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   Autore  Topic: Il cammino della Parola in noi  (letto 690 volte)
salvo
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Il cammino della Parola in noi
« Data del Post: 06.02.2009 alle ore 18:15:14 »
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Ho letto e riletto un passaggio bibblico, cioè Giovanni 8/30-59, cercando di comprendere che cosa è realmente successo in quella vicenda che ci è stata raccontata da Giovanni, e se per qualcuno non è troppo, vorrei farvi partecipi di ciò che ne è venuto fuori.
 
Quanto troverte qui non è adatto a chi ha fretta, ma a chi cerca il modo di essere illuminato.
 
Il cammino della Parola

Giov. 8/30-59
Primo capitolo

 
“Ma io vi dico che, benché mi abbiate veduto, non però credete.”

 
Si tende spesso a identificare la battaglia contro Cristo, nelle persecuzioni, o in cose simili, perché forti di quanto scritto nell'evangelo di Matteo, relativamente al sermone sulle beatitudini.
Ma la vera battaglia contro Cristo viene proprio dal suo popolo, dal di dentro della sua gente; in mezzo ai cristiani.
Coloro che hanno ucciso l'Agnello, sono gli stessi che oggi lo uccidono nella vita di coloro che Lo amano. Lo spirito di Caino e Abele sono sempre presenti.
Nell'evangelo di Giov. 8/30 e seg., possiamo assistere all'evoluzione di una battaglia contro Colui nel quale si è creduto; battaglia che prende il via sempre dalle parole di Gesù che vengono messe in discussione da coloro che gli hanno creduto.
Per molti dunque, la parola conversione o la parola fede, sono solo un argomento su cui discutere e a cui eventualemente fare le pulci, contestando o discutendo su cosa sia il perseverare nell'udire, perché già figli di Abrahamo.
Tale battaglia è espressa negli evangeli sotto diverse forme, ma in Giov. 8 assume una dimensione particolare, perché apertamente vengono contestate le parole di Gesù.
Per comprendere fin dal principio qual sia la causa di questa battaglia, occorre ricordare che il Signore ha detto in Isaia : “Riguardate ad Abrahamo vostro padre e a Sara che vi ha partoriti. Riguardate alla roccia dalla quale siete stati tagliati e alla cava da dove siete stati cavati.” Quando si perde di vista il padre, i figli fanno tutt'altra cosa.
L'invito del Signore è a mai dimenticare le origini, quando per origini come in questo caso, si intende “figli di Abrahamo.....”, secondo la promessa.(Molto si potrebbe dire in merito, ma è fuori contesto)
Spesso questa memoria è stata tramandata solo in senso materiale, ma dalle parole di Gesù si evince con chiarezza che l'essere figli non è solo un fattore ereditario, in quanto un figlio è tale se onora suo padre, facendo le opere di suo padre,  ma se lo disonora, non comportandosi come suo padre,  non può essere considerato figlio, ma bastardo.
Avendo perso di vista quella roccia, si sono ambientati nel mondo circostante assorbendone le abitudini.
Avendo perso di vista quella roccia, hanno però ritenuto che nulla fosse cambiato in loro, mentre invece si sono andati degradando sempre più, fino a dimenticare, volutamente dimenticare, che non erano mai stati servi di nessuno; pure sapevano benissimo che la progenie di Abrahamo era stata per quattrocento anni serva in Egitto.
Queste le premesse, e da qui partiamo alla scoperta di questa battaglia che si compie nei cieli (ambito religioso), contro Cristo, l'Unto del Signore, contro al quale i suoi concittadini avevano parlato, dicendo: “Noi non vogliamo che costui regni sopra di noi!!!”
« Ultima modifica: 06.02.2009 alle ore 18:18:41 by salvo » Loggato

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Re: Il cammino della Parola in noi
« Rispondi #1 Data del Post: 06.02.2009 alle ore 20:18:12 »
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Quote:
Quanto troverte qui non è adatto a chi ha fretta, ma a chi cerca il modo di essere illuminato.  

 
Caro Salvo, spero che tu voglia dire: "Illuminati dallo Spirito Santo"
 

Quote:
Coloro che hanno ucciso l'Agnello, sono gli stessi che oggi lo uccidono nella vita di coloro che Lo amano. Lo spirito di Caino e Abele sono sempre presenti.  

 
Qui, sinceramente non capisco cosa vuoi dire, non per polemica, ma a me risulta che "L'Agnello" lo abbiamo ucciso tutti: l'umanità intera ha crocifisso Cristo...
Vorresti chiarirmi cosa vuoi dire?
 

Quote:
Queste le premesse, e da qui partiamo alla scoperta di questa battaglia che si compie nei cieli (ambito religioso), contro Cristo, l'Unto del Signore, contro al quale i suoi concittadini avevano parlato, dicendo: “Noi non vogliamo che costui regni sopra di noi!!!”  
 

 
Scusami, ma anche qui non capisco... poi, dove l'hai letta la frase tra virgolette? E' una deduzione?
 
Pace a te, Antonio
 
P.s. Ti asicuro che sto cercando di capirti e seguirti (il metodo che usi)... per cui non è un modo per contestarti.
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1Pt 4,8
Avendo prima di tutto un intenso amore gli uni per gli altri, perché «l'amore coprirà una moltitudine di peccati».
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Re: Il cammino della Parola in noi
« Rispondi #2 Data del Post: 06.02.2009 alle ore 21:21:02 »
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Quote:
“Noi non vogliamo che costui regni sopra di noi!!!”

 

Quote:
dove l'hai letta la frase tra virgolette?

forse si riferisce a questo verso
 
1Samuele 8:7
 
Allora il SIGNORE disse a Samuele: «Da' ascolto alla voce del popolo in tutto quello che ti dirà, poiché essi non hanno respinto te, ma me, affinché io non regni su di loro.
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"Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna. "(Giov. 6:68)
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Re: Il cammino della Parola in noi
« Rispondi #3 Data del Post: 06.02.2009 alle ore 23:46:48 »
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on 06.02.2009 alle ore 20:18:12, proboque wrote:

 
Caro Salvo, spero che tu voglia dire: "Illuminati dallo Spirito Santo"

Mi pare ovvio che sia così; non ho certo di questi sentimenti.
Resta il fatto che chi si mette nelle mani del Signore è usato dal Signore stesso come strumento per trasmettere pensieri di luce.
 

Quote:

Qui, sinceramente non capisco cosa vuoi dire, non per polemica, ma a me risulta che "L'Agnello" lo abbiamo ucciso tutti: l'umanità intera ha crocifisso Cristo...
Vorresti chiarirmi cosa vuoi dire?

Si, ci proverò, visto che mi assicuri di non essere polemico.
Se fai attenzione, ho usato il parallelo di Caino e Abele, per evidenziare qual sia la posizione che insiste nella vita di tanti presunti religiosi, i quali credono piacere a Dio con sacrifici da nulla.
Nello specifico, di fronte si trovavano persone ormai divenute superficiali e Colui che da Abele è stato rappresentato in quanto all'onestà e alla ubbidienza di cuore a Dio.
Questi due personaggi, o meglio questi "popoli", si trovano uno di fronte all'altro, e colui che vuole camminare diritto davanti al Signore non potrà mai essere capito da chi invece punta tutto sulla superficialità della vita religiosa.
Pertanto, mentre è vero che Cristo è morto per i peccati di tutti,  è vero anche che ci sono due popoli, l'uno che accetta quel sacrificio e ne condivide le virtù e l'altro che invece gli fa la guerra, cioè non condivide le virtù di quella morte e di quella resurrezione.  
 

Quote:

Scusami, ma anche qui non capisco... poi, dove l'hai letta la frase tra virgolette? E' una deduzione?

Deduzione? No, semplice memoria di fatti che si collegano l'uno dietro l'altro.
Or i suoi cittadini l'odiavano, e gli mandarono dietro un'ambasciata, dicendo: Noi non vogliamo che costui regni sopra di noi. Luca 19/14
Nella parabola delle mine di cui sopra, viene evidenziato che a tutti i suoi servitori il padrone aveva dato dei talenti, ma dai suoi concittadini si era levata una voce contro quel Signore.
Non posso dirti di più, perchè debbo contenere certi pensieri, ma tu che leggi, prova a rifletterci su, magari ci trovi anche tu le stesse cose che ci ho trovato io, perchè no?
Il noi non vogliamo che costui regni, è una ambasciata che i suoi concittadini gli hanno mandato a dire; perchè non gli hanno fatto questa ambasciata mentre era con loro? No, hanno aspettato che fosse in viaggio. Io trovo queste espressioni come tante allegorie da applicare la dove nel segreto del cuore Cristo viene rifiutato, nonostante credenti.
Ma c'è di più, credimi.....
 
Concittadini, servitori, talenti o mine, e qualcuno fra i servitori che arriva a certe conclusioni.
 

Quote:

P.s. Ti asicuro che sto cercando di capirti e seguirti (il metodo che usi)... per cui non è un modo per contestarti.

Ne sono sollevato; grazie.
Salvo
« Ultima modifica: 06.02.2009 alle ore 23:58:23 by salvo » Loggato

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Re: Il cammino della Parola in noi
« Rispondi #4 Data del Post: 07.02.2009 alle ore 00:09:32 »
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Tutto comincia un giorno

 
Tutto comincia ufficialmente nel momento in cui si crede, o si comincia a credere, perché da quel momento comincia una ufficiale accettazione da parte dell'uomo nei confronti di Dio, e Colui che ha chiamato gli uomini a ravvedimento, è intenzionato a portarci alla perfezione, condizione che, anche se relativa, mette l'uomo davanti a Dio e per grazia nella condizione di essere reso perfetto secondo Iddio.
Ai Giudei che gli avevano creduto, Gesù disse: “Se voi perseverate nella mia parola, sarete veramente miei discepoli, conoscerete la verità, e la verità vi francherà.”
Non ci stancheremo mai di osservare questo momento di luce che il Signore Gesù ha messo davanti a loro e davanti a noi. In realtà anche se in apparenza può sembrare addirittura ovvia una tale considerazione, pure mettere la via della vita davanti agli uomini è una grazia di inestimabile valore, che non ha pari.
Le fondamenta erano state poste, ora occorreva edificare, ma affinchè l'edificio fosse veritiero, occorreva continuare ad ascoltare la parola di Gesù.
Molto viene edificato senza ascoltare la parola, ma solo leggendola o interpretandola, ciascuno a suo modo; da qui quel “SE” che Gesù ha posto davanti ad ogni cosa che verrà costruita, per poter definire nel nome di chi quell'edificio è stato edificato.
Quella che fu  definita come “La casa del Signore”, Gesù la definì “una spelonca di ladroni”, a riprova che se non si continua ad ascoltare si finisce per diventare falsi discepoli, falsi profeti, falsi dottori, falsi credenti, etc.
Ora però, dobbiamo ricordare che Gesù stesso disse: “Nessuno viene a me (crede in me) se il padre non lo sospinge.....”
Ora, chiunque abbia intrapreso il cammino verso il cielo, lo ha intrapreso perché ha mostrato un certo interesse verso il Signore ed ha cominciato a credere.
L'edificio, può sussistere solo se perseveriamo nella sua parola, ed acquistare così lo status  di veritiero.
Ricordiamo che nel passaggio in oggetto, Gesù non ha indirizzato nessuno verso un testo sacro, né ha indirizzato qualcuno verso la Torah, ma ha incentrato tale verità rendendola possibile solo se coloro che ascoltano o ascolteranno, faranno ciò col cuore, perché essi avevano creduto alle sue parole.
La gente del suo tempo e quella di ogni tempo, quando ascolta una parola che viene da Dio, anche se il messaggero è un uomo, dirà ciò che ha detto di Gesù: “Nessun uomo parlò mai come Costui; egli parla con autorità e non come gli scribi e farisei.”
Sebbene riconosciamo che ciò che ci è stato tramandato sia parola del Signore (Testimonianza di fatti accaduti e di profezie avverantisi), pure dobbiamo rilevare che la dove lo stesso spirito che abitava in Israele quando Gesù disse: “Voi investigate le scritture perché pensate per esse avere vita eterna, la dico, dove abita lo stesso spirito, non troveremo la testimonianza dello Spirito Santo, sebbene le scritture parlino di Gesù, ma troveremo tradizione di uomini.
Come è lecito concludere, ciò che fa la differenza non è ciò che leggiamo, ma ciò a cui poniamo mente, per intendere le cose che sono inerenti alla nostra vita interiore, al nostro diretto rapporto con il Signore.
Fù Gesù stesso a ricordare che “Ogni uomo è ammaestrato da Dio”, e che nessun uomo può parlare nel suo Nome se non è mandato da Lui.
Così, molti edifici vengono edificati dopo aver creduto, ma non portano l'impronta del cielo. Ricordiamo che dei discepoli, negli Atti degli apostoli viene ricordato che “si vedeva chiaramente che erano stati con Gesù.”
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Re: Il cammino della Parola in noi
« Rispondi #5 Data del Post: 07.02.2009 alle ore 14:31:53 »
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Caro Salvo, nell'ultimo tuo post ho intuito il tuo modo di esporre i pensieri... ti confesso che faccio fatica.
 

Quote:
Queste le premesse, e da qui partiamo alla scoperta di questa battaglia che si compie nei cieli (ambito religioso), contro Cristo, l'Unto del Signore, contro al quale i suoi concittadini avevano parlato, dicendo: “Noi non vogliamo che costui regni sopra di noi!!!”

 
Questa frase mi ha indotto a pensare ad una battaglia nei cieli che faceva riferimento alla ribellione di Satana e i suoi demoni. Se tu avessi fatto subito il riferimento biblico di Lc 19,14, avrei subito capito che ti riferivi al rifiuto messianico (così rispondo anche a Noah che mi ha dato un riferimento biblico) e non alla battaglia primordiale.
 
Mio caro fratello, vorrei consigliarti alcune cose:
1) Metti sempre i riferimenti biblici.
2) Cerca di dare dei sottotitoli ai tuoi dicorsi
3) Cerca di "esaurire" un argomento alla volta, senza fare troppi passaggi.
 
Faccio un esempio:
 
Quando hai fatto l'esempio dell'edificio, poi sei passato al Tempio, potevi inserire un "COME" così si capisce cosa vuoi dire senza confusione.
Lo so che è difficile esprimere chiaramente ciò che si vorrebbe, per questo ti consiglio di essere più chiaro, dicendo prima ciò che vuoi dimostrare e poi lo esponi. Spero che non ti dia fastidio questa mia osservazione.
Un fraterno saluto. Antonio
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Re: Il cammino della Parola in noi
« Rispondi #6 Data del Post: 07.02.2009 alle ore 16:29:07 »
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Grazie Antonio,
non mi da fastidio, anzi gradisco il tuo consiglio e proverò a metterlo in pratica; spero di riuscirci.
vedi Antonio, capisco anche io che non si può sapere la fine fin dall'inizio, e quindi, siccome si tratta di un argomento che scopre tante situazioni, credo che tutto sarà sicuramente più chiaro quando l'arogmento sarà esaurito, si fa per dire.
Se fosse per me io lo pubblicherei subito tutto, ma ho voluto testare l'aria del forum per non faticare invano.
Altra osservazione è che se pur legati fra loro i vari capitolo, sono anche momenti a  se e poi collegati agli altri.
Quella frase di Luca 19 è scritta solo li e in nessun altro posto della bibbia, almeno in quei termini; come hai potuto pensare ad una battaglia nei cieli relativa a Lucifero?
 
Lo so che non è facile seguire certe riflessioni, perchè sul forum c'è troppa fretta; non si considera che ci sia qualcuno che non scrive per piacere personale, ma per comunicare qualcosa.
Il fatto che tu faccia fatica a seguire ciò che scrivo è perchè abbiamo abitudini diverse di esprimere certe cose, ma a volte è anche il fatto che preferiamo stare davanti e non seguire. Pensaci un po e vedrai che è così.
Comunque grazie di nuovo e se lo ritieni utile sono disponibile ad accettare consigli per l'accrescimento personale.
Salvo
« Ultima modifica: 07.02.2009 alle ore 16:31:51 by salvo » Loggato

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Re: Il cammino della Parola in noi
« Rispondi #7 Data del Post: 13.02.2009 alle ore 11:27:59 »
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Veramente discepoli
 
“Sarete veramente miei discepoli......”

 
Falsi discepoli – Falsi credenti. Essi sono una spina nei fianchi di coloro che vogliono camminare con Gesù e ascoltare la sua parola.
Il monito era chiaro, o almeno lo era nei termini in cui era stato posto, ma su questo non fecero alcun commento. Evidentemente non era questo il loro obiettivo; il loro credere non aveva preso in considerazione la possibilità di diventare discepoli di Cristo.
Quanto poco sappiamo di ciò che sta alla base del credere di ognuno di noi, ma il Signore che conosce ogni cosa, è sempre pronto a farci riflettere con i suoi “SE.....”
Attorno a Gesù si muovono tanti interessi, e il principe di questo mondo ne è a capo; l'uomo, anche se spesso non lo da ad intendere, pensa alla propria eternità, e Gesù, a quei giudei sicuramente apparve come il miglior partito, ma......, ma davanti al Signore non ci sono nascondimenti, perché Lui conosce ogni cosa, ma ci ama e quindi corregge gli errori di valutazione, le immaginazioni del nostro cuore.
A molti piace viaggiare in superfice e mai scendere in profondità e quindi mai potranno comprendere il vero unico pensiero di Dio. L'apostolo Paolo scrivendo ai Romani cap. 12, invita ad essere rinnovati nella mente, cioè ad avere una mente purgata dai molti pensieri della carne, al fine di poter (essere resi capaci di)capire, provare qual sia la “buona, perfetta e accettevole volontà di Dio.” Se diamo posto al suggeritore di ogni menzogna, come faremo ad intendere le cose inerenti alla nostra salvezza?
Ma ritorniamo al soggetto.
Non obiettarono dunque alle parole di Gesù, quando disse “sarete veramente miei discepoli  ”, ma quando proseguendo disse “conoscerete la verità e la verità vi fancherà”, allora si sentirono offesi nella loro dignità, nella loro integrità, nella loro vanità, e riposero: “Noi siamo progenie di Abrahamo, e non siamo mai stati servi di nessuno; come dici tu, voi diverrete franchi?
Provate a dire ad un cristiano che si deve convertire e vedrete che vi risponderà allo stesso modo, vi dirà “Noi siamo già liberi, perché abbiamo creduto; il nostro peccato è stato cancellato; sono tanti anni ormai che sono nelle vie dell'evangelo, ho fatto il battesimo nell'acqua, sono stato battezzato di Spirito Santo, etc.”
In sintesi vi diranno di essere per la fede figli di Abrahamo, e di non essere servi ma liberi. E' notevole come l'uomo tenda a coprire il proprio male con la religione, pensando che un abito possa fare la differenza.
Siccome la parola di Dio è verità, e l'obiettivo del Signore è far conoscere all'uomo la sua vera condizione, unica via alla penitenza, Gesù prosegue, evidenziando come spesso il nostro intendimento delle cose sia falso, ovvero incoerente.
La sua pietà, voleva aprire loro gli occhi su di una realtà spesso dimenticata, coperta, e che riguarda l'uomo terreno, il quale, sebbene abbia creduto, ha però bisogno di essere liberato dal peccato, dalla tendenza al peccato, dalla debolezza nei confronti del peccato.
Una cosa è il perdono dei peccati, altro è essere resi insensibili alle sue sollecitazioni, ovvero essere resi capaci di resistere, di dire no, come Gesù, il quale sollecitato ad usare l'autorità di figlio di Dio, rispose dicendo che l'uomo non vive di pane solo, ma di ogni parola che procede dal trono di Dio.
Intorno a questo peccato dell'uomo si potrebbe scrivere molto, perché ognuno di noi ne è coinvolto, ciascuno per la propria parte, nel momento in cui siamo occupati, preoccupati, ansiosi del nostro domani e anziché aspettare pregando il Signore, diamo di piglio con qualunque mezzo, a volte anche illeggitimo, pur di “sopravvivere..........”
Il Signore li aveva certamente perdonati tante volte; basta leggere le scritture, per vedere quanta misericordia Iddio aveva usata verso di loro, ma non per questo avevano smesso di peccare, anzi.....; questa è la dimostrazione che nonostante il perdono ripetuto nel tempo, e per il quale avevano offerto sacrifici al Signore, l'uomo mai sarà una nuova creatura.
Anche noi siamo stati e siamo trattati con la stessa, immensa pietà, mentre il Signore ha pazienza con noi affinchè comprendiamo, e ci comporta come ha comportato Israele, perché vuol dare anche a noi le stesse possibilità che ha dato ai nostri padri.
 
Gesù, risponde alle loro obiezioni, partendo da ciò che era più urgente; di Abrahamo come padre, ne parlerà più tardi, quando il tempo sarà maturo; ora era urgente evidenziare la loro condizione che se non arginata avrebbe certamente prodotto la morte in loro.
E così Gesù disse: “Chi fa il peccato è servo del peccato; or il servo non dimora sempre nella casa, il figliuolo si; se dunque il figliuolo vi franca, voi sarete veramente franchi.”
Colui che resta servo del peccato e non accetta la propria santificazione, ha un tempo di grazia che prima o poi scadrà, mentre invece colui che avrà perseverato nella parola del Signore e sarà stato affrancato, quello resterà nella casa insieme al figlio per sempre.
La casa è figura di quella protezione in cui si viene a trovare chi ha cominciato a credere, col fine di essere ammaestrato alla vita e perdere le passioni verso il mondo di fuori. Essa è quel luogo dove Iddio tenterà tutto il possibile (come stava facendo Gesù con i giudei che gli avevano creduto), affinchè l'uomo acquisti in Lui, quella fiducia perduta a causa del peccato che lo ha reso servo.
E' la seconda volta che Gesù usa il termine “veramente”, come ad evidenziare che molte cose sembrano vere ma non lo sono; prima pose l'accento sull'essere veri discepoli, poi pose l'accento sull'essere veramente liberi.
Essi non avevano ancora compreso quanta pietà c'era per loro nelle parole di Gesù, sebbene egli fosse costretto a mettere il dito in una piaga così spesso purulenta.
Chi non ama la verità che viene da Dio, resterà servo del peccato e sarà buttato fuori da quella casa.
Chi legge, ricorderà certamente la parabola, dove Gesù parla del grande convito in cui si era introdotto un uomo che non aveva l'abito da nozze.
« Ultima modifica: 13.02.2009 alle ore 11:37:37 by salvo » Loggato

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Re: Il cammino della Parola in noi
« Rispondi #8 Data del Post: 14.02.2009 alle ore 19:55:08 »
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on 13.02.2009 alle ore 11:27:59, salvo wrote:
Veramente discepoli
 
“Sarete veramente miei discepoli......”

 
Falsi discepoli – Falsi credenti. Essi sono una spina nei fianchi di coloro che vogliono camminare con Gesù e ascoltare la sua parola.
 
...il Signore che conosce ogni cosa, è sempre pronto a farci riflettere con i suoi “SE.....”
 
....., ma davanti al Signore non ci sono nascondimenti, perché Lui conosce ogni cosa, ma ci ama e quindi corregge gli errori di valutazione, le immaginazioni del nostro cuore.
 
Non obiettarono dunque alle parole di Gesù, quando disse “sarete veramente miei discepoli  ”, ma quando proseguendo disse “conoscerete la verità e la verità vi fancherà”, allora si sentirono offesi nella loro dignità, nella loro integrità, nella loro vanità, e riposero: “Noi siamo progenie di Abrahamo, e non siamo mai stati servi di nessuno; come dici tu, voi diverrete franchi?
Provate a dire ad un cristiano che si deve convertire e vedrete che vi risponderà allo stesso modo, vi dirà “Noi siamo già liberi, perché abbiamo creduto; il nostro peccato è stato cancellato; sono tanti anni ormai che sono nelle vie dell'evangelo, ho fatto il battesimo nell'acqua, sono stato battezzato di Spirito Santo, etc.”
.. E' notevole come l'uomo tenda a coprire il proprio male con la religione, pensando che un abito possa fare la differenza.
... Gesù prosegue, evidenziando come spesso il nostro intendimento delle cose sia falso, ovvero incoerente.
 

Parole che scuotono fin nell'intimo.
Ci culliamo troppo spesso della conversione avvenuta e poi non riusciamo a mantenerla, perchè ci affidiamo ai nostri sensi e giudizi su cosa riteniamo giusto senza considerare cio' che è giusto agli occhi di Dio
Chiediamo a Dio il continuo ammodellamento per seguire meglio le Sue vie, perchè se seguiamo le nostre, perdiamo di vista l'obiettivo che ci eravamo prefissi
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"Signore, da chi ce ne andremo? Tu hai parole di vita eterna. "(Giov. 6:68)
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Re: Il cammino della Parola in noi
« Rispondi #9 Data del Post: 14.02.2009 alle ore 23:34:36 »
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Aggiungo un altro capitolo
 
Noi siamo progenie di Abrahamo

 
“Noi siamo progenie di Abrahamo, e non siamo mai stati servi di nessuno; come dici tu: voi diverrete franchi?”

 
Poi, dopo aver mostrato loro la verità di quel momento, quella che loro avevano bisogno di udire, Gesù continua il suo parlare dicendo: “Io so che voi siete figli di Abrahamo, ma voi cercate di uccidermi, perché la mia parola non vi penetra. ”
Non è immediato comprendere perché Gesù abbia detto loro: “Voi cercate di uccidermi”, ma queste parole gettano una luce sinistra sul duello che esiste fra coloro che come Abele offrono al Signore sacrifici fatti col cuore, e coloro che invece come Caino, offrono al Signore sacrifici senza carità. (Timore, riverenza.....)
L'espressione “voi cercate di uccidermi”, evidenzia ciò che si muove nel cuore di coloro che non si vogliono arrendere al Signore, ma vogliono conservare l'apparenza.
Quel sinistro sentimento che aveva preso il sopravvento nella vita di Caino, ora era la, presente nella loro vita, perché Colui che era gradito a Dio era la, davanti a loro, e loro inconsciamente lo sapevano, anche se le loro menti non potevano arrivare a tanto.
Voi cercate di uccidermi, disse Gesù, perché la mia parola non viene da voi accettata, non penetra nel vostro cuore. Questa la causa, disse Gesù, “la mia parola non viene accettata....”
Era chiaro che in Lui parola e condotta erano la stessa cosa, mentre in loro c'era una vita  d'ipocrisia; essi si sentivano giudicati dalle sue parole e dalla sua condotta che non riuscivano a “comprendere”, perché non era di questo mondo, cioè non seguiva le regole della tradizione, della religione classica, e quindi, era diverso e i loro sentimenti nei confronti del diverso crescevano in odio ogni giorno sempre più.
La mia parola, quella verso la quale avete mostrato interesse, disse Gesù, quella parola non riesce a penetrare il vostro cuore; il peccato (suggeritore di sentimenti di odio) che bussa alla porta del vostro cuore, vi sta suggerendo di uccidermi, perché esso mi odia(è invidioso di me) e voi se perseverate nell'ascoltare il (suggeritore), finirete per uccidermi.
Molti sentimenti rimangono latenti nel cuore dell'uomo anche per molti anni, e poi, quando l'occasione si presenta, ciò che dormiva si risveglia e opera in onore a colui che li ha depositati nel nostro cuore.
Gesù continua a tentare di illuminare le loro menti, cercando di risvegliare in loro valori perduti, sentimenti teneri, barlumi di vita, e dice loro: “Io dico ciò che ho veduto presso il Padre mio; voi altresì fate le cose che avete vedute presso il padre vostro.”
Ancora una volta Gesù evidenzia che al di la di quello che passava nella loro mente in quel momento, di cui ancora non erano coscienti, c'era un suggeritore, il loro padre, cioè colui dal quale imparavano a vivere, dal quale attingevano pensieri, ragionamenti e comportamenti.
Fino a quel momento aveva parlato loro di loro stessi ed essi non avevano compreso; ora era arrivato il momento di rivelare loro la fonte del loro comportamento, e come sempre Gesù pone se stesso, il suo comportamento, la sua attitudine nei confronti di suo Padre a confronto con il comportamento di coloro che lo ascoltano.
Il più grande inganno per l'uomo è credere di essere figli di Dio, anche quando i comportamenti non hanno nulla in comune con Lui, pensando questo, l'uomo non si accorge da dove arrivano pensieri e ragionamenti che cambiano la vita delle persone.
Così si nasconde il principe di questo mondo, dietro i pensieri e i ragionamenti che sembrano nostri; e pieni di noi stessi, fieri di essere autori di tanto, ci opponiamo al Signore del cielo e della terra, in nome della libertà.
Ma dietro tutto questo, c'è un impostore, un bugiardo, un micidiale che deve essere scoperto, messo alla luce, affinchè sia conosciuto da tutti i re della terra, i quali si rideranno di lui.
Lo stesso Pietro che aveva esclamato“Tu sei il Cristo il figliuolo di Dio”, quando Gesù disse che avrebbe dovuto andare  Gerusalemme, prese a parlare, e il suo ragionamento a lui pareva sensato, ma Gesù rivoltosi gli disse: “Vai indietro da me Satana, perché tu non hai il senso alle cose di Dio ”.
Ognuno può spiegare come vuole quel momento, ma quel che gli occhi di Gesù videro, Pietro non lo aveva visto, e aprendo la bocca per contraddire Gesù, stava facendo il gioco del suggeritore che suggerisce dal profondo pensieri in apparenza buoni, ma radicati nel male, perché contrari alla volontà di Dio.
“Voi fate le cose che avete vedute presso il padre vostro...”
Sembrerebbe quasi che essi siano stati osservatori di qualche cosa ben definita, ma in realtà il vedere spesso è condividere sulla base di tante piccole cose che col tempo si sono accumulate nel cuore, creando, dando alle cose stesse una forma, una dimensione tale da poter essere osservata.
In loro, la natura del suggeritore del quale certamente avevano negli anni ascoltato volentieri la voce, quella natura stava partorendo il frutto di tanta fatica, perché non solo avevano veduto, osservato, ma anche avevano condiviso, praticato.
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Re: Il cammino della Parola in noi
« Rispondi #10 Data del Post: 14.02.2009 alle ore 23:43:22 »
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Ne aggiungo un altro ancora.
 
Il padre nostro è Abrahamo

 
“Il padre nostro è Abrahamo.....”

 
Di fronte al paragone fra il loro comportamento, in quanto si erano definiti figli di Abrahamo e il suo comportamento come figlio di Dio, essi risposero dicendo: “Il padre nostro è Abrahamo”.
Si erano chiusi in una affermazione che per loro era ormai come una crosta di cui non riuscivano a liberarsi, tanto ad essa erano aggrappati.
Fu allora che Gesù dovette, sempre nel tentativo di offrire loro una alternativa per la loro salvezza, dovette dico, entrare nel merito delle sue parole, una volta di più, evidenziando quali siano i rapporti dell'uomo col mondo invisibile di cui nulla sa, fino  a quando Iddio stesso non ritiene opportuno rivelarne le dimensioni.
Infatti Gesù rispose: “Se voi foste figliuoli di Abrahamo, fareste le opere di Abrahamo; ma ora voi cercate di uccidere me uomo, che vi ha proposto la verità così come io l'ho udita da Dio; Abrahamo non fece così.  Voi fate le opere del padre vostro”.
La sua pietà aveva fino a quel momento sperato poter evitare di rivelare loro il male di cui erano servi, ma nonostante il crescendo di luce che le sue parole emanavano, essi continuavano a non capire, e quindi risposero dicendo: “Noi non siamo figli di fornicazione; noi abbiamo un solo Padre, cioè Iddio.”
Gesù cercava di farli scendere e farli stare coi piedi per terra, far loro toccare con mano la verità, ma loro sempre più arditi salivano presuntuosamente verso il cielo, fino a dire che Iddio era il loro Padre.
Man mano che Gesù parlava, la loro resistenza cresceva, e in nome di quella presunta appartenenza per chiamata, promessa ricevuta; il loro cuore diventava sempre più insensibile alla luce.
Quando la loro presunzione salì fino al cielo, fu allora che Gesù tuonò dicendo: “Se Iddio fosse vostro Padre, voi mi amereste, perché io non sono venuto da me stesso, anzi, è proprio Lui che mi ha mandato. Perché non intendete voi il mio parlare? Perché voi non potete ascoltare le mia parola. Voi siete dal diavolo che è vostro padre e volete fare i desideri del padre vostro.
Egli è micidiale dal principio, e non è stato fermo nella verità, perché in lui non c'è verità. Quando proferisce la menzogna parla del suo proprio, perché è bugiardo, egli è il padre della menzogna.
Ma in quanto a me, poichè io dico la verità, perché non credete voi? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio; è per questo che voi non ascoltate, perché non siete da Dio.”

Quanto abbiamo riportato è tremendamente grande e vero, ma ora possiamo solo sorvolare e osservare da lontano verità profonde che sono come montagne di cui non conosciamo tanti misteri.
Ci basti osservare per ora, per imparare ciò che è ora necessario; domani ci sarà provveduto.
Quei giudei vantavano una paternità inarrivabile che è come la fede di colui che crede di sapere perché legge le scritture e recita il credo a memoria.
Una paternità non preclusa, anzi da Dio desiderata profondamente, ma impossibile la dove la sua parola, il suo ammaestramento, vengono rigettati o coperti da umane tradizioni.
Siccome nessuno è salito in cielo se non Colui che dal cielo è disceso, è chiaro che al cielo possiamo salire solo se ci lasciamo condurre per mano dal figliuolo di Dio.
Gesù domando loro: “Perchè non intendete voi il mio parlare?” Non si aspettava ormai da loro una risposta, perché essi non erano in grado di rispondere, e allora Lui stesso risponde dicendo: “Perchè voi non potete.....” Non potete!!
Qualcuno avrebbe potuto obiettare dicendo: “Ecco, è colpa del diavolo se......”, ma Gesù rispondendo anche alle domande nascoste, disse: “perchè voi volete fare i desideri del padre vostro...” Voi volete, indicano una scelta fatta senza costrizione, ma semplicemente perché piace così.
Fin qui tante cose circa il diavolo non erano ancora state dette, ma ora Gesù ne fa la descrizione. Le sue parole lo dipingono partendo dal principio,  e proseguono descrivendone la natura, frutto della sua scelta; Gesù chiude questa sua arringa, mettendo ancora due paletti, due soli termini di riferimento, e dice: “Chi è da Dio ascolta le parole di Dio; chi non è da Dio non ascolta le parole di Dio.”
Nelle lettere degli apostoli, questo riferimento viene reiterato, e particolarmente nelle lettere di Giovanni, dove dice: ″Chi ha il figliuolo di Dio ha la vita; chi non ha il figliuolo di Dio non ha la vita.″
 
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