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   Autore  Topic: Discepoli, conversione ed evangelizzazione  (letto 2798 volte)
elovzu
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Discepoli, conversione ed evangelizzazione
« Data del Post: 11.05.2010 alle ore 12:49:47 »
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Stavo pensando... qualcuno dice che i discepoli si siano realmente convertiti solo dopo la morte e risurrezione di Gesù. Intuivano di avere di fronte una persona speciale tant'è che avevano deciso di seguirlo e imparavano da Lui, Pietro ha anche avuto una rivelazione su di Lui, ma la vera fede in Lui viene solo dopo.
 
La domanda è: come è possibile che i discepoli siano stati mandati ad evangelizzare prima di convertirsi? (Luca 10)
« Ultima modifica: 11.05.2010 alle ore 15:01:52 by elovzu » Loggato

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Re: Discepoli, conversione ed evangelizzazione
« Rispondi #1 Data del Post: 11.05.2010 alle ore 14:20:01 »
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Pace Elovzu,

Quote:
è in genere acettato che i discepoli si siano realmente convertiti dopo la morte e risurrezione di Gesù.

Scusami, sarà certamente a motivo della mia ignoranza, ma è la prima volta ascolto/leggo un'affermazione simile, e per giunta, "è in genere accettato".
 
Potresti accennarmi da chi? Con quali criteri si è giunti a quella "conclusione"?

Quote:

La domanda è: come è possibile che i discepoli siano stati mandati ad evangelizzare prima di convertirsi? (Luca 10)

Scusa se mi permetto, ma secondo me la domanda non si pone.
 
Gesù li ha chiamati, ed essi lasciata ogni cosa, lo seguirono!
Da quel momento in poi, essi sono chiamati "i Suoi", cioè appartententi a Lui, o sbaglio?
 
Lasciare ogni cosa, e seguirLo, credo si possa definire a tutti gli effetti "conversione" di rotta, in quanto essi non seguivano più la loro strada, ma il loro Maestro.
Che poi dovevano imparare, questo è fuor di dubbio, ma questo è insito nel discepolato, e non mette certo in dubbio o in discussione nè la conversione, nè la Fede.
Perchè la Fede viene dall'udire, e l'udire dal Maestro.
Dunque più tempo trascorrono ad imparare/udire, più Fede avranno.
 
Gesù li mandò con un mandato preciso: Dare la Pace, guarire gli infermi, e dire loro "Il Regno di Dio si è avvicinato a voi".
Il "Suo Mandato", era la garanzia di riuscita.
 
Inoltre, essi annunciavano ciò che essi stessi per primi avevano conosciuto, e non solo, Gesù disse loro che i loro nomi erano scritti nei Cieli.
 
Per questo, devo confessare che mi ha spiazzato un po', questo tuo Topic...
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Re: Discepoli, conversione ed evangelizzazione
« Rispondi #2 Data del Post: 11.05.2010 alle ore 14:21:41 »
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on 11.05.2010 alle ore 12:49:47, elovzu wrote:
Stavo pensando... è in genere acettato che i discepoli si siano realmente convertiti dopo la morte e risurrezione di Gesù. Intuivano di avere di fronte una persona speciale tant'è che avevano deciso di seguirlo e imparavano da Lui, Pietro ha anche avuto una rivelazione su di Lui, ma la vera fede in Lui viene solo dopo.
 
La domanda è: come è possibile che i discepoli siano stati mandati ad evangelizzare prima di convertirsi? (Luca 10)

 
Io non credo che la conversione sia qualcosa che avviene in un punto particolare della vita e poi basta. Credo che sia un processo continuo che ci riguarda giorno per giorno e che fa parte della santificazione. Forse che la conversione che intendi (correggime se ho capito male) sia l'accettazione di Gesù e la decisione di seguirlo? In tal caso i discepoli erano convertiti fin dal primo incontro con Cristo.  
La tua domanda apre un bel dibattito soprattutto riguardo al fatto che non avevano ancora ricevuto il battesimo dello Spirito Santo.  
Onestamente, per me questo è oggetto di riflessione da un pò di tempo a questa parte.....
Aspetto con ansia altri interventi/spunti  Amici Amici
 
ops.... Imbarazzato...postato quasi in contemporanea con Eliseo Amici
« Ultima modifica: 11.05.2010 alle ore 14:24:11 by serg68 » Loggato

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Re: Discepoli, conversione ed evangelizzazione
« Rispondi #3 Data del Post: 11.05.2010 alle ore 14:50:12 »
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Il battesimo con lo S. S. credo sia un argomento affine ma non lo stesso del topic.
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Re: Discepoli, conversione ed evangelizzazione
« Rispondi #4 Data del Post: 11.05.2010 alle ore 15:00:59 »
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Eliseo hai ragione.  Vago Avrei dovuto scrivere "qualcuno crede" - anzi lo cambio.  In effetti la Bibbia dice proprio che credettero (Gv.2:11), ma allora la domanda è: in cosa, visto che Gesù non era ancora morto e risorto? E che messaggio portavano quando furono mandati a due a due?
Serg68 tocca poi giustamente l'altro punto legato a questo: lo Spirito Santo, la conversione e la fede. Ma non era tanto di di questo che volevo parlare anche perchè credo sia già stato trattato altrove. Mi interessa molto invece il discorso della conversione "progressiva". Cosa ne pensate?
« Ultima modifica: 11.05.2010 alle ore 15:03:03 by elovzu » Loggato

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Re: Discepoli, conversione ed evangelizzazione
« Rispondi #5 Data del Post: 11.05.2010 alle ore 15:11:19 »
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Comunque ecco un paio di passi a sostegno della tesi della conversione dopo la risurrezione:
 
Giov.2:22 Quando dunque fu risorto dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che egli aveva detto questo; e credettero alla Scrittura e alla parola che Gesù aveva detta.
Luca 22:31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».
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Re: Discepoli, conversione ed evangelizzazione
« Rispondi #6 Data del Post: 11.05.2010 alle ore 15:56:11 »
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Sono d'accordo con la tesi della conversione progressiva ,nel senso che i discepoli all'inizio avevano accettato  Cristo, ma ancora avevano residui di carattere da formare e da farsi modellare.
Mandati ad evangelizzare dopo la resurrezione di Cristo per una piu' completa esposizione del Vangelo, mi sembra un'idea plausibile.
Ed erano anche piu' maturi spiritualmente ...
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Re: Discepoli, conversione ed evangelizzazione
« Rispondi #7 Data del Post: 11.05.2010 alle ore 16:01:16 »
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on 11.05.2010 alle ore 15:00:59, elovzu wrote:
Mi interessa molto invece il discorso della conversione "progressiva". Cosa ne pensate?

 
Infatti, altro non è che la santificazione.
 

on 11.05.2010 alle ore 15:11:19, elovzu wrote:
Comunque ecco un paio di passi a sostegno della tesi della conversione dopo la risurrezione:
 
Giov.2:22 Quando dunque fu risorto dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che egli aveva detto questo; e credettero alla Scrittura e alla parola che Gesù aveva detta.
Luca 22:31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».

 
In questi casi capisco che il significato è: credettero "maggiormente"....ma qui  forse dovremmo andare in esegesi.
 
Indubbiamente dopo la resurrezzione si nota un cambiamento forte e radicale in tutti i discepoli.
E' un pò come dire: "si crediamo ma ora ne siamo certi"
Del resto possiamo trovare una simile analogia nella nostra vita. Quando lessi la bibbia per la prima volta credetti a ciò che vi era scritto, ma quando incontrai Gesù in modo personale, la mia certezza intellettuale divenne fede.
Ecco perchè lo Spirito Santo per mezzo dell'apostolo Paolo usa il verbo "gustare" in Ebrei 6:4-5 e 1Pietro 2:3 e non il verbo "capire".
Ritengo pertanto che ci sia una "progressione" sia nel ravvedimento che nella conversione.
 
Spero di essermi spiegato bene Imbarazzato
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Re: Discepoli, conversione ed evangelizzazione
« Rispondi #8 Data del Post: 11.05.2010 alle ore 16:27:58 »
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on 11.05.2010 alle ore 12:49:47, elovzu wrote:
Stavo pensando... qualcuno dice che i discepoli si siano realmente convertiti solo dopo la morte e risurrezione di Gesù. Intuivano di avere di fronte una persona speciale tant'è che avevano deciso di seguirlo e imparavano da Lui, Pietro ha anche avuto una rivelazione su di Lui, ma la vera fede in Lui viene solo dopo.
 
La domanda è: come è possibile che i discepoli siano stati mandati ad evangelizzare prima di convertirsi? (Luca 10)

 
secondo me è importante capire che in Israele, a quei tempi, era normale seguire un rabbino, molti erano anche quei rabbini che predicavano la guarigione e la liberazione dai demoni.
Molti erano i seguaci di Giovanni Battista, ma troviamo anche dei discepoli di farisei.
I discepoli, seguivano Gesù, riconoscendo in Lui un'autorità particolare, ma quanto avevano davvero afferrato che Gesù era il salvatore del mondo?
Credo che la loro conversione sia iniziata dopo la resurrezione di Gesù, perchè solo a quel punto hanno capito chi fosse davvero il loro Maestro.
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Re: Discepoli, conversione ed evangelizzazione
« Rispondi #9 Data del Post: 11.05.2010 alle ore 16:56:47 »
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Quote:
In effetti la Bibbia dice proprio che credettero (Gv.2:11), ma allora la domanda è: in cosa, visto che Gesù non era ancora morto e risorto?

Credettero alla Sua Parola, esattamente come Abramo.
Furono chiamati, e appena udirono la chiamata (la voce/Parola), esattamente come Abramo, ubbidirono per Fede, senza sapere/capire, e per la medesima Fede furono giustificati e il loro nome fu scritto nei Cieli.

Quote:
E che messaggio portavano quando furono mandati a due a due?

Ciò che avevano conosciuto/gustato.
Avevano incontrato il Regno di Dio, e avevano risposto alla Chiamata.
Essi portavano dunque Pace, Guarigione, e annunciavano di quel Regno che avevano incontrato, con l'Autorità data dal Mandato di Cristo, non della propria conoscenza/sapienza/comprensione.

Quote:
Mi interessa molto invece il discorso della conversione "progressiva". Cosa ne pensate?

Penso che ci sia una conversione che si attua al momento della Chiamata, ed avviene per Fede, e un'altra che non finisce mai, che avviene mediante la conoscenza data dalla Parola di Dio, che scopre pian piano il nostro essere, e manifesta ciò che siamo, e dunque quello dal quale ogni volta ci dobbiamo "convertire".

Quote:
Giov.2:22 Quando dunque fu risorto dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che egli aveva detto questo; e credettero alla Scrittura e alla parola che Gesù aveva detta.
Luca 22:31 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; 32 ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».

Giov. 2:22 dice che "credettero alla Scrittura", e cioè a "Lo zelo della Tua casa mi consuma", e alle parole di Gesù riguardo al "Suo corpo/Tempio", ma non riguardo al "credere" in Gesù in generale come Figlio di Dio, questo lo avevano fatto implicitamente rispondendo alla Chiamata.
 
Luca 22:31 è anch'esso molto chiaro, secondo me.
Essi, erano tutti stati "vagliati come si vaglia il grano", e chi più e chi meno si era ritrovato a scoprire l'inimmaginabile dentro se stesso, e Pietro ne fu l'esempio più eclatante.
La sua "conversione" dunque, altro non è che il frutto della "purificazione" portato da quel "vaglio" molto fine; Nella sua riabilitazione infatti, Pietro non era più quello di prima, ed era pronto a pascere il Suo gregge.
 
Cara Franchina, Natanaele aveva compreso benissimo chi aveva davanti, non un rabbino qualsiasi, ma Il Figlio di Dio.
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Re: Discepoli, conversione ed evangelizzazione
« Rispondi #10 Data del Post: 12.05.2010 alle ore 09:43:57 »
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C'è qualche cosa che non mi torna, come mai Gesù dice così a Pietro, se lui era già convertito?
O forse la Parola si è sbagliata?
 
Luca 22:32
ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli».
 
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Re: Discepoli, conversione ed evangelizzazione
« Rispondi #11 Data del Post: 12.05.2010 alle ore 10:11:37 »
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Cara Franchina, la Parola non è mai sbagliata, se mai lo sono le nostre conclusioni.
 
Matteo 16
18 E io altresì ti dico: Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte dell'Ades non la potranno vincere.

 
Gesù sta parlando allo stesso Pietro, molto prima della Resurrezione, addirittura prima del rinnegamento da parte sua.
Non dice "tu sarai", e nemmeno "su quello che sarai", ma tu sei, e su questa pietra....
 
La "pietra", è il Fondamento che era stato posto.
Ed è sul Fondamento che si edifica.
 
E il Fondamento, a detta di Gesù, c'era.
Si trattava solamente di "edificarci" sopra, e non della paglia o del fieno, e nemmeno del rame o del bronzo.
L'uomo però, tende ad edificare mischiando dei materiali nobili con quelli poco nobili. E il processo di purificazione, che ci costringe a "convertirci" da tutto ciò che scopriamo essere "peccato" (ricorda che Davide implorava l'Eterno di nettare del tutto il suo cuore da tutta l'iniquità che in esso si trova).
 
Questo processo di conversione, non finisce mai, fino a quando resterà solo l'oro.
 
C'è un punto però, nel quale Dio ritiene che un Suo figliuolo è "pronto" a pascere il Suo gregge.
Ecco, a quello si riferiva Gesù parlando a Pietro.
Infatti, quando lo riabilitò, Pietro era "pronto" a pascere il gregge; Questo non vuol dire che Pietro avesse finito col suo processo di purificazione, solamente che da quel momento in poi poteva essere usato come un Ministro.
Per il resto, avrebbe continuato esattamente come tutti gli altri, a spogliarsi del continuo dell'uomo vecchio.
 
A me dunque, i conti tornano tutti.  Occhiolino
 
P.S.: Secondo me comunque, forse una piccola modifica al titolo non sarebbe male. 1° Conversione 2° Discepolato 3° Evangelizzazione  Occhiolino
Le differenze potranno essere sottili, ma non per questo meno importanti, anzi, forse addirittura fondamentali.
 
A meno che non si intendeva "Sorridenteiscepoli: conversione ed evangelizzazione"  Sorridente
« Ultima modifica: 12.05.2010 alle ore 10:45:54 by eliseob. » Loggato
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Re: Discepoli, conversione ed evangelizzazione
« Rispondi #12 Data del Post: 12.05.2010 alle ore 23:12:01 »
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Da come ha avuto inizio la discussione e come sta andando avanti, se non si fanno delle distinzioni si corre il rischio di creare un po’ di confusione, parlando di “conversione”, di “credenza” e di “santificazione”, come se ci trovassimo alla presenza di tre sinonimi. Tenuto conto però che i concetti di conversione, di credenza e di santificazione non hanno lo stesso significato, è necessario che si faccia qualche precisazione. Concepire un discepolo di Gesù che viene mandato da Lui a svolgere una missione (come il caso specifico citato Luca 10) senza pensare alla sua conversione, non saprei su quale base si può formulare una simile ipotesi. Se per “discepolo” si intende una persona che avendo ascoltato ed accettato un invito, una chiamata (si intende da parte del Signore) a seguire e la “conversione” che equivale ad un cambiamento di posizione, questo avviene nel momento che si prende una decisione. Quindi, i settanta, definiti “discepoli”, secondo Luca 10, erano persone che, avendo risposto alla chiamata del Signore, si erano disposti e decisi a seguirlo, e, con la loro ubbidienza, dimostravano il cambiamento = conversione che si era prodotto in loro.  
 
Inoltre, deve essere ben chiaro che Gesù non affiderà nessun tipo di missione, (trattandosi dell’opera Sua) a persone che non si siano convertiti a Lui, e questo, naturalmente, di solito avviene, quando si prende coscienza del proprio stato di peccato, si pente per il modo di vita peccaminosa condotta, si decide di cambiare mentalità, fare un dietro front al proprio passato, per camminare in un sentiero novo, che è quello delle vie del Signore. Questo processo, dal punto di vista teologico si chiama “Conversione”.
Citare Luca 22:31,32 «Simone, Simone, ecco, Satana ha chiesto di vagliarvi come si vaglia il grano; ma io ho pregato per te, affinché la tua fede non venga meno; e tu, quando sarai convertito, fortifica i tuoi fratelli», per provare che i discepoli non erano ancora convertiti, prima della risurrezione di Gesù (e Pietro in modo particolare) significhi interpretare erroneamente la parola del Signore. Anche qui, è necessario fare delle precisazioni, sia per comprendere correttamente la parola di Gesù e sia per non fare dire alla Bibbia quello che essa non vuole affermare.
 
La prima cosa che bisogna chiedere è: perché Satana aveva domandato di vagliare i discepoli nella maniera come si vaglia il grano? Senza dubbio c’era un preciso piano nella mente di Satana da attuare e una chiara valutazione che egli faceva della vita dei discepoli di Gesù. Che cosa avveniva con la vagliatura del grano? Dopo la trebbiatura, il grano ammassato nell’aia assieme alla paglia veniva gettato in aria, con un corretto arnese, chiamato tridente, e il vento che soffiava, separava la paglia dal grano: la paglia veniva portata via, mentre il grano rimaneva per essere raccolto nel granaio.
 
Satana voleva dimostrare a Gesù che i suoi discepoli, in effetti, secondo la sua valutazione, non erano grano ma paglia; con la vagliatura sarebbero tutti scomparsi e nessuno di loro sarebbe rimasto, neanche il più ardito Pietro.  
 
Questa previsione di Satana, però, non rispondeva a verità, perché i discepoli, compreso Pietro, non erano paglia, ma grano. Sapendo Gesù che in quella stessa notte i Suoi discepoli l’avrebbero lasciato e che lo stesso Pietro l’avrebbe addirittura rinnegato di conoscerlo per tre volte, assicurò il suo discepolo che la sua intercessione per lui, l’avrebbe preservato dal venire meno la sua fede. Anche se Pietro si comportò in maniera vile in quella notte nei confronti del suo Maestro, dichiarando pubblicamente di non conoscerlo, nondimeno la preghiera di Gesù in suo favore, lo preservò da una ruinosa e definitiva caduta. Gesù aveva anche predetto a Pietro, che quando, si fosse “convertito”, avrebbe confermato i suoi fratelli. Da queste parole qualcuno deduce che Pietro non era ancora convertito ma che lo divenne dopo la risurrezione di Gesù, allorquando venne riabilitato nel numero degli apostoli e gli venne affidato l’incarico di pascere il gregge del Signore. Come dobbiamo intendere le parole del Maestro? Qual è il significato del termine greco epistrephas adoperato nel nostro passo? In senso transitivo e intransitivo significa: «voltare, volgere qualcuno o se stessi (voltarsi)» [G. Bertram, GLNT, Vol. XII, col. 1364].  
 
Le varie versioni hanno tradotto la frase del nostro testo: quando sarai convertito...; la CEI l’ha invece reso una volta ravveduto.... Il senso del ravvedimento è senza dubbio collegato al fatto che in quella notte in cui Pietro rinnegò il suo Signore, pianse amaramente (Matteo 26:75). Il “voltarsi” e il “rivolgersi”, di Pietro, fu senza dubbio verso Gesù, non con riferimento al suo passato, cioè quando venne chiamato da Gesù a seguirlo, neanche riguardava il suo futuro, cioè quando sarebbe avvenuta la sua riabilitazione dopo la risurrezione, ma si riferiva essenzialmente a quella notte, dopo aver per tre volte rinnegato di conoscere il suo Signore. Fu, infatti, in quella notte che egli pianse amaramente, si pentì di cuore e sentì profondamente il dolore per essersi comportato virilmente nei confronti di Gesù. Quell'amara e tragica esperienza che egli fece, non serviva solamente per lui, ma sarebbe anche servita per “fortificare i suoi fratelli”, qualora fossero caduti in qualche errore e in qualche peccato. Considerato il passo in questa prospettiva, non ci sono, secondo me, validi motivi, per sostenere che Pietro non era convertito prima della risurrezione di Gesù.  
 
Infine, citare Giov.2:22, per sostenere che i discepoli (almeno gli apostoli) credettero in Gesù dopo la sua risurrezione, ha lo stesso significato di riferire le mezze verità. Questo perché, anche se il nostro testo ed altri ancora lo lasciano presupporre, tuttavia, basterebbero un paio di testi inequivocabili, per dissipare ogni incertezza e portare luce e convinzioni alle nostre menti.
 
Gesù di trova nella sinagoga di Capernaum, ha attorno di sé, dei Giudei e molti dei suoi discepoli, anche se tra loro ce ne sono alcuni che non credevano in Lui. Nel suo insegnamento affermava la necessità di mangiare la sua carne e bere il suo sangue per avere la vita in se. La parola precisa che molti dei suoi discepoli, udendo quel tipo di parlare, affermavano che era duro di ascoltare, di conseguenza si ritirarono dal seguirlo. Gesù rimase con un piccolo gruppo, cioè i dodici, e a loro chiese:
 
«Non volete andarvene anche voi?»
Simon Pietro gli rispose: «Signore, da chi andremmo noi? Tu hai parole di vita eterna;
e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio»
(guarda tutto il paragrafo, Giovanni. 6:53-68).
 
Notiamo che almeno i dodici si differenziavano dagli altri, per il fatto che avevano creduto e conosciuto che Egli era il Santo di Dio. Questo avvenne durante la sua vita terrena, prima della sua morte e della sua risurrezione dai morti.
 
Inoltre, prima che Gesù andasse alla croce, in quella memorabile preghiera che Egli innalzò a suo Padre, parlò dei suoi discepoli in questi termini:
 
Io ho manifestato il tuo nome agli uomini che tu mi hai dati dal mondo; erano tuoi e tu me li hai dati; ed essi hanno osservato la tua parola.
Ora hanno conosciuto che tutte le cose che mi hai date, vengono da te;
poiché le parole che tu mi hai date le ho date a loro; ed essi le hanno ricevute e hanno veramente conosciuto che io sono proceduto da te, e hanno creduto che tu mi hai mandato
(Giovanni 17:5-8).
 
Questi due passi dimostrano chiaramente senza nessun dubbio che i discepoli (almeno i dodici) prima della morte e risurrezione di Gesù, avevano creduto in Lui quale Figlio e Santo di Dio, anche se la loro credenza, uguale fede, non aveva raggiunto quel livello di maturità che raggiunse dopo la risurrezione.
« Ultima modifica: 12.05.2010 alle ore 23:26:23 by Domenico » Loggato
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Re: Discepoli, conversione ed evangelizzazione
« Rispondi #13 Data del Post: 13.05.2010 alle ore 09:45:34 »
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Grazie Domenico per il tuo intervento molto interessante e anche agli altri per gli ottimi spunti.
Riassumo alcuni dei punti che sono emersi finora e ditemi se siete d'accordo...
- La fede in Gesù (in quanto messia/mandato da Dio) è stata esercitata dai discepoli già al momento della chiamata
- La rivelazione di Gesù come salvatore del mondo è arrivata pienamente solo dopo la Sua morte e risurrezione (e non poteva essere altrimenti)
- La parola "conversione" nel senso di cambiare rotta, strada, voltarsi, è un termine generale che può significare in alcuni passi accettare Cristo come salvatore (l'uso corrente che ne facciamo noi oggi), ma può anche avvenire in chi è già credente, riguardo ad una particolare situazione, peccato o rivelazione
- Dio non può usare direttamente (dando un ordine specifico) persone che non abbiano accettato di seguirlo
 
Le mie riflessioni.
I discepoli si trovavano sicuramente in un momento storico molto particolare con Gesù presente ma non ancora morto e risorto.  La loro fede si esercitava come nel VT in "speranza di redenzione" pur non avendo ancora conosciuto nei dettagli il piano di salvezza Dio. Dopo la risurrezione hanno continuato a credere in Gesù ma hanno ricevuto una rivelazione maggiore su di Lui e lo Spirito Santo.  Prima predicavano il ravvedimento e l'avvicinarsi del Regno di Dio agli Ebrei(similmente a Giovanni Ev.) dopo sono stati mandati a predicare la salvezza a tutte le genti. Ma erano già "Suoi".
 
Ciò che secondo me è interessante è che questa loro situazione particolare ci parla del come Dio chiama e del come si rivela. Hanno creduto nella persona di Gesù senza sapere cosa avrebbe fatto o quale fosse il piano. Hanno esercitato la loro fede in maniera simile ai personaggi del VT, con la differenza che loro hanno poi potuto avere una rivelazione completa del mistero di Cristo. Dio li ha usati in base alla maturazione e alla rivelazione che avevano, ma li ha usati da subito.
In questo trovo la grande giustizia di Dio. Il punto non è mai quello che sai, ma come rispondi alla chiamata, poi il Signore ti può rivelare i dettagli. Ma in questo senso chiunque crede e spera in Cristo, indipendentemente dalla rivelazione o conoscenza che ne ha, è salvato. Non è il sapere nei dettagli l'opera che porta la fede, ma l'affidarsi a Lui. (Ottimo punto per chi si chiede "e quelli che non hanno mai conosciuto Cristo?"Occhiolino.
 
Altra cosa...
E' stato giustamente detto che la conversione progressiva -dopo l'accettazione di Cristo- non è altro che la santificazione, ma io non intendevo questo, piuttosto quel processo che fa in modo che un individuo arrivi a Dio. Siamo sicuri che la cosa sia sempre lineare e semplice. Tante persone ricordano giorno ed ora della propria conversione, ma ho incontrato molte persone che parlano di un processo che spesso parte dall'infanzia e che non ha una data precisa di "conversione". Sono forse meno credenti?
Il processo dei discepoli mi ricorda questo. Da Giudei credevano probabilmente in Dio già prima di incontrare Gesù. All'incontro con Gesù arriva una decisione di seguirlo attivamente. Alla risurrezione accettano il suo sacrificio. Forse il paragone è un po' stiracchiato, ma assomiglia abbastanza al percorso di molte persone che passano da un deismo indistinto, a una conoscienza più reale e profonda dell'opera di Dio in Cristo. Cosa ne pensate?
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Francesco

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Re: Discepoli, conversione ed evangelizzazione
« Rispondi #14 Data del Post: 13.05.2010 alle ore 16:58:14 »
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