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Istituzione dei ministeri. (letto 1397 volte) |
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serg68
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Giovanni 3:16
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Spero sia la sezione giusta! Ho provato a fare una ricerca ma non ho trovato niente riguardo l'argomento in oggetto. Mi farebbe piacere sapere la vostra opinione riguardo l'istituzione dei ministeri nelle chiese!!!!
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Togli via la volontà libera, e non vi sarà più nulla da salvare; togli via la grazia, e non vi sarà nulla con cui salvare.
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Novello
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Io...sono allineato con Efesini 4:11... e tu?
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serg68
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Giovanni 3:16
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on 14.09.2009 alle ore 13:03:29, Novello wrote:Io...sono allineato con Efesini 4:11... e tu? |
| Assolutamente si!!! Il punto che cercavo di mettere a fuoco è: come avviene questo? Voglio dire: Lo SS chiama una persona a far crescere e sviluppare un ministerio e poi questo ministerio viene riconosciuto dalla chiesa oppure la chiesa nella veste dei suoi responsabili ordina alcuni e successivamente lo SS fa il dono Spero di non essere stato troppo contorto. Credo che sia un argomento molto delicato, io nel tempo mi sono fatto una opinione ma volevo confrontarla con voi
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Togli via la volontà libera, e non vi sarà più nulla da salvare; togli via la grazia, e non vi sarà nulla con cui salvare.
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Asaf
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La verità sta nella Scrittura!
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Ciao Sergio, prova a dare uno sguardo ai link sotto, potranno esserti utili. EFESINI 4:11 Sana Dottrina : il pastore
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Per una corretta esegesi biblica più che questione di testi e contesti è questione di testi e ...teste!
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serg68
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Giovanni 3:16
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on 14.09.2009 alle ore 14:20:44, Asaf wrote: Ho dato un'occhiata....!!! ma li si concentra l'attenzione sulla descrizione di ogni singolo ministerio!!!! Io non vorrei porre l'accento su cos'è un "Pastore" o un "ottore", piuttosto mi preme capire come nascono e si riconoscono questi ministeri. Per fareun esempio, credo che ci siano molti casi in cui una persona fa il "Pastore" (ha il dono )ma non lo è (non ha ricevuto nessuna investitura ufficiale) e altri in cui una persona è "Pastore" (incaricato da altri uomini) ma non lo fa(non ha il dono)!!! Spero che quest'intervento alla Marzullo non abbia creato + confusione
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« Ultima modifica: 14.09.2009 alle ore 15:56:55 by serg68 » |
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Togli via la volontà libera, e non vi sarà più nulla da salvare; togli via la grazia, e non vi sarà nulla con cui salvare.
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ilcuorebatte
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"Noi ci battiamo per il nostro tutto" Atanasio
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Io non faccio testo, almeno nei tuoi riguardi, ma credo che il modello di Ef 4,11, debba essere in qualche modo letto ed integrato, alla luce di quanto avviene in At 6,3, e altrove in 2Tm 2,2. In cui il riconoscimento dall'alto, quindi se vogliamo, il riconoscimento ministeriale, da cui l'ordinazione, è anche attestato con quello che avviene dal basso. Le due condizioni dovrebbero andare di pari passo, ma credo anche che il dono non è sottomesso ad alcuna condizione, e condizionalità esterna. Nessuna ordinazione può coesercizzare l'azione carismatica compiuta dallo Spirito Santo, e quindi costringere Dio, a ungere ministro, chi non ha chiamato. Ne la mancanza di un ordinazione, può limitare il dono e la chiamata di Dio in una persona. L'ordinazione, è prima di ogni cosa un riconoscimento, e l'imposizione delle mani un'attestazione sulla vita della persona, che viene consacrata al ministerio. Autorevole perchè chi le impone garantisce per la testimonianza di vita di colui a cui le impone, come allo stesso tempo lui stesso fu garantito da altri. Gli apostoli che imponevano le mani garantivano che la testimonianza di vita di quel fratello fosse "conforme" all'insegnamento di Cristo (se leggiamo le prerogative per aspirare a diventare anziano, e diacono, sono tutte incentrate sui valori morali, e le abilità al ruolo). Veniva quindi inviato come fratello autorevole, il cui messaggio era conforme all'evangelo (quello che hai udito da me...affidalo). Non c'è quindi unzione dall'alto che non abbia un riconoscimento dal basso. Da questo punto di vista per noi che ci riconosciamo in una realtà a fondamento apostolico, se da un lato evitiamo il congrezionalismo non considerandolo un modello biblico, allo stesso modo dobbiamo evitare di scadere nell'assolutismo.
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« Ultima modifica: 15.09.2009 alle ore 14:03:25 by ilcuorebatte » |
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"Per coloro che credono nessuna prova è necessaria, per coloro che non credono nessuna prova è sufficiente." Stuart Chase
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serg68
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Giovanni 3:16
Posts: 1409
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Maurì.....!!!! Tu fai testo sempre Mi trovi pienamente daccordo!!!! Hai centrato la questione. Ora la mia domanda è: chi ha ricevuto un dono da parte del Signore, come dovrebbe muoversi alla luce delle tue considerazioni? esercitare le funzioni che lo SS gli ha assegnato a prescindere da tutto o aspettare che queste siano riconosciute dai sui responsabili Sappiamo bene i rischi che ci sono in entrambi i casi ed è per questo che volevo approfondire la questione.
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Togli via la volontà libera, e non vi sarà più nulla da salvare; togli via la grazia, e non vi sarà nulla con cui salvare.
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Novello
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Avendo pertanto carismi differenti secondo la grazia che ci è stata concessa, se abbiamo carisma di profezia, profetizziamo conformemente alla fede; se di ministero, attendiamo al ministero; se d'insegnamento, all'insegnare... - Romani 12:6,7
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ilcuorebatte
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"Noi ci battiamo per il nostro tutto" Atanasio
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Questo sarebbe certamente l'ottimale, ma dobbiamo per portare avanti la discussione distinguere il dono, dall'ufficio. Può essere anche che ci venga riconosciuto il dono, per cui veniamo inseriti all'interno di prassi ministeriali, ma non è detto che venga anche riconosciuto l'ufficio da chi ci sta sopra, anzi può essere anche osteggiato, al punto di non potere più esercitare neanche il dono. Io credo che la storia di Davide sia un insegnamento da questo punto di vista. Unto per essere re, molto tempo prima di diventarlo, e diventato poi re contro il volere del suo precedessore. Dio trova sempre il modo ei tempi perchè questo possa avvenire se tutto viene da lui. Guardando l'esperienza di Davide, il tempo dell'esilio, è stato fondamentale per la sua formazione, sono quindi più incline a pensare sempre che anche il non riconoscimento, non debba essere considerato un incidente di percorso, ma sempre un evento formativo spirituale, e in alcuni casi anche fisiologico, perchè è una sorta di "guerra" di emancipazione, nei riguardi dei nostri padri spirituali, così come l'abbiamo dovuta vivere con quelli naturali. In un tempo in cui non ci veniva negato il fatto di avere delle abilità, ma di non avere ancora la giusta maturità, il nostro emanciparci, porta anche i padri, a dover prendere atto, che il figlio adolescente lascia il posto all'uomo. Ma chi è perfetto tra noi, padri e figli. Per questo diventa tutto così complicato.
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"Per coloro che credono nessuna prova è necessaria, per coloro che non credono nessuna prova è sufficiente." Stuart Chase
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serg68
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Giovanni 3:16
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sono senza parole
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u08038
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Il giusto per fede vivrà.
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on 15.09.2009 alle ore 10:51:44, ilcuorebatte wrote:Questo sarebbe certamente l'ottimale, ma dobbiamo per portare avanti la discussione distinguere il dono, dall'ufficio. Può essere anche che ci venga riconosciuto il dono, per cui veniamo inseriti all'interno di prassi ministeriali, ma non è detto che venga anche riconosciuto l'ufficio da chi ci sta sopra, anzi può essere anche osteggiato, al punto di non potere più esercitare neanche il dono. Io credo che la storia di Davide sia un insegnamento da questo punto di vista. Unto per essere re, molto tempo prima di diventarlo, e diventato poi re contro il volere del suo precedessore. Dio trova sempre il modo ei tempi perchè questo possa avvenire se tutto viene da lui. Guardando l'esperienza di Davide, il tempo dell'esilio, è stato fondamentale per la sua formazione, sono quindi più incline a pensare sempre che anche il non riconoscimento, non debba essere considerato un incidente di percorso, ma sempre un evento formativo spirituale, e in alcuni casi anche fisiologico, perchè è una sorta di "guerra" di emancipazione, nei riguardi dei nostri padri spirituali, così come l'abbiamo dovuta vivere con quelli naturali. In un tempo in cui non ci veniva negato il fatto di avere delle abilità, ma di non avere ancora la giusta maturità, il nostro emanciparci, porta anche i padri, a dover prendere atto, che il figlio adolescente lascia il posto all'uomo. Ma chi è perfetto tra noi, padri e figli. Per questo diventa tutto così complicato. |
| Oso chiedere, da neofita: esiste la possibilità di esercitare il dono senza che la chiesa ne riconosca l'ufficio? Poi, nel tempo le due cose si devono comunque congiungere? Cioè per volontà divina si devono aprire le strade opportune affinchè la chiesa riconosca? Ho inteso così. E' corretto? E se una persona avesse il dono.....deve cercare il consenso della chiesa oppure esercitarlo a prescindere? Grazie. ripeto, da neofita! shalom
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BARUC HABA BESHEM ADONAI (Benedetto Colui che viene nel nome del Signore)
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u08038
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on 15.09.2009 alle ore 10:51:44, ilcuorebatte wrote:Questo sarebbe certamente l'ottimale, ma dobbiamo per portare avanti la discussione distinguere il dono, dall'ufficio. Può essere anche che ci venga riconosciuto il dono, per cui veniamo inseriti all'interno di prassi ministeriali, ma non è detto che venga anche riconosciuto l'ufficio da chi ci sta sopra, anzi può essere anche osteggiato, al punto di non potere più esercitare neanche il dono. Io credo che la storia di Davide sia un insegnamento da questo punto di vista. Unto per essere re, molto tempo prima di diventarlo, e diventato poi re contro il volere del suo precedessore. Dio trova sempre il modo ei tempi perchè questo possa avvenire se tutto viene da lui. Guardando l'esperienza di Davide, il tempo dell'esilio, è stato fondamentale per la sua formazione, sono quindi più incline a pensare sempre che anche il non riconoscimento, non debba essere considerato un incidente di percorso, ma sempre un evento formativo spirituale, e in alcuni casi anche fisiologico, perchè è una sorta di "guerra" di emancipazione, nei riguardi dei nostri padri spirituali, così come l'abbiamo dovuta vivere con quelli naturali. In un tempo in cui non ci veniva negato il fatto di avere delle abilità, ma di non avere ancora la giusta maturità, il nostro emanciparci, porta anche i padri, a dover prendere atto, che il figlio adolescente lascia il posto all'uomo. Ma chi è perfetto tra noi, padri e figli. Per questo diventa tutto così complicato. |
| Mi complica un po la vita pensare che Saulo ricevette una visione ed un incarico dal Signore ed andò subito ad esercitarlo. Poi dopo 3 anni passo da Gerusalemme dagli Apostoli..... Quindi prima la risposta alla chiamata, poi un assenso dalla chiesa??
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BARUC HABA BESHEM ADONAI (Benedetto Colui che viene nel nome del Signore)
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Ddsound
Membro familiare
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on 23.09.2009 alle ore 11:49:47, u08038 wrote: Oso chiedere, da neofita: esiste la possibilità di esercitare il dono senza che la chiesa ne riconosca l'ufficio? Poi, nel tempo le due cose si devono comunque congiungere? Cioè per volontà divina si devono aprire le strade opportune affinchè la chiesa riconosca? Ho inteso così. E' corretto? E se una persona avesse il dono.....deve cercare il consenso della chiesa oppure esercitarlo a prescindere? Grazie. ripeto, da neofita! shalom |
| Dato che i doni ministeriali sono per l'utilità della chiesa, non mi pare per nulla corretto esercitarli senza l'approvazione dei responsabili della chiesa locale, che sono in ogni caso responsabili di tutti i ministeri esercitati nella loro chiesa locale davanti al Signore... Preghiamo che i doni elargiti dal Signore in questo campo vengano sempre riconosciuti dai Suoi servitori che a messo a capo delle varie comunità locali!!!!!
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Il Signore è il mio pastore
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u08038
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Non affermo, chiedo: se ricevo un dono spirituale non lo devo esercitare previo riconoscimento ecclesiale? L'edificazione della Chiesa è soltanto di tipo ministeriale? Se non va in contrasto con i ministeri, non si deve comunque esercitarli senza...."l'imposizione delle mani?" Ho un po di confusione: profetizzare è un'attività prettamente ecclesiale e quindi soggetta al ministero? Oppure nella vita di tutti i giorni, sul posto di lavoro io posso profetare? Forse non è possibile esercitare in proprio tale dono. Forse deve essere riconosciuto all'interno di un gruppo, di una chiesa, della Chiesa... No? Aiutatemi a chiarire questo mio cruccio. Grazie. Da dove provengo, il problema non si pone affatto.........
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ilcuorebatte
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Nel mio ultimo post, ho chiaramente scritto che deve essere distinto il servizio, dall'ufficio. In questo caso l'argomento del topic riguardava "l'istituzione" dei ministri, e quindi si parlava di uffici, e non di doni in modo generico, anche se dello spirito. Io credo che nell'uso dei doni, deve esserci equilibrio, in particolare il loro esercizio non deve prevaricare sull'ordine stabilito nella chiesa. Nelle parole di direzione, ricordiamoci che la guida delle persone, e la cura d'anime è affidata al pastore, ma questo vale anche per il consiglio in generale. Quindi è buono come ha anche espresso db, che i nostri doni siano sottomessi ai ministri, e che le parole di direzione, in particolare, siano condivise per essere anche confermate prima di essere comunicate.
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