Progetto Archippo - Seminari a domicilio
Benvenuto Visitatore. Fai Login o Registrati.   Regolamento Leggi il regolamento completo

Indice Indice   Help Help   Cerca Cerca   Utenti Utenti   Calendario Calendario   Login Login   Registrati Registrati

 
   I Forum di Evangelici.net
   Dottrina, storia ed esegesi biblica (partecipazione riservata a chi si identifica con i punti di fede di evangelici.net)
   Dottrina e riflessioni bibliche
(Moderatori: andreiu, ilcuorebatte, Asaf)
   I tre stati in cui il credente si può trovare
« Topic Precedente | Prossimo Topic »
Pagine: 1 2 3 4  · vai in fondo · Rispondi Rispondi   Abilita notifica Abilita notifica    Invia il Topic Invia il Topic    Stampa Stampa
   Autore  Topic: I tre stati in cui il credente si può trovare  (letto 3553 volte)
turibolo
Visitatore

E-Mail

Re: I tre stati in cui il credente si può trovare
« Rispondi #15 Data del Post: 10.01.2010 alle ore 14:16:38 »
Rispondi con quote Rispondi con quote   Modifica Modifica    Rimuovi messaggio Rimuovi messaggio


on 10.01.2010 alle ore 00:01:45, Marmar wrote:

Che ad ascoltare debba essere la chiesa è chiaro anche dal V 22: Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito dice alle chiese, non parla ad angeli ma a chiese.

Questo spiega ciò che sostengo.
Loggato
turibolo
Visitatore

E-Mail

Re: I tre stati in cui il credente si può trovare
« Rispondi #16 Data del Post: 10.01.2010 alle ore 14:27:07 »
Rispondi con quote Rispondi con quote   Modifica Modifica    Rimuovi messaggio Rimuovi messaggio


on 10.01.2010 alle ore 05:27:56, Domenico wrote:

Non condivido quest'affermazione, per due motivi:  
1) La chiesa viene presentata con la figura di un “candelabro” e l’angelo della chiesa con quella di una “stella” (1: 20). Non avrebbe senso la specifica, se le due immagini avessero lo stesso significato.  
 
2) La forma verbale di tutto l’ampio contesto (da 2:1-7 fino a 3:14-20, è “singolare” e personale; per indicarlo si adopera il pronome personale “tu”. Quando il messaggio si riferisce ad altri, viene usata la forma plurale “voi, loro essi”. Non temere quello che avrai da soffrire; ecco, il diavolo sta per cacciare alcuni di voi in prigione, per mettervi alla prova, e avrete una tribolazione per dieci giorni. Sii fedele fino alla morte e io ti darò la corona della vita (2:10); Ma agli altri di voi, in Tiatiri, che non professate tale dottrina e non avete conosciuto le profondità di Satana (come le chiamano loro, io dico: non vi impongo altro peso (2:24). Tuttavia a Sardi ci sono alcuni che non hanno contaminato le loro vesti; essi cammineranno con me in bianche vesti, perché ne sono degni (3:4).
 
Le valutazioni di Gesù e i consigli che dà, mettono in evidenza lo “stato” in cui si trovavano, sia il conduttore che la comunità.
 
È un dato certo che il messaggio di Gesù “è indirizzato a lui”, cioè all’angelo della chiesa. Che questi “rappresenti la chiesa”, è diverso però dall’affermare che è la chiesa. Questo però non significa che il messaggio in questione non riguardava la comunità nella sua collettività dei suoi membri.

Sarebbe meglio a mio parere che provi a trovare un accordo con te stesso, perchè non puoi sostenere a mio parere quello che sostieni senza cadere in contradizione, perchè volendo spiegare sei entrato in contradizione.
Quando si dice che il conduttore e la chiesa sono la stessa cosa, si dice semplicemente che la chiesa è immagine del pastore che la cura; in questo senso sono la stessa cosa, ma poi come già detto ci sono responabilità personali che prescindono dall'immagine.
In Israele erano tutti corrotti per colpa dei falsi profeti? No certo; c'erano in Israele delle creature che amavano Iddio sinceramete, ma quando ha ritenuto considerarli tutt'uno ha detto "TU" a tutto Israele.
I santi di Dio non si sono offesi quando sono stati additati come una sola entità, perchè ognuno di essi sapeva come stavano le cose.
Un ultimo pensiero e poi chiudo, se il pastore non si sente uno con la chiesa che pastore è? Coloro che conducono la chiesa del Signore non possono sentirsi separati da essa. Quando Isaia si accorse del suo stato spirituale non disse: Io sono santo e il popolo è malato, come dissero gli scribi e farisei "Questo popolo è maledetto perchè non conosce la Legge"; Isaia disse: "Povero me uomo immondo di labbra, che vive in mezzo ad un popolo immondo di labbra."
Il pastore è uno con le sue pecore, gioisce con loro, soffre con loro, e se succede qualcosa si sente responsabile. Se il messaggio è rivolto alla chiesa, a chi lo affiderebbe il Signore se non al suo conduttore, chiamandolo in causa per primo?
« Ultima modifica: 10.01.2010 alle ore 14:35:48 by sdc » Loggato
Marmar
Admin
*****



Dio è buono

   
WWW    E-Mail

Posts: 7943
Re: I tre stati in cui il credente si può trovare
« Rispondi #17 Data del Post: 10.01.2010 alle ore 15:05:02 »
Rispondi con quote Rispondi con quote   Modifica Modifica


Quote:
Mentre appunto, le lettere sono indirizzate alle Chiese, e chi ha orecchio da udire, ascolterà. Nessun "distinguo" dunque, tra Conduttori e Chiesa.

 
Perché dovrebbe trattarsi di un conduttore di chiesa, qui si parla di angelo, è tutto da provare che si tratti di un conduttore. Anche se si potrebbe pensare ad un qualche ordine gerarchico superiore come dispensatore di verità evangelica ai fedeli.
 
In questa scena vi sono 5 attori: Giovanni che scrive, il Signore che detta, l'angelo il destinatario, lo Spirito e le chiese.
 
Potrebbe anche darsi che il Signore stia dettando a Giovanni ciò deve far pervenire all'angelo, per questa, come per le altre chiese. Il Signore, poi, si rivolge alle chiese e gli dice di ascoltare ciò che lo Spirito ha da dire; che ha sempre detto a loro: perché non abbiano a cadere nei rimproveri che rivolge ai loro fratelli, ma solo negli elogi. Non è detto che sia così, ma dal testo, secondo me, sembrerebbe la cosa più immediata.
« Ultima modifica: 10.01.2010 alle ore 15:12:59 by Marmar » Loggato

Aiutiamoci gli uni gli altri a liberarsi da quello che ritarda il nostro cammino.
Domenico
Membro familiare
****




Certo, beni e bontà m'accompagneran no (Sal. 23:6)

   
WWW    E-Mail

Posts: 857
Re: I tre stati in cui il credente si può trovare
« Rispondi #18 Data del Post: 11.01.2010 alle ore 04:39:58 »
Rispondi con quote Rispondi con quote   Modifica Modifica

Eliseo scrive

Quote:

Secondo me, è un errore di "principio", considerare "l'angelo della Chiesa" come il "Conduttore" o Pastore, perchè questo, porta automaticamente a fare, cercare e naturalmente trovare, nella lettera, ciò che riguarda "gli altri", e ciò che riguarda "noi".
 

Se “l’angelo della chiesa” non è il “conduttore” o il “pastore”, chi sarebbe secondo te?
 
Per turibolo non c’è nessuna difficoltà a riconoscere “nell’angelo della chiesa” il “pastore”, cioè il responsabile. Concepire, infatti, una chiesa o una comunità, piccola o grande, senza un conduttore, inteso nel senso ministeriale, significa negare la prassi apostolica che costituiva responsabili per ogni nuova comunità.  
 
Le sette chiese dell’Asia, menzionate nell’Apocalise, non erano assemblee immaginarie, o figurative;  erano invece reali comunità già costituite secondo la prassi apostolica, prima che a Giovanni gli venisse affidato l’incarico di mandargli i messaggi. I messagi inviati ai sette angeli delle sette chiese, anche se erano indirizzate a loro, (bene inteso come responsabili) in effetti, erano diretti, sia a loro come anche alle comunità che essi rappresentavano.  
 
Per Marmar  

Quote:

“è tutto da provare che si tratti di un conduttore. Anche se si potrebbe pensare ad un qualche ordine gerarchico superiore come dispensatore di verità evangelica ai fedeli”.
 

Nel precedente post ho scritto: “Che l’angelo della chiesa non è uno “spirito celeste”, o il cosiddetto “angelo custode”, (e qui aggiungo neanche “un ordine gerarchico superiore”Occhiolino  come alcuni hanno interpretato, ma il responsabile della comunità, sta nel fatto che le varie esortazioni che le vengono rivolte, non si addicono ad un essere celeste, visto che in tutta la Bibbia non si ha nessun riferimento. Mentre, pensando ad un essere umano, (quale è un conduttore di una comunità che non è un angelo, nel senso che appartiene a una categoria diversa degli umani) non solo rientra nella logica, ma entra nuovamente a pieno titolo con la sua natura”.  
 
Ignorare pertanto, l’elemento esortativo indirizzato all’angelo della chiesa, equivale ad escluderlo dalla sua responsabilità e impostare tutto il discorso sulla chiesa. Se il responsabile di una chiesa rappresenta la sua comunità e la comunità si rispecchia nel conduttore, il messaggio divino è per l’uno e per l’altro, nessuno viene escluso ma ognuno viene coinvolto nella sua responsabilità.
 
Andando al punto cui il nostro topic, la chiesa di Laudicea, nella sua totalità, stando alle parole di Gesù, non era “né fredda, né calda”; si trovava in uno stato di “tiepidezza”. Questo è l’elemento essenziale che bisogna mettere a fuoco e cercare nel frattempo di scoprire le ragioni o le cause che hanno determinato quella situazione. Tutto il rimanente è secondario, visto che non sarà facile raggiunge l’unanimità interpretativa.
 
Domenico
 
« Ultima modifica: 11.01.2010 alle ore 13:42:57 by Domenico » Loggato
Marmar
Admin
*****



Dio è buono

   
WWW    E-Mail

Posts: 7943
Re: I tre stati in cui il credente si può trovare
« Rispondi #19 Data del Post: 11.01.2010 alle ore 08:04:22 »
Rispondi con quote Rispondi con quote   Modifica Modifica

Non dico che non sia così, solo che sarebbe bello capire perché indirizza le lettere all'angelo e non direttamente alla comunità; come vediamo ci sarebbero stati meno problemi di lettura. Comunque andiamo pure avanti.
Loggato

Aiutiamoci gli uni gli altri a liberarsi da quello che ritarda il nostro cammino.
eliseob.
Visitatore

E-Mail

Re: I tre stati in cui il credente si può trovare
« Rispondi #20 Data del Post: 11.01.2010 alle ore 10:54:51 »
Rispondi con quote Rispondi con quote   Modifica Modifica    Rimuovi messaggio Rimuovi messaggio

Pace.

Quote:
Se “l’angelo della chiesa” non è il “conduttore” o il “pastore”, chi sarebbe secondo te?

Caro Domenico, io ho parlato in quei termini, fra l'altro dicendo "...è un errore di principio (tra virgolette)", proprio perchè questo "principio", porta o potrebbe portare a simili conclusioni, seguendo la "lettera", le analisi logiche e grammaticali, etc...
Riporto:

on 09.01.2010 alle ore 19:53:41, Marmar wrote:
Credo si debba tenere anche in considerazione il fatto che la lettera è indirizzata all'angelo della chiesa in Laodicea, sembra, dal testo che il tiepido sia proprio lui, questo dovrebbe avere un qualche significato. Del resto la parola "tiepido" appare solo in questo passo.

 
È stato detto, che "Angelo" vuol dire "Messaggero", dunque è chiaro che se lo Spirito vuole parlare alla Chiesa, "invia" o si "serve" del "messaggero", in questo/questi casi, il "responsabile" delle singole Chiese. Esso dunque viene citato in quanto "messaggero", "colui che riceve e riferisce" il messaggio al destinatario, cioè la Chiesa (alla quale anche lui fa parte).
 
Dunque, "l'angelo della Chiesa" è solo un tramite, non il destinatario del "contenuto" del messaggio, o almeno non più di quanto lo sia tutta la Chiesa, nell'insieme.

Quote:
Se il responsabile di una chiesa rappresenta la sua comunità e la comunità si rispecchia nel conduttore, il messaggio divino è per l’uno e per l’altro, nessuno viene escluso ma ognuno viene coinvolto nella sua responsabilità.  

Infatti.
Per questo dicevo che è irrilevante, "rilevare" che la lettera è indirizzata all'angelo della Chiesa.

Quote:
Andando al punto cui il nostro topic, la chiesa di Laudicea, nella sua totalità, stando alle parole di Gesù, non era “né fredda, né calda”; si trovava in uno stato di “tiepidezza”.

Esattamente.
Quindi il "tu", è allo stesso tempo, "voi".  Occhiolino
Loggato
Marmar
Admin
*****



Dio è buono

   
WWW    E-Mail

Posts: 7943
Re: I tre stati in cui il credente si può trovare
« Rispondi #21 Data del Post: 11.01.2010 alle ore 11:33:47 »
Rispondi con quote Rispondi con quote   Modifica Modifica


Quote:
È stato detto, che "Angelo" vuol dire "Messaggero", dunque è chiaro che se lo Spirito vuole parlare alla Chiesa, "invia" o si "serve" del "messaggero", in questo/questi casi, il "responsabile" delle singole Chiese. Esso dunque viene citato in quanto "messaggero", "colui che riceve e riferisce" il messaggio al destinatario, cioè la Chiesa (alla quale anche lui fa parte).

 
Bene, quindi dobbiamo leggere:
<E all'angelo della chiesa in Laodicea scrivi ciò che deve riferire alla comunità queste cose dice l'Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio>  
 
Il grassetto è mio.  
 
Il discorso fila, ma non come dato al responsabile della comunità, ma come dato al messaggero che lo porti alla comunità, quindi anche, e sopratutto, al responsabile.
 
Scusate le finezze, ma sono piuttosto pignolo quando si tratta di bibbia.
Loggato

Aiutiamoci gli uni gli altri a liberarsi da quello che ritarda il nostro cammino.
eliseob.
Visitatore

E-Mail

Re: I tre stati in cui il credente si può trovare
« Rispondi #22 Data del Post: 11.01.2010 alle ore 12:02:18 »
Rispondi con quote Rispondi con quote   Modifica Modifica    Rimuovi messaggio Rimuovi messaggio


on 11.01.2010 alle ore 11:33:47, Marmar wrote:

 
Bene, quindi dobbiamo leggere:
<E all'angelo della chiesa in Laodicea scrivi ciò che deve riferire alla comunità queste cose dice l'Amen, il Testimone fedele e verace, il Principio della creazione di Dio>  
 
Il grassetto è mio.  
 
Il discorso fila, ma non come dato al responsabile della comunità, ma come dato al messaggero che lo porti alla comunità, quindi anche, e sopratutto, al responsabile.
 
Scusate le finezze, ma sono piuttosto pignolo quando si tratta di bibbia.

Si, "sopratutto" però in quanto "responsabile", "che ha da rendere conto", altrimenti, che "responsabile" è?
 
Per quanto riguarda il "contenuto" del messaggio però, esso è rivolto alla Chiesa nel suo insieme, in quanto ognuno, è comunque responsabile per se stesso.
 
Per questo non credo si possa dire: "Questa parte del messaggio è rivolta al responsabile, quest'altra alla Chiesa.", ma tutta la lettera è rivolta a tutta la Chiesa, anche se per mezzo del responsabile.
Loggato
turibolo
Visitatore

E-Mail

Re: I tre stati in cui il credente si può trovare
« Rispondi #23 Data del Post: 11.01.2010 alle ore 14:43:25 »
Rispondi con quote Rispondi con quote   Modifica Modifica    Rimuovi messaggio Rimuovi messaggio

Non credo ci siano difficoltà a comprendere che davanti al Signore, chiesa (comunità) e pastore siano una stessa cosa; è chiaro che restano ferme le responsabilità individuali.
A mio modo di vedere, siccome considero questa unità come unica possibile davanti a Dio, considero anche che il messaggio è si affidato a chi governa la comunità (chiesa) per ovvie ragioni, ma tale messaggio riguarda anche il conduttore, perchè la chiesa è ciò che il conduttore è (complessivamente e non nei particolari).
E' chiaro che la chiesa di Laodicea era tiepida perchè anche il conduttore era tiepido, forse debole o altro.
La causa di quella tiepidezza è da cercare in quella presunzione di essere ricco e arricchito del conduttore ma anche della chiesa.
Una tiepidezza figlia della vanità; molti doni, molti miracoli, molti battesimi, etc...; così facendo si abbassa la guardia e si diventa vanitosi senza saperlo.
Non bisogna mai dimenticare "Servite al Signore con timore, e gioite con tremore." Salmo 2/11 Queste parole dette nel contesto del Salmo 2 possono aprire gli occhi per capire che cosa spesso non è spiritualità e spesso non è fervore, come anche spesso non è servizio.
Vedere gente, folle che si infervorano possiamo considerarlo il calore di cui Gesù parlava alla chiesa di Laodicea?
Il riposo di chi aspetta di essere dal Signore chiamato a lavorare nella sua vigna possiamo chiamarlo freddezza?
Molto è artefatto purtroppo e solo coloro che  si trovano nella condizione di Malachia 3/16-18 saranno illuminati.
Gesù ha dovuto contestare quel fervore che aveva animato coloro che diranno " non abbiamo noi nel tuo nome predicato nelle piazze; nel tuo nome fatte molte potenti operazioni?"  
A fronte di un presunto fervore sta l'onetsa domanda di chi ha fatto ciò che ha fatto secondo la nuova natura, quindi normale non eccezionale.
Quando, diranno i santi, noi ti abbiamo veduto aver fame e ti abbiamo dato da mangiare, sete e ti abbiamo dato da bere, etc...
 
Se ne può parlare se proprio lo volete, ma ora occorrerebbe denunciare avendone l'autorità, la tiepidezza, quella vera, della chiesa; c'è chi lo sta già facendo ma sembra quasi di trovarsi al circo dove ognuno deve fare il proprio numero.
« Ultima modifica: 11.01.2010 alle ore 14:45:27 by sdc » Loggato
Domenico
Membro familiare
****




Certo, beni e bontà m'accompagneran no (Sal. 23:6)

   
WWW    E-Mail

Posts: 857
Re: I tre stati in cui il credente si può trovare
« Rispondi #24 Data del Post: 12.01.2010 alle ore 21:20:41 »
Rispondi con quote Rispondi con quote   Modifica Modifica

Esame del testo di Apocalisse 3:14-20
 
Tenuto conto che i primi interventi del nostro tema, non hanno toccato l’argomento in oggetto, per sviscerarlo e scoprire elementi che possono favorire, non solo l’approfondimento, ma soprattutto la comprensione della parola del Signore, è necessario partire dal testo di Apocalisse 3:14-20 dato che da esso è stato tratto il titolo del nostro topic. L’esame minuzioso di alcuni versi che faremo, hanno lo scopo e mirano a raggiungere un solo obbiettivo: scoprire le cause dello stato di tiepidezza in cui si trovava la chiesa di Laudicea nel suo complesso, conduttore e membri, e denunciarlo fermamente, come l’ha fatto Gesù, senza la pretesa di scrivere un commento esegetico (perché questo non è il luogo adatto) ma soprattutto svilupparlo in coerenza esegetica, senza perderci eccessivamente in cerca di riferimenti biblici per sostenere le nostre vedute interpretative.  
 
Si comincia con l’affermare che Gesù conosce le “opere’: Tu non sei né freddo né fervente. ...sei tiepido. Davanti a quest’affermazione, la prima cosa che va sottolineata e messa in risalto, è il fatto che lo “stato” di “freddezza, di fervenza e di tiepidezza”, si conosce dalle opere. Per opere, si intende il modo di vivere, di comportarsi, sia in privato che in pubblico; sia dal punto di vista della singola persona (conduttore) come anche per ciò che riguarda la collettività (la comunità). Che significato ha questo primo rilievo? Lo “stato” di “fervenza, di freddezza e di tiepidezza”, non si conosce dalle parole, anche le più belle e significative che si possono adoperare. Noi umani, in mancanza di discernimento, spesso veniamo illusi ed ingannati dalle belle parole. Ma il Signor Gesù, che conosce in profondità quello che si nasconde dietro una bella parola, non solo non si lascia ingannare, ma neanche fraintende fra parlare e operare. L’esempio più classico si ha dalle parole che leggiamo: Non chiunque mi dice: Signore, Signore...(Matteo 7:21); tu hai la reputazione di vivere, ma sei morto (Apocalisse 3:1) (ND).
 
Se si accetta che c’è condivisione di responsabilità, tra conduttore e comunità, non serve stabilire la percentuale tra l’uno e l’altro, ammenoché non ci siano elementi precisi per stabilirlo. Chiedere pertanto, chi era più tiepido il conduttore o la chiesa, o chi dei due era veramente tiepido, è pura retorica per il semplice fatto che, nello stato di tiepidezza, non esiste una scala di valori che stabilisce chi è tiepido e chi non lo è; c’è solamente: o si è o non si è tiepido. Tenuto conto che la chiesa di Laudicea, nel suo insieme, viveva in uno “stato di tiepidezza”, la denuncia di Gesù, riguardava il conduttore e la comunità.
 
Lasciando da parte la severa intenzione punitiva che Gesù pronuncia con la specificazione di vomitare dalla sua bocca il tiepido, cerchiamo di capire quali sono stati i veri motivi che hanno causato quello stato infausto. Anche se il testo non rivela lo stato iniziale della chiesa di Laudicea, per logica di coerenza, la tiepidezza non può farsi risalire agli albori della nascita della comunità per opera di Paolo (Colossesi 2:1); sarà subentrata in un secondo tempo, (magari a poco alla volta) e, visto che la fratellanza non l’ha seriamente valuta, è finita per consolidarsi e diventare una norma di vita quotidiana.  
 
Tu dici... ecco come si ritorna di nuovo alle parole! Questa volta però, il modo di parlare, ha un modo ben diverso, perché mira a mettere in evidenza una posizione acquisita: Sono ricco, mi sono arricchito e non ho bisogno di niente! (v. 17). Queste semplici parole, a mio avviso, rivelano i veri motivi che hanno causato lo stato di tiepidezza della chiesa di Laudicea. A questo punto, un detto dell’epistola a Timoteo, ci potrà meglio aiutare a comprendere quello che stiamo affermando: ecco le parole!  
 
Infatti, l’amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori.
Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose, e ricerca la giustizia, la pietà, la fede, l’amore, la costanza e la mansuetudine
(1Timoteo 6:10-11).
 
Laudicea, a quei tempi, era ricca e famosa per i suoi commerci, le sue attività bancarie e un'importante scuola di medicina. La ricchezza, cui fa specifico riferimento il testo, è senza dubbio materiale. È stata acquistata onestamente, frutto di un severo e onesto impegno, o in modo fraudolente? Non possiamo rispondere obbiettivamente, per il semplice fatto che il testo sacro tace. Quello che va messo in evidenza, però, è il fatto che a seguito di quest'arricchimento, si è arrivati al punto di affermare di non avere bisogno di niente. Quest'espressione è sufficiente per fare trasparire la soddisfazione di sé che aveva la comunità, per il traguardo raggiunto, cioè per essersi arricchita. Nel frattempo, però, non prendeva atto che la ricerca della vera ricchezza, quella spirituale che viene dal Signore, si era affievolita, e il fervore dei tempi della conversione, aveva subito un vero tracollo davanti agli occhi di Gesù.
 
Dal punto di vista umano, probabilmente nessuno della comunità avrebbe potuto affermare che la chiesa avesse rinnegato la fede, o che si fosse allontanata dalle vie del Signore, segno di una vera freddezza! Anche se la lampada non risplendeva come una volta, non si era però spenta del tutto: c’era ancora una piccola fiammella. Con questa convinzione di auto-soddisfazione, nessuno si rendeva conto che lo stato in cui vivevano, era il più terribile davanti agli occhi del Signore.  
 
Tu non sai, invece, che sei infelice fra tutti, miserabile, povero, cieco e nudo.  
 
Solo per la comunità di Laudicea, si leggono simili parole di un'inaudita severità! Questo, infatti, non è il giudizio dell’uomo, è quello del Figlio di Dio, che scruta i segreti più intimi della vita umana. Nonostante che la chiesa si vantasse del suo “sapere”, Gesù la contestava col ricordarle che non “sa”; crede di essere “felice” per la posizione sociale raggiunta, ma il Signore la definisce “infelice fra tutti”; pensa di trovarsi in una posizione di onorabilità, mentre davanti agli occhi di Gesù, è considerata “miserabile”; crede di essere “ricca”, invece è “povera”; pensa di avere una buona “vista”, ma non si rende conto che addirittura è “cieca”; ha la consapevolezza di indossare un bel vestito, ma, in effetti, davanti a Gesù è “nuda”.  
 
Questa è la misera condizione di chi vive in uno stato di tiepidezza! Che utilità si può ricavare dall’avere l’apparenza della pietà, mentre si rinnega la sua potenza? (2Timoteo 3:5). Che coerenza ci potrebbe essere tra il professare una fede e vivere una vita immorale? Che utilità si potrebbe ricavare quando si corre dietro il benessere materiale e non si possiede la benedizione divina che arricchisce, (Proverbi 10:22), o indossare uno splendido abbigliamento ed essere nudo davanti a Dio, o pensare di essere felice a seguito di aver raggiunto una certa posizione sociale, quando internamente c’è un vuoto, o quando si gode l’onorabilità degli uomini e si è miserabili davanti a Dio? Tutto questo dovrebbe portarci seriamente a riflettere, per ascoltare, accogliere, il buon ed amorevole consiglio di Gesù che ripete:
Perciò io ti consiglio di comprare da me dell’oro purificato dal fuoco, per arricchirti; e delle vesti bianche per vestirti e perché non appaia la vergogna della tua nudità; e del collirio per ungerti gli occhi e vedere (v. 18).  
 
Segue...
 
Loggato
Domenico
Membro familiare
****




Certo, beni e bontà m'accompagneran no (Sal. 23:6)

   
WWW    E-Mail

Posts: 857
Re: I tre stati in cui il credente si può trovare
« Rispondi #25 Data del Post: 12.01.2010 alle ore 21:24:21 »
Rispondi con quote Rispondi con quote   Modifica Modifica

La vera ricchezza è quella che offre il Signore; le vesti bianche li fornisce solo Lui e il collirio per illuminare gli occhi, lo dà solo il Figlio di Dio, visto che non si trova in nessun negozio di questa terra. Gli scaffali religiosi sono stracolmi di certa letteratura che vanta di possedere i segreti per essere persone di successo, per conseguire benessere, particolarmente quello economico, per avere buona salute e non soffrire a causa di malattie e per essere soddisfatti delle proprie attività. Tutto viene offerto a buon mercato; c’è solamente l’imbarazzo della scelta, visto che in campo ci sono tanti competitori. Tutto si può trovare negli scaffali religiosi, tranne l’oro affinato dal fuoco, le venti bianche per coprire la vergogna della propria nudità e il collirio per aprire gli occhi e illuminarli alla luce della verità della Parola del Signore.
 
I tiepidi non si curano se qualcuno li esorti a camminare secondo gli insegnamenti della Parola del Signore, a non dare ascolto agli adulatori e a chi mistifica il puro latte della Parola. Sono talmente immersi profondamente a perseguire di conseguire uno stato di soddisfazione personale, che quando il Signore li invita al ravvedimento, rispondono: Non abbiamo bisogno di niente.
 
Se il tiepido persisterà a vivere in questa condizione, ignorando qualsiasi richiamo alla purezza e all’umiltà, non dovrà aspettarsi altro dal Signore se non di essere vomitato dalla Sua bocca. Abbi pietà di noi, Signore Gesù!
 
Domenico
Loggato
turibolo
Visitatore

E-Mail

Re: I tre stati in cui il credente si può trovare
« Rispondi #26 Data del Post: 12.01.2010 alle ore 21:52:05 »
Rispondi con quote Rispondi con quote   Modifica Modifica    Rimuovi messaggio Rimuovi messaggio

Onestamente mi domando perchè mai si dovrebbe Gesù attaccare alle cose materiali, alle ricchezze materiali.
Anche Luficero erà ricco ma non di cose materiali; tutti coloro che ricevono dei doni da Dio sono ricchi, ma possono però perdersi come Lucifero.
Vesti bianche affinchè non appaia la nudità, collirio affinchè possa vedere e oro affinato affinchè sia ricco, non sono termini relativi ai beni materiali.
Comunque credo onestamente che sia giusto lasciarvi proseguire, non voglio assolutamente costringere nessuno nella direzione da me assunta.
Buon lavoro.
« Ultima modifica: 12.01.2010 alle ore 21:53:51 by sdc » Loggato
turibolo
Visitatore

E-Mail

Re: I tre stati in cui il credente si può trovare
« Rispondi #27 Data del Post: 12.01.2010 alle ore 22:12:31 »
Rispondi con quote Rispondi con quote   Modifica Modifica    Rimuovi messaggio Rimuovi messaggio


on 12.01.2010 alle ore 21:20:41, Domenico wrote:
...senza perderci eccessivamente in cerca di riferimenti biblici per sostenere le nostre vedute interpretative.

 Confuso  No Non posso condividere

Quote:
Tenuto conto che la chiesa di Laudicea, nel suo insieme, viveva in uno “stato di tiepidezza”, la denuncia di Gesù, riguardava il conduttore e la comunità.

E' già qualcosa.

Quote:
Anche se il testo non rivela lo stato iniziale della chiesa di Laudicea, per logica di coerenza, la tiepidezza non può farsi risalire agli albori della nascita della comunità per opera di Paolo (Colossesi 2:1); sarà subentrata in un secondo tempo, (magari a poco alla volta) e, visto che la fratellanza non l’ha seriamente valuta, è finita per consolidarsi e diventare una norma di vita quotidiana.

Non è per caso che solo l'autore del 3d è autorizzato a usare le scritture per dedurre?

Quote:
Queste semplici parole, a mio avviso, rivelano i veri motivi che hanno causato lo stato di tiepidezza della chiesa di Laudicea.

Anche il mio.

Quote:
A questo punto, un detto dell’epistola a Timoteo, ci potrà meglio aiutare a comprendere quello che stiamo affermando: ecco le parole!  
 
Infatti, l’amore del denaro è radice di ogni specie di mali; e alcuni che vi si sono dati, si sono sviati dalla fede e si sono procurati molti dolori.
Ma tu, uomo di Dio, fuggi queste cose, e ricerca la giustizia, la pietà, la fede, l’amore, la costanza e la mansuetudine
(1Timoteo 6:10-11).

Personalmente non ritengo che sia una causa materiale, ne tantomeno le ricchezze di questa terra, sebbene ciò sia anche possibile.

Quote:
è senza dubbio materiale.

A mio avviso dovresti evitare il senza dubbio.
 

Quote:
Dal punto di vista umano, probabilmente nessuno della comunità avrebbe potuto affermare che la chiesa avesse rinnegato la fede, o che si fosse allontanata dalle vie del Signore, segno di una vera freddezza! Anche se la lampada non risplendeva come una volta, non si era però spenta del tutto: c’era ancora una piccola fiammella. Con questa convinzione di auto-soddisfazione, nessuno si rendeva conto che lo stato in cui vivevano, era il più terribile davanti agli occhi del Signore.

Forse si potrebbe pensare che invece c'erano benedizioni, battesimi di Spirito Santo, guarigioni, etc. Se fossero mancate queste cose forse la chiesa se ne sarebbe accorta, non credi?
 

Quote:
Tu non sai, invece, che sei infelice fra tutti, miserabile, povero, cieco e nudo.  
Relativo a chi e a che cosa?
 

Quote:
Questa è la misera condizione di chi vive in uno stato di tiepidezza! Che utilità si può ricavare dall’avere l’apparenza della pietà, mentre si rinnega la sua potenza? (2Timoteo 3:5). Che coerenza ci potrebbe essere tra il professare una fede e vivere una vita immorale?

Perchè dovrebbe essere per forza immorale?Che  cosa è immoralità davanti a Dio?
Loggato
Domenico
Membro familiare
****




Certo, beni e bontà m'accompagneran no (Sal. 23:6)

   
WWW    E-Mail

Posts: 857
Re: I tre stati in cui il credente si può trovare
« Rispondi #28 Data del Post: 13.01.2010 alle ore 04:41:39 »
Rispondi con quote Rispondi con quote   Modifica Modifica


Quote:

Onestamente mi domando perchè mai si dovrebbe Gesù attaccare alle cose materiali, alle ricchezze materiali.
 

A sua volta potrei chiedere: Perché Gesù esortava a non farsi tesori sulla terra? Non sarebbe stato meglio che Egli si fosse astenuto? Lui però non lo fece! Fu una pura casualità?
 

Quote:

Vesti bianche affinchè non appaia la nudità, collirio affinchè possa vedere e oro affinato affinchè sia ricco, non sono termini relativi ai beni materiali.
 

E chi lo ha detto? Io non l’ho affermato.
 

Quote:

...senza perderci eccessivamente in cerca di riferimenti biblici per sostenere le nostre vedute interpretative. (Non posso condividere).
 

Il senso delle mie parole è: per spiegare un passo, non è necessario andare in cerca di riferimenti biblici; basterebbe guardare il contesto per fornire la spiegazione. Il non potere “condividere”, è una facoltà assolutamente personale che va rispettata.  
 

Quote:

Non è per caso che solo l'autore del 3d è autorizzato a usare le scritture per dedurre?
 

Se ho usato Colossesi 2:1, non l’ho fatto “per dedurre”, bensì per provare che Paolo, se non fu l’unico, ma almeno uno... che si adoperò per la nascita della comunità di Laudicea. Secondo me, è impensabile che la tiepidezza di un credente, possa farsi risalire alla sua conversione; è più coerente pensare a un tempo successivo.
 

Quote:

Personalmente non ritengo che sia una causa materiale, ne tantomeno le ricchezze di questa terra, sebbene ciò sia anche possibile.
 

Se tutti noi interpretassimo nella stessa maniera, non ci sarebbe bisogno di discutere in un forum. Il fatto che ne discutiamo, dimostra che non tutti la pensiamo nello stesso modo.
 

Quote:

A mio avviso dovresti evitare il senza dubbio
 

Siccome nel contesto non ci sono accenni a una diversa ricchezza, io personale credo fermamente che si tratti di ricchezza materiale.
 

Quote:

Forse si potrebbe pensare che invece c'erano benedizioni, battesimi di Spirito Santo, guarigioni, etc. Se fossero mancate queste cose forse la chiesa se ne sarebbe accorta, non credi?
 

Probabilmente!
 

Quote:

Relativo a chi e a che cosa?
 

Alle persone che credevano di essere felici..., ect. mentre vivevano nello stato di tiepidezza.
 

Quote:

Perchè dovrebbe essere per forza immorale?Che  cosa è immoralità davanti a Dio?
 

Ho fatto un paragone: tra le tante cose che avrei potuto menzionare, ho scelto l’immoralità. Non ho però scritto “per forza”. Se vuoi sapere che cosa è l’immoralità davanti a Dio, apri un topic e ne parleremo.
Loggato
turibolo
Visitatore

E-Mail

Re: I tre stati in cui il credente si può trovare
« Rispondi #29 Data del Post: 13.01.2010 alle ore 12:10:16 »
Rispondi con quote Rispondi con quote   Modifica Modifica    Rimuovi messaggio Rimuovi messaggio

Ok, Domenico.
Per me puoi tranquillamente proseguire, io non ritengo necessario farlo ancora.
Loggato
Pagine: 1 2 3 4  · torna su · Rispondi Rispondi   Abilita notifica Abilita notifica    Invia il Topic Invia il Topic    Stampa Stampa

« Topic Precedente | Prossimo Topic »

Evangelici.net è un sito di Teknosurf.it srl ‐ P.IVA 01264890052 ‐ Privacy policy