lui che è così premuroso da specificare ogni piccola cosa, lui che non fa minimo accenno, guardate voi dovete prima cercare la prima esperienza di atti che pietro ignorantemente chiamava dono e poi questo che vi scrivo io, oppure questa e diversa da quella, o cose del genere.
 
è possibile che lo spirito santo che ci avrebbe dovuto guidare in OGNI verità, ci ha invece tenuto nascosto queste cose? Raggiungibili solo per deduzione e conclusioni arbitrarie?
 
Gesu ribatteva satana con la scrittura, dicendo sta scritto così e così, oggi uno qualsiasi si sveglia la mattina e inizia a dire ma li dobbiamo dedurre così, li simone il mago ha visto così, in atti gli apostoli non avevano compreso quello che paolo dopo normava,
 
c’è ma ci rendiamo conto?
 
ma dove sta scritto una menzogna del genere?

 
Invece tutto di untratto, bisogna dedurre.  
 
In questi giorni ho avuto modo di imparare una nuova dottrina evangelica, LA DOTTRINA DELLA DEDUZIONE. Fatta anche di probabilità, percentuale, o come dice stefano fatta di arbitrarietà.
 
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #110 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 11:23:18 »
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on 01.07.2014 alle ore 10:48:58, MrTamburino wrote:
su una cosa concordo con te stefano, riguardo l’invezione di domenico, è già perché qui ci svegliamo una mattina e inventiamo nuove cose, o per usare le parole di stefano che gli apostoli erano ignoranti ai tempi di atti, dobbiamo dedurre così, paolo dopo mette ordine, conclusioni arbitrarie.

MrTamburino, mi fa piacere che adesso concordi. Ma ti chiedo equilibrio. Questo rapporto di amore e odio mi stronca. Sorridente
 
Scherzi a parte, ti chiedo equilibrio perché io stesso ho detto: potrebbe sembrare che le conclusioni siano arbitrarie ed ho chiesto maggiori delucidazioni bibliche.
Inoltre ho anche citato due termini biblici del testo originale che servono a spiegarti una cosa importante. Prendo nota da cosa tu hai scritto:
 

Quote:


è possibile che lo spirito santo, paolo, pietro, e tutti gli altri scrittori, nessuno ha mai detto che ci sono due parlare in lingue, due esperienze diverse, due esperienze da ricercare, due esperienze come insegnamenti?


Si è possibile. Ma non perché loro non lo avessero fatto, ma perché tu leggi una Bibbia tradotta in Italiano, e spesso il testo greco potrebbe avere sfaccettature che in italiano non passano. E quando si arriva a tale profondità di argomenti, è necessario andare a questo livello.
Come vedi io ho citato la XENOGLOSSIA e la GLOSSOLALIA. Termini che dovrebbero esser presenti nei testi originali del Nuovo Testamento, ma che in Italiano sono stati tradotti con "parlare altre lingue".
Tu con la tua analisi capisci la stessa cosa, ma magari gli apostoli avevano detto due cose diverse.
 

Quote:

è possibile che lo spirito santo che ci avrebbe dovuto guidare in OGNI verità, ci ha invece tenuto nascosto queste cose? Raggiungibili solo per deduzione e conclusioni arbitrarie?

Non le ha tenute nascoste. Ma noi uomini con i nostri preconcetti e a causa del peccato non le abbiamo tenute in conto sufficientemente. Quindi traducendo la Bibbia magari abbiamo usato termini non proprio "precisi".
Nessuno può dire che è pienamente guidato dallo Spirito Santo. Non siamo perfetti, siamo peccatori. Peccatori salvati per grazia. Quindi è sbagliato pensare che siccome lo Spirito che ci guida in ogni verità noi non sbaglieremo mai. Purtroppo tutti noi, compreso tu, potremmo avere visioni distorte della verità perché non siamo "perfettamente" in sintonia con lo Spirito di Dio. A causa del peccato che interferisce con la nostra natura spirituale.
 

Quote:

Gesu ribatteva satana con la scrittura, dicendo sta scritto così e così, oggi uno qualsiasi si sveglia la mattina ...

Nessuno qui si è svegliato la mattina.
Ma se tu paragoni la tua sapienza e conoscenza biblica all'altezza di Gesù... complimenti e benvenuto tra noi.
Avrai molto da insegnarci.
Sorriso
 

Quote:

In questi giorni ho avuto modo di imparare una nuova dottrina evangelica, LA DOTTRINA DELLA DEDUZIONE. Fatta anche di probabilità, percentuale, o come dice stefano fatta di arbitrarietà.

Se vuoi, apriamo un topic apposta, sono proprio capace di dimostrarti che tu "ha dedotto" alcune pratiche cristiane che fai nella tua chiesa e non sono letteralmente scritte.
Scommettiamo?
Sorridente
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #111 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 11:48:49 »
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Quote:
Forse dovremmo entrare nel merito del testo originale e capire quando quel parlare in lingue sia la traduzione di "GLOSSOLALIA" oppure la traduzione di "XENOGLOSSIA".  
   
 La glossolalia infatti è il parlare lingue sconosciute, angeliche o spirituali, quelle che Paolo dice sono incomprensibili anche a noi. Mentre la xenoglossia è una lingua parlata sulla terra dalle popolazioni umane, ma sconosciuta a chi la parla.  
 Glossolalia traduce il greco “γλώσσα” (glossa), lingua e “λαλώ” (lalô), parlare.  
   
 Xenoglossia traduce il termine "xenos", capacità di parlare o scrivere una lingua straniera. “Xenos”, significa straniero e “glossa”, lingua.  
   
 Forse è sulla base di questi termini che si stabilisce che il parlare di atti è diverso dal parlare di Corinzi?

 
In Atti 2  
 
ραις  γλώσσαις   Altre lingue in At 2:4
 
ημετέραις  γλώσσαις    Nostre lingue in At 2:11
« Ultima modifica: 01.07.2014 alle ore 11:51:39 by Marmar » Loggato

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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #112 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 11:59:00 »
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Bene Marmar.
La prima cosa che mi ha colpito è che nello stesso evento, si usino 2 termini diversi.  
 
"Tutti furono riempiti di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue (ραις  γλώσσαις = glossolalia? ossia lingue non comprensibili in assoluto), come lo Spirito dava loro di esprimersi." - Atti 2:4
 
E poi, viene detto dello stesso evento:
"tanto Giudei che proseliti, Cretesi e Arabi, li udiamo parlare delle grandi cose di Dio nelle nostre lingue (ημετέραις  γλώσσαις = xenoglossia? ossia lingue straniere?)»." - Atti 2:11
 
La cosa diventa un pochino più complessa adesso.
Perché per lo stesso evento vengono usati due termini diversi?
 
Forse si potrebbe semplicemente dire che Luca in atti 2:4 riporta l'evento dal punto di vista dei discepoli, degli apostoli. Ecco perché si parla di glossolalia.
In Atti 2:11 poi Luca specifica che in realtà parlavano lingue terrestri, riportando la frase degli ebrei stranieri, quindi il loro punto di vista della manifestazione miracolosa.
 
Questo confermerebbe quindi quanto diceva Domenico, cioè che in atti 2, le altre lingue della manifestazione dello Spirito Santo sono lingue umane conosciute.
 
Ma secondo me, anche focalizzandosi sul punto di vista diverso e quindi sulla diversa terminologia, rimane ancora aperta la possibilità che gli apostoli parlassero semplicemente "altre lingue" (glossolalia) e il miracolo in quel caso fu che gli stranieri "sentivano, udivano" la loro lingua (xeno glossia). Non mi pare che questa tesi cada o venga contraddetta in qualche modo.
 
In questo senso infatti, il fatto che gli ebrei delle diaspore dicessero "li udiamo sentire nelle nostre lingue" non sembra dare a questa teminologia un senso di evento "miracoloso". La cosa agli stranieri sembrò strana quanto normale, infatti pensarono che i discepoli/apostoli fossero ubriachi.
 
Non so... non mi sembra ancora chiara la questione sulla base di quanto abbiamo scritto..
 
Marmar, ti chiedo potresti per favore tirar fuori tutti i versi in cui si usano questi due termini?
« Ultima modifica: 01.07.2014 alle ore 12:07:39 by Stefanotus » Loggato
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #113 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 12:13:29 »
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stefano non conosco lea lingua ma a me sembra che mamar ha scritto la stessa parola cambiano solo mi sembra gli aggettivi altre e nostre.
 
o sbaglio?
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #114 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 12:28:10 »
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No non è proprio così. Sorriso
 
Neanche io conosco le lingue originali e non voglio improvvisarmi linguista. La parte che tu hai tradotto con lingua/lingue è il greco γλώσσα. Ok. Ma la parte che precede non è semplicemente "altre" o "nostre".
 
Da Wikipedia trovo quanto segue:
La glossolalia, dal greco γλώσσα (glossa), lingua e λαλέω (laléo), parlare, indica il "parlare in altre lingue". Più precisamente, per glossolalia si intende:
1) la pronuncia di ciò che può essere o una lingua esistente ma ignota a chi parla (xenoglossia o xenolalia)
2) o le parole di un linguaggio mistico sconosciuto; a volte appare come parte di un rito religioso.  
 
Se andiamo nel dettaglio di xenoglossia e xenolalia, sempre su Wikipedia trovo:
Xenoglossia, o xenolalia, è il termine con cui si indica la presunta capacità paranormale di parlare o scrivere una lingua al soggetto sconosciuta. Deriva dal greco xenos, straniero, e glossa, lingua.
 
Quindi sbagli nel pensare che cambiava letteralmente la parola "altre" o "nostre" lingue. In realtà quando parla di glossolalia (esempio di atti 2:4) c'è letteralmente scritto "ALTRE LINGUE" intese però come sconosciute a chi parla e sconosciute a chi ascolta. Mentre quando la Bibbia parla di xenoglossia (esempio di atti 2:11) letteralmente dice "straniere lingue" sempre intese come sconosciute a chi parla, ma conosciute a stranieri.
 
Credo che sia su questo i teologi pentecostali affermino che in atti 2 non si tratti del dono delle lingue ossia la "glossolalia" come espressa in Corinzi, ma che si trattasse di un miracolo di "xenoglossia", ossia parlare la lingua degli stranieri che erano intorno a loro.  
E mi sembra sia evidente.
 
Questo fa molto pensare. Perché apre un pò (molto poco) le porte al sostegno alla dottrina dei TDG che sostengono che le lingue che gli apostoli parlavano erano le lingue terrestri, quindi un miracolo che serviva per fargli portare avanti il Vangelo in lingue straniere.
Cosa che ripeto si smonta subito perché non esiste nessuna evidenza che gli apostoli predicassero in lingue straniere. Però... l'appiglio c'è.
« Ultima modifica: 01.07.2014 alle ore 12:34:04 by Stefanotus » Loggato
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #115 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 12:32:15 »
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stefano quindi venendo a quello che mi hai riposto,
noi chiramente non siamo gesù, però non è forse vero che gesu ribatteva satana con la bibbia?
 
era per questo che facevo l'esempio di gesu. non perchè noi possiamo paragonatci a gesu, ma perchè dobbiamo usare e rispondere con la bibbia e non con deduzione.
 
dimmi oggi noi dobbiamo ribattere per deduzione?
 
allora stefano  tu pensi che atti 2,4 e atti 2,11 sono due eventi diversi?
 
scusami ma dove leggi questo xeno?
« Ultima modifica: 01.07.2014 alle ore 12:36:01 by MrTamburino » Loggato
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #116 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 12:53:12 »
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Secondo me ciò che Luca vuole dire è che in quel momento i 120 parlavano in altre lingue, magari anche contemporaneamente, e quel suono incomprensibile si trasformò alle orecchie di chi ascoltava come un discorso fatto nelle lingue di ciascun udente. Non è cosa impossibile a Dio.
 
Questo non accadde a tutti, ma a quelli che lo Spirito scelse, infatti per alcuni erano tutti presi dal vin dolce.
« Ultima modifica: 01.07.2014 alle ore 12:55:20 by Marmar » Loggato

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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #117 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 13:01:35 »
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Noi MrTamburino, partecipiamo a questo forum per confrontarci e capire insieme. Non siamo tutti della stessa chiesa, non abbiamo lo stesso pastore, non viviamo nella stessa città.
Per farti un esempio, il fratello Domenico che ha scritto è un caro fratello di fede da tanti anni. Ha scritto dei libri di meditazione ed edificazione cristiana. Studia la Bibbia da tanti tanti anni, e vive in Canada!
Quindi sai... anche quando io non la penso "subito come lui", prima di dire che sbaglia... ci penso un po'.
Perché se è anche vero che siamo "diversi per estrazione" amiamo tutti l'opera di Gesù, amiamo Gesù Cristo e ciò che Lui ha fatto per noi. Ed è questo amore ci spinge a confrontarci fra di noi, per capire di più di Lui.
Lo facciamo in chiesa certo.
Lo facciamo in famiglia e con i fratelli. Ma questo forum è un posto che può farci "allargare" il giro delle amicizie e quindi dei confronti.
L'amore anche nel discutere è ciò che ci unisce nelle discussioni che facciamo. A volte siamo passionali e ce ne usciamo con frasi che più che dalla testa, escono dalla pancia... ma piano piano... impariamo.
 
In tutta sincerità, io più studio la Bibbia e più scopro che so poco di Gesù Cristo. E credimi... studio la Bibbia da diverso tempo. Certe volte, cose che ho studiato benissimo ed ero pronto ad affrontare tutti... dopo qualche anno, si sono sbiadite... e devo ripassarle. Sorriso
 
Quindi ti rispondo.
Innanzitutto non guardare male la parola deduzione.
Deduzione, in italiano, vuol dire che se leggi quanto segue: "io nel mio cortile vedo un grosso elefante rosa!!!", Ecco... nella tua testa hai immaginato una strada asfaltata e un grosso elefante rosa passeggiare beato eh. è vero eh? Lo hai appena fatto! Ecco, hai dedotto dal mio testo.  
Non c'è niente di male.
 
Il problema però è "quanto è possibile dedurre"?
Tutti sappiamo che non esistono gli elefanti rosa. Sono grigi. Quindi è lecito DEDURRE che parlavo di un pupazzo o un uomo mascherato per una festa?
Si. Non l'ho scritto ma se tu lo deducessi non sbaglieresti, perché sai che non esistono elefanti rosa.  
 
Se mi hai seguito e sei d'accordo ti dico.
Io sono d'accordo con te, dobbiamo fare come Gesù, la Bibbia è la nostra guida, la nostra saggezza e sapienza deve derivare da là. Ma la Bibbia non è un libriccino da 10 pagine. Non è un bigino facile facile. La Bibbia è la potente Parola di Dio. E va studiata. Non a caso Dio diceva a Giosuè: questo libro non si diparta mai dalla tua bocca, meditalo giorno e notte. Non è un caso. Pensa glielo diceva a lui che aveva 5 libri della Torah, figurati a noi che ne abbiamo 66! Non dovremmo fare altro che studiare la Bibbia. Sorriso
Quindi se è vero che dobbiamo fare come Gesù, usare la Bibbia per rispondere alle domande, dobbiamo sempre tener presente che non siamo Gesù e dobbiamo studiare tanto.
 
Detto questo, per me atti 2:4 e 2:11 sono lo stesso evento, ma è chiaro che sono scritte due parole diverse. E' così, quindi insieme daremo una "spiegazione". Sorriso
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #118 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 13:12:41 »
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va bene, ma ti sei dimenticato di rispondere a una domanda che ti avevo fatto
 

Quote:
scusami ma dove leggi questo xeno?

 
poi solo una piccola nota su quello che hai scritto,  
in linea generale il significato che dai di deduzione va bene,
 
ma decade, e ripeto decade quando vuoi fare sorgere una dottrina.
 
capisci perchè i testimoni geiova credono quello che credono?
 
« Ultima modifica: 01.07.2014 alle ore 13:13:01 by MrTamburino » Loggato
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Re: Segno, dono, frutto, carisma: Differenze?
« Rispondi #119 Data del Post: 01.07.2014 alle ore 13:17:30 »
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on 01.07.2014 alle ore 13:01:35, Stefanotus wrote:

Detto questo, per me atti 2:4 e 2:11 sono lo stesso evento, ma è chiaro che sono scritte due parole diverse. E' così, quindi insieme daremo una "spiegazione". Sorriso

 
se sono lo stesso evento perchè pensi ancora di dedurre qualcosa?
 
cosa altro vuoi fare uscire dalla bibbia?
 
e poi io queste parole diverse non le vedo ma aspetto a te
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