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perchè mettere il velo nei culti? (letto 11739 volte) |
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andreiu
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Gesù è la mia vita
 
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on 15.10.2007 alle ore 13:09:05, MaryLou79 wrote:
Se nemmeno il pastore ti fa problemi, agisci come la tua coscienza ti comanda e ovviamente continua a chiedere al Signore discernimento sull'argomento.
Ti porto la mia testimonianza a riguardo: all'inizio della mia frequentazone della comunità io nn portavo il velo, proprio nn mi piaceva. Una sorella me ne regalo anche uno, davvero carino che ancora conservo. Un giorno xò sentii dal profondo che era arrivato il momento di indossarlo e comprai su ebay un bel velo ebraico che copre praticamente tutta la lunghezza dei miei capelli. Spesso indosso anche il velo che mi regalò la sorella. Al giorno d'oggi farei davvero fatica a separarmene. Raramente lo dimentico, la sua assenza mi fa sentire 'nuda', in un certo senso mancante.
Ti riporto un altro esempio reale di una sorella: lei nel periodo che ha abitato ad Isernia è sempre venuta nella ns comunità ADI, nella sua città frequentava una chiesa 'libera'. Nei due anni che è rimasta con noi, non ha mai messo il velo, nessuno ha mai insistito x farglielo mettere.
Tempo fa ho trovato in rete un forum di yahoo in cui diverse sorelle,di diverse denominazioni evangeliche, hanno scelto in piena coscienza di portare tutto il giorno un copricapo xché ogni momento può essere buono per pregare.Se te la cavi con l'inglese posso segnalarti sia il forum che dei siti che offrono abbilgliamento femminilie modesto con annessi copricapi (nn x acquistare, ma x farti un'idea).
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Condivido quanto espresso da Maria Laura. Io sono convinto dell'insegnamento biblico riguardo al velo, ma è anche vero che indossarlo senza che la donna ne sia convinta o solo per puro formalismo non ha assolutamente senso.
Così come è inutile che una donna indossi un velo senza che nella realtà abbia capito il principio di sottomissione.
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Maria_Laura_79
Membro familiare
MISERERE MEI DEUS
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Chiedo cortesemente al fratello Andrea se farci una piccola esegesi sulla parola greca usata x sottomissione, se ha lo stesso senso in italiano o ci viene a xdere nella traduzione. Sicuramente questa spiegazione aiuterà anche la neo sorella.
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Ex MaryLou79...
«miserere mei Deus secundum (magnam) misericordiam tuam (et) secundum multitudinem miserationum tuarum dele iniquitatem meam
amplius lava me ab iniquitate mea et a peccato meo munda me» Psalm.50(51):3-4 VULGATA
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andreiu
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Gesù è la mia vita
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on 15.10.2007 alle ore 14:18:12, MaryLou79 wrote:| Chiedo cortesemente al fratello Andrea se farci una piccola esegesi sulla parola greca usata x sottomissione, se ha lo stesso senso in italiano o ci viene a xdere nella traduzione. Sicuramente questa spiegazione aiuterà anche la neo sorella. |
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La traduzione è letterale. Abbiamo il verbo "upotasso" che significa letteralmente "porre sotto, mettere sotto", da qui la parola "sottomissione". Al passivo, anche se in italiano e secondo la nostra logica è molto pesante, il termine tradotto letteralmente è "essere messa o messo sotto"...
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Luce
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Io sono con voi tutti i giorni, disse Gesù
  
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on 15.10.2007 alle ore 13:44:21, andreiu wrote:
Condivido quanto espresso da Maria Laura. Io sono convinto dell'insegnamento biblico riguardo al velo, ma è anche vero che indossarlo senza che la donna ne sia convinta o solo per puro formalismo non ha assolutamente senso.
Così come è inutile che una donna indossi un velo senza che nella realtà abbia capito il principio di sottomissione.
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Sono perfettamente d'accordo, nella mia chiesa per esempio non si usa il velo...
Il velo è sicuramente un segno di sottomissione al marito, ma questo era usanza del popolo ebreo all'epoca...
Io francamente se entrassi in una chiesa dove si usa il velo, lo metterei per non recare scandalo, ma non condivido questo credo, che in alcuni casi diventa più una tradizione, come diceva anche endreiu, quando una donna che non è sottomessa lo porta lo stesso.
Comunque si potrebbe dire che le donne sposate della nostra epoca come segno di sottomissione hanno la fede.... ma questa è una supposizione.
Luce
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Dio illumina le mie tenebre....
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andreiu
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Gesù è la mia vita
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on 15.10.2007 alle ore 14:48:29, Luce wrote:
Il velo è sicuramente un segno di sottomissione al marito, ma questo era usanza del popolo ebreo all'epoca... |
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Cara Luce, è già stato ampiamente parlato di questo argomento, mi pare che il link l'abbia già dato Asaf.
Tuttavia nel testo di 1 Co 11, non c'è un solo passo che parli di usanza o di epoca, ma Paolo formula tutto il suo ragionamento parlando di concetti estremamente profondi e significativi come la creazione e la presenza degli angeli.
Se poi guardi al contesto più ampio, Paolo parla di "simboli" che rappresentano realtà sublimi, come ad esempio il pane ed il vino e la Cena del Signore.
Ripeto che è inutile che una donna porti il velo per proforma o tradizione, ma mi domando che peso ci possa essere per una donna sottomessa e serva di Dio portare sulla chioma, un simbolo visibile della sua sottomissione...
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Asaf
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La verità sta nella Scrittura!
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Aldilà dei vari e particolari casi denominazionali, intesi che in Cristo siamo tutt'uno, la vexata quaestio è:
è scritturale l'uso del velo? è circoscritto al tempo che fù?
Perchè sono per l'uso del velo:
In 1Cor.11 è lo stesso Paolo che fa appello prima alla Scrittura, poi a ciò che è conveniente, ed infine all'usanza.
ai versi 2-3 c’è una dichiarazione del principio dell’Autorità,
ai versi 4-7 c’è il pericolo della violazione di questo principio,
ai versi 8-12 c’è il motivo Scritturale. In Paolo, la teologia è importante, a volte governa anche la pratica.
Ai versi 13-16, dopo essersi appellato alla Scrittura (Sola Scriptura docet), armonicamente passa al motivo naturale.
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Per una corretta esegesi biblica più che questione di testi e contesti è questione di testi e ...teste!
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Braveheart
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W questo FORUM!!!
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Volevo aggiungere che in Corinti è anche scritto che la donna durante il culto nemmeno dovrebbe parlare...come viene applicato oggi questo comando?
Mi piacerebbe poi sapere cosa significa, nel senso bliblico, che la donna debba essere sottomessa all'uomo.
Grazie!
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Asaf
Admin
La verità sta nella Scrittura!
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on 15.10.2007 alle ore 23:07:49, Braveheart wrote:Volevo aggiungere che in Corinti è anche scritto che la donna durante il culto nemmeno dovrebbe parlare...come viene applicato oggi questo comando?
Mi piacerebbe poi sapere cosa significa, nel senso bliblico, che la donna debba essere sottomessa all'uomo.
Grazie! |
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Caro Brave ti consiglio di aprire un nuovo topic specifico alla tua richiesta, altrimenti saremmo O.T.
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Per una corretta esegesi biblica più che questione di testi e contesti è questione di testi e ...teste!
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backer
Membro familiare
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Per Braveheart:
“Mi piacerebbe poi sapere cosa significa, nel senso bliblico, che la donna debba essere sottomessa all'uomo.”
Dipende cosa intendi per senso biblico.
Leggendo i singoli versetti come un manuale del “fai da te”, la bibbia può dire tutto ed il contrario di tutto, ma accettando la Parola di Dio come un insieme da prendersi tutto, il discorso è diverso.
Io per senso biblico intendo il senso di Colui che ha scritto la Sua parola, di conseguenza non faccio distinzioni di epoche e uomini, prendo con le pinze la “distinzione di contesti” (delicatamente non come un macete) e soprattutto non guardo il mezzo (Mosè, Isaia, Malachia, Paolo, Giovanni, Pietro, ecc…): semplicemente per me è Dio che parla.
Secondo questo senso, l’uomo e la donna hanno delle responsabilità relative alla propria natura ed al proprio peccato commesso, poiché Dio parte da questo (creazione prima e peccato dopo): il resto è solo una conseguenza, e non considerando bene l’inizio tutto il resto è confusione.
Come la Parola mostra all’inizio (io dico “come Dio mostra l’inizio”), Dio ha creato l’uomo e la donna e costoro (noi) ne hanno fatto quello che hanno voluto, voltando le spalle alla Vita, all’Amore, alla Cura ed all’Eternità, preferendo un “piatto di lenticchie”.
Allo stesso modo (spostandoci al testamento successivo) all’inizio era la Parola, ed ogni cosa è stata fatta per Essa, si è fatta carne, ha abitato in mezzo a noi (principalmente il Suo popolo), ed un’altra volta, già all’inizio, l’uomo e la donna (noi) ne hanno fatto ciò che hanno voluto, voltando le spalle alla Vita, all’Amore, alla Cura ed all’Eternità, preferendo un “piatto di lenticchie”.
E’ certamente importante considerare che dopo il peccato in Eden molti uomini si sono pentiti e ravveduti, così come dopo Gesù molti uomini e donne si sono pentiti e ravveduti, ma ciò non è sufficiente per cancellare le responsabilità di ciascuno: il peccato è stato tolto ma la responsabilità deve rimanere, e ciò per dare un senso ed un peso alla grazia.
Così la progenie di Adamo ed Eva ha vissuto conseguenze amare per ciò che ha commesso: perché la progenie del popolo di Dio, pur ravveduta e pentita di aver ucciso il Re della Gloria e della Vita, non deve vivere conseguenze?
Davide, l’uomo che per eccellenza viene preso come modello di uomo pentito e ravveduto, ma soprattutto l’uomo che, pur avendo commesso peccati grossi, era capace (diciamo così anche se è meglio dire aveva l’umiltà) di fermarsi alla Parola di Dio, vedersi per quel che era (un cane come la donna Cananea) e piangere amaramente (come Pietro), desiderando con tutto il proprio cuore di non farlo più per amore del suo Dio, ebbene questo Davide ha dovuto scontare conseguenze fino al giorno della sua morte.
L’uomo dal cuore intero, l’uomo dal cuore secondo Dio, l’uomo che viveva la sua vita per difendere il popolo di Dio ed il Nome stesso di Dio, scontava conseguenze amarissime.
Ora noi, che abbiamo crocifisso il Cristo di Dio, dovremmo essere curati diversamente da Dio, quel Dio al quale abbiamo voltato le spalle e che è venuto a cercarci, morendo al posto nostro?
Biblicamente io vedo questa responsabilità per l’uomo e la donna, maggiormente per il cristiano e la cristiana, una responsabilità da vivere con rispetto, umiltà, sottomissione e timore, anche solo per quello che abbiamo fatto due volte a Dio: in Eden ed a Gerusalemme.
Io uomo, per la mia disubbidienza ho maledetto la terra la quale non mi renderà più il frutto se non con il mio sudore, dovendo vedere il mio corpo consumarsi, e nel frattempo, se non curerò mia moglie e non amerò mia moglie, per me non ci sarà speranza, poiché significa che, avendo ricevuto vita ne ho fatto nuovamente, per la seconda volta, quello che ho voluto.
Per la donna le cose non sono diverse, solo che Dio l’ha sottoposta all’uomo come conseguenza del suo peccato (questo l’ho ascoltato dalle parole di Dio in Eden), ed ora deve dipendere ed essere sottomessa al marito, amandolo allo stesso tempo, altrimenti significa che, avendo ricevuto vita ne ha fatto nuovamente, per la seconda volta, quello che ha voluto.
Io biblicamente parto da qua, senza considerare versetti, che non fanno altro che ribadire quello che Dio ha già detto all’inizio di ogni cosa.
Se abbiamo peccato responsabilmente contro il Creatore ed il Suo Cristo, se ci siamo sentiti come cani per quello che abbiamo fatto ed abbiamo pianto amaramente per quello che abbiamo scelto liberamente di fare, il resto è solo una conseguenza.
Solo che la conseguenza ora è nella grazia, nella comunione col Padre, col Suo Figlio e con lo Spirito Santo per l’eternità (scusa se è poco).
Ascoltando Dio nel Suo racconto che ci riguarda profondamente, ed ogni giorno ci ricorda ciò che abbiamo fatto, possiamo sempre scegliere (poiché Dio non ci toglie questa libertà) se sottometterci o meno, ma occorre anche valutare bene nel nostro cuore perché abbiamo tutte queste difficoltà.
La pace di Gesù Cristo sia nel tuo cuore.
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backer
Membro familiare
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Per Asaf:
"Caro Brave ti consiglio di aprire un nuovo topic specifico alla tua richiesta, altrimenti saremmo O.T. "
Scusa Asaf se ho risposto in questo topic, ma avevo già scritto e "postato" quando ho letto il tuo consiglio.
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Alessandra_tp
Membro
pronta per conoscere il Signore
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per backer
"Io so che se ti immedesimi in quell’uomo, considerando anche che il tuo Salvatore, Redentore (Colui che ha riscattato), Liberatore e Signore vive anche ora, e tu sei nella Sua casa, non considererai più così importante stabilire qualcosa, ma per amore lo farai."
per carità..non voglio stabilire nulla nella casa di DIO...non mi azzarderei mai............
Innanzitutto ti ringrazio per la pasienza che hai per farmi capire..come la pensi tu di questo discorso.......
Guarda...non posso dire che hai torto..ma neanche ragione.....
come dice BRAVEHEART..(che condivido pienamente)...la bibbia dice anche che le donne non possono parlare nei culti.......e che non possono portare i pantaloni......
ora ho lasciato una chiesa cattolica piena di tradizioni.....anzi troppe......queste secondo te non lo erano per quei tempi ?
Dimmi perchè la donna non può parlareguarda...da quando vedo io nei culti....questo discorso non viene mai rispettato......però il velo si.
Secondo te....con quanto male che cè nel mondo...sofferenze....malignità...ormai siamo senza limiti.......ti dico se cè una sorella in tutto qst XXXXXX ....che aiuta gli ammalati...che prega....che rispetta il volere di DIO......secondo te DIO guarda il suo modo di vestire??guarda se indossa una gonna nei culti
io per esempio indosso i pantaloni...xkè lavoro come geometra tutto il giorno...e non m va di indossare una donna....poi quando stacco..passo dalla chiesa......(e credimi sono esausta quando arriva la sera)....secondo te DIO guarda come sono vestita?o magari apprezzerà un pochino che mi sforzo..ad andare in chiesa anche per un 1/4 ora ?
Ripeto....se loro me lo chiederanno...non sarò una guastafeste....che insisterà di non metterlo..
Non mi oppongo....ma se deve essere una mia scelta interiore....per adesso ho deciso di non indossarlo...
Concludendo Io non conosco i piani del Signore....non immaginavo mai di entrare in una chiesa Evangelica....quindi non posso dirti "non lo indosserò mai"....se DIO un giorno vorrà questo da me..sono sicura che sarà lui...a farmelo capire...e guidarmi a indossarlo...ma per adesso la penso così.
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| « Ultima modifica: 16.10.2007 alle ore 11:38:15 by Asaf » |
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Se la nostra fede è forte, non importa quanto sia alto l'ostacolo da saltare, Dio ci aiuterà sempre in ogni momento, anche quando meno cè lo aspettiamo!pace a tutti!
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Alessandra_tp
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pronta per conoscere il Signore
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on 15.10.2007 alle ore 14:48:29, Luce wrote:
Sono perfettamente d'accordo, nella mia chiesa per esempio non si usa il velo...
Il velo è sicuramente un segno di sottomissione al marito, ma questo era usanza del popolo ebreo all'epoca...
Io francamente se entrassi in una chiesa dove si usa il velo, lo metterei per non recare scandalo, ma non condivido questo credo, che in alcuni casi diventa più una tradizione, come diceva anche endreiu, quando una donna che non è sottomessa lo porta lo stesso.
Comunque si potrebbe dire che le donne sposate della nostra epoca come segno di sottomissione hanno la fede.... ma questa è una supposizione.
Luce
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la penso come te....forse perchè vedo la mia famiglia...è ho il terrore di qst parola SOTTOMISSIONE......
Vedo mia madre una succube...di mio padre........
non voglio andare nei particolari..........
Cmq grazie per il tuo intervento 
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Se la nostra fede è forte, non importa quanto sia alto l'ostacolo da saltare, Dio ci aiuterà sempre in ogni momento, anche quando meno cè lo aspettiamo!pace a tutti!
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Asaf
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La verità sta nella Scrittura!
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Cari nel Signore, v'invito a rimanere in topic, "sul velo", in modo da non allargare la discussione e rendere tutto più leggibile.
Cara Alessandra il problema non è se te lo chiederanno o meno di metterlo (il velo), ma se è biblico o meno, l'uso del velo, e perchè.
Per Alessandra e Brave,
per la questione del "tacciansi le donne nelle assemblee", ne discutemmo con il fratello Andrea qui:
http://www.evangelici.net/cgi/forum/YaBB.pl?board=traduzionepassi;action =display;num=1164103442
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Per una corretta esegesi biblica più che questione di testi e contesti è questione di testi e ...teste!
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Alessandra_tp
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pronta per conoscere il Signore
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Scusami Asaf....non volevo allargarmi.....è una mia abitudine..
anche a scuola uscivo fuori tema....scusa ancora 
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Se la nostra fede è forte, non importa quanto sia alto l'ostacolo da saltare, Dio ci aiuterà sempre in ogni momento, anche quando meno cè lo aspettiamo!pace a tutti!
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Asaf
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L'invito è rivolto a tutti noi. 
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