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   1 Corinzi 14: contraddizione?
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   Autore  Topic: 1 Corinzi 14: contraddizione?  (letto 599 volte)
Il_Cigno
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Posts: 694
1 Corinzi 14: contraddizione?
« Data del Post: 22.07.2011 alle ore 11:07:23 »
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Buongiorno a tutti Sorriso Non è mia intenzione aprire un altro thread riguardante il dono delle lingue considerando che ne sono stati aperti già molti.
 
Vorrei solo che qualcuno mi aiutasse a chiarire questa apparente contraddizione: dal versetto 22 del capitolo 14 della lettera ai corinzi, Paolo parla delle lingue come segno per i NON credenti e della profezia come segno per i credenti. Ma successivamente pare invece dire il contrario affermando che se un non credente entra in assemblea dove tutti parlano lingue non capirebbe nulla...non è in contrasto con quanto dice poche righe sopra che invece la lingua è di segno proprio per il non credente?  
 
Lo stesso dicasi della profezia: Paolo dice che se uno straniero entra in assemblea e tutti profetizzano i segreti del suo cuore sono svelati ergo, non è un segno per lui? Però sempre poche righe prima si dice che la profezia è un segno per i credenti non per i non credenti.  
 
E' un problema di traduzione o non riesco a cogliere io il significato di questo passo?
 
Grazie a chi vorrà darmi una mano nella comprensione di questo argomento, magari qualcuno che conosce il greco potrà dirmi qualcosa in più!  Sorriso
 
Riporto il testo per completezza:
 
Quindi le lingue servono di segno non per i credenti, ma per i non credenti; la profezia, invece, serve di segno non per i non credenti, ma per i credenti.  Quando dunque tutta la chiesa si riunisce, se tutti parlano in altre lingue ed entrano degli estranei o dei non credenti, non diranno che siete pazzi?  Ma se tutti profetizzano ed entra qualche non credente o qualche estraneo, egli è convinto da tutti, è scrutato da tutti,  i segreti del suo cuore sono svelati; e così, gettandosi giù con la faccia a terra, adorerà Dio, proclamando che Dio è veramente fra voi.
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Re: 1 Corinzi 14: contraddizione?
« Rispondi #1 Data del Post: 04.08.2011 alle ore 08:43:53 »
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L'apostolo Paolo riferendosi alla profezia, lo definisce per i credenti,  intendendo appunto coloro che crederanno, a motivo di questa, essendo un segno intellegibile per loro. Le persone crederanno a motivo di quello che sarà loro rivelato tramite l'uso di questo dono, e questo sarà segno per loro, e quindi non resteranno increduli. Al contrario le lingue, saranno un segno per chi non crede, in quanto un estraneo ascoltandole penserà che siamo  dei pazzi, e non avrà modo di essere convinto da questo segno.  
 
Da qui l'esortazione che segue, a fare tutto secondo il bene comune... "si faccia ogni cosa per l'edificazione. Se c'è chi parla in altra lingua, siano due o tre al massimo a farlo, e l'uno dopo l'altro, e qualcuno interpreti. Se non vi è chi interpreti, tacciano nell'assemblea e parlino a se stessi e a Dio. Anche i profeti parlino in due o tre e gli altri giudichino; se una rivelazione è data a uno di quelli che stanno seduti, il precedente taccia."
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