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   Autore  Topic: il già e non ancora  (letto 1539 volte)
serg68
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Giovanni 3:16

   
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il già e non ancora
« Data del Post: 12.08.2010 alle ore 18:40:03 »
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mi capita sovente di sentire alcuni fratelli affermare: "io sono sicuramente salvo in virtù del sacrificio di Cristo".
In parte sono d'accordoe in parte no.  
Personalmente, trovo addirittura pericolo sul piano spirituale un atteggiamento e una convinzione del genere.
provo a spiegarmi meglio.
La mia unica certezza è che mi trovo sulla via della salvezza in Cristo. L'essere sulla via, però non significa aver raggiunto il traguardo. Numerosi passi biblici mi sostengono  ma volevo prima un confronto parere con voi. Amici Ciao
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Re: il già e non ancora
« Rispondi #1 Data del Post: 12.08.2010 alle ore 19:24:43 »
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E' l'antica diatriba del "una volta salvati sempre salvati" del quale non trovo certezze sulla Bibbia; in sostanza la penso come te.
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il già e non ancora
« Rispondi #2 Data del Post: 13.08.2010 alle ore 00:06:34 »
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Pace a tutti
 
E che direste se vi dicessi che io ho sentito dire che:
 
a) Una volta salvati sempre salvati
b) Una volta salvati si può comunque scadere dalla salvazza (perderla)?
 
ovviamente entrambi con la Bibbia alla mano, ma...per caso la Bibbia si contraddice? Eppure Vago...eppure Vago...sembrerebbe che ascoltandoli separatamente entrambi abbiano ragione, perché i versetti che citano sembrano avere proprio quel senso che loro li danno, a volte anche un senso logico, ed io..(mi sono detto)..come la risolvo?
.
Prima di dirvi come l’ho risolta vorrei dire che concordo con Sergio quando parla di un pericolo sul piano spirituale, e già questa è una indicazione per dirvi ad oggi dove protendo, ma veniamo al dunque..
.
Inizialmente avevo molte perplessità ed incertezze, proprio per il fatto che il cercare di capire il pensiero dell’uno o dell’altro avrebbe richiesto uno studio comunque non superficiale e la tendenza era quella di far prevalere un verso piuttosto che un altro con la conseguente che veniva approvato il pensiero di colui che usava quel dato verso a sostegno della sua tesi...ma poi...ma poi il pensiero andava anche all’altro, perché dargli torto? ha forse detto cose strampalate? sensa senso? non bibliche? e perciò c’era un ping-pong mentale, ed in questo ping-pong una domanda me la facevo, o meglio, era un’affermazione, e l’affermazione era: “Dio lo sa, Lui lo sa come stanno le cose, ma chi dice il giusto?”, arrivai perciò a questa prima “soluzione”, e cioè se qualcuno mi avesse chiesto un parere io avrei risposto così: “L’importane è servire il Signore, a questo siamo chiamati”, risposta che comunque credo possa andar bene sia a chi è a pro del punto a) oppure a chi lo è del punto b) ma soprattutto mi metteva l’anima in pace, ed in seguito ho maturato il mio credo, che è questo:
.
Credo che noi siamo salvati per Grazia e per Fede (ma dobbiamo chiederci: “salvati da cosa?” perché è molto importante la risposta che daremo a questa domanda, una domanda che lancio ma che al momento non mi ci soffermo) e che questa salvezza ci ha procurato “quella libertà” che ci mette nella condizione di volerci o non volerci andare in cielo, se seguire Cristo o no, se perseverare o no...non c’è più la schiavitù, ma siamo liberi, in una condizione, di decidere se tornare a preferire il “frutto proibito” o ascoltare Dio e la Via per la quale dobbiamo camminare, Dio ci ha dato la libertà, libertà di scegliere della propria vita, con la propria vita..
 
Pace
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Re: il già e non ancora
« Rispondi #3 Data del Post: 13.08.2010 alle ore 16:14:23 »
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shalom!
la dottrina della predestinazione non è mai stata sufficientemente affrontata nelle chiese e nella stessa teologia. Vi testimonio la mia grande gioia quando ho cominciato a capire, con l'aiuto del Signore, l'elezione.
In questo, ovviamente mi hanno aiutato i grandi del passato come Lutero (Servo arbitrio) come Spurgeon (la consolazione della predestinazione), come Barth. fermo restando....Paolo nella lettera ai Romani. Comunque, dicevo, andando per piccoli gradi, la fede è un dono. La salvezza è dono. "ma quelli che ha giustificati li ha anche santificati". La santificazione è dono. La glorificazione è dono.
Orbene, il "Sorridenteonatore" sa, dall'inizio del tempo, a chi donare. E se la Sua parola non torna a Lui senza aver dato frutto, ne conveniamo che l'opera non sarà lasciata in sospeso o incompiuta. Come la fede, anche la santificazione è opera di Dio. Quindi proviamo consolazione in questa fiduciosa speranza. Non incertezza.  
Ovviamente, ho talmente banalizzato e sintetizzato il problema, da essere esposto a possibili errori. Vogliate capirne il concetto. Avremo da sviscerare, ma in altro topic.......giusto moderatore? Chiedo venia.
Shalom
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il già e non ancora
« Rispondi #4 Data del Post: 13.08.2010 alle ore 19:05:23 »
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on 13.08.2010 alle ore 16:14:23, u08038 wrote:
Orbene, il "Sorridenteonatore" sa, dall'inizio del tempo, a chi donare.....Ovviamente, ho talmente banalizzato e sintetizzato il problema, da essere esposto a possibili errori. Vogliate capirne il concetto. Avremo da sviscerare, ma in altro topic.......giusto moderatore? Chiedo venia.
Shalom

Credo che la frase riportata da Sergio nel 1° post si possa rifare anche a chi ha abbracciato la predestinazione, e mi riferisco a questa frase: "io sono sicuramente salvo in virtù del sacrificio di Cristo"; ora...considerato che io ho un grosso rospone per la gola che è da un pò che devo togliere riguardo la predestinazione, cosa dite moderatori possiamo "srosparci"* qui o in altra sede? Grazie
 
*srosparci = sputare fuori il rospo  Sorridente
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Re: il già e non ancora
« Rispondi #5 Data del Post: 13.08.2010 alle ore 22:34:05 »
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on 12.08.2010 alle ore 18:40:03, serg68 wrote:
mi capita sovente di sentire alcuni fratelli affermare: "io sono sicuramente salvo in virtù del sacrificio di Cristo".
In parte sono d'accordoe in parte no.  
Personalmente, trovo addirittura pericolo sul piano spirituale un atteggiamento e una convinzione del genere.
provo a spiegarmi meglio.
La mia unica certezza è che mi trovo sulla via della salvezza in Cristo. L'essere sulla via, però non significa aver raggiunto il traguardo. Numerosi passi biblici mi sostengono  ma volevo prima un confronto parere con voi. Amici Ciao

Pace,
indipendentemente dal discorso sulla predestinazione, personalmente sono convinto che quella frase, sia per principio "equivoca", e dunque "sbagliata".
Il concetto che la frase esprime è fondato sul dubbio, "io sono sicuramente salvo....". Ma la Salvezza, è e deve essere una Certezza, come una Certezza è la nostra Fede, Gesù Cristo.
 
Infatti, quando uno accetta il Cristo, la nuova creatura è "riconciliata col Padre", è Salva in Cristo per i Suoi meriti.
 
La "creatura" in questione, deve saperlo, se è Salva oppure no. È vero che la "consapevolezza" o la "presa di coscienza" (anche intellettuale) a volte necessita di qualche esperienza e magari un po' di anni, ma la Vita ricevuta, non può "passare inosservata", come pure la Pace che dà l'essere riconciliati al Padre, la Fede stessa in Cristo.
 
Dunque, alla domanda: Sei salvato?, uno dovrebbe poter rispondere con un secco Si!, in Cristo.
Questo naturalmente vale per "l'oggi", e siccome noi dobbiamo "vivere" nell'attesa che Cristo ritorni (o ci chiami, perchè il domani non è nostro), noi dovremmo essere in grado di rispondere sempre, ogni giorno con quel secco Si!
Dopotutto, è lo Spirito che ci attesta che siamo figliuoli di Dio.
 
A questo punto, a che serve "sottolineare" con "sicuramente"?  
Sta forse ad indicare un dubbio recondito? Vuole forse "aggiungere" un qualcosa alla Fede (che è già Certezza e non ha bisogno del "sicuramente"Occhiolino?
 
A mio avviso, la "necessità" di assicurarsi o rassicurarsi, ci porta a voler stabilire un qualcosa per "il domani", una certezza che siccome certezza non è, ha bisogno di un sostegno. Sostegno che nella vita pratica "realizziamo" rimandando il tutto al domani, con "io sono/sarò sicuramente salvo..." (parlando appunto di una "Salvezza" generica, "impersonale", "dottrinale"Occhiolino, e a livello intellettuale, quel "sostegno" lo cerchiamo nelle dottrine, che ci "rassicurano" e ci danno delle "certezze" intellettuali.
 
Spero di non essere stato troppo "contorto"...., ma quello che voglio dire è che io devo saperlo oggi, ora, se sono salvato o meno, in quanto fra poco, nel sonno, la mia anima mi potrebbe essere ridomandata. Inoltre, a chi mi domanda della mia Fede, io devo saper rispondere con un Si!
E ancora, visto che c'è chi ci accusa continuamente, quanto più non dovremo essere in grado di rispondere: Chi accuserà gli eletti di Dio?
 
Al "nemico", non possiamo andargli a raccontare della dottrina della predestinazione, e dirgli "io sarò"..., ma dobbiamo dirgli: Cristo è, e in Cristo io sono. (...ma tu chi sei?  Sorridente )
 
E tutto questo, è parte di un "vivere" quotidiano, e non "nel futuro"...
E le dottrine, si occupano (nella carta), del "futuro", e "rassicurano" coloro che in esse confidano; e invece di "respirare" la Certezza della Salvezza oggi, ci si consola e ci si rassicura ripetendo all'infinito che "sicuramente" siamo salvi, perchè qualcun'altro, qualcuno molto importante, Dio, lo ha deciso.
E se lo ha deciso Lui...! La Sua Volontà è Sovrana, dunque, sicuramente è così.  
Così, la Volontà di Dio è fatta, e la nostra?
Semplice, noi non ce l'abbiamo una "volontà", e il libero arbitrio non esiste, di fatto.  Cosa?!
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Re: il già e non ancora
« Rispondi #6 Data del Post: 14.08.2010 alle ore 10:36:41 »
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Siamo tutti d'accordo che la salvezza è in Cristo. Sono perfettamente d'accordo che la mia certezza deve essere al "presente". Il punto di questo trehad è se possiamo fare della grazia una scusa per vivere nella carne.
Voglio dire, chi vive nel peccato (non nel senso universale di peccatore) tipo adulterio, fornicazione ecc.. può dire:"sono salvato in Cristo?"
Non spetta a me giudicare ma se io dovessi trovarmi in una posizione del genere avrei serie difficoltà nel dire "sono salvo".
 
Filippesi 3:11-16
 
.....11 con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
 
.....12 Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù.
 
.....13 Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ....
 
.....16 Intanto, dal punto a cui siamo arrivati continuiamo ad avanzare sulla stessa linea.

Io noto che:

  • L'apostolo Paolo aveva la "speranza" e non la certezza di giungere alla risurrezione dei morti


  • Non ritiene di aver già afferrato l'eternità.

 
Galati 5:21
invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.
 
qui sta parlando a dei credenti e li mette in guardia della possibilità di non ereditare il regno di Dio.  
 
Non voglio aprire una diatriba sulla predestinazione, non è di questo che stiamo parlando. Mi interessa ricordare e sottolineare che si può scadere dalla grazia!.... o no?
 
1Corinzi 9:27

..... perché non avvenga che, dopo aver predicato agli altri, io stesso sia squalificato.

 
Non solo c'è il rischio di non tagliare il traguardo ma si può anche essere qualificati durante la corsa se non si rispettano le regole e i principi spirituali del cammino cristiano.
 
Che dire poi di tutti gli ammonimenti del nuovo testamento riguardo al vegliare, vigilare, combattere, discernere ecc..ecc..?
Perchè tanta esortazione a riguardo se non fosse necessaria o se non ci fosse il pericolo di perdere ciò che ci è stato dato?
 
Non voglio assolutamente mettere in dubbio l'efficacia e la potenza del sacrificio di Cristo.
 
Personalmente, io, oggi sono certo di essere salvo in Cristo ma per il domani ho la speranza di continuare ad avere questa certezza. Speranza che è legata alla crescita spirituale ed alla santificazione.
 
scusatemi se sono stato prolisso  
 Amici
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Re: il già e non ancora
« Rispondi #7 Data del Post: 14.08.2010 alle ore 11:14:49 »
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Si può scadere dalla grazia? Almeno per questo motivo sicuramente:
 
Galati 5
 
1 State dunque saldi nella libertà con la quale Cristo ci ha liberati, e non siate di nuovo ridotti sotto il giogo della schiavitù. 2 Ecco, io, Paolo, vi dico che se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà nulla. 3 E daccapo attesto ad ogni uomo che si fa circoncidere che egli è obbligato ad osservare tutta la legge. 4 Voi, che cercate di essere giustificati mediante la legge, vi siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia.
 
Ma, come è già stato detto, vi sono anche altri punti che l'attestano.
 
E' ovvio che agli occhi di Dio, che vive nell'eternità, ciò che avviene nel tempo è già stato visto per l'intero, dal principio alla fine.  
 
Così non è per noi, che dobbiamo percorrere il sentiero indicato da Cristo durante la nostra esistenza, ed il farlo dipende anche dalla nostra volontà. Nessuno ci potrà rapire dalla mano di Dio, ammesso che noi stessi non ci vogliamo allontanare dalla sua protezione.  
 
Anche questo fa parte della libertà che Dio stesso ci ha dato; altrimenti sarebbe tutta una commedia di dubbio gusto.
 
I salvati sono conosciuti già dall'inizio; ma non per il capriccio di Dio sono salvati, ma perché nel giudizio sono stati ritenuti degni di ciò. Quello dipende da come hanno condotto la loro esistenza, nella libertà di fare o non fare ciò che è giusto.
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« Rispondi #8 Data del Post: 14.08.2010 alle ore 11:52:00 »
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on 14.08.2010 alle ore 11:14:49, Marmar wrote:
Si può scadere dalla grazia? Almeno per questo motivo sicuramente:
 
Galati 5
 
1 State dunque saldi nella libertà con la quale Cristo ci ha liberati, e non siate di nuovo ridotti sotto il giogo della schiavitù. 2 Ecco, io, Paolo, vi dico che se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà nulla. 3 E daccapo attesto ad ogni uomo che si fa circoncidere che egli è obbligato ad osservare tutta la legge. 4 Voi, che cercate di essere giustificati mediante la legge, vi siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia.

Piccolo appunto in riferimento al verso sopra:
 
i "siamo salvati ma possiamo perderla la salvezza" dicono: vedete? dalla Grazia si può scadere (perdere)
 
i "una volta salvati sempre salvati" dicono: "scadere" non stà per "perdere" ma per "beneficiare meno" di quello "stato" di Grazia di cui siamo partecipi quando seguiamo il Signore
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Re: il già e non ancora
« Rispondi #9 Data del Post: 14.08.2010 alle ore 12:31:39 »
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on 14.08.2010 alle ore 11:52:00, ROBY66 wrote:

Piccolo appunto in riferimento al verso sopra:
 
i "siamo salvati ma possiamo perderla la salvezza" dicono: vedete? dalla Grazia si può scadere (perdere)
 
i "una volta salvati sempre salvati" dicono: "scadere" non stà per "perdere" ma per "beneficiare meno" di quello "stato" di Grazia di cui siamo partecipi quando seguiamo il Signore

 
piccolo appunto  Sorridente  
i "una volta salvati sempre salvati"  cosa dicono a riguardo?
Galati 5:21
invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.
 
Si può eriditare meno il regno di Dio? Si può essere poco o tanto eredi? o si è eredi o non lo si è (secondo me)! Sorridente
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« Rispondi #10 Data del Post: 14.08.2010 alle ore 12:59:56 »
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on 14.08.2010 alle ore 12:31:39, serg68 wrote:
piccolo appunto  Sorridente  
i "una volta salvati sempre salvati"  cosa dicono a riguardo?
Galati 5:21
invidie, ubriachezze, orge e altre simili cose; circa le quali, come vi ho già detto, vi preavviso: chi fa tali cose non erediterà il regno di Dio.

Il verso, a detta dei "sempre salvati", è di ammonimento per i perduti, ma anche se fosse la condizione di qualcuno che "si è allontanato" dalle vie del Signore, il Signore provvederà a creare l'occasione per un ritorno in quanto Gesù "non perde nulla" di quanto gli è dato dal Padre.
 
Se può interessarti c'è un libricino di 48 pagine che spiega questa loro posizione, il titolo è "Si può perdere la salvezza?" di Dino Turello costo: poco più di 1 euro
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Re: il già e non ancora
« Rispondi #11 Data del Post: 14.08.2010 alle ore 13:18:48 »
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on 14.08.2010 alle ore 12:59:56, ROBY66 wrote:

Il verso, a detta dei "sempre salvati", è di ammonimento per i perduti, ma anche se fosse la condizione di qualcuno che "si è allontanato" dalle vie del Signore, il Signore provvederà a creare l'occasione per un ritorno in quanto Gesù "non perde nulla" di quanto gli è dato dal Padre.
 
Se può interessarti c'è un libricino di 48 pagine che spiega questa loro posizione, il titolo è "Si può perdere la salvezza?" di Dino Turello costo: poco più di 1 euro

 
Scusami Roby, non vorrei sembrare noioso o polemico, ma mi chiedo, sempre con attegiamento costruttivo, come si può sostenere che l'ammonimento sia per i perduti? La lettera di Paolo è indirizzata ad una chiesa, si presume quindi a dei cristiani e non a dei pagani (perduti).  
Come spiegano questo? sempre per capire, non fraintendermi  Amici
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Re: il già e non ancora
« Rispondi #12 Data del Post: 14.08.2010 alle ore 13:24:02 »
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Pace

Quote:
Voglio dire, chi vive nel peccato (non nel senso universale di peccatore) tipo adulterio, fornicazione ecc.. può dire:"sono salvato in Cristo?"

No, non può dirlo, esattamente come non può dirlo chi non ama il suo fratello, perchè Dio non è in lui.
E se egli dice di "essere in Cristo", è bugiardo, perchè l'Amore di Cristo non è in lui.
 
Per questo io facevo il discorso delle "dottrine" che rassicurano, ci "convincono" che "siamo salvati".
A proposito del vivere nell'adultero o nella fornicazione, per esempio, se per "dottrina" o "insegnamento" stabiliamo e accettiamo che le seconde nozze non sono da contemplare nell'adulterio, allora andremo a seconde nozze, "giustificati" dalla "dottrina" che abbiamo fatto nostra, e che naturalmente, abbiamo "ricavato" dalle Scritture. E la nostra coscienza non ci condannerà, perchè la abbiamo messa a tacere attraverso "l'insegnamento", la Parola che abbiamo "tradotto" in dottrina.
 
A questo punto, io da divorziato, sempre per esempio, andrò a seconde nozze, e potrò ancora affermare di essere in Cristo, salvato per la Sua Grazia.

Quote:
Filippesi 3:11-16
 
.....11 con la speranza di giungere alla risurrezione dai morti.
 
.....12 Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù.
 
.....13 Fratelli, io non ritengo di averlo già afferrato; ....
 
.....16 Intanto, dal punto a cui siamo arrivati continuiamo ad avanzare sulla stessa linea.
 
Io noto che:
 
    * L'apostolo Paolo aveva la "speranza" e non la certezza di giungere alla risurrezione dei morti
 
    * Non ritiene di aver già afferrato l'eternità.

Infatti, l'Apostolo Paolo dirà in Romani 8:24 che "noi siamo stati salvati in speranza...", la Speranza della Fede in Cristo.
E come "la Fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono", quella nostra Speranza starà nella Certezza della nostra Fede, nel Cristo.
 
Ma il problema è che gli uomini hanno bisogno "di vedere", per credere (avere fede), e dunque scrutano le Scritture per ricavarne delle certezze che siano "più certe" della Fede stessa, e questo di fatto, annulla la "speranza", con tutte le conseguenze del caso.

Quote:
Mi interessa ricordare e sottolineare che si può scadere dalla grazia!.... o no?

Certo che si può.
Tant'è che ogni tralcio che non porta frutto, viene reciso, e raccolto per il fuoco.

Quote:
Come spiegano questo?

Facendo i salti mortali...  Sorridente
« Ultima modifica: 14.08.2010 alle ore 13:26:18 by eliseob. » Loggato
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« Rispondi #13 Data del Post: 14.08.2010 alle ore 14:26:56 »
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on 14.08.2010 alle ore 13:18:48, serg68 wrote:
Scusami Roby, non vorrei sembrare noioso o polemico, ma mi chiedo, sempre con attegiamento costruttivo, come si può sostenere che l'ammonimento sia per i perduti? La lettera di Paolo è indirizzata ad una chiesa, si presume quindi a dei cristiani e non a dei pagani (perduti).  
Come spiegano questo? sempre per capire, non fraintendermi  Amici

Sì..è vero..ma non sappiamo se nella Chiesa c'era qualcuno che faceva quelle cose pur dicendo di credere in Dio, e comunque non è tanto all'indirizzo che dobbiamo guardare ma all'insegnamento (o avvertimento) in che senso? te ne dico uno:
 
- Io non penso che prima di "aggregarsi" in una riunione di culto bisognava aver accettato il Signore come Salvatore, per meglio dire: è possibile che nella riunione ci fosse qualcuno non ancora convertito? se "no", perchè non avrebbe potuto essere? senza dimenticarci che quella Lettera non era di esclusiva dei Galati ma è anche per noi oggi, ed oggi potrei riformulare le stesse domande  Amici Ciao
 
ps comunque sarebbe interessante vedere ogni singolo punto a sostegno di questo loro "salvati sempre", non prometto, ma se riesco a ritagliarmi un pò di tempo... Indeciso
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Re: il già e non ancora
« Rispondi #14 Data del Post: 14.08.2010 alle ore 17:12:02 »
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on 14.08.2010 alle ore 14:26:56, ROBY66 wrote:

Sì..è vero..ma non sappiamo se nella Chiesa c'era qualcuno che faceva quelle cose pur dicendo di credere in Dio, e comunque non è tanto all'indirizzo che dobbiamo guardare ma all'insegnamento (o avvertimento) in che senso? te ne dico uno:
 
- Io non penso che prima di "aggregarsi" in una riunione di culto bisognava aver accettato il Signore come Salvatore, per meglio dire: è possibile che nella riunione ci fosse qualcuno non ancora convertito? se "no", perchè non avrebbe potuto essere? senza dimenticarci che quella Lettera non era di esclusiva dei Galati ma è anche per noi oggi, ed oggi potrei riformulare le stesse domande  Amici Ciao
 
ps comunque sarebbe interessante vedere ogni singolo punto a sostegno di questo loro "salvati sempre", non prometto, ma se riesco a ritagliarmi un pò di tempo... Indeciso

 
...per continuare ad essere noioso  Sorridente .....vado avanti a fare delle osservazioni. Vago
 
finora ho condiviso le argomentazioni che sono state presentate a sostegno dei "salvati x sempre"; ora, però,  devo dissentire da quest'ultima esegesi.
 
La "redazione" è una delle regole ermeneutiche di cui non si può non tener conto; per quanto leggittimo sia fare dai passi bibblici delle "applicazioni", non è corretto non tener conto di questi "dettagli" (ammesso che siano dettagli) se vogliamo cogliere il significato primario di un testo bibblico.
 
per esempio la lettera ai Romani differisce dalle altre da un punto di vista "redazionale" (a chi è indirizzata) e pertanto la chiave interpretativa deve tenerne conto.
 
per esempio, tener conto della "redazione" ci aiuta a comprendere alcuni passi della bibbia che a prima vista sembrerebbero contraddittori come la tentazione di Gesù in Matteo e in Luca dove la conclusione sembra diversa ecc..ecc....
 
mi spiace ma quest'ultima analisi esegetica la trovo poco condivisibile.
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Togli via la volontà libera, e non vi sarà più nulla da salvare; togli via la grazia, e non vi sarà nulla con cui salvare.
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