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   Cristo sacrificio propiziatorio.
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   Autore  Topic: Cristo sacrificio propiziatorio.  (letto 4170 volte)
Marmar
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Cristo sacrificio propiziatorio.
« Data del Post: 21.04.2014 alle ore 13:54:44 »
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Un modo diverso di vedere Gal 3:13
 
Di solito si associa questo passo con la maledizione che Dio avrebbe fatto ricadere su Cristo, maledizione che sarebbe spettata a noi. Così la nostra pena è ricaduta su di lui che espiandola al posto nostro ci avrebbe liberati.
 
Premetto che ogni punto di vista è perfettamente lecito, quindi non mi permetto di dissentire; voglio, però, presentare un punto di vista alternativo, che non so se sia comune anche ad altri, e che a me personalmente sembra più consono al contesto della lettera in generale.
 
3:13 Cristo ci ha riscattati {exagorazô} dalla maledizione {katara} della legge, essendo divenuto {ginomai} maledizione {katara} per (sopra?) {huper} noi (poiché sta scritto: «Maledetto {epikataratos} chiunque è appeso al legno)
 
I Galati si erano voltati indietro, volevano completare la loro salvezza con le opere della legge.
 
La legge per dichiararci giusti non ha bisogno della fede, poiché per farlo pretende solo di essere rispettata. Ma proprio per questo era diventata una maledizione, perché era difficilissimo rispettarla in ogni sua parte appieno. quindi la legge, per il solo fatto di esistere, ci accusa e ci rende peccatori, sotto maledizione.
 
Ma ora Cristo avendoci liberati dalla legge e giustificati per grazia attraverso la fede, è lui stesso la nostra maledizione (del genere umano) se non riponiamo fede in lui ed, invece, ritorniamo alla vecchia usanza della legge.
 
Se letta in questo senso viene a cadere il fatto che Gesù sia stato maledetto al posto nostro da Dio, ma il significato è ben diverso.
« Ultima modifica: 21.04.2014 alle ore 14:43:05 by Marmar » Loggato

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Re: Cristo sacrificio propiziatorio.
« Rispondi #1 Data del Post: 21.04.2014 alle ore 15:05:25 »
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on 21.04.2014 alle ore 13:54:44, Marmar wrote:
Un modo diverso di vedere Gal 3:13
 
Di solito si associa questo passo con la maledizione che Dio avrebbe fatto ricadere su Cristo, maledizione che sarebbe spettata a noi. Così la nostra pena è ricaduta su di lui che espiandola al posto nostro ci avrebbe liberati.
 
Premetto che ogni punto di vista è perfettamente lecito, quindi non mi permetto di dissentire; voglio, però, presentare un punto di vista alternativo, che non so se sia comune anche ad altri, e che a me personalmente sembra più consono al contesto della lettera in generale.
 
3:13 Cristo ci ha riscattati {exagorazô} dalla maledizione {katara} della legge, essendo divenuto {ginomai} maledizione {katara} per (sopra?) {huper} noi (poiché sta scritto: «Maledetto {epikataratos} chiunque è appeso al legno)
 
I Galati si erano voltati indietro, volevano completare la loro salvezza con le opere della legge.
 
La legge per dichiararci giusti non ha bisogno della fede, poiché per farlo pretende solo di essere rispettata. Ma proprio per questo era diventata una maledizione, perché era difficilissimo rispettarla in ogni sua parte appieno. quindi la legge, per il solo fatto di esistere, ci accusa e ci rende peccatori, sotto maledizione.
 
Ma ora Cristo avendoci liberati dalla legge e giustificati per grazia attraverso la fede, è lui stesso la nostra maledizione (del genere umano) se non riponiamo fede in lui ed, invece, ritorniamo alla vecchia usanza della legge.
 
Se letta in questo senso viene a cadere il fatto che Gesù sia stato maledetto al posto nostro da Dio, ma il significato è ben diverso.

 
E- interessante la tua riflessione tuttavia a mio avviso si presentano due problemi:
 
1) Non si comprenderebbe la citazione veterotestamentaria che segue circa la maledizione su colui che è appeso al legno.
 
2) In greco "hyper" è una preposizione che con il genitivo può essere anche reso "al posto di". Quindi io potrei tradurre "è stato fatto maledizione al posto nostro o...in favore di noi).
 
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Re: Cristo sacrificio propiziatorio.
« Rispondi #2 Data del Post: 21.04.2014 alle ore 17:44:38 »
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E' vero, però Paolo non dice che Gesù è stato maledetto {epikataratos} al posto nostro, ma che è diventato una maledizione {katara}.
 
"Hyper" mi sembra possa essere letto anche "sopra".
 
Il richiamo a Dt 21:22-23 serve a giustificare l'uso del termine "maledizione", non può esserci nulla in comune tra il Cristo ed un malfattore; al massimo era considerato un malfattore da una parte dei giudei.
« Ultima modifica: 21.04.2014 alle ore 17:47:37 by Marmar » Loggato

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Re: Cristo sacrificio propiziatorio.
« Rispondi #3 Data del Post: 21.04.2014 alle ore 18:02:05 »
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on 21.04.2014 alle ore 17:44:38, Marmar wrote:
E' vero, però Paolo non dice che Gesù è stato maledetto {epikataratos} al posto nostro, ma che è diventato una maledizione {katara}.
 
"Hyper" mi sembra possa essere letto anche "sopra".
 
Il richiamo a Dt 21:22-23 serve a giustificare l'uso del termine "maledizione", non può esserci nulla in comune tra il Cristo ed un malfattore; al massimo era considerato un malfattore da una parte dei giudei.

 
Io credo che il richiamo a Deuteronomio sia in riferimento a Cristo, ovviamente non perché lui fosse peccatore o un malfattore, su questo siamo tutti d'accordo. Però se Paolo voleva parlare della maledizione in termini di giudizio sugli empi, avrebbe potuto prendere decine di altri passi come ad esempio questo: "Sorridenteeuteronomio 28:20 Il SIGNORE manderà contro di te la maledizione, lo spavento e la minaccia in ogni cosa cui metterai mano e che farai, finché tu sia distrutto e tu perisca rapidamente, a causa della malvagità delle tue azioni per la quale mi avrai abbandonato".  
 
Il fatto che Paolo parla di colui che è appeso al legno, io credo che si possa riferire solo alla morte espiatoria di Cristo, il quale "pur essendo senza peccato è stato fatto peccato per noi" (2 Co 5:21) e questo passo si allinea bene a quello di Galati.
 
Per quanto riguarda la preposizione "hyper" certamente può essere tradotto con "sopra", ma come detto vi sono tante altre accezioni ed è sintomatico che, da quanto so, la maggioranza delle traduzioni traduce con "per noi".
 
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Re: Cristo sacrificio propiziatorio.
« Rispondi #4 Data del Post: 21.04.2014 alle ore 18:03:58 »
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Di qualcosa del genere si parlò anche qui, come anche da molte altre parti:
 
http://www.evangelici.net/cgi/forum/YaBB.pl?board=Dottrina;action=displa y;num=1270449466;start=0#0
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Re: Cristo sacrificio propiziatorio.
« Rispondi #5 Data del Post: 21.04.2014 alle ore 18:23:26 »
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La morte di Cristo è sicuramente espiatoria, è per merito suo che noi siamo salvati; su questo non c'è il minimo dubbio, ma è il fatto che su quella croce vi sia stato o meno un maledetto da Dio che si possono avere riserve.
 
Anche 2 Cor 5:21 parla di colui che è stato fatto peccato, non che è stato fatto peccatore al posto nostro. Per quello noi siamo diventati giustizia di Dio, non giusti, questo dice Paolo in quel passo.
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Re: Cristo sacrificio propiziatorio.
« Rispondi #6 Data del Post: 21.04.2014 alle ore 18:36:58 »
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Caro Marmar, io di certo non faccio l'equazione Gesù = peccatore, me ne guardo bene.
 
Egli si è offerto "puro da ogni colpa a Dio".
 
Tuttavia per "maledetto" come lo intende Paolo, non implica una sorta di colpevolezza in Cristo, ma il fatto che "Sorridenteio ha voluto stroncarlo con i patimenti. Dopo aver dato la sua vita in sacrificio per il peccato, egli vedrà una discendenza, prolungherà i suoi giorni, e l'opera del SIGNORE prospererà nelle sue mani" (Is 53:10). Egli aveva su di Se tutti i nostri peccati e le nostre lordure. Vedi come paragone quello che abbiamo in Le 16: "Levitico 16:21 Aaronne poserà tutte e due le mani sul capo del capro vivo, confesserà su di lui tutte le iniquità dei figli d'Israele, tutte le loro trasgressioni, tutti i loro peccati e li metterà sulla testa del capro; poi, per mano di un uomo che ha questo incarico, lo manderà via nel deserto. Levitico 16:22 Quel capro porterà su di sé tutte le loro iniquità in una regione solitaria; esso sarà lasciato andare nel deserto". Il capro pagava per il popolo, così Cristo ha pagato per noi.
 
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Re: Cristo sacrificio propiziatorio.
« Rispondi #7 Data del Post: 21.04.2014 alle ore 18:52:53 »
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Anche l'esempio del capro espiatorio, oscuro per se stesso, non ha trovato nessun autore neotestamentario che lo abbia accostato a Cristo. Non ricordo se in qualche passo dell'A.T. sia presentato come messianico.
 
Naturalmente quello che stiamo facendo è solo per chiaccherare in tempo di Pasqua.  Risata
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Re: Cristo sacrificio propiziatorio.
« Rispondi #8 Data del Post: 21.04.2014 alle ore 20:13:29 »
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on 21.04.2014 alle ore 18:52:53, Marmar wrote:
Anche l'esempio del capro espiatorio, oscuro per se stesso, non ha trovato nessun autore neotestamentario che lo abbia accostato a Cristo. Non ricordo se in qualche passo dell'A.T. sia presentato come messianico.
 
Naturalmente quello che stiamo facendo è solo per chiaccherare in tempo di Pasqua.  Risata

 
Certo carissimo è sempre bello parlare della Scrittura e del nostro amato Signore e Salvatore. Non c'è un autore neotestamentario che citi direttamente questo brano, tuttavia l'autore della lettera agli Ebrei parla dei sacrifici e dei rituali leviti come "ombra di beni futuri" e non per niente l'autore presenta la superiorità del sacrificio di Cristo du quelli dell'AT.  
 
Comunque tengo presente la tua riflessione.
 
 Occhiolino
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Re: Cristo sacrificio propiziatorio.
« Rispondi #9 Data del Post: 22.04.2014 alle ore 15:18:14 »
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Ciao Marmar.
Scusami ma il libro lo compreraiHu?!
 Linguaccia Linguaccia Linguaccia
 
Io mi sono ripromesso di riprenderlo da stasera. E' un tomo molto serio come libro, però mi rendo conto che merita di essere letto e riletto. Anche dalle riflessioni che vedo nascere in questo forum, mi rendo conto che la posizione evangelica (intesa come contenuta nei Vangeli) non è facile da mantenere precisa nella nostra mente. Mi accorgo infatti di ricordare bene dei concetti, ma per dimostrarli bisogna anche avvalersi delle radici da cui partono questi concetti.
Però visto che mi entusiasma condividere con voi riflessioni sull'insegnamento cristiano, ho fatto alcune ricerche in rete.
 
Innanzitutto credo sia opportuno chiarirsi su due concetti di base, che camminano assieme e sono due aspetti diversi di una stessa opera. Siamo tutti d'accordo infatti che il linguaggio utilizzato nella Scrittura per definire il concetto di peccato e di grazia, è un linguaggio forense. Quindi parlando di peccato, pena, grazia etc, dobbiamo tenere in considerazione il rapporto con la divinità, allo stesso modo di come lo terremo nei confronti della giustizia, intesa in termini assoluti. La Bibbia si esprime con un linguaggio forense nel fornire la spiegazione del peccato e della grazia in Cristo Gesù.
 
Due termini che spiegano l'amore di Dio dimostrato nella morte di Gesù (un "uomo" innocente) sono "espiazione" e "propiziazione".  
 
Cosa significa espiazione?
Espiazione significa riparare una colpa subendo, scontando una pena.  
Potremmo entrare nello specifico, ricordando che la giustizia deve tenere in considerazione "l'autore della colpa" e chi "subisce la colpa". Citando ad esempio la legge del taione che diceva "occhio per occhio, dente per dente", possiamo ben capire che se un uomo uccideva per errore una bestia di un altro uomo, doveva assumersene la colpa e dare giustizia ripagando con una sua bestia al mal capitato che l'aveva persa. So benissimo che si può andare oltre con altri esempi, ma ci basti il concetto di "equilibrio", un torto fatto, richiede un torto subito.
 
Cosa significa invece propiziazione?
Rendere propizio, rendere benigno qualcuno nei propri confronti.
 
Se riferiamo questi termini a Dio, scopriamo che peccando l'uomo offende Dio, perchè disubbidisce alla Sua santa volontà. Quindi disubbidendo a Dio, facciamo un torto a Dio. L'uomo diventa il colpevole, Dio è il mal capitato che subisce l'offesa dell'uomo. Potremmo anche qui approfondire, ma in termini forensi il concetto è proprio questo. Dio stabilisce una legge per il bene dell'uomo, l'uomo disubbidendo si erige al di sopra della legge, si mette al di sopra di Dio. Pecca di orgoglio, offende Dio.
Questo lo pone nella condizione di essere denominato colpevole, peccatore. Ecco perché merita una condanna e Dio allontana dall'uomo la Sua benedizione. Non gli è più propizio.
 
Ecco come i due termini "espiazione" e "propiziazione" viaggiano vicini. Chi pecca deve "pagare il prezzo della propria condanna per far pace con Dio, quindi renderselo propizio".
 
La Septuaginta traduce con ιλασκομαι il termine ebraico salakh, condonare, e con εξιλασκομαι (molto più usato) il termine כפּר kãpar, coprire, espiare.
 
L'idea biblica di espiazione può essere compresa solo in base al concetto di peccato:
"Per mezzo di una mancanza, anche involontaria, contro le prescrizioni stabilite dal patto che lega Israele a Dio, nasce una colpa oggettiva (cfr. 1 Samuele 14:2) che mette in moto un potere malefico (una conseguenza negativa), i cui effetti distruttori ricadono necessariamente come punizione sui colpevoli e sulla comunità".
 
Questo legame tra peccato e disgrazia (le conseguenze penali del peccato) può essere modificato solo da Dio, se Egli devia gli effetti malefici di un'azione dal colpevole e dalla sua comunità su un animale, che muore in loro vece (ad esempio il rituale del capro espiatorio in Levitico 16:20ss).
 
Sta proprio qui la differenza (spesso non abbastanza compresa) fra l'espiazione/propiziazione fra i pagani e gli israeliti. Fra i primi è un atto compiuto dall'uomo per propiziarsi Dio, per i secondi è un atto della pura misericordia di Dio che così viene immeritatamente incontro alla creatura umana. Non si tratta quindi dell'influsso umano su Dio, ma di Dio sull'uomo.
 
Vale qui il concetto di "sostituzione penale" (uno paga in vece di un altro, uno muore per permettere all'altro di vivere). Il soggetto dell'azione espiatrice, colui che opera l'espiazione, è dunque Dio. I sacerdoti addetti al sacrificio agiscono, in ultima analisi, come suoi delegati, mentre l'individuo o il popolo che ha peccato, sono i beneficiari dell'espiazione.
 
Siccome secondo la concezione israelita il sangue è il veicolo della vita, esso viene usato come mezzo di espiazione (Levitico 17:11).
 
Il trasferimento delle conseguenze del peccato è reso possibile dal fatto che l'animale del sacrificio è considerato come una parte della sua sfera personale (sua o della comunità).
 
La Bibbia attribuisce a Dio stesso l'istituzione dei sacrifici espiatori ["Il SIGNORE ve l'ha dato perché portiate l'iniquità della comunità" (Levitico 10:17)].
 
L'espiazione non è dunque una punizione, ma un avvenimento salvifico.
 
Prima di arrivare a Gesù il sacrificio propiziatorio era praticato secondo i rituali ebraici. Nell'Antico Testamento giorno delle espiazioni era una delle sei grande feste ebraiche. L'unica festa in cui il sacerdote poteva accedere al propiziatorio. Il propiziatorio è il coperchio dell’arca del patto, davanti al quale il sommo sacerdote spruzzava il sangue delle offerte per il peccato nel giorno di espiazione. Nelle traduzioni bibliche l’ebraico kappòreth è reso in vario modo, fra cui “coperchio” (ATE), “Espiatorio” (Ga) e “propiziatorio” (PICoatto. Il termine ebraico viene da un verbo che significa “coprire”, “nascondere (un peccato)”.
 
Il giorno di espiazione (yohm hakkippurìm, che significa “giorno delle coperture o propiziazioni” [Le 23:27, 28]), il sommo sacerdote entrava nel Santissimo e spruzzava parte del sangue del toro davanti al coperchio (sul davanti, cioè sul lato est), poi faceva la stessa cosa col sangue del capro. (Le 16:14, 15) Quindi il coperchio d’oro dell’Arca aveva un ruolo speciale nella propiziazione (o copertura) dei peccati tipica.
« Ultima modifica: 22.04.2014 alle ore 15:22:40 by Stefanotus » Loggato
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Re: Cristo sacrificio propiziatorio.
« Rispondi #10 Data del Post: 22.04.2014 alle ore 15:19:39 »
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Nel Nuovo Testamento espiazione è uno dei termini (accanto a propiziazione, redenzione, riscatto, riconciliazione) con il quale è interpretato l'evento e l'opera di Gesù. Il Nuovo Testamento afferma che i sacrifici praticati durante l'Antico Testamento erano solo la prefigurazione di ciò che di fatto sarebbe avvenuto quando Gesù, il Cristo, offre l'intera sua vita come sacrificio ultimo ed irripetibile sulla croce per la salvezza del suo popolo, cioè di tutti coloro che Dio gli avrebbe affidato.

"Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati" - Matteo 1:21;
 
"Gli hai dato autorità su ogni carne, perché egli dia vita eterna a tutti quelli che tu gli hai dati" - Giovanni 7:2.
 
"Ecco l'Agnello di Dio, che toglie il peccato del mondo!" - Giovanni 1:29.

 
Egli è colui che compie l'espiazione, cioè, è lui il mezzo stabilito da Dio per ristabilire buoni rapporti (pace, riconciliazione) con la creatura umana, togliendo di mezzo ciò che questi rapporti impedisce, cioè il peccato e le sue conseguenze legali (la morte del peccatore):

"...perché il salario del peccato è la morte, ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore" - Romani 6:23.
 
"Sorridenteio lo ha prestabilito come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato" - Romani 3:25;
 
"Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati, e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo. ... In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati" - 1 Giovanni 2:2; 4:10.

Nell'opera di Gesù (il Suo sacrificio espiatorio), si realizza il concetto di "sostituzione penale" (Cristo viene punito al nostro posto e noi siamo liberati dalla pena che meritiamo).

"...affinché si adempisse quel che fu detto per bocca del profeta Isaia: «Egli ha preso le nostre infermità e ha portato le nostre malattie»" - Matteo 8:17; cfr. Isaia 53:4;
 
"Infatti, per condurre molti figli alla gloria, era giusto che colui, a causa del quale e per mezzo del quale sono tutte le cose, rendesse perfetto, per via di sofferenze, l'autore della loro salvezza" - Ebrei 2:10.

Nell'opera di Gesù Cristo, il suo sangue diventa il mezzo di espiazione per eccellenza:

"Ma ora, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo" - Efesini 2:13;
 
"Infatti, se il sangue di capri, di tori e la cenere di una giovenca sparsa su quelli che sono contaminati, li santificano, in modo da procurar la purezza della carne, quanto più il sangue di Cristo, che mediante lo Spirito eterno offrì sé stesso puro di ogni colpa a Dio, purificherà la nostra coscienza dalle opere morte per servire il Dio vivente!" - Ebrei 9:13,14;
 
"...sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia" - 1 Pietro 1:18,19.

Nell'opera di Gesù troviamo, infine, come l'iniziativa di salvezza provenga da Dio stesso, che così vuole accordarci la grazia della riconciliazione "scaricando" su Cristo il "potere malefico", le conseguenze negative, "gli effetti distruttori" del nostro peccato.

"Noi amiamo perché egli ci ha amati per primo" - 1 Giovanni 4:19;
 
"E tutto questo viene da Dio che ci ha riconciliati con sé per mezzo di Cristo e ci ha affidato il ministero della riconciliazione. Infatti Dio era in Cristo nel riconciliare con sé il mondo, non imputando agli uomini le loro colpe, e ha messo in noi la parola della riconciliazione" - 2 Corinzi 5:18,19.

L'opera di Cristo, così, è analoga ad un sacrificio dell'Antico Patto, ma immensamente superiore:
 
"Perciò, egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa, per essere un misericordioso e fedele sommo sacerdote nelle cose che riguardano Dio, per compiere l'espiazione dei peccati del popolo" - Ebrei 12:7 NR.
 
Si noti quest'ultima espressione nell'originale greco: "εις το ιλασκεσθαι τας αμαρτιας του λαου", come pure in altre versioni: "...ut repropitiaret delicta populi" (Vulg.); "...allo scopo di espiare i peccati del popolo" (CEI); "...per fare l'espiazione dei peccati del popolo" (ND); "...e ha liberato il popolo dai peccati" (TILC).
 
La nota in calce di 1Giovanni 2:2 dice letteralmente “una propiziazione”. Gesù è un sacrificio propiziatorio nel senso che permette di avere una buona relazione con Dio.
« Ultima modifica: 22.04.2014 alle ore 15:25:35 by Stefanotus » Loggato
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Re: Cristo sacrificio propiziatorio.
« Rispondi #11 Data del Post: 22.04.2014 alle ore 15:20:51 »
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Quindi, tornando anche al discorso che ha fatto emergere questa discussione, il messaggio evangelico che la Bibbia ci presenta è che esercitando fede nel sacrificio espiatorio di Gesù, possiamo primo essere liberati dalla condanna che abbiamo ereditato dal peccatore Adamo, secondo può coprire i nostri errori e i nostri peccati, terzo ci dà la meravigliosa opportunità di stringere una relazione personale col nostro Padre celeste.  
 
Gesù è un sacrificio propiziatorio perché ha coperto i nostri peccati come il coperchio dell'arca, ma non è un sacrificio che va ripetuto. Egli ha compiuto un sacrificio definitivo. perché il Suo è un riscatto corrispondente al peccato di Adamo come uomo perfetto. Gesù si è posto come mediatore tra l'uomo e Dio versando il suo sangue
 
In diverse confessioni evangeliche si legge: "Noi confessiamo che Gesù di Nazareth sia il Cristo, il Servo di Dio, "l'Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo". "Egli è il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati" (1 Giovanni 2:2), Colui che prende su di Sé, al posto nostro, la pena che noi avremmo meritato a causa dei nostri peccati, affinché noi ne fossimo liberati e potessimo così accedere alla comunione salvifica con Dio.

In questo è l'amore: non che noi abbiamo amato Dio, ma che egli ha amato noi, e ha mandato
suo Figlio per essere il sacrificio propiziatorio per i nostri peccati." (1 Giovanni 4:10).

È proprio il nostro peccato che ci separa da Dio (Ro. 3:23), dalla Sua presenza favorevole perché “Dio ha in odio tutti gli operatori d'iniquità..” (Sal. 5:5). Il rigetto e la collera che l'Eterno prova nei confronti del peccato, deve essere in qualche modo soddisfatta, in caso contrario non può guardarci con favore. Ecco quindi l’importanza e la centralità della propiziazione, che fornisce una risposta concreta su come sia possibile togliere l'ira di Dio da sopra un peccatore. Infatti La perfetta giustizia di Dio deve essere soddisfatta, essa deve trovare la sua rivendicazione e fino a quando ciò non avviene, Dio continuerà ad essere tremendamente adirato.
 
L'Apostolo Paolo nella sua lettera ai romani ci mostra come è Dio stesso che ci ha provveduto una propiziazione:

“Dio lo ha prestabilito [Gesù] come sacrificio propiziatorio mediante la fede nel suo sangue, per dimostrare la sua giustizia, avendo usato tolleranza verso i peccati commessi in passato, al tempo della sua divina pazienza e per dimostrare la sua giustizia nel tempo presente affinché egli sia giusto e giustifichi colui che ha fede in Gesù.” (Romani 3:25-27)

Ecco che Dio non si dimostra ingiusto nel perdonare, ma al contrario colui che ha fede in Gesù è giustificato (reso giusto) per mezzo del sacrificio compiuto sulla croce.

“Colui che non ha conosciuto peccato [Gesù], Egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui.” (2Cor. 5:21).

In questo modo quelle che sono le nostre opere malvagie vengono attribuite (imputate) a Gesù che ha subìto al posto nostro la giusta e perfetta punizione dal Padre, mentre le Sue perfette e buone opere sono accollate a noi (immeritatamente) che crediamo in Lui.
 
Appariamo così davanti a Dio non solo puliti e privi di peccato (innocenti), ma ancor più siamo stati resi GIUSTI a motivo della sostituzione operata da Gesù.
 
Ecco quindi che l'immagine di Padre amorevole che viene a mancare (contestazione presentatami negli altri post) viene contestualizzata e chiarita.  
 
Quando un uomo, chiunque e di qualunque fede, viene a contatto con il messaggio di Salvezza di Cristo è chiamato a pentirsi del proprio peccato. E' chiamato a chiedere perdono a Dio della propria condizione di peccato che crea un inimicizia tra lui e Dio... E' in definitiva chiamato ad accettare gratuitamente la grazia offerta da Dio stesso in Cristo Gesù.
Se il peccato dell'uomo è (forse lo dico in soldoni, ma è questo il concetto di base) l'orgoglio di fare di testa propria e vivere una vita ignorando Dio, facendosi Dio di sé stessi... ecco che oggi paradossalmente per ristabilire un contatto con Dio, bisogna umiliarsi e accettare di dare a Dio il Suo posto di Dio nella propria vita.
 
Quindi se poi vogliamo tornare al credo evangelico (inteso sempre come è espresso nei vangeli) sulla Salvezza è che ogni uomo deve essere CONSAPEVOLE della propria situazione di peccatore. Deve essere consapevole che la sua condizione lo pone con Dio contrario, quindi privo della benedizione di Dio. E quindi deve accettare PERSONALMENTE di entrare nella grazia di Dio accettando il Sacrificio di Gesù.
Da qui tutte le varie riflessioni che cercavo di porre nell'altro post. Se anche accettassi che Gesù è morto per me sulla croce, per darmi l'esempio di amore perfetto e non mi pentissi dei miei peccati.... se anche in visione di questo amore, io iniziassi ad operare donando la mia vita per gli altri... significherebbe ATTUARE il messaggio biblico per me? Significherebbe ATTUARE la salvezza?
Secondo me no.
Secondo me è questo il Vangelo, è chiaro. E' liberatorio. Entrare in questo sistema di cose, permette di avere un rapporto REALE e SPIRITUALE con Dio.
Accettarne solo una parte... non ci permette di godere della benedizione di Dio.
Se io accettassi solo il pentimento... e vivessi in un rapporto di continuo di pentimento per le stesse colpe.. non sarebbe il Vangelo di Dio. E potremmo continuare ancora all'infinito su decine e decine di considerazioni.
 
Fonti:
http://it.wikipedia.org/wiki/Espiazione
http://sentieriantichi.riforma.info/cfv/cfv11.pdf
http://www.solopergrazia.com/2012/05/14/la-propiziazione/
« Ultima modifica: 22.04.2014 alle ore 15:48:47 by Stefanotus » Loggato
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Re: Cristo sacrificio propiziatorio.
« Rispondi #12 Data del Post: 22.04.2014 alle ore 15:58:00 »
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on 21.04.2014 alle ore 13:54:44, Marmar wrote:

I Galati si erano voltati indietro, volevano completare la loro salvezza con le opere della legge.
 
La legge per dichiararci giusti non ha bisogno della fede, poiché per farlo pretende solo di essere rispettata. Ma proprio per questo era diventata una maledizione, perché era difficilissimo rispettarla in ogni sua parte appieno. quindi la legge, per il solo fatto di esistere, ci accusa e ci rende peccatori, sotto maledizione.
 
Ma ora Cristo avendoci liberati dalla legge e giustificati per grazia attraverso la fede, è lui stesso la nostra maledizione (del genere umano) se non riponiamo fede in lui ed, invece, ritorniamo alla vecchia usanza della legge.
 
Se letta in questo senso viene a cadere il fatto che Gesù sia stato maledetto al posto nostro da Dio, ma il significato è ben diverso.

Sono completamente d'accordo con le tue conclusioni, come puoi leggere dall'analisi che ho postato poco prima. Aggiungerei solo qualche appunto.
 
Chi decide di re-interpretare la dottrina dell'ira di Dio verso il peccato (e di conseguenza verso il peccatore reietto) sminuendone l'universalità e la soggettività, basandosi magari sul fatto che certe interpretazioni testuali dovrebbero essere indirizzate ai Galati, sta forzando la Scrittura.
 
Voglio dire che spesso leggo di interpretazioni di passi su Galati o Corinzi che vengono sminuite della loro potenza con frasi tipo: Paolo scriveva ai Corinzi perché i Corinzi avevano questi problemi. Ma non è il messaggio universale da applicare come cristiani, è legato solo a loro.
Questo genere di affermazioni sono smentite innanzitutto per motivi storici. Sappiamo infatti che i testi paolini venivano fatti girare nelle varie comunità. Quindi insegnamenti diretti alle chiese in Galazia, venivano riportati anche altrove.
In secondo luogo vengono smentite per motivi dottrinali. Perché i cristiani sono tenuti a credere che "l'insieme delle Scritture", quindi l'intera Bibbia che oggi abbiamo in mano è Parola di Dio. Gli scritti stessi si auto proclamano tra loro Parola di Dio. Pietro citerà Paolo ponendo i suoi scritti  al pari delle Scritture dell'Antico Testamento. Paolo dirà che "tutte le Scritture" sono ispirate. E via così dicendo.
Da questi due punti fondamentali, ne nasce un terzo: se la Parola di Dio è vivente, ossia converte i cuori oggi, vuol dire che è di insegnamento a noi anche oggi.
Quindi quanto insegnato da Paolo ai corinzi, deve valere per noi oggi.
Altrimenti mi domando come facciamo a chiamare la nostra fede basata sulla Bibbia, se poi ne traiamo solo le parti che ci piacciono.
 
Riassumendo direi: Paolo scrive ai Galati?
Vale per i Galati e vale anche per noi.
L'insegnamento fatto ai Galati deve essere considerato in coerenza a tutti gli altri testi della Bibbia che parlano di quell'insegnamento.
« Ultima modifica: 22.04.2014 alle ore 16:00:40 by Stefanotus » Loggato
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Re: Cristo sacrificio propiziatorio.
« Rispondi #13 Data del Post: 22.04.2014 alle ore 21:56:51 »
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Comprerò quel libro, quanto a leggerlo devo per forza metterlo in coda.
 
I libri sono mezzi importantissimi per far circolare la conoscenza, tuttavia non dobbiamo mai dimenticare che non si tratta di verità rivelate, non si possono paragonare alle scritture.
 
E' bene leggere per capire cosa hanno maturato gli scrittori, ma senza mai perdere il senso critico. Leggere un libro è come farsi prendere per mano dall'autore, e da un punto di partenza che lui ha scelto, essere guidati in un percorso che porta ad un punto d'arrivo che anche quello è stato scelto da lui.  
 
Nel percorso possono nascondersi degli errori che se non siamo accorti non ci accorgiamo di commettere, con la conseguenza che ci ritroviamo in un posto sbagliato credendo di essere in quello giusto.  Sorridente
 
Tutto il resto che hai scritto lo rileggerò domattina a mente fresca, ora sono un po' stanchino  Addio
« Ultima modifica: 22.04.2014 alle ore 21:57:27 by Marmar » Loggato

Aiutiamoci gli uni gli altri a liberarsi da quello che ritarda il nostro cammino.
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Re: Cristo sacrificio propiziatorio.
« Rispondi #14 Data del Post: 23.04.2014 alle ore 08:57:53 »
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Caro Marmar... ormai scrivo su questo forum da anni, dovresti conoscermi abbastanza per sapere che se  consiglio un testo ... è perché ha passato la mia critica, cosa non da tutti.  Piegato dal ridere3 Piegato dal ridere3 Piegato dal ridere3
 
Scherzi a parte. Non è un testo di riflessioni. John Stott è un personaggio molto apprezzato per la conoscenza del testo sacro e la sua capacità di esposizione di quanto in Esso è scritto senza "aggiungere interpretazioni o visioni personali".
Il testo che ti consiglio infatti è una pura analisi storico-letterale dei testi biblici riguardanti la croce.
In quel libro, John Stott inizia addirittura con una analisi del simbolo della croce oggi per i cristiani. L'uso che se ne fa, il significato che se ne da, in generale.
Poi non ricordo come fa tutto un'escursus storico sull'idea dei sacrifici ebraica, basata solo sui testi ebraici e quindi sulla traduzione di quei testi, sui significati simbolici.
Non vi sono conclusioni dottrinali in merito, solo un'esposizione decisamente approfondita del testo.
 
Continua con il collegamento al Nuovo Testamento citandone i versi. Ne fa uno studio esegetico e nient'altro.
Era un evangelico molto stimato perché non interessato "al proselitismo in sé" o alla propaganda di questo o quell'altro movimento o pensiero.
I suoi libri sono di stampo quasi saggistico/universitario direi. Lui ha una sua posizione di fede evangelica classica che viene avvalorata dalle sue affermazioni logiche e precise. Ma laddove in alcuni passaggi di alcuni libri egli voleva esporre un pensiero più personale... lo diceva apertamente, quindi donando la libertà al lettore di accettare il suo pensiero oppure rifiutarlo.
Ma in genere nei suoi testi analizza principalmente il testo da un punto di vista evangelico. Dando così un senso razionale a quei testi che spesso noi pensiamo di non poter spiegare a chi non "usa lo Spirito" per comprenderli.
 
Questo suo essere intellettualmente onesto ma allo stesso tempo "radicato" nelle Scritture senza essere di parte, me lo ha fatto apprezzare moltissimo. E mi dispiace che di opere sue ne traducano poche in italiano.
 
Concordo ovviamente con te quando dici: "non dobbiamo mai dimenticare che non si tratta di verità rivelate, non si possono paragonare alle scritture".
Ci mancherebbe. Ma il testo in questione non rivela nulla, non spiega niente di nuovo, son tutte cose che più o meno sappiamo, ma magari non mettiamo in relazione tra loro e quindi non abbiamo bene dinnanzi il quadro che Dio ci mette dinnanzi nella sua interezza.
John Stott in quel libro riesce a guidare il lettore a capire l'opera meravigliosa che c'è dietro la croce in modo sistematico. Quindi son tutte cose che un credente sa già... hai sentito quella o l'altra predica... quello o l'altro studio.
Lui in modo magistrale prende tutte le Scritture bibliche che parlano di questo, le contestualizza al periodo storico, le spiega dal profilo letterale, dal profilo etico e dal profilo spirituale e le lega insieme in un crescendo.
 
Proprio bravo davvero.
« Ultima modifica: 23.04.2014 alle ore 09:00:41 by Stefanotus » Loggato
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