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   Autore  Topic: Pastore VS Predicatore: chi vincerà?  (letto 2716 volte)
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Re: Pastore VS Predicatore: chi vincerà?
« Rispondi #15 Data del Post: 27.05.2014 alle ore 10:56:09 »

Prima di proseguire, però, sarebbe opportuno chiarire anche un altro dettaglio: cosa intendiamo esattamente con insegnante? Perché mi pare di aver letto che per qualcuno si tratta del ministerio di dottore, mentre qualcun altro parla proprio di insegnamento. Sono uguali? Sono diversi?  
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Re: Pastore VS Predicatore: chi vincerà?
« Rispondi #16 Data del Post: 27.05.2014 alle ore 11:05:05 »

Concordo.
 
Ma giusto per il tema del topic, mentre per il Pastore abbiamo il ministero, per il dottore abbiamo il ministero...
Per predicatore e insegnante... non c'è ministero, dico bene?
 
Perché qualcuno potrebbe dire: quella sorella non è pastore, e non è dottore, ma predica. Che male c'è?
Un bell'escamotage.
Oppure: non è pastore, non è dottore ma insegna.
 
Ultimamente su facebook vedo la Joyce Mayer linkata e condivisa da molti utenti. Dice belle cose per carità...  
Ma è questo "dire belle cose" che ci autorizza ad accettare una pratica che la Parola di Dio sconsiglia?
 
E' un po' come nell'altro post, scrivo dello Spirito Santo. Sono belle le canzoni della chiesa che lo invocano, adorano e pregano... ma è sufficiente questa bellezza musicale per farci accettare una pratica non biblica?
 
Ma non voglio divagare. Noi evangelici secondo me, abbiamo davvero nuovamente bisogno di riagganciarci alla coerenza biblica.
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Re: Pastore VS Predicatore: chi vincerà?
« Rispondi #17 Data del Post: 27.05.2014 alle ore 11:30:47 »


on 27.05.2014 alle ore 10:56:09, Caste wrote:
Prima di proseguire, però, sarebbe opportuno chiarire anche un altro dettaglio: cosa intendiamo esattamente con insegnante? Perché mi pare di aver letto che per qualcuno si tratta del ministerio di dottore, mentre qualcun altro parla proprio di insegnamento. Sono uguali? Sono diversi?  

 
E' lo stesso ministero, sono sinonimi.
 
Edit per Stefano: Diverso il discorso per predicare, che nel N.T. è annunziare, proclamare l'Evangelo.
 
« Ultima modifica: 27.05.2014 alle ore 11:42:59 by Asaf » Loggato

Per una corretta esegesi biblica più che questione di testi e contesti è questione di testi e ...teste!
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Re: Pastore VS Predicatore: chi vincerà?
« Rispondi #18 Data del Post: 27.05.2014 alle ore 11:34:41 »


on 27.05.2014 alle ore 11:30:47, Asaf wrote:

 
E' lo stesso ministero, sono sinonimi.
 

Intendi nel greco?
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Re: Pastore VS Predicatore: chi vincerà?
« Rispondi #19 Data del Post: 27.05.2014 alle ore 11:45:57 »


on 27.05.2014 alle ore 11:34:41, Stefanotus wrote:

Intendi nel greco?

 
Si, ma anche in italiano sono sinonimi.
 
Edit: ti ho risposto con un edit anche sopra.
« Ultima modifica: 27.05.2014 alle ore 11:47:35 by Asaf » Loggato

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Re: Pastore VS Predicatore: chi vincerà?
« Rispondi #20 Data del Post: 27.05.2014 alle ore 13:02:26 »

Grazie, sei sempre prezioso Asaf.
 
Quindi ricapitolando, se DOTTORE e INSEGNANTE sono lo stesso ministero, potremmo dire che:
 
1) Dottore, Insegnante è un ministero della chiesa del primo secolo;
 
2) Pastore è un altro ministero della chiesa del primo secolo;  
 
3) Il pastore deve essere anche un insegnante;  
 
4) Un insegnante può essere anche pastore, ma anche no;  
 
5) Le donne possono insegnare come gli uomini, ma non in contesti pubblici;
 
A questa domanda aggiungo, quando un uomo o una donna insegnano le dottrine cristiane, significa che stanno esercitando il ministero di dottore?  
Perché questa affermazione apre la breccia alle discussioni polemiche su servizio e ministero. Sono la stessa cosa?
 
Se esercito un servizio, vuol dire che sto esercitando un ministero?
Se si, perché la Bibbia ne elenca solo 5?
Se no, allora posso accettare ministri di ogni sesso?
A questo punto non si spiegherebbe il punto seguente:
 
6) Le donne non sono chiamate ad essere pastore(sse).  
   
Se siete contrari a qualcosa, potete dirmi perché?  
Se siete d'accordo, potete aggiungere i versi biblici che vi persuadono?
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Re: Pastore VS Predicatore: chi vincerà?
« Rispondi #21 Data del Post: 27.05.2014 alle ore 13:26:06 »


on 27.05.2014 alle ore 13:02:26, Stefanotus wrote:
Grazie, sei sempre prezioso Asaf.
 
Quindi ricapitolando, se DOTTORE e INSEGNANTE sono lo stesso ministero, potremmo dire che:
 
1) Dottore, Insegnante è un ministero della chiesa del primo secolo;
 
2) Pastore è un altro ministero della chiesa del primo secolo;  
 
3) Il pastore deve essere anche un insegnante;  
 
4) Un insegnante può essere anche pastore, ma anche no;  
 
5) Le donne possono insegnare come gli uomini, ma non in contesti pubblici;
 
A questa domanda aggiungo, quando un uomo o una donna insegnano le dottrine cristiane, significa che stanno esercitando il ministero di dottore?  
Perché questa affermazione apre la breccia alle discussioni polemiche su servizio e ministero. Sono la stessa cosa?
 
Se esercito un servizio, vuol dire che sto esercitando un ministero?
Se si, perché la Bibbia ne elenca solo 5?
Se no, allora posso accettare ministri di ogni sesso?
A questo punto non si spiegherebbe il punto seguente:
 
6) Le donne non sono chiamate ad essere pastore(sse).  
  
Se siete contrari a qualcosa, potete dirmi perché?  
Se siete d'accordo, potete aggiungere i versi biblici che vi persuadono?

 
Per i versi biblici rimando a più tardi perché adesso non ho tempo di compilazione. Direi che i 6 punti sono condivisibili (ovviamente per me, immagino che il 6° non piacerà a molti) ma ho un dubbio sul punto 5.
 
Cos'è un contesto pubblico? Possiamo paragonare ed estendere la nostra concezione di pubblico con quella delle lettere paoline? anche qui, forse, sarebbe meglio riassumere i versi che ne parlano. compito che lascio volentieri a Stefano  
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Re: Pastore VS Predicatore: chi vincerà?
« Rispondi #22 Data del Post: 16.06.2014 alle ore 11:59:33 »

Caste ogni promessa è debito.
Hai rimandato, ma io aspetto...
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Re: Pastore VS Predicatore: chi vincerà?
« Rispondi #23 Data del Post: 16.06.2014 alle ore 14:15:03 »


on 27.05.2014 alle ore 13:02:26, Stefanotus wrote:

 
6) Le donne non sono chiamate ad essere pastore(sse).  
  
Se siete contrari a qualcosa, potete dirmi perché?  
Se siete d'accordo, potete aggiungere i versi biblici che vi persuadono?

Mentre aspettiamo Caste dico il mio parere sul punto sei, anche se non sono totalmente d'accordo con tutti gli altri. Poi eventualmente spiegherò perchè.
Per spiegare il punto sei, secondo me non basta dire si o no e per motivarlo non bastano pochi cenni ma ci proverò.
Che sia lecito o non lecito alla donna di insegnare occorrerebbe capire quale la causa che sta all'origine delle parole di Paolo, cosa non facile, perchè anche Paolo aveva nonostante tutto qualche retaggio. Non solo.
Partendo dal principio, ricordo che il comandamento è stato dato all'uomo che lo ha comunicato alla donna. Questo momento è fondamentale per molte cose e non è maschilismo. La cosa che mi fa invece pensare assai è perchè manchino ministri di culto uomini. Questo si mi fa pensare. Alla fine (Genesi 5) anche la donna è uomo. Leggendo le varie versioni, sebbene vi siano sfumature differenti il risultato rimane lo stesso. La CEI si spinge a dire: "e li chiamò uomini quando furono creati."
Perchè dunque non potrebbe insegnare? La ragione è, e secondo me, legata da una parte alla cultura e dall'altra legata al principio secondo cui la donna è stata creata per l'uomo, e solo quando non è legata ad alcun uomo anche lei è uomo davanti a Dio, la dove avendo marito è uomo insieme a lui, avendo l'uomo in questo caso la responsabilità di far conoscere la volontà di Dio.
Non vado oltre, forse è meglio così ....  
« Ultima modifica: 16.06.2014 alle ore 14:17:31 by salvo » Loggato

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Re: Pastore VS Predicatore: chi vincerà?
« Rispondi #24 Data del Post: 16.06.2014 alle ore 14:39:37 »

Quante belle sfumature Salvo.
Hai dato delle belle dritte, ma vorrei permettermi di darti il mio punto di vista in merito.
 
In alcuni punti infatti vorrei darti uno spunto di riflessione.
E magari approfondiamo insieme.
 

on 16.06.2014 alle ore 14:15:03, salvo wrote:

Che sia lecito o non lecito alla donna di insegnare occorrerebbe capire quale la causa che sta all'origine delle parole di Paolo, cosa non facile, perchè anche Paolo aveva nonostante tutto qualche retaggio.

Io personalmente farei attenzione a simili affermazioni.
Per un solo motivo fondamentale (o fondamentalista, decidi tu). Credo che la Parola di Dio sia divinamente ispirata nei testi originali, e che Dio nel trasmetterla a noi per iscritto non abbia permesso che l'influenza umana ne alterasse il senso. Per carpirci, credo che la Bibbia riporti perfettamente momenti storici realmente accaduti e quindi contenga inesattezze legate al tempo o alla cultura di allora. Vedi per esempio il "fermati o sole" famoso di Giosuè. Ma non credo che vi siano insegnamenti biblici che vengano trasmessi alla chiesa di Dio e che invece fossero ideologie personali degli scrittori sacri. Ad esempio cito il velo della donna nell'assemblea cristiana. Il fatto che Paolo lo chieda come necessario è scritto, ma non è da attestarsi ad un usanza culturale del tempo, ma ad un insegnamento biblico. Oppure il celibato dei ministri. Paolo dice: secondo me sarebbe meglio che si serva Dio senza sposarsi, ma se non ne potete fare a meno, sposatevi. Credo che sia il suo parere maturato dall'esperienza e che lo Spirito Santo lo abbia fatto trasmettere nella Bibbia per noi, per applicarlo.
Quindi se puoi servire il Signore al 100% bene, ma se vuoi sposarti...anziché peccare fallo.
 
Detto questo quindi, è chiaro che io di base penso che nella Bibbia non vi è la Parola di Dio e la cultura umana. Non credo che il lettore debba fare un corso biblico per capire cosa è cultura antica e cosa è dottrina cristiana. La Bibbia per me è per intero Parola di Dio, "non la contiene".
 
Non credo quindi che il fatto che Paolo abbia i suoi retaggi possa influenzare il messaggio biblico oggi.
Se Paolo dice che la donna non deve "insegnare" o "predicare" e Dio ce lo ha fatto sapere attraverso la Bibbia, per me è biblico. Possiamo discutere quindi di questo divieto per cercare di "incanalarlo" nel giusto contesto, ma non possiamo "ignorarlo o cancellarlo".
 

Quote:

Partendo dal principio, ricordo che il comandamento è stato dato all'uomo che lo ha comunicato alla donna. Questo momento è fondamentale per molte cose e non è maschilismo. La cosa che mi fa invece pensare assai è perchè manchino ministri di culto uomini. Questo si mi fa pensare.

Manchino, intendi dire nel senso che non ce n'è e quindi si ricorre alle donne?
 

Quote:

Alla fine (Genesi 5) anche la donna è uomo. Leggendo le varie versioni, sebbene vi siano sfumature differenti il risultato rimane lo stesso. La CEI si spinge a dire: "e li chiamò uomini quando furono creati."

Oh mamma. Qui secondo me stai un po' mescolando le carte. Forse ricorrere ai termini originali può aiutarci.
Siamo d'accordo che la "creatura" creata da Dio e chiamata "uomo" ha un maschio e una femmina?
Credo di si.
Nonostante la creatura si chiami UOMO in italiano (UMANO, UMANITA' parole italiane che derivano dal latino humus, ossia proveniente dalla terra), questo non significa che non vi siano in essa due sessi, due generi, il maschio e la femmina.
Il maschio della razza umana si chiama UOMO, la femmina della razza umana si chiama DONNA. Questo non è sessismo, attenzione, è grammatica italiana.
Quindi nella Bibbia se si parla di UOMO nel contesto di Paolo, non si parla della creatura UOMO, ma del maschio della creatura UOMO. La donna è la femmina della creatura UOMO.
Siamo di fronte perciò a due concetti diversi. Sfumature interessanti, ma appunto sfumature. La realtà è che Paolo nella Bibbia, quindi Dio attraverso lo Spirito Santo, ha dato un divieto alla donna di insegnare.
 

Quote:

Perchè dunque non potrebbe insegnare? La ragione è, e secondo me, legata da una parte alla cultura e dall'altra legata al principio secondo cui la donna è stata creata per l'uomo, e solo quando non è legata ad alcun uomo anche lei è uomo davanti a Dio, la dove avendo marito è uomo insieme a lui, avendo l'uomo in questo caso la responsabilità di far conoscere la volontà di Dio.

Si perfetto.
Una questione di "ordine e ruoli" non di natura maggiore o inferiore.
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Re: Pastore VS Predicatore: chi vincerà?
« Rispondi #25 Data del Post: 16.06.2014 alle ore 17:10:19 »


on 16.06.2014 alle ore 14:39:37, Stefanotus wrote:
Quante belle sfumature Salvo.
Hai dato delle belle dritte, ma vorrei permettermi di darti il mio punto di vista in merito.
 
In alcuni punti infatti vorrei darti uno spunto di riflessione.
E magari approfondiamo insieme.
 
Io personalmente farei attenzione a simili affermazioni.
Per un solo motivo fondamentale (o fondamentalista, decidi tu). Credo che la Parola di Dio sia divinamente ispirata nei testi originali, e che Dio nel trasmetterla a noi per iscritto non abbia permesso che l'influenza umana ne alterasse il senso. Per carpirci, credo che la Bibbia riporti perfettamente momenti storici realmente accaduti e quindi contenga inesattezze legate al tempo o alla cultura di allora. Vedi per esempio il "fermati o sole" famoso di Giosuè. Ma non credo che vi siano insegnamenti biblici che vengano trasmessi alla chiesa di Dio e che invece fossero ideologie personali degli scrittori sacri.
 
Io non volevo intendere quello che hai capito, ma era cultura anche il fermati o sole. In quel caso ci è stata trasmessa una cosa, cioè che Dio non è condizionato dalla cultura dei popoli ma opera la dove chi lo chiama crede davvero in Lui, e questo prescinde da uomo o donna che sia.
 

Quote:
Ad esempio cito il velo della donna nell'assemblea cristiana. Il fatto che Paolo lo chieda come necessario è scritto, ma non è da attestarsi ad un usanza culturale del tempo, ma ad un insegnamento biblico.

Io credo che le radici Mosaiche sono dure  a morire. Ma del resto anche qui l'opera di Dio non è condizionata dal nostro granello di sale. Che cosa significa per te quando Gesù disse che era venuto per rendere compiuta la legge? Che era venuto per redimere l'umanità, quella che ancora oggi (le chiese) perpetua il legalismo? Vuoi gentilmente rinfrescarmi la  memoria, visto che mi sono perso qualche passaggio, quando e dove viene comandato ciò, al di fuori di ciò che dice Paolo?
 

Quote:
Oppure il celibato dei ministri. Paolo dice: secondo me sarebbe meglio che si serva Dio senza sposarsi, ma se non ne potete fare a meno, sposatevi. Credo che sia il suo parere maturato dall'esperienza e che lo Spirito Santo lo abbia fatto trasmettere nella Bibbia per noi, per applicarlo.
Quindi se puoi servire il Signore al 100% bene, ma se vuoi sposarti...anziché peccare fallo

Questo non è un problema culturale, visto che Dio stesso ha dato una moglie a Adamo.
 

Quote:
Detto questo quindi, è chiaro che io di base penso che nella Bibbia non vi è la Parola di Dio e la cultura umana. Non credo che il lettore debba fare un corso biblico per capire cosa è cultura antica e cosa è dottrina cristiana. La Bibbia per me è per intero Parola di Dio, "non la contiene".
 
Non credo quindi che il fatto che Paolo abbia i suoi retaggi possa influenzare il messaggio biblico oggi. [quote]
Non dovrebbe, ma lo influenza ancora. Dicendo ciò dici che era una problema che riguardava la chiesa di Corinto e non quella di oggi?
 
Se Paolo dice che la donna non deve "insegnare" o "predicare" e Dio ce lo ha fatto sapere attraverso la Bibbia, per me è biblico. Possiamo discutere quindi di questo divieto per cercare di "incanalarlo" nel giusto contesto, ma non possiamo "ignorarlo o cancellarlo".
 
Manchino, intendi dire nel senso che non ce n'è e quindi si ricorre alle donne?

E' esattamente quello che ho fatto, non credi? Esatto, non vi è sufficiente consacrazione e le motivazioni sono secolari, anzi originali.
 

Quote:
Oh mamma. Qui secondo me stai un po' mescolando le carte. Forse ricorrere ai termini originali può aiutarci.

Tranquillo, non ho preso un abbaglio. Ciò che ho scritto, come spesso avviene serve per dare un quadro, che non sarà sempre felice, ma si ferma qui.
 

Quote:
La realtà è che Paolo nella Bibbia, quindi Dio attraverso lo Spirito Santo, ha dato un divieto alla donna di insegnare.
Diciamo che le anche dato la possibilità di insegnare subordinata a quanto detto prima. Se una donna può profetizzare, se può fare la diaconessa, in realtà non sta già insegnando? Anche io, dal mio punto di vista ritengo che, non per questione di maggiore o minore ma per regola divina, quando la donna ha marito è bene che impari a stare al suo posto secondo il comandamento di Dio. Altro è impedire di insegnare, quindi una questione di "ordine e ruoli" non di natura maggiore o inferiore.
Poi qualcuno potrebbe dirmi che cosa significa stare nell'ombra, riferito al subordine della donna? Avete chiaro quanto siano spesso preponderanti nella vita di taluni servitori? Non ha avuto sufficiente forza Adamo, e oggi.....? Stiamo secondo me giocando a nascondino per salvare la faccia, tanto che, anche se deve essere ben compreso e esaminato, Isaia dice: "Gli oppressori del mio popolo sono fanciulli, e donne dominano su di lui" Isaia 3.12.
« Ultima modifica: 16.06.2014 alle ore 17:19:24 by salvo » Loggato

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Re: Pastore VS Predicatore: chi vincerà?
« Rispondi #26 Data del Post: 19.06.2014 alle ore 09:52:46 »


on 27.05.2014 alle ore 13:02:26, Stefanotus wrote:
Grazie, sei sempre prezioso Asaf.
 
Quindi ricapitolando, se DOTTORE e INSEGNANTE sono lo stesso ministero, potremmo dire che:
 
1) Dottore, Insegnante è un ministero della chiesa del primo secolo;
 
2) Pastore è un altro ministero della chiesa del primo secolo;  
 
3) Il pastore deve essere anche un insegnante;  
 
4) Un insegnante può essere anche pastore, ma anche no;  
 
5) Le donne possono insegnare come gli uomini, ma non in contesti pubblici;
 
A questa domanda aggiungo, quando un uomo o una donna insegnano le dottrine cristiane, significa che stanno esercitando il ministero di dottore?  
Perché questa affermazione apre la breccia alle discussioni polemiche su servizio e ministero. Sono la stessa cosa?
 
Se esercito un servizio, vuol dire che sto esercitando un ministero?
Se si, perché la Bibbia ne elenca solo 5?
Se no, allora posso accettare ministri di ogni sesso?
A questo punto non si spiegherebbe il punto seguente:
 
6) Le donne non sono chiamate ad essere pastore(sse).  
  
Se siete contrari a qualcosa, potete dirmi perché?  
Se siete d'accordo, potete aggiungere i versi biblici che vi persuadono?

 
1)  in prima approssimazione possiamo considerare:  
1 Corinzi 12. Tutto il capitolo è anche meglio
Efesini 4:11
Atti 13:1  
 
Da notare come i dottori siano molto spesso accostati ai profeti, probabilmente come dimostrazione che la chiesa, inizialmente, derivando dalla organizzazione ecclesiale ebraica, abbia mantenuto quelli che sono i primi ruoli. Apostoli, poi profeti e dottori. Mi pare chiaro che in 1Cor 12:28 si parli di successione temporale e non gerarchica.
 
2 e 3 sono abbastanza simili;
 
Efesini 4:11 1 Timoteo 3:2 Tito 1:9
 
Ora, qui sto facendo un'altra approssimazione, considerando pastori e vescovi allo stesso modo, direi che Atti 20:28 1 Pietro 2:25 giustificano questa affermazione.
 
La 4 è deducibile dai precedenti versi: spesso si parla di dottori, ma mai il pastore o vescovo è nominato senza il requisito di insegnamento.
 
5) la storia di Priscilla e Aquila è il miglior esempio.
Alla tua domanda aggiuntiva sulla 5 direi che dipende se l'insegnamento è il loro primo ruolo e da come intendiamo l'idea di ministero.
 
6) Questo è evidente se accettiamo in toto il 5.
 
Come avevo già chiesto, reputo che, per quella che è la nostra cultura odierna, va riconsiderato cosa è un contesto pubblico.
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Re: Pastore VS Predicatore: chi vincerà?
« Rispondi #27 Data del Post: 14.07.2014 alle ore 15:34:45 »

Questo topic si è fermato, ma lo alimento con un po' di notizie lette qui e là in rete su altri lidi evangelici non italiani. Magari stimolo un po' la riflessione.
 
Proprio qualche giorno fa ho sentito dire ad un pastore che l'Italia è l'unico paese dove non facciamo in generale pastori le donne... ma in tutti gli altri stati del mondo si... non so dove volesse arrivare...  
Io sono sempre dell'idea che confrontare dei movimenti evangelici con altri movimenti evangelici senza tener conto delle premesse interpretative che li differenziano sia fondamentalmente sbagliato. Quindi mi sono messo a spulciare in rete cosa si dice su Pastori, predicatori, diaconi e quindi donne.
 
La cosa che più mi colpisce è che gli evangelici "stranieri" anche se hanno Bibbie che usano una lingua diversa dalla nostra, oggi sono veramente molto preparati sulle lingue originali (al punto che oggi se ne fanno un vanto anche esagerato). Quindi indipendentemente dalla cultura "geografica" i testi originali dovrebbero dare chiarezza a tutti allo stesso modo. Come è possibile arrivare a posizioni diverse? Sono proprio curioso.
 
La prima premessa in favore del pastore o predicatore femminile è che Dio ha distrutto qualsiasi divisione di genere e nazionalità con il nuovo patto. Questa premessa si basa sul testo di Galati 3:28.
 
"Non c'è qui né Giudeo né Greco; non c'è né schiavo né libero; non c'è né maschio né femmina; perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù."
 
Ma sinceramente, mi sento di affermare con discreta certezza che siamo di fronte ad un classico caso di "versetto pretesto, perché estrapolato dal suo contesto". A me pare che Paolo in Galati 3 parli della supremazia della salvezza in Cristo per tutte le persone, indipendentemente dalla loro provenienza o etnia o sessualità. Mi pare che Paolo esalti il fatto che con il nuovo patto non si viene più salvati "per opere" secondo la legge, ma per fede. E lo dimostra dicendo che ad un'analisi attenta, anche nel vecchio patto, era la fede dei patriarchi a fare di loro strumenti di Dio e non le opere da sole (vedi Abramo citato).  
 
Mi sentirei di affermare che non si può, sulla base di questo versetto contestualizzato stabilire che non esistano più i ruoli "maschili o femminili" nella chiesa. Penso che manipolare così questo versetto può portare a conclusioni del tutto errate, come l'eliminazione del ruolo di "mamma" o "papà" nella famiglia. Se non esiste più maschio e femmina... il papà può fare il mammo, e la mamma può fare la papà. Uomini che fanno i mammi e donne papà... mmmmm. Che scenario.
 
Un altro verso simile a favore del ministero femminile è Atti 2:17-18:
"Avverrà negli ultimi giorni, dice Dio, che io spanderò il mio Spirito sopra ogni persona; i vostri figli e le vostre figlie profetizzeranno, i vostri giovani avranno delle visioni,
e i vostri vecchi sogneranno dei sogni. Anche sui miei servi e sulle mie serve, in quei giorni, spanderò il mio Spirito, e profetizzeranno."

 
Io il massimo che riesco a leggere è che servi e serve sono messi sullo stesso piano e sulla stessa modalità di servizio a Dio. Ma allo stesso modo di prima, mi pare una citazione pretestuosa.  Questo verso anticipa che Dio spanderà il Suo Spirito su tutti, e su questo siamo tutti d'accordo.
Ma non si parla però di "ministeri", né di ruoli. L'accento è all'opera di Dio, non alla vita della chiesa. Banalmente non è scritto che tutti saranno diaconi o tutti ministri. Si parla di altro, di come Dio opererà...
Quindi mi pare un altro verso fuori contesto.
 
Condividete questa presa di posizione?
Se no, vi chiedo di dirmi perché. Se si invece, vi espongo un ulteriore esempio che viene usato a favore del ministero pastorale femminile da queste nuove forme di teologia evangelica.
 
"Vi raccomando Febe, nostra sorella, che è diaconessa della chiesa di Cencrea, perché la riceviate nel Signore, in modo degno dei santi, e le prestiate assistenza in qualunque cosa ella possa aver bisogno di voi; poiché ella pure ha prestato assistenza a molti e anche a me." - Romani 16:1-2
 
La parola diaconessa in originale dovrebbe essere "diakonos" e nel verso due viene detto "prostasis". Si sostiene che questa terminologia sia la stessa usata per intendere un pastore "in piedi davanti" e in generale il leader di un gruppo. Vi risulta?
 
Si sostiene che le qualifiche di un pastore, di un "sorvegliante" più letteralmente, sono quelle ampliamente soddisfatte da Lidia in Atti 16:40, probabile responsabile (secondo alcuni studiosi) della chiesa di Filippi.
Personalmente sul discorso di Atti 16:40 io noto che in Atti 16:11 Lidia viene presentata come una semplice commerciante interessata al messaggio, non riesco a fare la connessione di "leadership femminile" che viene sostenuta da questi evangelici.
 
Ma quello che segue può essere più interessante.
Ed è anche possibile che il divieto di Paolo delle donne di tacere nelle assemblee (1 Corinzi 14:34-35) fosse legato ad un problema di quella comunità particolarmente turbolenta. Per farlo sembra citare la legge, ma non la legge della Bibbia, ma la legge del Talmud. E' vero?
 
Detto questo quindi risulta strano che Paolo, per zittire le donne nella chiesa "si appelli" alla legge, visto che è Paolo stesso a spiegare più volte come con Cristo la legge viene abolita. Che forse si tratti di una manomissione del testo?!?
 
Ma anche in questo caso, se sia che si tratti di una regola per la comunità di Corinto, o di un atteggiamento che Paolo chiede di mantenere alle donne in tutte le chiese (lo dirà anche in 1 Timoteo 2:11-13), di certo questi versi non si dovrebbero usare per "smantellare" l'ipotesi di un ministero pastorale femminile. Visto che è una raccomandazione per donne e moglie, come ve ne sono per mariti e uomini.
 
Altre considerazioni interessante però sono in Marco 16:15 dove il grande comandamento, il mandato dato da Gesù Cristo è rivolto verso tutti i credenti ed è di predicare il Vangelo. Oppure del fatto che nei testi biblici spesso parlando di uomini si parla anche di donne, tipo in versi come questo:
 
"Se parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi amore, sarei un rame risonante o uno squillante cembalo." - 1 Corinzi 13:1
 
Oppure:
"Che dunque, fratelli? Quando vi riunite, avendo ciascuno di voi un salmo, o un insegnamento, o una rivelazione, o un parlare in altra lingua, o un'interpretazione, si faccia ogni cosa per l'edificazione." - 1 Corinzi 14:26
 
Quel ciascuno parla di tutti... non di soli uomini. Concordate?
 
In Timoteo, quando Paolo parla dell'aspirazione ad essere vescovi, la parola originaria " non è Aner o anthropos, che indicherebbe il sesso maschile di chi è abilitato a questo desiderio... Ma la parola è la neutrale "tis". Questo 'tis' (o 'tou') è ripetuto nel versetto 5, per quanto riguarda quello che è un padrone di casa.
 
Che ne pensate?
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Re: Pastore VS Predicatore: chi vincerà?
« Rispondi #28 Data del Post: 15.07.2014 alle ore 12:38:22 »

Facciamo un pò d'ordine. Ci sono già altri topic su questi argomenti, chiudo questo e  rimando sul pastore al seguente topic:
 
http://www.evangelici.net/cgi/forum/YaBB.pl?board=Dottrina;action=displa y;num=1211186612;start=0
 


 
Sul pastorato femminile e ruolo della donna, con Andrea si è detto molto, sia dal punto di vista esegetico che filologico, qui:
 
http://www.evangelici.net/cgi/forum/YaBB.pl?board=traduzionepassi;action =display;num=1322839658
 
http://www.evangelici.net/cgi/forum/YaBB.pl?board=traduzionepassi;action =display;num=1164103442
 
per cui chi volesse aggiungere qualche nuovo contributo, può farlo inviandomi un mp, e provvederò a inserirlo ed eventualmente a rispondere.  
Solo per aggiungere contributi nuovi.
 
Brevemente circa l'ultima parte di quote:
 

on 14.07.2014 alle ore 15:34:45, Stefanotus wrote:

 
In Timoteo, quando Paolo parla dell'aspirazione ad essere vescovi, la parola originaria " non è Aner o anthropos, che indicherebbe il sesso maschile di chi è abilitato a questo desiderio... Ma la parola è la neutrale "tis". Questo 'tis' (o 'tou') è ripetuto nel versetto 5, per quanto riguarda quello che è un padrone di casa.
 
Che ne pensate?

 
in 1Timoteo 3
 
a) c'è proprio il sostantivo singolare maschile preceduto chiaramente dall'articolo singolare maschile, "ton episkopon" (il sorvegliante) vs.2.
 
b) aner c'è all'accusativo singolare maschile al vs.2, referente al sesso maschile.
 
c) anthropos è più generico e può indicare anche entrambi i sessi quando sta ad indicare per es. tutti gli individui umani (cfr. Ge.1:26).  
 
d) il costrutto delle frasi sono tutte accompagnate da nomi, articoli e aggettivi di genere maschile.
 
e) il pronome maschile tis al vs.5 ha funzione deittica, per non ripetere il nome. L'ambito è ekklesia Theou (la chiesa di Dio).
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