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   Autore  Topic: Essere discepoli  (letto 2578 volte)
Noah
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Essere discepoli
« Data del Post: 20.08.2009 alle ore 11:33:44 »
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Apro questo topic sperando che si affronti serenamente , confidando nel contributo di tutti affinchè si faccia chiarezza su questo tema, che a mio parere alcune dottrine degli ultimi tempi hanno un po’ storpiato.
 
Premetto che non sono contro l’istruzione, anzi io sono la prima ad avere desiderio di studiare e capire meglio approfondendo gli argomenti.
 
Si sta parlando parecchio di corsi di discepolato.
 
Io ho avuto una cattiva esperienza, nel senso che mi fu prospettato il corso quando ancora non ero neanche battezzata.
Mi fu detto che facendo 7 anni di discepolato si diventa pure pastore. Male che va resti leader di qualche cosa. Hu?!
 
Mi chiedo io a questo punto: si sta  dando troppa  importanza agli studi effettuati, magari da un cuore ancora non rinnovato, mentre non si tiene  in considerazione una cosa importante: la chiamata di Dio?
Alcune dottrine promuovono questa tesi addirittura prospettando il diventare pastore se hai sotto il tuo dominio 500 cellule. Allibito
A tal proposito cito questo link http://www.chiesaevangelica.info/G12_&_C/La_Visione_Cellulare_Rivolu zione_9parte.pdf
 
Leggendo Matteo , trovo in ordine le seguenti direttive:  
1) la chiamata di Dio:  
Matteo 4:18 Mentre camminava lungo il mare della Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete in mare, perché erano pescatori. 19 E disse loro: «Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini».
2)la conversione:
Matteo 16:24
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno mi vuole seguire, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.
3) il mandato di andare per il mondo , fare discepoli , battezzarli e dopo istruirli:  
Matteo28:19
 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate
 
Quindi  Gesù prima conquista il cuore, chiama i pescatori che stanno rammendando le reti, e poi li amaestra.
 
Il Vangelo ci presenta l’avvicinarsi a Gesù non come una ricerca guidata dalla ragione, ma come un’esperienza di amore, spesso come un colpo di fulmine.  
 Questa sequenza dei verbi  , delle azioni , dà una giusta dimensione di cosa significa diventare discepoli, cioè  la decisione irrevocabile di mettersi alla ricerca di Dio e al servizio del prossimo seguendo l’insegnamento di Gesù.
 È l’inizio di una strada non esente da difficoltà, tutta orientata alla scoperta della presenza e dell’amore di Dio nella nostra vita.
 L’insegnamento viene dopo, poco a poco, quando la realtà dell’amore è stata accettata.
Adesso invece è di moda prima di tutto l’ammaestramento.
Si insegna una dottrina codificata e definita, dimenticando di far gustare ai chiamati un’esperienza d’amore.
 A chi cerca un senso pieno al mistero della vita, viene presentato un corso.
 Non c’è chiesa se non c’è amore.  
Amore, perdono, riconciliazione, servizio si insegnano solo amando, perdonando, riconciliandosi, servendo. Non sono  gli anni di studio che fanno di una persona un maestro; è la sua comunione con Dio che lo possono fare maestro.  
Il vangelo lo si impara praticandolo, non studiando.
Paolo ci insegna che la trasmissione della fede avviene solo là dove c’è un contesto di affetto, tenerezza, amore.  
Non si può parlare di Dio che è amore senza praticare l’amore.
Diventare discepoli significa mettersi in cammino insieme, gli occhi fissi su di Lui, mettendo i piedi dove li mette Lui.
 Sorridenteiventare discepolo è giocare tutta la vita su Gesù prima di aver capito e analizzato tutte le sue parole .
 
“Prendi la croce e seguimi” dice il Signore  e «Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli;( Giovanni 8:31)
 
Scusate il papello Sorridente
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Re: Essere discepoli
« Rispondi #1 Data del Post: 20.08.2009 alle ore 13:49:47 »
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Quote:
Mi chiedo io a questo punto: si sta  dando troppa  importanza agli studi effettuati, magari da un cuore ancora non rinnovato, mentre non si tiene  in considerazione una cosa importante: la chiamata di Dio?

 Buono! Buono!

Quote:
Leggendo Matteo , trovo in ordine le seguenti direttive:  
1) la chiamata di Dio:  
Matteo 4:18 Mentre camminava lungo il mare della Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone detto Pietro, e Andrea suo fratello, i quali gettavano la rete in mare, perché erano pescatori. 19 E disse loro: «Venite dietro a me e vi farò pescatori di uomini».  
2)la conversione:  
Matteo 16:24  
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno mi vuole seguire, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua.  
3) il mandato di andare per il mondo , fare discepoli , battezzarli e dopo istruirli:  
Matteo28:19  
 Andate dunque e fate miei discepoli tutti i popoli battezzandoli nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, 20 insegnando loro a osservare tutte quante le cose che vi ho comandate  
 
Quindi  Gesù prima conquista il cuore, chiama i pescatori che stanno rammendando le reti, e poi li amaestra.

 
E mi piace aggiungere che per insegnare ad osservare i Suoi comandamenti il solo modo efficace è di osservarli noi stessi.  Non servirebbe a nulla insegnarli e ricordarli agli altri quando non siamo obbedienti noi!
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Re: Essere discepoli
« Rispondi #2 Data del Post: 20.08.2009 alle ore 15:54:46 »
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Beh, quel che Ddsound dice mi sembra ovvio!  Scioccato
 
Ed è proprio questo il difficile nella vita del discepolato, a volte insegnamo ad altri le cose che putroppo noi riusciamo sempre ad osservare... E mi ci metto dentro Indeciso
 
E' proprio per questo che il ministerio pastorale deve essere considerato e valutato con tanta serietà.. perchè poi non solo devi rendere conto per te stesso, ma dovrai anche rendere dei conti a Dio per il modo in cui ti sei occupato delle anime che ti sono state affidate..
 
E a me questo a volte mi fa tremare.. Triste
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Custodisci il tuo cuore con ogni cura, perché da esso sgorgano le sorgenti della vita.
(Proverbi 4:23)
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Re: Essere discepoli
« Rispondi #3 Data del Post: 20.08.2009 alle ore 17:17:06 »
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on 20.08.2009 alle ore 15:54:46, Heaven wrote:

Ed è proprio questo il difficile nella vita del discepolato, a volte insegnamo ad altri le cose che putroppo noi riusciamo sempre ad osservare

Eh già Triste
Infatti come fai a dare l'insegnamento di Cristo, che è fondato sull'amore, se sei solo tronfio di sapere e non hai la minima compassione per  nessuno?
Mi autoquoto questa frase
Quote:
cosa significa diventare discepoli, cioè  la decisione irrevocabile di mettersi alla ricerca di Dio e al servizio del prossimo seguendo l’insegnamento di Gesù.

 
Ci si puo' chiamare discepoli solo perchè si sono fatti 7 anni di corso  e magari essere arroganti , non compassionevoli, inseguendo egoisticamente una  posizione di livello superiore?
Di cosa si è discepoli, di sapienza umana o di sapienza divina?
 
1Corinzi 2:4
la mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza,
 
Aggiungo anche  
Giacomo 3:13 -18
 
Aggiungo che in questi corsi di certe dottrine, piu' che insegnare la Parola, è un vero corso di marketing: come reclutare altre persone, come salire di livello, la scala del successo, come sapere imporre il proprio pensiero agli altri...
Mi chiedo cosa ci sia di cristiano in tutto cio'.
« Ultima modifica: 20.08.2009 alle ore 17:32:31 by Noah » Loggato


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Rabbi_Kesef
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Re: Essere discepoli
« Rispondi #4 Data del Post: 20.08.2009 alle ore 18:50:55 »
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Il problema non è studiare per diventare discepoli (ma poi discepoli di chi?). Il problema è che si è perso il vero significato del discepolato.
 
Giovanni 8:31 Gesù allora prese a dire a quei Giudei che avevano creduto in lui: Se perseverate nella mia parola, siete veramente miei discepoli [mathētai].
Matteo 28:19,20 Andate dunque, ammaestrate [mathēteùsate] tutti i popoli... insegnando loro d’osservar tutte quante le cose che v’ho comandate.
 
In greco la parola discepolo è mathētēs, dalla quale otteniamo la parola italiana matematica. Nella radice della parola discepolo vi è collegato il concetto di una raccolta o di un insieme di numeri. Fare discepoli significa incrementare il regno di Dio. Il vocabolo designa originariamente coloro che si sono raccolti attorno alla dottrina di un maestro e si sono impegnati ad accoglierla e trasmetterla. Ma c’è una sola maniera per essere discepolo di Gesù: perseverare nella sua parola. C’è una sola maniera per fare dei discepoli di Gesù: insegnando loro d’osservare tutte quante le cose che egli ha comandato.  
 
Sapremo di essere suoi discepoli quando siamo intenti a perseverare in tutti i suoi comandamenti, ed a fare altri discepoli che a loro volta faranno lo stesso. Il discepolato è di gran lunga più potente dell’evangelizzazione, poiché questa ha a che fare solo con la proclamazione del vangelo, indipendentemente dai risultati. Il discepolato comprende la proclamazione del vangelo, ma non si ferma là. Il discepolo è determinato a fare altri discepoli che a loro volta faranno altri discepoli. L’evangelizzazione è per le masse, il discepolato è per pochi, per quelli più volenterosi. Gesù non ha mai voluto dei seguaci che non seguissero la sua parola. Lo scopo del discepolato è quello di trovare e confermare quelli che ubbidiranno alla parola del Signore.
 
Ma non c'è discepolato senza lo studio e la pratica della parola di Dio. E questo costa tempo e sacrificio.
 
Shalom
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Re: Essere discepoli
« Rispondi #5 Data del Post: 20.08.2009 alle ore 18:51:13 »
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Discepoli siamo tutti, o meglio, tutti quelli che praticando il Comandamento, imparano da Gesù. I Ministri, se sono passati dal "discepolato" ad un'altra "posizione", si trovano nel posto sbagliato, e insegnano cose sbagliate, che per primo non hanno imparato loro stessi.
 
Chi ha fretta di passare dal discepolato a qualcos'altro, ha mancato il bersaglio, pur essendo diventato qualcos'altro. Ma purtroppo, questo è l'insegnamento.
 
E di conseguenza non ci sono "discepoli", ma solo alunni avidi di guadagno, di guadagnare questo o quest'altro titolo, posizione o condizione; Alunni che non hanno nè il tempo, nè la voglia, per praticare le parole di Gesù, volti come sono a raggiungere i loro obbiettivi.
 
Pace
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Re: Essere discepoli
« Rispondi #6 Data del Post: 20.08.2009 alle ore 19:02:50 »
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on 20.08.2009 alle ore 18:50:55, Rabbi_Kesef wrote:

Sapremo di essere suoi discepoli quando siamo intenti a perseverare in tutti i suoi comandamenti, ed a fare altri discepoli che a loro volta faranno lo stesso. Il discepolato è di gran lunga più potente dell’evangelizzazione, poiché questa ha a che fare solo con la proclamazione del vangelo, indipendentemente dai risultati. Il discepolato comprende la proclamazione del vangelo, ma non si ferma là. Il discepolo è determinato a fare altri discepoli che a loro volta faranno altri discepoli. L’evangelizzazione è per le masse, il discepolato è per pochi, per quelli più volenterosi. Gesù non ha mai voluto dei seguaci che non seguissero la sua parola. Lo scopo del discepolato è quello di trovare e confermare quelli che ubbidiranno alla parola del Signore.
 
Ma non c'è discepolato senza lo studio e la pratica della parola di Dio. E questo costa tempo e sacrificio.
 
Shalom

 Stretta di mano Stretta di mano
Sono completamente d'accordo!
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Re: Essere discepoli
« Rispondi #7 Data del Post: 20.08.2009 alle ore 19:45:36 »
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Mi piacerebbe portare un esempio, di ciò che è essere discepoli.
1Re 19:19-21
 
Vocazione di Eliseo
Mt 4:18-22; 9:9
19 Elia partì di là e trovò Eliseo, figlio di Safat, il quale arava con dodici paia di buoi davanti a sé; ed egli stesso guidava il dodicesimo paio. Elia si avvicinò a lui, e gli gettò addosso il suo mantello. 20 Eliseo, lasciati i buoi, corse dietro a Elia, e disse: «Ti prego, lascia che io vada a dare un bacio a mio padre e a mia madre, e poi ti seguirò». Elia gli rispose: «Va' e torna; ma pensa a quel che ti ho fatto!» 21 Dopo essersi allontanato da Elia, Eliseo tornò a prendere un paio di buoi, e li offrì in sacrificio; con la legna dei gioghi dei buoi fece cuocere la carne e la diede alla gente, che la mangiò. Poi si alzò, seguì Elia, e si mise al suo servizio.

 
Eliseo passò metà della sua vita servendo Elia.
E di lui si diceva:
2Re 3:11
Ma Giosafat chiese: «Non c'è qui nessun profeta del SIGNORE mediante il quale possiamo consultare il SIGNORE?» Uno dei servitori del re d'Israele rispose: «C'è qui Eliseo, figlio di Safat, il quale versava l'acqua sulle mani d'Elia».

 
Egli era conosciuto come il servo di Elia.
E da Vero Servo, fu degno del suo maestro.
 
Credo non sarebbe male soffermarsi a capire cosa può aver significato quell'atto di "gettare il mantello addosso ad Eliseo", e poi dire: " Pensa a quel che t'ho fatto! "
 
Pace
« Ultima modifica: 20.08.2009 alle ore 19:58:24 by eliseob. » Loggato
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Re: Essere discepoli
« Rispondi #8 Data del Post: 20.08.2009 alle ore 20:26:42 »
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Chiedo scusa Pardon
Stavo modificando il mio post precedente e invece l'ho cancellato per errore.
 
Lo posto adesso con la modifica
 

Quote:
Nella radice della parola discepolo vi è collegato il concetto di una raccolta o di un insieme di numeri. Fare discepoli significa incrementare il regno di Dio.

Ma se è fatto in funzione di acquisire potere e livelli superiori per dominare gli altri , non sono d'accordo.
Mi dispiace Pardon  
Una crescita numerica non sempre è legata ad una crescita spirituale.
I numeri non fanno chiesa, è la qualità che fa chiesa, l'umiltà, la dedizione al prossimo, la mansuetudine  .
Infatti i frutti che producono certe dottrine li possiamo notare...numeri ,esaltazione del potere ..e basta
 
Vi invito a leggere QUI
 
dal quale traggo questo :
 
"L'accento non è posto sull'annuncio del vangelo, ma sul guadagnare discepoli con ogni mezzo; non sulla testimonianza personale, su una vita vissuta realmente in comunione con il Signore, sull'ubbidienza dalla quale scaturiscono i frutti di consacrazione, l'amore e le conversioni che il Signore ha promesso.
Si finisce così per affidarsi a stratagemmi umani invece di essere umili e semplici servitori che, come Spurgeon, dopo aver annunciato il Vangelo poteva dichiarare: "Ho cercato di compiere il mio dovere, ma adesso lascio tutto nelle mani del mio Maestro". Metodi umani invece dell'opera dello Spirito Santo, leaders umani invece dell'autorità unica di Cristo, in una parola l'uomo e i suoi sistemi al posto di Dio.
 
Nella foga di ascoltare questi nuovi venti di dottrina, costoro dimenticano che noi possiamo soltanto seminare, ma solo a Dio spetta far crescere il seme (1 Cor. 3:6). Soltanto Dio può attirare a Cristo (Giov. 6:44), non certo noi con i nostri sistemi e le nostre invenzioni, che possono solo portare a delle conversioni "intellettuali" o superficiali.
"
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Re: Essere discepoli
« Rispondi #9 Data del Post: 20.08.2009 alle ore 21:34:16 »
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Ma cosa intendeva dire Gesù con le parole "fate miei discepoli tutti i popoli"?
Non sono un esegeta, ma ritengo che l'accezione di discepolato che si usa in certe chiese non ha nulla a che vedere con il mandato che Gesù affidò alla Chiesa: aggiungo ancora che il verbo "discepolare" usato da alcuni è un vero obbrobrio perchè non esiste in italiano.
Quel "fare discepoli" si riferiva al compito di portare la buona notizia a tutto il mondo che è cosa ben diversa dall'organizzare corsi e livelli differenziati.
Ripeto quanto ho già scritto altrove: la cura spirituale delle anime non ha alcuna attinenza con l'organizzare corsi e seminari; sono cose utili, ma avere passione per le anime è cosa diversa: vuol dire stare accanto a quella persona, aiutarla nel cammino della fede, incoraggiarla, esortarla financo riprenderla quando è necessario.
Sono tutte attività che spesso si fanno sotto traccia, ma molti vogliono il loro piccolo "pulpito" da cui insegnare e pontificare.
Alcune chiese si sono trasformate in simil-compagnie assicurative con tanti agenti (capetti o capicellula) che misurano la loro abilità nel numero dei clienti (fedeli) che stanno alle loro dipendenze: anche i capetti sono a loro volta sottomessi ad altri capi in una piramide che tocca il vertice nel leader.
Questo modello non ha alcun riscontro biblico: Gesù non ci ha affidato delle linee di marketing da sviluppare, ma ci ha detto di proclamare la salvezza a questo mondo perduto.
E qui veniamo al vero nodo della questione.
Si assiste alla sostituzione dell'esperienza della salvezza con surrogati umani: la salvezza è un cambiamento interiore e profondo nella vita di una persona che non si può acquisire frequentando un certo numero di riunioni alla fine delle quali ti danno "il patentino" di salvato.
Nicodemo poteva dare lezioni a tutti quanto a conoscenza religiosa, ma Gesù gli rammentò che doveva nascere di nuovo, altrimenti non sarebbe mai entrato nel regno dei cieli.
La crescita spirituale non dipende dalla misura delle lezioni che segui, ma da quanto permetti allo Spirito Santo di cambiare la tua vita: la riprova è data dal fatto che ci sono credenti che in poco tempo hanno fatto passi da gigante ed altri che frequentano la chiesa da anni e stanno ancora all'abc.
Allo stesso modo la chiamata al servizio cristiano (quale che sia) non si realizza perchè fai corsi per un tot numero di anni e poi ti danno l'incarico.
Voglio ricordare quello che dice l'apostolo Paolo sul tema della chiamata:  
2Timoteo 1:9
Egli ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non a motivo delle nostre opere, ma secondo il suo proposito e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù.
Ora è Dio che rivolge la sua chiamata alla salvezza ed allo stesso modo Egli chiama quanti vogliono servirlo con fede e non c'è chiesa, denominazione, facoltà teologica o istituto biblico che possa conferire questa chiamata.
Ho altro da dire sulla chiamata, ma mi fermo qui per ora.
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Re: Essere discepoli
« Rispondi #10 Data del Post: 21.08.2009 alle ore 14:57:41 »
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on 20.08.2009 alle ore 17:17:06, Noah wrote:

 
... come fai a dare l'insegnamento di Cristo, che è fondato sull'amore, se sei solo tronfio di sapere e non hai la minima compassione per  nessuno?
 
Ci si puo' chiamare discepoli solo perchè si sono fatti 7 anni di corso  e magari essere arroganti , non compassionevoli, inseguendo egoisticamente una  posizione di livello superiore?
Di cosa si è discepoli, di sapienza umana o di sapienza divina?
 
1Corinzi 2:4
la mia parola e la mia predicazione non consistettero in discorsi persuasivi di sapienza umana, ma in dimostrazione di Spirito e di potenza,
 
Aggiungo che in questi corsi di certe dottrine, piu' che insegnare la Parola, è un vero corso di marketing: come reclutare altre persone, come salire di livello, la scala del successo, come sapere imporre il proprio pensiero agli altri...
Mi chiedo cosa ci sia di cristiano in tutto cio'.

 
 Buono!
 
Certo, Gesù non smentisce che nella Sua Chiesa ci siano, per Sua volontà, "maestri" e discepoli, secondo una distribuzione di ministeri e di carismi che deve servire alla crescita del Suo Corpo.
Ciò che Gesù vuole impedire è, appunto, che nei "maestri" si crei la presunzione, o il "complesso del maestro", cioè che essi si distacchino dal popolo, erigendo tra sè e gli altri, come facevano i farisei e gli scribi, un muro di superiorità e di distanza.
Il maestro evangelico -proprio perchè è tale, cioè evangelico- deve essere maestro di umiltà.
Egli sa di essere fondamentalmente discepolo!
Uno solo è il Maestro, tra noi cristiani, e noi siamo tutti scolari.
Preghiamo, fratelli, affinchè i pastori siano umili e coerenti annunciatori e facitori della Sua Parola.
 
Un caro abbraccio.  Sorriso
« Ultima modifica: 21.08.2009 alle ore 14:59:57 by ZioFrank » Loggato
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Re: Essere discepoli
« Rispondi #11 Data del Post: 21.08.2009 alle ore 15:11:04 »
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on 21.08.2009 alle ore 14:57:41, ZioFrank wrote:

 
Il maestro evangelico -proprio perchè è tale, cioè evangelico- deve essere maestro di umiltà.
Egli sa di essere fondamentalmente discepolo!
Uno solo è il Maestro, tra noi cristiani, e noi siamo tutti scolari.

Sante parole Sorriso
« Ultima modifica: 21.08.2009 alle ore 15:11:19 by Noah » Loggato


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Re: Essere discepoli
« Rispondi #12 Data del Post: 21.08.2009 alle ore 16:15:06 »
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Quote:

Ma se è fatto in funzione di acquisire potere e livelli superiori per dominare gli altri , non sono d'accordo.

Quando si parla di discepolato si parla del discepolato di cui parlava Gesù. Se poi qualcuno se ne serve per altri scopi ha dimostrato di non aver capito niente, e se i suoi scopi sono malvagi ne dovrà rendere conto al Signore.
 
La chiamata ad essere discepolo di un maestro, ai tempi di Gesù, significava spesso lasciare famigliari ed amici e percorrere il paese sotto condizioni austere. Voleva anche dire impegno totale. Un futuro discepolo doveva prima di tutto essere sicuro quali fossero le sue priorità.
 
Consideriamo le parole dell’uomo che disse a Gesù: «Signore, io ti seguirò, ma permettimi prima di congedarmi da quelli di casa mia» (Luca 9:61). La risposta di Gesù mostra che solo quelli che erano preparati ad affidarsi completamente a lui sarebbero stati i benvenuti: «Nessuno che ha messo mano all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio» (Luca 9:62).
 
Questo è sottolineato nella risposta di Gesù ad un altro uomo che si è offerto di seguirlo, ma solo dopo aver “seppellito il padre”: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti», gli rispose Gesù (Luca 9:60; Matteo 8:22).
 
Le risposte di Gesù erano evidentemente dirette a persone invitate a lasciare la loro casa per servire in una sorta di apprendistato a tempo pieno con lui. Questa forma di discepolato era una caratteristica univoca dell’antica società ebraica.
 
Per l’uomo ricco citato in Luca 18, la chiamata a seguire Gesù significava rinunciare a tutta la sua ricchezza. Il prezzo era troppo alto per lui e non divenne un discepolo di Gesù. Pietro, con l’occasione, ha ricordato a Gesù che lui e gli altri avevano accettato la sua chiamata: «noi abbiamo lasciato ogni cosa e ti abbiamo seguito».  
 
“Amen!” disse Gesù, “Sì, voi avete fatto ciò che è lodevole”. Gesù ha continuato dicendo che chi avesse fatto il sacrificio di impegnarsi totalmente per la causa del regno di Dio, avrebbe ricevuto qualcosa dal valore molto più grande di quello a cui aveva rinunciato, e la vita eterna nel mondo a venire (Luca 18:28-30).
 
Gesù non voleva che i suoi eventuali discepoli andassero incontro a false aspettative ed ha spesso sottolineato la necessità di calcolare bene il costo prima di prendere un impegno con lui: «Chi di voi infatti, volendo edificare una torre, non si siede prima a calcolarne il costo, per vedere se ha abbastanza per portarla a termine? Così dunque, ognuno di voi che non rinunzia a tutto ciò che ha, non può essere mio discepolo» (Luca 14:28,33).
 
Gesù era molto chiaro riguardo al grado d’impegno richiesto al suo discepolo: «Se uno viene a me e non odia suo padre e sua madre, moglie e figli, fratelli e sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. E chiunque non porta la sua croce e mi segue, non può essere mio discepolo» (Luca 14:26,27).
 
In questo contesto la parola «odio» non ha il significato che normalmente ha in italiano, ma è utilizzato in senso ebraico. In ebraico «odio» può anche voler dire «amare di meno» o «mettere al secondo posto». Ad esempio, Genesi 29:31 dichiara che Lea era «odiata» (vedi Riveduta), ma il contesto indica non che Lea era odiata, ma che era amata meno dell’altra moglie di Giacobbe, Rachele. Notiamo che nel verso precedente viene detto specificatamente che Giacobbe ha amato Rachele più di Lea.
 
Così è nella dichiarazione di Gesù, egli diceva che chiunque non l’avesse amato più della propria famiglia o anche più della propria vita, non poteva essere suo discepolo.
 
Dunque, il tipo di discepolato richiesto da Gesù non era per dominare gli altri, ma per servirli, anche a prezzo di grossi sacrifici.
 
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Re: Essere discepoli
« Rispondi #13 Data del Post: 21.08.2009 alle ore 17:53:59 »
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Secondo me, si confonde la "chiamata", con l'essere discepoli.
Gesù prima chiamò i Suoi, ed essi, lasciato tutto, lo seguirono, punto.
Essi, non si sedettero a tavola, e calcolarono la "spesa"....
Essi, lasciate prontamente le reti, lo seguirono.
Più avanti, scoprirono, gli fu spiegato che il Figliuol dell'Uomo non aveva nè casa nè un posto dove dormire, etc....
A quel punto, potevano scegliere se continuare a seguirlo o meno. Ma non era ancora finita lì, in quanto più volte, nel corso del loro "discepolato", furono posti davanti alla stessa domanda: Se non volete seguirmi, se vi pare troppo, andatevene!
 
A mio avviso dunque, si mette troppa enfasi sulle "capacità" del discepolo.
Il discepolo, non ha "capacità", nè "diritti", egli, deve seguire e basta.
 
Tutti i versi citati, a mio avviso, sono fuoriluogo se citati in rapporto alla "chiamata".
Gesù predicava alle folle, e quella "predicazione", è da considerarsi "chiamata".
 
Infatti, non era Gesù che domandava un qualcosa a loro, ma erano loro, che andavano da Gesù, e gli dicevano: Lascia che faccia prima questo o quest'altro...
Oppure, gli domandavano "cosa fare", pur sapendo benissimo, che la risposta che Gesù avrebbe dato, non sarebbe piaciuta loro, altrimenti, lo avrebbero seguito senza fare "domande".
 
Chiaramente, tutte quelle risposte date da Gesù, rispondono automaticamente a tutte le nostre "domande", anche se non osiamo pronunciarle.
Ecco perchè, dobbiamo scegliere ogni giorno, di continuare ad essere Suoi discepoli, e di calcolare bene la spesa.
 

Quote:
Gesù non voleva che i suoi eventuali discepoli andassero incontro a false aspettative ed ha spesso sottolineato la necessità di calcolare bene il costo prima di prendere un impegno con lui: «Chi di voi infatti, volendo edificare una torre, non si siede prima a calcolarne il costo, per vedere se ha abbastanza per portarla a termine? Così dunque, ognuno di voi che non rinunzia a tutto ciò che ha, non può essere mio discepolo» (Luca 14:28,33).  

Ora, Gesù era nel bel mezzo del Suo Ministerio, e "molte turbe" lo seguivano...!
Questo vuol dire che avevano ascoltato la Sua Parola, avevano visto la Potenza di Dio manifestarsi attraverso di Lui, eppure, ancora lo "seguivano" da lontano...., magari per il pane ed i pesci.
Ecco perchè Gesù diceva loro di "calcolare" ben la spesa, perchè loro avevano già in "mano dei fatti", e potevano trarne delle "conclusioni". Come dire, erano già stati posti più volte nelle condizioni di poter scegliere.
E le condizioni date da sempre da Gesù erano o la Vita o la Morte.
Siediamoci dunque a tavola, e facciamo i conti.  Sorriso
 
Ma questo appunto, possiamo farlo dopo aver conosciuto, non prima.

Quote:
La chiamata ad essere discepolo di un maestro, ai tempi di Gesù, significava spesso lasciare famigliari ed amici e percorrere il paese sotto condizioni austere. Voleva anche dire impegno totale. Un futuro discepolo doveva prima di tutto essere sicuro quali fossero le sue priorità.  

Dunque, io direi di lasciar perdere, cosa "intendevano" i Giudei per "discepolo", in quanto se Gesù lo spiegava loro, vuol dire che non lo sapevano!
Il loro "essere discepoli", era appunto una "fatica", un "peso troppo grande da portare", e per questo, Gesù "calcava" la mano, e gli mostrava che era ancora più difficile di quanto pensassero....!  Sorridente
Dovevano addirittura "essere sicuri delle priorità...." Hu?!.....ma un discepolo, non deve prima imparare, per sapere quali sono "le priorità"?  Sorriso
Se no, che discepolo è?
 
Pace
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Re: Essere discepoli
« Rispondi #14 Data del Post: 21.08.2009 alle ore 18:21:00 »
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Quote:
Dunque, il tipo di discepolato richiesto da Gesù non era per dominare gli altri, ma per servirli, anche a prezzo di grossi sacrifici.

Allora ultimamente si è dato un significato diverso alla parola discepolo Triste
Adesso il discepolo è quello che prima studia, anche se non è convertito,  e poi domina , nel vero senso della parola su altre persone, che devono fare le corse per aumentare di livello al fine di poter dominare anche loro.
Tralasciare la famiglia , per chi ce l'ha, è un carico che non si deve imporre.La chiamata deve essere sentita dalla persona in questione.
Spesso succede che, a seconda delle necessità della comunità, il leader(che brutta parola, già sa di dominatore Linguaccia ) dice che ha avuto una rivelazione per il posto cui devi essere assegnato.
quindi fai il corso e poi ti posizionano.
Poi se a casa hai lasciato moglie e figli controvoglia e la famiglia nel frattempo si disintegra, è poca cosa. Hu?!
Non vedo chiamate divine. Vago
Si è persa la vera natura del discepolo che è quella di servire sostituendola al dominare.
Il discepolo prediletto adesso è quello che piuttosto che dipendere da Dio,  pende dalle labbra del pastore, ops del Leader, e anche se vede qualcosa che non va , deve fare finta di non vedere niente.
Gli viene detto:guarda a Gesù, non guardare a me.
Purtroppo conosco molto bene queste realtà avendole vissute sulla mia pelle.
Ripeto io fui quasi obbligata(il plagio mentale era tremendo) e feci 2 corsi. Poi mi battezzai.Dopo aver fatto due livelli.
 Sorridenteopo sono scappata da questa organizzazione che non  riesco a chiamare chiesa, e i diplomini sono serviti ad attizzzare il fuoco del caminetto.
Persi il dominio  su 12 persone, ma in compenso ho ritrovato il mio Sorridente.
Deve essere Dio a chiamarci  non un uomo come noi.
Si puo' avere  tutta la conoscenza di questo mondo, si possono superare tutti i livelli stabiliti, ci si puo' chiamare leader,ma tutto questo, senza amore a nulla vale.
 
Dimenticavo:
il compito primario del discepolo d'oggi(visto in queste nuove chiavi) è quello di reclutare  nuove leve, facendo pressione  affinchè ci si iscriva ai corsi, previo pagamento naturalmente .
Nella chiesa che grazie a Dio frequento ora, ci sono gli studi biblici, molto edificanti e non si paga niente.
Senza livelli.
« Ultima modifica: 21.08.2009 alle ore 18:33:41 by Noah » Loggato


"Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna. "(Giov. 6:68)
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