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(Moderatore: andreiu)
   Glossolalia e chiese pentecostali
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   Autore  Topic: Glossolalia e chiese pentecostali  (letto 11210 volte)
lucia.mondella
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Re: Glossolalia e chiese pentecostali
« Rispondi #105 Data del Post: 29.03.2017 alle ore 19:46:58 »
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Ok, MarMar mi hai convinta circa la possibilità di una diffusione di una denominazione anche se non propriamente scritturale.
 
Però, magari prima di annotarla fra gli strumenti di satana ci andrei piano.
In effetti tale denominazione cmq promulga il messaggio della salvezza. Alla redenzione presso la croce.  
 
E sinceramente al di là degli eventi glossolalici, non ci sono altri elementi che mi disturbano.
 
Anche la famiglia del mio fidanzato e composta da 5 persone che sono dei "pezzi di pane". E mai mi hanno fatto pensare a deviazioni di pensiero particolari.... anzi al massimo in qualche occasione ho trovato un pò di bigottismo, ma sempre e solo animato da ottime intenzioni.
 
Non scivoliamo, anche se la tentazione è forte, lo capisco, nel tifo da stadio guelfi vs ghibellini...
D'altronde a questa discussione ha partecipato un solo e dico uno solo di pentecostale.
 
ho trovato un analisi di una certa onestà intellettuale questa copiosa disamina che forse tu già conoscerai
 
ma che invito magari Domenico a leggere
 
http://www.lucebiblica.altervista.org/Articoli/Glossolalia_problema_MeG.htm
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Re: Glossolalia e chiese pentecostali
« Rispondi #106 Data del Post: 29.03.2017 alle ore 21:49:52 »
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Non direi "denominazione" ma persone.
 
Ad esempio: in alcune comunità, se non in quasi tutte, vi sono credenti che hanno differenze di vedute tra loro, all'interno della stessa comunità, maggiori di quelle che vi sono tra le dottrine di alcune diverse denominazioni.
 
A mio modo di vedere, l'esistenza delle denominazioni è un fatto dovuto alla volontà di dominio dell'uomo sui suoi simili, per questo si sono creati dei recinti, con mura teologiche, dove all'interno qualcuno regna.
 
La chiesa che è venuto ad inaugurare Cristo, non ha confini denominazionali, ma solo credenti, persone che si vogliono fidare delle sue promesse, e su queste fondano la loro esistenza.
 
Sono perfettamente convinto che queste persone si possano trovare ovunque all'interno delle comunità, potrà variare la percentuale in cui vi si trovano, ma sono comunque lì.
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Re: Glossolalia e chiese pentecostali
« Rispondi #107 Data del Post: 30.03.2017 alle ore 00:59:06 »
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Che Lucia abbia letto, dalla prima a l'ultima parola di quel che ho scritto,  mi viene dalla sua assennata valutazione che ha fatto della mia esposizione; non lo stesso posso dire , (o meglio pensare) di quanti sono intervenuti nella discussione, per il semplice fatto che nessuno si è espresso in merito a quel che ho esposto.
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Re: Glossolalia e chiese pentecostali
« Rispondi #108 Data del Post: 30.03.2017 alle ore 09:01:43 »
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Il problema è che la Bibbia non è il "manuale del perfetto cristiano". I 4 Evangeli contengono il racconto della vita di Gesù, poi i libri successivi riportano le opinioni di Paolo e degli altri Apostoli, ispirate dallo Spirito Santo, ma mediate dalle idee degli autori. Non è "Parola di DIo", dettata letteralmente o mandata tramite skype. Sorriso
 
Ci sono addirittura delle contraddizioni. Dice che non c’è più uomo o donna, poi da istruzioni specifiche a uomini e donne. Se non c’è più uomo o donna perché le donne dovrebbero tacere nelle assemblee? Dice che non c’è più schiavo e libero, poi da istruzioni specifiche a schiavi e liberi. Se non c’è più schiavo o libero perché lo schiavo fuggito dovrebbe tornare dal suo padrone?
 
Non può esistere una denominazione che rispetti letteralmente tutti i passi della Bibbia, da “in principio” all’ultimo “amen”. L’unica soluzione è usare meno superbia e più sopportazione.
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Re: Glossolalia e chiese pentecostali
« Rispondi #109 Data del Post: 30.03.2017 alle ore 09:03:04 »
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Domenico, ormai le persone, salvo eccezioni, non hanno più voglia/tempo per dedicarsi alla lettura, quando vedono un testo lungo più di qualche riga tendono a passare oltre.
 
Quindi, secondo me, bisogna ricorrere alla sintesi, poche parole che centrano l'argomento esponendolo nella sua essenzialità. Questo ha anche il pregio di sfoltire da ciò che potrebbe essere solo un appesantimento.
 
Naturalmente non sempre è possibile, specialmente nel nostro campo, ma è qualcosa cui dobbiamo pensare.
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Re: Glossolalia e chiese pentecostali
« Rispondi #110 Data del Post: 30.03.2017 alle ore 10:50:37 »
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on 29.03.2017 alle ore 19:46:58, lucia.mondella wrote:
D'altronde a questa discussione ha partecipato un solo e dico uno solo di pentecostale.

...scusa se te lo dico...ma ti faccio notare che alla discussione hanno partecipato anche altri....... Incontro
 
......mi sento come se fossi in una gabbia per uccelli...ma il cancello è aperto....è un po`una strana sensazione...
« Ultima modifica: 30.03.2017 alle ore 11:00:30 by Virtuale » Loggato

"Zia, ma quando Gesù è risorto ha fatto il buco nell`ozono ? " (bambino) di Tony Kospan.
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Re: Glossolalia e chiese pentecostali
« Rispondi #111 Data del Post: 30.03.2017 alle ore 11:11:49 »
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on 28.03.2017 alle ore 13:13:42, Domenico wrote:
1) IL PARLARE IN LINGUE, NELL'ESERCIZIO DEL DONO RICEVUTO

.....appunto...e qui si parla di dono...
 
Non tutti abbiamo lo stesso dono...ma ci sono diversità di doni....chi questo...chi quelllo...chi quell`altro....e chi quell`altro ancora....ecc.....
 
...ma penso che tutti siamo chiamati ad un compito specifico...tutto sta nello scoprire quale....e per questo si può chiedere a Dio.
« Ultima modifica: 30.03.2017 alle ore 11:12:26 by Virtuale » Loggato

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Re: Glossolalia e chiese pentecostali
« Rispondi #112 Data del Post: 30.03.2017 alle ore 12:58:10 »
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Brava Virtuale, scoprire il nostro ruolo all'interno dell'esercito (corpo) di Cristo, ruolo che non è importante secondo il nostro punto di vista, ma secondo quello di Dio, che ha riservato un posticino ad ognuno di noi.  Occhiolino
« Ultima modifica: 30.03.2017 alle ore 12:58:43 by Marmar » Loggato

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Re: Glossolalia e chiese pentecostali
« Rispondi #113 Data del Post: 01.04.2017 alle ore 10:30:42 »
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Premetto che frequento una chiesa pentecostale e che prego anche in lingue, ma non l'ho mai fatto in pubblico.
Non so se qualcuno l'ha già detto, ma  si parla in lingue solo nelle chiese pentecostali (però sembra che succeda anche fra i battisti e i cattolici)  perché queste chiese sono la conseguenza di diversi risvegli avvenuti all'inizio del 1900, durante i quali si parlava in lingue, il che produsse il nascere del movimento pentecostale.
L'apostolo Paolo ha fatto una domanda retorica:  Tutti parlano in lingue ?  La risposta ovvia è NO, come non tutti hanno il dono di guarigione o di profezia, ecc.  
L'apostolo ha anche detto che durante il culto siano due o tre a parlare in lingue a condizione che ci sia chi interpreti, altrimenti tacciano o si rivolgano in preghiera soltanto a Dio.  Quindi il gran rumore che si sente talvolta in certe comunità non corrisponde all'ammonimento biblico e può suscitare delle reazioni negative in chi non condivide lo stesso modo di fare.
Personalmente penso che il parlare in lingue sia un dono come un altro (e per di più posto in fondo alla lista !) e che può essere utile soprattutto nella preghiera individuale,  quando si ha un peso di preghiera ma non si sa per chi o per che cosa pregare oppure  quando si vorrebbe prolungare il tempo di preghiera ma ormai siamo a corto di parole.
 Ciao
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Re: Glossolalia e chiese pentecostali
« Rispondi #114 Data del Post: 01.04.2017 alle ore 12:11:12 »
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Ebbene,
premetto che le critiche in rete circa il movimento pentecostale sono abbastanza efferate.
 
E oltre a questo forum, la mia valutazione critica nel confronto del dono della glossolalia deriva solo da letture in rete. Non ho parlato di persone con alcun esponente di altra denominazione con una orientata valutazione a riguardo.
 
Premetto che i dati non li ho controllati, ma secondo il rapporto eurispes abbiamo la seguente situazione confessionale.
 
"Secondo Eurispes ammonterebbe a 1 milione e 600.000 il numero di credenti italiani che non si identifica nella confessione cattolica. In uno scenario che si conferma in rapida mutazione, i cittadini italiani appartenenti a minoranze religiose oggi rappresenterebbero il 2,9% della popolazione (negli anni ’80 erano appena l’1%, nel 2008 il 2,1Mamma mia. Il gruppo più folto è costituito dai cristiani protestanti (27Mamma mia, cui seguono i testimoni di Geova (25,7Mamma mia, i musulmani (15Mamma mia, i cristiani ortodossi (9,6Mamma mia, i buddhisti (9,1Mamma mia, gli ebrei (2,2Mamma mia, gli induisti (1,9Mamma mia."
 
quindi i protestanti sono circa 500.000.
Di questi i pentecostali ADI non si riesce a risalire bene a quanti siano... si passa da cifre irrisorie poco meno di 60.000 persone a cifre spropositate come 400.000 membri.
le comunità sono circa 1100. e volendo fare una media di 200 fedeli per comunità si passa ad una cifra ragionevole di circa 200.000 persone.
poi ci sono gli altri credenti pentecostali.
 
Il tutto porta a valutare come la denominazione pentecostale sia predominante.
 
Ora, con questa valutazione che voglio comunicare.
che un evangelico su due pensa che la glossolalia sia una questione prioritaria nella propria vita spirituale.
E sono certa che la maggior parte dei credenti pentecostali non abbia una conoscenza dottrinale adeguata su tale "fenomeno".
 
Inoltre dalle varie valutazioni di osservatori esterni, un dato che è apparso chiaro anche a me è che la pratica della glossolalia in disordine durante le riunioni di culto sia incoraggiata.
così come la ricerca di essa come segno del battesimo nello/con lo Spirito Santo.
 
Ora di buono, di positivo in questa situazione io noto solo una cosa: tale denominazione (pur considerando una coagulazione delle varie ramificazioni dottrinali del pentecostalesimo) ha come denominatore comune una pratica profonda (per quanto la ipocrisia permetta, e non è una asserzione polemica la mia) dei valori cristiani.
 
Per il resto, la punta di diamante del credo pentecostale resta la glossolalia. Che io considero, in quanto non aderente alle chiare dottrine bibliche (su questo, perdonatemi ma mi arrogo il diritto di averne compreso sufficientemente le caratteristiche), l'unico deterrente di tale denominazione: la glossolalia non supina alla dottrina per me rappresenta un handicap di tale movimento.
 
La mia analisi quindi si sofferma su alcuni punti:
- glossolalia disordinata (non voglio chiamarla antidottrinale perchè pare troppo brutto)
- enorme penetrazione all'interno della popolazione
- atteggiamento non ecumenico
- interpretazione fondamentalista delle scritture (eccetto che per la glossolalia)
 
Sempre considerandomi un'osservatrice esterna rimodulando i dati presumo che i fedeli che vi aderiscono necessitino di un approvazione etica da parte di Dio, con un segno tangibile della loro santificazione. che è appunto la glossolalia.
 
Ossia l'osservazione meticolosa della buona dottrina, che in un modo o nell'altro porta ad un minimo di isolamento sociale, deve essere ricambiata con un segno tangibile dell'unzione divina.
 
Questa è la mia analisi personale.
 
perchè sono giunta a questa conclusione è presto detto: non c'è modo alcuno di ricevere una sorta di attestazione della propria santificazione, se non una ricezione dei carismi dello Spirito Santo.
i doni come è scritto in Corinzi 12  
- sapienza, conoscenza e discernimento.  
- fede, miracoli, guarigioni  
- profezie, lingue e interpretazione
 
gli unici doni che renderebbero incontrovertibile la propria posizione di santificazione (sempre teoricamente) sarebbero
miracoli, guarigioni, profezie e lingue.
 
Ovviamente inserisco le lingue, qualora si riuscisse a trovare una traccia di xenoglossia, ossia di utilizzo di lingue CONOSCIUTE durante la pienezza delo Spirito Santo.
 
Ma ciò, sappiamo dall'esperienza comune, non avviene.
 
Altresì mi appaiono (ed ancora non voglio essere polemica, credetemi) più sostanziali le guarigioni che avvengono nei vari santuari e che si cerca SEMPRE di sottoporre al vaglio di commissioni "abbastanza serie" prima di decretarne l'autenticità.
Ma questo è un altro discorso.
 
Il punto che mi disarma, sinceramente è che in realtà si punta tutto sulla glossolalia disordinata. ed ai credenti ciò va bene.
 
Il fatto stesso che la glossolalia disordinata appaia come fenomeno così ampiamente diffuso da schiacciare la manifestazione di ogni altro dono, ancor di più fra i 4 doni che ho individuato come più verificabili, dovrebbe quanto meno far porre delle domande agli stessi fedeli pentecostali.
 
Come mai il dono che Paolo pone come di minor importanza appare diffuso così capillarmente a scapito di tutti gli altri doni, tramutandolo nel principale?
 
per cui io giungo a questa conclusione:
i fedeli pentecostali sentono il bisogno di un adesione quanto più osservante possibile ai precetti biblici.
tale atteggiamento fondamentalista comporta:
- tendenza ad isolarsi dal contesto sociale
- tendenza ad isolarsi dal contesto interdenominazionale
 
tale atteggiamento viene incoraggiato da un sengo tangibile dell'approvazione divina: la glossolalia.
 
La glossolalia appare in questa visione l'elemento chiave che incoraggia e da forza ad ogni credente, perchè si sente approvato da Dio nel suo cammino.
 
L'atteggiamento dei membri anziani che incoraggia alla ricerca di tale segno/dono rafforza positivamente questa posizione ideologica.
In un modo o nell'altro, per sentirsi parte di un gruppo tale effige spirituale si presenta prima o poi in ogni credente. le conseguenze della mancanza di tale segno sono la ridotta partecipazione alla comunità che porta poi all'allontanamento dalla stessa.
 
La glossolalia quindi è una sorta di salvacondotto sociale che ogni credente pentecostale si prefigge come principale scopo.
 
L'unica cosa veramente positiva è che cmq porta alla diffusione di un comportamento etico cristiano osservante.
 
Il proselitismo pentecostale riesce a diffodnersi così bene all'interno della popolazione italiana perchè fa presa su una necessità che ogni persona sente: far parte di un gruppo coeso e avere un segno tangibile dell'approvazione divina e della salvezza.
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Re: Glossolalia e chiese pentecostali
« Rispondi #115 Data del Post: 01.04.2017 alle ore 12:50:12 »
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on 29.03.2017 alle ore 21:49:52, Marmar wrote:
Non direi "denominazione" ma persone...
La chiesa che è venuto ad inaugurare Cristo, non ha confini denominazionali, ma solo credenti, persone che si vogliono fidare delle sue promesse, e su queste fondano la loro esistenza.
Sono perfettamente convinto che queste persone si possano trovare ovunque all'interno delle comunità, potrà variare la percentuale in cui vi si trovano, ma sono comunque lì.

Tutto questo  esprime esattamente la linea che seguo e che è seguita dal gruppo con il quale collaboro (Credenti senza Frontiere).
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Re: Glossolalia e chiese pentecostali
« Rispondi #116 Data del Post: 01.04.2017 alle ore 15:22:23 »
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on 01.04.2017 alle ore 12:11:12, lucia.mondella wrote:
Ebbene,
premetto che le critiche in rete circa il movimento pentecostale sono abbastanza efferate.
 
E oltre a questo forum, la mia valutazione critica nel confronto del dono della glossolalia deriva solo da letture in rete. Non ho parlato di persone con alcun esponente di altra denominazione con una orientata valutazione a riguardo.
 
Premetto che i dati non li ho controllati, ma secondo il rapporto eurispes abbiamo la seguente situazione confessionale.
 
"Secondo Eurispes ammonterebbe a 1 milione e 600.000 il numero di credenti italiani che non si identifica nella confessione cattolica. In uno scenario che si conferma in rapida mutazione, i cittadini italiani appartenenti a minoranze religiose oggi rappresenterebbero il 2,9% della popolazione (negli anni ’80 erano appena l’1%, nel 2008 il 2,1Mamma mia. Il gruppo più folto è costituito dai cristiani protestanti (27Mamma mia, cui seguono i testimoni di Geova (25,7Mamma mia, i musulmani (15Mamma mia, i cristiani ortodossi (9,6Mamma mia, i buddhisti (9,1Mamma mia, gli ebrei (2,2Mamma mia, gli induisti (1,9Mamma mia."
 
quindi i protestanti sono circa 500.000.
Di questi i pentecostali ADI non si riesce a risalire bene a quanti siano... si passa da cifre irrisorie poco meno di 60.000 persone a cifre spropositate come 400.000 membri.
le comunità sono circa 1100. e volendo fare una media di 200 fedeli per comunità si passa ad una cifra ragionevole di circa 200.000 persone.
poi ci sono gli altri credenti pentecostali.
 
Il tutto porta a valutare come la denominazione pentecostale sia predominante.
 
Ora, con questa valutazione che voglio comunicare.
che un evangelico su due pensa che la glossolalia sia una questione prioritaria nella propria vita spirituale.
E sono certa che la maggior parte dei credenti pentecostali non abbia una conoscenza dottrinale adeguata su tale "fenomeno".
 
Inoltre dalle varie valutazioni di osservatori esterni, un dato che è apparso chiaro anche a me è che la pratica della glossolalia in disordine durante le riunioni di culto sia incoraggiata.
così come la ricerca di essa come segno del battesimo nello/con lo Spirito Santo.
 
Ora di buono, di positivo in questa situazione io noto solo una cosa: tale denominazione (pur considerando una coagulazione delle varie ramificazioni dottrinali del pentecostalesimo) ha come denominatore comune una pratica profonda (per quanto la ipocrisia permetta, e non è una asserzione polemica la mia) dei valori cristiani.
 
Per il resto, la punta di diamante del credo pentecostale resta la glossolalia. Che io considero, in quanto non aderente alle chiare dottrine bibliche (su questo, perdonatemi ma mi arrogo il diritto di averne compreso sufficientemente le caratteristiche), l'unico deterrente di tale denominazione: la glossolalia non supina alla dottrina per me rappresenta un handicap di tale movimento.
 
La mia analisi quindi si sofferma su alcuni punti:
- glossolalia disordinata (non voglio chiamarla antidottrinale perchè pare troppo brutto)
- enorme penetrazione all'interno della popolazione
- atteggiamento non ecumenico
- interpretazione fondamentalista delle scritture (eccetto che per la glossolalia)
 
Sempre considerandomi un'osservatrice esterna rimodulando i dati presumo che i fedeli che vi aderiscono necessitino di un approvazione etica da parte di Dio, con un segno tangibile della loro santificazione. che è appunto la glossolalia.
 
Ossia l'osservazione meticolosa della buona dottrina, che in un modo o nell'altro porta ad un minimo di isolamento sociale, deve essere ricambiata con un segno tangibile dell'unzione divina.
 
Questa è la mia analisi personale.
 
perchè sono giunta a questa conclusione è presto detto: non c'è modo alcuno di ricevere una sorta di attestazione della propria santificazione, se non una ricezione dei carismi dello Spirito Santo.
i doni come è scritto in Corinzi 12  
- sapienza, conoscenza e discernimento.  
- fede, miracoli, guarigioni  
- profezie, lingue e interpretazione
 
gli unici doni che renderebbero incontrovertibile la propria posizione di santificazione (sempre teoricamente) sarebbero
miracoli, guarigioni, profezie e lingue.
 
Ovviamente inserisco le lingue, qualora si riuscisse a trovare una traccia di xenoglossia, ossia di utilizzo di lingue CONOSCIUTE durante la pienezza delo Spirito Santo.
 
Ma ciò, sappiamo dall'esperienza comune, non avviene.
 
Altresì mi appaiono (ed ancora non voglio essere polemica, credetemi) più sostanziali le guarigioni che avvengono nei vari santuari e che si cerca SEMPRE di sottoporre al vaglio di commissioni "abbastanza serie" prima di decretarne l'autenticità.
Ma questo è un altro discorso.
 
Il punto che mi disarma, sinceramente è che in realtà si punta tutto sulla glossolalia disordinata. ed ai credenti ciò va bene.
 
Il fatto stesso che la glossolalia disordinata appaia come fenomeno così ampiamente diffuso da schiacciare la manifestazione di ogni altro dono, ancor di più fra i 4 doni che ho individuato come più verificabili, dovrebbe quanto meno far porre delle domande agli stessi fedeli pentecostali.
 
Come mai il dono che Paolo pone come di minor importanza appare diffuso così capillarmente a scapito di tutti gli altri doni, tramutandolo nel principale?
 
per cui io giungo a questa conclusione:
i fedeli pentecostali sentono il bisogno di un adesione quanto più osservante possibile ai precetti biblici.
tale atteggiamento fondamentalista comporta:
- tendenza ad isolarsi dal contesto sociale
- tendenza ad isolarsi dal contesto interdenominazionale
 
tale atteggiamento viene incoraggiato da un sengo tangibile dell'approvazione divina: la glossolalia.
 
La glossolalia appare in questa visione l'elemento chiave che incoraggia e da forza ad ogni credente, perchè si sente approvato da Dio nel suo cammino.
 
L'atteggiamento dei membri anziani che incoraggia alla ricerca di tale segno/dono rafforza positivamente questa posizione ideologica.
In un modo o nell'altro, per sentirsi parte di un gruppo tale effige spirituale si presenta prima o poi in ogni credente. le conseguenze della mancanza di tale segno sono la ridotta partecipazione alla comunità che porta poi all'allontanamento dalla stessa.
 
La glossolalia quindi è una sorta di salvacondotto sociale che ogni credente pentecostale si prefigge come principale scopo.
 
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Re: Glossolalia e chiese pentecostali
« Rispondi #117 Data del Post: 01.04.2017 alle ore 16:55:54 »
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on 01.04.2017 alle ore 15:22:23, salvo wrote:

 
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Salvo, credimi non è una critica che condanna il movimento pentecostale.
 
Io ho cercato di esprimere una valutazione oggettiva.
So che cmq che non può esserlo, ma ho cercato di agire secondo una valutazione che è simile al mio modo di pormi quando un cliente entra nel mio studio è mi espone un problema, cercando una soluzione.
 
Si sentono i fatti, che è la parte del cliente.
Si cercano di ricostruire gli eventi in maniera più descrittiva possibile.
si ascoltano eventuali testimoni (e non sto parlando della fase di giudizio).
Si valuta la legge cosa dice.
si cerca di capire eventualmente l'atteggiamento di buona fede del cliente e della controparte.
Eventualmente si sottolinea il dolo.
 
il giudizio non mi appartiene, posso dare una mia opinione.
 
Io non ho preso il movimento pentecostale e lo ho condannato.
Anzi, ho sottolineato come esso faccia molto presa sulla popolazione in generale. quindi qualcosa di buono deve averlo.
 
Ma resta cmq la presenza di un aspetto che stona: la glossolalia disordinata.  
tale stonatura è tanto più ampia quanto più se ne da risalto.
 
Per il resto, è una denominazione che ha i pregi ed i difetti del fondamentalismo cristiano (che io trovo MOLTO PIU' auspicabile dell'insopportabile relativismo etico).
 
Ed ho cercato di rispondermi da sola alla domanda: perchè si diffonde così tanto, pur essendo fondamentalista, non rispettando scritturalmente quello che concerne la glossolalia?
 
mi spiace che tu possa annoverarmi fra un antipentecostale rancorosa. Triste
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Re: Glossolalia e chiese pentecostali
« Rispondi #118 Data del Post: 01.04.2017 alle ore 18:44:29 »
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Ho ascoltato uno studio di David Pawson, che affronta questo argomento, e  dice che ci vuole equilibrio tra la parola di Dio e lo Spirito Santo.  
 
http://www.evangelici.net/archivio/pafiledb.php?action=category&id=3 6
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Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Sarà forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? 36 Com'è scritto:
«Per amor di te siamo messi a morte tutto il giorno;
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Re: Glossolalia e chiese pentecostali
« Rispondi #119 Data del Post: 01.04.2017 alle ore 23:41:28 »
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In merito all’argomento della glossolalia del quale si è discusso, anche se i pareri e le valutazioni siano diverse, c’è tuttavia necessità di fare chiarezza per quanto riguarda la manifestazione pentecostale della glossolalia, non nel senso denominazionale, come già mi sono espresso, ma come manifestazione dello Spirito Santo, fin dalla sua origine, cioè a Pentecoste, giorno in cui il fenomeno si manifestò. Che il parlare in lingue sia biblico, credo che nessuno potrà negarlo o smentirlo.
 
Il punto della discordia, secondo me, non è tanto nel fare riferimento al testo biblico per sostenerlo, quanto per dichiarare la sua continuità ai nostri giorni. Se dobbiamo mettere in risalto il testo biblico, così come lo leggiamo nel Nuovo Testamento, non c’è un solo verso o una sola frase, in cui si parla della glossolalia, che lascia trapelare o intravedere che il parlare in lingue che si manifestò nel lontano passato, sia valido anche ai nostri giorni.  
Questa netta posizione che alcuni sostengono, non ha l’appoggio delle Scritture, ma appare in netto contrasto con le precise parole: Questi sono i segni che accompagneranno coloro che avranno creduto: nel nome mio scacceranno i demoni; parleranno in lingue nuove (Marco 16:17); Perché per voi è la promessa, per i vostri figli, e per tutti quelli che sono lontani, per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà» (Atti 2:39).
 
Nei due testi citati, c’è un futuro che non ha nessuna limitazione nel tempo che nessuno può negare, che precisa: …coloro che avranno creduto… per quanti il Signore, nostro Dio, ne chiamerà.
 
Da Atti 2:4 a 19:6, erano trascorsi diversi anni. Nonostante ciò, la stessa manifestazione che si ebbe dal principio, cioè nel giorno della Pentecoste, con il parlare in lingue, si manifestò nel gruppo efesino.  
Che nel testo biblico quando si parla della glossolalia, ci siano due cose da distinguere, cioè: 1) parlare in lingue come segno che è venuto lo Spirito Santo; 2) parlare in lingue come dono delle lingue che dona lo Spirito Santo, se non si vuole correre il rischio di fraintendere il testo biblico e fargli dire quel che non vuole assolutamente sostenere.
 
Citare 1 Corinzi 13:8 Le profezie verranno abolite; le lingue cesseranno; e la conoscenza verrà abolita, senza tener presente quel che segue, cioè: ma quando la perfezione sarà venuta, quello che è solo in parte, sarà abolito (v. 10), significa non valutare giustamente il concetto della perfezione, che è presentata al futuro, che non è quello del completamento del Nuovo Testamento, erroneamente attribuito, come ho specificato nella mia esposizione, non cesseranno solo le lingue, ma anche le profezie e la conoscenza. Pertanto, far cessare le lingue, prima che sia venuta la perfezione, è un arbitrio, a dir poco, per non parlare di una errata interpretazione dell’insegnamento dell’apostolo Paolo.
 
Inoltre, mettere in risalto il fatto che il parlare in lingue, si trovi in fondo alla classifica dei doni dello Spirito, cioè l’ultimo menzionato, come per dire che non ha nessuna importanza, in ultima analisi significa non valutarlo come dono dello Spirito Santo, e consideralo come uno stato di fanciullezza per chi l’esercita, come è stato definito.
 
Infine, se c’è disordine nell’esercizio del dono delle lingue nelle riunioni pubbliche, secondo le direttive che dà Paolo, la colpa va attribuita a chi non si attiene alla chiara spiegazione che dà l’apostolo, e non al dono in se stesso. Infatti, se nelle riunioni pubbliche, dove possono partecipare anche i non credenti, il dono delle lingue, venisse esercitato al massimo da due o tre, e uno dietro l’altro, con il dono dell’interpretazione, non solo il non credente, non avrebbe nessun motivo di considerare il glossolico come un pazzo, visto che comprenderebbe il significato di quel parlare, ma anche il credente riceverebbe beneficio di edificazione e, tutto risulterebbe a lode e gloria del grande Dio e Salvatore Gesù Cristo.  
« Ultima modifica: 02.04.2017 alle ore 15:06:38 by Domenico » Loggato
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