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   Autore  Topic: La grazia e le opere  (letto 952 volte)
Beppe_Torino
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La grazia e le opere
« Data del Post: 16.09.2013 alle ore 13:03:22 »
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Dal Catechismo della Chiesa cattolica.
 
http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/chrstuni/documents/rc_pc_chrstuni_doc_31101999_cath-luth-joint-declaration_it.html
 
Secondo la concezione cattolica, le buone opere, compiute per mezzo della grazia e dell’azione dello Spirito Santo, contribuiscono ad una crescita nella grazia, di modo che la giustizia ricevuta da Dio è preservata e la comunione con Cristo approfondita. Quando i cattolici affermano il «carattere meritorio» delle buone opere, essi intendono con ciò che, secondo la testimonianza biblica, a queste opere è promesso un salario in cielo. La loro intenzione è di sottolineare la responsabilità dell’uomo nei confronti delle sue azioni, senza contestare con ciò il carattere di dono delle buone opere, e tanto meno negare che la giustificazione stessa resta un dono immeritato della grazia.
 
Che ne pensate?
« Ultima modifica: 20.09.2013 alle ore 12:00:19 by Beppe_Torino » Loggato
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Re: La grazia e le opere
« Rispondi #1 Data del Post: 04.12.2013 alle ore 18:45:44 »
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Personalmente penso una cosa sola, cioè, che la verità del cielo è semplice, ma i giri della mente sono diabolici.
Non è forse più semplice condividere che la salvezza è per grazia, che non è per opere affinché nessuno si glori.
 
Non è più semplice riconoscere che la salvezza ci è stata data gratuitamente attraverso la morte e la resurrezione di Cristo e che per ottenere il premio (la vita eterna che prescinde dalle opere ma è messa in conto di fede), la sola strada percorribile è accettare Gesù Cristo Unico Salvatore e Redentore?
 
Da bravi esseri umani che siamo, non sappiamo arrenderci alla gratuità del dono, ma dobbiamo infangarlo con le nostre opere. Allo stesso modo non sappiamo accettare Gesù Cristo per quello che è ed abbiamo bisogno di rivolgerci altrove.
 
Il dono dello Spirito Santo fa parte della grazia di Dio, perché senza di esso non avremmo alcuna possibilità di comunicare con Dio e, la Sua presenza ci rende capaci di operare le opere di Dio, delle quali nessuno potrà mai menare vanto perché sono sue e sono anch'esse una grazia divina.
Che dire?
Ognuno ha il diritto di trastullarsi come vuole.
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Re: La grazia e le opere
« Rispondi #2 Data del Post: 15.07.2014 alle ore 18:39:38 »
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on 16.09.2013 alle ore 13:03:22, Beppe_Torino wrote:
Dal Catechismo della Chiesa cattolica.
 
http://www.vatican.va/roman_curia/pontifical_councils/chrstuni/documents/rc_pc_chrstuni_doc_31101999_cath-luth-joint-declaration_it.html
 
Secondo la concezione cattolica, le buone opere, compiute per mezzo della grazia e dell’azione dello Spirito Santo, contribuiscono ad una crescita nella grazia, di modo che la giustizia ricevuta da Dio è preservata e la comunione con Cristo approfondita. Quando i cattolici affermano il «carattere meritorio» delle buone opere, essi intendono con ciò che, secondo la testimonianza biblica, a queste opere è promesso un salario in cielo. La loro intenzione è di sottolineare la responsabilità dell’uomo nei confronti delle sue azioni, senza contestare con ciò il carattere di dono delle buone opere, e tanto meno negare che la giustificazione stessa resta un dono immeritato della grazia.
 
Che ne pensate?

 
Per me il cattolico (non solo loro) mischia sempre la Grazia con le opere, il Vangelo ci dice che la Salvezza è solo per Grazia (ricevuta) ma questi (operisti) ci dicono che ci vogliono anche le opere citando una valanga di Scritture. Ma citano le Scritture in modo legalistico e non in modo pieno di GRAZIA - insomma alla lettera. Sebbene dicano di credere nella grazia di Dio, le loro opere e dottrine li smentiscono; dicono pure che «non è per opere»  nostre è che tutto «per grazia» ma in qualche modo smentiscono quel loro insegnamento.
A me mi fanno ricordare quello che disse Paolo ai Corinzi - «Ma io temo che come il serpente seduse Eva con la sua astuzia, così talora le vostre menti siano corrotte e sviate dalla semplicità che si deve avere riguardo a Cristo... Poi Paolo riassume questa corruzione dell'Evangelo in un solo versetto: «Io non annullo la grazia di Dio; perchè se la giustizia sia ha per mezzo della legge (delle opere), allora Cristo è morto invano» (Gal. 2:21).
Vero che Paolo parlava quelli della circoncisione (ma era sempre questione delle opere della legge), beh questi proclamavano di credere nella grazia, ma si facevano fare la loro «bella» circoncisione, come una legge a cui aggrapparsi e con l'osservanza dei comandamenti cercavano di produrre una loro giustizia.. Ecco cosa paolo diceva a questi operisti della legge:
«Rendo loro (che mischiano grazia con le opere) testimonianza infatti che hanno zelo per Dio, ma non secondo conoscenza. Poichè, ignorando la giustizia di DIo e cercando di stabilire la propria giustizia, non sono sottoposti, alla giustizia di Dio, perchè il fine della legge (operistica) è Cristo per la giustificazione di ognuno che crede (per fede)». E la «giustizia della legge» è quella stessa che viene predicata dalla chiesa cattolica e non  solo.
Sì, dicono pure che Gesù li ha salvati (e ci credo), ma poi in cuor loro dicono - dobbiam pure aiutarlo a mantenerci salvati, con le opere, cioè l'osservanza della legge e commandamenti; non sono mai sicuri della propria salvezza ma credono piuttosto che l'osservanza dei comandamenti «perfeziona il processo di salvezza».
 Insomma - «l'uomo che fa queste cose vivrà per mezzo di esse (opere)», e questo è il ritorno alla legge della giustizia, per salvarsi!  
Ecco perchè pur essendo salvati (per grazia) non possono godere completamente della gioia che dona la Grazia di Cristo.
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Re: La grazia e le opere
« Rispondi #3 Data del Post: 16.07.2014 alle ore 13:33:39 »
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Proverò a dirti come intendo io la grazia.
Per prima cosa la grazia è un dono non meritato, il che facendo retrospettiva si riferisce la passato da peccatori lontano da Dio.
La grazia essendo un dono e non meritato, ci è data da Dio affinché, essendoci convertiti al Signore, possiamo trovare la forza per non ritornare nel peccato. La grazia, in questo contesto è quanto Iddio provvede continuamente per sostenerci onde non abbiamo a peccare contro di Lui o contro la grazia.
Iddio da dunque continua grazia affinchè siamo resi capaci di operare secondo una nuova natura, cioè quella divina in noi. Da qui, le opere che si possono compiere essendo nella grazia, ovvero camminando secondo Cristo e non secondo la nostra vecchia natura.
Non bisogna confondere le opere della vecchia natura, anch'esse buone, ma che non sono il frutto della grazia; infatti molte persone ritengono che fare opere buone sia salutare all'anima. Ciò è errato, perchè rimangono sempre le opere della vecchia natura, e di quelle la gloria non è di Dio ma degli uomini. Quindi quelle opere ai fini della salvezza non sono utili sebbene sia buone perché non sono il frutto della grazia ma della buona volontà umana.
Colui che vuole operare secondo la grazia deve chiedere grazia per farle e non solo farle perchè ci piace farle e perchè ci troviamo del piacere in esse.
Le opere devono essere il frutto della fede, cioè fiducia in Colui che ci ha chiamati per renderci conformi alla sua volontà e non la fede  frutto, risultato delle opere.
Paradossalmente possiamo dire ciò che ha detto Gesù: Quando avete fatto ciò che vi è stato chiesto, consideratevi servi disutili. Il che vuol semplicemente dire che occorre grazia ogni volta e non una tantum.  
La cosa più difficile è considerarsi servi disutili, cioè a riposo in attesa di nuovo ordine.
Il guaio è che l'uomo per natura non ha pazienza di aspettare, ed ecco costruito un vitello d'oro (chi ha intendimento intenda), dicendo che quel vitello è il nostro Dio, cioè, in realtà faremo ciò che ci piace perchè noi lo governeremo, lo porteremo sulle nostre spalle, lo ignoreremo e lo esalteremo a piacimento; il tutto sotto la bandiera: "Tu sei il nostro Dio".
Non è piaciuto al popolo di allora aspettare il Signore e il suo servitore Mosè, e oggi è la stessa cosa, non è cambiato nulla. La fretta ha sempre generato dei figli che poi si sono rivelati non secondo la volontà di Dio accrescendo attorno a noi molte sofferenze.
Anzichè arzigogolare sulla grazia come sulla fede, convertiamoci davvero al SIgnore.
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