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   Come affrontare le parabole di Gesù
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   Autore  Topic: Come affrontare le parabole di Gesù  (letto 8310 volte)
Domenico
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Re: Come affrontare le parabole di Gesù
« Rispondi #105 Data del Post: 16.06.2009 alle ore 20:05:16 »
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[quote author=Domenico link=board=Dottrina;num=1243437448;start=90#103 date=06/15/09 alle ore 16:55:19]
 
Si comincia con il piccolo granello di senape che, sebbene è il più piccolo di tutti i semi, quando cresce diventa maggiore dei legumi e diviene addirittura un albero; tanto che gli uccelli del cielo vengono a ripararsi tra i suoi rami. (Mat. 13:31-32). Questa semplice descrizione, portò qualcuno ad affermare:
«non è vero che il granello di senape è il più piccolo fra i semi, e quindi a mio parere Gesù voleva solo invitare a riflettere e usando un termine di paragone fisicamente errato, stimolare alla comprensione che non si trattava di cose materiali, immediate». (il grassetto delle due parole evidenziate è mio) Chi scrisse questo in “esegesi”, fu sdc
Affermare che “non è vero che il granello di senape è il più piccolo fra i semi”, senza fornire la prova, cioè presentare un altro seme più piccolo di quello della senape, non è un serio ragionamento, oltre che discredita Gesù, classificandolo come uno che non sapeva quello che diceva, asserendo qualcosa che non rispondeva a verità. Questa semplice osservazione è grave in se stessa, perché si tratta di intaccare la credibilità della veracità della parola di Gesù, a dir poco.
 
A questo punto, fornire qualche notizia sulla senape, può contribuire a chiarire le idee e nello stesso tempo ci sarà in grado facilitare a comprendere il parlare di Gesù in parabole. A parte che in Palestina, ai tempi di Gesù, il parlare parabolico era molto usato, specialmente tra i rabbini; non era però un tipo di parlare astratto, immaginario, cioè che si staccava dalla realtà quotidiana o peggio ancora che si contraddiceva con essa. La parabola, in effetti, prendendo lo spunto dal modo di vivere in Palestina, illustrava delle verità che aveva a che fare con le realtà del mondo spirituale, cioè le cose di Dio, almeno questo era lo scopo di Gesù: illustrare la realtà del regno di Dio in mezzo agli uomini.
 
Secondo la Mishna, la senape, non era considerata solo una pianta da orto, ma veniva coltivata anche nei campi. Mat. 13:31, «rispecchia quindi una situazione palestinese». Inoltre, «la piccolezza del seme di senape è proverbiale. Ancora oggi un proverbio arabo dice: «Dalle mani dell’avaro non cade un solo granello di senape». Infine, lo stesso autore riferisce che «Mat. 13:32, non è una formulazione erronea; e per fare un grammo della sinapis nigra, ne occorrono 725-760» [C.H. Hunzinger, GLNT (Grande Lessico del Nuovo Testamento), Vol. XII, col. 241-244, nota 13]  
 
Gli autori ci riferiscono che in Israele, di senape, ve n’erano di diversi tipi. Probabilmente, la senape della parabola, era quella nera (brassica nigra) che «ha un diametro di mm. 0,95-1,6 e pesa 1 mg., il chicco della senape bianca ha invece dimensioni circa il doppio. Dal grano di senape si origina il più grande degli ortaggi, che produce grandi remi. L’altezza media di una pianta è di m. 1,5, e sul lago di Genezaret essa giunge addirittura ai 3 metri».
 
«La similitudine culmina nell’idea che il regno di Dio comincia come un granello di senape, piccolo e modesto. Per l’ascoltatore dev’essere una sorpresa che una similitudine basata sul granello di senape termini con l’immagine tradizionale del grande albero della signoria universale. Il rovesciamento escatologico della situazione riguarda anche il regno di Dio. Esso non viene presentato nell’immagine del cedro imponente, bensì in un’immagine che esige fede; il regno di Dio s’instaura col ‘piccolo’ servizio di Gesù. Proprio in questo modo esso ha già il suo regno». «L’uomo orientale non pensa allo «sviluppo», bensì «coglie lo stadio iniziale e quello finale». [cfr. Commentario teologico, il Vangelo di Marco, Parte prima, pagg. 417-419, nota 13, di Rudolf Pesch; Commentario teologico, Il Vangelo di Matteo, Parte prima, pag. 718, di Joachim Gnilka].  
 
L’espressione: «Il regno dei cieli è simile...», si trova menzionata solamente nel Vangelo di Matteo, e ricorre dieci volte, in dieci parabole; mentre Marco e Luca preferiscono la forma: il regno di Dio.... parabole con la dicitura in questione sono: quella delle zizzanie, del granello di senape, del lievito, del tesoro nascosto, del mercante di perle, della rete, del re che fa i conti con i suoi servi, del padrone di casa, delle nozze e delle dieci vergini.
 
Si sa, (con riferimento a quanto ci hanno tramandato i sinottici) che, delle tante parabole che Gesù propose, solo per due di loro, spiegò il significato: precisamente la parabola del seminatore e quella delle zizzanie. Anche se Marco 4:34 riferisce che Gesù, in privato ai suoi discepoli spiegava ogni cosa, quest’ultimi, però, non hanno tramandato le confidenze del Maestro, questo significa che le hanno mantenute per loro. Per quale motivo, si chiederebbe? Non lo sappiamo! Siccome la nostra analisi si basa sul materiale che gli scrittori sacri ci hanno trasmesso, è inutile pensare a qualcosa di extra che poi non si potrà dimostrare.
 
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Re: Come affrontare le parabole di Gesù
« Rispondi #106 Data del Post: 16.06.2009 alle ore 20:06:36 »
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[quote author=Domenico link=board=Dottrina;num=1243437448;start=105#105 date=06/16/09 alle ore 20:05:16]
 
Quasi tutti i commentatori che hanno commentato le parabole di Gesù, nella spiegazione fornita, hanno dato della parabola del granello di senape, hanno messo in risalto come crediamo sia giusto farlo la piccolezza del seme di senape e la grandezza del suo sviluppo, dopo che è stato seminato in terra.
 
Anche se certe informazioni, potrebbero stimolare il nostro interesse nell’approfondimento della conoscenza della Parola di Dio, dovrà rimanere fermo uno dei principi base della ricerca, nel mettere in evidenza la verità o le realtà che, in un determinato “passo” biblico si espone. Nel nostro caso specifico, stiamo parlando della parabola del granello di senape. Dai particolari che i tre evangelisti hanno per ciò che riguarda la semina del granello di senape, sono stati tratti, significati particolari. Quali sono questi particolari? Eccoli!  
 
Matteo ha questa frase: «Un uomo prende e semina nel suo campo». Marco, invece ha: «Quando si è seminato in terra». Da parte sua, Luca, puntualizza: «Un uomo ha preso e gettato nel suo orto». Quindi abbiamo: “Il campo”, “la terra” e “l’orto”.
 
La prima domanda che deve porsi è: qual è la verità che Gesù ha voluto insegnare con questa parabola? È una verità che ha a che fare con il tempo presente, vale a dire con l’era della chiesa, o piuttosto si riferisce al futuro escatologico? Inoltre, la parabola mira a farci conoscere la persona che semina il granello di senape, o vuole condurci a comprendere la verità riguardante al «regno di dei cieli», o al «regno di Dio?»
 
Se facciamo queste domande, è perché qualcuno dell’antichità, ha visto del granello di senape, Gesù Cristo stesso.  
Ambrogio, famoso per le sue spiritualizzazioni e i collegamenti scritturali che adduceva per convalidare le sue interpretazioni, vedeva nel granello di senape, il Signore, Gesù Cristo. La prova scritturale che egli adduceva, era Giov. 12:24, in cui si afferma: «In verità, in verità vi dico che se il granello di frumento caduto in terra non muore, rimane solo; ma se muore, produce molto frutto» (Giov. 12:24). Sì, è vero che, il «granello di frumento», cui fece riferimento Gesù, si riferiva a se stesso, e parlava della sua morte, ma non era il granello di senape.
 
Poi, usa il particolare che Luca menziona, cioè «l’orto», per mettere in risalto che Gesù, fu arrestato e seppellito, in un «orto». Visto che il granello di senape, nella sua crescita e sviluppo, diventerà un albero, adduce un testo biblico per chiarire meglio quanto sta asserendo: «Come un albero di melo tra gli alberi della foresta, così è mio fratello tra i giovani» (Cantico dei Cantici 2:3). Inoltre, fornisce la presente riflessione.  
«Tu semina il Signore Gesù: egli è un granello quando viene arrestato, ma un albero quando risuscita, un albero che fa ombra a tutto il mondo. È un granello quando viene sepolto in terra, ma è un albero quando si eleva al cielo». Infine, arriva anche a vedere nel granello di senape, «i martiri Felice, Nabor e Vittore» [Cfr. Sant’Ambrogio, Commento al vangelo di Luca, Vol. 2, cit., pp. 104-108].  
 
Siamo perfettamente convinti che la parabola del granello di senape presenti la verità riguardante «il regno di Dio» e che non deve essere confusa con l’altro detto sul granello di senape, che riguarda la fede (Mat. 17:20). Il fatto stesso che Gesù ne parla chiaramente, ogni altra interpretazione che non tiene presente ciò, non merita di essere accettata e condivisa.  
 
A questo punto, è importante chiedere: che cos’è il «regno di Dio?» La risposta più semplice e concisa, è: “Il dominio e il governo di Dio”. Sugli uomini o sugli angeli? Sugli uomini, immancabilmente. Ad avvalorare il mio convincimento sta che, Gesù, fin dall’inizio della sua attività ministeriale pubblica, non fece altro di proclamare l’avvicinarsi del «regno di Dio» (Mc. 1:15). Gli apostoli furono mandati ad «annunziare il regno di Dio» Lc. 9:2).
 
Quando Gesù scacciava i demoni, davanti ai suoi oppositori, affermava che, «il regno di Dio era giunto fino a loro» (Mat. 12:28). L’annunziare il regno di Dio, Egli lo considerava «una buona notizia» (Lc. 4:43; 8:1).
Davanti all’interrogazione dei farisei che voleva sapere quando sarebbe venuto il regno di Dio, Gesù rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare gli sguardi; né si dirà: eccolo qui, o eccolo là; perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi» (Lc. 7:20-21). Infine, concepire un regno senza il regnante, non ha senso. Gesù, è senza dubbio il re che regnerà secondo giustizia (Is. 32:1).
 
Il regno di Dio, = il dominio di Dio, cui fa riferimento la parabola del granello di senape, riguarda il tempo della chiesa, o piuttosto ha senso escatologico? Credo che abbracci i due periodi, quella della chiesa e quello della fine. Per quanto riguarda l’era della chiesa, il dominio di Dio, è di carattere spirituale, cioè il Signore regna nei cuori dei credenti, cioè di tutti quelli che si lasciano governare da Lui; mentre quello escatologico, riguarderà l’intero universo.
 
La parte terminale della parabola, parla della crescita e dello sviluppo del seme: parte come il più piccolo dei semi, poi diventerà addirittura un albero così grande, da permettere agli uccelli del cielo di ripararsi tra i suoi rami.
 
«Ogni cosa grande, nella Chiesa, comincia per lo più allo stadio del granello di senape, perché dinanzi a Dio non decide la misura umana, il peso o le relazioni di grandezza. Egli non ha bisogno di porre alcuna proporzione tra la nostra azione e il risultato da lui voluto. Tutto questo sarebbe necessario soltanto se ciò riguardasse unicamente, o almeno in prima linea, l’azione umana. Ma non è così, se Dio agisce in forma decisiva. Dalla parabola del granello di senape risulta che egli lo fa, e si parla pure della forma in cui lo compie» [Richard Gutzwiller, Cristo nel vangelo di Matteo, Roma, Città Nuova, 1965, p. 173].
 
Che nell’illustrazione dell’albero grande, in cui si riparano gli uccelli del cielo, ci sia una prefigurazione dell’estensione del regno di Dio, nel senso di offrire riparo a tutti, Giudei e gentili, rientra nella logica delle cose di Dio. Infatti, Egli, non pensa solamente alcuni e mette da parte altri. La Sua imparzialità si manifesta nei riguardi delle persone di tutte le età e di ogni popolo, senza fare nessuna differenza, o tener conto del colore della pelle e dello stato sociale degli individui. Sotto quest'aspetto, la prefigurazione dell’illustrazione in questione, non è qualcosa di fantasioso e d'irrealizzabile; è invece in perfetta coerenza con i piani divini della crescita e dello sviluppo del regno di Dio in mezzo all’umanità.
« Ultima modifica: 16.06.2009 alle ore 22:00:12 by Domenico » Loggato
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Re: Come affrontare le parabole di Gesù
« Rispondi #107 Data del Post: 16.06.2009 alle ore 22:55:41 »
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on 11.06.2009 alle ore 05:40:28, Domenico wrote:

 
Come mai che nessuno si è levato per confutare Zio Frank?
 
Ecco quello che egli scrisse:
 
«La parabola del granellino di senape che diventa (o viene fatto diventare) un albero indica la crescita del Regno di Dio sulla terra.  
Alle sue origini, esso era davvero un granellino:  
si identificava, infatti, con Gesù stesso, "il grano di frumento caduto in terra e morto".  
Ma da quel grano caduto nacque una spiga, nacque un intero corpo, cioè la Chiesa.  
Ecco che Gesù traccia la situazione della Chiesa nella storia: la sua natura, il suo compito, il suo destino.  
La Chiesa cresce perchè irrigata dalla Parola di Dio, grazie alla quale diventa o, ancora meglio, viene fatta diventare un albero gigantesco che stende i suoi rami su tutto il mondo.  
Popoli interi, come uccelli, vengono a posarsi sui suoi rami.  
Noi pure siamo del numero di quegli uccelli venuti ad annidarsi tra i rami del grande albero che è il Regno dei Cieli.  
 
L'immagine della piccolezza precede quella della grandezza.  
Gesù si estasia di fronte alla piccolezza e si meraviglia della potenza racchiusa in un piccolo seme, da cui nasce un grande albero: un'immagine assai più adatta per parlare del regno messianico e per trasmettere la speranza e la certezza che c'è in Lui.  
 
Gesù guarda avanti e vive di certezze e le vuole infondere in noi.  
Egli si sente come un piccolo seme tra gli uomini, ma sa già che germoglierà e non rimarrà solo.  
Diventerà popolo!  
Un popolo colmo della potenza dello Spirito di Dio, carico di energia, capace di espandersi su tutta la terra, di coprirla come... albero con i suoi rami, di farsi sentire come luogo di sicurezza e di salvezza agli uomini.  
Gesù ci dice, fratelli, che il Regno di Dio verrà con la stessa infallibile e sconcertante sicurezza concui l'albero nasce dal minuto granello di senape.  
La Sua Parola è di fiducia e di speranza».
 
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Re: Come affrontare le parabole di Gesù
« Rispondi #108 Data del Post: 16.06.2009 alle ore 23:02:35 »
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"Come che nessuno si è levato per confutare Zio Frank? " ha scritto Domenico.
 

on 11.06.2009 alle ore 07:52:53, Novello wrote:

 
Credo che non tutti hanno la voglia di studiare bene certe questioni.
 

 
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Re: Come affrontare le parabole di Gesù
« Rispondi #109 Data del Post: 16.06.2009 alle ore 23:33:52 »
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Re: Come affrontare le parabole di Gesù.
 
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La parabola è un racconto fittizio, è un'opera letteraria completa in se stessa.
Essa può sussistere come opera d'arte o poetica indipendente, perchè è un mondo a sè.
Eppure la parabola non aliena dalla realtà.
Quello che essa racconta potrebbe essere vissuto dagli uditori. Sono infatti la vita di ogni giorno, gli oggetti e le persone più familiari che la parabola struttura in un racconto, con punte che sono al limite del possibile, ma pur sempre reali.
Anche oggi si semina, anche oggi c'è il problema dei diserbanti, anche oggi c'è sproporzione tra il seme e la pianta, tra la quantità del lievito e quella della farina, anche oggi i tesori nascosti e l'acquisto di un diamante o di una perla preziosa sono sempre attuali, come lo è la pesca in cui i pesci buoni vengono separati dai cattivi.
 
Gesù si è presentato come annunciatore del Regno.
Ma qual è l'impatto dell'annuncio con la realtà?
La risposta sarà data dalla parabola del seminatore.
Si è parlato di chi accoglie l'annuncio, cioè dei discepoli, ma quale sarà la loro situazione nel mondo?
Vi risponderà la parabola della zizzania, o erba cattiva.
La lotta contro l'annuncio del Regno si è delineata durissima.
Ha forse il Regno qualche speranza di vittoria?
Due parabole, quella del granello di senape e quella del lievito, risponderanno a questa domanda.
Ci sono persone che accolgono e altre che rifiutano il Regno.
Qual è la molla che fa scattare nella persona umana il desiderio di possederlo?
Con due parabole, quella del tesoro nascosto e quella della perla preziosa, si darà una risposta.
Infine, la situazione dei discepoli nel mondo si è delineata difficile e il giudizio sui nemici è sempre stato rinviato alla fine del mondo.
Quando verrà?
E che cosa succedrà in quel giorno?
La risposta viene data in parte dalla parabola della zizzania, poi ripresa e completata dalla sua spiegazione e dalla parabola della pesca.
 
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Re: Come affrontare le parabole di Gesù
« Rispondi #110 Data del Post: 17.06.2009 alle ore 08:45:20 »
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on 16.06.2009 alle ore 20:05:16, Domenico wrote:
Anche se Marco 4:34 riferisce che Gesù, in privato ai suoi discepoli spiegava ogni cosa, quest’ultimi, però, non hanno tramandato le confidenze del Maestro, questo significa che le hanno mantenute per loro. Per quale motivo, si chiederebbe? Non lo sappiamo! Siccome la nostra analisi si basa sul materiale che gli scrittori sacri ci hanno trasmesso, è inutile pensare a qualcosa di extra che poi non si potrà dimostrare.

Come ho già scritto in precedenza non considero questa affermazione completamente corretta.

Quote:
Mt. 13:51 Avete capito tutte queste cose?» Essi risposero: «Sì».

Matteo ci riferisce che i discepoli chiesero spiegazione della parabola delle Zizzanie, ma subito dopo aver ascoltato un'altra parabola dichiararono di aver capito...
Quindi supporre che le spiegazioni ricevute in privato (non documentate, nè certe) siano state omesse nei vangeli per un qualsiasi motivo non ha basi certe, anzi vi sono altri insegnamenti che sembrano negare che ci siano state altre spiegazioni....
Sono cose come queste a cui mi riferisco nel topic sulla correttezza delle premesse.
Nota:  Questo non vuol dire che sto affermando la "falsità" di affermazioni, e neppure che rigetto tutto il ragionamento e le riflessioni condivise insieme a questo pensiero.  Non essendo essenziale per lo sviluppo delle riflessione non vedo la necessità di porre come premessa un fatto non accertato, anzi una supposizione personale che altri insegnamenti paiono contrastare.
 
Riguardo all'ultimo intevento di ZioFrank mi trova d'accordo, e mi pare un'esposizione comprensiva ed in buona prospettiva delle parabole da utilizzare come guida per qualsiasi interpretazione singola.
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Re: Come affrontare le parabole di Gesù
« Rispondi #111 Data del Post: 17.06.2009 alle ore 14:37:57 »
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on 16.06.2009 alle ore 23:02:35, ZioFrank wrote:

 

Quote:

"Come che nessuno si è levato per confutare Zio Frank? " ha scritto Domenico.
 

Se ho riportato l'intervento di Zio Frank e ho fatto quella domanda a Novello, è stato perché Zio Frank, agli "uccelli", non gli ha dato il senso dei "demoni", come gli altri affermavano; eppure, nonostante questa diversità interpretativa, nessuno lo ha contestato. Ecco il mio "perché...
 
[quote]
Come ho già scritto in precedenza non considero questa affermazione completamente corretta.
 

Se la mia affermazione non è condivisa "completamente", possiamo andare avanti in quello che condividiamo. A questo punto, un detto dell'apostolo Paolo, potrà ulteriormente illuminarci, (anche se le sue parole hanno un'altro contesto) "Soltanto, dal punto a cui siamo arrivati, continuiamo a camminare per la stessa via" (Fil. 3:16).
 

Quote:

Quindi supporre che le spiegazioni ricevute in privato (non documentate, nè certe) siano state omesse nei vangeli per un qualsiasi motivo non ha basi certe, anzi vi sono altri insegnamenti che sembrano negare che ci siano state altre spiegazioni....  
Sono cose come queste a cui mi riferisco nel topic sulla correttezza delle premesse.
 

Le cose certe sono quelle che si possono provare; quelle invece che non possono essere provate, rimangono come "ipotesi" che possono essere accettare, anche con riserva, o respinte.
 

Quote:

Nota:  Questo non vuol dire che sto affermando la "falsità" di affermazioni, e neppure che rigetto tutto il ragionamento e le riflessioni condivise insieme a questo pensiero.  Non essendo essenziale per lo sviluppo delle riflessione non vedo la necessità di porre come premessa un fatto non accertato, anzi una supposizione personale che altri insegnamenti paiono contrastare.
 

In precedenza ha affermato: quando si fa un'affermazione interpretativa sulla base di un'altro testo, è errore esegetico. Se gli "uccelli", nella parabola del seminatore sono state definiti "il maligno", ciò non significa che nella parabola del granello di senape, debbono avere lo stesso significa. Forse questo è il punto che non si riesce ad accettare.
 

Quote:

Riguardo all'ultimo intevento di ZioFrank mi trova d'accordo, e mi pare un'esposizione comprensiva ed in buona prospettiva delle parabole da utilizzare come guida per qualsiasi interpretazione singola.
 

Anch'io concordo con Zio Frank
 
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Re: Come affrontare le parabole di Gesù
« Rispondi #112 Data del Post: 17.06.2009 alle ore 17:01:39 »
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on 17.06.2009 alle ore 14:37:57, Domenico wrote:

In precedenza ha affermato: quando si fa un'affermazione interpretativa sulla base di un'altro testo, è errore esegetico. Se gli "uccelli", nella parabola del seminatore sono state definiti "il maligno", ciò non significa che nella parabola del granello di senape, debbono avere lo stesso significa. Forse questo è il punto che non si riesce ad accettare.
 

Esattamente Domenico.
Perchè se vi è un solo punto che dice che gli uccelli erano il male, e poi altrove sono il bene...come si stabilisce in generale se è bene o male?
Io credo che non si tratta di errori, ma di possibilità interpretative.
Cioè vi è l'una e l'altra possibilità....
 
Solo che come abbiamo già detto, se Gesù parla del regno di Dio (fosse anche in terra) e altrove è scritto che le porte dell'ades non prevarrano la chiesa del Cristo...è difficile pensare che i demoni si annidino sotto l'ombra del regno di Dio.
 
Cioè, non è uno dei metodi esegetici più diffuso per confutare o accettare determinate verità, quello di prendere altri versi che esprimono le stesse Verità in modo più semplice e diretto?
 
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Re: Come affrontare le parabole di Gesù
« Rispondi #113 Data del Post: 17.06.2009 alle ore 19:14:58 »
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Quote:

Io credo che non si tratta di errori, ma di possibilità interpretative.  
Cioè vi è l'una e l'altra possibilità....

Se uso il termine "errore", è in riferimento all'esegesi del passo in questione.
 

Quote:
Solo che come abbiamo già detto, se Gesù parla del regno di Dio (fosse anche in terra) e altrove è scritto che le porte dell'ades non prevarrano la chiesa del Cristo...è difficile pensare che i demoni si annidino sotto l'ombra del regno di Dio.

 
vorrei rifarmi a quanto ho affermato precedentemente.
"Inoltre, nella spiegazione della parabola del seminatore, si afferma che gli uccelli “sono il maligno”; mentre nella nostra parabola, manca il minimo accenno a ciò. Eppure le due parabole li propose lo stesso narratore, cioè Gesù. Se l’interpretazione in questione fosse vera, (scusate di questa mia audacia che potrebbe essere interpretata come dogmatismo) non vi pare che Gesù la specifichi, a salvaguardia da ogni intepretazione speculativa?  
 
Infine, se poi si mette nel dovuto risalto l’elemento principale della parabola, che è “il regno di Dio” che viene paragonato ad un granello di senape, fare entrare i “demoni”, nel contesto parabolico, non suona solamente come incoerenza esegetica, è addirittura un vero e proprio degrado all’immagine del regno di Dio, cosa che secondo me, è difficile mandare giù.  
 
Mi domando: che relazione può esserci tra il regno di Dio e i demoni? Hanno forse quest’ultimi favorito lo sviluppo e l’accrescimento del regno di Dio in mezzo all’umanità? Non l’hanno fatto mai e mai agiranno in tal senso, perché non è nella loro natura, anzi si sono sempre adoperati con ferma e ferrea opposizione, per impedirne la sua espansione".
 
È vero, Novello che ..."è difficile pensare che i demoni si annidino sotto l'ombra del regno di Dio", soprattutto quando si tiene presente la parola di Gesù, "che le porte dell'ades non prevarrano la chiesa del Cristo" (Mat. 16:18)
 
« Ultima modifica: 18.06.2009 alle ore 08:16:55 by Asaf » Loggato
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Re: Come affrontare le parabole di Gesù
« Rispondi #114 Data del Post: 17.06.2009 alle ore 19:23:12 »
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Domenico, personalmente ... dico che questa ricetta:
 

on 17.06.2009 alle ore 19:14:58, Domenico wrote:

"Inoltre, nella spiegazione della parabola del seminatore, si afferma che gli uccelli “sono il maligno”; mentre nella nostra parabola, manca il minimo accenno a ciò.

 
+
 

Quote:

non vi pare che Gesù la specifichi, a salvaguardia da ogni intepretazione speculativa?  

 
+
 

Quote:

 ..."è difficile pensare che i demoni si annidino sotto l'ombra del regno di Dio", soprattutto quando si tiene presente la parola di Gesù, "che le porte dell'ades non prevarrano la chiesa del Cristo" (Mat. 16:18)

 
Per me suona come OK!
Il discorso però che fai sui demoni Domenico, non può essere/può essere etc, non è potente come questa accoppiata che ho citato.
Perchè questa accoppiata è biblica e sicura, cioè nel caso gli uccelli NON SONO BENE (come nel resto della Bibbia) il Signore che umanamente era un giudeo e perciò sapeva bene la connotazione positiva, specificò la negatività.
Dopo non lo fa. Ed essendo giudeo è accettabile pensare che volesse si pensasse come si era abituati.
 
Mentre non sono potenti i discorsi sui demoni nel regno di Dio, appunto perchè POSSONO ESSERCI DEMONI nel regno di Dio, se per regno di Dio non si intende per forza l'insieme dei salvati ma si intende "un movimento che è partito da Dio ma poi...si fa gli affari suoi".
Perciò bisognerebbe argomentare su altro, cioè cosa è quel regno di Dio.
E via via via...reiniziare con la meditazione.
Credo che per ordine di studio invece, dire come hai detto in questa accoppiata, è convincente al massimo ed evita dubbi interpretativi di sorta.
 
Almeno per me è MOLTO CONVINCENTE.
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Re: Come affrontare le parabole di Gesù
« Rispondi #115 Data del Post: 17.06.2009 alle ore 20:22:34 »
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Ok, il discorso si fa interessante.
 
Per quanto riguarda gli “Uccelli” della parabola, suggerirei di analizzare i seguenti testi dell’A.T:
 
Ezechiele 31,6
Tutti gli uccelli del cielo facevano il nido tra i suoi rami, tutte le bestie della campagna figliavano sotto le sue fronde e tutte le grandi nazioni dimoravano alla sua ombra.
 
Daniele 4,20-21
20 L'albero che tu hai visto, che era divenuto grande e forte, la cui cima giungeva al cielo e si vedeva da tutte le parti della terra, 21 il cui fogliame era bello, il frutto abbondante, in cui c'era cibo per tutti, sotto il quale dimoravano le bestie dei campi e sui cui rami facevano il nido gli uccelli del cielo,
 
Poi, analizzerei anche le differenze della parabola nei sinottici e i loro contesti.
 
Vedere la possibilità di contrasto (prima e dopo) e la possibilità di crescita paragonata alla parabola del "Lievito"...
 Ciao
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1Pt 4,8
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Re: Come affrontare le parabole di Gesù
« Rispondi #116 Data del Post: 18.06.2009 alle ore 03:34:27 »
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Vedi, Novello, se io sostengo che gli “uccelli” della parabola del granello di senape non siano da identificare come quelli della parabola del seminatore, quindi dargli il senso di demoni, di conseguenza difficile da mandare giù, lo faccio in considerazione di quanto segue:
 
1) gli uccelli in questione non compiono le stesse azioni di quelli della parabola del seminatore;
 
2) non arrecano nessun danno al granello di senape diventato albero;
 
3) non rappresentano una minaccia per la vita dell’albero (come il verme che fece seccare la pianta di ricino nel racconto di Giona)
 
4) che vanno verso l’albero semplicemente in cerca di riparo-rifugio (qualcuno avanza l’ipotesi che si recarono per mangiare i semi dell’albero), credo che non siano necessarie addurre altre argomentazioni per chiarire l’argomento.
 
Che nel regno di Dio, qui in terra, si possono infiltrare elementi estranei, si potrà vedere nella parabola delle zizzanie, che in breve esaminerò, che sicuramente non avranno la forza di essere definite “demoni”.
« Ultima modifica: 18.06.2009 alle ore 08:18:54 by Asaf » Loggato
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Re: Come affrontare le parabole di Gesù
« Rispondi #117 Data del Post: 18.06.2009 alle ore 03:41:21 »
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Sono un tipo che non legge solamente la Bibbia, come fanno diversi dei nostri fratelli, pensando che uscendo fuori di essa, si rischia di compromettere la propria fede in Cristo. Personalmente mi piace confrontarmi con teologi e commentari di alto livello, specialmente quelli teologici, non per seguire le loro vedute che, a volte, c’è da metterli da parte, ma per attingere informazioni che non si trovano nella Bibbia.
 
Vedi, Proboque, tu suggerisci di analizzare testi dell’A.T. quali Ez.31: 6 e Dan. 4: 20,21; io potrei aggiungere anche Ez. 17:23.
 
Tutti i commentatori che io ho consultato, specialmente quelli teologici, citano questi tre testi dell’A.T., in riferimento agli “uccelli” della parabola del granello di senape. Nessuno di loro, però, fa il minimo riferimento ai “demoni”, come vorrebbero alcuni, in base alla discussione che abbiamo operato fin qui. Ne cito uno, per darti un’idea.
 
«L’albero, che consente agli uccelli del cielo di nidificare sui propri rami, è un’allusione all’albero mondiale, che offre protezione a tutti gli esseri viventi e a tutti i popoli. Nell’Antico Testamento quest'immagine viene ripresa più volte (Ez. 17:23 riferita al regno messianico; Ez. 31:6; Dan. 4:20; 1QH 8:8s). Lasciar nidificare è sinomino di concedere protezione» [Joachim Gnilka, Commentario teologico del Nuovo Testamento, Il vangelo di Matteo, Parte prima, pag. 718, nota 7].
 
Perché non fai tu l’analisi che suggerisci, circa la differenza della parabola dei sinottici e i loro contesti, e ce la proponi? Non sono qui per imporre le mie vedute interpretative; mi piace, invece, confrontarmi con chi vede le cose diversamente, per cercare di capire realmente cosa voleva insegnare Gesù, con il suo modo di parlare in parabola.
 
« Ultima modifica: 18.06.2009 alle ore 08:19:31 by Asaf » Loggato
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Re: Come affrontare le parabole di Gesù
« Rispondi #118 Data del Post: 18.06.2009 alle ore 13:19:13 »
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on 18.06.2009 alle ore 03:41:21, Domenico wrote:
«L’albero, che consente agli uccelli del cielo di nidificare sui propri rami, è un’allusione all’albero mondiale, che offre protezione a tutti gli esseri viventi e a tutti i popoli. Nell’Antico Testamento quest'immagine viene ripresa più volte (Ez. 17:23 riferita al regno messianico; Ez. 31:6; Dan. 4:20; 1QH 8:8s). Lasciar nidificare è sinomino di concedere protezione» [Joachim Gnilka, Commentario teologico del Nuovo Testamento, Il vangelo di Matteo, Parte prima, pag. 718, nota 7].
 

 
Caro Domenico non voglio ripetere cose già dette ma a proposito della tua citazione e del commentario da te citato, come tu giustamente affermi, bisogna valutare ciò che si legge.
 
Ma nello stesso tempo bisogna capire e comprendere anche il contesto teologico nel quale si muovono questi autori come ad esempio quello che citi.
 
I commentari teologici a cui fai riferimento della PAIDEIA, hanno abbracciato da tempo la teologia della relatività della Bibbia, ovvero non tutta la Bibbia è Parola di Dio, come anche l'ipotesi documentarista.
 
Certo è che si possono trovare delle riflessioni interessanti...
 
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Re: Come affrontare le parabole di Gesù
« Rispondi #119 Data del Post: 18.06.2009 alle ore 15:28:55 »
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on 18.06.2009 alle ore 13:19:13, andreiu wrote:

 
[quote]
I commentari teologici a cui fai riferimento della PAIDEIA, hanno abbracciato da tempo la teologia della relatività della Bibbia, ovvero non tutta la Bibbia è Parola di Dio, come anche l'ipotesi documentarista.  
 
Certo è che si possono trovare delle riflessioni interessanti...
 

Caro Andreiu, conosco molto bene la teologia della relatività della Bibbia.
Mentre tu parli di "riflessioni interessanti", io invece, di "informazioni" che non si trovano nella Bibbia
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