TORINO – Dopo 49 anni di attività Compassion sospende il suo impegno in India: l’associazione internazionale non profit che si occupa di sviluppo infantile attraverso l’adozione a distanza comunica che da metà marzo è stata costretta a interrompere il suo servizio nel Paese, un servizio che proseguiva ininterrottamente dal 1968 e grazie al quale, spiega l’organizzazione in una nota, «più di 280.000 bambini e le loro famiglie hanno potuto beneficiare di innumerevoli interventi a favore dei più vulnerabili e indifesi».
La decisione di Compassion fa seguito alle nuove misure del governo indiano, che ha modificato la regolamentazione per le donazioni da parte di organizzazioni non profit straniere; la nuova normativa, di fatto, impedisce il proseguimento delle normali attività ai 589 centri Compassion presenti nel Paese.
«Senza queste risorse – spiega Jimmy Mellado, presidente di Compassion International -, è diventato impossibile continuare ad aiutare i bambini. Abbiamo tentato ogni strada per risolvere la questione con il governo indiano. Ma fino a oggi, nonostante tutti i nostri sforzi, non siamo riusciti a giungere a un esito positivo».
La nuova normativa ha messo in difficoltà oltre diecimila organizzazioni non profit secolari e confessionali e fa seguito alla svolta nazionalista in corso nel Paese.