La riscoperta di Dio tra politica e interesse

By 17 Settembre 2018Esteri

La Stampa propone un’ampia analisi sulle dinamiche interne al fronte reazionario che cresce in Europa e che, anche attraverso “la riscoperta di Dio”, compatta Paesi e partiti altrimenti distanti tra loro. Un fronte che registra una «convergenza, per ora più culturale che politica, tra nazional-populismi e destra cattolica ostile all’ecumenismo di Bergoglio», un fenomeno «particolarmente evidente in Italia, l’unico Paese dell’Europa occidentale dove i populisti sono al potere», spiega alla Stampa Stefano Allievi, sociologo delle religioni. In passato «L’immigrazione, specie quella musulmana, l’ha saldato alla retorica securitaria e sovranista per alzare il tiro contro gli stranieri tutti», poi è arrivato papa Francesco con «i valori liberali e via, di nemico in nemico, fino alla riproposta della razza e all’antisemitismo».

Perfino in Svezia, dove la fede ha un ruolo secondario: «anche per chi non frequenta la Messa il richiamo del muezzin suona come una sfida identitaria forte, una chiamata alle armi in vista del presunto imminente scontro delle civiltà». In questa cornice, annota lo storico del cristianesimo Agostino Giovagnoli, si registra «il riemergere di una frangia cattolica nostalgica del vecchio Papa e dell’asse con i cristiani rinati alla George W. Bush e gli evangelici in chiave anti progressista e anti secolare, quella che gli americani chiamano “l’opzione Benedetto”». L’identikit sembra ben definito: «sono gruppi che tendono a rifiutare le evoluzioni della società contemporanea rivendicando la morale tradizionale e si concepiscono minoritari, il loro avversario è ovviamente Bergoglio perché non è un Pontefice identitario e ridimensiona l’importanza dei valori non negoziabili».

Molta acqua è passata sotto i ponti da quando, vent’anni fa, le componenti cristiane perdevano la battaglia sull’inserimento delle radici giudaico-cristiane nella Costituzione europea; lo jihadismo ha riportato in primo piano le tematiche religiose, fungendo – soprattutto a est – da collante identitario in funzione nazionalista, in netta controtendenza rispetto alle aperture mondialiste di Bergoglio. Tutto questo, paradossalmente, senza scalfire concretamente il declino della pratica religiosa: la fede, in questi termini, diventa un semplice richiamo patriottico all’identità collettiva, uno strumento che con il messaggio della fede ha poco da vedere.

Foto: Michael Bueker – Wikimedia Commons

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