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Essere discepoli (letto 2580 volte) |
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Joe75
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Il Signore è il mio Pastore!
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Discepolo è colui che è alla scuola di un maestro e in ambito cristiano c'è un solo Maestro. come già è stato ripetuto, e tutti siamo alla sua scuola. Nessuno di noi può dire di essere arrivato e, quand'anche avessimo ricevuto da Dio l'incarico di aiutare gli altri nel cammino spirituale, il nostro modello resta sempre Gesù Cristo. Lui è il Sommo Insegnante; Lui è l'esempio perfetto. Tutti coloro che sono salvati sono chiamati ad essere discepoli di Cristo a prescindere dai livelli e dai corsi che hanno fatto; anzi questi mezzucci umani nulla hanno a che vedere con l'essere discepoli. Sarebbe bene mettere al bando queste cose che sono estranee alla vita spirituale del credente: la conoscenza della dottrina è una buona cosa perchè rafforza le convinzioni del credente, ma la pratica della dottrina lo è ancora di più. Puoi seguire decine di corsi sulla liberazione, ma nulla ti formerà di più dell'avere sperimentato sulla tua persona la liberazione da un vizio che ti opprimeva (fumo, alcol, pulsioni sessuali, dipendenza da pornografia etc.). Il discepolo di Cristo impara questo tipo di esperienze perchè giorno dopo giorno rassomiglia sempre più al suo Maestro. La Parola predicata negli studi deve essere assimilata ed ubbidita per fede se vogliamo realizzare quella santificazione "senza la quale nessuno vedrà il Signore". Cosa c'entra tutto questo con certi corsi a pagamento, conferenze, workshop etc. che alcuni organizzano in determinate chiese? Lo ripeto: corsi, livelli etc. non hanno alcuna attinenza con l'essere discepoli di Gesù; fare discepoli, a sua volta, non vuol dire organizzare corsi e conferenze . Se abbiamo ricevuto un incarico dal Signore non è per fare sfoggio della nostra preparazione teologica o della nsotra bella faccia (per chi ce l'ha), ma per essere utili nel campo del Signore. Il ministero è servizio (ministro=servo) e non mira alla remunerazione economica o al prestigio personale: un buon ministro dell'evangelo si preoccupa della salute spirituale delle anime e non dei metodi con cui scroccare soldi o esercitare un dominio.
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Nell'amore non c'è paura, anzi l'amore perfetto caccia via la paura.
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eliseob.
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E comunque, un Ministro, non ha certo smesso di essere discepolo. Egli, ha ricevuto un compito, avendo ricevuto anche il Dono Spirituale per svolgere quel compito. Dunque, sarà un discepolo con più responsabilità, in quanto a chi più è stato dato, più sarà ridomandato. Da questo punto di vista, questa "corsa sfrenata" all'acquisizione di "compiti", si rivela essere un'arma a doppio taglio, che finirà per far del male a se stessi, in quanto ci si "provvederà" di compiti acquisiti si per "studio", ma non per apprensione alla scuola di Cristo. Ci si ritroverà ad essere responsabili di un qualcosa o qualcuno, senza essere responsabili nemmeno per se stessi, avendo a motivo di quella corsa intenta a raggiungere un obiettivo, tralasciato il servizio del "discepolato", cioè il servizio. Ma come si voleva cercare di capire altrove, questo "servizio" del discepolato, si potrà esercitare soltanto in una "comunione fraterna" costante, come in un "contesto familiare". Se io penso di svolgere il mio "servizio" soltanto 2 ore alla settimana, ho un'idea un po' misera, di questo servizio che è l'essere discepolo di Cristo. Un discepolo, è sempre col Maestro, e con gli altri discepoli. Se manca questa costante, il tutto perde di significato e di valore, essendo difettoso proprio nel perno del suo essere, il Corpo di Cristo.
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Joe75
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on 21.08.2009 alle ore 19:12:22, eliseob. wrote:E comunque, un Ministro, non ha certo smesso di essere discepolo. Egli, ha ricevuto un compito, avendo ricevuto anche il Dono Spirituale per svolgere quel compito. Dunque, sarà un discepolo con più responsabilità, in quanto a chi più è stato dato, più sarà ridomandato. Da questo punto di vista, questa "corsa sfrenata" all'acquisizione di "compiti", si rivela essere un'arma a doppio taglio, che finirà per far del male a se stessi, in quanto ci si "provvederà" di compiti acquisiti si per "studio", ma non per apprensione alla scuola di Cristo. Ci si ritroverà ad essere responsabili di un qualcosa o qualcuno, senza essere responsabili nemmeno per se stessi, avendo a motivo di quella corsa intenta a raggiungere un obiettivo, tralasciato il servizio del "discepolato", cioè il servizio. Ma come si voleva cercare di capire altrove, questo "servizio" del discepolato, si potrà esercitare soltanto in una "comunione fraterna" costante, come in un "contesto familiare". Se io penso di svolgere il mio "servizio" soltanto 2 ore alla settimana, ho un'idea un po' misera, di questo servizio che è l'essere discepolo di Cristo. Un discepolo, è sempre col Maestro, e con gli altri discepoli. Se manca questa costante, il tutto perde di significato e di valore, essendo difettoso proprio nel perno del suo essere, il Corpo di Cristo. |
| Ottimo intervento, caro fratello eliseo!
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Noah
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«Non temere; soltanto continua ad aver fede!»
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on 21.08.2009 alle ore 19:12:22, eliseob. wrote:E comunque, un Ministro, non ha certo smesso di essere discepolo. Egli, ha ricevuto un compito, avendo ricevuto anche il Dono Spirituale per svolgere quel compito. Dunque, sarà un discepolo con più responsabilità, in quanto a chi più è stato dato, più sarà ridomandato. Da questo punto di vista, questa "corsa sfrenata" all'acquisizione di "compiti", si rivela essere un'arma a doppio taglio, che finirà per far del male a se stessi, in quanto ci si "provvederà" di compiti acquisiti si per "studio", ma non per apprensione alla scuola di Cristo. Ci si ritroverà ad essere responsabili di un qualcosa o qualcuno, senza essere responsabili nemmeno per se stessi, avendo a motivo di quella corsa intenta a raggiungere un obiettivo, tralasciato il servizio del "discepolato", cioè il servizio. |
| quoto
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"Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna. "(Giov. 6:68)
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proboque
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Video meliora proboque deteriora sequor!
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Ho letto con molta attenzione, ma secondo me manca qualcosa. A parte la definizione o meno dell'essere discepoli e chiamati, il problema sta nell'abuso che comunemente si fa di certi "Ruoli". Questo succede sopratutto, sempre secondo me, là dove le chiese sono strutturate in modo verticistico, a piramide (come la chiesa cattolica). Se, invece la chiesa è vista in modo orizzontale, cioè l'autorità sta nella comunità (quella assoluta è in Cristo), allora vedrete che certe persone per poter "esercitare" devono avere l'approvazione dell'assemblea (chiesa), compreso il pastore, esse non possono così "dominare" sul "gregge! Poi, è bene che tutti siano "istruiti" secondo la Parola di Dio, e sempre a mio modesto parere, vanno bene tutti i corsi, anche quelli differenziati o di "livello", poiché, non tutti possono seguire argomenti più complessi...
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« Ultima modifica: 22.08.2009 alle ore 14:29:20 by proboque » |
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1Pt 4,8 Avendo prima di tutto un intenso amore gli uni per gli altri, perché «l'amore coprirà una moltitudine di peccati».
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eliseob.
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Condivido, e certamente, "quell'assemblea", sarà nella stessa Chiesa, e non in una "Istituzione" lontana dalla realtà della Comunità stessa. Quote:Poi, è bene che tutti siano "istruiti" secondo la Parola di Dio.... |
| Condivido. Quote:...poiché, non tutti possono seguire argomenti più complessi... |
| Domanda: cos'è "l'istruzione secondo la Parola di Dio"? Questi "argomenti più complessi", quali sono? Se sono "nella Parola di Dio", come fanno allora ad essere "istruiti nella Parola", laddove non ci sono questi "corsi", oppure, chi "istruì" gli Apostoli?
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Noah
Membro familiare
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on 22.08.2009 alle ore 14:46:20, eliseob. wrote: Questi "argomenti più complessi", quali sono? |
| Sicuramente l'esegesi, pneumatologia, escatologia.... Resta di fatto che comunque tutti possiamo portare la buona novella agli altri . Ci sono grandi teologi che non sono convertiti. Questi sono studiosi, non discepoli di Cristo. Comunque anche noi abbiamo bisogno di chi ha studiato. Infatti tante volte chiediamo aiuto ai grecisti, per esempio, quando una cosa non ci è chiara. Ogni membro del corpo di Cristo ha funzioni diverse. Ma qui andiamo O.T.
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"Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna. "(Giov. 6:68)
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Joe75
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Il Signore è il mio Pastore!
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Scusatemi, ma cosa c'entra la frequenza di corsi biblici con l'essere discepoli e con quel "fare discepoli" di Cristo tutti gli uomini? Grazie a Dio per i corsi, anche differenziati, quanto a livello di studio, che si organizzano nelle chiese. Tuttavia, se mi dicono "andiamo a trovare X in ospedale che è grave ed ha chiesto che preghiamo per lui", cosa gli dico: "non posso venire perchè ancora questo argomento al corso non l'abbiamo fatto?". Qui si vede se sei discepolo di Cristo o discepolo del leaderuccio della chiesa tal de tali. Vorrei che tenessimo sempre presente che l'evangelo è vita pratica ed in questa vita conta di più l'amore sincero, il tempo che trascorriamo in preghiera con il Signore delle pur buone conoscenze teologiche. Queste ultime ci servono per comprendere meglio quanto sia grande l'amore di Dio e quale sia il suo piano per noi. Conoscendo la Parola di Dio e studiandola sapremo fronteggiare i falsi dottori e presentare il puro messaggio dell'evangelo. Ma ricordiamoci come questa conoscenza non è fine a se stessa, non ci aspettiamo il plauso dell'intellettuale, ma vogliamo che quanto abbiamo appreso si manifesti nella nostra vita. Dio ci aiuti.
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Nell'amore non c'è paura, anzi l'amore perfetto caccia via la paura.
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Rabbi_Kesef
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on 21.08.2009 alle ore 17:53:59, eliseob. wrote: Il discepolo, non ha "capacità", nè "diritti", egli, deve seguire e basta.... Tutti i versi citati, a mio avviso, sono fuoriluogo se citati in rapporto alla "chiamata"... Dunque, io direi di lasciar perdere, cosa "intendevano" i Giudei per "discepolo", in quanto se Gesù lo spiegava loro, vuol dire che non lo sapevano! |
| Chi parla di ciò che non conosce è costretto a tirare ad indovinare. Lasciar perdere cosa intendevano i Giudei per "discepolo" è come voler imparare il cinese da un arabo. Il discepolato faceva parte della cultura del tempo. Se sposato, un uomo doveva avere necessariamente l’autorizzazione di sua moglie per lasciare la casa per più di trenta giorni per poter studiare con un maestro (Mishnah, Ketubot 5:6). Malgrado le molte privazioni, non c'era niente da paragonare all’allegrezza di seguire ed apprendere da un grande maestro e far parte della cerchia dei suoi discepoli. Un rapporto speciale si sviluppava tra maestro e discepolo, nel quale il maestro diventava come un padre. Infatti egli era più che un padre e doveva essere onorato più che il proprio padre, come è indicato indicato nella Mishnah. I discepoli erano spesso chiamati «figli» del rabbino, una tradizione che risale ad Elia. Gli antichi profeti d’Israele come Elia ed Eliseo viaggiavano con un seguito di discepoli che venivano chiamati «figli dei profeti» (per esempio 2Re 2:3,5,7,15). Non erano figli fisici, ma discepoli. Il rapporto padre-figlio può essere visto tra Elia ed Eliseo. Eliseo ha chiamato Elia «padre mio» alla sua di partenza (2Re 2:12), e gli ha chiesto di avere una parte doppia della sua eredità, come un figlio primogenito (2Re 2:9), e questo suggerisce un rapporto padre-figlio molto stretto, e che è stato il modello per i successivi rapporti tra rabbino e discepolo. L’uso di «figlio» come sinonimo di «discepolo» erano ancora in uso ai tempi di Gesù, come è illustrato da questo esempio: «E se io caccio i demoni per l’aiuto di Beelzebub, i vostri figliuoli per l’aiuto di chi li caccian essi?» (Luca 11:19). Forse lo si può anche trovare dietro al riferimento di Paolo verso il suo discepolo Timoteo, nelle parole: «mio diletto figliuolo» (2Tim.1:2). Oggi il concetto di "discepolato" non esiste più. Chi vuole sapere cos'era ai tempi di Gesù si deve andare a studiare un minino di ebraismo, altrimenti le spara grosse. A quei tempi, un discepolo a tempo pieno di un maestro era grosso modo l’equivalente di uno studente universitario di oggi. Ogni maestro del primo secolo viaggiava da posto in posto; dipendeva dall’ospitalità della gente; insegnava all’aperto, nelle case, nei villaggi, nelle sinagoghe e nel Tempio; aveva discepoli che lo seguivano nei suoi spostamenti. In israele, l’istruzione formale finiva all’età di dodici o tredici anni, quando la maggior parte dei giovani andavano a lavorare. Gli studenti più dotati che desideravano continuare i loro studi potevano farlo nella bet midrash insieme agli adulti che studiavano nel loro tempo disponibile. Gli studenti più bravi potevano eventualmente lasciare le proprie case per andare a studiare con un maestro famoso. Gamaliele, il maestro dell'apostolo Paolo aveva più di mille discepoli. Shalom
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eliseob.
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Ti ringrazio per le lezioni in fatto "discepolato giudaico"... E mi scuserai, se sono "impertinente"... Ma proprio tutto ciò che hai detto, almeno per la maggiore, dovrebbe farti riflettere sul fatto che Gesù parlava d'altro. Tu dici, il discepolo doveva chiedere il permesso alla moglie.... Si, forse per un seguire un maestro qualsiasi, ma non certo per seguire il Maestro Gesù Cristo. E poi, Gesù, chiamava i suoi discepoli amici. Inoltre, i discepoli di Gesù dovevano farsi lavare i piedi e servire dal proprio Maestro. Quote:Oggi il concetto di "discepolato" non esiste più. Chi vuole sapere cos'era ai tempi di Gesù si deve andare a studiare un minino di ebraismo, altrimenti le spara grosse. A quei tempi, un discepolo a tempo pieno di un maestro era grosso modo l’equivalente di uno studente universitario di oggi. Ogni maestro del primo secolo viaggiava da posto in posto; dipendeva dall’ospitalità della gente; insegnava all’aperto, nelle case, nei villaggi, nelle sinagoghe e nel Tempio; aveva discepoli che lo seguivano nei suoi spostamenti. In israele, l’istruzione formale finiva all’età di dodici o tredici anni, quando la maggior parte dei giovani andavano a lavorare. Gli studenti più dotati che desideravano continuare i loro studi potevano farlo nella bet midrash insieme agli adulti che studiavano nel loro tempo disponibile. Gli studenti più bravi potevano eventualmente lasciare le proprie case per andare a studiare con un maestro famoso. |
| Bene, evidentemente, se così pochi erano disposti a seguirlo, vorrà dire che non lo ritennero "abbastanza" famoso o bravo. Per il resto, Gesù chiama ogni uomo, ad essere Suo discepolo, ed ogni uomo, può esserlo, se vuole. Non necessita del permesso di nessuno, nè necessita di particolari capacità. Anzi, quelle che ha, deve metterle a disposizione degli altri, e tante, dovrà buttarle via, perchè non gli serviranno più.
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Ddsound
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quanto a me e alla mia casa, serviremo l'Eterno
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Quando Gesù parlava di discepoli certamente intendeva quello che Rabbi Kesef ha descritto. Non capire questo porta a affermare assurdità.
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Il Signore è il mio pastore
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Novello
Visitatore
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Leggendovi non posso che rimanere leggermente colpito, forse in negativo. Non credo che "chiacchierare" sulla dottrina sia un buon metodo per cercare di dire agli altri quello che si pensa di loro. Nascondersi dietro le parole per dire ciò che si pensa agli altri ci rende ipocriti. Forse nel nostro modo di fare si nasconde l'idea che dicendo le cose tra le righe non offenderemo nessuno, però si pecca di ipocrisia. Non voglio dare dell'ipocrita a nessuno (infatti non nomino nessuno), ma è meglio valutare bene con quale spirito scriviamo. Dico questo perchè rimango colpito su una semplice cosa: nel marasma di parole che usiamo, dimentichiamo la semplicità del messaggio del Vangelo. Voliamo con i nostri voli spirituali e dimentichiamo di tenere i piedi per terra. Ma c'è cosa più semplice di questa dell'essere discepoli? Cristo chiamò delle persone, di diversa istruzione e ceto sociale. Le chiamò e queste lo seguirono. Ognuno di loro aveva una sua idea di come doveva essere il messia...ma seguirono questo Gesù. Gesù se li è tenuti per un pò al seguito insegnando e spiegando delle importanti realtà. Poi quando lo ha giudicato opportuno li ha mandati a fare qualche esperienza. Tempo dopo, decise di mandarli guidati dallo Spirito Santo a compiere un opera di "evangelizzazione" in attesa del Suo ritorno. Pensiamo noi che sia così difficile capire cosa succede oggi? Io non credo che dal nostro punto di vista le cose siano cambiate. Cristo chiama ancora oggi a salvezza, ravvedimento. Instaura un rapporto personale con ogni persona che accetta il Suo messaggio. Li tiene al Suo fianco, li forma, li modella, li fa crescere. Poi questi discepoli faranno esperienze con Lui. E quando Lui lo riterrà opportuno li chiama a fare certi compiti particolari. Discepoli lo saranno sempre. Paolo non si è mai considerato un uomo "arrivato", così come Pietro. Pensare noi di essere "arrivati" sarebbe parecchio presuntuoso. Come diceva un caro fratello: "Se c'è qualcuno in questa comunità che si crede perfetto (e magari lo è davvero) si allontani... qui siamo tutti imperfetti". Discepoli lo saremo sempre, anche se il Signore ci chiamerà a fare qualcosa di specifico.... sempre discepoli saremo NEI SUOI CONFRONTI. Svolgere un compito piuttosto che un altro non significa essere "più bravi, più preparati o più importanti". Non si ottiene un compito con la preparazione biblica. Non si ottiene una chiamata con la conoscenza personale. Tutto dipende da Lui, non da noi.
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Noah
Membro familiare
«Non temere; soltanto continua ad aver fede!»
Posts: 11678
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on 22.08.2009 alle ore 22:03:29, Novello wrote: Non si ottiene un compito con la preparazione biblica. Non si ottiene una chiamata con la conoscenza personale. Tutto dipende da Lui, non da noi. |
| La penso pure io cosi'
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"Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna. "(Giov. 6:68)
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eliseob.
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Quote:Ma c'è cosa più semplice di questa dell'essere discepoli? |
| Quote:Tutto dipende da Lui, non da noi. |
| Grazie, mi hai risparmiato una risposta.
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ZioFrank
Membro familiare
Gesù è il Signore!
Posts: 524
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Essere discepoli... Un compito meraviglioso per i discepoli di Cristo: dare al mondo la conoscenza, o meglio la certezza, della salvezza! Dire agli uomini: "In mezzo a voi c'è uno che voi non conoscete", uno che vi cerca, che vi può fare felici, l'Unico che ha parole di vita eterna e non delude mai! Dovremmo allora metterci tutti a fare i predicatori?!? Sì, tutti predicatori, ma non tutti necessariamente con le parole.
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